29/10/22

12 Ottobre 2022 - CAGLIARI, MALORI ALL’HUB VACCINALE: “SERVE UN RIANIMATORE”

All’hub vaccinale di Cagliari sono stati segnalati diversi casi di malore post-inoculazione del siero anti-Covid19.

Lo riporta la Fials, il sindacato più rappresentativo dei professionisti della sanità in Sardegna, la notizia è stata ripresa da alcune testate locali. Il segretario provinciale della Fials, Paolo Cugliara, contattato da Byoblu, ha confermato la notizia e spiegato che sono gli arrivate più segnalazioni da parte di alcuni operatori sanitari in servizio presso il centro di vari casi di malore dopo le iniezioni, tra cui mancamenti e svenimenti, di un’entità tale da richiedere l’intervento di un medico rianimatore, la cui presenza non è prevista nel centro vaccinale allestito per la campagna anti-Covid19 nella zona fieristica del capoluogo sardo.
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La lettera della Fials ai vertici dell’ASL

In una lettera indirizzata al direttore generale e al direttore sanitario della Asl 8 di Cagliari, datata il 10 ottobre 2022, la Fials scrive di aver “appreso con notevole preoccupazione quanto è recentemente accaduto presso l’hub vaccinale della Asl8 Cagliari. Nello specifico – si legge – parrebbe che siano stati registrati alcuni malori a diversi utenti durante la loro permanenza all’interno della struttura”.

Al momento, nel centro cagliaritano si procede a un ritmo di circa 500 somministrazioni al giorno, il numero di malori segnalati in seguito alle inoculazioni è tale da rendere complicata la gestione della struttura e soprattutto il trattamento degli stessi pazienti, come sottolineato nella lettera: i malori che si stanno verificando tra gli utenti negli ultimi giorni stanno “rendendo estremamente difficoltosa la loro assistenza in merito, vista l’assenza di un medico specializzato in rianimazione”.

CONTINUA: 

https://www.byoblu.com/2022/10/12/cagliari-malori-allhub-vaccinale-serve-un-rianimatore/?fbclid=IwAR2TfcR6k-7sDs-JYKdexhvwEFiEo6rT34PgIVf-Q9slUR3obvrYL0Cx5Uo

Svizzera: i genitori piangono la morte dei loro figli con bare bianche marchiate Pfizer - ArezzoWeb Informa

Svizzera: i genitori piangono la morte dei loro figli con bare bianche marchiate Pfizer - ArezzoWeb Informa: Bare in Svizzera con i nomi dei bambini morti improvvisamente e il logo Pfizer all'esterno. Le bare sono state collocate in una città di provincia in Svizzera con i nomi dei bambini morti improvvisamente accanto al logo del produttore del vaccino Covid-19.

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16/10/22

Esenzione per invalidità - C0....

invalidi civili
  • C01   Invalidi civili al 100% di invalidità senza indennità di accompagnamento (ex
                 art. 6 DM 1.2.1991)
  • C02   Invalidi civili al 100% di invalidità con indennità di accompagnamento (ex art. 6
                 DM 1.2.1991)
  • C03   Invalidi civili con riduzione della caoacità lavorativa superiore a 2/3 dal 67%
                 al 99% di invalidità (ex art. 6 DM 1.2.1991)
  • C04   Invalidi < di 18 anni con indennità di frequenza ex art. 1 L. 289/90 (ex art. 5
                 D.Lgs 124/98)
  • C05   Ciechi assoluti o con residuo visivo non superiore ad 1/10 ad entrambi gli occhi
                 riconosciuti dalla Commissione Invalidi Ciechi Civili (art. 6 DM 1.2.1991)
  • C06   Sordomuti (da intendersi coloro che sono colpiti da sordità dalla nascita o prima
                 dell'apprendimento della lingua parlata (art. 6 DM 1.2.1991, ex art. 7
                 L. 482/68 come mod. dalla L. 68/99)


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ATTENZIONE - NON E' SEMPRE E SOLO SCLEROSI MULTIPLA





anche la sclerosi multipla ha questi sintomi ma:



 
1) L'ernia discale cervicale comporta dolore al collo e alla spalla, dolore irradiato al braccio, intorpidimento e formicolio al braccio o alla mano. Il dolore può essere diffuso, intenso e difficile da localizzare, oppure acuto, bruciante e facilmente localizzabile.

