CONTATORE PERSONE

08/04/13

Malattie del Sistema Nervoso


Cominciamo con questa lezione che è una lezione molto importante perché quello immunopatico è
un altro meccanismo molto importante di patologia del SN centrale e periferico e del muscolo.
Direi che lo sviluppo di questo settore della neurologia,cioè delle malattie immuno-mediate,è
relativamente moderno,ha aperto delle prospettive terapeutiche che prima non c’erano:per malattie
come la sclerosi multipla,la miastenia gravis, la poliradicolonevrite post-infettiva,l’aver identificato
il meccanismo immuno-mediato quale meccanismo alla base,ha aperto prospettive terapeutiche
nuove,tanto che noi affrontiamo la diagnostica con uno spirito molto più leggero sapendo che la
prognosi con la terapia cambia.
Quindi è un settore anche di malattie che sono curabili non solo sintomaticamente ma anche
patogeneticamente;etiologicamente è più difficile perché i meccanismi che stanno alla base
dell’autoimmunità non sono ancora troppo chiariti,perché spesso alla base vi sono fattori genetici di
predisposizione interagenti con fattori ambientali,per esempio:malattie virali pregresse,non più
curabili quando l’autoimmunità si individua.Quindi la terapia etiologica è difficile che si possa fare
mentre una terapia patogenetica sicuramente si.
Allora vediamo quali sono le malattie,naturalmente sono più di queste,però le più importanti sono:
ƒ Sclerosi Multipla che è una malattia della sostanza bianca del SNC,quindi encefalo e
midollo spinale;
ƒ Poliradicolonevriti sub-acute e croniche che sono malattie del SNP e pertanto dei gangli
spinali,radici spinali e nervi periferici;
ƒ Miastenia Gravis che è una malattia della giunzione neuromuscolare;
ƒ Polimiosite e Dermatomiosite che sono malattie immuno-mediate proprie del muscolo;
Quindi queste sono le malattie più importanti che voi potete trovare tra quelle immuno-mediate.
SCLEROSI MULTIPLA
È una patologia del SNC
ƒ Tipicamente demielinizzante
ƒ Su base infiammatoria
ƒ Con distribuzione multifocale
ƒ Con dispersione temporale degli attacchi
ƒ A patogenesi autoimmune
ƒ Frequentemente associata a degenerazione assonale in fase tardiva
Come vedete nel quadro clinico c’è la possibilità di una paralisi periferica,per esempio la più
frequente è la paralisi del VII che a differenza di quella centrale coinvolge tutta l’emifaccia,quindi

