CONTATORE PERSONE

02/08/12

Il mal di schiena

  Tutti almeno una volta nella vita hanno avuto a che fare con il mal di schiena. A volte il dolore si è risolto in fretta, altre volte si è cronicizzato o ricomparso quando meno lo si aspettava. Qualunque sia l'entità e la frequenza del disturbo, il mal di schiena deve essere considerato come un segnale che il corpo invia per indicare che qualcosa a livello della colonna vertebrale non funziona correttamente.

Oltre a rappresentare la prima causa di assenza dal lavoro nei Paesi occidentali, la lombalgia è anche una malattia dalle mille cause e sfaccettature. Si è, infatti, calcolato che il mal di schiena può originare dalla lesione anche di una sola delle oltre ottocento microstrutture che contraggono rapporti con la colonna vertebrale.

Tali lesioni possono interessare i dischi intervertebrali, i legamenti, la muscolatura, i nervi, le articolazioni o le strutture ossee. Può tuttavia accadere che una lesione risulti del tutto asintomatica e che nonostante il trauma subito il soggetto non avverta alcun dolore.
In genere si parla di mal di schiena come di una patologia multifattoriale per sottolineare che l'origine del dolore è legata a numerosi fattori interdipendenti che interessano la sfera fisica, psicologica e sociale.

Questi ultimi due punti, spesso sottovalutati, hanno in realtà un ruolo molto importante nella comparsa della caratteristica sintomatologia dolorosa. Stress, ansia ed altri problemi psicologici grazie ad un meccanismo nervoso riflesso, possono, infatti, incrementare il normale tono muscolare. Questo eccesso di tensione, riducendo la vascolarizzazione e l'elasticità della muscolatura paravertebrale contribuisce alla comparsa del dolore alla bassa schiena. I numerosi ed intricati meccanismi che danno origine alla lombalgia vanno pertanto attentamente valutati da un medico specializzato.

Partendo dai sintomi e dalle cause del dolore sarà così possibile stabilire un percorso terapeutico multidisciplinare al quale collaboreranno diverse figure professionali come il medico ed il fisioterapista.



 Prevenzione del mal di schiena

La maggior parte dei principali fattori di rischio è legata alle abitudini di vita del soggetto mentre predisposizioni genetiche sono piuttosto rare. Potremmo allora definire il mal di schiena come una patologia acquisita che insorge quando l'entità del trauma supera la capacità di sopportazione e rigenerazione delle strutture adiacenti alla colonna vertebrale. Per questo motivo le strategie di cura e prevenzione del mal di schiena devono basarsi da un lato sulla riduzione delle sollecitazioni alla colonna vertebrale e dall'altro sul rafforzamento delle strutture che la sostengono.

Per ridurre i carichi che gravano sulla bassa schiena si
consiglia di:

    apprendere la corretta tecnica di sollevamento (gambe piegate, bacino arretrato, busto eretto e carico quanto più vicino possibile al corpo);

    evitare le posizioni scorrette mantenute a lungo;

    non portare scarpe con tacchi alti;

    scegliere calzature idonee da indossare durante l'attività fisica.

  Per migliorare il grado di efficienza delle strutture che mantengono in asse la schiena proteggendola dai traumi e consentendo, al tempo stesso, il movimento si consiglia di:

    praticare regolarmente attività fisica (esercizi di tonificazione, di allungamento associati ad una moderata attività aerobica);

    mantenere il peso corporeo nella norma;

    evitare il fumo e gli alcolici;

    concedersi delle pause rilassanti, evitando per quanto possibile lo stress;

    in caso di mal di schiena evitare un riposo eccessivo, cercando di compiere movimenti consoni all'entità del trauma.

Trattamenti per il mal di schiena
 L'obiettivo primario di qualsiasi programma di trattamento rivolto alla prevenzione ed alla cura del mal di schiena è quello di rendere la muscolatura addominale, spinale, lombare ed ischiocrurale più tonica ed elastica. Il tutto dovrà integrarsi in un programma regolare di attività aerobica in grado di favorire il raggiungimento del peso corporeo ideale.

Il miglioramento della forza e dell'elasticità muscolare aiuta a mantenere una buona postura nel corso della giornata e protegge la colonna vertebrale da sollecitazioni eccessive. La correzione di eventuali disequilibri muscolari migliora la distribuzione dei carichi sui dischi intervertebrali proteggendo queste importanti strutture dai traumi esterni.
L'attività fisica, grazie alla liberazione di endorfine, allevia il dolore ed accelera la velocità di recupero migliorando la vascolarizzazione e l'ossigenazione dei tessuti. Le stesse sostanze contribuiscono anche a migliorare l'umore e a scaricare stress e tensioni psicologiche. L'aumento del metabolismo basale e del consumo calorico contribuisce a mantenere il proprio peso nella norma allontanando una delle principali concause del mal di schiena.
Una delle principali scuse in cui si rifugia il sedentario è la mancanza di tempo da dedicare all'attività fisica. Che si tratti di semplice pigrizia o di un reale impedimento con un po' di buona volontà è comunque possibile ritagliarsi dei piccoli spazi da dedicare alla salute della propria schiena.

Spesso sono sufficienti pochi minuti per rilassare la muscolatura ed ottenere significativi benefici grazie a semplici esercizi di autotrattamento. Le situazioni in cui eseguirli sono molteplici: in ufficio durante l'avvio del computer, in auto mentre ci si trova in coda al semaforo, in bagno sotto la doccia o a letto prima di dormire.
Vi sono poi molte altre circostanze che possono diventare utili occasioni per aumentare il proprio livello di attività fisica, come ad esempio: salire le scale anziché prendere l'ascensore o parcheggiare l'auto più lontano per fare una camminata oltre a ridurre lo stress da parcheggio occupato. Sono delle piccole cambiamenti nel nostro comportamento quotidiano che ci consentirebbe di fare più movimento.

Taping NeuroMuscolare - NMT - NeuroMuscular Taping

Il Taping NeuroMuscolare (in inglese: NMT - NeuroMuscular Taping) è una tecnica che consiste nell'applicazione di un nastro adesivo elastico (tape) sulla cute, con effetto terapeutico diretto locale e a distanza per via riflessa. La corretta applicazione può ridurre il dolore e facilitare il drenaggio linfatico tramite la formazione di pliche cutanee.

La tecnica del NMT, a differenza del taping tradizionale anaelastico ed elastico, si basa sull'agevolazione dei movimenti cutanei e muscolari in modo da ottenere un effetto biomeccanico terapeutico sulle zone trattate.

I muscoli rappresentano uno dei bersagli più importanti su cui agisce il NMT, con effetti indiretti sulla circolazione venosa e linfatica e sulla temperatura corporea.
Lapplicazione del NMT, offrendo benefici linfatici e vascolari continuativi, può facilitare il recupero in situazioni postoperatorie e posttraumatologiche.

Il nastro utilizzato per il trattamento può essere applicato per più giorni, non contiene alcun principio attivo e può essere usato su bambini, adulti, anziani e donne in gravidanza.

Le applicazioni del NMT possono ridurre i tempi di recupero e aumentare i livelli di forma fisica.

