15/02/14

MEDICO - PAZIENTE

Il consenso informato è senza dubbio uno dei temi più spinosi in tema di responsabilità medica e costituisce legittimazione e fondamento del trattamento sanitario (salvo i casi di trattamento sanitario obbligatorio o in cui ricorra uno stato di necessità) e ha anche connotazioni etiche, religiose, culturali e filosofiche importanti.
Nel tempo, il concetto di malattia si è evoluto e con sé anche l'organizzazione sanitaria ha cambiato il suo assetto. La malattia non è più intesa come semplice assenza di malattia, ma come stato di completo benessere fisico e psichico con l'affermazione da un lato del diritto a non soffrire e dall'altro della facoltà di rifiutare la terapia e di decidere, consapevolmente, di interromperla, in tutte le fasi della vita, anche in quella terminale.
Si aggiunge la mutata complessità del quadro d'insieme: pazienti multietnici, nuove tecnologie che permettono la diagnosi a distanza e la collaborazione tra professionisti con competenze diverse. Aspetti che costringono a ripensare il consenso informato nell'ottica dei processi di risk management che devono abbracciare un percorso di cure suddiviso tra più professionisti.
La posizione del paziente e delle associazioni diventa un punto di forza di un nuovo cammino per giungere a un ripensamento del consenso informato non più come «specifica obbligazione dello specifico professionista», ma come vero «iter formativo del paziente e consumatore di servizi sanitari e farmaci».
Almeno fino agli anni 70 il consenso del paziente era irrilevante per il medico, considerato l'unico regista delle cure. Successivamente, con la fondamentale sentenza n. 10014/1994 si è affermato il principio del consenso informato quale fondamento dell'attività medica, il quale comporta che il trattamento sanitario va individuato all'interno dell'alleanza terapeutica tra il paziente e il medico nella ricerca della cura migliore. La necessità dell'acquisizione di una «decisione consapevole» del paziente trova precisi riferimenti nella Costituzione, agli articoli 2, 13 e 32, nonché nelle Carte internazionali e sovranazionali e nel Codice di deontologia medica. Fondamentale il contributo della Corte costituzionale, con le tre sentenze n. 471/1990, n. 282/2002 e n. 438/2008.
La pratica terapeutica si pone all'incrocio fra due diritti fondamentali della persona malata: quello a essere curato efficacemente, secondo i canoni della scienza e dell'arte medica, e quello all'autodeterminazione. A questi princìpi si richiama anche il Codice di deontologia medica, in particolare gli articoli 13, 15 e 26.

In ambito risarcitorio le questioni riguardano la mancata acquisizione del consenso informato; l'avere il medico agito nonostante il dissenso o in mancanza di consenso informato; la validità di direttive anticipate; il nesso di causalità e il danno risarcibile; l'onere della prova circa l'assolvimento dell'obbligo informativo. Si pone, poi, la questione su quale sia il danno risarcibile in caso di intervento in violazione del rifiuto, ma salvavita, e nel caso di intervento senza consenso ma con esito fausto.
L'evoluzione si è avuta dalla sentenza n. 5444/2006 alla n. 2847/2010, con l'affermazione della risarcibilità del danno per il paziente che, nonostante un esito fausto dell'intervento, abbia comunque pagato un prezzo di sofferenza o limitazione funzionale, come la riduzione della capacità riproduttiva.
Di fronte al rischio di strumentalizzazioni, in sede di risarcimento da mancato consenso all'intervento con esito fausto, si è però attuato un ribilanciamento della collocazione dell'onere della prova in chiave di maggiore tutela del medico. Fondamentale la pronuncia n. 2847/2010 secondo cui è il paziente a dover dimostrare anche attraverso presunzioni che, se avesse conosciuto il rischio, non avrebbe deciso di effettuare l'intervento.
Dal punto di vista penale, cruciale la sentenza 21 gennaio 2009 delle Sezioni Unite penali della Cassazione, secondo cui «ove il medico sottoponga il paziente a un trattamento chirurgico diverso da quello in relazione al quale era stato prestato il consenso informato, e tale intervento, eseguito nel rispetto dei protocolli e delle leges artis, si sia concluso con esito fausto, nel senso che dall'intervento stesso è derivato un apprezzabile miglioramento delle condizioni di salute, in riferimento anche alle eventuali alternative ipotizzabili, e senza che vi fossero indicazioni contrarie da parte del paziente medesimo, tale condotta è priva di rilevanza penale», sia sotto il profilo della fattispecie ex articolo 582 del Codice penale che sotto quello del reato di violenza privata ex art. 610 Cp.
(La rassegna è a cura della redazione di Lex24 - www.lex24.ilsole24ore.com )


