10/07/21

Vestibolite vulvare e vulvodinia

 La vestibolite vulvare è un’infiammazione multifattoriale e multisistemica della mucosa del vestibolo vaginale. Essa tende a cronicizzarsi, se non viene diagnosticata in tempo e se non viene sottoposta a un trattamento multidisciplinare sul piano medico, riabilitativo e psicosessuale.

Quando il dolore vulvare diventa cronico, spontaneo o provocato, e si mantiene anche dopo la risoluzione del quadro infiammatorio, si parla di vulvodinia e di dolore neuropatico, che si genera nelle vie e nei centri del dolore, diventando malattia a se stante. La vulvodinia persiste anche indipendentemente dal rapporto sessuale o da altri fattori scatenanti, e può diventare invalidante a livello di vita quotidiana.
In positivo, la diagnosi precoce interrompe il circolo vizioso del peggioramento e può consentire la guarigione. Ecco perché conoscere la complessità di questa patologia può aiutare la donna a riconoscere i singoli fattori più importanti nel suo caso, così da stabilire con il medico la collaborazione più costruttiva per la diagnosi e la terapia.
Nelle prime due schede (Vestibolite vulvare e vulvodinia - Prima parte: Dalle cause alla diagnosi: l’iperattivazione del mastocitaVestibolite vulvare e vulvodinia - Seconda parte: Dalle cause alla diagnosi: l’ipertono muscolare e l’iperattivazione del sistema del dolore) abbiamo spiegato:
- che cos’è la vestibolite vulvare, e perché può evolvere nella vulvodinia;
- i sintomi principali;
- i fattori che la provocano: l’iperattivazione del mastocita, l’ipertono del muscolo elevatore dell’ano e l’iperattività del sistema del dolore;
- gli eventi attraverso i quali questi fattori conducono alla vestibolite e, se non curati, alla vulvodinia;
- le comorbilità urologiche, ginecologiche e proctologiche che possono accompagnarsi all’ipertono del pavimento pelvico;
- come il partner possa contribuire all’insorgere del disturbo.
In questa ultima scheda illustriamo le terapie più efficaci a livello di:
- riduzione diretta dell’iperattività del mastocita;
- contenimento dei fattori agonisti che, causando infiammazione tissutale, mantengono l’iperattività del mastocita;
- rilassamento dei muscoli perivaginali tesi;
- modulazione del dolore.
Prenderemo infine in considerazione indicazioni e limiti della vestibolectomia, ossia dell’intervento di asportazione chirurgica dei tessuti infiammati.

Dalla vestibolite vulvare e dalla vulvodinia si può guarire?

Tutti i sintomi della vestibolite hanno una solida base biologica e quindi medica, come abbiamo visto nelle schede precedenti. Questa malattia può quindi essere curata e guarita (Bachmann et Al. 2006; Graziottin 2004; Graziottin e Brotto 2004; Jack 1996; Plaut et Al. 2004; Graziottin et Al. 2004; Graziottin e Giovannini 2005; Graziottin 2008a, 2008b). La guarigione richiede in media 6-9 mesi di cura.
Il tempo di terapia può essere molto più lungo in caso di vulvodinia severa, dopo anni di dolore neuropatico perché la malattia non è stata diagnosticata e curata in tempo. In tal caso la componente antalgica della terapia diventa predominante.
Purtroppo per decenni, se non addirittura per secoli, il dolore sessuale – soprattutto femminile – è stato considerato solo nelle sue componenti psicologiche. In realtà, il 10-15% delle donne, nel corso della vita, prova dolore durante i rapporti: una percentuale altissima, che sale al 32-44% dopo la menopausa, quando la secchezza vaginale rende doloroso ogni tentativo di intimità, complicandola con bruciori e cistiti.
Il dolore genitale è spesso trascurato dai medici, perché in Italia, come nel resto del mondo, manca una preparazione clinica specifica. Il dolore in generale, e quello durante i rapporti sessuali in particolare, spesso viene banalizzato, perché se ne ignorano le basi biologiche, e non è raro sentire frasi come queste: «È un problema psicologico, signora», «È tutto nella sua testa, il dolore», «Si calmi, si rilassi e vedrà che le passa».
L’omissione diagnostica porta con sé un pesante ritardo terapeutico che in media, nella vestibolite vulvare, è di 4 anni e 8 mesi (Graziottin e Brotto 2004): un fatto tanto più grave se si pensa che la diagnosi precoce è indispensabile per evitare il cronicizzarsi dei disturbi.

continua: https://www.fondazionegraziottin.org/it/scheda.php/Vestibolite-vulvare-e-vulvodinia-Terza-parte?EW_CHILD=10576

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