CONTATORE PERSONE

13/04/12

Negli USA si esprime preoccupazione per l'utilizzo di Gilenya/Fingolimod/FTY720 nella SM

Negli USA si esprime preoccupazione per l'utilizzo di Gilenya/Fingolimod/FTY720  nella SM
Institute For Save Medication Practice (ISMP) è una Organizzazione no-profit, che ha come obiettivo un utilizzo ragionevolmente sicuro della pratica medica (farmacologica innanzitutto). Per far questo, monitorizza tutte le informazioni che pervengono alla Food and Drug Administration (FDA), il corrispondente USA della nostra European Medicines Agency (EMA).
QUESTO è il suo rapporto pubblicato il 5/4/2012, relativo al secondo quadrimestre 2011, dove vengono analizzate anche le segnalazioni relative a Gilenya(FINGOLIMOD), dall'analisi delle quali emergono dati preoccupanti relativi a problemi infettivi, oculari e cardiaci.

    60 casi di lesioni riferite alla retina
    68 segnalazioni di infezioni relative a occhio, pelle, apparato urinario e vie respiratorie
    16 casi relativi a complicazioni vascolari, con effetti avversi inclusa la sincope 
    riduzione della pressione sanguigna
    27 casi di rallentamento della frequenza cardiaca o bradicardia
    10 casi di edema priferico

In questa lista mancano ovviamente le 11 morti, in quanto segnalate nel terzo quadrimestre del 2011.
Sulla base di tali eventi avversi, ISMP ha esortato FDA ad intervenire urgentemente per limitare la prescrizione di Gilenya. Va ricordato che in USA il farmaco è prescrivibile anche come terapia di primo livello, contrariamente a quanto avviene in Italia, dove, almeno teoricamente, dovrebbe essere utilizzato come terapia di secondo livello.

Watchdog vuole che si applichino delle restrizioni su Gilenya
ISMP sollecita la FDA per limitare l'uso di Fingolimod (Fingolimod, Novartis) nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM), a causa di segnalazioni di eventi avversi postmarketing.
Il gruppo nonprofit dice in un nuovo rapporto: "I  dati post-marketing stanno evidenziando problemi di tossicità diffusa, che erano già evidenti durante la sperimentazione clinica di Fingolimod".
ISMP ha passato al setaccio le segnalazioni di eventi avversi correlati a fingolimod, che sono stati segnalati tramite il programma MedWatch della FDA nel secondo trimestre del 2011.
"Notevoli" , dicono, sono 68 segnalazioni di gravi infezioni, tra cui occhi, pelle, vie urinarie e infezioni delle alte vie respiratorie.  Sono stati segnalati  sessanta effetti collaterali agli occhi , tra cui edema maculare e  interruzioni di visione.
In 14 casi, i pazienti che assumono il farmaco sperimentato sintomi più generalizzati, tra cui controllo del ritmo cardiaco e danni al fegato, afferma il rapporto. Possibili complicazioni vascolari di questi effetti negativi includono sincope (16 casi), bradicardia (27 casi), ed edema periferico (10 casi), osserva il rapporto.

 "Questi segnali pongono il problema se si sa abbastanza circa il preoccupante profilo di sicurezza di questo farmaco per giustificare il suo uso continuato senza restrizioni. La sua gamma di noti effetti negativi per gli occhi, cuore, fegato, e la risposta immunitaria, così come le morti dei pazienti nella sorveglianza post-marketing e di test, sollevano la questione sul suo uso a lungo termine alla attuale dose approvata", conclude ISMP  .

La relazione esorta la FDA e il produttore a "prendere in considerazione le restrizioni sostanziali sul suo utilizzo e un maggiore monitoraggio" dei pazienti che lo utilizzano.

Fingolimod è il primo agente orale per il trattamento della sclerosi multipla. E' stato approvato dalla FDA nel settembre 2010 e dalla European Medicines Agency (EMA) nel marzo 2011. Tuttavia, il verificarsi della morte di un paziente subito dopo aver ricevuto una prima dose di Fingolimod a dicembre 2011 ha portato sia FDA che EMA ad una revisione dei rischi e benefici potenziali di Fingolimod. Tali giudizi sono ancora in corso.

