Le informazioni qui riportate Hanno solo un fine illustrativo: NON costituiscono e NON provengono né da prescrizione né da consiglio medico, rivolgersi SEMPRE e comunque al PROPRIO MEDICO NB: L'ADMI ritiene i propri lettori persone ragionevoli e dotate di senso della misura. I vostri commenti VERRANNO INSERITI dopo controllo, in caso Si riserva la facoltà di cancellare commenti di CATTIVO GUSTO e/o OFFENSIVI
CONTATORE PERSONE
16/07/12
STENOSI LOMBARE
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Un marker per diagnosticare la sclerosi multipla?
Riuscire a diagnosticare la sclerosi multipla rappresenta una complessa
sfida anche per i neurologi più esperti. La difficoltà è data dalla
varietà dei sintomi mediante i quali la patologia si manifesta, per cui
non vi è un riferimento clinico quadro cui rapportarsi.
Le recenti scoperte sulla risposta del sistema immunitario nella SM potrebbero aiutare a migliorare le metodologie di diagnosi della malattia.
I ricercatori dell'Università di Monaco (Germania) hanno individuato
nel sangue dei malati di SM degli anticorpi che attaccano uno specifico
canale del potassio nella membrana cellulare. I canali del potassio
rivestono un ruolo importante nel trasmettere gli impulsi ai muscoli e
proprio questo processo, che parte dai neuroni, risulta inibito nella
SM.
Gli scienziati tedeschi hanno individuato un anticorpo che
attacca nella SM il canale del potassio KIR4.1. Tale anticorpo è
risultato presente in più della metà dei pazienti con SM che hanno
partecipato allo studio mentre non è stato individuato nei soggetti
sani. Ciò potrebbe indurre a ipotizzare che il canale del potassio
KIR4.1 è uno degli obiettivi dell'attacco autoimmune nella SM.
Senza
il canale KIR4.1, si riscontrano deficit neurologici che inibiscono la
proprietà di movimento. Inoltre, si crea un deficit nella produzione di
mielina.
Il canale KIR4.1 è presente primariamente nella membrana
delle cellule gliali, le quali controllano il metabolismo nel cervello e
la formazione della mielina.
C'è bisogno adesso di studi di follow
up per capire come questi anticorpi che attaccano il canale KIR4.1
influiscano sullo sviluppo della sclerosi multipla. Questo anticorpo è
rarissimo da individuare in malati con altre patologie neurologiche,
quindi può costituire un marker molto preciso di diagnosi della SM.
Riuscire a diagnosticare la sclerosi multipla rappresenta una complessa sfida anche per i neurologi più esperti. La difficoltà è data dalla varietà dei sintomi mediante i quali la patologia si manifesta, per cui non vi è un riferimento clinico quadro cui rapportarsi.
Le recenti scoperte sulla risposta del sistema immunitario nella SM potrebbero aiutare a migliorare le metodologie di diagnosi della malattia.
I ricercatori dell'Università di Monaco (Germania) hanno individuato nel sangue dei malati di SM degli anticorpi che attaccano uno specifico canale del potassio nella membrana cellulare. I canali del potassio rivestono un ruolo importante nel trasmettere gli impulsi ai muscoli e proprio questo processo, che parte dai neuroni, risulta inibito nella SM.
Gli scienziati tedeschi hanno individuato un anticorpo che attacca nella SM il canale del potassio KIR4.1. Tale anticorpo è risultato presente in più della metà dei pazienti con SM che hanno partecipato allo studio mentre non è stato individuato nei soggetti sani. Ciò potrebbe indurre a ipotizzare che il canale del potassio KIR4.1 è uno degli obiettivi dell'attacco autoimmune nella SM.
Senza il canale KIR4.1, si riscontrano deficit neurologici che inibiscono la proprietà di movimento. Inoltre, si crea un deficit nella produzione di mielina.
Il canale KIR4.1 è presente primariamente nella membrana delle cellule gliali, le quali controllano il metabolismo nel cervello e la formazione della mielina.
C'è bisogno adesso di studi di follow up per capire come questi anticorpi che attaccano il canale KIR4.1 influiscano sullo sviluppo della sclerosi multipla. Questo anticorpo è rarissimo da individuare in malati con altre patologie neurologiche, quindi può costituire un marker molto preciso di diagnosi della SM.
Le staminali
Biologi
dell'Università tedesca della Rurh trasformano cellule staminali
prelevate dal midollo spinale in cellule nervose immature modificando
l'ambiente cellulare utilizzando clorato di sodio.
L'obiettivo del team di ricerca è quello di fare in modo che le cellule
immature possano essere trasformate in una particolare tipologia
cellulare da utilizzare a livello terapeutico.
Il clorato di sodio
agisce sugli enzimi del metabolismo nelle cellule che fissano i gruppi
di solfato alle proteine. Se questi solfati non vengono fissati, le
cellule continuano a produrre proteine per la matrice extracellulare ma
con catene di zuccheri modificate. Queste catene, a loro volta, inviano
segnali che determinano il funzionamento cui verranno destinate le
cellule staminali.
Le staminali, infatti, non necessariamente di
sviluppano in cellule nervose, ma possono anche formare astrociti oppure
oligodendrociti, che sono rsponsabili dell'equilibrio minerale delle
cellule nervose e della formazione della loro guaina protettiva.
Utilizzando in laboratorio il clorato di sodio, quindi, le cellule
nervose sono rimaste ad un stadio immaturo e potrebbe essere più facile
impiantarle a questo stadio, in modo tale da permettere loro di
integrarsi meglio quando vengono trapiantate.
L'obiettivo del team di ricerca è quello di fare in modo che le cellule immature possano essere trasformate in una particolare tipologia cellulare da utilizzare a livello terapeutico.
Il clorato di sodio agisce sugli enzimi del metabolismo nelle cellule che fissano i gruppi di solfato alle proteine. Se questi solfati non vengono fissati, le cellule continuano a produrre proteine per la matrice extracellulare ma con catene di zuccheri modificate. Queste catene, a loro volta, inviano segnali che determinano il funzionamento cui verranno destinate le cellule staminali.
Le staminali, infatti, non necessariamente di sviluppano in cellule nervose, ma possono anche formare astrociti oppure oligodendrociti, che sono rsponsabili dell'equilibrio minerale delle cellule nervose e della formazione della loro guaina protettiva.
Utilizzando in laboratorio il clorato di sodio, quindi, le cellule nervose sono rimaste ad un stadio immaturo e potrebbe essere più facile impiantarle a questo stadio, in modo tale da permettere loro di integrarsi meglio quando vengono trapiantate.
i costi indiretti della sclerosi multipla, 2.5 miliardi di euro
I costi indiretti della sclerosi multipla ormai superano quelli per la sua gestione clinica
Durante un corso di formazione dal titolo "La
gestione dell'assistito affetto da Sclerosi Multipla: aspetti sociali,
farmacologici, economici e riabilitativi", svoltosi di recente presso la
Camera dei Deputati, sono stati presentati dati che dimostrano come i
costi indiretti della sclerosi multipla, 2.5 miliardi di euro, superino
quelli diretti.
I costi diretti attribuibili ad una malattia sono quelli relativi a esami diagnostici, ricoveri, trattamenti farmacologici e non, insomma tutto ciò che viene speso per la gestione clinica. I costi indiretti sono quelli provocati dalla perdita della capacità lavorativa dei malati e di coloro che li assistono e dalla relativa perdita di produttività che si ripercuote sulla società. La sclerosi multipla è una di quelle malattie che richiede esami molto costosi, come la risonanza magnetica, e nelle quali si usano farmaci cari o, come nel caso delle molecole di più recente introduzione in clinica, molto cari. Ciò nonostante, i costi diretti vengono superati da quelli indiretti perché la sclerosi multipla colpisce persone nella fascia di età che di solito esprime la massima produttività e perché il peso che si ripercuote sulla famiglia è drammatico, come dimostrato anche dai risultati di una ricerca eseguita dalla Fondazione Cesare Serono, in collaborazione con il CENSIS, e presentati di recente. Il Professor Carlo Pozzilli, uno dei relatori, ha ricordato come si siano fatti grandi progressi nella diagnosi, specialmente in quella precoce, e nella cura della sclerosi multipla. Oggi si raccomanda di iniziare presto la terapia, per prevenire il peggioramento della disabilità, e si dispone di un armamentario terapeutico molto più ampio del passato, che permette di affrontare in modo più efficace varie forme e fasi della malattia. Purtroppo però, secondo quanto emerso durante il Corso promosso dal Comitato Scientifico di Villa Fulvia con il contributo educazionale e il supporto non condizionato di Novartis, in Italia esistono disparità nell'offerta di cure fra regione e regione. Forse per una "inadeguata percezione" del peso dei costi indiretti e sociali, qualche regione ritiene di risparmiare negando ai propri cittadini malati di sclerosi multipla alcune soluzioni terapeutiche. Questo, in qualche caso, costringe i malati a cambiare residenza per "inseguire" altrove le cure migliori, come segnalato dal Professor Pozzilli.
Tommaso Sacco
Fonte: Quotidiano Sanità
link di < http://www.fondazioneserono.org/22?news_sclerosi_multipla=3333 >
I costi diretti attribuibili ad una malattia sono quelli relativi a esami diagnostici, ricoveri, trattamenti farmacologici e non, insomma tutto ciò che viene speso per la gestione clinica. I costi indiretti sono quelli provocati dalla perdita della capacità lavorativa dei malati e di coloro che li assistono e dalla relativa perdita di produttività che si ripercuote sulla società. La sclerosi multipla è una di quelle malattie che richiede esami molto costosi, come la risonanza magnetica, e nelle quali si usano farmaci cari o, come nel caso delle molecole di più recente introduzione in clinica, molto cari. Ciò nonostante, i costi diretti vengono superati da quelli indiretti perché la sclerosi multipla colpisce persone nella fascia di età che di solito esprime la massima produttività e perché il peso che si ripercuote sulla famiglia è drammatico, come dimostrato anche dai risultati di una ricerca eseguita dalla Fondazione Cesare Serono, in collaborazione con il CENSIS, e presentati di recente. Il Professor Carlo Pozzilli, uno dei relatori, ha ricordato come si siano fatti grandi progressi nella diagnosi, specialmente in quella precoce, e nella cura della sclerosi multipla. Oggi si raccomanda di iniziare presto la terapia, per prevenire il peggioramento della disabilità, e si dispone di un armamentario terapeutico molto più ampio del passato, che permette di affrontare in modo più efficace varie forme e fasi della malattia. Purtroppo però, secondo quanto emerso durante il Corso promosso dal Comitato Scientifico di Villa Fulvia con il contributo educazionale e il supporto non condizionato di Novartis, in Italia esistono disparità nell'offerta di cure fra regione e regione. Forse per una "inadeguata percezione" del peso dei costi indiretti e sociali, qualche regione ritiene di risparmiare negando ai propri cittadini malati di sclerosi multipla alcune soluzioni terapeutiche. Questo, in qualche caso, costringe i malati a cambiare residenza per "inseguire" altrove le cure migliori, come segnalato dal Professor Pozzilli.