Il NMT viene utilizzato nel trattamento di patologie ortopedico-sportive:

    muscolari: elongazioni, distrazioni, fasciti (piantare, tibiale anteriore), sovraccarico funzionale (muscoli quadricipite femorale, ischiocrurali, semimembranoso, semitendinoso, bicipite femorale, adduttori della coscia, gemelli, tibiali anteriore e posteriore, quadrato dei lombi), contratture muscolari antalsiche in corso di lombalgie, cervicalgie, ecc.;


    tendinee: tendiniti inserzionali, peritendiniti, tendinosi;


    articolari: traumi distorsivi, traumi contusivi, borsiti e tante altre patologie.

L'idrochinesi terapia 02/08/12

L'idrochinesiterapia rappresenta la metodica di massima e migliore integrazione tra le proprietà fisiche dell'acqua e terapeutiche del movimento.
L'acqua favorisce in modo determinante l'esecuzione di esercizi di mobilizzazione attiva e passiva, grazie alle sue proprietà fisicobiologiche. La caratteristica principale è il manifestarsi dell'azione antigravitaria secondo la legge di Archimede (un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l'alto pari al peso del volume del liquido spostato), che determina l'effetto di alleggerimento del corpo immerso.
L'acqua sostiene gran parte del peso del corpo favorendo l'esecuzione di movimenti con un corretto lavoro muscolare anche in condizioni di ridotto tono-trofismo e di difficoltà di carico. Per questo motivo un muscolo che ha forza ridotta e non consente un corretto lavoro può realizzare in acqua diversi movimenti. La riduzione del peso corporeo che si ottiene nel mezzo idrico permette inoltre di eliminare il dolore dovuto al carico e di iniziare precocemente la riabilitazione motoria.
Altrettanto importante è l'effetto analgesico del calore che si ottiene utilizzando acqua riscaldata ad una temperatura di 32°-35°C. Il calore, infatti, innalza la soglia di sensibilità al dolore determinando anche una sedazione generale e rilasciamento muscolare.
Un altro effetto è il manifestarsi di fenomeni sensoriali quali un miglior apprezzamento della posizione del proprio corpo e del senso di movimento dovuti alla percezione della pressione esercitata dall'acqua su tutto il corpo che si traduce in una sensazione di maggior sicurezza nell'esecuzione dei movimenti. Il mezzo idrico, più denso rispetto all'aria, permette inoltre movimenti controllati ed eseguiti contro una leggera resistenza.
Questo riduce i rischi di movimenti incontrollati che possono far insorgere la sintomatologia, peggiorare la situazione patologica, dare paura ed insicurezza al paziente rallentandone la rieducazione.

Massaggio connettivale

 Lo scopo del massaggio connettivale è quello di esercitare, mediante la stimolazione meccanica della pelle e del tessuto connettivo sottocutaneo, un'azione in via nervosa riflessa mediata da attività spinali ed encefaliche in grado di ridurre o eliminare disturbi funzionali di organi interni e di organi dell'apparato locomotore.
Il massaggio connettivale presenta come caratteristica propria quella di essere eseguito su aree cutanee e del tessuto connettivo sottocutaneo che sono in relazione con organi dal funzionamento disturbato mediato dal midollo spinale e dove si riscontrano anche mutamenti dovuti a riflessi spinali (zone del tessuto connettivo).
Questi mutamenti della pelle e del tessuto connettivo sottocutaneo si riscontrano spesso in combinazione con altri disturbi di funzioni regolate dal midollo spinale, come disturbi della sensibilità al dolore, della regolazione della temperatura corporea, della postura e dei movimenti.
Diversi organi, come per esempio stomaco, intestino e cuore, hanno un campo di disturbo comune (le zone del tessuto connettivo sono, infatti, in relazione tra loro).
Per questo motivo si può considerare il massaggio connettivale come una forma di terapia dei segmenti in cui si cerca di influire sui campi di disturbo, in particolare su quello dominante. Agendo sul campo di disturbo dominante si può ottenere la scomparsa immediata di disturbi localizzati a distanza ("fenomeno secondario" di Huneke).

INFORMAZIONE :Dott. Giora Sluzky 
www.viveresano.info/Terapia_manuale.html#anchor_54 

Riabilitazione Maxillo-Facciale

 Trattamento delle patologie neurologiche associate

    Sindrome Algico Disfunzionale

  dell’articolazione temporo-mandibolare (L’articolazione temporo-mandibolaro si trova anteriormente al meato acustico esterno ed è una struttura anatomica abbastanza complessa ove la mandibola si articola con il cranio e che permette alla mandibola di espletare i movimenti necessari per la masticazione, deglutizione e la capacità di articolare le parole.
In qualità di articolazione bilaterale, codesta struttura è molto delicata e deve essere in perfetto equilibrio che sovente viene disturbato da fattori quali mal occlusione, congenita od acquisita, traumi, interventi odontoiatrici / chirurgici, ecc.
All’inizio, tali danni all’articolazione vengono compensati dai muscoli masticatori che mano a mano che la patologia progredisce, sviluppano dolore, a volte molto intenso, i capi articolari della mandibola si degenerano, per dare luogo a fenomeni come artrosi articolari che alla fine danno luogo ad intense cefalee, dolore intenso alla colonna  vertebrale del collo che discendono lungo la colonna vertebrale dorsale per finire con forti dolori alla schiena.
Il fisioterapista può decidere di sfruttare le metodiche più adatte
(RPG, trazione vertebrale manuale, "pompage" cervicale) per risolvere il problema e prevenire danni secondari.)



