CONTATORE PERSONE

01/10/24

Si è sempre sentito parlare di “malattie similari alla SM..............


malattie similari alla sclerosi multipla

Le malattie demielinizzanti sono tutte quelle malattie in cui la guaina mielinica, che avvolge molte delle fibre nervose all'interno del sistema nervoso centrale e periferico è danneggiata. Il processo di demielinizzazione può essere primitivo o secondario, nel primo caso all’origine del processo non abbiamo una vera e propria causa esterna, come accade nelle malattie demielinizzanti su base autoimmune, dove sono coinvolti vari fattori, mentre nelle secondarie vengono identificati in genere dei fattori esterni che le causano, come malattie infettive, malattia ischemica, malattia metabolica, mutazioni genetiche o agenti tossici come per esempio alcol.

 

Storicamente, si è sempre sentito parlare di “malattie similari alla sclerosi multipla” ma con diversa evoluzione della malattia e diverso grado di disabilità. Ci si è sempre chiesti se si trattasse della stessa o di una malattia diversa.  Sono malattie similari quelle che per tipologia di manifestazione, possono essere appunto considerate assimilabili alla SM, arche se poi magari hanno delle proprie caratteristiche distintive.
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DIAGNOSI

        • Valutazione medica
        • Risonanza magnetica per immagini
        • Talvolta esami supplementari
        Dal momento che i sintomi sono molto vari, il medico può non riconoscere la malattia ai suoi esordi. Sospetta la sclerosi multipla nei giovani che sviluppano improvvisamente vista offuscata o doppia, oppure problemi di movimento o sensazioni anomale in varie parti del corpo non correlate. La variabilità dei sintomi e un modello di recidive e remissioni sostengono la diagnosi. I pazienti devono descrivere chiaramente tutti i sintomi di cui soffrono al medico, in particolare se i sintomi non sono presenti quando si recano dal medico.
        Quando il medico sospetta la sclerosi multipla, valuta attentamente il sistema nervoso (esame neurologico) durante un esame obiettivo. In seguito esamina il fondo dell’occhio (retina) con un oftalmoscopio. Il disco ottico (il punto in cui il nervo ottico si unisce alla retina) può essere insolitamente pallido, il che indica un danno al nervo ottico.
        La risonanza magnetica per immagini (RMI) è l’esame di diagnostica per immagini migliore per rilevare la sclerosi multipla. Solitamente consente di individuare le aree di demielinizzazione nel cervello e nel midollo spinale. Prima della RMI, il medico può iniettare del gadolinio, un mezzo di contrasto paramagnetico, nel flusso sanguigno. Il gadolinio aiuta a distinguere le aree di demielinizzazione recenti e l’infiammazione attiva di quelle più vecchie. Talvolta la sclerosi multipla viene individuata quando viene eseguita una RMI per un altro motivo, prima che provochi qualunque sintomo.

Ulteriori esami

      • La diagnosi può essere chiara sulla base di sintomi attuali, anamnesi di recidive e remissioni, esame obiettivo e RMI. In caso contrario, vengono effettuati altri esami per ottenere informazioni supplementari:
        • Puntura lombare (rachicentesi): viene prelevato un campione di liquido cerebrospinale per essere analizzato. Il contenuto di proteina del liquido può essere superiore al normale. La concentrazione di anticorpi può essere alta e viene rilevato un modello specifico di anticorpi (chiamato fascia oligoclonale) nella maggior parte delle persone con sclerosi multipla.
        • Risposte evocate: per questo esame vengono usati degli stimoli sensoriali, come luci lampeggianti, per attivare alcune aree del cervello, e vengono registrate le risposte elettriche cerebrali. Nelle persone con sclerosi multipla, la risposta del cervello agli stimoli può essere lenta perché le fibre nervose demielinizzate non sono in grado di condurre normalmente i segnali. Questo esame può anche rilevare un danno leggero al nervo ottico.
        Altri esami possono aiutare il medico a distinguere la sclerosi multipla da disturbi che causano sintomi simili, come AIDSparaparesi spastica tropicalevasculite, artrite del collo, sindrome di Guillain-Barréatassia ereditarialupusmalattia di Lymerottura di un disco spinalesifilide e una cisti nel midollo spinale (siringomielia). Ad esempio, possono essere effettuati degli esami del sangue per escludere la malattia di Lyme, la sifilide, la paraparesi spastica tropicale e il lupus, e degli esami di diagnostica per immagini possono aiutare ad escludere artrite del collo, rottura di un disco spinale e siringomielia.