Tommaso Sacco
Fonte: Quotidiano Sanità
link di < http://www.fondazioneserono.org/22?news_sclerosi_multipla=3333 >
13/07/12
se siete di fronte ad una persona che sta male, MANTENETE LA CALMA... chiamate il 118
COMUNQUE RAGAZZI..
se siete di fronte
ad una persona che sta male,
MANTENETE LA CALMA...
chiamate il 118
e seguite le istruzioni dell'operatore.....
avrete già fatto tanto
GRAZIE A VOI ..SI PUO' SALVARE UNA VITA
se siete di fronte
ad una persona che sta male,
MANTENETE LA CALMA...
chiamate il 118
e seguite le istruzioni dell'operatore.....
avrete già fatto tanto
GRAZIE A VOI ..SI PUO' SALVARE UNA VITA
Insufficienza Venosa Cronica CerebroSpinale nella Sclerosi Laterale Amiotrofica SLA !!!
Chronic cerebrospinal venous insufficiency in amyotrophic lateral sclerosis
Grozdinski L. 1, Petrov I. 2, Iloska M. 1
1 Angiology and Phlebology Sector, Clinic of Cardiology and Angiology, Tokuda Hospital, Sofia, Bulgaria;
2 Clinic of Cardiology and Angiology, Tokuda Hospital, Sofia, Bulgaria
2 Clinic of Cardiology and Angiology, Tokuda Hospital, Sofia, Bulgaria
Aim. CCSVI probably is not only a risk factor for
development of MS, but it is the basic ethiopathogenetical factor. The
dysfunction of the blood brain barrier (BBB) appeared as a result of
CCSVI can also be one of the main reasons for triggering of
neurodegenerative or autoimmune processes in MS. Following this
hypothesis we can assume that CCSVI is the main ethiopathogenetic factor
in other neurodegenerative diseases such as amyotrophic lateral
sclerosis (ALS). Up to this moment the literature has no data for
Doppler or Venography examination for CCSVI in patients with ASL. The
aim of this research is screening of ALS patients for CCSVI using
EchoDoppler and venography.
Methods. Seven patients with ALS were examined.
Results. The patients diagnose was confirmed based on clinical symptoms and electromyography. Both jugular vein (draining the blood from the brain) and the azygos vein (draining the blood from the spinal cord) were examined by EchoDoppler and venography. In all of the patients with ALS CCSVI was determined- severe stenosis in jugular veins. In five of the patients was determined severe stenosis in the azygos vein. In all of our patients endovascular therapy was performed- balloon dilatation of jugular and azygos vein with good angiographic result- normal blood flow and diameter of the veins.
Conclusion. The discovery of CCSVI in seven patients with ALS is probably not a coincidence and raises the necessity of conduction of a systematic research for CCSVI in of patients with ALS.
Methods. Seven patients with ALS were examined.
Results. The patients diagnose was confirmed based on clinical symptoms and electromyography. Both jugular vein (draining the blood from the brain) and the azygos vein (draining the blood from the spinal cord) were examined by EchoDoppler and venography. In all of the patients with ALS CCSVI was determined- severe stenosis in jugular veins. In five of the patients was determined severe stenosis in the azygos vein. In all of our patients endovascular therapy was performed- balloon dilatation of jugular and azygos vein with good angiographic result- normal blood flow and diameter of the veins.
Conclusion. The discovery of CCSVI in seven patients with ALS is probably not a coincidence and raises the necessity of conduction of a systematic research for CCSVI in of patients with ALS.
language: English
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GAZZETTA MEDICA ITALIANA ARCHIVIO PER LE SCIENZE Mediche
Gazzetta Medica Italiana Archivio per le Scienze Mediche 2012 Ottobre, 171 (5) :605-11
Insufficienza Venosa Cronica CerebroSpinale nella Sclerosi Laterale Amiotrofica SLA !!!
Grozdinski L. 1 , Petrov I. 2 , Iloska M. 1
1 Angiologia e Flebologia Sector, Clinica di Cardiologia e Angiologia,
Ospedale Tokuda, Sofia, Bulgaria; 2 Clinica di Cardiologia e Angiologia,
Ospedale Tokuda, Sofia, Bulgaria
Obiettivo.
CCSVI NON E'
PROBABILMENTE SOLO UN FATTORE DI RISCHIO PER LO SVILUPPO DI MS , MA E'
IL FATTORE FONDAMENTALE ETHIOPATHOGENETICAL.
La Disfunzione della
Barriera Ematoencefalica (BBB) Appariva come una Conseguenza di CCSVI
può anche Essere uno dei Motivi PRINCIPALI per l'Attivazione di
Processi Neurodegenerativi o autoimmune in MS.
Seguendo questa
Ipotesi si può Supporre che CCSVI è il fattore PRINCIPALE
Ethiopathogenetic in ALTRE MALATTIE NEURODEGENERATIVE come la Sclerosi
Laterale Amiotrofica (SLA).
Fino a questo momento la letteratura non ha dati per un esame Doppler o Venografia per CCSVI in pazienti con ASL.
Lo scopo di questa ricerca è lo screening dei pazienti affetti da SLA per CCSVI mediante ecodoppler e flebografia.
metodi.
Sette pazienti affetti da SLA sono stati esaminati.
risultati.
I pazienti di diagnostica è stata confermata sulla base dei sintomi clinici e elettromiografia.
Sia la vena giugulare (drenare il sangue dal cervello) e la vena
azygos (drenare il sangue dal midollo spinale) sono stati esaminati
mediante ecodoppler e flebografia.
In tutti i pazienti affetti da SLA CCSVI è stata determinata, grave stenosi nelle vene giugulari.
In cinque dei pazienti è stato determinato in grave stenosi della vena azygos.
In tutti i pazienti della nostra terapia endovascolare era
eseguita-pallone di dilatazione vena giugulare e azygos con buona
angiografica conseguenza-normale flusso sanguigno e diametro delle vene.
C O N C L U S I O N E :
La scoperta della CCSVI in sette
pazienti affetti da SLA non è probabilmente una coincidenza e solleva la
necessità di conduzione di una ricerca sistematica per la CCSVI in
pazienti affetti da SLA.
Lingua: Inglese
Full Text Ristampe http://www.minervamedica.it/ en/journals/ gazzetta-medica-italiana/ article.php?cod=R22Y2012N05A060 5
polizia postale - come fare una denuncia
Per le segnalazioni - Commissariato di ps online
commissariato di ps online
Sul commissariato di P.S. online è presente l'ufficio internet gestito dalla polizia Postale e delle Comunicazioni, per ricevere informazioni o fare segnalazioni di reati che avvengono su Internet: hacking, phishing, e-commerce, bancomat e carte di credito, spamming, pedofilia online, diritto d'autore, telefonia.
Si possono anche studiare approfondimenti, richiedere informazioni specifiche, denunciare reati informatici, consultare le news e le domande più frequenti e accedere al forum tematico.
www.denunceviaweb.poliziad istato.it/polposta/ wflogin.aspx?IDSede=231
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Per poter accedere al servizio è necessario procedere con l'autenticazione.
Inserisci il tuo nome utente e la password scelti in fase di registrazione.
www.commissariatodips.it/ esperto/ login.php?f=z&tipo=1&parent =10
************************** **************
La Polizia di Stato, per venire incontro alle vostre esigenze e consentirvi il disbrigo di determinate pratiche in maniera più agevole e veloce, ha realizzato il servizio “Denuncia via web di reati telematici”, un progetto che realizza un nuovo rapporto di collaborazione, perché sarete voi ad iniziare il “lavoro”.
Da casa, dall’ufficio o da ogni altro luogo a voi più comodo potrete, infatti, avviare l’iter per sporgere una denuncia, con evidenti risparmi in termini temporali, sia perché all’atto della presentazione negli uffici di Polizia avete già espletato alcune delle incombenze necessarie sia perché troverete, nelle nostre sedi, una corsia preferenziale per tali procedure.
Ricordate, che questo è il primo passo della procedura di presentazione della denuncia per reati telematici.
L’atto che inserirete è, infatti, “solo” lo schema sul quale sarà possibile effettuare, nell’ufficio di polizia prescelto, eventuali integrazioni ed assumerà valore legale di denuncia solo con la sottoscrizione davanti all’Ufficiale di P.G..
***********
Nel corso della procedura vi verrà richiesto di scegliere in quale Ufficio di Polizia vorrete recarvi per completare l’iter.
In questa fase sperimentale sarà infatti possibile trasmettere l’atto solo negli uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La limitazione circoscrive pertanto i luoghi ove potrete presentarvi, ma consente l’inoltro da ogni città italiana
Vi chiederemo, inoltre, di “registrarvi” al sistema, fornendoci alcuni dati personali. <https:// www.denunceviaweb.poliziadi stato.it/polposta/ wfintro.aspx>
La richiesta è motivata da una duplice esigenza, la prima di natura tecnica, per creare un percorso guidato che consenta di strutturare una denuncia completa di tutti i dati necessari, l’altra, sostanziale per permetterci di effettuare quelle necessarie attività di riscontro a tutela della vostra sicurezza, evitando un uso fraudolento delle vostre generalità.
La procedura di registrazione, una volta effettuata, non dovrà più essere ripetuta ad eccezione di quei casi ove sia necessario modificare i dati già inseriti.
OPPURE PROVATE :
commissariato di ps online
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Si possono anche studiare approfondimenti, richiedere informazioni specifiche, denunciare reati informatici, consultare le news e le domande più frequenti e accedere al forum tematico.
www.denunceviaweb.poliziad
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Da casa, dall’ufficio o da ogni altro luogo a voi più comodo potrete, infatti, avviare l’iter per sporgere una denuncia, con evidenti risparmi in termini temporali, sia perché all’atto della presentazione negli uffici di Polizia avete già espletato alcune delle incombenze necessarie sia perché troverete, nelle nostre sedi, una corsia preferenziale per tali procedure.
Ricordate, che questo è il primo passo della procedura di presentazione della denuncia per reati telematici.