L’articolazione temporo-mandibolaro si trova anteriormente al meato acustico esterno ed è una struttura anatomica abbastanza complessa ove la mandibola si articola con il cranio e che permette alla mandibola di espletare i movimenti necessari per la masticazione, deglutizione e la capacità di articolare le parole.
In qualità di articolazione bilaterale, codesta struttura è molto delicata e deve essere in perfetto equilibrio che sovente viene disturbato da fattori quali mal occlusione, congenita od acquisita, traumi, interventi odontoiatrici / chirurgici, ecc.
All’inizio, tali danni all’articolazione vengono compensati dai muscoli masticatori che mano a mano che la patologia progredisce, sviluppano dolore, a volte molto intenso, i capi articolari della mandibola si degenerano, per dare luogo a fenomeni come artrosi articolari che alla fine danno luogo ad intense cefalee, dolore intenso alla colonna  vertebrale del collo che discendono lungo la colonna vertebrale dorsale per finire con forti dolori alla schiena.
Il fisioterapista può decidere di sfruttare le metodiche più adatte
(RPG, trazione vertebrale manuale, "pompage" cervicale) per risolvere il problema e prevenire danni secondari.
Molti pazienti affetti da emiplegia o da morbo di Parkinson avranno qualche disturbo del movimento o della sensibilità nella regione del volto e del tratto orale. Per quanto lieve, il disturbo sarà estremamente penoso per il paziente. Il viso svolge un ruolo importante nella nostra vita, perché, per ciascuno di noi, e come se dietro gli occhi si celasse la nostra vera identità. A differenza di altre parti del corpo, il volto e sempre visibile e non si può nascondere o mascherare con i vestiti.
Quando incontriamo una persona nuova, ci formiamo la prima impressione in base al suo viso e alla sua espressione. Diciamo che qualcuno ha "un sorriso accattivante", "un viso intelligente", "uno sguardo vigile". Dall'informazione che riceviamo decidiamo se ci piacerebbe conoscere meglio quella persona e ciò influisce anche sul nostro modo di parlare e di comportarci nei suoi confronti. Con i sottili, riccamente innervati, muscoli del viso siamo in grado di modificare la nostra espressione attraverso un'ampia gamma di movimenti molto piccoli. Insieme ai movimenti del capo, l'espressione del volto e una delle fonti principali di comunicazione e noi usiamo costantemente entrambi a sostegno di quanto diciamo, oppure in completa sostituzione della parola in determinate occasioni. Con minimi cambiamenti possiamo esprimere piacere, incredulità, amore, disapprovazione, ecc.
Per imparare a conoscere meglio una persona che sta parlando, ascoltiamo non solo del che dice, ma anche la qualità del suo tono di voce. Apprezziamo suono della voce con la sua melodia, tono e il modo in cui vengono pronunciate le parole e mentre ascoltiamo qualcuno che parla, formuliamo ulteriori giudizi su di lui o lei.
Quando le persone s'incontrano e si parlano, di solito mangiano o bevono qualcosa insieme. Noi mangiamo e beviamo non solo per nutrirci, ma anche per piacere e come aspetto del nostro costume sociale. Continuiamo a formarci un'opinione dell'altra persona mentre sta mangiando.
Qualsiasi anormalità o stranezza nell'espressione del viso, nella voce o nelle abitudini alimentari viene immediatamente notata e disturba la comunicazione e la facilità di contatto con gli altri. La maggior parte di noi ha avuto la sensazione di essere fissato da tutti dopo una visita dal dentista che ha comportato un'anestesia locale con caduta del labbro, o quando un piccolo brufolo ha assunto nella nostra immaginazione le proporzioni di un grosso foruncolo.
Nel programma globale di riabilitazione, in cui il paziente impara a camminare e a prendersi cura della propria persona, vengono spesso dimenticati i problemi del viso e del tratto orale, che rimangono cosi esclusi dal trattamento.
Le difficoltà persistenti peggioreranno la qualità di vita del paziente e interferiranno con il reinserimento sociale. Egli non potrà più godere nel mangiare e bere da solo o con altre persone. A causa dell'espressione facciale inappropriate o ridotta, le altre persone possono giudicarlo erroneamente o mal interpretare le sue reazioni. Se il paziente non può parlare come faceva prima, può avere difficoltà a instaurare nuove relazioni, o a conservare le precedenti. Gli altri reagiranno diversamente nei suoi confronti ed è possibile che conversino con lui ad un livello inappropriato.
II grado e il tipo di difficoltà variano notevolmente, poiché si passa da un paziente totalmente incapace di mangiare, ad uno il cui viso non è esattamente simmetrico. Quando si nota una qualsiasi difficoltà, sono necessarie un'osservazione e un'indagine accurate per aiutare il paziente a superare i problemi.
Si dovrebbero facilitare i movimenti del viso sin dalle prime fasi, per mantenerne la mobilità e stimolarne la sensazione. Il trattamento mirato  nel questo caso è PNF per il viso.


(PNF deriva dalle parole inglesi "Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation" che in italiano significa "Facilitazione  Neuromuscolare Propriocettiva". Questo sistema di stretching è diviso in 4 tempi:
    Si raggiunge il massimo allungamento del muscolo in modo graduale e lento;
    Si esegue una contrazione isometrica per circa 15/20 secondi (sempre in posizione di massimo allungamento);
    Rilassamento per circa 5 secondi;
    Si allunga nuovamente il muscolo (contratto precedentemente) per almeno 30 secondi.
PNF, viene usato molto nella terapia di riabilitazione, perché in questo tipo di trattamento l'esercizio è sempre adattabile alla situazione patologica del paziente e progressivamente porta raggiungere il massimo delle sue potenzialità. La teoria di PNF ha avuto il suo origine dall'osservazione dei movimenti compiuti nello sport nella danza. I presupposti affinché un movimento possa dare, nell'ambito di questa attività, un risultato qualitativamente positivo sono soprattutto là armonia, la coordinazione, la forza, la velocità e la precisione.
La muscolatura monoarticolare è in grado spesso di svolgere più funzioni contemporaneamente. Un errore di valutazione classico è quello di testare queste funzioni separatamente, non valutando mai se il paziente è in grado di svolgerle simultaneamente.
La tridimensionalità degli schemi PNF permette la valutazione di queste funzioni monoarticolari complesse che sono anche l'espressione di un accorciamento massimale del muscolo.
Perché il trattamento riabilitativo sempre adatto al paziente, il metodo viene utilizzato nel campo di ortopedia e anche per trattamento del paziente neurologico.
Per esprimere queste qualità nel modo migliore i movimenti dovevano essere compiuti, nella maggior parte dei casi, seguendo alcune linee diagonali rispetto all'asse sagittale del corpo, quindi in questi movimenti diagonali avveniva una rotazione che permetteva di partire da uno stato di massimo allungamento per arrivare uno stato di massimo accorciamento.).

Riabilitazione neurologica

Oltre alla cura e al trattamento in ospedale o nel centro di riabilitazione, è molto importante vedere come se la cava paziente nel mondo esterno, è così vario e pone molte sfide. E' parte della riabilitazione proporre al paziente delle situazioni più varie possibili.
Troppo spesso si valuta il successo del programma riabilitativo in un ambiente estremamente protetto.
Dato che si tratta di un concetto (la riabilitazione nel paziente affetto da patologia neurologica: emiplegia, paraplegia) e non di una tecnica, non esistono regole assolute che possano essere applicate indifferentemente a tutti i pazienti.
Tutto quello che contribuisce a consentire al paziente di apprendere una nuova abilità o di muoversi in modo più normale può essere senz'altro inserito nel piano di trattamento.
E' stato dimostrato che la riabilitazione è più efficace quando il paziente viene seguito da fisioterapista a domicilio, anziché presso un centro riabilitativo che rappresenta un ambiente artificiale, in cui si sente isolato e spersonalizzato.

In seguito a patologia neurologica cronica (morbo di Parkinson, sclerosi multipla, ed altre) oppure ad esordio acuto (ad esempio ictus) l'intervento del fisioterapista è utile sotto vari aspetti: innanzitutto "suggerire" al paziente strategie che conducano alla massima autonomia negli ambienti domestici, fino alla deambulazione in ambienti esterni quando possibile.

In alcune situazioni inoltre è possibile stimolare il recupero delle funzioni motorie lese in seguito all'evento morboso, ripristinando parte dei movimenti utili nella vita di tutti i giorni.

I terapisti che si occupano di riabilitazione DEVONO essere  specializzati secondo il metodo Bobath: questo prevede un'analisi oggettiva delle capacità residue del paziente e, attraverso un ricondizionamento propriocettivo e una forte esperienza sensoriale, aiutare il paziente a combattere contro i sintomi e le disfunzioni che la malattia neurologica dà in termini di movimento, funzione e tono.