sia la regione superiore(diciamo oftalmica),che quella inferiore(diciamo labiale).La paralisi
periferica nella SM si spiega così:se voi ricordate le immagini del tronco encefalico,c’è il nucleo del
VII dai cui neuroni partono gli assoni che ,prima di fuoriuscire dal ponte,lo attraversano;in questo
breve tratto la radice è rivestita di mielina centrale e non di mielina periferica.Se una placca di
demielinizzazione interessa quel tratto del faciale ancora intraparenchimale,prima dell’emergenza
dal ponte,si può avere una paralisi periferica,perché una volta emerso dal ponte,la mielina che lo
rivestirà non sarà più quella prodotta dall’ologodendrocita ma sarà mielina prodotta dalle cellule di
Schwann.Queste due mieline hanno caratteristiche antigeniche diverse,per cui nella SM solo la
mielina ologodendrocitaria è interessata.
È tipicamente demielinizzante,tipicamente perché possiamo avere anche anticorpi diretti contro gli
assoni,in quel caso non sarà più la demielinizzazione l’evento primario,ma sarà un fenomeno
secondario alla degenerazione assonale;però è tipicamente demielinizzante perché l’infiammazione
produce demielinizzazione.
È una malattia su base infiammatoria immuno-mediata,il rapporto tra infiammazione e
degenerazione è molto stretto perché praticamente in tutte le malattie degenerative c’è
infiammazione; alla fine forse diventerà un unico capitolo quello dell’infiammazionedegenerazione,perché i meccanismi soprattutto a livello molecolare si sovrappongono.
In generale riteniamo di poter dire che una malattia è infiammatoria perché alla base c’è
infiammazione;mentre invece diciamo che il morbo di Parkinson è degenerativo perché alla base
c’è degenerazione anche se poi c’è infiammazione secondaria.
Noi cerchiamo di descrivere tutte le forme di SM con un’unica definizione;verosimilmente le forme
di SM sono malattie diverse,in cui per esempio la forma cronico-progressiva primaria è una malattia
diversa rispetto alla SM recidivante-remittente benigna,con alcune cose in comune. Come ad
esempio è diversa la polimiosite dalla dermatomiosite non soltanto perché il derma nella polimiosite
non è coinvolto e nella dermatomiosite sì,ma anche perché il meccanismo immunopatico è diverso.
Noi mettiamo in questa definizione tutte le malattie della sostanza bianca con caratteristiche di
dispersione spazio-temporale ,che è alla base della dispersione multifocale delle lesioni.La diagnosi
di SM noi la facciamo sulla base della multifocalità,ma la multifocalità, cioè la dispersione spaziale
delle lesioni, non è sufficiente per la diagnosi,è indispensabile che ci sia anche la dispersione
temporale degli attacchi.Per cui è l’insieme di questi due elementi che caratterizza la SM;ma
nell’ambito di questa malattia ci sono dei sottogruppi(sottoforme di SM) che probabilmente hanno
meccanismi patogenetici diversi tra loro.
Le caratteristiche di dispersione spaziale e temporale devono essere presenti altrimenti la diagnosi
di SM non si fa.
La patogenesi è autoimmune perché noi abbiamo la possibilità di identificare autoanticorpi e
linfociti T attivati nei confronti dei costituenti del SNC.
Infine è frequentemente associata a degenerazione assonale in fase tardiva,in una delle forme che è
quella secondaria-progressiva.Mentre invece è iniziale la neurodegenerazione nelle forme
cosiddette primarie-progressive.
EPIDEMIOLOGIA
È una malattia decisamente meno frequente della malattia cerebrovascolare ischemica per la quale
calcoliamo 200.000 nuovi casi per anno,mentre invece calcoliamo 1500-4000 nuovi casi per anno di
SM in Italia.
Ma l’epidemiologia ci dice anche che l’età tipica della SM è un’età giovanile, mentre invece l’età
tipica della malattia cerebrovascolare è quella presenile;la differenza di incidenza,che rende meno
grave la SM da un punto di vista sanitario,viene notevolmente aggravata dalla precocità d’esordio
della malattia e dalla durata che è di decenni.Per cui dal punto di vista sanitario la portata di questa
patologia è sovrapponibile a quella della malattia cerebrovascolare.
Noi calcoliamo che in questo momento in Italia ci siano dai 15000 ai 30000 casi di malattia,e se voi
calcolate che il costo di ogni malato è di circo 30000 euro l’anno, potete avere un’idea della spesa
sanitaria per la SM.
Gli studi epidemiologici sono stati molto importanti per aprire spiragli sull’identificazione di fattori
genetici e ambientali rilevanti sull’etiologia.Se si guarda all’incidenza della SM in due gemelli
monozigoti, rispetto ai gemelli di zigoti o ai fratelli non gemelli, il tasso di concordanza (che
significa che sono tutti e due malati ) tra i gemelli monozigoti è circa dieci volte superiore rispetto
ai gemelli dizigoti.Questa è l’analisi fondamentale che ci dice che sicuramente c’è una
predisposizione genetica.
Accanto ai fattori genetici (di predisposizione perché la SM non è una malattia genetica ) ci sono
sicuramente anche fattori ambientali,quindi viene fuori una malattia ad etiologia
multifattoriale.Quali sono questi fattori ambientali? Guardando alla distribuzione dell’incidenza
della SM nel mondo, si è visto che l’incidenza varia a seconda dell’area geografica e che è minima
all’equatore e aumenta man mano che si va verso i poli sia sud che nord; all’equatore l’incidenza è
minima, mentre in Svezia l’incidenza è più alta che in Italia che non in Kenya; in Svezia più o meno
c’è l’incidenza che c’è in Nuova Zelanda o in Australia che stanno dall’altra parte del mondo.
Si è andati a cercare come è variato il rischio per lo sviluppo della malattia nelle persone emigranti,
cioè si è pensato: se c’è qualche fattore ambientale protettivo in Kenya e favorente in Svezia per la
malattia, questo fattore è protettivo o favorente per tutta la vita o soltanto per una parte della vita? E
si è visto che c’è una possibilità di variare il rischio di malattia se lo spostamento; cioè
l’emigrazione, avviene prima della pubertà;nei primi 14 anni di vita si definisce il rischio di
malattia, per cui se un ragazzo del Kenya va in Svezia a 6 anni acquisisce il rischio di malattia di
uno svedese,se ci va a 20 anni conserva il rischio di malattia del Kenya;se uno svedese va in Kenya
prima dei 14 anni acquisisce il rischio di malattia di un keniota,se invece ci va a 20 anni conserva il
rischio di malattia di uno svedese.
E allora è chiaro che tu ti puoi chiedere quale può essere questo fattore ambientale e le risposte sono
state soprattutto : l’esposizione a virus oppure a diete particolari, che naturalmente influenzano
soltanto in un certo periodo di vita.
Due settimane fa ho letto un articolo su Nature Medicine in cui c’erano molti argomenti per
ipotizzare che il fattore ambientale sia la luce solare che, secondo gli autori di questo articolo,
sarebbe un fattore modificante molte malattie, prima di tutte la tubercolosi, ma anche la SM visto il
fatto che man mano che si va dai poli verso l’equatore, cioè dalla notte verso il giorno, tu hai una
riduzione progressiva dell’incidenza, mentre andando dal giorno verso la notte (voi sapete che in
Svezia hanno almeno 6 mesi con pochissime ore di sole );quindi la luce solare potrebbe essere un
fattore,perciò ve l’ho aggiunto (è il primo anno che lo aggiungo).
Quale poi possa essere il motivo per cui questo fattore è così rilevante prima della pubertà e diventa
meno rilevante dopo,non si sa, ma certamente durante quella fase dello sviluppo l’influenza della
luce solare sulla produzione di vitamina D è più critica per la buona salute che nel resto della vita (
la luce solare è così importante perché porta alla produzione di vitamina D, con tutti i fenomeni a
valle mediati da questa vitamina ).
È quindi un fatto importante, ma noi non abbiamo gli elementi conclusivi per dire quale fattore tra
quelli ambientali sia il più importante, ma certamente questi fattori sono importanti perché il fattore
genetico da solo non può bastare, altrimenti non ci sarebbe una variazione del rischio di malattia
con l’emigrazione perché il patrimonio genetico tu te lo porti dentro di te.
Il ruolo del virus di Epstein-Barr è venuto fuori non solo perché è un virus molto importante per la
nostra immunodeficienza individuale, cioè per la nostra risposta immunitaria, ma anche perché c’è
stata durante la seconda guerra mondiale una epidemia di SM in un’isola del pacifico dove sono
sbarcati soldati inglesi (l’Inghilterra essendo nel nord Europa ha un’incidenza elevata di SM );
questo episodio ha portato un’epidemia di SM in una popolazione che non conosceva prima questa
malattia e poi anche il fatto che alcuni decenni dopo (la guerra era finita ) i soldati erano rientrati,
l’incidenza di SM è andata progressivamente riducendosi.Tutto ciò può essere spiegato solo
dall’aver portato in quell’isola un virus e in queste persone fu riscontrata una positività per il virus
di Epstein-Barr, per cui si è ipotizzato che questo fosse il virus che ha determinato questa epidemia.
PATOGENESI DELLA SM
Sono implicati fattori genetici (gli studi si sono concentrati su geni che codificano per i fattori di
istocompatibilità ,soprattutto quelli di classe seconda)e fattori ambientali(infezioni virali e
luce).La cooperazione di questi due elementi porta alla produzione di autoimmunizazione dei
linfociti t verso antigeni del self in particolare verso antigeni della sostanza bianca del SNC e cioè
contro proteine della mielina quali la proteina basica della mielina del SNC che è antigenicamente
differente rispetto a quella della mielina del SNP,ma anche della membrana assonale e degli
oligodendrociti.Questo è molto importante per la prognosi perché se tu hai una autoimmunizzazione
nei confronti di antigeni della mielina ma l’oligodendrocita sopravvive,questo,superata
l’infiammazione produrrà nuova mielina e potrà ripristinare se non il 100% di funzionalità almeno
una parte…Invece se tu hai autoimmunizzazione contro proteina della membrana assonale o degli
oligodendrociti il danno diventerà irreversibile perché nel SNC il danno assonale non è riparabile
dalla capacità rigenerativa e perché gli oligodendrociti se muoiono non vengono sostituiti e quindi
la lesione diventa irreversibile.Il problema che la demielinizzazione comporta è una riduzione fino
quasi ad una perdita completa della capacità di condurre il potenziale d’azione lungo l’assone anche
se l’assone è integro perché ci sono due internodi contigui di assone demielinizzato.Il potenziale
d’azione si forma sul monticolo assonale a valle del corpo neuronale e si interrompe per la
demielinizzazione degli internodi . E’ come se l’assone fosse stato sezionato ,però questo è un
fenomeno che può essere riparato perché l’oligodendrocita è sopravvivente.Se invece muore o
viene colpita dagli Ab la membrana assonale il processo è irreversibile
NEUROPATOLOGIA
Le lesioni caratteristiche sono le placche di demielinizzazione .Molti la chiamano sclerosi a
placche sulla base della neurologia francese,però il prof preferisce Sclerosi Multipla perché pensa
che sia importante la dispersione, la molteplicità che la caratterizza.Le sedi più frequenti di queste
placche sono la sostanza bianca periventricolare ma anche nel tronco encefalo intorno all’
acquedotto di Silvio e al 4° ventricolo,cervelletto,midollo spinale e il nervo ottico perché il nervo
ottico è un ‘ estroflessione del SNC e la sua mielina è tutta oligodendrocitica,non è prodotta dalla
cellula di Schwann.Le placche di demielinizzazione possono persistere a lungo,andare incontro a
riparazione oppure essere associate a morte oligodendrocitaria e degenerazione assonale e queste
sono le caratteristiche dei decorsi a prognosi peggiore.
La diagnostica con la RM ha migliorato enormemente la nostra capacità di esplorare la SM perché
mentre in TC la demielinizzazione non si vede(si può vedere solo la degenerazione ,quando questa
c’è,tardivamente),in RM anche la demielinizzazione in fase attiva si vede. Essa appare come
un’iperintensità di segnale in T2 e come ipointensità di segnale in T1 se c’è degenerazione,per cui
se non c’è degenerazione si vede solo l’iperintensità in T2 e in FLAIR ,ma non l’ipointensità in
T1.La dispersione spaziale è evidente,cioè ci sono placche multiple e la loro disposizione intorno
ai ventricoli laterali in questa immagine è evidente.La tendenza alla localizzazione periliquorale dice che il passaggio dei linfociti T attivati
attraverso la barriera emetoencefalica avviene prevalentemente attorno ai ventricoli verosimilmente
per le caratteristiche dei vasi di questa regione , perché è ovvio che i linf.ti devono superare la
barriera emato encefalica per divenire residenti nel SNC
QUADRO CLINICO
Il q.c. della S.M. è estrememamente variabile,non esiste un quadro clinico patognonomico.
La variabilità è praticamente la possibilità di vedere qualunque sindrome neurologica da lesione
centrale,per patologia della sostanza bianca per cui i nuclei non sono interessati .Quindi avremo
• Disturbi piramidali (Deficit di forza, ROT iperelicitabili, Segni piramidali)
• Disturbi sensitivi (parestesie, ipoestesie, dolore neuropatico, etc)
• Neurite ottica retro-bulbare
• Disturbi cerebellari (atassia, vertigini, tremore)
• Sintomi da lesione del tronco encefalico (diplopia,paralisi faciale, nistagmo dissociato, etc)
• Disturbi sfinterici (minzione imperiosa, etc)
• Altri sintomi (nevralgia del trigemino, crisi epilettiche, disturbi della sfera cognitiva,
impotenza nel maschio, etc)
Ovviamente non tutto si presenta nello stesso paziente,ma questo è per dire che noi non abbiamo
una sintomatologia caratteristica. Abbiamo una sintomatologia evocatrice nel caso in cui essa non è
compatibile con una sola lesione.Questo è l’elemento fondamentale,cioè la molteplicità per
dispersione spaziale.
Es sindrome cerebellare con neurite ottica retrobulbare non sono spiegabili sulla base di un’unica
lesione .Ovviamente non abbiamo una sola combinazione possibile,ce ne sono tante.Ciò che ci
suggerisce la diagnosi è la combinazione di sintomi e segni incompatibili con un’unica sede
lesionale.Un’altra cosa che ci orienta è l’età di esordio(20-30 anni).Se tu hai un giovane con
nevralgia trigeminale,non devi pensare ad una forma idiopatica,ma alla SM. naturalmente per farlo
devi entrare in un protocollo diagnostico che poi ti porterà ad una diagnosi definita,di probabilità o
di possibilità.
Nistagmo dissociato:alcuni lo ritengono pagmonomico di SM perché è molto difficile trovarlo in
altre patologie.E’ un nistagmo in cui hai un movimento che interessa un occhio senza interessare
l’altro:questo è possibile solo per lesione delle vie internucleari per cui un occhio si distacca
dall’altro,l’occhio abdotto va in nistagmo mentre l’occhio addotto no perché le vie internucleari
sono lesionate dalle placche di demielinizzazione.
DECORSO
Il decorso della cosiddetta SM benigna è recidivante e completamente remittente (interessa il 15-
20% dei malati).
Esistono anche le forme secondarieamente progressive,cioè dopo un certo numero di anni
caratterizzati da crisi e remissioni più o meno complete,si avrà ancora qualche attacco però negli
intervalli si avrà la degenerazione assonale e si va verso la progressiva perdita di funzione.
C’è in oltre una forma progressiva recidivante in cui sin dall’inizio si hanno recidive e
progressione ,per cui ogni tanto si ha un attacco però anche tra un attacco e l’altro si ha un
peggioramento e non si ha mai remissione.
Oppure c’è la forma primaria progressiva in cui non hai attacchi,ma una perdita prognte,ma questo è per dire che noi non abbiamo
una sintomatologia caratteristica. Abbiamo una sintomatologia evocatrice nel caso in cui essa non è
compatibile con una sola lesione.Questo è l’elemento fondamentale,cioè la molteplicità per
dispersione spaziale.
Es sindrome cerebellare con neurite ottica retrobulbare non sono spiegabili sulla base di un’unica
lesione .Ovviamente non abbiamo una sola combinazione possibile,ce ne sono tante.Ciò che ci
suggerisce la diagnosi è la combinazione di sintomi e segni incompatibili con un’unica sede
lesionale.Un’altra cosa che ci orienta è l’età di esordio(20-30 anni).Se tu hai un giovane con
nevralgia trigeminale,non devi pensare ad una forma idiopatica,ma alla SM. naturalmente per farlo
devi entrare in un protocollo diagnostico che poi ti porterà ad una diagnosi definita,di probabilità o
di possibilità.
Nistagmo dissociato:alcuni lo ritengono pagmonomico di SM perché è molto difficile trovarlo in
altre patologie.E’ un nistagmo in cui hai un movimento che interessa un occhio senza interessare
l’altro:questo è possibile solo per lesione delle vie internucleari per cui un occhio si distacca
dall’altro,l’occhio abdotto va in nistagmo mentre l’occhio addotto no perché le vie internucleari
sono lesionate dalle placche di demielinizzazione.
DECORSO
Il decorso della cosiddetta SM benigna è recidivante e completamente remittente (interessa il 15-
20% dei malati).
Esistono anche le forme secondarieamente progressive,cioè dopo un certo numero di anni
caratterizzati da crisi e remissioni più o meno complete,si avrà ancora qualche attacco però negli
intervalli si avrà la degenerazione assonale e si va verso la progressiva perdita di funzione.
C’è in oltre una forma progressiva recidivante in cui sin dall’inizio si hanno recidive e
progressione ,per cui ogni tanto si ha un attacco però anche tra un attacco e l’altro si ha un
peggioramento e non si ha mai remissione.
Oppure c’è la forma primaria progressiva in cui non hai attacchi,ma una perdita progressiva di
funzione e la comparsa di aree sempre più numerose e gravi di demielinizzazione.
DIAGNOSI
La diagnosi è prima di tutto clinica e questo è importante perché altrimenti si farebbero esami
strumentali per ogni possibile sintomo compatibile con una placca di demielinizzazione. Poi si
procede con la RM. Fare la TC è inutile. La RM mette in evidenza lesioni iperintense in T2 e
FLAIR ed eventualmente ipointense in T1. Quando si trovano molte aree ipointense in T1 significa
che vi sono molti danni irreversibili. Invece le aree iperintense in T2 possono scomparire perché
sono aree di demielinizzazione che può essere riparata.
Analisi del liquor:è utile nella prima fase perché permette di verificare se c’è una immunopatia in
corso
Indice di Link.Per vederlo bisogna dosare la concentrazione delle IgG nel liquor e nel siero e lo
stesso bisogna fare con le albumine. Poi si fa il rapporto e si ricava il cd indice di Link che ci dice
se c’è sintesi intratecale di IgG ,al di là della barriera ematoencefalica ed ematoliquorale.Questo
indice è patologico in circa l’80%dei malati di SM,per cui c’è un 20%di falsi negativi. Però c’è
anche una serie di falsi positivi,cioè possono esserci una serie di malattie diverse dalla SM in cui
l’indice di Link è apprezzabile. Quindi è un indice utile,ma certamente non sufficiente per fare
diagnosi.
 La pleiocitosi può esserci in fase attiva d’infiammazione,ma è sempre molto modesta,può arrivare
massimo a 30 cellule,con massimo 7 linfociti al microlitro.
 C’è una modesta iperproteinorrachia ,cioè le proteine sono un poco aumentate,salgono tra 50 e
100mg/dl (50 è il limite superiore del range fisiologico).
Bande oligoclonali: l’indice più sensibile è la presenza di bande oligoclonali nel liquor che sono
assenti nel siero. In linea di massima si ritiene che sia indicativa la presenza di più di due bande nel
liquor assenti nel siero;se ce n’è una l’indice di indicatività è decisamente basso. 9
scaricato da www.sunhope.it
Indagini neurofisiologiche :i potenziali evocati sono utili per esplorare le vie visive, acustiche e
somatosensitive lungo tutta la via,dal recettore periferico alla corteccia,per verificare se c’è un
danno che clinicamente non è evidente. Quindi serve per definire in modo preciso l’eventuale
presenza di un danno da demielinizzazione. Si avrà aumento del tempo di conduzione,oppure
proprio un blocco di conduzione associato a riduzione dell’ampiezza dei potenziali evocati.
Non essendoci un segno patognonomico né clinico né strumentale, la diagnosi di SM deve essere il
risultato della convergenza di una serie di analisi che fondamentalmente devono dire che c’è
dispersione spaziale e temporale delle lesioni e degli attacchi. Cioè se viene da noi un ragazzo che
ha avuto un emiparesi piramidale associata con riduzione del visus in un occhio senza avere mai
avuto un altro disturbo precedente voi vi rendete conto che c’è una dispersione spaziale delle aree di
danno. Fate una risonanza e anche se ne bastavano 2,trovate otto placche,ma ancora la diagnosi non
è fatta perché manca la dispersione temporale,che presuppone che si abbiano almeno due attacchi.
Però ci si può chiedere se tutte le lesioni sono contemporanee o se per caso due sono recenti ,ma le
altre sono precedenti,ma clinicamente silenti. Se si potesse dimostrare questo,allora avrei dimostrato
anche la dispersione temporale. A questo scopo può essere d’aiuto l’uso del Gadolinio come mdc in
RM perché esso è captato solo dalle aree recenti,le cd placche attive. Se il mdc è captato solo dalle
due aree che hanno dato la sintomatologia recente e nelle altre no,vuol dire che solo quelle due sono
attive,mentre le altre sono più vecchie. A questo punto posso fare molto più agevolmente la
diagnosi. Se questo si aggiunge la presenza di immunopatia nel liquor è ovvio che la diagnosi
diviene sempre più forte e sostenibile.
TERAPIA
La sclerosi multipla la curiamo fondamentalmente in modo multidisciplinare
Terapia psicologica
 L’approccio a questi pazienti richiede un grande contegno: un ragazzo/a di 20-25 anni che ha un
deficit neurologico improvviso e riceve tali diagnosi, vede compromesso il proprio futuro. Bisogna
quindi impegnarsi molto affinchè possa capire che il decorso e la gravità della malattia è diverso da
caso a caso e non necessariamente si è costretti a gravi disabilità. Quindi, è necessario un approccio
medico che sia molto vicino al disagio psichico del ragazzo.