Richiesto di un parere relativo alla relazione ISMP, Timothy Coetzee, Capo della Ricerca Medica della National MS Society [l'AISM USA ndr], ha detto a Medscape Medical News: "La FDA ha già annunciato che sta rivedendo il profilo di sicurezza di Fingolimod Stiamo seguendo la questione da vicino e siamo in attesa di conoscere i risultati della loro indagine. Pertanto, riteniamo che sarebbe un po' prematuro esprimersi in anticipo rispetto alla pubblicazione dei risultati della FDA, che ci aspettiamo sarà arriverà al più presto. "

GRAZIE A : Associazione Italiana CCSVI  www.ccsviitalia.org/gilenya_preoccupazioni_usa.html









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Cosa è il cancro?

spaziatore

http://www.drpierpaoli.ch/index.php?node=304&lng=1&rif=ed741cde39


In termini prettamente immunobiologici, il cancro può essere definito come la comparsa e la visibilità quantitativa nel corpo vivente di elementi cellulari anomali e con un grado di autonomia profondamente diversa da tumore a tumore, nel senso che essi, sia dal punto di vista metabolico che immunologico, si differenziano dalle cellule normali del portatore e costituiscono quindi un "corpo estraneo" che sfugge ad un controllo non-proliferativo, sia metabolico che immunologico.  In altre parole, e certamente semplificando, le cellule tumorali hanno o acquistano autonomia e possono quindi riprodursi al di fuori delle "regole" di controllo metabolico ed immunologico delle cellule normali dell'organismo. Le cellule tumorali sono o diventano, nel corso della progressiva trasformazione maligna, vieppiù indipendenti ed in un certo qual modo più "semplici" e meno esigenti dal punto di vista del metabolismo ossidativo, e da elementi riconoscibili dal nostro sistema immunitario come "self", quindi "proprie", diventano "non-self" o "diverse" e quindi sfuggono sempre più ad un controllo immunologico. Nonostante teoricamente la "sdifferenziazione" delle cellule tumorali dovrebbe portare ad una loro  maggiore "diversità" antigenica e di conseguenza ad un aumento della reazione immunitaria di rigetto del tumore, in realtà si verifica il fenomeno opposto e la cellula "maligna" diviene praticamente libera e avulsa dal contesto del corpo, analogamente ad un parassita che si nutre di elementi non suoi, conduce vita autonoma, e si scherma in modi diversi e raffinati verso le difese immunitarie. Il tumore è un vero ospite non gradito, che si accontenta di poco e semplice cibo, consuma poco ossigeno dell'ambiente, ma invade silenziosamente la casa e si comporta poi inaspettatamente come se ne fosse il padrone.  Questo processo è erroneamente visto come nuovo, mentre invece le cellule tumorali più o meno "quiescenti" o "dormenti", sono sempre nascoste e presenti nel corpo, per esempio nel midollo osseo,  ma non si replicano e non danno quindi origine ad un tumore. Quindi l'origine del cancro è verosimilmente dovuta alla rottura di un equilibrio centrale di controllo non-proliferativo, che noi abbiamo identificato nel sistema neuroendocrino o "ormonale".  L'esperienza acquisita nella disciplina integrativa medica ora nota come "neuroimmunomodulazione" (NIM),  ci fanno ritenere che alla base della rottura del controllo centrale che presiede alla non-crescita tumorale, vi sia uno squilibrio genetico-costituzionale o acquisito di natura "ormonale" in senso lato, che conduce poi ad una carenza del controllo "immunologico". Tuttavia, riteniamo che la componente immunologica,  sia sempre un elemento secondario allo squilibrio neuroendocrino, come da noi dimostrato con molti modelli sperimentali e come risultante di osservazioni cliniche svariatissime.  Questo spiega anche la ragione della ormono-dipendenza di molti tumori non anaplastici (poco maligni) come quelli degli organi della riproduzione (utero, prostata, ovaie, mammella),  che dipendono da cicli ormonali precisi. Io non credo affatto in una efficacia vera della "immunoterapia dei tumori" dato che essa può solo essere considerata nel contesto di una strategia basata sulla comprensione delle cause primarie che hanno condotto alla cosidetta "immunodeficienza" primaria. A mio avviso, la lotta contro i tumori deve essere condotta con la logica scientifica derivante dalle conoscenza di fisiologia e di patologia e dalla conoscenza quindi del "non-cancro", vale a dire della regolazione neuroendocrina del metabolismo ossidativo e della replicazione cellulare normali, che è basata su una miriade di elementi, in gran parte ignoti. La carenza di conoscenze integrate sui sistemi di regolazione cellulare e organica, ci costringono ad anticipare empiricamente dei tentativi terapeutici che permettano di prevenire il cancro, di tenerlo sotto controllo in certe fasi, e di eradicarlo totalmente con una terapia d'urto quando tutti i tentativi di prevenzione e di controllo siano falliti. Sono tuttavia convinto che già ora sia possibile prevenire le malattie oncologiche con una adeguata protezione, mantenendo l'integrità del sistema neuroendocrino e la splendida ritmicità biologica che è alla base della salute. Abbiamo "scoperto" la quanto mai ovvia esistenza dell' "orologio della salute", e ne possiamo fare impunemente uso. Il ritardo nella applicazione di procedure terapeutiche  elementari ed efficaci, sia pure ancora empiriche, non risponde ai criteri della logica scientifica e all'interesse del paziente, ma è solo prodotto dalla banale e interessata speculazione sulla chiara impossibilità di produrre risultati clinici nell'uomo nel corso di due-tre anni. Tale speculazione troverà una sua fine al termine di studi clinici in corso che indicheranno, non solo il modo per prevenire i tumori, ma anche come  invecchiare senza malattie. In tale strategia contemplo quindi delle fasi nella lotta ai tumori che possono essere suddivise come segue.