Artrosi



Con questo termine si intende una sofferenza articolare, di tipo evolutivo (cioè con peggioramento nel tempo). La sofferenza è caratterizzata inizialmente da un’usura delle cartilagini delle articolazioni a cui consegue una modificazione di tutte le strutture che le compongono (tessuto osseo, capsula, muscoli). L’usura delle parti cartilaginee causa uno stato infiammatorio e via via un assottigliamento dello spazio tra un capo osseo e l’altro. Provoca anche l’ispessimento della capsula articolare che diventa sempre più rigida, l’alterazione del delicato equilibrio tra cellule che costruiscono e distruggono (tanto che la cartilagine può "ossificarsi", perdendo la sua flessibilità, e i capi ossei invece "rarefarsi", perdendo la sua densità) ed infine provoca la contrazione dei muscoli inseriti intorno all’apparato. L’esito finale del processo artrosico, dopo molti anni, è il blocco totale dell’articolazione interessata con perdita della sua funzionalità.

Qual è la terapia?

Nessuna malattia subisce così tanti interventi terapeutici come l’artrosi. Questo si verifica perché la malattia ha più fasi cliniche (dalla sensazione di rigidità ai movimenti acuti, da remissioni anche spontanee ad aggravamenti improvvisi anche con notevole limitazione dei movimenti), perché si manifesta a diverse età (dai 30 ai 70 anni) ed infine perché può interessare tutti i distretti corporei ove vi sia un’articolazione.
La terapia dell’artrosi in generale mira ad arrestare (oppure a rallentare) e a far regredire il corso della malattia o perlomeno a ridurre oppure eliminare i disturbi da essa provocati.

Prevenire l’artrosi con la fisioterapia

Per fisioterapia si intende l’insieme delle forme di attivazione muscolare e degli esercizi articolari (semplici e complessi) diretti a migliorare, riequilibrare, l’aspetto posturale (cioè le posizioni del corpo soprattutto da seduti e in piedi) e quello dinamico (cioè il corpo in movimento).
I vari "sinonimi" ancora oggi purtroppo in uso, come "ginnastica correttiva", ecc., sono imprecisi e limitativi perché la fisioterapia è una vera e propria terapia indispensabile alla cura riabilitativa.

Nel trattamento dell'artrosi l’effetto fisioterapico non si limita alla riduzione del dolore o alla correzione delle "anomale posizioni", ma prima di tutto si cerca ad imparare a conoscere il proprio corpo perché attraverso i movimenti si esprimono anche i vari aspetti della propria personalità.

Artrite reumatoide




Un paziente che soffre di malattie reumatiche (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, ecc.) che possono causare un grado importante di disabilità, può trarre grandi benefici se alla terapia farmacologica precoce viene associato un adeguato trattamento riabilitativo.

Riabilitazione

Solo mediante un approccio riabilitativo globale è possibile fornire al paziente con artrite reumatoide tutti gli strumenti necessari per affrontare l’evoluzione della malattia. Il trattamento riabilitativo ha diversi obiettivi, a partire dal ripristino della massima funzionalità articolare possibile. Non solo, questo approccio deve fare in modo che vengano mantenute la resistenza e la forza muscolare e ridotta la sintomatologia dolorosa, nonché mirare alla prevenzione della deformazione articolare. Alla base di un programma riabilitativo deve esserci sempre un progetto individuale, occorre cioè definire che cosa si vuole ottenere nel caso specifico. Non esiste un programma che vada bene per tutti, bisogna, infatti, calibrare l’intervento sul singolo paziente.

Esercizio Terapeutico

Gli strumenti a disposizione per la riabilitazione sono diversi: si va da terapie fisiche come l’ultrasuonoterapia, la TENS, il Low Level Laser e la Balneotermoterapia (programma di terapia in ambiente termale) all’esercizio terapeutico.
Le prove a favore dell’efficacia delle terapie fisiche in realtà sono scarse e inconcludenti, mentre la validità dell’esercizio terapeutico è stata dimostrata da numerosi studi. L’esercizio terapeutico rappresenta, infatti, un trattamento in grado di apportare benefici importanti migliorando la forza muscolare, la capacità aerobica, lo stato psicologico, la performance gestuale, l’autonomia e la qualità della vita del paziente.

Ovviamente, il programma terapeutico deve essere proposto e controllato da un fisioterapista, limitando sollecitazioni abnormi su articolazioni gravemente compromesse.

Approccio Multidisciplinare

Un trattamento globale del paziente con artrite reumatoide che consideri l’aspetto farmacologico, ma anche quello riabilitativo, non può però prescindere da un approccio multidisciplinare. Solo mediante un approccio terapeutico globale, realizzabile con un articolato intervento multidisciplinare ed interdisciplinare è possibile fornire al paziente affetto da questa malattia, anche in fase precoce, tutti gli strumenti necessari a ridurre il grado della sua disabilità.

Rieducazione posturale globale = RPG


 Il nostro sistema muscolare è costituito da:

    muscoli dinamici fasici;

    muscoli statici tonici.

L'attività dei muscoli statici è costante, sia per effetto del tono indispensabile al mantenimento della postura, e paragonabile ad un motore al minimo quando un'automobile è ferma sia per la contrazione necessaria per effettuare i movimenti colpo di acceleratore che fa avanzare l'automobile.
Un muscolo sollecitato in modo permanente tende sempre ad avvicinare le sue estremità, il che provoca inevitabilmente accorciamento e rigidità.
I muscoli della dinamica non conoscono problemi di questo tipo. Non essendo essi indispensabili al mantenimento della stazione eretta sono poco tonici e possono rilassarsi per sedentarietà. E' così per i muscoli addominali.
In fisioterapia l'azione terapeutica deve pertanto essere differenziata. Se i muscoli della dinamica possono essere esercitati in contrazione concentrica per essere rinforzati, i muscoli della statica devono sempre essere esercitati in allungamento.
Di fronte alle aggressioni della vita moderna, è già difficile, per una persona che presenta una colonna vertebrale più o meno normale, evitare le cervicalgie, le dorsalgie o le lombalgie. Perciò il dolore della colonna vertebrale costituisce oggi "il male del secolo".
Il disco intervertebrale, viene compresso dal peso del corpo, soprattutto quando quest'ultimo è eccessivo, ma in ugual maniera per azione dei muscoli destinati a lottare contro la gravità quando si accorciano. Questo componente di schiacciamento può interessare tutte le articolazioni.
Paradossalmente i muscoli che si fanno assumere la posizione eretta, ci comprimono.
Occorre capire, che un muscolo rigido è un muscolo debole. Infatti, oggi si ammette che un gran parte delle lesioni articolari è essenzialmente dovuta ai problemi della postura.
L'obiettivo di ogni riabilitazione è ottenere dei muscoli forti e questo è quanto si prefigge anche la RPG, ma la differenza risiede tutta nell'importanza attribuita al ripristino della flessibilità e nei mezzi impiegati per ottenerlo.

riabilitazioni: Miopatie / distrofie muscolari


Lo scopo della riabilitazione nelle malattie neuromuscolari è preservare il più a lungo possibile l’autonomia del paziente, ritardare l’evoluzione dei sintomi e prevenire le complicanze. Il fine dell’intervento riabilitativo può essere, quindi, preventivo, curativo (quando possibile), o compensativo. Le principali aree su cui si può intervenire con la riabilitazione sono:




    cambiamenti posturali

    mantenimento della posizione seduta

    mantenimento della stazione eretta

    locomozione

    prensione e manipolazione

    funzione respiratoria

    funzione cardiovascolare

    alimentazione

L’obiettivo di mantenere l’autonomia del paziente e prevenire i danni secondari intende, tra l'altro, che quando la deambulazione non è più possibile, è necessario cercare di mantenere l’ortostatismo e delle posture corrette con rieducazione posturale globale RPG o con lo Yoga; mobilizzazione articolare, allungamento muscolare (non sforzato!) e opportuni ausili.