Prognosi

      • Gli effetti della sclerosi multipla e la rapidità alla quale progredisce variano notevolmente e in modo imprevedibile. Le remissioni possono durare da mesi a 10 anni o più. Tuttavia, alcune persone, come gli uomini che sviluppano la malattia nella mezza età e che hanno attacchi frequenti, possono diventare rapidamente disabili. Ciononostante, circa il 75% delle persone con sclerosi multipla non ha bisogno di una sedia a rotelle nell’arco della vita e per il 40% non c’è interruzione delle attività.
        Il fumo di sigarette può accelerare la progressione della malattia.
        A meno che la sclerosi multipla non sia molto grave, in genere non viene compromessa l’aspettativa di vita.

Trattamento

        • Corticosteroidi
        • Vengono anche utilizzati farmaci che possono aiutare a evitare che il sistema immunitario attacchi le guaine mieliniche.
        • Misure per controllare i sintomi
        Nessun trattamento per la sclerosi multipla è efficace in modo uniforme.

Corticosteroidi

      • Per un attacco acuto, vengono utilizzati essenzialmente i corticosteroidi. Probabilmente agiscono sopprimendo il sistema immunitario. Vengono somministrati per brevi periodi per calmare i sintomi immediati (come la perdita di vista, forza o coordinazione) se questi interferiscono con le funzionalità. Ad esempio, il prednisone può essere assunto per via orale, oppure il metilprednisolone può essere somministrato per via endovenosa. Anche se i corticosteroidi possono ridurre le recidive e rallentare la progressione della sclerosi multipla, non la interrompono.
        I corticosteroidi sono usati raramente per un lungo periodo perché possono avere molti effetti collaterali, come aumento di sensibilità alle infezioni, diabete, aumento di peso, affaticamento, osteoporosi e ulcere. I corticosteroidi sono iniziati e interrotti in base alle necessità.

Farmaci per aiutare a controllare il sistema immunitario

      • Vengono anche utilizzati farmaci che possono aiutare a evitare che il sistema immunitario attacchi le guaine mieliniche. Questi farmaci aiutano a ridurre il numero di recidive future. Tra questi:
        • L’interferone beta, somministrato per iniezione, riduce la frequenza delle recidive e può contribuire a ritardare l’invalidità.
        • Il glatiramer acetato, somministrato per iniezione, può avere benefici simili per le persone con sclerosi multipla lieve precoce.
        • Il mitoxantrone, un farmaco chemioterapico, può ridurre la frequenza delle recidive e rallentare la progressione della malattia. Viene somministrato solo per un massimo di 2 anni e solo quando altri farmaci non funzionano, perché alla lunga può portare a danni cardiaci.
        • Il natalizumab è un anticorpo somministrato per infusione endovenosa una volta al mese. È più efficace di altri farmaci nel ridurre il numero di recidive e nel prevenire un danno ulteriore al cervello. Tuttavia, il natalizumab può aumentare il rischio di un’infezione rara e letale dell’encefalo e del midollo spinale (leucoencefalopatia multifocale progressiva).
        • L’alemtuzumab (usato per trattare la leucemia) è efficace nel trattamento della sclerosi multipla con andamenti recidivanti (andamento recidivante-remittente e recidivante progressivo) ed è somministrato per via endovenosa. Tuttavia, aumenta il rischio di gravi disturbi autoimmuni e di alcuni tipi di tumore. Di conseguenza, alemtuzumab viene solitamente usato solo quando il trattamento con due o più altri farmaci si è rivelato inefficace.
        • Le immunoglobuline, somministrate per via endovenosa una volta al mese, aiutano occasionalmente quando altri farmaci sono stati inefficaci. Le immunoglobuline sono costituite da anticorpi ottenuti dal sangue di persone con un sistema immunitario sano.
        • Il fingolimod, la teriflunomide e il dimetilfumarato possono essere usati per trattare la sclerosi multipla che si manifesta con andamento recidivante. Questi farmaci possono essere assunti per via orale. Il fingolimod e il dimetilfumarato aumentano inoltre il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva, nonostante il rischio sia molto inferiore rispetto a natalizumab.
        • L’ocrelizumab è un anticorpo monoclonale usato per trattare la sclerosi multipla con andamento recidivante o progressivo primario. Viene somministrato come infusione endovenosa ogni 6 mesi. Può causare reazioni all’infusione, che possono comprendere eruzione cutanea, prurito, difficoltà respiratorie, edema della gola, capogiri, ipotensione arteriosa e tachicardia.
        I farmaci che aumentano il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva (natalizumab, fingolimod e dimetilfumarato) vengono utilizzati solo da medici con una speciale formazione. Inoltre, i soggetti che li assumono vanno periodicamente controllati per la comparsa di segni di leucoencefalopatia multifocale progressiva. Le analisi del sangue per il virus JC, che provoca leucoencefalopatia multifocale progressiva, vengono effettuate periodicamente.