NEURITE MOTORIA MULTIFOCALE
È una malattia rara, immunomediata con Ab anti GM1 nel siero nell’80% dei casi. È caratterizzata
dalla presenza di fascicolazioni, iper-riflessia e asimmetria dei deficit motori. Avendo atrofia,
fascicolazioni,ixreflessia può essere inizialmente difficile fare D.D. con la SLA. L’elemento
diagnostico differenziale fondamentale, a parte la presenza di Ab anti GM1 nel siero, è l’assenza
costante del Babisky.
MIASTENIA GRAVIS
La miastenia gravis è una malattia della giunzione neuro muscolare, di tipo autoimmune anticorpo
mediata(umorale) caratterizzata tipicamente da affaticabilità muscolare, questo è l’elemento tipico
della miastenia gravis.
EPIDEMIOLOGIA
 È una malattia abbastanza frequente (15-65 casi su 100000) persone,più frequente nel sesso
femminile può colpire qualunque età ma più frequentemente colpisce le donne nella terza decade di
vita e i maschi nella quinta decade.
Poi c’è la miastenia transitoria del neonato che è quella del neonato che nasce da mamma
miastenica per passaggio transplacentare di anticorpi e quella è una miastenia che non è congenita
ma è strettamente legata al periodo in cui gli anticorpi materni si trasferiscono nei tessuti e nel siero
del neonato.
Nell’85% dei malati ci sono anticorpi antirecettore per l’acetilcolina,
gli altri, circa 15% si chiamano siero negativi e questi siero negativi nel 70% dei casi,presentano
anticorpi antiMuSK.C’è quindi circa un terzo di malati(un terzo del 15%,quindi un 5%circa)che
non ha né anticorpi antirecettori né anticorpi antiMuSK.
E probabile che l’eziologia preveda la cross reazione a livello della giunzione neuromuscolare di
anticorpi anti strutture simili al recettore colinergico presenti nel timo dopo infezione virale, ed ecco
perchè le persone con timoma, quindi con patologia neoplastica, frequentemente sviluppano la m.
gravis, quindi la m. gravis può essere considerata in queste persone una sindrome
paraneoplastica.Si tratterebbe in queste persone di anticorpi contro antigeni onconeurali (in questo
caso oncomuscolari, perché i recettori stanno sulla membrana muscolare), gli antigeni vengono
condivisi e allora c’è la produzione di anticorpi contro il tumore timoma che cross reagiscono anche
con gli anticorpi antirecettore.