L’atto che inserirete è, infatti, “solo” lo schema sul quale sarà possibile effettuare, nell’ufficio di polizia prescelto, eventuali integrazioni ed assumerà valore legale di denuncia solo con la sottoscrizione davanti all’Ufficiale di P.G..
***********
Nel corso della procedura vi verrà richiesto di scegliere in quale Ufficio di Polizia vorrete recarvi per completare l’iter.
In questa fase sperimentale sarà infatti possibile trasmettere l’atto solo negli uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La limitazione circoscrive pertanto i luoghi ove potrete presentarvi, ma consente l’inoltro da ogni città italiana
Vi chiederemo, inoltre, di “registrarvi” al sistema, fornendoci alcuni dati personali. <https://
La richiesta è motivata da una duplice esigenza, la prima di natura tecnica, per creare un percorso guidato che consenta di strutturare una denuncia completa di tutti i dati necessari, l’altra, sostanziale per permetterci di effettuare quelle necessarie attività di riscontro a tutela della vostra sicurezza, evitando un uso fraudolento delle vostre generalità.
La procedura di registrazione, una volta effettuata, non dovrà più essere ripetuta ad eccezione di quei casi ove sia necessario modificare i dati già inseriti.
OPPURE PROVATE :
Città | Indirizzo Civico | Num. Tel. | Num. Fax |
Ind. e-Mail
|
Ancona | Via Marconi, 56 | 071/5014232 | 071/5014294 | poltel.an@poliziadistato.it |
Agrigento | P.zza V. Emanuele | 0922/551593 | 0922/551537 | poltel.ag@poliziadistato.it |
Ascoli Piceno | L.go S. Gallo, 2 | 0763/242305 | 0736/242229 | poltel.ap@poliziadistato.it |
Alessandria | Via Ghilini, 3 | 0131/302252-50 | 0131/302208 | poltel.al@poliziadistato.it |
Aosta | Via Festaz, 20 | 0165/44038 | 0165/276207 | poltel.ao@poliziadistato.it |
Asti | C.so Dante, 55 | 0141/357270 | 0141/357209 | poltel.as@poliziadistato.it |
Arezzo | Via G.Monaco, 34 | 0575/318518 | 0575/318518 | poltel.ar@poliziadistato.it |
Avellino | Via A.Ronca, 13 | 0825/34103-21074 | 0825/34103 | poltel.av@poliziadistato.it |
Bologna | Via Zanardi, 28 | 051/6352611 | 051/6352612 | poltel.bo@poliziadistato.it |
Bari | Via Amendola, 116 | 080/5920611 | 080/5507058 | poltel.ba@poliziadistato.it |
Brindisi | P.zza Emanuele II, 5 | 0831/523185 | 0831/523185 | poltel.br@poliziadistato.it |
Belluno | Via V.Veneto, 250 | 0437/931776-932129 | 0437/939886 | poltel.bl@poliziadistato.it |
Bergamo | Via Matris Domini, 4 | 035/4532208 | 035/4532208 | poltel.bg@poliziadistato.it |
Bolzano | Via Resia, 90 | 0471/531413 | 0471/531415 | poltel.bz@poliziadistato.it |
Brescia | Via A.Volta, 6 | 030/3750385 | 030/3757952 | poltel.bs@poliziadistato.it |
Benevento | Traversa delle Poste, 1 | 0824/50407 | 0824/28192 | poltel.bn@poliziadistato.it |
Caserta | V.le Ellittico | 0823/352510 | 0823/352510 | poltel.ce@poliziadistato.it |
Campobasso | Via S.Giovanni, 55 | 0874/482100 | 0874/63041 | poltel.cb@poliziadistato.it |
Cagliari | Via Simeto, 38 | 070/27665 | 070/2766505 | poltel.ca@poliziadistato.it |
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Cosenza | P.zza Crispi | 0984/687418 | 0984/687418 | poltel.cs@poliziadistato.it |
Cuneo | Via Cavour, 3 | 0171/443558 | 0171/67532 | poltel.cn@poliziadistato.it |
Como | Via Bossi, 3 | 031/2763036-7 | 031/2763004 | poltel.co@poliziadistato.it |
Cremona | Via Verdi, 1 | 0372/593588 | 0372/593630 | poltel.cr@poliziadistato.it |
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Ferrara | Via Bologna, 690 | 0532/978348-294520 | 0532/978406 | poltel.fe@poliziadistato.it |
Forlì | Via Bonatti, 2 | 0543/373304-373360 | 0543/373316 | poltel.fr@poliziadistato.it |
Foggia | Uff. ubicati in Poste | 0881/722100 | 0881/708243 | poltel.fg@poliziadistato.it |
Genova | Via Dante, 4 | 010/5366550 | 010/593756 | poltel.ge@poliziadistato.it |
Grosseto | Via Matteotti, 1 | 0564/448401-43 | 0564/448536 | poltel.gr@poliziadistato.it |
Gorizia | C.so Verdi, 33 | 0481/590257 | 0481/590314 | poltel.go@poliziadistato.it |
Imperia | Via Spontone, 39 | 0183/795502-710619 | 0183/294623 | poltel.im@poliziadistato.it |
Isernia | Via XXIV Maggio, 241 | 0865/504324 | 0865/504435 | poltel.is@poliziadistato.it |
Latina | P.le dei Bonificatori, 8 | 0773/449210-4 | 0773/449219 | poltel.la@poliziadistato.it |
Livorno | P.zza Benamozegh, 3 | 0586/276468-7 | 0586/276417 | poltel.li@poliziadistato.it |
La Spezia | P.zza Verdi, 1 | 0187/734074 | 0187/734074 | poltel.sp@poliziadistato.it |
Lucca (San Filippo) | Via Carlo Piaggia | 0583/467807 | 0583/467807 | poltel.lu@poliziadistato.it |
L'Aquila | Via Arcivescovado, 6 | 0862/637301-6 | 0862/637248 | poltel.aq@poliziadistato.it |
Lecce | P.le antistante la Stazione | 0832/244150 | 0832/249877 | poltel.le@poliziadistato.it |
Milano | Via Moisè Loria, 74 | 02/43333011 | 02/43333066 | poltel.mi@poliziadistato.itt |
Macerarta | P.zza Oberdan, 1 | 0773/254615-6 | 0773/273002 | poltel.ma@poliziadistato.it |
Messina | S.S. 114 - Località Pistunina | 090/6257295 | 090/6257203 | poltel.me@poliziadistato.it |
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Modena | Via Modonella, 5 | 059/243064-220068 | 059/225315 | poltel.mo@poliziadistato.it |
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Nuoro | P.zza Crispi | 0784/214266 | 0784/31019 | poltel.nu@poliziadistato.it |
Oristano | Via Canepa, 1 | 0783/322274 | 0783/322234 | poltel.or@poliziadistato.it |
Parma | Via Pastrengo, 1 | 0521/9332521-2-3 | 0521/933253 | poltel.pr@poliziadistato.it |
Palermo | Via Roma, 320 | 091/323403 | 091/7535437 | poltel.pa@poliziadistato.it |
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12/07/12
NOVITA' SULL'ARGENTO - ARGENTO COLLOIDALE
CLIKKA QUI PER LEGGERE TUTTO L'ARTICOLO : http://www.argentocolloidale.it/
prevenire e' meglio che curare .
BENEFICI
l. L'argento colloidale ionico è enormemente più efficace di quello proteinato, quante volte più efficace? 10 volte... 100 volte... 157 volte!?
2. La dimensione ultra-fine delle particelle dà loro la possibilità di superare anche le barriere più impenetrabili del nostro corpo.
3. L'argento colloidale ionico si trova in commercio spesso ad una concentrazione di 5/8 ppm. Ma questo può risultare insufficiente a livello di efficacia. La concentrazione consigliata e più versatile è quella dei 25 ppm. Nei casi più ardui si può arrivare tranquillamente anche a 100 ppm.
4. E' un prodotto assolutamente sicuro e prodotto con materie prime di alta qualità, al contrario di ciò che la disinformazione diffonde come notizia: la temuta Argiria non è mai comparsa a causa dell'uso di argento colloidale ionico. I pochi casi sono comparsi per l'uso di argento auto-prodotto con apparecchi fatti in casa (con la comparsa di sali d'argento), per un uso continuo per anni e anni ed a volte addirittura aggravato da una forte insufficienza renale.
Tratto dal libro: “Argento colloidale-Parassiti-Metalli tossici e inquinanti chimici” Edizione Ecosalute
ATTENZIONE: Nuove direttive ministerali costringono ora a non poter più consigliare l'assunzione via orale dell'argento colloidale come sino ad oggi si faceva e come, in effetti, viene tutt'ora fatto negli altri paesi.
L'ARGENTO COLLOIDALE
L’argento colloidale è conosciuto da molto tempo in ambito medico alternativo per le sue speciali proprietà. Già dai tempi dei Greci e dei Romani, le corti reali usavano banchettare con posate d’argento in recipienti dello stesso metallo, tanto che si diceva che il sangue nobile blu, derivasse dalle minute tracce del puro metallo che assimilavano regolarmente.
La ricerca biomedica ha dimostrato che nessun organismo conosciuto che causa malattie (batteri, virus e funghi) può vivere più di qualche minuto in presenza di una traccia, seppur minuscola, di argento metallico.
Un antibiotico, tanto per fare un esempio, uccide, forse, una mezza dozzina di differenti organismi patogeni, ma l’argento ne elimina circa 650. Inoltre i ceppi resistenti non riescono a svilupparsi quando viene usato l’argento, mentre per il nostro organismo è virtualmente atossico.
Il medico Larry C. Ford, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia alla Scuola del Centro di Medicina delle Scienze per la Salute dell’Università californiana di Los Angeles, ha scritto "Le soluzioni d’argento sono antibatteriche per concentrazioni di 10 organismi per ml di Streptococcus pyogenes, Staphylococcus aureus, Neisseria genorrhoeae, Gardnerella, Vaginalis, Salmonella typhi e altri patogeni enterici, e funghicide per Candida albicans, Candida lobata.
Il ricercatore biomedico Robert O. Becker dell’Università di Syracuse ha scoperto che "l’argento stimola profondamente la guarigione della pelle e in altri tessuti soffici, in un modo diverso da ogni processo naturale conosciuto e uccide le più pericolose infezioni di tutti i tipi, inclusi i batteri e i funghi che ci circondano". E conclude "Quello che abbiamo fatto in effetti, è stato di riscoprire il fatto che l’argento elimina i batteri, come si è saputo per secoli ....; quando furono scoperti gli antibiotici, venne smesso l’utilizzo clinico dell’argento come antibiotico."
