CONTATORE PERSONE

16/05/12

Disturbi della sensibilità

Disturbi della sensibilità: 

sintomi costituiti o da un calo delle sensibilità o da sensazioni alterate (parestesie), fino a sindromi dolorose. La persona può notare una ridotta sensibilità al tatto, al caldo e al freddo, al dolore.
I disturbi sensitivi diversi dal dolore nei pazienti con SM sono molto frequenti, e comprendono parestesie e perdita di sensibilità tattile, termica o dolorifica.
Con il termine parestesie si intendono sensazioni anormali di qualità variabile, come formicolio, intorpidimento, bruciore, sensazione di fasciatura. Questi disturbi possono contribuire ad alterare la funzionalità delle parti del corpo interessate, ad esempio se un paziente avverte parestesie ai piedi questo può compromettere la sua stabilità nella marcia.
Comunque nella maggior parte dei casi le parestesie non sono invalidanti e regrediscono da sole, sebbene a volte sia opportuna una terapia farmacologica mirata.
Vi è invece poco che si possa fare per restituire la sensibilità se questa è compromessa.

E’ importante ricordare che formicolii ed intorpidimento sono sensazioni molto comuni anche in persone senza SM, che possono essere espressioni di altre malattie e condizioni (ad esempio una sindrome del tunnel carpale) o anche non essere espressione di patologie

Fatica

Fatica: 
o astenia, senso di stanchezza estrema, intesa come mancanza di energia e sensazione di essere “esausti” più di quanto è normale attendersi in rapporto al livello di esercizio svolto.FaticaSi definisce fatica, o meglio astenia, il senso di stanchezza estrema, mancanza di energia e sensazione di essere “esausti” più di quanto è normale attendersi in rapporto al livello di esercizio svolto.
Questo sintomo è tra i più comuni tra i pazienti con SM e forse è uno dei più disabilitanti.

E’ importante distinguere l’astenia dai sintomi fisici della depressione anche se spesso queste due condizioni coesistono e si aggravano reciprocamente. Naturalmente è anche fondamentale essere certi che non esistano altre cause al di là della SM per la fatica come per esempio l’anemia e l’ipotiroidismo.
I meccanismi alla base della fatica nei pazienti con SM non sono ancora completamente compresi: tra le ipotesi un alterato equilibrio neuroendocrino o metabolico cerebrale o dei neurotrasmettitori cerebrali, la necessità di reclutare porzioni più ampie del cervello per svolgere i compiti che erano proprio delle aree lese o l’intervento di fattori immunitari.
STRUMENTI DIAGNOSTICINel caso di un sintomo così tanto soggettivo manca la possibilità di una valutazione oggettiva da parte del medico. Per valutare la gravità della fatica ci si basa pertanto sulla percezione del paziente, utilizzando scale di autovalutazione e questionari mirati a capire quanto esercizio il paziente può tollerare, come per esempio il Multiple Sclerosis Quolity of Life Inventory, la MS-specific fatigue scale.
TERAPIA FARMACOLOGICA Sono tre i farmaci attivi per via orale che sono stati maggiormente impiegati nella terapia di questo sintomo.Amantadina: un piccolo studio randomizzato di cross-over (in cui cioè in pazienti vengono divisi in due gruppi che alternativamente ricevono il farmaco o il placebo) ha dimostrato che questa molecola ha un’azione sulla percezione della fatica. Molti autori la considerano il farmaco di prima scelta.Modafinil: alcuni piccoli studi hanno dimostrato un certo livello di efficacia nel trattare la fatica per questo farmaco, e non si sono verificati effetti collaterali di rilievo.4-aminopiridina: si tratta di un bloccante i canali del potassio, studiato in un ampio studio randomizzato contro placebo su 70 pazienti.
Si è dimostrato un significativo effetto anche se si sono verificati eventi avversi tra cui parestesie, vertigini, instabilità posturale. Vi è inoltre il timore che possa indurre crisi epilettiche, se somministrato ad alte dosi. Attualmente in Italia è reperibile come farmaco galenico solo presso alcune farmacie.
APPROCCI NON FARMACOLOGICIUna corretta educazione del paziente può essere importante nel ridurre la fatica. Si sa ad esempio che questo sintomo è notevolmente peggiorato dall’esposizione ad alte temperature, per cui in estate è consigliabile fare docce fresche e condizionare l’ambiente dove vive il paziente.La fisioterapia, correggendo errate posture e insegnando al paziente al utilizzare al meglio le proprie forze muscolari può essere d’aiuto.Nel complesso il ruolo delle terapie farmacologiche è minoritario rispetto agli approcci che agiscono sullo stile di vita.