MIASTENIA GRAVIS
La miastenia gravis è una malattia della giunzione neuro muscolare, di tipo autoimmune anticorpo
mediata(umorale) caratterizzata tipicamente da affaticabilità muscolare, questo è l’elemento tipico
della miastenia gravis.
EPIDEMIOLOGIA
 È una malattia abbastanza frequente (15-65 casi su 100000) persone,più frequente nel sesso
femminile può colpire qualunque età ma più frequentemente colpisce le donne nella terza decade di
vita e i maschi nella quinta decade.
Poi c’è la miastenia transitoria del neonato che è quella del neonato che nasce da mamma
miastenica per passaggio transplacentare di anticorpi e quella è una miastenia che non è congenita
ma è strettamente legata al periodo in cui gli anticorpi materni si trasferiscono nei tessuti e nel siero
del neonato.
Nell’85% dei malati ci sono anticorpi antirecettore per l’acetilcolina,
gli altri, circa 15% si chiamano siero negativi e questi siero negativi nel 70% dei casi,presentano
anticorpi antiMuSK.C’è quindi circa un terzo di malati(un terzo del 15%,quindi un 5%circa)che
non ha né anticorpi antirecettori né anticorpi antiMuSK.
E probabile che l’eziologia preveda la cross reazione a livello della giunzione neuromuscolare di
anticorpi anti strutture simili al recettore colinergico presenti nel timo dopo infezione virale, ed ecco
perchè le persone con timoma, quindi con patologia neoplastica, frequentemente sviluppano la m.
gravis, quindi la m. gravis può essere considerata in queste persone una sindrome
paraneoplastica.Si tratterebbe in queste persone di anticorpi contro antigeni onconeurali (in questo
caso oncomuscolari, perché i recettori stanno sulla membrana muscolare), gli antigeni vengono
condivisi e allora c’è la produzione di anticorpi contro il tumore timoma che cross reagiscono anche
con gli anticorpi antirecettore.
La miastenia gravis non è soltanto una malattia che procede per attacchi caratterizzata da
affaticabilità con l’esercizio e recupero col riposo ,può essere anche una malattia da stanchezza
cronica. Questo si spiega con il fatto che man mano che passa il tempo, essendo gli anticorpi
antirecettore legati al recettore capaci di indurre endocitosi del complesso recettore –anticorpo e
successiva distruzione del complesso, se questo processo di endocitosi è rapido e il numero di
anticorpi legati massivo, tu hai un notevole spopolamento recettoriale dalla membrana post
sinaptica. Naturalmente c’è la possibilità di riprodurre il recettore ma questa riproduzione non è
sufficiente in molte persone per compensare al 100% la distruzione, e lo spopolamento diventa
cronico. Dal momento che le piegature, le invaginazioni sono la conseguenze del numero di
recettori,esse servono per contenere il maggio numero di recettori in uno spazio limitato,quindi man
mano che i recettori scompaiono le plicature scompaiono e allora si verifica l’appiattimento della