2)
Offuscamento /Sdoppiamento 
La visione doppia, anche detta diplopia consiste nella visione sdoppiata di un oggetto singolo.

Può presentarsi per cause di diversa natura, quali ad esempio:

  • neurologiche,
  • infettive,
  • infiammatorie,
  • vascolari,
  • degenerative
  • o neoplastiche.

La diplopia si associa tipicamente nei bambini all’ambliopia (chiamata comunemente “occhio pigro”), caratterizzata dalla riduzione della capacità visiva dell’occhio, in modo più o meno severo.

La diplopia rappresenta di per sé un sintomo presente in diverse patologie di pertinenza oculare o neurologica ed è spesso associata ad altri sintomi come:

  • dolore all’occhio,
  • mal di testa,
  • vertigini,
  • nausea,
  • ptosi palpebrale (palpebra superiore che tende a cadere coprendo l’occhio e disturbando quindi la visione)

In caso di diplopia è opportuno rivolgersi prontamente ad un medico specialista che, a seconda dei casi, potrà essere l’oculista o il neurologo; sulla base dei sintomi e dei segni clinici è in genere possibile risalire alla causa della diplopia e provvedere quindi alla messa in atto di un trattamento quanto più specifico ed efficace.

3)
perdita di sensibilità
 al tatto, difficoltà a percepire il caldo e il freddo :
Nonostante i primi caldi e a prescindere dal meteo, dalle temperature e dalla percezione che persone vicino a noi hanno, c’è chi avverte spesso una sensazione di freddo o brividi: si tratta dell’intolleranza o ipersensibilità al freddo.

Le cause possono essere diverse e legate a numerose patologie, disturbi o anche stati momentanei del nostro corpo; ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Anemia

La mancanza di globuli rossi nel sangue dovuta all’anemia potrebbe essere uno dei fattori che portano, oltre alla stanchezza e alla debolezza, a sentire sempre freddo. Esistono diverse tipologie e cause di anemia, tra cui quelle ereditarie, ambientali e nutrizionali, (come la carenza di ferro e vitamina B12).

Circolazione

Anche la cattiva circolazione è causa di ipersensibilità al freddo: i problemi circolatori ad esempio possono far sentire le mani e le dita particolarmente fredde. In particolare, una specifica condizione circolatoria chiamata malattia di Raynaud è caratterizzata da un restringimento episodico dei vasi sanguigni, che fa apparire le dita delle mani o dei piedi pallide e sempre più fredde rispetto al resto del corpo. Scuotere o massaggiare mani o piedi, non è sufficiente quindi è importante rivolgersi allo specialista o al medico di base.

Disfunzioni della tiroide

L’ipotiroidismo, o bassa funzione tiroidea, è un’altra delle cause principali di intolleranza al freddo. Questa disfunzione è un problema medico che richiede una valutazione e un trattamento ad hoc: ci sono infatti diversi tipi di malattie tiroidee. Gli esami del sangue possono identificare il tipo di problema e trattare questa patologia con i farmaci.

Fatica e stanchezza

La mancanza di sonno, o il jet lag, e banalmente la stanchezza possono far sentire più freddo: in questo caso la sensazione dovrebbe scomparire una volta che si è riposato a sufficienza.

Infezione

Quando in corpo è in corso un’infezione si possono provare brividi che in molti casi si alternano, invece, a sensazioni di calore: in questo caso la sensazione di freddo è in gran parte dovuta al fatto che il corpo consuma tanta energia in più per combatterla.

Lesione del nervo e neuropatie

Quando si verifica la lesione nervosa dovuta ad esempio a un incidente traumatico, che danneggia tutto o parte di un nervo, le persone riferiscono oltre alla mancata funzione nervosa anche una persistente sensazione di freddo o di ipersensibilità al freddo nella zona del corpo governata dal nervo danneggiato.

La neuropatie in generale, che portano ad un’ipersensibilità dei nervi possono causare ipersensibilità al freddo.

Malnutrizione e magrezza

La malnutrizione, ovvero un errato assorbimento dei nutrienti dei cibi da parte del nostro organismo, è una delle prime cause di anemia, carenze vitaminiche e minerali e – come visto sopra – può portare anche ad un sensazione di freddo.

