28/09/21

Sindrome metabolica: perché non bisogna sottovalutarla

 Quando parliamo di sindrome metabolica intendiamo una condizione clinica che interessa quasi metà della popolazione adulta al di sopra dei 50-60 anni. L’incidenza della sindrome metabolica è allarmante e potrebbe aumentare nel corso dei prossimi anni.

Ma di cosa si tratta? E come si può evitare? Approfondiamo l’argomento con il dottor Giuseppe Favacchio, diabetologo di Humanitas.

Che cos’è la sindrome metabolica

La sindrome metabolica non indica una singola patologia, ma un insieme di fattori predisponenti che, se si verificano contemporaneamente, implicano per il paziente un rischio elevato di sviluppare malattie come il diabete, problemi cardiovascolari come infarto o ictus, e steatosi epatica (fegato grasso).

Abitualmente la sindrome metabolica viene diagnosticata se sono concomitanti almeno 3 tra queste condizioni:

• Circonferenza della vita (cm): ≥ 102 per gli uomini, ≥ 88  per le donne
• Glicemia a digiuno (mg/dL): ≥ 100
• Pressione arteriosa (mmHg): ≥ 130/85
• Trigliceridi, a digiuno (mg/dL): ≥ 150
• Colesterolo HDL (mg/dL) < 40 per gli uomini, < 50 per le donne

Quali sono le cause della sindrome metabolica?

I principali fattori di rischio della sindrome metabolica sono il sovrappeso e l’obesità, due condizioni che si associano a stili di vita errati, con attività fisica insufficiente, dieta poco equilibrata e abuso di alcol e/o droghe.

L’eccesso di grasso corporeo nella regione addominale, infatti, può comportare un’alterazione del metabolismo dei grassi e degli zuccheri e l’attivazione del processo di infiammazione cronica, che a sua volta può sfociare in insulino-resistenza o iperinsulinemia. 

Il rischio di diabete e malattie cardiovascolari

Quando si sviluppa l’insulino-resistenza, per essere in grado di assorbire il glucosio e mantenere nella norma i livelli del sangue, le cellule richiedono una quantità di insulina superiore al normale (iperinsulinemia).

Le cellule Beta del pancreas, il cui compito è produrre insulina, danno dunque avvio a un processo di degradazione, provocato dal troppo lavoro e, in questo modo, si predispone lo sviluppo del diabete

Il tessuto adiposo, infatti, è un tessuto attivo nei meccanismi di regolazione dei processi fisiologici e patologici, quali l’infiammazione. Se il grasso viscerale aumenta, risveglia l’infiammazione che provoca aterosclerosi nei vasi sanguigni, ponendo le basi per lo sviluppo di patologie cardiovascolari.



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