membrana post sinaptica che comporta il fatto che la trasmissione neuromuscolare diventa
stabilmente insufficiente per cui non hai più il deficit solo del corso dell’esercizio, ma hai deficit
stabile. Questa condizione è detta miopatia miastenica. Quindi voi non potete escludere che una
persona abbia miastenia gravis, anche se non avete l’elemento tipico che è quello dell’ affaticabilità
con l’esercizio e ristoro col riposo.
Un’altra cosa importante è che 10-15% dei pazienti con miastenia presenta timoma e l’80%
iperplasia dei follicoli linfatici del timo.
QUADRO CLINICO
Il quadro clinico è caratterizzato da ipostenia che compare dopo contrazioni muscolari prolungate e
ripetute e si riduce e scompare col riposo.
I muscoli più colpiti sono quelli ad innervazione cranica in particolari quelli oculari e quindi si ha
ptosi palpebrale e diplopia per deficit degli oculomotori.
I secondi sono i muscoli laringo-faringo-palatini ed i prossimali degli arti per cui compare disfonia,
disfagia, e poi debolezza anche nell’esercizio prolungato degli arti, nel camminare a lungo, nel
muovere le mani a lungo.
La muscolatura respiratoria può essere interessata,per fortuna meno frequentemente, si può avere
che i pazienti hanno crisi respiratoria per difetti della terapia ( ipo/iperdosaggio degli
anticolinesterasici).
DIAGNOSI
Certamente l’anamnesi dimostra che non c’è familiarità ; c’è esordio subacuto, fluttuazione del
deficit variabile durante la giornata ,tipico è che la mattina mi sveglio bene con gli occhi bene
aperti poi man mano che passano le ore le palpebre si calano, inizio il pasto bene e man mano che
mangio la mandibola cade e mi devo fermare questo è tipico ma non sufficiente.
L’EO tende a valutare l’esauribilità muscolare,puoi chiedere alla persona di aprire e chiudere le
palpebre più volte per vedere quando non riesce piu a farlo.
I riflessi non sono mai modificati da questa malattia , totalmente assenti i disturbi sensitivi che la
differenziano dalle neuropatie sensitivo-motorie .
E’utile il test farmacologico con anticolinesterasici miastenici: lo facciamo immediatamente
quando abbiamo postulato l’ipotesi di m.gravis; a una persona per esempio viene diagnosticato il
deficit palpebrale, fai iniezione con acetilcolinesterasici endovena e vedi le palpebre che si aprono.
Le indagini di laboratorio sono importanti per la dimostrazione di anticorpi antirecettore , però il
fatto che esistano anticorpi non si correla con la gravità della malattia: puoi avere titolo elevato con
sindrome poco grave o viceversa, infatti nella miopatia miastenica che è la massima espressione
clinica c’è un basso titolo anticorpale perchè ormai è la giunzione che si è modificata è diventata
poco funzionale.
L’elettroneuromiografia è la dimostrazione elettrofisiologica della clinica. C’è stimolazione
elettrica del nervo a bassa frequenza” ta ta ta” in genere tre stimoli al secondo e si registra il
potenziale muscolare e si può vedere come per ogni gruppo di stimoli l’ampiezza dei potenziali
muscolari si riduce progressivamente ( test di Desmedt) e questo è il correlato elettrofisiologico
della stanchezza.
Poi fai iniezione di anticolinesterasico e continui a stimolare e vedi che quando la colinesterasi è
stata diffusa per ogni complesso giunzionale l’ ampiezza dei potenziali muscolari rimane inalterata:
questo è tipicamente diagnostico .In alcuni casi può essere utile l’elettromiografia a singole fibre.
Una volta che hai fatto diagnosi di miastenia gravis ,non ti puoi esimere dal richiedere

