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L’elastometria epatica è una tecnica diagnostica che serve a quantificare il fenomeno di cicatrizzazione del fegato. La procedura è molto semplice, non invasiva e totalmente indolore e viene eseguita attraverso un apposito strumento, il Fibroscan. Questo apparecchio, molto simile ad un ecografo per aspetto e funzionamento, invia delle onde elastiche tramite una sonda, poggiata sul torace in corrispondenza dell’organo epatico. La velocità di propagazione di tale onde viene quindi rilevata dalla sonda stessa ed elaborata da un computer, che restituisce in questo modo una stima della rigidità del fegato.
L’indice di rigidità del fegato dipende dalla quantità di fibrosi, ovvero dal processo di sostituzione del tessuto epatico con tessuto cicatriziale (e quindi non più in grado di assolvere alle funzioni dell’organo). Tale processo costituisce una diretta conseguenza di diverse malattie del fegato, come le epatiti virali, e può portare alla cirrosi epatica.
In sostanza, il Fibroscan può essere utilizzato per valutare e quantificare i danni permanenti subiti dal fegato, ed è quindi impiegato di frequente durante la diagnosi di diverse epatopatie.
Il paziente si deve presentare all’appuntamento a digiuno completo da almeno sei ore.
Una volta terminato l’esame (la cui durata è compresa all’incirca tra i 5 e i 15 minuti), il paziente può riprendere le normali attività quotidiane
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