Disturbi vescicali

Disturbi vescicali: 
Sintomi molto comuni che comprendono: urgenza minzionale (comparsa di un irresistibile bisogno di urinare), incontinenza urinaria (perdita involontaria di urina, tale da determinare problemi igienici, economici e sociali) e ritenzione urinaria (presenza di urina nella vescica dopo la minzione o in assenza di essa).
I problemi vescicali sono tra i più frequenti nei pazienti con SM, essendo presenti il oltre due terzi dei casi.
La funzione della vescica è finemente regolata a tre livelli del sistema nervoso: i lobi frontali, il centro della minzione a livello del tronco encefalico e il centro sacrale (parte terminale del midollo spinale).
Lesioni in ognuna di queste parti possono causare disfunzioni vescicali. Nei pazienti con SM la sede più frequente delle lesioni responsabili di questi disturbi è il midollo spinale, da cui la frequente associazione con disturbi della sfera sessuale e spasticità. Urgenza minzionale e aumentata frequenza sono i sintomi più comuni ma anche la tendenza alla ritenzione non è rara. Alla base vi è rispettivamente iperreflessia vescicale e dissinergia di detrusore e sfintere vescicale. La disfunzione vescicale, che spesso comporta un incompleto svuotamento con la minzione, favorisce lo sviluppo di ripetute infezioni vescicali che a loro volta peggiorano il quadro e possono complicarsi con infezioni renali.
STRUMENTI DIAGNOSTICI Una accurata anamnesi è molto importante per valutare quale è il problema del paziente. Per valutare il residuo postminzionale è utile una semplice ecografia mentre lo studio dinamico della minzione è un esame che viene eseguito in centri urologici specializzati.
TERAPIA FARMACOLOGICA Nei casi di iperreflessia vescicale che si manifestano con urgenza minzionale e aumentata frequenza della minzione i farmaci piu’ utilizzati appartengono alla categoria degli anticolinergici e tra questi l’ossibutinina è il piu’ utilizzato, seguito dalla tolteridina tartrato. I casi di nicturia severa possono essere trattati con desmopressina in spray nasale, un terapia che deve essere attuata sotto controllo medico per monitorare l’eventuale insorgenza di alterazioni dell concentrazione di sodio nel sangue.
Nei casi refrattari di iperflessia vescicale si è rivelata utile l’instillazione di capsaicina. Uno studio ha dimostrato benefici dalla terapia a base di un cannabinoide sublinguale ma ulteriori trials non hanno confermato questo dato. Recentemente è stata valutata la terapia con iniezioni di tossina botulinica e si è dimostrata altamenta efficace nei casi di iperreflessia vescicale refrattari alla terapia medica. Sono in corso studi randomizzati policentrici.
APPROCCI NON FARMACOLOGICI Il biofeedback è stato studiato in un piccolo studio che ha dimostrato un certo beneficio. La tecnica della riabilitazione del pavimento pelvico associata a stimolazioni elettriche sembra essere molto utile nei pazienti maschi con urgenza minzionale ed incontinenza. L’autocateterismo vescicale intermittente è una procedura relativamente semplice, soprattutto nelle donne, e che, se attuata con la corretta sterilità, può essere di grande aiuto nell’aumentare l’autonomia dei pazienti riducendo la frequenza delle minzioni. Solo nei casi piu’ refrattari è necessario un cateterismo permanente, ed in questi casi è meglio un approcio sovrapubico inserito con un intervento chirurgico.