Prevenzione dei tumori come inevitabile conseguenza del mantenimento dell'equilibrio neuroendocrino circadiano:
la ghiandola pineale e la melatoninaSe la genesi dei tumori dipende dalla pre-esistente o acquisita inadeguatezza nel corso dell'invecchiamento del controllo neuroendocrino delle funzioni fisiologiche, ritengo che il mantenimento della ritmicità neuroendocrina circadiana sia la base fondamentale nella prevenzione dei tumori. Gli interventi ora praticabili per il mantenimento della  sincronicità di tutte le  funzioni corporee secondo i ritmi solari-planetari ultradiani, circadiani, lunari e stagionali,  consentono  di ri-sincronizzare tutte le funzioni neuroendocrine e quindi anche immunitarie in modo tale che, nonostante vi possano essere gravi squilibri persino in individui giovani, un monitoraggio neuroendocrino accurato deve permetterci di anticipare con largo margine di tempo la genesi dei tumori. Non risponde a verità la considerazione dello "stato di salute" dato che la nostrà società ha permesso la sopravvivenza di moltissime persone che non sarebbero sopravvissute nelle condizioni di vita di un secolo fà e portano quindi tare ereditarie e costituzionali ed una tendenza a sviluppare ogni tipo di malattia anche in età giovanile.  Per cui il monitoraggio della integrità del sistema neuroendocrino, mediante esami routinari, dovrebbe essere praticato sistematicamente dall'età giovanile a distanza di non più di sei mesi, allo scopo di individuare le alterazioni neuroendocrine e gli squilibri della ciclicità ormonale  che preludono alla genesi del tumore e ne sono la causa diretta.  La possibilità di ristabilire gradualmente o rapidamente una ritmicità biologica dei cosidetti "ormoni" con interventi esterni, è la base della prevenzione dei tumori a tutte le età.  La scoperta che l'invecchiamento è un programma insito nel "sistema pinealico" del cervello, consente ora di riequilibrare l'organismo sia dal punto di vista endocrinologico che immunologico.  Tale metodo è di una impressionante semplicità, ma richiede una educazione di base in fisiologia che pochi posseggono e molti stoltamente si vantano persino di non vedere, medici e specialisti inclusi!   E' del tutto chiaro che la somministrazione esogena di melatonina con ritmo serale è, in questo momento, la base unica e inconfutabile per la prevenzione dei tumori, assieme ad altri elementi coadiuvanti ma non determinanti come dieta, sonno ed esercizio fisico armonico e continuato. Si tratta  ora solo di identificare meglio gli elementi della ghiandola pineale che partecipano  al mantenimento dei ritmi circadiani e che possano accellerare ed incrementare la risincronizzazione biologica dell'organismo.


Cosa fare se il tumore è già insorto? La strategia dell'accerchiamento del tumore "benigno"
1) Gli inibitori dei fattori di crescita non servono.Nel corso degli ultimi venti anni abbiamo studiato in molti modelli  in vivo se l'inibizione dei fattori di crescita conosciuti (ormone della crescita, prolattina) o ancora non identificati nella loro natura chimica (tumor inhibiting factor, TIF) possano frenare o abrogare la crescita di tumori negli animali da esperimento.La mia conclusione è che questa è una strada sbagliata. Non è possibile cercare di arrestare un tumore maligno ed invasivo, e neppure relativamente "benigno",  con agenti inibitori della crescita e della proliferazione normale dei tessuti come nel caso, per esempio, della somatostatina. Infatti pochi sono i tumori  sensibili agli inibitori dei fattori di crescita fisiologici e, come è ben noto, i tumori acquisiscono un loro metabolismo e delle caratteristiche di autonomia e di autarchia che li rendono refrattari ad ogni influenza degli agenti di regolazione di cellule e tessuti normali.  Inoltre, e questa è stata la risposta dei miei esperimenti nei roditori, non è possibile inibire la crescita tumorale con agenti inibitori se non brevemente,  dato che la risposta del corpo dopo poco tempo sarà inevitabilmente, e fatalmente, un accelleramento della crescita tumorale. Infatti, esistono del meccanismi automatici, e nefasti in questo caso, per cui la inibizione artificiale ed esogena indotta, evocherà una risposta opposta che annullerà  e renderà micidiale per il paziente l'applicazione dell'inibitore.  In altri termini, la risposta contraria dell'organismo alla introduzione di fattori inbitori della crescita sarà tanto più vivace quanto più sarà potente il fattore inibitorio. Gli effetti positivi transitori eventualmente ottenuti sono illusori e inoltre i fattori inibitori introdotti produrranno inevitabilmente degli effetti collaterali dovuti allo sbilanciamento di tutto il sistema neuroendocrino e immunitario, il che è esattamente quello che vogliamo evitare!