Allo stesso modo una magrezza estrema e disturbi di tipo alimentare, portano chi ne soffre ad avvertire spesso una sensazione di freddo: il grasso corporeo, infatti, isola il corpo mentre il muscolo aiuta il corpo a produrre calore attraverso il metabolismo. Se si è molto magri e privi di muscoli si potrebbe essere ipersensibili al freddo.

Malattia di Parkinson

La sensazione di freddo è uno dei sintomi meno riconosciuti del morbo di Parkinson. Nel complesso, questo è correlato alle alterazioni della funzione autonoma che possono verificarsi con il morbo di Parkinson. Ulteriori approfondimenti neurologici potranno essere utili a diagnosticare la malattia, anche a partire da questo sintomo poco comune.

Problemi dell’ipofisi e dell’ipotalamo

L’ipofisi, una ghiandola che si trova nel cervello, regola molti degli ormoni del corpo, compreso l’ormone tiroideo. Qualsiasi problema nella funzione dell’ipofisi può causare problemi con la regolazione della temperatura, facendovi sentire sempre troppo caldo o troppo freddo.

Anche l’ipotalamo, una piccola regione del cervello, regola gli ormoni in tutto il corpo (tra cui l’ipofisi): controlla diversi aspetti delle condizioni del corpo, tra cui la temperatura, l’idratazione e la pressione sanguigna. In caso di malfunzionamenti uno dei sintomi potrebbe proprio essere l’ipersensibilità al freddo.

4)

ernia cervicale

mal di testa.
dolori al collo che si irradiano anche alle braccia e dita delle mani.
vertigini e nausea.
intorpidimento.
formicolii agli arti superiori.
difficoltà di movimento.
rigidità della muscolatura.


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malattie similari alla sclerosi multipla

Le malattie demielinizzanti sono tutte quelle malattie in cui la guaina mielinica, che avvolge molte delle fibre nervose all'interno del sistema nervoso centrale e periferico è danneggiata. Il processo di demielinizzazione può essere primitivo o secondario, nel primo caso all’origine del processo non abbiamo una vera e propria causa esterna, come accade nelle malattie demielinizzanti su base autoimmune, dove sono coinvolti vari fattori, mentre nelle secondarie vengono identificati in genere dei fattori esterni che le causano, come malattie infettive, malattia ischemica, malattia metabolica, mutazioni genetiche o agenti tossici come per esempio alcol.

 

Storicamente, si è sempre sentito parlare di “malattie similari alla sclerosi multipla” ma con diversa evoluzione della malattia e diverso grado di disabilità. Ci si è sempre chiesti se si trattasse della stessa o di una malattia diversa.  Sono malattie similari quelle che per tipologia di manifestazione, possono essere appunto considerate assimilabili alla SM, arche se poi magari hanno delle proprie caratteristiche distintive.
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DIAGNOSI

        • Valutazione medica
        • Risonanza magnetica per immagini
        • Talvolta esami supplementari
        Dal momento che i sintomi sono molto vari, il medico può non riconoscere la malattia ai suoi esordi. Sospetta la sclerosi multipla nei giovani che sviluppano improvvisamente vista offuscata o doppia, oppure problemi di movimento o sensazioni anomale in varie parti del corpo non correlate. La variabilità dei sintomi e un modello di recidive e remissioni sostengono la diagnosi. I pazienti devono descrivere chiaramente tutti i sintomi di cui soffrono al medico, in particolare se i sintomi non sono presenti quando si recano dal medico.
        Quando il medico sospetta la sclerosi multipla, valuta attentamente il sistema nervoso (esame neurologico) durante un esame obiettivo. In seguito esamina il fondo dell’occhio (retina) con un oftalmoscopio. Il disco ottico (il punto in cui il nervo ottico si unisce alla retina) può essere insolitamente pallido, il che indica un danno al nervo ottico.
        La risonanza magnetica per immagini (RMI) è l’esame di diagnostica per immagini migliore per rilevare la sclerosi multipla. Solitamente consente di individuare le aree di demielinizzazione nel cervello e nel midollo spinale. Prima della RMI, il medico può iniettare del gadolinio, un mezzo di contrasto paramagnetico, nel flusso sanguigno. Il gadolinio aiuta a distinguere le aree di demielinizzazione recenti e l’infiammazione attiva di quelle più vecchie. Talvolta la sclerosi multipla viene individuata quando viene eseguita una RMI per un altro motivo, prima che provochi qualunque sintomo.