Riabilitazione in Ortopedia


Riabilitazione in Ortopedia

Il paziente di solito interpreta il consiglio del medico-chirurgo di rimanere 10 giorni a riposo totale, come un ordine di non fare nessun movimento autonomo e rimanere a letto tutto il periodo di riabilitazione e di essere completamente servito dai parenti.
Occorre ricordare che il regime postoperatorio deve includere mobilizzazione e/o carico sfiorante sul'arto operato, rinforzo del arto sano, istruzioni per il paziente, tese a prevenire i movimenti o comportamenti sbagliati a domicilio che potrebbero portare danni al'arto operato, istruzioni sul'utilizzo degli ausili, ecc.
L'obiettivo principale nel trattamento del paziente ortopedico e del paziente infortunato è di arrivare in tempo più breve possibile in piena autonomia. Al fine di raggiungere questo obiettivo, il trattamento riabilitativo viene, paradossalmente, cominciato prima del intervento chirurgico. Ad esempio, se viene sottoposto al'intervento di protesi totale dell'anca o protesi di ginocchio, il paziente deve imparare utilizzare l'arto sano in modo tale che riesca a sostenere il peso del corpo durante la deambulazione con le stampelle.
La riabilitazione che segue l'intervento deve prevenire danni secondari possibili (ad esempio, l'embolia polmonare e piaghe da decubito sono spesso un risultato di allettamento prolungato), quindi deve essere svolto in modo preciso, rispettando i tempi ed i protocolli.
Il fisioterapista utilizza strumenti passivi (mobilizzazioni) per ripristinare il movimento articolare ed attivi (esercizi) per riattivare le funzioni neuro-muscolari per ottenere una diminuzione del dolore e raggiungere la miglior autonomia motoria nella vita di tutti i giorni.


Principali campi di applicazione:
  • protesi anca-ginocchio-spalla
  • artrosi
  • ricostruzione del LCA
  • lombalgia
  • menisectomia
  • cervicalgia
  • distorsioni e lussazioni
  • dolori articolari

I benefici del Pilates

Il pilates nella sclerosi multipla.
Un aiuto per i malati di sclerosi multipla: equilibrio, consapevolezza, riduzione dello stress, miglioramento della forza e della flessibilità.

Vantaggi:

Ottimo per rinforzarsi
La maggior parte degli esercizi si fanno sul materassino
Gli esercizi possono essere fatti a casa facilmente


Una delle pratiche sportive più conosciute degli ultimi anni è il pilates.
L'ideatore, Joseph Pilates, agli inizi del '900 pensò a questi esercizi per aiutare gli ammalati allettati nella riabilitazione.
Ad oggi, il pilates viene considerato di grande aiuto per i disabili, e anche nella sclerosi multipla sembra avere effetti positivi.
Il pilates si focalizza sui muscoli come gli addominali e quelli nella zona prossima al cordone spinale, lavorando quindi sulla stabilità e l'equilibrio. Inoltre, aiuta a rinforzarsi ma senza ingrossare i muscoli, permette di acquisire consapevolezza del proprio corpo (utile contro l'insensibilità), promuove la postura e migliora l'elasticità muscolare e la mobilità.
Uno dei benefici maggiori del pilates è che regala una maggiore regolarità al respiro, aiuta a defatigare il corpo.
Nel pilates si lavora molto sul lettino, in posizione reclinata o seduta. La maggior parte degli eserci non sono aerobici, quindi si evita un'eccessiva sudorazione. Si tratta di esercizi a basso impatto dove non ci sono movimenti eccessivamente complicati. 
Pilates significa in primo luogo un regime di allenamento fisico basato sul corpo nel suo stato più naturale: IL MOVIMENTO. E' una forma d'arte, simile alle arti marziali o alla danza, in quanto ha con queste in comune la ricerca quotidiana della perfezione.  Il metodo Pilates è tradizionalmente eseguito in sessioni individuali per adattare gli esercizi alle singole necessità dell'allievo.
La vita produce danni enormi al corpo: di giorno in giorno diventiamo sempre più curvi e privi di equilibrio. Utilizziamo soltanto la mano destra o, se mancini, la sinistra: facciamo quindi oscillare la racchetta da tennis da un solo lato; portiamo la tracolla sempre su una spalla e così via.  

Le nostre abitudini ci inducono a utilizzare eccessivamente alcuni muscoli e non usare quasi del tutto altri. Il Pilates invece può dimostrarsi un meraviglioso antidoto in grado di allungarvi, raddrizzarvi e rafforzarvi, ma ricordate che non è una panacea mistica, né dovrebbe sostituire altre forme di esercizio fisico.
 
I benefici del Pilates

In primo luogo imparerete una serie ben precisa di esercizi che fanno lavorare tutto il corpo, dalla testa ai piedi, esercizi che subito si dimostreranno molto efficaci, perché diminuendo la ripetitività e aumentando il lavoro, otterrete risultati rapidi e duraturi.

Il Pilates terapeutico con i suoi esercizi è consigliato anche per i pazienti che devono ritrovare l'elasticità del corpo e della mente, in quanto gli esercizi si eseguono gradualmente e si adattano ad ogni persona e problematica.

01/08/12

STRESS, STANCHEZZA, ANSIA, RISVEGLI NOTTURNI E STANCHEZZA AL RISVEGLIO

 

RICARICA MAGNESIO ASSOLUTO


STRESS, STANCHEZZA, ANSIA, RISVEGLI NOTTURNI E STANCHEZZA AL RISVEGLIO

In caso di stanchezza e affaticamento...ma anche in caso di qualsiasi stress.

I cambi di stagione si accompagnano sempre con un aumento della stanchezza fisiologica.
E possibile aiutare l'organismo ad adattarsi alle nuove condizioni ambientali e climatiche con alcuni rimedi energetici naturali.
l’effetto di questa stanchezza psicofisica, però, non è evidente solo nei cambi climatici, ma la frenesia dei ritmi odierni o i momenti di grande tensione e concentrazione (esami per gli studenti o particolari situazioni lavorative), assorbono grandi quantità di energie che devono essere reintegrate, oltre che per una immediata risposta, anche per evitare future debilitazioni.