2)   La ri-sincronizzazione neuroendocrina
Sono convinto che moltissimi tumori inizialmente ormono-dipendenti siano, nella loro fase iniziale, perfettamente "addomesticabili" e riconducibili al controllo centrale, purchè non si manometta il corpo e la psiche del "paziente" con procedimenti semplicistici e pseudo-terapeutici basati su: 1) Induzione di uno stato permanente di ansia e insicurezza che altera profondamente il sistema neuroendocrino e crea una aspetttiva di morte e dolore. 2)  Alterazione ulteriore e distruzione della ritmicità biologica con ormoni vari o inibitori della loro sintesi, compresi i famigerati beta-bloccanti e la somatostatina. 3) Manomissione irreversibile del sistema immunitario mediante l'uso di farmaci citostatici e chemioterapici che riducono o "curano" il tumore ma distruggono il sistema di sorveglianza immunologica del paziente, con gravi alterazioni metaboliche e spesso recidiva di tumori meno "benigni".  L'oncologo deve innanzi tutto riacquistare conoscenze moderne di biochimica e di fisiologia prima di prescrivere farmaci tossici che dovrebbero "inibire" o "distruggere" il tumore. Perchè mai dovrebbero tali farmaci privilegiare,  rispetto ai tessuti normali, i tumori che, di per sè, hanno spesso un sistema operativo di sopravvivenza più raffinato e evoluzionarmente antico, basato su meccanismi che risalgono ai batteri?  Questo concetto terapeutico è privo di qualsiasi logica!


La domanda che sempre mi pongo in ogni situazione di questo tipo é la seguente: cosa faresti se capitasse a te o a una persona a te cara? Questa domanda non presuppone una risposta precisa e convincente, ma mi pone in una situazione dove devo fare il possibile per cavarmela con onore!In molti casi si propone l'asportazione di un tumore presumibilmente primario e un intervento successivo di "pulizia" con chemioterapici vari e sempre "nuovi", assortiti secondo il capriccio e le mode dell'oncologia cosidetta "moderna", se non si consiglia invece giustamente una radioterapia nel caso di tumori molto radiosensibili. La decisione sta al paziente, ma in realtà dipende dal medico che ne gode la fiducia. Gli interventi di asportazione e trattamento del tumore più o meno "benigno"  riguardano una vasta gamma di forme tumorali sistemiche o localizzate ed essi non sono affatto da scartare a priori. Infatti, molti dei cosidetti tumori "trattabili" guariscono facilmente con diversi interventi, inclusi quelli tradizionali accettati ciecamente dalla medicina "moderna".  Il problema è che gli interventi chirurgici e i successivi trattamenti atti ad eradicare ogni traccia del tumore, sono altamente nocivi per la salute e l'integrità psicosomatica del paziente e forieri di ogni tipo di disturbi neuroendocrini, immunitari, psichici e spesso di recidive  ostili a ogni trattamento. Invece, a mio avviso, la comparsa di un tumore trattabile, non invasivo e poco "maligno", è un messaggio importante che l'organismo ci invia sul nostro stato di salute menomato da cause spesso remote e congenite, che spesso sfuggono alla comprensione e  vanno attribuite quasi sempre a fatti di natura intricata e complessa, anche socio-economica e familiare, e a ragioni crudeli ma naturali di selezione genetica. La domanda è sempre: perchè doveva capitare proprio a me? Quindi dobbiamo imparare a considerare il tumore benigno, non come un amico, ma come un ambasciatore che porta notizie allarmanti ma non catastrofiche, e che ci mette all'erta su una situazione pericolosa. La mia strategia sarebbe quella di battere il tumore sui tempi e di anticipare  con mosse preventive appropriate l'evoluzione della sua strabiliante astuzia. Si deve in altre parole, minare la base sulla quale si è generato il tumore, vale a dire un sistema neuroendocrino sbilanciato acquisito,  o indotto da cause diverse che è quasi sempre impossibile percepire in anticipo. Dobbiamo esaminare accuratamente lo stato neuroendocrino con tutti i mezzi a disposizione e ri-equilibrarci o re-sincronizzarci qualora si scoprisse o si avesse anche solo il sospetto di avere una deficienza vista non solo come carenza quantitativa, ma anche e soprattutto come squilibrio nei rapporti inter-ormonali e in particolare, e qui sta la base della nostra proposta profilattica e terapeutica, nella riacquisizione della periodicità e sincronicità circadiana che è alla base della salute e della genesi e progressione delle malattie degenerative e tumorali legate all'invecchiamento.  La terapia d'urto iniziale e il suo mantenimento nel tempo sono parte di un concetto di fisiologia direi "planetaria" che ci permette si riadattare il nostro organismo alle leggi fondamentali dei ritmi circadiani e stagionali. La strategia pratica e terapeutica  da seguire non fa parte di questo saggio, ed è basata sui nostri primi e timidi tentativi di prevenire le malattie legate all'invecchiamento,  intervento accoppiato all'uso di sostanze minerali e naturali che fanno parte del nostro corredo biologico e biochimico. Il tumore deve essere tenuto sotto controllo e possibilmente eliminato mediante una vera tattica di accerchiamento, dove i nostri interventi hanno lo scopo di restaurare nel più breve tempo possibile lo stato di equilibrio neuroendocrino e conseguentemente psichico e immunitario dell'ammalato. Dobbiamo quindi modificare radicalmente la nostra visione della malattia degenerativa e tumorale, considerandola come il frutto di una deviazione acquisita o indotta del nostro sistema neuroendocrino, che è perfettamente suscettibile di aggiustamento sulla base dell'invio, acquisizione e mantenimento, anche con metodi farmacologici,  di impulsi centrali sincronici che partono dal nostro "orologio centrale" del sistema ipotalamo-ipofisi-pineale e che sono la base del mantenimento di un corpo biologico sintonizzato sui ritmi naturali propri di un individuo  neuroendocrinologicamente sano.  Senza la possibilità che il nostro sistema nervoso possa scandire i tempi dei ritmi naturali e trasmetterli all'infinità di elementi e cellule del corpo, sarebbe vano cercare di porre rimedio al tumore insorgente con terapie "ormonali" che riparano in modo casuale e confuso alla carenza apparente di un solo elemento, producendo nello stesso tempo danni irreparabili, come è quasi sempre il caso, per fare un esempio, nell'uso del famigerato "cortisone", tra i "killer" più popolari nella pratica medica.
Abbiamo quindi identificato nel sistema pinealico il "ragno" che controlla la complessa tela ormonale e ne percepisce e ne dirige costantemente ogni vibrazione!


