16/11/21

Il punto sulla gestione della sclerosi multipla recidivante remittente e quella primariamente progressiva (26/10/2021)


Dal 3 al 7 ottobre 2021 si è svolto il Congresso Mondiale di Neurologia, congiuntamente a quello della Società Italiana di Neurologia.

L’evento avrebbe dovuto tenersi a Roma, ma si è svolto in forma virtuale.

Nell’ambito del Convegno ci sono state sessioni dedicate alla sclerosi multipla e, in particolare, una ha fatto il punto sulla gestione della forma recidivante remittente e di quella primariamente progressiva.


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Giancarlo Comi, Professore Onorario di Neurologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha fatto il punto sulla gestione della sclerosi multipla recidivante remittente.

Ha iniziato la sua lettura enfatizzando l’importanza di un inizio precoce del trattamento di questa forma di sclerosi multipla, ma senza tralasciare le riserve di alcuni riguardo a questo approccio. Ha spiegato come la terapia debba essere comunque personalizzata, facendo riferimento alla prognosi di ciascun malato, alla previsione di risposta alla cura, all’identificazione tempestiva di un’eventuale efficacia insufficiente del trattamento, per aggiornare la prognosi e reimpostare il protocollo di cura.

Ha quindi descritto l’evoluzione della terapia farmacologica, a partire dalla fine degli anni ’90, quando iniziarono le ricerche sugli 
interferoni, per arrivare ai farmaci introdotti in anni recenti, come ocrelizumab, alemtuzumab e cladribina, e chiudere con quelli in sperimentazione nel 2021, come l’ozanimod, il ponesimod e l’ofatumumab. Il relatore ha mostrato una tabella che, per ciascuna cura, ha riassunto gli effetti su: probabilità di comparsa delle recidive, evoluzione della disabilità, sviluppo di lesioni attive e atrofia cerebrale e tollerabilità.

Ha segnalato che le molecole più recenti, se da una parte hanno permesso di raggiungere risultati terapeutici precedentemente fuori portata, dall’altra hanno creato nuovi problemi dal punto di vista della tollerabilità.

Giancarlo Comi ha sottolineato che, se gli studi clinici eseguiti con metodi rigorosi sono indispensabili per registrare un nuovo farmaco, essi lasciano aperti alcuni quesiti, ai quali possono rispondere le ricerche osservazionali oggi definite “da mondo reale”. Ha anche proposto alcuni percorsi utili a definire il migliore approccio terapeutico.







Xavier Montalban, Direttore del Centro della sclerosi multipla dell’Ospedale Val d’Hebron di Barcellona (Spagna), ha fatto il punto sulle più recenti acquisizioni relative alle forme progressive di sclerosi multipla. Innanzitutto, ha descritto i meccanismi che provocano i danni caratteristici di queste forme. Ha inoltre precisato che, su 2.300.000 casi nel Mondo di sclerosi multipla, il 15% si è presentato fin dall’inizio in forma progressiva e il 70% è iniziato come recidivante remittente, per poi diventare progressivo. Circa gli strumenti per contrastare l’evoluzione delle forme progressive, ha citato interventi su abitudini di vita, come dieta e fumo e ha elencato i farmaci che hanno già ricevuto l’indicazione specifica e quelli in corso di valutazione. Tra questi ha citato il siponimod, la simvastatina ad alte dosi, la clemastina e l’acido lipoico. Riguardo al trapianto di cellule staminali, ha spiegato che, nonostante i progressi fatti e i risultati incoraggianti ottenuti, sono necessarie ulteriori ricerche, su più ampie casistiche, per confermarne efficacia e tollerabilità di questo approccio. Infine, illustrando ciò che gli esperti si aspettano in futuro, circa le forme progressive della sclerosi multipla ha elencato i seguenti punti:

  • la sua incidenza aumenterà costantemente
  • la diagnosi sarà più facile e precisa
  • la ricerca degli autoanticorpi giocherà un ruolo sempre più rilevante
  • la prognosi diventerà più accurata
  • le cure saranno più precoci ed efficaci
  • si applicheranno strategie di prevenzione                          
  • si utilizzeranno le evidenze della risonanza magnetica per gli studi di fase 2
  • la classificazione dei fenotipi cambierà e si utilizzerà la telemedicina
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