L’argento colloidale è senza sapore, senza odore e non irrita i tessuti sensibili. Può essere assunto oralmente, come pure collocato su una garza e applicato direttamente su tagli, abrasioni, piaghe aperte e verruche.
Segue una lista parziale di più di 650 patologie che sono state trattate con successo con l’argento colloidale:
E’ molto importante notare che, a differenza dell’antibiotico tradizionale, l’argento non indebolisce il sistema immunitario ma, al contrario, lo rinforza. Questi dati scientifici sono stati ottenuti negli USA e sono reperibili tramite motore di ricerca su innumerevoli siti Internet.
http://www.argentocolloidale.it/
PDF : http://www.argentocolloidale.it/intranet/libretti/libretto384-02-1.pdf
PDF: http://www.argentocolloidale.it/intranet/libretti/libretto384-01-1.pdf
Domande frequenti sull'Argento Colloidale
Sono conosciute reazioni allergiche all'argento colloidale?
Secondo le nostre esperienze e le nostre fonti no. Sembra che non ci sia reazione allergica all'argento colloidale puro.
Ho delle otturazioni in amalgama. Posso ingerire l'argento colloidale per bocca?
Certamente. Normalmente l'argento colloidale viene in contatto solo brevemente con le otturazione, quindi non succede nulla. Se le otturazioni sono numerose a avete timore di una reazione e meglio evitare gli sciacqui. Tuttavia non ci risultano e non ci sono state comunicate reazioni negative di questo tipo.
L'argento colloidale può interagire con i farmaci che prendo?
Non sono conosciute interazioni negative. Anzi è noto che è possibile ingerire dosi minori di antibiotici e antimicotici se si fa uso anche di argento colloidale. Per sicurezza si può adottare una semplice precauzione: assumere l'argento colloidale a stomaco vuoto, a 30 minuti di distanza da eventuali farmaci.
L'argento colloidale può venire in contatto con altri metalli?
Bisognerebbe evitare il contatto fra l'argento colloidale e altri metalli. Questa precauzione è importantissima durante la produzione (per non “inquinare” il prodotto) e durante la somministrazione, consigliamo l'utilizzo di cucchiai di plastica o bicchierini di vetro.
Per quanto tempo posso conservare l'argento colloidale?
Sarebbe ottimale assumere sempre argento “fresco”, se questo non è possibile bisogna avere cura di conservarlo in bottigliette di vetro scuro (ne in contenitori di vetro ne in plastica). Si può conservare l'argento colloidale per almeno 3 settimane senza che ci siano cambiamenti rilevanti del prodotto. Conservare in un luogo buio e fresco, non in frigorifero o in vicinanza di altri elettrodomestici (televisione, base del telefono cordless, lampade alogene, ecc).
C'è un dosaggio standard per l'argento colloidale?
L'efficacia di una sostanza curativa dipende sempre da diversi fattori, dalla tipologia e dall'intensità del malanno, dallo stato del sistema immunitario, dal peso corporeo e da tanti altri fattori.
Ma c'è una regola generale facile da ricordare: 2 ml di argento colloidale da 25 ppm per chilo di peso corporeo, vale per adulti, bambini e animali. Ma siccome ogni individuo risponde in modo molto differente è bene trovare un dosaggio individuale.
Per quanto tempo posso ingerire l'argento colloidale?
Normalmente si prende fino alla guarigione. Nella maggior parte delle affezioni acute si comincia con un dosaggio alto, che progressivamente va diminuito. L' argento può essere assunto anche a titolo preventivo per 2-4 settimane con un intervallo di 2 mesi prima del ciclo successivo). Assumere argento colloidale continuatamente senza un motivo particolare è sconsigliato. Se dopo 7 giorni non si è manifestato nessun miglioramento, è consigliabile chieder il parere di un medico.
Per quali malattie è particolarmente efficace l'argento colloidale?
L'argento colloidale è efficace contro batteri, virus, funghi e perfino vermi... quindi è indicato per tutte le affezioni causate da questi patogeni...e molto altro sia ad uso interno che esterno.
Posso assumere l'argento colloidale durante la gravidanza e l'allattamento?
Non sono noti effetti negativi ma per precauzione è meglio chieder al proprio medico o naturopata.
ProdottoArKol-AC10
Sospensione d'argento elettrolitica 10ppm 125ml
Prezzo al pubblico Euro 25,00.- al flacone(iva compresa)
HO RICHIESTO INFORMAZIONI PER OTTENERE L'ARGENTO C. A CASA,VI GIRO LA RISPOSTA PER FACILITARVI LA RICEZIONE A CASA PER CHI LO VORREBBE OTTENERE SENZA ANDARE FINO A MERANOGent. Sig.ra Melis,
normalmente le spedizioni le inviamo in contrassegno (spese+contrassegno € 13,00). Se ci comunica un indirizzo dove consegnare dove sia presente sempre qualcuno (ad esempio un ufficio, un negozio, ecc.) possiamo spedire la merce al più presto.
Grazie e cordiali saluti
Battisti dott. Stefano
prevenire e' meglio che curare .
BENEFICI
l. L'argento colloidale ionico è enormemente più efficace di quello proteinato, quante volte più efficace? 10 volte... 100 volte... 157 volte!?
2. La dimensione ultra-fine delle particelle dà loro la possibilità di superare anche le barriere più impenetrabili del nostro corpo.
3. L'argento colloidale ionico si trova in commercio spesso ad una concentrazione di 5/8 ppm. Ma questo può risultare insufficiente a livello di efficacia. La concentrazione consigliata e più versatile è quella dei 25 ppm. Nei casi più ardui si può arrivare tranquillamente anche a 100 ppm.
4. E' un prodotto assolutamente sicuro e prodotto con materie prime di alta qualità, al contrario di ciò che la disinformazione diffonde come notizia: la temuta Argiria non è mai comparsa a causa dell'uso di argento colloidale ionico. I pochi casi sono comparsi per l'uso di argento auto-prodotto con apparecchi fatti in casa (con la comparsa di sali d'argento), per un uso continuo per anni e anni ed a volte addirittura aggravato da una forte insufficienza renale.
Tratto dal libro: “Argento colloidale-Parassiti-Metalli tossici e inquinanti chimici” Edizione Ecosalute
ATTENZIONE: Nuove direttive ministerali costringono ora a non poter più consigliare l'assunzione via orale dell'argento colloidale come sino ad oggi si faceva e come, in effetti, viene tutt'ora fatto negli altri paesi.
L'ARGENTO COLLOIDALE
L’argento colloidale è conosciuto da molto tempo in ambito medico alternativo per le sue speciali proprietà. Già dai tempi dei Greci e dei Romani, le corti reali usavano banchettare con posate d’argento in recipienti dello stesso metallo, tanto che si diceva che il sangue nobile blu, derivasse dalle minute tracce del puro metallo che assimilavano regolarmente.
La ricerca biomedica ha dimostrato che nessun organismo conosciuto che causa malattie (batteri, virus e funghi) può vivere più di qualche minuto in presenza di una traccia, seppur minuscola, di argento metallico.
Un antibiotico, tanto per fare un esempio, uccide, forse, una mezza dozzina di differenti organismi patogeni, ma l’argento ne elimina circa 650. Inoltre i ceppi resistenti non riescono a svilupparsi quando viene usato l’argento, mentre per il nostro organismo è virtualmente atossico.
Il medico Larry C. Ford, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia alla Scuola del Centro di Medicina delle Scienze per la Salute dell’Università californiana di Los Angeles, ha scritto "Le soluzioni d’argento sono antibatteriche per concentrazioni di 10 organismi per ml di Streptococcus pyogenes, Staphylococcus aureus, Neisseria genorrhoeae, Gardnerella, Vaginalis, Salmonella typhi e altri patogeni enterici, e funghicide per Candida albicans, Candida lobata.
Il ricercatore biomedico Robert O. Becker dell’Università di Syracuse ha scoperto che "l’argento stimola profondamente la guarigione della pelle e in altri tessuti soffici, in un modo diverso da ogni processo naturale conosciuto e uccide le più pericolose infezioni di tutti i tipi, inclusi i batteri e i funghi che ci circondano". E conclude "Quello che abbiamo fatto in effetti, è stato di riscoprire il fatto che l’argento elimina i batteri, come si è saputo per secoli ....; quando furono scoperti gli antibiotici, venne smesso l’utilizzo clinico dell’argento come antibiotico."
L’argento colloidale è senza sapore, senza odore e non irrita i tessuti sensibili. Può essere assunto oralmente, come pure collocato su una garza e applicato direttamente su tagli, abrasioni, piaghe aperte e verruche.
Segue una lista parziale di più di 650 patologie che sono state trattate con successo con l’argento colloidale:
- Acne ed antrace
- Appendicite
- Piede dell’atleta
- Scottature e bruciature
- Candida Albicans
- Congiuntiviti e infezioni Crypro pondium.
- Cistite
- Dermatite
- Diarrea
- Difterite
- Eczemi
- Emorroidi
- Fuoco di Sant’Antonio
- Gastriti
- Infezioni da Streptococco e Stafilococco*****
- Infezioni variamente localizzate
- Influenza
- Meningite*******
- Oftalmia
- Impetigine
- Psoriasi
- Piorrea
- Sangue avvelenato
- Salmonella
- Scarlattina
- Seborrea
- Polmonite
- Poliomielite
- Sifilide
- Tetano
- Ulcera
- Verruche
- Tosse convulsa
- Diabete********
- Cancro***********
- Sindrome di Affaticamento cronico*****
- Catarro
- Colite
E’ molto importante notare che, a differenza dell’antibiotico tradizionale, l’argento non indebolisce il sistema immunitario ma, al contrario, lo rinforza. Questi dati scientifici sono stati ottenuti negli USA e sono reperibili tramite motore di ricerca su innumerevoli siti Internet.
http://www.argentocolloidale.it/
PDF : http://www.argentocolloidale.it/intranet/libretti/libretto384-02-1.pdf
PDF: http://www.argentocolloidale.it/intranet/libretti/libretto384-01-1.pdf
Domande frequenti sull'Argento Colloidale
Sono conosciute reazioni allergiche all'argento colloidale?
Secondo le nostre esperienze e le nostre fonti no. Sembra che non ci sia reazione allergica all'argento colloidale puro.
Ho delle otturazioni in amalgama. Posso ingerire l'argento colloidale per bocca?