Come curare il cancro invasivo, intrattabile e metastasico?  Il trapianto di midollo osseo ovvero "l'ultima spiaggia".
Nel corso delle mie ricerche degli ultimi trent'anni, mi sono reso conto che tutti  i tentativi terapeutici di trattare pazienti affetti dacancro altamente maligno, invasivo e metastatico si risolvonoin clamorosi insuccessi, ove una "prolungata sopravvivenza" talvolta ottenuta  con massicce dosi di "chemioterapici",  maschera prolungate sofferenze e uno stato di totale debilitazione.  Il crollo di ogni difesa contro il tumore senza o dopo una chemioterapia richiede quindi un intervento in extremis che possa creare una nuova situazione nella quale il corpo si trovi in possesso di nuovi mezzi per riconoscere e bloccare, se non distruggere, il tumore. A mio avviso, l'unico modo per conferire rapidamente al paziente una nuova capacità di reagire al cancro invasivo e metastatico è il trapianto di midollo osseo, ottenuto mediante irradiazione del midollo osseo del paziente, seguito da infusione di midollo,  da donatore sano geneticamente incompatibile o da animale. I lunghi studi compiuti negli ultimi venti anni, mi hanno fatto giungere  alla conclusione che i metodi di trapianto sui quali si basa il trapianto di midollo osseo nelle leucemie di varia natura, sono totalmente errati. Infatti, è solo ed unicamente usando midollo di donatore geneticamente diverso e incompatibile con il recipiente, che si può sperare di guarire tutte le leucemie, anche quelle, come la leucemia mieloide cronica, che sono praticamente incurabili anche con il trapianto di midollo.  Nel caso dei tumori maligni invasivi, ritengo che neppure il trapianto di midollo umano derivante da donatore sano ed incompatibile con il recipiente sia in grado di ottenere una inibizione o un rigetto del cancro.  I nostri esperimenti indicano infatti che il chimerismo emopoietico ottenuto con trapianto di midollo da animali della stessa specie ma totalmente diversi dal punto di vista immunogenetico,  non arresta la crescita del tumore. Dobbiamo quindi ricorrere al trapianto di midollo osseo da animale di specie diversa, vale a dire allo xenotrapianto. Non ho dubbi che il nuovo metodo da noi sviluppato ed in corso di valutazione pre-clinica, sia in grado di risolvere il problema del rigetto del tumore da un punto di vista immunologico. Infatti, non è pensabile che si stabilisca una tolleranza immunologica immediata ereciproca tra gli antigeni tumorali umani ed un sistema immunologico eterologo derivante da una specie totalmente diversa. Quindi le nostre ricerche puntano allo xenotrapianto di midollo osseo dal maiale all'uomo con il nostro nuovo metodo basato sull'uso delle transferrine. Ritengo che questa sia  la via maestra nella cura dei tumori invasivi e metastatici e non ho dubbi che questa sia la sola terapia nei casi estremi nei quali tutti i tentativi terapeutici basati sui suggerimenti sopra elencati, siano falliti. E' solo dotando il portatore del cancro di un sistema linfoemopoietico e immunitario totalmente diverso che i meccanismi di "sorveglianza" saranno riattivati e potremo sperare in una stasi o in una regressione del cancro. Si tratta solo di accellerare questa ricerca e di condurla dalla fase sperimentale a quella clinica.