Altri trattamenti

      • Alcuni esperti consigliano la plasmaferesi per le recidive gravi che non possono essere controllate con i corticosteroidi. Tuttavia, i benefici della plasmaferesi non sono stati definiti. Per questo trattamento, viene prelevato del sangue, gli anticorpi anomali vengono rimossi e il sangue viene ri-trasfuso nella persona.
        Il trapianto di cellule staminali, eseguito presso centri specializzati nel trapianto di cellule staminali, può essere utile in caso di malattia grave difficile da trattare.

Controllo dei sintomi

      • Altri farmaci possono essere usati per calmare o controllare sintomi specifici:
        • Spasmi muscolari: i miorilassanti baclofene o tizanidina
        • Incontinenza urinaria: Oxibutinina, tamsulosina o un altro farmaco, a seconda del tipo di incontinenza
        • Dolore dovuto ad anomalie nei nervi: anticonvulsivanti (come gabapentinpregabalin o carbamazepina) oppure a volte antidepressivi triciclici (come amitriptilina)
        • Tremori: il betabloccante propranololo
        • Affaticamento: amantadina (utilizzata per trattare il morbo di Parkinson) oppure, più raramente, farmaci utilizzati per trattare la sonnolenza eccessiva (come modafinilarmodafinil e anfetamina)
        • Depressione: antidepressivi come sertralina o amitriptilina, consulenza psicologica o entrambi
        • Stipsi: assunzione regolare di emollienti delle feci o lassativi
        Chi soffre di ritenzione urinaria può imparare ad effettuare la cateterizzazione per svuotare la vescica.






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16/07/24

Vampire Hunters Try Unraveling Perplexing Unsolved Death | Vampires in America

 


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After uncovering possible vampire activity in the Sonoran Desert in Arizona, vampire hunters Eric Streit and Marcel Von Tingen investigate a recent unsolved death in that same area to see if there's any connection. Upon examining the bones of the victim, Eric seems to have found his answer! #TravelChannel #TRVL #VampireHunters






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VIDEO - La legge Lorenzin




La legge Lorenzin non sarà abolita. Almeno per ora.
L'emendamento proposto dal Senatore Claudio Borghi sarà con ogni probabilità giudicato inammissibile "per estraneità di materia" al decreto sulle liste d'attesa


VIDEO
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15/07/24

Divieto di trasferimento dei caregiver se non c’è il consenso del lavoratore

lavoratori che assistono un familiare disabile sono tutelati dalla legge italiana. La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 29009 del 17 dicembre 2020, ha chiarito che viene applicato il divieto di trasferimento dei caregiver quando i lavoratori non danno il proprio consenso.

Questa decisione si basa sull’art. 33 comma 5 della Legge n. 104/1992, che tutela chi presta assistenza ai familiari disabili.