Certamente. Normalmente l'argento colloidale viene in contatto solo brevemente con le otturazione, quindi non succede nulla. Se le otturazioni sono numerose a avete timore di una reazione e meglio evitare gli sciacqui. Tuttavia non ci risultano e non ci sono state comunicate reazioni negative di questo tipo.
L'argento colloidale può interagire con i farmaci che prendo?
Non sono conosciute interazioni negative. Anzi è noto che è possibile ingerire dosi minori di antibiotici e antimicotici se si fa uso anche di argento colloidale. Per sicurezza si può adottare una semplice precauzione: assumere l'argento colloidale a stomaco vuoto, a 30 minuti di distanza da eventuali farmaci.
L'argento colloidale può venire in contatto con altri metalli?
Bisognerebbe evitare il contatto fra l'argento colloidale e altri metalli. Questa precauzione è importantissima durante la produzione (per non “inquinare” il prodotto) e durante la somministrazione, consigliamo l'utilizzo di cucchiai di plastica o bicchierini di vetro.
Per quanto tempo posso conservare l'argento colloidale?
Sarebbe ottimale assumere sempre argento “fresco”, se questo non è possibile bisogna avere cura di conservarlo in bottigliette di vetro scuro (ne in contenitori di vetro ne in plastica). Si può conservare l'argento colloidale per almeno 3 settimane senza che ci siano cambiamenti rilevanti del prodotto. Conservare in un luogo buio e fresco, non in frigorifero o in vicinanza di altri elettrodomestici (televisione, base del telefono cordless, lampade alogene, ecc).
C'è un dosaggio standard per l'argento colloidale?
L'efficacia di una sostanza curativa dipende sempre da diversi fattori, dalla tipologia e dall'intensità del malanno, dallo stato del sistema immunitario, dal peso corporeo e da tanti altri fattori.
Ma c'è una regola generale facile da ricordare: 2 ml di argento colloidale da 25 ppm per chilo di peso corporeo, vale per adulti, bambini e animali. Ma siccome ogni individuo risponde in modo molto differente è bene trovare un dosaggio individuale.
Per quanto tempo posso ingerire l'argento colloidale?
Normalmente si prende fino alla guarigione. Nella maggior parte delle affezioni acute si comincia con un dosaggio alto, che progressivamente va diminuito. L' argento può essere assunto anche a titolo preventivo per 2-4 settimane con un intervallo di 2 mesi prima del ciclo successivo). Assumere argento colloidale continuatamente senza un motivo particolare è sconsigliato. Se dopo 7 giorni non si è manifestato nessun miglioramento, è consigliabile chieder il parere di un medico.
Per quali malattie è particolarmente efficace l'argento colloidale?
L'argento colloidale è efficace contro batteri, virus, funghi e perfino vermi... quindi è indicato per tutte le affezioni causate da questi patogeni...e molto altro sia ad uso interno che esterno.
Posso assumere l'argento colloidale durante la gravidanza e l'allattamento?
Non sono noti effetti negativi ma per precauzione è meglio chieder al proprio medico o naturopata.
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- Farmacia di Sinigo
Piazza V.Veneto 9, 39012 Sinigo-Merano, BZ
- Farmacia Druso
Via delle Corse 58, 39012 Merano, BZ
- Farmacia di Maia Bassa
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Vendita per corrispondenza
Mail. info@farmacia-maiabassa.191.it
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Fax. 0473 312649
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- Farmacia Centrale
Via Orazio 4, 39100 BOLZANO
Vendita per corrispondenza
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Grazie e cordiali saluti
Battisti dott. Stefano
Farmacia Maia Bassa - Apotheke Untermais
via Roma, 118 - 39012 Merano
Romstrasse, 118 - 39012 Meran
Tel. +39-0473-236144 Fax +39-0473-212649
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Sclerosi multipla e CCSVI: parte uno studio
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Sclerosi multipla e CCSVI: parte uno studio
Sclerosi multipla e CCSVI: parte uno studio
Pubblicato il 9 luglio 2012 da prryhab
Da tempo si discute sulla possibile correlazione tra la ccsvi e la sclerosi multipla, due patologie diverse ma che potrebbero essere legate, almeno stando ai risultati raggiunti dal prof. Zamboni che per primo ha ipotizzato l’esistenza di una correlazione.
Ed in effetti sino ad oggi le ricerche hanno potuto appurare che la ccsvi si manifesta in oltre il 90% dei pazienti colpiti da sclerosi multipla il che comproverebbe, quindi, l’esistenza di un forte legame tra le due patologie.
Tra i diversi studi realizzati, spicca quello portato avanti nel 2011 a Cleveland, grazie al quale si è potuto appurare che i difetti valvolari nelle vene giugulari si riscontrano in circa il 90% dei pazienti affetti da sclerosi multipla, con un’incidenza nettamente minore nei malati non colpiti da questa patologia. In aggiunta sempre questo studio ha reso noto come trattare i malati di sclerosi multipla con angioplastica venosa comporta immediati benefici, soprattutto in relazione a determinati sintomi quali la cefalea, la fatica cronica, il controllo vescicale e così via...............................
DA:
DA:
“In Italia c’è un clima di chiusura e autoreferenzialità mentre, ad esempio, nel Regno Unito l’Istituto nazionale di Sanità incoraggia ulteriori ricerche in questo campo – continua Pandolfo – Ecco, noi vogliamo, che si prenda atto della ricerca internazionale fin qui compiuta e si vada avanti, avendo presente l’interesse dei malati”.
Un fattore di rischio genetico e sm
Un fattore di rischio genetico potrebbe spiegare gli effetti dannosi dei farmaci sui pazienti affetti da sclerosi multipla.
Nel genoma umano si trova una singola lettera genetica che potrebbe rivelare perchè una terapia concepita per rallentare la sclerosi multipla, finisce spesso per peggiorare il quadro clinico.
Una nuova ricerca rivela che esiste una piccola variazione genetica che, associata ad un piccolo aumento del rischio nella SM, ostacola l'attività del fattore alfa di necrosi tumorale, un cruciale regolatore del sistema immunitario. La scoperta potrebbe spiegare come i farmaci che esercitano un'interferenza con questa proteina, finiscono con l'esacerbare la SM.
Inibitori del FTN alfa spesso sono inclusi nei farmaci contro le patologie autoimmuni. Tuttavia, quando i ricercatori hanno testato terapie anti FTN alfa in pazienti affetti da SM, i farmaci hanno provocato un peggioramento della malattia in diversi soggetti.
Un gruppo coordinato dal neuroimmunologo Lars Fugger, dell'Università di Oxford, riporta che una variazione legata alla SM nella sequenza dei geni relativi al recettore FTN alfa potrebbe aiutare a spiegare, e perfino a prevedere, un risultato negativo nel paziente con SM di un farmaco contenente un bloccante del FTN alfa. Ciò costituisce anche un esempio di come alcuni piccoli segnali genetici analoghi possano essere utilizzati a scopi clinici.
Trevor Kilpatrick, neurologo all'Istituto Florey per le Neuroscienze dell'Università di Melbourne, sottolinea l'importanza del lavoro e afferma che fornisce un ponte interessante tra le piccole differenze nella sequenza genetica e il funzionamento delle proteine che ne risultano. I ricercatori forniscono anche evidenze riguardo le sfumature specifiche di una patologia, cioè su come viene regolato il sistema autoimmunitario, sottolineando l'importanza di questi scambi delle sequenze sulle singole unità nel determinare la suscettibilità delle persone ad ammalarsi di patologie gravi come la sclerosi multipla.
Questa osservazione è emersa da uno studio che ha identificato sostituzioni di una lettera, fenomento conosciuto come polimorfismi del nucleotide singolo, legate statisticamente ad un rischio maggiormente elevato di ammalarsi di SM. Interessante notare che questi polimorfismi si trovano nel gene del recettore del FTN alfa. Il legame tra SM e FTN alfa ha portato i ricercatori ad investigare il percorso della proteina che risulta dal polimorfismo del singolo nucleotide.
Il nucleotide singolo produce una versione ridotta del recettore. Sebbene questa molecola si unisca comunque al FTN alfa, i segmenti mancanti gli impediscono di entrare nella membrana plasmatica. Piuttosto, la forma alternativa permane a girare intorno la cellula, legandosi al FTN alfa e rallentando l'attività di quest ultimo (quindi l'opposto funzionamento della forma completa). Così facendo, il recettore ridotto tiene il FTN alfa lontano dal suo posto naturale sulla superfice cellulare. I ricercatori suggeriscono che questo funzionamento di bloccaggio del FTN alfa rispecchia l'attività clinica degli antagonisti del FTN alfa, che può esacerbare la sclerosi multipla. La scoperta indica che il blocco del FTN aumenta i rischi nella SM, e che determinati farmaci possono amplificare questo effetto.
Inoltre, comprendere il funzionamento di questo recettore ridotto potrebbe aiutare a prevedere gli effetti collaterali di questo tipo di farmaci sul paziente già nei trials clinici. Se i ricercatori avessero saputo della correlazione tra la patologia e la firma genetica che interferisce con l'attività del FTN alfa, essi avrebbero potuto prevedere che bloccare il FTN alfa con i farmaci avrebbe potuto dare vita a problemi.
Il genotipo potrebbe costituire una via d'accesso alla comprensione del funzionamento dei farmaci e sul perchè gli effetti sono così differenti di persona in persona. Adesso la ricerca deve concentrarsi sul capire perchè questi polimorfismi sono collegati alla patologia.
anticorpo nel sangue non presente nei malati di sclerosi multipla
I
ricercatori hanno identificato un anticorpo nel sangue dei malati di
sclerosi multipla che sembra non essere presente in coloro che non sono
affetti da questa patologia.
Proprio questo anticorpo sarebbe responsabile del danneggiamento della mielina, che determina la SM.
Questo studio, ancora alle sue fasi premilinari, potrebbe portare alla messa a punto di uno specifico esame del sangue per la diagnosi della sclerosi multipla. Inoltre, studiarne il funzionamento potrebbe portare a nuove terapie contro la malattia.
La ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, ha
interessato 400 persone in SM più una serie di controlli sani.
L'anticorpo è stato trovato nel sangue del 47% dei malati di SM mentre
in nessun soggetto sano è stato riscontrato. Lo studio è stato poi
ampliato ad altri 330 pazienti con altre patologie neurologiche e in
questo caso soltanto 3 persone presentavano questo anticorpo, segno
forse che è specifico della sclerosi multipla.
L'anticorpo,
chiamato KIR4.1, è stato iniettato nel cervello dei topi e si è
verificato un danneggiamento dei tessuti cerebrali e un'alterazione
della risposta immunitaria nella regione encefalica.