radiografia torace, Tc con mdc, scintigrafia timica per verificare se c’è timoma:questo è un
imperativo categorico, non deve uscire un malato con m. gravis che non abbia fatto adeguate
indagini per vedere se ha timoma perchè se ha timoma deve essere operato.

TERAPIA
 E’ con anticoliesterasici che sono diversi da quelli usati nell’Alzheimer (centrali) questi sono la
NEOSTIGMINA e la PIRIDOSTIGMINA
Poi essendo malattia immunomediata si danno immunosoppressori (AZATIOPRINA) e
cortisonici(PREDNISONE)
Alle Ig endovenose bisogna ricorrere solo durante le crisi miasteniche, non per la terapia cronica e
comunque queste scelte si fanno caso per caso.
Se la sintomatologia è solo oculare trattiamo solo con Piridostigmina.
Se hai miastenia generalizzata anche con farmaci patogenetici( Azatropina e|o Prednisone) e con la
terapia patogenetica la necessità di anticolinesterasi si riduce.
E infine in pazienti con timoma si fa timectomia.
POLIMIOSITE E DERMATOMIOSITE
Anche la polimiosite e dermatomiosite sono malattie immunomediate.
La polimiosite predilige l’età adulta giovane, la dermatomiosite tutte le età.
La polimiosite è legata a un’immunopatia cellulo-mediata, alla biopsia troviamo infiltrati
infiammatori endomisiali contenenti linfociti T CD8.