Disturbi intestinali

Disturbi intestinali
problemi abbastanza comuni che possono manifestarsi come stipsi e incontinenza fecale; nel primo caso si verificherà una difficoltà a svuotare tutto o parte del'intestino espellendo le feci mentre nel secondo caso vi sarà l’incapacità di trattenere gas o feci senza la consapevolezza da parte del paziente o senza la contrazione volontaria dei muscoli sfinterici.
*****
Fino a due terzi dei pazienti con SM lamenta disturbi intestinali, spesso associati a problemi vescicali. Stipsi ed incontinenza fecale sono i problemi piu’ frequenti. La comprensione della loro patogenesi è incompleta.
Le possibili cause della stipsi sono un rallentato transito nel colon e anormale funzione dei muscoli rettali mentre l’incontinenza può essere il risultato di ridotta sensibilità di riempimento rettale, ridotta contrazione dello sfintere anale volontario e ridotta compliance rettale.
Mancano studi pubblicati sul trattamento medico di questi disturbi.
Per la stipsi molti pazienti utilizzano lassativi già prima di consultare un medico e questo può peggiorare il quadro. Una dieta ricca di fibre e lassativi a base di lattulosio possono essere d’aiuto nei casi lievi-moderati. Nei casi piu’ refrattari l’utilizzo di lassativi osmotici come bisacodyl può essere una soluzione, da attuarsi sotto controllo medico.



APPROCCI NON FARMACOLOGICI
Una buona funzione intestinale può essere mantenuta usando un certo numero di strategie:
- Assunzione adeguata di liquidi (circa un litro e mezzo al giorno).
- Ingestione adeguata di fibre con la dieta (cereali, pane integrale, grano, verdura e frutta). Gli integratori di fibre sono utili per i pazienti che hanno difficoltà a raggiungere la quantità giornaliera di fibre raccomandata (25-30 gr al giorno).
- Emollienti delle feci.
- Attività fisica quotidiana anche minima.
- Orari regolari per l'evacuazione intestinale. E' preferibile non aspettare più di 2-3 giorni tra un movimento intestinale e l'altro.
- Clisteri, supposte e lassativi, ma solo sporadicamente e quando strettamente necessario.

L’incontinenza fecale se lieve e non frequente può essere trattata con successo con farmaci come loperamide e codeina fosfato, anche se è necessaria cautela se l’incontinenza si alterna a stipsi.



Nel complesso i disturbi intestinali sono complessi e spesso difficili da trattare, amcando anche linee guida di dimostrata efficacia.

SM a Ricadute e Remissioni

SM a Ricadute e Remissioni
La sclerosi multipla a ricadute e remissioni o recidivante-remittente (SM-RR) è definita da attacchi ben definiti che si risolvono completamente o parzialmente. Nei periodi tra le ricadute, che possono avere una durata molto variabile, la malattia non progredisce. La SM-RR rappresenta circa 85% dei casi di SM all'esordio e include le forme benigne.

la diagnosi

Come si effettua la diagnosi
 Per arrivare alla diagnosi e' necessario un percorso diagnostico, spesso complesso, che si avvale sia di elementi clinici (anamnesi ed esame obiettivo) che strumentali. Per aiutare il clinico sono stati proposti nel corso degli anni diversi criteri diagnostici. Gli attuali criteri diagnostici utilizzati sono quelli di McDonald modificati. La diagnosi di sospetto viene formulata dal medico sulla base dei sintomi riferiti dal paziente (anamnesi) e sui segni che possono riscontrarsi all’esame neurologico. Per arrivare ad una diagnosi di certezza sono necessari diversi esami strumentali (risonanza magnetica, potenziali evocati, esame del liquor). Risonanza magnetica nucleare: è un esame radiologico che sfruttando gli effetti di un campo magnetico stabile, perturbato da impulsi di radiofrequenza permette di ottenere dopo opportuna rielaborazione computerizzata una valutazione morfologica dell'encefalo ; spesso si utilizza durante il test un mezzo di contrasto chiamato gadolinio che si somministrata per via endovenosa. Potenziali Evocati: I potenziali evocati sono esami che permettono di studiare l'integrita' funzionale delle vie nervose attraverso una stimolazione sensoriale (visiva, acustica, sensitiva). In relazione all'organo sensoriale stimolato si possono ottenere: potenziali evocati somato-sensoriali (PESS), visivi (PEV),acustici (BAER), e motori (PEM). Esame del liquor: attraverso la puntura effettuata con un ago speciale tra la terza e la quarta vertebra lombare e' possibile prelevare piccole quantità del liquido che bagna il cervello (liquido cerebro-spinale o liquor). Dall'analisi del liquor e' possibile ricercare un elemento tipico della malattia rappresentato dalle bande oligoclonali (BO). Le BO sono degli anticorpi che possono essere individuati attraverso una particolare analisi detta isoelettrofocusing.
******VisitaOgni seduta finalizzata a: riscontro della situazione clinica, acquisizione di elementi diagnostici, individuazione dei problemi e della terapia, informazione del nuovo paziente; Riesame della situazione clinica in corso di trattamento; Verifica dello stato di salute orale ed intercettazione di eventuali nuove patologie in un paziente gia trattato