Resta da verificare l'analogia nel cervello umano.
L'attendibilità di questo studio è dato dall'ampiezza del campione, che
ha permesso non solo di verificare una teoria già avallata da tempo, ma
anche di essere specifici nell'individuare il tipo di anticorpo
probabilmente coinvolto.
Si auspica un prosieguo della ricerca
lungo questo filone, soprattutto perchè la sclerosi multipla differisce
molto a seconda del soggetto quindi c'è bisogno di individuare gli altri
anticorpi che, con ogni porbabilità, sono coinvolti nella patologia e
come interferiscono gli uni con gli altri, mandando in tilt il sistema
immunitario.
Proprio questo anticorpo sarebbe responsabile del danneggiamento della mielina, che determina la SM.
Questo studio, ancora alle sue fasi premilinari, potrebbe portare alla messa a punto di uno specifico esame del sangue per la diagnosi della sclerosi multipla. Inoltre, studiarne il funzionamento potrebbe portare a nuove terapie contro la malattia.
La ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, ha interessato 400 persone in SM più una serie di controlli sani. L'anticorpo è stato trovato nel sangue del 47% dei malati di SM mentre in nessun soggetto sano è stato riscontrato. Lo studio è stato poi ampliato ad altri 330 pazienti con altre patologie neurologiche e in questo caso soltanto 3 persone presentavano questo anticorpo, segno forse che è specifico della sclerosi multipla.
L'anticorpo, chiamato KIR4.1, è stato iniettato nel cervello dei topi e si è verificato un danneggiamento dei tessuti cerebrali e un'alterazione della risposta immunitaria nella regione encefalica.
Resta da verificare l'analogia nel cervello umano.
L'attendibilità di questo studio è dato dall'ampiezza del campione, che ha permesso non solo di verificare una teoria già avallata da tempo, ma anche di essere specifici nell'individuare il tipo di anticorpo probabilmente coinvolto.
Si auspica un prosieguo della ricerca lungo questo filone, soprattutto perchè la sclerosi multipla differisce molto a seconda del soggetto quindi c'è bisogno di individuare gli altri anticorpi che, con ogni porbabilità, sono coinvolti nella patologia e come interferiscono gli uni con gli altri, mandando in tilt il sistema immunitario.
11/07/12
Staminali amniotiche potenti come le embrionali
Scoperta sulle potenzialità rigenerative delle cellule staminali
Si possono riprogrammare le cellule staminali amniotiche per farle ritornare a uno stadio precedente, lo stesso in cui si trovano le staminali embrionali, caratterizzate per le loro alte proprietà rigenerative.A scoprirlo è uno studio pubblicato su Molecular Therapy da un gruppo di ricercatori di cui fa parte Paolo De Coppi, primario di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Great Ormond Street Hospital di Londra e ricercatore all’Università di Padova.....................
per leggere tutto l'articolo : http://www.italiasalute.it/7768/Staminali-amniotiche-potenti-come-embrionali.html
morbo di Parkinson / ISRAELE
Ricercatori
israeliani dell’Ospedale Beilinson e dell’Università di Tel Aviv hanno
identificato una proteina in grado di proteggere le cellule del cervello
dal morbo di Parkinson: un passo importante – scrive Haaretz,
annunciando lo studio – che fa avanzare la possibilità di sviluppare di
nuovi trattamenti o di prevenire la malattia. La proteina scoperta
previene in primo luogo la morte o la degenerazione di queste cellule
intervenendo così sulla causa primaria della malattia. La ricerca della
neurologa Nirit Lev dell’Ospedale Beilinson (insieme ai professori
Israel Steiner, Daniel Offen e Eldad Melamed) si è concentrata su un
gene, il DJ-1, in grado di sostenere i meccanismi di autodifesa delle
cellule nervose, visto che proprio le sue mutazioni sono correlate –
secondo vari studi – al rischio di sviluppo del Parkinson, di sclerosi
multipla e di complicazioni neurologiche associate al diabete. Per
proteggere le cellule nervose, occorreva dunque mettere a punto un
farmaco in grado di riprodurre le attività del gene DJ-1. Nel corso
delle ricerche è stato così identificato un peptide (proteina di basso
peso molecolare) che, attaccato ad un altro peptide, riesce a penetrare
la barriera sanguigna del cervello e ad entrare nel sistema nervoso che
produce la dopamina, proteina a difesa delle cellule nervose. La
molecola – chiamata dai ricercatori NID-13 – negli ultimi tre è stata
testata su topi di laboratorio progettati per sviluppare i sintomi del
Parkinson: i risultati hanno dimostrato che funziona. “La nostra
capacità di ‘correggere’ il livello di DJ-1 – ha detto Nirit Lev – era
determinante, visto che il Parkinson di norma si manifesta dopo una così
massiccia distruzione di cellule nervose che le rimanenti non ce la
fanno a compensare quelle morte. Quando avremo successo nel proteggere
queste cellule e di prevenire la loro graduale distruzione, i pazienti
potranno vedere la loro qualità di vita recuperata”.
info di: www.biofutura.it/2012/07/ ricerca-scoperta-israeliana-per -prevenzione-parkinson-passo-i mportante-per-lo-sviluppo-di-n uovi-farmaci/
10/07/12
I fitocannabinoidi - Guida – manuale
Estrazione domestica di tutti i fitocannabinoidi (identificate oltre 400
sostanze chimiche differenti , una settantina di tali componenti attivi
appartengono alla famiglia dei cannabinoidi, molti dei quali ancora
poco esaminati) presenti nella Cannabis Sativa, Indica e Ruderalis,
per gli usi medici dei cannabinoidi.
Le informazioni disponib ili su questo testo non in tendono in alcun modo
istigar e od indurre a compor tamenti VIETATI DALLA LEGGE.
L’approvvigi onamento di cannabis, o suoi derivati, dev e av venire con le
m odalità pr es critte ai sensi del DPR 309/90 e s u cces sive m odificazioni.
I cannabinoidi di grande interesse sono:
il 9 - tetraidrocannabinolo (THC, Delta 9-THC, uno dei maggiori e più noti principi attivi
della Cannabis)
il cannabidiolo (CBD)
la tetraidrocannabivarina (THCV)
il cannabinolo (CBN)
il cannabigerolo (CBG)
il cannabinidiolo (CBND)
il cannabicromene (CBC)
il cannabiciclolo (CBL)
il cannabielsoino (CBE)
il cannabitriolo (CBT)
la cannabivarina (CBV)
la cannabicromevarina (CBCV)
la cannabidivarina (CBDV)
la cannabigerovarina (CBGV)
il cannabigerolo monoetiletere (CBGM)
I fitocannabinoidi possono esser ingeriti (sono liposolubili), vaporizzati e fumati.
Per l’estrazione dei cannabinoidi, le infiorescenze di Canapa, ( Erba, Maria, Ganja, Hemp, Kif,
Grass, Shit, Mary Jane, Marijuana, etc.) devono essere asciugate completamente *.
I cannabinoidi (THC,CBD, etc.) non sono idrosolubili (cioè non si sciolgono in acqua), ma lo sono
nei grassi, ( Olio, burro, grassi animali e vegetali) e in alcol, etere, cloroformio, solventi derivati dal
petrolio ( Esano, benzene, etere di petrolio, diclorometano, toluene, ecc... ). Questi ultimi hanno il
vantaggio di essere molto più selettivi, perchè negli alcoli oltre ai cannabinoidi si disciolgono anche
la clorofilla** e numerose altre sostanze. Purtroppo questi solventi sono estremamente tossici per
l'organismo umano così come lo sono in genere tutti i tipi di alcol. Benché vengano fatti evaporare,
i solventi lasciano sempre qualche residuo, l'unico con un grado di tossicità basso o trascurabile é
l'alcol etilico.
* I fiori di canapa sono asciutti quando, avvolti nel cellofan, non fanno più condensa.
** Per eliminare la clorofilla i coltivatori libanesi lasciano le piante di canapa sul campo fino a che non sono quasi
asciutte. Entro questo tempo acquistano un colore marrone - rossastro ( la clorofilla è distrutta dai Raggi UV del
sole ).
Esistono vari metodi di estrazione:
1°) – Estratto solido di cannabis: Hashish. Prodotto con il polline
dell’infiorescenza di canapa (tipologie di Hashish pregiato: il Charas [indiano], il
Manali, il Malana, il Parvati [prodotti nella regione himalayana dell’India],il Kashmiri,il
Nepal Temple Balls [nepalese], l’Afgano, il Pakistano) –
Come si prepara:
A) – durante il periodo di fioritura (è il metodo più antico e non prevede il taglio delle piante), a
più riprese sfregare tra il palmo delle mani, piano, le estremità fiorite della pianta,
B) – raschiare dalle mani, con apposito coltellino, la resina gommosa raccolta sul palmo delle
mani;
C) – raccogliere la resina di canapa (polline) in un contenitore liscio;
D) – impastare la resina, manualmente, in pani;
E) – sigillare la resina con cellofan, panni di canapa o lino.
2°) - Estratto solido di cannabis: Hashish. Prodotto con la di resina di canapa
(Cioccolato, Libanese, Libano Oro, Super Polm, Skuff, Bourbouqa, Marocco 00, Riff
marocchino, il Turco, Olandese, ecc) –
Come si prepara:
A) – scuotere, sbattere e/o strofinare i fiori maturi della canapa femmina su una serie di setacci;
B) – raccogliere la polvere resinosa in apposito contenitore;
C) – comprimere la polvere, dopo averla riscaldata per permettere che le resine si fondano ed
attacchino insieme, in blocchi o pani (magari con l’ausilio di mezzi meccanici);
D) – sigillare la resina con cellofan, panni di canapa o lino.
3°) - Estratto liquido di cannabis: Preparazione galenica magistrale a freddo di
olio di canapa, ottenuto per mezzo di un veicolo alcolico –
L'olio (3° - 4°), vaporizzato, fumato o ingerito, ha una concentrazione di cannabinoidi molto più
alta del materiale di partenza ( da 5 a 10) e quindi deve essere utilizzato, in proporzione, in quantità
ridotte.
L'Hash - Olio ha un'apparenza distintiva del dorato - miele e dal verde scuro a quasi nero con una
consistenza abbastanza solida (viscoso, simile a catrame). A temperatura ambiente è assai
appiccicoso, ma una volta riscaldato è un liquido.