Invece la dermatomiosite è un’ immunopatia anticorpo-mediata con attivazione del complemento e
in biopsia troviamo infiltrati infiammatori perivascolari costituiti prevalentemente da
linfociti,questo sia nella biopsia di cute che nella biopsia del muscolo,perciò dermatomiosite.
Nella polimiosite nell’endomisio c’è uno sciame di cellule che comporta atrofia e necrosi
miocitaria. La necrosi implica iperCKemia che nella polimiosite c’è, cosi come la potremmo
trovare nelle distrofie muscolari.
Il quadro clinico è quello di debolezza muscolare ad esordio subacuto frequentemente preceduto
dalla febbre ma non necessariamente, con interessamento prevalente dei muscoli bulbari, quelli che
servono per la fonazione e la deglutizione,quelli prossimali degli arti e del tronco. Solo nella
dermatomiosite si ha eritema violaceo delle palpebre,del volto e della regione sternale .
Poco frequente l’interessamento della muscolatura respiratoria, talora si può avere miocardite
autoimmunitaria associata .
La diagnosi è basata sull’assente familiarità (perché sono forme acquisite,ndr), sull’ esordio
subacuto, sulla sindrome che è dominata da deficit di moto associata con aumento CK, isoenzimi
mm, spesso l’aumento VES, talora linfocitosi.
L’ elettromiografia è poco caratteristica, vedete che in genere c’è un tracciato di tipo misto con
potenziali di denervezione.
Ma quello che dopo la clinica vi permette la diagnosi è la biopsia, questa è una biopsia di cui non si
può fare a meno. Mentre oggi per esempio nella distrofia dei cingoli, nella distrofia di Duchenne
dalla clinica puoi saltare la biopsia e andare direttamente all’ analisi molecolare ,soprattutto quando
la storia familiare ti orienta verso quale può essere il gene interessato, invece nel sospetto di
dermatomiosite e polimiosite la biopsia è necessaria
Una volta venivano presi tutti per distrofici muscolari e di conseguenza curati come tali e di
conseguenza la prognosi veniva considerata come terribilmente sfavorevole.
Invece sono malattie che guariscono per cui le devi diagnosticare con precisione per poi fare la
terapia con immunosoppressori e corticosteroidi. Utilizzando che cosa come parametri di
valutazione, per decidere quando sospendere e quando eventualmente riprendere la terapia per

ripresa dell’attivita infiammatoria?
 Il CK è un indice molto attendibile per dire quando con i farmaci hai spento l’infiammazione
 nel momento in cui il CK è rientrato; invece se c’è ripresa infiammazione tu dovresti vedere CK
che comincia a risalire.

info presa da : http://www.sunhope.it/




















MALATTIE DEMIELINIZZANTI ED INFIAMMATORIE DEL S.N.C. e S.N.P.


in teoria:
PROCOLLO DI DIAGNOSI E MONITORAGGIO DELLE MALATTIE DEMIELINIZZANTI
ED INFIAMMATORIE DEL S.N.C. e S.N.P. 

a ) profili ematochimici generali e speciali, in relazione alla eziologia (Assetto reumatologico , 
autoanticorpi ed assetto anticorpale completo con Ig e complementemia e prove per attività 
proinfiammatoria, Test virali e microbiologici, Test tossicologici,Test per la coagulazione, con 
anticorpi antifosfolipidi ed anticardiolipidina) ed esami su liquor : Indice di Link, Danno di barriera, 
PCR, bande oligoclonali .
b)ECG e visita cardiologia con Ecocardiogramma per d.d. ed i trattamenti con immunosoppressori
c) Test Neuropsicologici completi e scale di valutazione psichiatrica (depressione ed altre turbe) e 
colloquio eventuale con Psicologo
d) EEG - EMG-ENG Potenziali evocati (PEV,ABR,PESS), EEG con analisi spettrale e 
MappingEEG
e) Esami xgrafici (cranio,Rx Rachide in toto; torace;) e M.O.C.
f) RMN encefalo e midollo in toto con m.d.c.( doppia o tripla dose)
g) Visita oculistica ed ortottica con campo visivo
h) Visita Urologia con esame Urodinamico completo
i) Visita Reumatologica
l) Visita ginecologica ( necessità terapeutiche e turbe sfinteriche Secondarie)
m) Visita endocrinologia
n)Visita ambulatorio Terapia del dolore per terapie del dolore e trattamento spasticità
o) Visita fisiatrica per programma riabilitativo
p)Visita e valutazione Psicologica

NON C'E' NELLA LISTA VISITA VASCOLARE E ECD.....

05/04/13

LA ZEOLITE (liberarsi da tossine e metalli pesanti e altre sostanze dannose)

Articolo tratto dal blog salute olistica sulla zeolite, un prodotto che può essere utile per difendersi dagli effetti nocivi delle radiazioni grazie alla sua azione di neutralizzazione dei radicali liberi. La zeolite aiuta il nostro corpo a liberarsi da tossine e metalli pesanti, ed è quindi utile anche per difendersi dall'aggressione quotidiana delle scie chimiche.


MINERALI VULCANICI E SALUTE: LA ZEOLITE

Dall'incontro di lava e acqua salmastra, giunge un aiuto per proteggere e disintossicare i nostri organi, per ridurre l'ossidazione, chelare i metalli pesanti ed altre sostanze dannose.

Sono le zeoliti: minerali di origine vulcanica che si formano per lo più dall'incontro tra lava incandescente e acqua di mare.
Si presentano come minerali naturali dalla struttura microporosa, costituita da migliaia di piccoli canali in grado di legare rilevanti quantità di tossine e metalli pesanti dannosi alla nostra salute.


Sono le zeoliti: minerali di origine vulcanica che si formano per lo più dall'incontro tra lava incandescente e acqua di mare.
Si presentano come minerali naturali dalla struttura microporosa, costituita da migliaia di piccoli canali in grado di legare rilevanti quantità di tossine e metalli pesanti dannosi alla nostra salute.

Un particolare tipo di zeolite, la clinoptilolite sottoposta ad attivazione, è stata studiata per le sue possibili applicazioni in medicina. Per attivazione si intende normalmente l'applicazione di un procedimento chimico, chimico-fisico o fisico ad un materiale, perchè questo possa reagire più facilmente.

La zeolite clinoptilolite viene sottoposta ad un processo che provoca la collisione delle particelle fra loro, evitando la diretta collisione con le pareti o le pale metalliche dei mulini per evitare che le particelle ottenute vengano inquinate dai metalli presenti.