Ulteriori esami

      • La diagnosi può essere chiara sulla base di sintomi attuali, anamnesi di recidive e remissioni, esame obiettivo e RMI. In caso contrario, vengono effettuati altri esami per ottenere informazioni supplementari:
        • Puntura lombare (rachicentesi): viene prelevato un campione di liquido cerebrospinale per essere analizzato. Il contenuto di proteina del liquido può essere superiore al normale. La concentrazione di anticorpi può essere alta e viene rilevato un modello specifico di anticorpi (chiamato fascia oligoclonale) nella maggior parte delle persone con sclerosi multipla.
        • Risposte evocate: per questo esame vengono usati degli stimoli sensoriali, come luci lampeggianti, per attivare alcune aree del cervello, e vengono registrate le risposte elettriche cerebrali. Nelle persone con sclerosi multipla, la risposta del cervello agli stimoli può essere lenta perché le fibre nervose demielinizzate non sono in grado di condurre normalmente i segnali. Questo esame può anche rilevare un danno leggero al nervo ottico.
        Altri esami possono aiutare il medico a distinguere la sclerosi multipla da disturbi che causano sintomi simili, come AIDSparaparesi spastica tropicalevasculite, artrite del collo, sindrome di Guillain-Barréatassia ereditarialupusmalattia di Lymerottura di un disco spinalesifilide e una cisti nel midollo spinale (siringomielia). Ad esempio, possono essere effettuati degli esami del sangue per escludere la malattia di Lyme, la sifilide, la paraparesi spastica tropicale e il lupus, e degli esami di diagnostica per immagini possono aiutare ad escludere artrite del collo, rottura di un disco spinale e siringomielia.

Prognosi

      • Gli effetti della sclerosi multipla e la rapidità alla quale progredisce variano notevolmente e in modo imprevedibile. Le remissioni possono durare da mesi a 10 anni o più. Tuttavia, alcune persone, come gli uomini che sviluppano la malattia nella mezza età e che hanno attacchi frequenti, possono diventare rapidamente disabili. Ciononostante, circa il 75% delle persone con sclerosi multipla non ha bisogno di una sedia a rotelle nell’arco della vita e per il 40% non c’è interruzione delle attività.
        Il fumo di sigarette può accelerare la progressione della malattia.
        A meno che la sclerosi multipla non sia molto grave, in genere non viene compromessa l’aspettativa di vita.

Trattamento

        • Corticosteroidi
        • Vengono anche utilizzati farmaci che possono aiutare a evitare che il sistema immunitario attacchi le guaine mieliniche.
        • Misure per controllare i sintomi
        Nessun trattamento per la sclerosi multipla è efficace in modo uniforme.

Corticosteroidi

      • Per un attacco acuto, vengono utilizzati essenzialmente i corticosteroidi. Probabilmente agiscono sopprimendo il sistema immunitario. Vengono somministrati per brevi periodi per calmare i sintomi immediati (come la perdita di vista, forza o coordinazione) se questi interferiscono con le funzionalità. Ad esempio, il prednisone può essere assunto per via orale, oppure il metilprednisolone può essere somministrato per via endovenosa. Anche se i corticosteroidi possono ridurre le recidive e rallentare la progressione della sclerosi multipla, non la interrompono.
        I corticosteroidi sono usati raramente per un lungo periodo perché possono avere molti effetti collaterali, come aumento di sensibilità alle infezioni, diabete, aumento di peso, affaticamento, osteoporosi e ulcere. I corticosteroidi sono iniziati e interrotti in base alle necessità.