Come si prepara:
A) – far macerare l’infiorescenza (o l’ hashish) finemente sminuzzata in una soluzione idroalcolica
a 95° gradi alcolici volumetrici, in 5 - 10 volumi di alcol ed 1 volume di materiale, in un
contenitore chiuso (vaso, bottiglia o un recipiente di materiale neutro), in un luogo fresco e
scuro per 28 giorni, il periodo di un intero ciclo lunare.
B) – Trascorso il tempo previsto filtrare la soluzione in un recipiente, con un filtro di carta, un
collant, oppure con un colino a maglia fine e spremere la pianta;
C) – per separare la parte liquida (alcol e sostanze disciolte) si può fare evaporare l’alcol a
bagnomaria ( l'alcol etilico evapora a 78,3 °C, l'acqua a 100°C ) oppure può essere
recuperato in un qualunque distillatore ( in genere di vetro ) e rimarrà, comunque, sul fondo
l’estratto: L’olio.
4°) - Estratto liquido di cannabis: Preparazione galenica magistrale a caldo di olio
di canapa –
Come si prepara:
A) – mettere in un pentola l’infiorescenza sbriciolata;
B) – affogarla completamente in alcol con gradazione 40° - 50°;
C) – far cuocere a basso fuoco, circa 80º;
D) – filtrare la soluzione e fare evaporare l’alcol restante.
In questo modo, p.es., estraggono i principi attivi della cannabis per il medicinale << Sativex ® >>.
Il << Sativex ® >> è un farmaco a contenuto standardizzato di fitocannabinoidi e contiene solo due
forme purificate della canapa, THC e CBD. Per produrlo ( è uno spray sublinguale), estraggono i
cannabinoidi sotto vacuo in un circuito chiuso, recuperando così continuamente l'alcol, e
successivamente, affinché possa essere nebulizzato, lo allungano in solventi con un rapporto circa
1:1 (etanolo, glicole propilenico). Includono anche un ingrediente supplementare, l’ olio di menta
piperita, che evita al paziente il “temuto” effetto psicoattivo della cannabis (High).
* Il << Sativex ® >> è un prodotto industriale e l’utilizzo del “glicole propilenico” dipende dal fatto che, 1° costa
pochissimo e si nasconde molto bene negli oli essenziali, e 2°, contrasta l’effetto disseccante dell’alcool nella
lozione idroalcoolica. Il “propylene glycol” non esiste in natura, è un prodotto chimico.
5°) - Olio cotto di cannabis, per uso alimentare:
Come si prepara:
A) – ridurre l’infiorescenza di Cannabis in piccoli frammenti e metterla nella pentola;
B) – aggiungere olio (o burro) quanto basta, l’olio deve coprire bene i fiori (1:10 - 1:20 – 1:30, in
base alla % di THC presente nell’infiorescenza ed alla desiderata concentrazione di principi
attivi);
C) – aggiungere acqua, 4 – 5 - 6 cm (tanto, la si dovrà far evaporare, lentamente, tutta…), per
evitare surriscaldamenti ed allungare il tempo di cottura, per una buona estrazione;
D) – mettere con coperchio su fiamma bassa e far bollire;
E) – quando sta per svanire l’acqua allontanare dalla fiamma il tegame, perché l’olio surriscaldato
farebbe vaporizzare i cannabinoidi, far svaporare tutta l’acqua e continuare a mantenerlo caldo
(a circa 80°: non bollente, no frittura!) per almeno 5 minuti;
F) – lasciare macerare per 1 giorno e filtrare;
6°) – Tintura madre e tintura classica di canapa –
La tintura è una preparazione liquida ottenuta mediante l'azione estrattiva dell'alcol sulla pianta
intera o su sue parti (foglie, radici, ecc.).
La differenza più rilevante tra la tintura classica e la tintura madre (T.M.) é nel materiale di
partenza: nella tintura classica é costituito dalla droga secca, mentre nella tintura madre é dato dalla
pianta fresca. In tal modo nella tintura madre vengono preservati più principi attivi.
Pro. Trattandosi di una forma di estrazione molto diffusa e tra le più utilizzate in Fitoterapia. E' un
preparato che si presta bene all’automedicazione e l'efficacia, nella maggior parte dei casi, è buona.
Contro. Il contenuto in alcol non è irrilevante e pertanto non è adatta a chi presenta disturbi al
fegato, ai bambini e a chiunque abbia problemi con l'alcol.
Come si prepara:
A) – La droga, viene messa a macerare, in una bottiglia o un recipiente di materiale neutro, in una
soluzione idroalcolica che va dai 45° ai 70° gradi alcolici volumetrici, in relazione alla
quantità d'acqua che la pianta contiene naturalmente: è necessaria quella percentuale di alcol
che permette di ottenere un rapporto droga/solvente. Nella preparazione delle tinture
idroalcooliche si adotta generalmente una regola fissa: per ottenere cinque parti di tintura
finale, è necessaria una parte di droga (ovvero, 20 grammi di droga per ottenere 100 ml di
tintura).
B) – mettere la pianta a macerare per un periodo variabile, da 25 a 40 giorni.
C) – filtrare la soluzione così ottenuta e farla decantare per 48 ore.
In questo modo (con alcol a 45° - 70° gradi) la T.M. di cannabis agisce prevalentemente in virtù
della presenza dei 330 principi attivi, diversi dai cannabinoidi, identificati nel fiore di canapa
(alcaloidi, oligoelementi, etc). Ma, per sciogliere anche i cannabinoidi basta far cuocere a circa 80º
la soluzione idroalcolica con i fiori di cannabis, oppure, far macerare la pianta in una soluzione a
95° gradi alcolici e, infine, per ridurre la gradazione alcolica della T.M. ottenuta, aggiungere acqua
q.b. La scadenza è di 5 anni, a confezione chiusa.
7°) – Tisana -
Con l’infiorescenza si può preparare, inizialmente (prima di procedere con il 2°,4° o 5° metodo di
estrazione), per combinare l’azione terapeutica di altri principi attivi presenti nell’infiorescenza di
canapa, un eccellente “The di canapa”, ma ricordate che, in tutte le tisane, i Cannabinoidi sono
presenti in quantità minore rispetto a quella terapeuticamente attiva (non sono idrosolubili) e si
preparano prima dell'uso perché si alterano facilmente.
Come si prepara:
A) – far bollire l' ”erba” per almeno 20 - 30 minuti, coperta aggiungendo acqua di tanto in tanto;
B) – separare con il setaccio la tisana dall’infiorescenza lasciando sul fondo del tegame i pistilli e
resina non disciolta nell’acqua;
C) – rimettere l’infiorescenza nella pentola e continuare l’estrazione dei cannabinoidi,
indifferentemente, con il 3°, 4° o 5° metodo illustrato.
Nota1: tutti i processi di estrazione del THC e del CBD, per non buttare nulla, si devono ripetere
almeno due volte.
Nota2: I recipienti usati per la conservazione di tutti gli estratti liquidi di Cannabis, devono essere
di vetro scuro (o meglio, rivestiti con nastro adesivo di colore nero coprente) con chiusura
ermetica, e tenuti in un luoghi freschi ed oscuri;
I farmaci, correntemente commercializzati in Italia per uso
terapeutico ( Cannabis Curativa ), sono:
a) Cannabinoidi naturali, Cannabis Flos:
Bedrocan ®
Bedrobinol ®
Bediol ®
b) Estratto di Cannabis:
<< Sativex ® >>
c) Cannabinoidi di sintesi:
Marinol ® (dronabinol)
Cesamet ® (nabilone)
Va fatto notare che i derivati sintetici sembrano mostrare minore efficacia e maggiore incidenza di
effetti collaterali rispetto ai derivati naturali, a tutt'oggi preferiti da molti pazienti.
Per informazioni dettagliate, sugli usi terapeutici della cannabis, visitate il sito dell’Associazione
per la Cannabis Terapeutica [ACT]: www.medicalcannabis.it .
https://www.dropbox.com/s/zxid0r8sfzmn427/Guida-manuale_%20estrazione%20domestica%20dei%20cannabinoidi%203%20documento%20di%20Stefano%20Balbo.pdf
sostanze chimiche differenti , una settantina di tali componenti attivi
appartengono alla famiglia dei cannabinoidi, molti dei quali ancora
poco esaminati) presenti nella Cannabis Sativa, Indica e Ruderalis,
per gli usi medici dei cannabinoidi.
Le informazioni disponib ili su questo testo non in tendono in alcun modo
istigar e od indurre a compor tamenti VIETATI DALLA LEGGE.
L’approvvigi onamento di cannabis, o suoi derivati, dev e av venire con le
m odalità pr es critte ai sensi del DPR 309/90 e s u cces sive m odificazioni.
I cannabinoidi di grande interesse sono:
il 9 - tetraidrocannabinolo (THC, Delta 9-THC, uno dei maggiori e più noti principi attivi
della Cannabis)
il cannabidiolo (CBD)
la tetraidrocannabivarina (THCV)
il cannabinolo (CBN)
il cannabigerolo (CBG)
il cannabinidiolo (CBND)
il cannabicromene (CBC)
il cannabiciclolo (CBL)
il cannabielsoino (CBE)
il cannabitriolo (CBT)
la cannabivarina (CBV)
la cannabicromevarina (CBCV)
la cannabidivarina (CBDV)
la cannabigerovarina (CBGV)
il cannabigerolo monoetiletere (CBGM)
I fitocannabinoidi possono esser ingeriti (sono liposolubili), vaporizzati e fumati.
Per l’estrazione dei cannabinoidi, le infiorescenze di Canapa, ( Erba, Maria, Ganja, Hemp, Kif,
Grass, Shit, Mary Jane, Marijuana, etc.) devono essere asciugate completamente *.
I cannabinoidi (THC,CBD, etc.) non sono idrosolubili (cioè non si sciolgono in acqua), ma lo sono
nei grassi, ( Olio, burro, grassi animali e vegetali) e in alcol, etere, cloroformio, solventi derivati dal
petrolio ( Esano, benzene, etere di petrolio, diclorometano, toluene, ecc... ). Questi ultimi hanno il
vantaggio di essere molto più selettivi, perchè negli alcoli oltre ai cannabinoidi si disciolgono anche
la clorofilla** e numerose altre sostanze. Purtroppo questi solventi sono estremamente tossici per
l'organismo umano così come lo sono in genere tutti i tipi di alcol. Benché vengano fatti evaporare,
i solventi lasciano sempre qualche residuo, l'unico con un grado di tossicità basso o trascurabile é
l'alcol etilico.
* I fiori di canapa sono asciutti quando, avvolti nel cellofan, non fanno più condensa.