Il caso di Napoli sul divieto di trasferimento dei caregiver

Un lavoratore è stato trasferito a una nuova sede aziendale e ha contestato il trasferimento in tribunale perché doveva assistere un familiare disabile.

Il Tribunale di Napoli ha dichiarato il trasferimento illegittimo e ha ordinato la riammissione del dipendente in servizio.

Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato questa decisione, sostenendo che la nuova sede era più vicina alla residenza del familiare. Il lavoratore ha fatto ricorso alla Cassazione, che ha accolto il suo appello.

La sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ricordato che il divieto di trasferimento dei caregiver si applica anche se il grado di disabilità del familiare non è gravea meno che il datore di lavoro non dimostri esigenze aziendali effettive e urgenti, insuscettibili di essere soddisfatte in altro modo.

Questo diritto scatta al momento della richiesta dei benefici previsti dalla Legge 104/1992, indipendentemente dall’autorizzazione dell’INPS.

Normativa e tutela dei lavoratori caregiver

L’art. 33 comma 5 della Legge n. 104/1992 protegge i lavoratori caregiver vietando il loro trasferimento senza consenso. Questa tutela limita il potere direttivo del datore di lavoro e garantisce l’assistenza continua ai familiari disabili.

La legge richiede un bilanciamento tra le esigenze aziendali e i diritti del lavoratore. Il datore di lavoro può dimostrare in tribunale la necessità di un trasferimento solo per esigenze tecniche, organizzative e produttive insormontabili.
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https://thewam.net/divieto-di-trasferimento-dei-caregiver-chiarezza/


ADHD

Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività – ADHD

Manifestazioni cliniche di base dell' ADHD sono la difficoltà a prestare attenzione, comportamenti impulsivi e/o un livello di attività motoria accentuato.

ADHD cos’è?

Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività – ADHD– è uno dei disturbi del neurosviluppo più frequenti e più studiati; colpisce il 3-5% dei bambini in età scolare dotati di un QI normale o superiore alla media, con un rapporto di 3 maschi per 1 femmina. L’ ADHD può persistere fino all’età adulta, per questo è definito un disturbo life-long (Barkley, 2002).

Le manifestazioni cliniche di base dell’ ADHD sono la difficoltà a prestare attenzionecomportamenti impulsivi e/o un livello di attività motoria accentuato.

Si parla di ADHD con disattenzione predominante quando il problema centrale del bambino è proprio il deficit attentivo. L’attenzione selettiva e l’attenzione sostenuta risultano essere le più compromesse in questa tipologia di ADHD, ma anche le funzioni esecutive, in particolar modo la pianificazione e la memoria di lavoro, sono deficitarie. Questa discontinuità dell’attenzione compromette l’apprendimento, non permette lo sviluppo di abilità cognitive come il problem solving e di strategie comportamentali adeguate ad instaurare relazioni soddisfacenti con gli adulti ed i compagni.

Si parla di ADHD con impulsività e iperattività predominante, invece, quando la funzionalità attentiva risulta lievemente compromessa, mentre il focus del disturbo risiede nel comportamento ipercinetico e nella mancanza di autoregolazione. Questi deficit si traducono in un’attivazione motoria spropositata ed inappropriata, eloquio eccessivo, difficoltà di inibizione delle risposte e difficoltà nel rispettare regole e turni.

Infine il tipo ADHD combinato presenta entrambe le classi di sintomi.

I bambini con ADHD hanno un deficit evolutivo che interessa i circuiti cerebrali correlati all’inibizione e all’autocontrollo. Alcune ricerche hanno messo in luce importanti differenze tra persone con ADHD e quelle che non sono affette da tale patologia: le aree cerebrali che governano le emozioni e la motivazione risultano essere più piccole rispetto alla popolazione generale. Inoltre si è osservato che i bambini in età prescolare con ADHD mostrano un volume cerebrale significativamente ridotto in più regioni della corteccia cerebrale, inclusi i lobi frontali, temporali e parietali, regioni tipicamente coinvolte nel controllo cognitivo e comportamentale.