Il Magnesio è un minerale fondamentale perchè aiuta a produrre l’energia indispensabile al nostro corpo. Il Magnesio assoluto è un carbonato di magnesio in una formulazione citrata, cioè la soluzione più assimilabile che viene assunta dall’organismo. I ritmi di vita frenetica e lo stress che è inevitabilmente parte della vita moderna bruciano le riserve di magnesio dandoci segnali di carenza quali: ansia, agitazione, insonnia, stanchezza immotivata, tic nervosi e molti altri.
L’aggiunta di Vitamina B1 contribuisce al buon funzionamento del sistema nervoso.

Magnesio assoluto: Il Magnesio assoluto è un carbonato di magnesio in una formulazione citrata, cioè la soluzione più assimilabile che viene assunta dall’organismo. Il Magnesio è il minerale chiave per il corretto utilizzo del calcio e del potassio ed anche di molti altri nutrienti. Il Magnesio è un minerale essenziale per le cellule viventi. Coopera nel trasporto di sodio e potassio attraverso la membrana cellulare e influenza i livelli di calcio all’interno delle cellule. Il magnesio interviene in oltre 300 diversi processi metabolici (in particolare sul metabolismo delle proteine e degli acidi nucleici) ed è indispensabile per promuovere la funzionalità di numerosi sistemi enzimatici. Lo stress tende ad esaurire le riserve di magnesio dell’organismo. Una carenza di magnesio produce nervosismo, ansietà, tic nervosi e insonnia di tipo II, caratterizzata da addormentamento regolare ma da frequenti risvegli notturni, per cui il soggetto si sveglia stanco anche dopo diverse ore di sonno. Anche nelle donne che soffrono di sindrome dolorosa premestruale è stata riscontrata una carenza di magnesio, unitamente ad un eccesso di calcio. insieme al calcio e al fosforo partecipa alla costituzione dello scheletro, infatti circa il 70% del magnesio dell’organismo si trova nelle ossa. Il Magnesio è particolarmente indicato per: persone soggette a stress prolungati o malattie croniche debilitanti, tipicamente con nervosismo e ansietà; lavoratori o atleti sottoposti a pesanti attività fisiche, soprattutto se prolungate, comportanti fra l’altro eccessiva sudorazione; persone anziane.
Le ricerche tossicologiche confermano che il Magnesio non presenta tossicità e possiede una notevole sicurezza d’uso. Vitamina B1: La sua carenza provoca dei disturbi nel metabolismo dei carboidrati. Deficienze croniche di vitamina B1 portano alterazioni del sistema nervoso, del sistema cardiovascolare e dell'apparato gastroenterico. In caso di apporto elevato, l'eccesso viene escreto nelle urine.


SCHEDA TECNICA



Nato dalla ricerca dei laboratori Erbavoglio, RICARICA Magnesio Supremo è il nuovo integratore energetico che favorisce rapidamente il fisiologico recupero in casi di stress psicofisico. La combinazione Magnesio carbonato e Vitamina B1 consentono un aumento della resistenza fisica e mentale. Ricarica Magnesio supremo è ideale in tutte quelle situazioni in cui il nostro organismo è sotto pressione e pertanto la lucidità, ed efficacia generale viene meno.
COME AGISCE
Il dr. Rhian Toyuz dell'Università' di Montreal, nel "Journal of Hypertension" scrive che "recenti studi dimostrano che diete ricche di magnesio possono favorire la riduzione della pressione sanguigna, specialmente fra gli anziani.
Il magnesio aiuta le cellule muscolari a rilassarsi, incluse quelle del cuore. Una carenza di magnesio é stata collegata a malattie cardiache, battito irregolare e palpitazioni. Alcuni studi hanno esaminato il suo ruolo nella prevenzione di queste malattie. "Uno dei motivi di questa carenza é'8e dovuto alle conseguenze di una dieta ricca di amidi che consumano molto magnesio, come confermato da alcuni nutrizionisti. Inoltre, quando siamo sottoposti a situazioni di forte stress il nostro bisogno di magnesio aumenta considerevolmente.
Le fonti alimentari di magnesio comprendono broccoli, spinaci, farina d'avena, noci e dal mare: tonno e gamberetti.
Molti medici stanno prescrivendo integrazioni con magnesio per un ampio numero di problemi di salute: dai crampi muscolari all'ipertensione.

COSA CONTIENE:

MAGNESIO: il Magnesio è un minerale essenziale che rappresenta circa lo 0,05% del peso totale del corpo. Il 70% circa di esso si trova nelle ossa insieme al calcio e al fosforo, mentre il rimanente 30% è situato nei tessuti molli e nei fluidi dell’organismo. Del magnesio ingerito, viene assorbita una quantità che va dal 30 al 40%, mentre il resto viene eliminato con le feci.
Il magnesio è responsabile di molti processi metabolici essenziali, tra i quali la produzione di energia dal glucosio, e la sintesi delle proteine dell’acido nucleico, la formazione dell’urea, il tono vascolare, la trasmissione degli impulsi muscolari, la stabilità elettrica delle cellule, la trasmissione e l’attività nervosa. La quantità maggiore di magnesio si trova all’interno delle cellule, dove attiva gli enzimi necessari al metabolismo dei carboidrati e degli aminoacidi. Contrastando l’effetto stimolante del calcio, il magnesio svolge un ruolo importante per le contrazioni neuromuscolari. Aiuta anche a regolare l’equilibrio acido-alcalino dell’organismo.

DI PIU’ SUL MAGNESIO: (emicrania e cefalea tensiva)
Diversi ricercatori sulla base di teorie ed osservazioni cliniche, hanno individuato un legame tra il basso tasso di magnesio e l’emicrania e la cefalea tensiva. Poichè una delle funzioni chiave del magnesio è il mantenimento del tono vascolare, una carenza di tale minerale può preparare il terreno a eventi che possono scatenare attacchi di emicrania o cefalea, dato confermato dal fatto che nelle persone che soffrono di emicrania si hanno livelli ridotti di magnesio nel siero, nella saliva e nei globuli rossi.

FONTI NATURALI, CARATTERISTICHE E COMPOSIZIONE:
Il magnesio (Mg) è' ampiamente diffuso negli alimenti, in particolare nei vegetali (ortaggi a foglia verde, germe di grano, soja, semi di girasole), nella frutta secca (mandorle, noci), nei pesci di mare (aringa, merluzzo, ipoglosso ecc.) e d’acqua dolce (carpa).
Un’alimentazione bilanciata apporta normalmente una quota sufficiente di tale elemento. Vi sono tuttavia situazioni o periodi della vita in cui vengono perdute o consumate notevoli quantità' di magnesio: situazioni di stress prolungato tipiche della frenetica vita moderna, eccessiva sudorazione (soprattutto se legata a intensa attività' fisica).

PROPRIETA':

1) TRASMETTE GLI IMPULSI NERVOSI E STIMOLA LA FUNZIONE NERVOSA: il magnesio è' un minerale essenziale per le cellule viventi. Coopera nel trasporto di sodio e potassio attraverso la membrana cellulare e influenza i livelli di calcio all’interno delle cellule. Lo stress tende ad esaurire le riserve di magnesio dell’organismo. Una carenza di magnesio produce nervosismo, ansietà', tic nervosi e insonnia di tipo II, caratterizzata da addormentamento regolare ma da frequenti risvegli notturni, per cui il soggetto si sveglia stanco anche dopo diverse ore di sonno.