** Per eliminare la clorofilla i coltivatori libanesi lasciano le piante di canapa sul campo fino a che non sono quasi
asciutte. Entro questo tempo acquistano un colore marrone - rossastro ( la clorofilla è distrutta dai Raggi UV del
sole ).
Esistono vari metodi di estrazione:
1°) – Estratto solido di cannabis: Hashish. Prodotto con il polline
dell’infiorescenza di canapa (tipologie di Hashish pregiato: il Charas [indiano], il
Manali, il Malana, il Parvati [prodotti nella regione himalayana dell’India],il Kashmiri,il
Nepal Temple Balls [nepalese], l’Afgano, il Pakistano) –
Come si prepara:
A) – durante il periodo di fioritura (è il metodo più antico e non prevede il taglio delle piante), a
più riprese sfregare tra il palmo delle mani, piano, le estremità fiorite della pianta,
B) – raschiare dalle mani, con apposito coltellino, la resina gommosa raccolta sul palmo delle
mani;
C) – raccogliere la resina di canapa (polline) in un contenitore liscio;
D) – impastare la resina, manualmente, in pani;
E) – sigillare la resina con cellofan, panni di canapa o lino.
2°) - Estratto solido di cannabis: Hashish. Prodotto con la di resina di canapa
(Cioccolato, Libanese, Libano Oro, Super Polm, Skuff, Bourbouqa, Marocco 00, Riff
marocchino, il Turco, Olandese, ecc) –
Come si prepara:
A) – scuotere, sbattere e/o strofinare i fiori maturi della canapa femmina su una serie di setacci;
B) – raccogliere la polvere resinosa in apposito contenitore;
C) – comprimere la polvere, dopo averla riscaldata per permettere che le resine si fondano ed
attacchino insieme, in blocchi o pani (magari con l’ausilio di mezzi meccanici);
D) – sigillare la resina con cellofan, panni di canapa o lino.
3°) - Estratto liquido di cannabis: Preparazione galenica magistrale a freddo di
olio di canapa, ottenuto per mezzo di un veicolo alcolico –
L'olio (3° - 4°), vaporizzato, fumato o ingerito, ha una concentrazione di cannabinoidi molto più
alta del materiale di partenza ( da 5 a 10) e quindi deve essere utilizzato, in proporzione, in quantità
ridotte.
L'Hash - Olio ha un'apparenza distintiva del dorato - miele e dal verde scuro a quasi nero con una
consistenza abbastanza solida (viscoso, simile a catrame). A temperatura ambiente è assai
appiccicoso, ma una volta riscaldato è un liquido.
Come si prepara:
A) – far macerare l’infiorescenza (o l’ hashish) finemente sminuzzata in una soluzione idroalcolica
a 95° gradi alcolici volumetrici, in 5 - 10 volumi di alcol ed 1 volume di materiale, in un
contenitore chiuso (vaso, bottiglia o un recipiente di materiale neutro), in un luogo fresco e
scuro per 28 giorni, il periodo di un intero ciclo lunare.
B) – Trascorso il tempo previsto filtrare la soluzione in un recipiente, con un filtro di carta, un
collant, oppure con un colino a maglia fine e spremere la pianta;
C) – per separare la parte liquida (alcol e sostanze disciolte) si può fare evaporare l’alcol a
bagnomaria ( l'alcol etilico evapora a 78,3 °C, l'acqua a 100°C ) oppure può essere
recuperato in un qualunque distillatore ( in genere di vetro ) e rimarrà, comunque, sul fondo
l’estratto: L’olio.
4°) - Estratto liquido di cannabis: Preparazione galenica magistrale a caldo di olio
di canapa –
Come si prepara:
A) – mettere in un pentola l’infiorescenza sbriciolata;
B) – affogarla completamente in alcol con gradazione 40° - 50°;
C) – far cuocere a basso fuoco, circa 80º;
D) – filtrare la soluzione e fare evaporare l’alcol restante.
In questo modo, p.es., estraggono i principi attivi della cannabis per il medicinale << Sativex ® >>.
Il << Sativex ® >> è un farmaco a contenuto standardizzato di fitocannabinoidi e contiene solo due
forme purificate della canapa, THC e CBD. Per produrlo ( è uno spray sublinguale), estraggono i
cannabinoidi sotto vacuo in un circuito chiuso, recuperando così continuamente l'alcol, e
successivamente, affinché possa essere nebulizzato, lo allungano in solventi con un rapporto circa
1:1 (etanolo, glicole propilenico). Includono anche un ingrediente supplementare, l’ olio di menta
piperita, che evita al paziente il “temuto” effetto psicoattivo della cannabis (High).
* Il << Sativex ® >> è un prodotto industriale e l’utilizzo del “glicole propilenico” dipende dal fatto che, 1° costa
pochissimo e si nasconde molto bene negli oli essenziali, e 2°, contrasta l’effetto disseccante dell’alcool nella
lozione idroalcoolica. Il “propylene glycol” non esiste in natura, è un prodotto chimico.
5°) - Olio cotto di cannabis, per uso alimentare:
Come si prepara:
A) – ridurre l’infiorescenza di Cannabis in piccoli frammenti e metterla nella pentola;
B) – aggiungere olio (o burro) quanto basta, l’olio deve coprire bene i fiori (1:10 - 1:20 – 1:30, in
base alla % di THC presente nell’infiorescenza ed alla desiderata concentrazione di principi
attivi);
C) – aggiungere acqua, 4 – 5 - 6 cm (tanto, la si dovrà far evaporare, lentamente, tutta…), per
evitare surriscaldamenti ed allungare il tempo di cottura, per una buona estrazione;
D) – mettere con coperchio su fiamma bassa e far bollire;
E) – quando sta per svanire l’acqua allontanare dalla fiamma il tegame, perché l’olio surriscaldato
farebbe vaporizzare i cannabinoidi, far svaporare tutta l’acqua e continuare a mantenerlo caldo
(a circa 80°: non bollente, no frittura!) per almeno 5 minuti;
F) – lasciare macerare per 1 giorno e filtrare;
6°) – Tintura madre e tintura classica di canapa –
La tintura è una preparazione liquida ottenuta mediante l'azione estrattiva dell'alcol sulla pianta
intera o su sue parti (foglie, radici, ecc.).
La differenza più rilevante tra la tintura classica e la tintura madre (T.M.) é nel materiale di
partenza: nella tintura classica é costituito dalla droga secca, mentre nella tintura madre é dato dalla
pianta fresca. In tal modo nella tintura madre vengono preservati più principi attivi.
Pro. Trattandosi di una forma di estrazione molto diffusa e tra le più utilizzate in Fitoterapia. E' un
preparato che si presta bene all’automedicazione e l'efficacia, nella maggior parte dei casi, è buona.
Contro. Il contenuto in alcol non è irrilevante e pertanto non è adatta a chi presenta disturbi al
fegato, ai bambini e a chiunque abbia problemi con l'alcol.
Come si prepara:
A) – La droga, viene messa a macerare, in una bottiglia o un recipiente di materiale neutro, in una
soluzione idroalcolica che va dai 45° ai 70° gradi alcolici volumetrici, in relazione alla
quantità d'acqua che la pianta contiene naturalmente: è necessaria quella percentuale di alcol
che permette di ottenere un rapporto droga/solvente. Nella preparazione delle tinture
idroalcooliche si adotta generalmente una regola fissa: per ottenere cinque parti di tintura
finale, è necessaria una parte di droga (ovvero, 20 grammi di droga per ottenere 100 ml di
tintura).
B) – mettere la pianta a macerare per un periodo variabile, da 25 a 40 giorni.
C) – filtrare la soluzione così ottenuta e farla decantare per 48 ore.
In questo modo (con alcol a 45° - 70° gradi) la T.M. di cannabis agisce prevalentemente in virtù
della presenza dei 330 principi attivi, diversi dai cannabinoidi, identificati nel fiore di canapa
(alcaloidi, oligoelementi, etc). Ma, per sciogliere anche i cannabinoidi basta far cuocere a circa 80º
la soluzione idroalcolica con i fiori di cannabis, oppure, far macerare la pianta in una soluzione a
95° gradi alcolici e, infine, per ridurre la gradazione alcolica della T.M. ottenuta, aggiungere acqua
q.b. La scadenza è di 5 anni, a confezione chiusa.
7°) – Tisana -
Con l’infiorescenza si può preparare, inizialmente (prima di procedere con il 2°,4° o 5° metodo di
estrazione), per combinare l’azione terapeutica di altri principi attivi presenti nell’infiorescenza di
canapa, un eccellente “The di canapa”, ma ricordate che, in tutte le tisane, i Cannabinoidi sono
presenti in quantità minore rispetto a quella terapeuticamente attiva (non sono idrosolubili) e si
preparano prima dell'uso perché si alterano facilmente.
Come si prepara:
A) – far bollire l' ”erba” per almeno 20 - 30 minuti, coperta aggiungendo acqua di tanto in tanto;
B) – separare con il setaccio la tisana dall’infiorescenza lasciando sul fondo del tegame i pistilli e
resina non disciolta nell’acqua;
C) – rimettere l’infiorescenza nella pentola e continuare l’estrazione dei cannabinoidi,
indifferentemente, con il 3°, 4° o 5° metodo illustrato.
Nota1: tutti i processi di estrazione del THC e del CBD, per non buttare nulla, si devono ripetere
almeno due volte.
Nota2: I recipienti usati per la conservazione di tutti gli estratti liquidi di Cannabis, devono essere
di vetro scuro (o meglio, rivestiti con nastro adesivo di colore nero coprente) con chiusura
ermetica, e tenuti in un luoghi freschi ed oscuri;
I farmaci, correntemente commercializzati in Italia per uso
terapeutico ( Cannabis Curativa ), sono:
a) Cannabinoidi naturali, Cannabis Flos:
Bedrocan ®
Bedrobinol ®
Bediol ®
b) Estratto di Cannabis:
<< Sativex ® >>
c) Cannabinoidi di sintesi:
Marinol ® (dronabinol)
Cesamet ® (nabilone)
Va fatto notare che i derivati sintetici sembrano mostrare minore efficacia e maggiore incidenza di
effetti collaterali rispetto ai derivati naturali, a tutt'oggi preferiti da molti pazienti.
Per informazioni dettagliate, sugli usi terapeutici della cannabis, visitate il sito dell’Associazione
per la Cannabis Terapeutica [ACT]: www.medicalcannabis.it .
https://www.dropbox.com/s/zxid0r8sfzmn427/Guida-manuale_%20estrazione%20domestica%20dei%20cannabinoidi%203%20documento%20di%20Stefano%20Balbo.pdf
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