Potenziali Evocati

Per Potenziali Evocati intendiamo un particolare tipo di esame elettrofisiologico che consiste nello studio dell’integrità funzionale di un nervo e delle strutture anatomiche che quel nervo attraversa.Diciamo innanzitutto che anche quest’esame non è doloroso ne fastidioso, ma forse un po’ noioso per la sua relativa durata, infatti per lo studio di un nervo ci può volere anche un’ora di tempo.
E’ anche questo un esame che di norma viene richiesto dallo specialista Neurologo, Neurochirurgo, etc. dopo che lo stesso ha valutato lo stato clinico del paziente ed eventuali altri esami di immagini ( TAC, RMN, etc. ), detti anche morfologici perché ci danno informazioni sulla forma, mentre gli esami elettrofisiologici ci danno informazioni soprattutto sulla funzionalità e sono detti anche funzionali. Fondamentalmente possiamo suddividere i PE in :
Ø Somatosensoriali
Ø Acustici
Ø Visivi
Ø Motori
1) Potenziali Evocati Somatosensoriali : si tratta dello studio di quasi tutti i nervi sensitivi o della porzione sensitiva dei nervi misti. In genere li suddividiamo per comodità in PES degli arti superiori o inferiori a seconda che si voglia studiare un nervo delle braccia o delle gambe. Lo studio dei PES da AASS (arti superiori) per esempio del nervo Mediano, avviene stimolando con degli impulsi elettrici il nervo a livello del polso e registrando il passaggio dello stimolo sottoforma di potenziale (onde ) a vari livelli lungo il percorso del nervo fino all’area corticale sensitiva di riferimento del nervo stesso. La registrazione a vari livelli, del passaggio dell’onda ci permette di valutare lo stato del nervo e delle strutture che esso attraversa sottoforma di eventuali modificazioni della forma o del tempo impiegato ( morfologia e latenza del potenziale ).
2) Potenziali Evocati Acustici (troncoencefalici) o BAER, BAEPs, ABR : diversamente nominati ma sempre PE acustici che permettono lo studio del Tronco dell’encefalo, una struttura di vitale importanza, difficile da studiare dal punto di vista funzionale se non con i BAER ( Brainstem Auditoy Evoked Potential ). In questo caso i PE Acustici vengono utilizzati stimolando il nervo acustico anche per lo studio del troncoencefalo che è appunto attraversato dal nervo acustico. Lo studio avviene stimolando l’orecchio con una cuffia che emette una serie di click continui ( si stimola di norma un lato alla volta ) e registrando a livello corticale le onde prodotte dallo stimolo al passaggio nelle varie strutture. Importante precisare che questo esame non valuta l’udito.
3) Potenziali Evocati Visivi : in questo caso, attraverso la stimolazione della via nervosa visiva, studiamo sia la via visiva stessa che le strutture cerebrali che essa attraversa quali la base cranica, il talamo e la corteccia visiva a livello occipitale (scissura calcarina). La stimolazione avviene anche qui alternando prima un occhio e poi l’altro, con stimoli presentati di solito attraverso un monitor TV (scacchi b/n, barre verticali-orizzontali, etc) ma a volte anche attraverso flash (in relazione al paziente od al quesito clinico). Anche questo è un esame assolutamente non doloroso o fastidioso, altamente specialistico, richiesto di norma dopo visita dal medico Neurologo, Neurochirurgo, etc. come per tutti gli altri esami di questo tipo. 4) Potenziali Evocati Motori : con questo tipo di potenziali cerchiamo di valutare lo stato e l’integrità della via nervosa motoria, quella che controlla tutti i muscoli volontari e che segue un percorso inverso rispetto a quelle viste in precedenza, ovvero dalla corteccia alla periferia.
La stimolazione quindi avverrà a livello corticale esterno con l’utilizzo di un “coil” ovvero uno strumento simile ad una racchetta da ping-pong che emana un campo magnetico capace di stimolare il gruppo di cellule motorie della corteccia sottostante ed attivare il/i muscoli che quelle cellule controllano. Vengono utilizzati in genere nello studi della via motoria degli arti superiori (dx e sn) e/o degli arti inferiori (dx e sn), sono anche questi, esami assolutamente non dolorosi o fastidiosi e vengono prescritti dopo visita dal medico specialista Neurologo, Neurochirurgo, Ortopedico, etc.

puntura lombare

La puntura lombare è un esame che consiste nel prelievo di una piccola quantità di liquido cerebrospinale.