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 www.sanita.ilsole24ore.com/art/dibattiti-e-idee/2013-12-06/CONSENSO_COCCO-103557.php?uuid=AbgwiZ7I

VOI CONTRO DI ME...io NON contro di voi...ecco dove sta la differenza

VOI CONTRO DI ME...
PAZIENZA.. io non mollo mai <La verità fa male evidentemente. Ma io non mi abbasso al vs livello perchè lo ritengo davvero troppo basso. > ... IO CI SONO DAL LONTANO 2009 molti mi conoscono e sanno che OGNI GIORNO VADO AVANTI..
cari...CONTINUATE A SPARLARE ..AL POSTO DI PORTARE AVANTI LE VOSTRE ASSOCIAZIONI e tutelare i vostri iscritti
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Non ribatto più. 
Quello che penso arriva chiaro e forte e senza bisogno di offendere nessuno o tirare fuori luoghi comuni e beceri.
D'altronde... è davvero questione di stile!

stefania melis
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DIETA

DA LEGGERE ATTENTAMENTE!

DIETA - La Sclerosi Multipla è la più diffusa malattia flogistico-degenerativa a carico del Sistema Nervoso.

di Achille Daga

Dieta Sclerosi Multipla
La Sclerosi Multipla è la più diffusa malattia flogistico-degenerativa a carico del Sistema Nervoso negli USA, e colpisce principalmente individui tra i 15 e i 55 anni di età.
E’ caratterizzata dalla formazione di numerose lesioni -intese come multiple sedi di danno anatomico di natura infiammatoria a carico di cellule nervose dell’encefalo e/o del midollo spinale.
Queste lesioni (infiammatorie) sono in seguito sostituite da tessuto cicatriziale duro (placche), che impedisce il funzionamento della trasmissione nervosa.
I quasi 500.000 americani affetti da SM manifestano ricorrenti episodi (poussées) di deficit a carico del Sistema Nervoso, che esitano in una progressiva perdita di funzioni.
Un episodio può colpire la vista; un altro può causare la perdita del controllo vescicale; pochi mesi dopo, un braccio o una gamba possono perdere la forza.
Dopo dieci anni di malattia, la metà dei pazienti affetti da SM sono severamente disabili, allettati, in carrozzina o peggio.
La Sclerosi Multipla è una malattia comune in Canada, U.S.A ed Europa del Nord, ma rara in Africa ed Asia.
Se un soggetto migra da un Paese a bassa incidenza di SM (e quindi inevitabilmente cambia il proprio stile di vita e la propria dieta), il rischio di contrarre la SM aumenta.
Molti Studi hanno analizzato i fattori ambientali che potrebbero influire sulla diversa incidenza della malattia fra le diverse popolazioni.