Sulla base di tali caratteristiche possiamo dedurre che i bambini affetti da ADHD faticano molto a mantenere la loro mente su attività che richiedano concentrazione focale e prolungata nel tempo, per cui si annoiano e si distraggono anche dopo pochi minuti; hanno difficoltà a focalizzare consapevolmente l’attenzione al fine di pianificare, organizzare e completare attività o imparare qualcosa di nuovo; sono iperattivi, sempre in movimento, non riescono a stare seduti a lungo; posseggono scarse capacità di controllare gli impulsi e di pensare prima di agire; non tollerano la frustrazione, l’attesa prima di ottenere ciò che desiderano e non sanno rispettare i turni sia nei giochi che in una conversazione.



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Sindrome di Savant: esiste davvero un legame con l’Autismo?

 
Che cos’è la Sindrome di Savant?

La Sindrome di Savant è una condizione rara ma straordinaria in cui persone con disabilità mentale/cognitiva anche grave presentano capacità al di sopra della media oppure particolari talenti che raggiungono livelli eccezionali. Esse sono definite “islands of genius” perché appaiono come abilità isolate rispetto alla condizione di disabilità (Treffert, 1988).


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03/06/24

SCLEROSI MULTIPLA E..............

Le terapie sintomatiche e quelle riabilitative
Le terapie sintomatiche sono quelle capaci di alleviare i sintomi della malattia.
Per le persone con SM sono FONDAMENTALI, perché sono quelle da cui dipende la qualità della vita quotidiana e il mantenimento della PROPRIA AUTONOMIA.
Tra le terapie sintomatiche si trovano tutte quelle che riducono la CONTRAZIONE spastica dei MUSCOLI, la fatica, il dolore, le disfunzioni vescicali e sessuali e in generale LIMITANO i DISAGI che le persone si trovano ad AFFRONTARE OGNI GIORNO, anche al di fuori degli attacchi acuti della malattia.
A fianco delle terapie sintomatiche, si trovano le TERAPIE RIABILITATIVE, altrettanto INDISPENSABILI per il RECUPERO della QUALITÀ di VITA.
Sono le terapie di RIABILITAZIONE MOTORIA, PARTICOLARMENTE UTILI per le DIFFICOLTÀ di MOVIMENTO
Nb. BISOGNA sempre TENERE IL CORPO IN MOVIMENTO... IN QUALSIASI MODO
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02/06/24

lettura INTERESSANTE - Vincere la sclerosi multipla.............

https://www.amazon.it/Vincere-sclerosi-multipla-Venesson-Emilie/dp/8828526858

Colpita dalla SM all’età di 23 anni, Émilie Venesson era rassegnata a camminare con un bastone e a sopportare gli handicap della malattia quando ha incontrato Julien, giornalista scientifico specializzato in nutrizione. Il quale, dopo aver riflettuto e indagato a lungo sulla biologia della SM, si è immerso nella letteratura scientifica e da lì ha ideato una dieta ricca di vitamine, minerali e acidi grassi essenziali, priva di quei fattori nutrizionali che favoriscono l’autoimmunità.

Poco a poco lo stato di salute di Émilie è migliorato. L’autoimmunità e l’infiammazione sono andate diminuendo e gli episodi acuti si sono diradati fino a scomparire.

Oggi, all’età di 37 anni, non ha postumi né tracce di disabilità e la sua vita è tornata a essere normale. Julien e Émilie suggeriscono di seguire un programma dietetico, abbinato a uno stile di vita sano.
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Le informazioni che puoi trovare sono: spiegazioni dei fattori che contribuiscono alla malattia;
consigli nutrizionali specifici per ottimizzare i nutrienti protettivi ed eliminare gli alimenti problematici, a partire dal sale e dai cereali contenenti glutine; esempi di ricette semplici e gustose;
un protocollo di riabilitazione che va ben oltre quanto offerto dalla fisioterapia, per recuperare completamente le funzioni motorie danneggiate.

 Sì, è possibile fermare la progressione della Sclerosi Multipla!



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