Tramite l’eminente rivista scientifica Nature giungono oggi ottime notizie per tutti i malati di sclerosi multipla.
Uno studio multicentrico, il più grande mai realizzato sull’argomento, guidato dai medici delle Università inglesi di Oxford e Cambridge e al quale hanno partecipato numerosissime istituzioni internazionali di ricerca e di cura della sclerosi multipla, tra cui l’IMSGC (International Multiple Sclerosis Genetics Consortium) di cui fanno parte le Università italiane del San Raffaele di Milano e del Piemonte Orientale di Novara e il Wellcome Trust Case Control Consortium, avrebbe finalmente sequenziato tutti i 29 geni “difettosi” responsabili della sclerosi multipla una della peggiori malattie infiammatorie croniche demielinizzanti (poiché distruggono la mielina, componente essenziale del sistema nervoso centrale giacché consente la trasmissione degli impulsi nervosi tra un neurone e l’altro).
Secondo Nature, o per lo meno è questo che la rivista lascerebbe intendere, i geni responsabili dell’insorgenza della malattia sarebbero geni altresì responsabili del sistema immunitario, confermando l’ipotesi che la sclerosi multipla, altrimenti detta a placche, sia essenzialmente una patologia autoimmune (ovverosia una patologia nella quale, per ragioni ancora ignote, le difese immunitarie dell’organismo cominciano ad attaccare organi e tessuti di vitale importanza senza che ve ne sia la benché minima motivazione)
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Sarebbe stata confermata, inoltre, la correlazione, proposta ormai da qualche tempo, tra deficit di vitamina D in età evolutiva e sviluppo della sclerosi a placche in età adulta, poiché alcuni dei geni sopracitati sarebbero altresì responsabili dell’assimilazione della suddetta vitamina.
L’individuazione di questi 29 geni “difettosi”, afferma Nature, potrebbe dare un nuovo decisivo impulso alla sperimentazione di una cura che sia realmente efficace e che possa ridare speranza a moltissimi malati.
Non sono state trovate evidenze, invece, che confermino la teoria del dottor Zamboni o che provino l’efficacia della CCSVI.
Come contattare il Dottor Zamboni Pubblicato da: Elena Botta
Il Dottor Zamboni ha scoperto che vi è un’ attinenza tra sclerosi multipla e CCSVI, e ha capito che liberando le vene giugulari occluse, che provocano un ristagno di sangue nel cervello, i pazienti guariscono dalla sclerosi multipla.
Il che fa capire che le due malattie sono correlate e che quindi curando la CCVSI si può curare la sclerosi multipla.
Ieri sera a Le Iene è andato in onda un servizio in cui, oltre all’intervista al Ministro Fazio, sono state portate molte testimonianze di pazienti curati dal Dott. Zamboni, tra cui quella di Augusto che dopo aver convissuto con la malattia per dieci anni, dopo l’intervento è tornato ad una vita normale e quella di Federica, ex allenatrice di pallavolo, a 24 anni ha scoperto di avere la sclerosi multipla ed è guarita grazie all’ operazione del dott. Zamboni.
I sintomi in comune tra i due pazienti dopo l’ intervento sono la riacquisizione della sensibilità degli arti e la mobilità dei muscoli delle gambe.
Alle testimonianze dei due pazienti guariti si aggiunge quella di Nicoletta Mantovani, la quale dice di essere invece ancora nella lista d’ attesa per l’ operazione in quanto lo stato non ha ancora approvato questa cura ufficialmente e per adesso non è possibile essere operati.
Fino al termine della sperimentazione, la CCSVI può essere curata solamente nelle strutture autorizzate, tra cui l’ospedale di Ferrara, dove lavora il dott. Zamboni.
Qui di seguito riportiamo l’ indirizzo email, l’indirizzo dell’università di Ferrara e il numero telefonico al quale rivolgersi per chi volesse contattarlo:
paolo.zamboni[at]unife.it
Prof. Paolo Zamboni
Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche
Università di Ferrara
Corso Giovecca, 203 – 44100 – Ferrara - tel 0532236524
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RispondiEliminaGRAZIE DA SAM