IL CIBO E LA SCLEROSI MULTIPLA
Il fattore principale sembra essere quello che rappresenta il più forte elemento di contatto con l’ambiente: il cibo che viene assunto quotidianamente.
Sebbene i Paesi ricchi in genere abbiano tassi più elevati di SM e i Paesi meno ricchi abbiano minori tassi di incidenza, esiste un’eccezione: il Giappone.
Anche se i Giapponesi vivono in un Paese moderno, industrializzato, con tutto lo stress, l’inquinamento, e le abitudini al fumo comuni alle altre Nazioni industrializzate, la loro dieta a base di riso è più simile a quella dei Paesi poveri dove la SM è meno comune.
Il caso Giappone fornisce una valida evidenza di come una dieta ricca di cibi animali, piuttosto che altre “moderne” calamità, possa costituire la base per l’insorgenza di SM.
Naturalmente, tutti i componenti di una dieta a base di cibi ricchi possono causare problemi, ma i grassi animali -specialmente quelli derivanti dai latticini – sono quelli più strettamente correlati allo sviluppo della SM [1].
Una teoria ipotizza che un’alimentazione infantile a base di latte vaccino crei i presupposti per la comparsa di danni al Sistema Nervoso nel corso della vita.
Il latte vaccino possiede solo un quinto dell’acido linoleico (un acido grasso essenziale) del latte materno.
L’acido linoleico è il costituente principale dei tessuti nervosi.
Può essere verosimile che bambini cresciuti con una dieta ricca di grassi animali e povera in acido linoleico (come la maggior parte di bambini nella nostra società) sviluppino un Sistema Nervoso più vulnerabile nel corso della crescita.
L’analisi dei tessuti cerebrali dimostra che i soggetti affetti da SM hanno un contenuto di grassi saturi nell’encefalo superiore a quello degli individui sani [2].
Il fattore scatenante la pousée di SM è ignoto, ma possibili agenti sospetti sono virus, reazioni allergiche, e disturbi del flusso ematico al cervello.
Molto probabilmente, l’agente eziologico è in connessione con sistema circolatorio dell’encefalo o del midollo spinale, perchè le caratteristiche lesioni e cicatrici della SM sono localizzate nelle cellule nervose nelle vicinanze dei vasi sanguigni.
Un’altra teoria ipotizza che le riesacerbazioni di SM siano sostenute da un ridotto apporto ematico a zone di tessuto cerebrale vulnerabile.
I grassi alimentari possono avere questo effetto.
Entrano nella corrente ematica e ricoprono le cellule del sangue.
Il risultato è che le cellule si aggregano, formando dei conglomerati che rallentano la perfusione ematica ai tessuti vitali.
Il sangue non forma dei coaguli, come si verifica nell’ictus cerebrale, ma in molti vasi sanguigni questi aggregati diventano così rilevanti da arrestare il flusso ematico, il che provoca un decremento rapido del contenuto totale di Ossigeno del sangue [3, 4].
I tessuti privati di sangue e Ossigeno per periodi di tempo prolungati vanno incontro a necrosi.
Può qualcosa di così banale costituire un fattore di rischio per la progressione della SM?
Come esempio, possiamo valutare lo stato di salute di individui costretti ad una dieta povera di grassi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il cibo era scarso e lo stress elevato nell’Europa Occidentale occupata.
La gente non poteva più permettersi la carne, così mangiava i cereali e le verdure che un tempo utilizzavano per nutrire le vacche, i polli ed i maiali.
Il risultato fu una drammatica diminuzione dell’assunzione di prodotti di origine animale e di grassi totali nella dieta. I medici osservarono che i ricoveri per SM erano diminuiti di 2-2.5 volte durante il periodo bellico [5].
Roy Swank, M.D., ex-direttore del Dipartimento di Neurologia dell’Università dell’Oregon ed ora medico all’Oregon Health Sciences University, osservò che i pazienti con MS erano migliorati quando sottoposti a questa dieta forzatamente povera di grassi. Negli anni ’50, Swank ha iniziato a trattare i propri pazienti con una dieta di questo tipo.