Il liquido cerebrospinale (o liquor) è un fluido limpido e trasparente che riveste, proteggendolo, tutto il sistema nervoso centrale.
 
Dopo la somministrazione di un anestetico locale sulla cute della regione lombare (la parte bassa della schiena), il medico inserisce un ago sottilissimo e preleva una piccola quantità di liquido cerebrospinale.
Nei giorni successivi l’esame, meno del 30% dei pazienti riferisce mal di testa, di intensità e durata variabili. Scopo fondamentale della puntura lombare è la ricerca nel liquido cerebrospinale di anticorpi (bande oligoclonali) che indicano la presenza di una reazione immunitaria all’interno del sistema nervoso centrale.

In casi specifici, il liquido cerebrospinale prelevato può essere sottoposto ad altre indagini.



Nel 5-10% delle persone con SM le bande oligoclonali tuttavia possono essere assenti.





***************
Quali sono le malattie che si possono    CONFONDERE con la sclerosi multipla?
Sono malattie demielinizzanti la sclerosi multipla, l'adrenoleucodistrofia, l'encefalomielite acuta disseminata, l'adrenomieloneuropatia, la malattia di Devic e la neuropatia ottica ereditaria di Leber.


***************

SM SINTOMI E SEGNI

La malattia è caratterizzata da molti sintomi e segni a carico del SNC, con remissioni e riacutizzazioni ricorrenti; i sintomi più comuni all’esordio sono le parestesie a uno o più arti, al tronco o su una parte del volto; perdita di forza e impaccio di una gamba o di una mano o disturbi visivi, p. es., cecità parziale e dolore monoculare (neurite ottica retrobulbare), diplopia, indebolimento della vista, scotomi. Altri segni iniziali comuni comprendono la paralisi oculare migrante, che si manifesta con diplopia, perdita di forza transitoria di una o più arti, lieve rigidità o abnorme affaticabilità di un arto, disturbi lievi dell’andatura, disturbi del controllo del riflesso vescicale, vertigini, lievi disturbi psichici; tutti questi segni indicano un interessamento multifocale del SNC e spesso insorgono mesi o anni prima che la malattia venga diagnosticata. Il caldo eccessivo (stagione calda, un bagno caldo o la febbre) può accentuare i segni e i sintomi.

Sistema motorio


Sistema motorio




Sistema motorio: i riflessi profondi (p. es., patellare e achilleo) sono di solito aumentati; spesso sono presenti il segno di Babinski e il clono.
I rilessi superficiali, in particolare gli addominali superiori e inferiori, sono deboli o assenti. Accade spesso che il paziente riferisca sintomi unilaterali e che l’esame neurologico evidenzi segni di coinvolgimento bilaterale dei tratti corticospinali.

Frequente è il tremore intenzionale da lesioni cerebellari, accentuato dallo sforzo prolungato. L’andatura è atassica: vacillante, tremolante, irregolare e inefficace. Può essere presente tremore a riposo, evidente soprattutto quando la testa non è sostenuta.
La perdita di forza e la spasticità muscolare, derivanti da un danno corticospinale, causano un’andatura claudicante e barcollante; in seguito, il combinarsi della spasticità e dell’atassia cerebellare renderà il paziente del tutto invalido. Le lesioni cerebrali possono provocare un’emiplegia, talvolta anche come sintomo d’esordio.

Nelle fasi avanzate della malattia si possono riscontrare spasmi dolorosi in risposta a stimoli sensitivi anche minimi (p. es., le semplici coperte del letto). Una forma della malattia è costituita dalla neuromielite ottica, talvolta bilaterale, con demielinizzazione del midollo cervicale o toracico (neuromielite ottica), che provoca perdita del visus e paraparesi. La triade di Charcot (nistagmo, tremore intenzionale e parola scandita) è una manifestazione cerebellare di frequente riscontro negli stadi avanzati della malattia.
Una lieve disartria può originare da danno cerebellare, da compromissione del controllo corticale o da lesioni dei nuclei bulbari.