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Bulian, D. and  Pierpaoli, W. The pineal gland and cancer. I. Pinealectomy corrects congenital    hormonal dysfunctions and prolongs life of cancer-prone C3H/He mice.  J. Neuroimmunol.    108, 131, 2000.


































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Melatonina e la menopausa

http://www.drpierpaoli.ch/index.php?node=294&lng=1&rif=fb2a1613a2
spaziatore
La scoperta che l'invecchiamento è ritardabile e persino reversibile non ha ancora raggiunto la coscienza di molti. Infatti il lavaggio del cervello dalla nascita ci ha impresso una visione precisa e indelebile del corso della nostra vita, ove la presenza costante di malattie, ansie e dolori fa parte del "destino" dell'Uomo. In realtà l'invecchiamento e la morte sono due entità separate e distinte che non hanno nulla di misterioso, e che semplicemente fanno parte di un preciso programma ormonale!   Tale programma è chiaramente identificabile nella massima durata della vita nei mammiferi omeotermi (a sangue caldo) a cui l'Uomo purtroppo appartiene. Infatti non si sa bene quanto a lungo vivano e perché muoiano i poichilotermi, vale a dire gli animali a sangue freddo (pesci, rettili, anfibi), che continuano a crescere e muoiono di "incidenti" o vengono divorati.
I cicli  lunari e planetari sono legati a quelli ormonali. I segnali che ritmano la nostra vita dalla nascita alla morte sono quelli  circadiani (giorno-notte), lunari  e stagionali, e in particolare le variazioni di  luce e  temperatura. Tutto ruota attorno a queste condizioni primarie che regolano ogni istante del nostro ciclo vitale: nascita, crescita, fertilità, declino e morte. Tali segnali scandiscono precisamente i programmi ormonali come, per esemplificare, le variazioni  ritmiche circadiane (nelle 24 ore)  degli ormoni  tiroidei, surrenalici e sessuali, formatesi nell'evoluzione del mammifero Uomo. Noi siamo quindi totalmente guidati e condizionati dalla regolazione ormonale che viene pilotata dalla ritmicità lunare e planetaria. Per esempio, non dimentichiamo che la vita sulla Terra viene dal mare e si è probabilmente sviluppata grazie ai ritmi lunari e quindi alle maree che sono un movimento ritmico dovuto all'attrazione lunare.  Infatti l'invecchiamento è totalmente e solamente dovuto alla rottura di tale relazione sincronica ai ritmi planetari-ormonali, che viene regolata dalle strutture del sistema nervoso facenti parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale. 
Tale circuito integra e sincronizza i ritmi notte-giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. Ciò è talmente ovvio che ognuno di noi è in grado, vivendo immerso nell'ambiente terrestre, di rendersi conto che il condizionamento ambientale percepito dai sensi (aria, luce, temperatura, eccetera) ed il nostro costante adeguamento ad esso sono fondamentali per respirare e vivere. Gli ormoni, e tutte le molecole del corpo seguono strettamente tale ciclicità, che è la base della salute. L' invecchiamento dell'Uomo è quindi certamente legato ad un programma genetico, ma l'espressione di tale programma è la periodicità circadiana del sistema ormonale!
Infatti l'invecchiamento è solo e semplicemente il declino progressivo o rapido (malattie) della ciclicità ormonale legato al programma iscritto geneticamente nel complesso pinealico. Basti pensare al ciclo mestruale della donna che segue un ritmo lunare.
La menopausa nella donna e l'andropausa nell'uomo sono i tipici esempi del decadimento della funzione ormonale che presiede alla sessualità e alla procreazione. Quindi, se noi potessimo evitare la perdita della ciclicità ormonale programmata, non potremmo invecchiare!
La Melatonina.
L'appiattimento e la scomparsa del picco notturno di melatonina e la costante diminuzione dei livelli dello zinco nel sangue nel corso della senescenza, sono i segnali precisi  del decadimento del controllo ormonale delle nostre funzioni essenziali come per esempio il sonno, la forza fisica, l'adattamento alla temperatura, il vigore sessuale, la resistenza alle infezioni e così via. Tutte queste funzioni sono sotto stretto controllo dei cicli ormonali. A loro volta, i cicli e ritmi ormonali del giorno e della notte sono recepiti  ed elaborati dalla pineale, che di notte produce melatonina, che li integra e li rispedisce alle ghiandole endocrine. La pineale è quindi il vero "cervello" del sistema ormonale. Lo zinco permette alla melatonina di esercitare in modo ottimale la sua funzione  con un meccanismo che fa capo alla sua struttura elettronica. Quindi: l'invecchiamento è già perfettamente frenabile e reversibile con la sola Melatonina Purissima.  L'associazione allo Zinco ne potenzia l'efficacia nella  ricostituzione rapida di tutti i ritmi ormonali.