2) STIMOLA LE FUNZIONI MUSCOLARI E NORMALIZZA IL RITMO CARDIACO: una carenza di magnesio produce tensione muscolare e crampi muscolari diurni, dopo l’esercizio fisico, in particolare alle mani e ai piedi (i crampi notturni ai polpacci, durante il riposo, sono invece dovuti a carenza di calcio).

3) PROMUOVE LE NORMALI FUNZIONI METABOLICHE: Il magnesio interviene in oltre 300 diversi processi metabolici (in particolare sul metabolismo delle proteine e degli acidi nucleici) ed è' indispensabile per promuovere la funzionalità' di numerosi sistemi enzimatici. Anche nelle donne che soffrono di sindrome dolorosa premestruale è' stata riscontrata una carenza di magnesio, unitamente ad un eccesso di calcio.

4) COOPERA ALLA CRESCITA DELLE OSSA E RINFORZA LO SMALTO DEI DENTI: insieme al calcio e al fosforo partecipa alla costituzione dello scheletro, infatti circa il 70% del magnesio dell’organismo si trova nelle ossa.

INDICAZIONI PER UNA CORRETTA INTEGRAZIONE DI MAGNESIO:
Persone soggette a stress prolungati o malattie croniche debilitanti, tipicamente con nervosismo e ansietà'; Lavoratori o atleti sottoposti a pesanti attività' fisiche, soprattutto se prolungate, comportanti fra l’altro eccessiva sudorazione; Persone anziane.

BIBLIOGRAFIA:

Società' Italiana di Nutrizione Umana: LARN – Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di energia e Nutrienti, Istituto Nazionale della Nutrizione, Milano, 1990
Pandiani M. Guida al corretto utilizzo di vitamine e minerali nella nutrizione, Tecniche Nuove, Milano, 1991
AA.VV.: Magnesio, Edra Medical Information & Comunication, 2005
Seelig M.S.: Magnesium Deficiency in the Pathogenenesis of Disease, Plenum Pub., New York, 1980
Fourman P., Morgan D.B.: “Chronic Magnesium Deficiency”, Proc.Nutr.Soc. 21, 1962

VITAMINA B1 (Tiamina):
La tiamina è stata la prima vitamina B ad essere scoperta e per questo è stata chiamata Vitamina B1. Un grave deficit di Tiamina causa la sindrome nota come Beriberi.
Le alterazioni neurologiche più importanti si hanno nei nervi periferici, particolarmente degli arti inferiori. I segmenti distali sono caratteristicamente colpiti per primi e più gravemente. Si può verificare una degenerazione della guaina midollare in tutti i tratti del midollo spinale, specialmente nelle colonne posteriori e nelle radici nervose anteriori e posteriori. Si possono verificare anche delle alterazioni a carico delle cellule delle corna anteriori e dei gangli posteriori. Quando il deficit è grave si verificano nel cervello le lesioni caratteristiche della poliencefalite emorragica.
Il cuore è dilatato e ingrossato; le fibre muscolari sono edematose, frammentate e vacuolizzate, con spazi interstiziali dilatati dai liquidi. Si osserva anche una vasodilatazione che può causare edemi prima che si verifichi una chiara insufficienza cardiaca ad alta gittata.

In seguito alla mancanza di Magnesio, anche la muscolatura del cuore sviluppa uno spasmo o un crampo e puo’ smettere di battere.

Questo accade perché' il magnesio per rilassare il cuore e per renderlo pronto per la contrazione seguente è insufficiente. Il magnesio è così determinante che è necessario per ogni importante processo biochimico quale per esempio la digestione, la sintesi proteica, la produzione di energia cellulare e il metabolismo del glucosio.
Come già sappiamo, il magnesio è la chiave per il giusto utilizzo del calcio e del potassio e di molti altri nutrienti.

La domanda che ora ci si pone è: che cosa causa la carenza di magnesio?
Ecco i "nemici":caffè, zucchero, diuretici, vaccini, droghe di tutti i tipi, bassa funzionalità tiroidea, stress e una dieta ad alto contenuto di calcio.

Questo significa che il calcio fa male ? No, non del tutto.
Se esaurite più magnesio che calcio (cosa che spesso accade con diete al alto tenore di calcio, come es. formaggi, latte), sarà meglio assumere magnesio per evitare i problemi derivanti dall'eccesso di calcio, tra cui: depositi di calcio nelle giunture, calcoli biliari, calcoli renali ed in casi estremi, calcificazione del cervello e di altri organi e parti del corpo, causando malattie cardiache, artriti, indurimento delle arterie,senilità, osteoporosi e calcificazione degli organi e dei tessuti che così possono degenerare, irrequietezza, problemi di insonnia, tensione, maggiore stress, sindrome premestruale e molto di più.
In altre parole, l'eccesso di calcio può essere un reale problema, mentre l'eccesso di magnesio non lo è. Le conseguenze possono anche essere la perdita di memoria ed eventualmente una riduzione delle prospettive di vita. Il magnesio e il calcio devono quindi essere presenti nelle corrette proporzioni in base alle vostre necessità.

barattolo da 100 gr

Ingredienti e tenore per dose giornaliera (un chucchiaino =2 g) Magnesio carbonato (pari a Mg 300 mg*, 100% RDA), Vitamina B1 1,4 mg* (100% RDA). Acidificante: Acido citrico.
Modalità d’uso: Per una corretta integrazione, si consiglia l’assunzione di un cucchiaino di prodotto al giorno, disciolto in acqua.

link  originale www.stresseansia.it/prodotti_det.php?Id=1&fb_source=message
Il magnesio non e' adatto a tutti, chiedere SEMPRE AL VOSTRO MEDICO. In caso di intolleranza e di insorgenza di effetti collatetali legati all'intestino sarebbe meglio sospenderlo. Ci sono stati casi di rigidita' muscolare e  contrazioni.

Arruolato primo paziente. Brave Dreams parte

 SI PARTE

Sclerosi Multipla CCSVI: arruolato primo paziente. Brave Dreams parte

Brave Dreams di Zamboni e Salvi parte, con l'arruolamento del primo paziente con CCSVI (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale) e sclerosi multipla. Si conclude quindi l'"odissea" del "metodo Zamboni" che ha visto momenti "eroici" sia da parte dei due ricercatori, sia dell'associazione indipendente dei malati che li sostiene

