Ulteriori conferme sulla negatività dell'Interferone nella SM di Matteo S.
29 Settembre 2012 - Su Annals of Neurology è stato accettato QUESTO
articolo (Predittori di esito a lungo termine nei pazienti con sclerosi
multipla trattati con Interferone beta) , che fornisce una ulteriore
conferma, non solo sulla inutilità della terapia della Sclerosi Multipla
basata sull' Interferone Beta, ma addirittura sul suo contributo al
peggioramento dei pazienti trattati con questo farmaco.
Lo
studio è stato finanziato da Biogen; una Azienda Farmaceutica fortemente
impegnata sul fronte della Sclerosi Multipla. I suoi prodotti di punta
sono Avonex (l'Interferone Beta-1A di cui si parla nello studio),
Tysabri e Farmpyra.
Biogen sta per lanciare sul mercato BG-12, un farmaco orale non più orientato verso il sistema immunitario.
Va considerato che:
Il brevetto per Avonex scadrà nel Maggio 2013
Il fatturato di Avonex contribuisce per il 55% al fatturato globale di Biogen
La cessazione del brevetto potrebbe comportare quindi un notevole salasso finanziario per l'Azienda
La contemporanea immissione in commercio di BG-12 potrebbe servire proprio a compensare questa riduzione di flusso di cassa
BG-12 potrebbe approfittare dei problemi che sta avendo Gilenya,
dopo il warming di FDA, a seguito dei decessi e dei problemi cardiaci
L' altro concorrente orale, che potrebbe essere immesso l'anno
prossimo sul mercato, Aubagio della Sanofi, negli studi sta dimostrando
poca efficacia, associata a possibili complicazioni al fegato
Invece BG-12, dato il suo approccio diverso, si preannuncia con pochi effetti collaterali
Tutte rose e fiori quindi per Biogen?
Non proprio, perchè i problemi delle altre terapie orali potrebbero
spingere i neurologi a guardare con diffidenza a questi nuovi prodotti,
portandoli a continuare ad affidarsi al buon vecchio Interferone.
Ecco allora che, dopo gli studi indipendenti canadesi (1) sulla
inefficacia e rischio di peggioramento, arriva a dare man forte questo
studio predittivo, che dovrebbe contribuire a spingere i neuro a lasciar
perdere la vecchia puntura per passare alla nuova pillola, venduta come
efficace e con scarsi effetti collaterali.
P.S. - Dopo tutte
queste conferme sulla inutilità dell' interferone (e di riflesso sulla
teoria autoimmune di appoggio), ha ancora senso continuare a
raccomandare alle persone, che si sottopongono alla PTA, di non
abbandonare le loro terapie?
Metodi
Multicentrico,
osservazionale, 15 anni di follow-up di pazienti che hanno completato
uno studio registrato di 2 anni relativo a IM IFNß-1a per SNRR
Hanno partecipato 136 pazienti con 15 anni di follow-up (69
originariamente randomizzati a Interferone beta-1a IM e 67 al placebo)
Dopo 2 anni di studio clinico, il trattamento non è stato regolato da un protocollo di studio
L'attività della malattia nel corso dei 2 anni dello studio è stata così definita:
- 2 o più lesioni captanti il gadolinio (cumulativo) con RM a 1 e/o 2 anni
- 3 o più nuove lesioni T2 rispetto al secondo anno
- 2 o più ricadute oltre 1 due anni
Sono stati calcolati gli ODDS Ratio per la previsione
dell'attività della malattia ai fini del peggioramento dell' EDSS
(peggiore quartile di cambiamento> 4,5 punti della scala EDSS)
durante il periodo dei 15 anni
Risultati
La
percentuale di pazienti che ha manifestato la prima attività della
malattia è stata inferiore nei pazienti trattati con Interferone beta-1a
rispetto al placebo, per tutti i marcatori di attività della malattia
(range 23,5% -29,0% vs 41,0% -45,5%)
Nel gruppo trattato con Interferone beta-1a per via intramuscolare, sono stati previsti gravi peggioramenti dell' EDSS:
- lesioni gad (OR = 8.96, p <0.001)
- ricadute (OR = 4,44, p = 0,010)
- nuove lesioni T2 (OR = 2.90, p = 0,080)
Nel gruppo dei pazienti trattati con placebo, l'attività di
malattia in fase precoce non era così fortemente associata con risultati
a lungo termine (OR = range 1,53-2,62, p = 0,069-0,408).
Interpretazione
L'attività della malattia, nonostante il trattamento con
Interferone beta, è associata a sfavorevoli risultati a lungo termine.
Particolare attenzione deve essere prestata alle lesioni captanti
il gadolinio nella terapia con Interferone beta, in quanto la loro
presenza è strettamente correlata con una disabilità grave 15 anni più
tardi.
I risultati forniscono le motivazioni per il
monitoraggio con RM dei pazienti trattati con Interferone beta, e per la
modifica della terapia in pazienti con malattia attiva.
grazie MATTEO S. www.ccsviitalia.org/interferone-peggiora-sm.html
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