Mi rivolgo ora alle donne (e anche agli uomini rassegnati) la menopausa è prevenibile e perfino reversibile, così pure l'andropausa maschile.
Mi rivolgo alle donne perché sono flessibili e vivono giustamente più a lungo. Leggono di più e sanno riflettere. Sono i veicoli della pace e serenità familiare, la vera base della nostra vita quotidiana. Hanno sopportato per millenni i "maschietti" e possono quindi meglio contribuire ora a demolire un mondo di ignoranza, bugie e gretto egoismo. Per questo scopo, tre anni fa, abbiamo iniziato un lungo, costoso, faticoso e silenzioso lavoro al Centro della Menopausa presso la Clinica "Madonna delle Grazie" di Velletri (Roma), allo scopo di eseguire un modo serio, impeccabile e scientifico la ricerca più ovvia e urgente, quella che nessuno ha fatto e che può darci una risposta chiara:
- "cosa è la menopausa?"
- Si può prevenire, modificare?
- Se la melatonina è in grado  di frenare o fermare l'invecchiamento, quale modello è più adatto di uno studio nella menopausa?
La risposta è finalmente qui con noi ed è chiarissima. I risultati eclatanti ottenuti e presentati sono ora pubblicati. La melatonina da sola, già dopo sei mesi modifica profondamente lo stato della donna negli anni della "perimenopausa", vale a dire prima, durante e dopo l'inizio della menopausa, gli anni che vanno grosso modo dai 40 ai 60. Noi non anticipiamo nei dettagli quello che è stato pubblicato all'inizio del 2001 dal  noto giornale scientifico Experimental Gerontology(Innsbruck, Austria). Desideriamo solo dare un segnale documentato alle donne, allo scopo di alleviare una infinità di problemi, che si riflettono su società e famiglia. La menopausa è solo e semplicemente la fine del "programma ormonale fertilità" della donna,  ma tale programma è perfettamente modificabile! Non è affatto vero che "si esauriscono le ovaie". Semplicemente si atrofizzano a causa della fine del programma genetico  che determina i cicli ormonali. Certamente lo stato di giovanilità e di salute della donna è legato al mantenimento di uno stato ormonale e sessuale giovanile, il che si ottiene con la semplice e simpatica melatonina! La melatonina nelle donne in perimenopausa o dopo la cessazione dei cicli mestruali ricostituisce in modo straordinario la condizione ormonale giovanile e fa regredire rapidamente tutti i disturbi ormonali e psichici che accompagnano la menopausa, rendendo così del tutto inutili gli interventi cari e pericolosi con "ormoni di sostituzione" in primo luogo gli estrogeni.
La risposta al nostro quesito iniziale è quindi chiara, semplice e strettamente scientifica. La melatonina notturna risincronizza l'intero sistema ormonale della donna solo perché, proteggendo la pineale, la mantiene giovane e in grado di produrre altre formidabili molecole. Noi ne abbiamo individuata una già 12 anni fa, e la stiamo studiando prima di proporla. Non esiste nulla di casuale e improvvisato! Solo i solidi fatti scientifici parlano chiaro e rimangono.
Concludo dicendo
La melatonina è, come ho detto alla BBC di Londra, un "dono di Dio" e può far male solo a chi non la prende! L'uomo, e meglio ancora la donna, sono già ora in grado di capire cosa sia l'invecchiamento ormonale e metabolico e come prevenirlo ora!   Gli altri, aspettino pure a farsi inserire i "geni della giovinezza"!A me, ai miei cari e a tutte le donne dai 40 anni in su bastano per ora i 3 milligrammi della Melatonina-Zn-Se del Dr. Pierpaoli (da me formulata sulla base di molti studi pubblicati) ogni sera (che sia purissima e prodotta secondo le severe norme internazionali della "Buona Pratica di Fabbricazione", (in inglese GMP)  associata allo Zinco ed al Selenio, prima di spegnere la luce e sprofondare in  un sonno, breve o lungo che sia non importa. Poi, con un periodico "check-up", prima e dopo almeno due mesi di assunzione della Melatonina-Zn-Se del Dr. Pierpaoli vedremo chi ha ragione. Quindi, ora che conosciamo la verità,chi ha paura della melatonina?
 