Disturbi della respirazione


Disturbi della respirazione





I disturbi della respirazione non sono frequenti nei pazienti con SM e solitamente sono presenti nei casi piu’ gravi in cui si ha allettamento.

In questi pazienti la debolezza dei muscoli respiratori associata alla immobilità può rendere insufficiente la respirazione.

Assai raramente si possono manifestare ricadute che colpiscono i centri della respirazione a livello del tronco encefalico, con necessità di ventilazione assistita.

E’ stato descritto,ma è anch’esso raro, un progressivo indebolimento dei muscoli respiratori con una dispnea lentamente ingravescente. Per la valutazione della funzionalità respiratoria è utile una visita pneumologica completa di studi spirometrici.

In pazienti con disturbi respiratori possono essere di aiuto esercizi di fisioterapie mirati.

La disfagia

La disfagia, o difficoltà di deglutire, si manifesta solo nelle forme più gravi di SM, spesso in associazione ad altri sintomi causati da lesione tronco-encefalica. In tali casi il paziente tende a soffocarsi bevendo liquidi o mangiando certi cibi, particolarmente quelli di consistenza friabile. Quando ciò accade il cibo e i liquidi vengono inalati nella trachea invece di scendere dall'esofago allo stomaco e, una volta nei polmoni, possono causare polmoniti o ascessi. I pazienti che manifestano disfagia sono quindi a rischio di malnutrizione, disidratazione o polmoniti ripetute (polmoniti ab ingestis).
La diagnosi della disfagia richiede una valutazione logopedica, che consente anche di impostare un trattamento riabilitativo mirato.
E’ centrale l’educazione alimentare, poiché alcuni tipi di cibi sono piu’ difficili da deglutire corretamente per i pazienti con disfagia.

Udito

Udito
La diminuzione e la perdita di udito sono sintomi non comuni nella SM (1% circa dei casi). Nella quasi totalità dei pazienti il problema è dovuto a lesioni delle vie acustiche centrali a livello del tronco encefalico.
Tali sintomi spesso risultano associati ad altri che evidenziano un danno al tronco cerebrale, quella parte del sistema nervoso che contiene i centri che aiutano a controllare la vista, l'udito e l'equilibrio. I deficit uditivi causati dalla SM si pensa siano dovuti a infiammazione e/o a cicatrici attorno all'ottavo nervo cranico (il nervo acustico) nel tratto in cui entra nel tronco cerebrale, anche se placche in altre zone lungo le vie nervose uditive possono pure contribuire ai problemi uditivi. Una sordità dovuta alla SM è estremamente rara.
Visto che i deficit uditivi sono così poco comuni nella SM, quando si verificano dovrebbero essere analizzati con attenzione per escludere altre cause di perdita dell'udito.

Cefalea


Cefalea
Alcuni studi hanno indicato che i pazienti con SM hanno una incidenza maggiore di cefalea, in particolare uno studio ha dimostrato una maggiore incidenza di emicrania e di famigliarità per emicrania.
La terapia non si differenzia da quella praticata nelle persone senza SM

epilessia

Forme di epilessia si manifestano in circa il 5% dei pazienti con SM, e anche se questa associazione è probabilmente spesso casuale ci sono evidenze di una aumentata incidenza di epilessia nelle persone con SM. E’ possibile che le lesioni corticali o sottocorticali favoriscano l’insorgenza di crisi.
La terapia si basa sull’uso di antiepilettici.

************
ominciamo col vedere che cos’è l’epilessia
L'epilessia è una delle condizioni neurologiche più comuni
al mondo, che colpisce circa 8 persone su 1000 in Europa. Si stima che esistano 6 milioni di persone che convivono con l'epilessia in Europa e 50 milioni di persone nel mondo. L'epilessia è caratterizzata da una scarica anomala di impulsi dalle cellule nervose nel cervello che causa la comparsa di crisi epilettiche. A seconda del tipo, le crisi possono essere limitate a una parte del corpo o possono essere generalizzate e coinvolgere l'intero corpo.I pazienti possono anche essere soggetti a sensazioni anomale, alterazioni del comportamento o della coscienza. L'epilessia è un disordine neurologico con molte possibili cause. Spesso la causa dell'epilessia è sconosciuta. Comunque, qualsiasi condizione che sia in grado di alterare il normale livello di attività neuronale, dalla malattia al danno celebrale, ai tumori, può portare all'insorgenza delle crisi