Farmaci per aiutare a controllare il sistema immunitario

      • Vengono anche utilizzati farmaci che possono aiutare a evitare che il sistema immunitario attacchi le guaine mieliniche. Questi farmaci aiutano a ridurre il numero di recidive future. Tra questi:
        • L’interferone beta, somministrato per iniezione, riduce la frequenza delle recidive e può contribuire a ritardare l’invalidità.
        • Il glatiramer acetato, somministrato per iniezione, può avere benefici simili per le persone con sclerosi multipla lieve precoce.
        • Il mitoxantrone, un farmaco chemioterapico, può ridurre la frequenza delle recidive e rallentare la progressione della malattia. Viene somministrato solo per un massimo di 2 anni e solo quando altri farmaci non funzionano, perché alla lunga può portare a danni cardiaci.
        • Il natalizumab è un anticorpo somministrato per infusione endovenosa una volta al mese. È più efficace di altri farmaci nel ridurre il numero di recidive e nel prevenire un danno ulteriore al cervello. Tuttavia, il natalizumab può aumentare il rischio di un’infezione rara e letale dell’encefalo e del midollo spinale (leucoencefalopatia multifocale progressiva).
        • L’alemtuzumab (usato per trattare la leucemia) è efficace nel trattamento della sclerosi multipla con andamenti recidivanti (andamento recidivante-remittente e recidivante progressivo) ed è somministrato per via endovenosa. Tuttavia, aumenta il rischio di gravi disturbi autoimmuni e di alcuni tipi di tumore. Di conseguenza, alemtuzumab viene solitamente usato solo quando il trattamento con due o più altri farmaci si è rivelato inefficace.
        • Le immunoglobuline, somministrate per via endovenosa una volta al mese, aiutano occasionalmente quando altri farmaci sono stati inefficaci. Le immunoglobuline sono costituite da anticorpi ottenuti dal sangue di persone con un sistema immunitario sano.
        • Il fingolimod, la teriflunomide e il dimetilfumarato possono essere usati per trattare la sclerosi multipla che si manifesta con andamento recidivante. Questi farmaci possono essere assunti per via orale. Il fingolimod e il dimetilfumarato aumentano inoltre il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva, nonostante il rischio sia molto inferiore rispetto a natalizumab.
        • L’ocrelizumab è un anticorpo monoclonale usato per trattare la sclerosi multipla con andamento recidivante o progressivo primario. Viene somministrato come infusione endovenosa ogni 6 mesi. Può causare reazioni all’infusione, che possono comprendere eruzione cutanea, prurito, difficoltà respiratorie, edema della gola, capogiri, ipotensione arteriosa e tachicardia.
        I farmaci che aumentano il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva (natalizumab, fingolimod e dimetilfumarato) vengono utilizzati solo da medici con una speciale formazione. Inoltre, i soggetti che li assumono vanno periodicamente controllati per la comparsa di segni di leucoencefalopatia multifocale progressiva. Le analisi del sangue per il virus JC, che provoca leucoencefalopatia multifocale progressiva, vengono effettuate periodicamente.

Altri trattamenti

      • Alcuni esperti consigliano la plasmaferesi per le recidive gravi che non possono essere controllate con i corticosteroidi. Tuttavia, i benefici della plasmaferesi non sono stati definiti. Per questo trattamento, viene prelevato del sangue, gli anticorpi anomali vengono rimossi e il sangue viene ri-trasfuso nella persona.
        Il trapianto di cellule staminali, eseguito presso centri specializzati nel trapianto di cellule staminali, può essere utile in caso di malattia grave difficile da trattare.

Controllo dei sintomi

      • Altri farmaci possono essere usati per calmare o controllare sintomi specifici:
        • Spasmi muscolari: i miorilassanti baclofene o tizanidina
        • Incontinenza urinaria: Oxibutinina, tamsulosina o un altro farmaco, a seconda del tipo di incontinenza
        • Dolore dovuto ad anomalie nei nervi: anticonvulsivanti (come gabapentinpregabalin o carbamazepina) oppure a volte antidepressivi triciclici (come amitriptilina)
        • Tremori: il betabloccante propranololo
        • Affaticamento: amantadina (utilizzata per trattare il morbo di Parkinson) oppure, più raramente, farmaci utilizzati per trattare la sonnolenza eccessiva (come modafinilarmodafinil e anfetamina)
        • Depressione: antidepressivi come sertralina o amitriptilina, consulenza psicologica o entrambi
        • Stipsi: assunzione regolare di emollienti delle feci o lassativi
        Chi soffre di ritenzione urinaria può imparare ad effettuare la cateterizzazione per svuotare la vescica.