                                                                Prof.Walter Pierpaoli

L'IMPORTANZA DEL SONNO


Se il vostro problema sta nella difficoltà ad addormentarvi la sera, o nel fatto che dormite in modo discontinuo, o vi svegliate troppo presto, si tratta di un problema serio che non va preso alla leggera.Se dico questo è perché la scienza mi ha insegnato che il sonno è essenziale per il benessere fisico ed emotivo. Non dormire abbastanza puó influire negativamente su tutte le funzioni dell'organismo. La mancanza di sonno puó minare seriamente il funzionamento del sistema immunitario, esponendoci alle infezioni. Puó impedire al cervello di funzionare normalmente, interferendo con la capacità di reggere lo stress, e perció causare ansia. Puó deprimerci e indebolire la nostra capacità di giudizio. Puó renderci decisamente irritabili. In effetti, sono pochi gli aspetti della vita quotidiana che non vengono sconvolti dalla mancanza di sonno. Per capire perché il sonno è importante, è come la melatonina possa migliorarlo, dobbiamo esaminare che cosa sia effettivamente il sonno e perché dormiamo. Il sonno ha due scopi. Il piú ovvio è quello di permettere al corpo di riposare e fare rifornimento d'energia. Mentre dormiamo, molti sistemi organici rallentano la loro attività. La frequenza cardiaca rallenta, e la pressione del sangue diminuisce.Il metabolismo, cioè il processo tramite quale il corpo usa l'energia, ingrana, per cosi dire, una marcia piú bassa, e la temperatura corporea diminuisce. Ció non sinifica peró che, mentre si dorme, nell'organismo non accadano cose importanti; questo ci porta al secondo scopo del sonno. Per quanto sia vero ché, mentre dormiamo, la mente e il corpo, in un certo senso, sono in pausa, in un altro senso essi svolgono un duro lavoro. Poiché durante il sonno pretendiamo dai nostri organi molto di meno di quanto non facciamo quando siamo svegli e attivi, si tratta di un momento in cui le cellule, del nostro organismo possono dedicarsi ad autoripararsi e a moltiplicarsi. Questo lavoro di riparazione è essenziale per mantenere un corpo forte e sano, e se non dormiamo abbastanza l'"officina interna" dell'organismo non è in grado di svolgere il suo compito straordinariamente importante. Perché possiate capire appieno la natura ristoratrice del sonno, vediamo per esempio quello che accade a uno solo dei sistemi organici, quello immunitario, se si passa anche un'unica notte in bianco. Come abbiamo detto in precedenza, nel capitolo sull'immunità, in un esperimento condotto dal dottor Michael Irwin, uno psichiatra del San Diego Veterans Affair Medical Center, ventitrè uomini sani, di età compresa tra i ventidue e sessantuno anni, hanno trascorso quattro notti in un laboratorio specializzato nello studio del sonno. Per le prime due notti vennero lasciati dormire normalmente, ma la terza venne loro impedito di dormire tra le 3 e le 7 del mattino, in quello che è considerato il periodo di sonno piú importante. Il dottor Irwin scopri che il mattino dopo l'attività delle "cellule killer", le cellule immunitarie che combattono le infezioni virali, era diminuita in modo significativo in diciotto uomini, indicando che in seguito a questa privazione di sonno la capacità del loro corpo di contrastare le infezioni era indebolita. Per fortuna il livello delle cellule immunitarie tornó nella norma dopo che i volontari dormirono ininterrottamente per una notte intera. Il dottor Irwin ha dimostrato l'effetto devastante su un singolo sistema del corpo, provocato da una sola notte di sonno perduto. Ora estendete questo effetto a tutti gli altri sistemi, e vedrete che la perdita di sonno puó rappresentare una seria minaccia per la salute, specialmente se si verifica per un periodo di tempo prolungato.
http://www.drpierpaoli.ch/index.php?node=317&lng=1&rif=4b3a7ae730

12/04/12

Ferro e perdita di materia grigia - Cosa sappiamo ?

DA AIC -  Associazione Italiana CCSVI