Avendo ottenuto risultati eccellenti, ha trattato per 35 anni migliaia di pazienti affetti da SM in questo modo.
I suoi risultati sono apprezzabili alla luce di qualunque criterio medico standard: le condizioni dei pazienti sono migliorate nel 95% dei casi [6].
I pazienti andavano meglio se la malattia era stata diagnosticata precocemente ed avevano avuto poche poussées, ma anche i pazienti malati di SM da lungo tempo hanno mostrato un rallentamento nella progressione della malattia.
In origine Swank era soprattutto impegnato nel limitare i grassi saturi, ma col passare degli anni ha iniziato a considerare pericolosi tutti i tipi di grassi.
La sua dieta per la MS attualmente ha un apporto di grassi del 20% delle calorie totali.
L’acido arachidonico e il suo influsso sulla sclerosi multipla
Come suddetto la SM è caratterizzata da lesioni anatomiche di origine infiammatoria a carico del tessuto nervoso.
Le infiammazioni nel cervello e nel midollo spinale vengono attivate e mantenute attive nel corpo dai mediatori dell’infiammazione.
Questi mediatori sono prodotti dall’organismo per mezzo di un acido grasso, l’acido arachidonico.
L’uomo però ha anche bisogno dell’acido arachidonico per importanti reazioni metaboliche: l’organismo stesso ne produce in quantità ridotte, ma sufficienti. Questo processo è regolato e limitato.
La quantità effettiva di acido arachidonico presente nel corpo dipende dall’apporto esterno, ossia dalla quantità di acido arachidonico che una persona assume attraverso l’alimentazione.
Pertanto chi è affetto da SM dovrebbe limitare il più possibile l’assunzione di acido arachidonico per evitare di favorire l’insorgenza di nuovi focolai di infiammazione.
Contenuto di acido arachidonico negli alimenti
Attenzione ai grassi animali: sono particolarmente ricchi di acido arachidonico, che favorisce l’infiammazione.
Per questo motivo si consiglia di consumare carne, insaccati, uova e altri prodotti animali il meno possibile.
Al contrario, gli alimenti vegetali non contengono acido arachidonico, quindi sono particolarmente indicati per i pazienti affetti da SM.
Un’alimentazione prevalentemente vegetariana può favorire il regresso dell’infiammazione.
Gli alimenti vegetali contengono inoltre una grande quantità di pigmenti (i coloranti che ad esempio rendono i peperoni rossi, gialli o verdi), sostanze odorose e aromi.
Queste sostanze vegetali, dette “secondarie”, svolgono tantissime funzioni protettive nell’organismo umano: possono rinforzare il sistema immunitario, proteggere il corpo dai radicali liberi ed eliminare gli agenti patogeni.
Sostanze nutritive antinfiammatorie e vitamina D
Alcune sostanze nutritive inibiscono la reazione infiammatoria e perciò sono particolarmente raccomandate. Tra le più importanti vi è un altro acido grasso, l’acido eicosapentaenoico (in breve EPA).
A questo acido è attribuito un effetto antinfiammatorio, che raggiunge il massimo quando nell’organismo vi è una bassa percentuale di acido arachidonico.
Il pesce contiene una quantità particolarmente elevata di EPA.
A questo proposito è necessario fare un’osservazione interessante: nelle regioni costiere, dove il consumo di pesce è elevato, vi è una minore incidenza della SM rispetto ad altre regioni.
Consumando molto pesce, facciamo un doppio piacere al nostro corpo: il pesce non soltanto ha un altissimo contenuto di EPA, ma contiene anche tanta vitamina D.
In generale, le vitamine sono composti importanti per l’uomo, poiché influenzano quasi tutti i processi fisiologici.
Le vitamine devono essere apportate con l’alimentazione, perché il corpo non è in grado di sintetizzarle da solo. Solo la vitamina D viene creata dall’organismo stesso, quando riceve una quantità sufficiente di luce solare.