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Finalmente i "Sogni Coraggiosi"1 del prof. Paolo Zamboni e del dott. Fabrizio Salvi sono in partenza. Ha il suo inizio "operativo" infatti "Brave Dreams", "Sogni Coraggiosi" appunto, in inglese, ma acronimo di "BRAin VEnous DRainage Exploited Against Multiple Sclerosis" ("sfruttare il drenaggio venoso contro la Sclerosi Multipla"). Parte in questi giorni l'arruolamento del primo paziente con CCSVI (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale) e sclerosi multipla per Brave Dreams diretta dal prof. Paolo Zamboni, sulla sicurezza e l'efficacia dell'angioplastica venosa nei malati di SM. Avrà quindi inizio la sperimentazione di quello che, per la gente comune, è il "metodo Zamboni", "metodo" di cui si è tanto parlato e di cui si è fatta anche tanta disinformazione tanto da meritare, diverse volte, da parte dell'Associazione indipendente "CCSVI nella SM"2 , che segue l'odissea di Zamboni e Salvi fin dall'inizio, delle doverose precisazioni pubbliche sulla CCSVI3 . Proprio la Onlus CCSVI nella Sclerosi Multipla, a proposito della partenza di Brave Dreams, diffonde una nota in cui ringrazia "di cuore la Regione Emilia Romagna, il Ministero della Salute, ma sopratutto il rigore scientifico e la tenacia di Salvi e Zamboni". Salvi e Zamboni che in questi anni hanno dovuto subire pesanti "attacchi" da diversi fronti, alcuni anche molto gravi, ma che però non hanno fermato i due ricercatori (ed il loro sostenitori) nella ricerca affannosa (il tempo è il primo nemico dei malati di Sclerosi Multipla, si ricorda sempre) dei fondi e delle autorizzazioni per la partenza di Brave Dreams. Per questo nella nota della "CCSVI nella SM Onlus" è giusto dare risalto al paragrafo in cui è evidente tutto il pathos e l'aspetto quasi "eroico" della vicenda. Scrivono Gisella Pandolfo, Presidente Nazionale CCSVI nella SM e Nicoletta Mantovani Presidente Onorario CCSVI nella SM: "L'associazione CCSVI-SM, per ultimo ma non certo da ultimo, ringrazia persempre il prof. Paolo Zamboni e il dott. Fabrizio Salvi per aver tirato dritto per la loro strada, imperturbabili di fronte ai tanti ostacoli incontrati nel loro percorso, sicuri di essere nel giusto nel pretendere che la libera ricerca dovesse andare avanti, per capire meglio, per meglio aiutare i malati di CCSVI e di Sclerosi Multipla. Accompagnati, in questo, anche da noi e dai malati che rappresentiamo, tenaci sostenitori della libera ricerca scientifica, e incrollabilmente fiduciosi negli esiti fecondi della loro sperimentazione".

info di:  www.mainfatti.it/sclerosi-multipla/Sclerosi-Multipla-CCSVI-arruolato-primo-paziente-Brave-Dreams-parte_045119033.htm

Acido folico, on-line il nuovo sito a cura del CNMR

 

ISS 27 Aprile 2012

È on-line il nuovo sito su Acido folico e folati prima di una gravidanza a cura del Centro Nazionale Malattie Rare - CNMR dell’Istituto Superiore di Sanità. L'iniziativa rientra tra le strategie di promozione e divulgazione della corretta assunzione di acido folico nella prevenzione primaria di gravi malformazioni congenite, come ad esempio i Difetti del Tubo Neurale (DTN).

I numeri: aumenta il numero di donne che assumono correttamente acido folico
I dati che emergono dall’ultima indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità al fine di fotografare il "percorso nascita" in Italia rivelano un trend di crescita nel consumo di acido folico nel periodo peri-concezionale (in quell’intervallo di tempo, cioè, che va da circa un mese prima del concepimento alla fine del primo trimestre di gravidanza). Se nel 2004 la percentuale di donne italiane che assumono correttamente acido folico raggiungeva appena il 4%, nel 2011 essa si colloca tra il 20 e il 30%, con punte del 34% registrate in Veneto. Il dato si riduce al 4-6% se ci si riferisce alle donne straniere che vivono in Italia.

"La percentuale di donne consapevoli del ruolo dell’acido folico nella prevenzione primaria delle malformazioni congenite e che lo assumono secondo i dosaggi raccomandati è ancora troppo bassa - spiega la dottoressa Domenica Taruscio, Direttore del CNMR - L’obiettivo è quello di arrivare a triplicarla nei prossimi anni. Per divulgare al meglio il messaggio, abbiamo ampliato il sito relativo al Network Italiano Promozione Acido Folico con nuove tematiche, rubriche e approfondimenti scientifici, realizzando un portale che promuove tra le donne in età fertile il consumo di folati, la supplementazione periconcezionale con acido folico, e più in generale, una dieta e uno stile di vita corretti. In tema di salute della donna in internet abbondano blog e siti non accreditati, che possono dare informazioni fuorvianti o addirittura errate. Il sito che abbiamo da poco messo in rete è invece uno strumento in grado di coniugare il rigore scientifico-istituzionale delle informazioni con l’accessibilità del linguaggio e la chiarezza".

La struttura del sito
Il sito, che promuove la vitamina B9 ma in generale uno stile di vita sano, è articolato in dodici sezioni: 1) Acido folico e folati: vitamine per la vita; 2) Stai programmando una gravidanza? Assumi subito acido folico!; 3) A tavola con i folati; 4) Faq; 5) Link utili; 6) News; 7) Materiale divulgativo; 8) Rassegna Stampa; 9) Il Network; 10) Progetti; 11) Corsi, Convegni e FAD; 12) Documenti. Messaggi facilmente memorizzabili, sezioni strutturate in forma di domande e risposte, una grafica con colori ed immagini accattivanti contribuiscono a rendere il portale fruibile in modo semplice e veloce.

Il Network Italiano Promozione Acido Folico
Il Network Italiano Promozione Acido Folico è nato nel 2004 dalla volontà condivisa di promuovere e sostenere la Raccomandazione ufficiale per prevenzione primaria dei difetti congeniti mediante AF: "Si raccomanda che le donne che programmano una gravidanza, o che non ne escludono attivamente la possibilità, assumano regolarmente almeno 0,4 mg al giorno di acido folico per ridurre il rischio di difetti congeniti. E’ fondamentale che l’assunzione inizi almeno un mese prima del concepimento e continui per tutto il primo trimestre di gravidanza".

Il Network, coordinato dal Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell'Istituto Superiore di Sanità, nel 2010 ha superato le 200 adesioni, tra cui il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare (Dip. SPVSA) dell'ISS, l'INRAN, i Registri regionali ed interregionali delle malformazioni congenite, università, ospedali, Asl e associazioni di pazienti. Il coordinamento tra le diverse realtà ha permesso negli ultimi anni l'attuazione di strategie di promozione dell'acido folico e di un corretto apporto alimentare di folati, in accordo con l'evoluzione dell'argomento a livello europeo ed internazionale.
In sei anni sono stati diffusi sul territorio nazionale oltre 250.000 dépliant e libretti divulgativi sull'acido folico e circa 20.000 poster sono stati esposti nell'ambito di convegni organizzati dalle principali società scientifiche di ginecologia ed ostetricia e presso farmacie, ospedali e altre strutture sanitarie.
In particolare, per diffondere informazioni adeguate sui rischi che la mancata assunzione pre-concezionale di acido folico e la carenza di folati nella dieta della futura mamma possono comportare per il bambino anche tra le minoranze etnico-linguistiche presenti nel nostro Paese, il CNMR ha recentemente rielaborato l’opuscolo "Acido Folico. Un concentrato di protezione per il figlio che verrà". Per la prima volta, il dépliant è stato tradotto in 10 lingue straniere: oltre a tedesco, inglese, francese e spagnolo, le raccomandazioni sono formulate anche in albanese, arabo, cinese, portoghese, romeno e russo.