Tuttavia, è possibile aumentare il tenore di vitamina D nell’organismo in qualsiasi momento assumendo latticini.
La trasformazione dell’acido arachidonico nei mediatori dell’infiammazione è un processo ossidativo.
Le vitamine A, E, C e alcuni microelementi (ad es. il selenio e lo zinco) hanno proprietà antiossidanti e quindi antinfiammatorie.
Inoltre, rivestono un ruolo importante nella prevenzione delle lesioni e delle malattie vascolari.
Come evitare di assumere troppo acido arachidonico:
- Rinunciare a burro e strutto, preferendo la margarina dietetica, che contiene una quantità particolarmente elevata di grassi vegetali ad alto valore nutritivo. Se non si intende rinunciare completamente al burro, scegliere quello semigrasso e utilizzarlo solo in piccole quantità.
- Preferire gli oli vegetali ad alto valore nutritivo. Sono consigliati l’olio di colza, di oliva e di soia, che hanno una composizione degli acidi grassi particolarmente favorevole. Anche l’olio di noci e quello di nocciole, che danno un tocco particolare alle insalate, sono consigliati.
- Le noci e le nocciole contengono non soltanto oli vegetali ad alto valore nutritivo, ma anche selenio, dall’azione antiossidante, e importanti vitamine. È bene inserire regolarmente nella dieta legumi come lenticchie e ceci.
- Mangiare pesce 2 o 3 volte la settimana. Il pesce, in particolare le specie più ricche di grassi come le aringhe, il salmone e lo sgombro, contengono una quantità particolarmente elevata di acido eicosapentaenoico (EPA), mentre hanno un ridotto tenore di acido arachidonico. Inoltre il pesce contiene tanta vitamina D. Una sola eccezione: il tonno è sconsigliato per il contenuto estremamente elevato di acido arachidonico!
- Mangiare meno carne possibile (max. 80 g due volte la settimana) e rinunciare agli insaccati.
- Non mangiare più di due uova la settimana. Il tuorlo ha una quantità particolarmente elevata di acido arachidonico.
- Preferire la pasta classica a quella all’uovo.
- Anche i latticini, che forniscono sostanze importanti come il calcio e la vitamina D, contengono acido arachidonico. Minore è la percentuale di materia grassa, minore è il tenore di acido arachidonico, senza che la quantità di calcio venga alterata. Vanno preferiti quindi i latticini magri(1,5% di grassi), il quark magro, la panna acida al 10% e il formaggio magro con al massimo il 45% di materia grassa.
L’importanza dell’amido
L’amido è il carboidrato più importante per l’uomo e dovrebbe rappresentare la parte quantitativamente più grande dell’apporto quotidiano di glucidi e energia. È il fondamento di un’alimentazione sana. L’amido ci fornisce l’energia necessaria in modo costante per tutta la giornata.
Gli alimenti ricchi di amido sono sempre di origine vegetale e pertanto sono privi di acido arachidonico.
I prodotti vegetali possono quindi essere consumati a volontà.
Consumi ad ogni pasto alimenti come cereali, tuberi e legumi, oppure prodotti derivati come pane e simili, pasta (possibilmente senza uova), fiocchi di cereali e muesli (preferibilmente senza zucchero) e patate.
Questi alimenti forniscono all’organismo non soltanto l’amido, ma anche preziose proteine vegetali.
I prodotti integrali sono ricchi di vitamine, minerali e oligoelementi, quindi devono comparire spesso nel menu.
Rispetto al pane bianco, il pane integrale contiene il 50 per cento in più di selenio, che ha effetto antiossidante.
Inoltre i prodotti integrali sono ricchi di fibre, che favoriscono il transito intestinale e quindi garantiscono una buona digestione.
Alimenti ricchi di amido:
- Cereali: grano, segale, avena, orzo, riso, mais, miglio, spelta, amaranto, quinoa, frumento verde, grano saraceno
- Tuberi: patate, manioca, topinambur
- Legumi: fagioli, piselli, lenticchie, soia, ceci
DA:  
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