Le zeolite è altresì tra quegli elementi efficaci per combattere e neutralizzare i radicali liberi, che si formano nell'organismo a causa di inquinamento, polveri sottili, sostanze inquinanti presenti nei cibi, fumo, stress, farmaci etc. I radicali liberi, sono presenti nel nostro organismo che li utilizza come meccanismi di difesa, ma un loro eccesso non solo può provocare malattie ma anche aggravarle, come accade per esempio per: diabete, cancro, patologie cardiovascolari, quelle del tratto gastro-intestinale etc.

Mercurio, piombo, cadmio sono tra i più conosciuti e pericolosi agenti tossici con cui abbiamo a che fare. La la loro presenza nel tratto gastro-intestinale può essere ridotta dalla zeolite clinoptilolite che quindi aiuta l'organismo a detossificarsi e/o evitare che tali sostanze vengano assorbite nei tessuti.

La zeolite clinoptilolite non è tossica per l'organismo e non viene assorbita dal tratto gastro-intestinale. Oltre a salvaguardare l'organismo dai radicali liberi, come detto, essa è in grado, mediante scambio cationico, di legare i metalli pesanti eliminandoli ed è compatibile con altri composti.

Risulta essere cosi una sostanza sia detossificante che antiossidante, oltre che assorbente, che viene eliminta con le feci dopo aver svolto la sua azione nel tratto gastro-intestinale.

Le zeoliti cliptoliniti son perciò utili a sportivi, manager di tutte le età, studenti, coloro che vivono una intensa e stressante attività professionale, anziani, convalescenti, oltre a coloro che sono sottoposti a chemioterapia o hanno alta presenza di metalli pesanti nell'organismo e tutti coloro che soffrono di stress ossidativo. Dunque, tra l'altro un buon aiuto per la prevenzione.
Modo d'uso 3 volte al giorno 30 minuti prima dei pasti principali e prima di andare a letto. Zeolite non attivata: Vanno messi tre cucchiani (non di metallo) in un bicchiere d'acqua, lasciar riposare qualche ora (può anche prepararla la sera prima) e bere solo l'acqua in superficie. Poi rimettere l'acqua e usare la polvere rimasta sul fondo per le altre 3 assunzioni della giornata (coprendo il bicchiere con un tovagliolo o un piatto per impedire alla polvere di entrare). Zeolite attivata: un cucchiaino in un bicchiere d'acqua, bere tutto il contenuto.

Zeolite - Integratore Alimentare: www.macrolibrarsi.it/prodotti/__zeolite.php?pn=1184



Fonte: http://scienzamarcia.blogspot.com/

argilla verde - ANTITOSSICA-CICATRIZZANTE-ENERGIZZANTE

L’argilla verde grazie alle sue proprietà trova molte applicazioni anche nelle cure medicamentose. Le principali proprietà curative dell’argilla verde sono:
  • Antisettica e battericida: l’argilla curativa è in grado di contrastare l’attività dei batteri senza recare alcun danno all’organismo umano. L’argilla neutralizza solo le eccedenze di batteri ma non ostacola la moltiplicazione e ricostruzione cellulare. E’ utilissima per eliminare i parassiti intestinali e per ristabilire l’equilibrio della flora microbica danneggiato da enteriti, coliti, colibacillosi.
  • Antitossica: l’argilla verde è un ottimo rimedio contro avvelenamenti da sostanze tossiche. Grazie alla sua nota capacità assorbente facilita l’espulsione di veleni dall’organismo.
  • Cicatrizzante: attraverso le sue qualità basiche (a pH quasi neutro) esercita un’influenza come biocatalizzatore dell’organismo ossia favorisce la totalità di reazioni chimiche necessarie alla sopravvivenza come la coagulazione del sangue e la rigenerazione della pelle. Questa proprietà dell’argilla viene usata sia per curare ferite esterne sia per curare l’ulcera gastroduodenale.
  • Energizzante: l’argilla racchiude vari minerali e oligoelementi che vengono trasmessi all’organismo attraverso le membrane delle cellule del corpo. L’argilla ha un’azione molto efficace nei disturbi articolari, in caso di fratture e nelle anemie
Alcune ricette ed usi dell’argilla verde per la salute
MASCHERA RILASSANTE PER LA SCHIENA
Alla maschera base (spiegata nel post precedente) aggiungete due cucchiai di infuso di fiori e foglie di Arnica montana e mescolate il tutto. A piacere si possono aggiungere 1 0 2 gocce di olio essenziale di Cannella o di Timo. La maschera va tenuta in posa per 15-20 minuti.
LAVAGGI VAGINALI
In una bacinella versate dell’acqua tiepida ed un cucchiaino di argilla e mescolate. Con questa soluzione si possono fare sia dei lavaggi vaginali che delle irrigazioni. Per le irrigazioni è indispensabile fornirsi di un irrigatore vaginale. Dopo non è necessario sciacquarsi.
PEDILUVI E MANILUVI RILASSANTI
In una bacinella contente acqua calda versate un cucchiaio di argilla. Immergete i piedi e strofinateli uno con l’altro. Stessa cosa con le mani. Si possono aggiungere a piacere 1 o 2 gocce di olio essenziale di Melissa o Lavanda.
BAGNI PARZIALI
Ponete tre o quattro manciate di argilla verde (circa 80-100 grammi) sul fondo di una bacinella e riempitela di acqua calda integrandola con del sale marino integrale. Mescolate finchè l’argilla non si sarà sciolta. Questo composto può essere utilizzato in molti modi: clisteri, pediluvi e maniluvi, lavaggi vaginali e gargarismi.
BEVANDA DEPURATIVA
L’argilla diluita in acqua depura il sangue e tutto l’organismo. Neutralizza inoltre le tossine e apporta alle cellule elementi indispensabili alla loro vitalità.
Mettete un cucchiaio di argilla in un bicchiere di vetro e mescolatelo con un cucchiaio di legno. Coprite il bicchiere con una garza e lasciate riposare il tutto almeno per 10-12 ore. Il mattino successivo si deve bere solo l’acqua sopranatante, lasciando il deposito sul fondo del bicchiere. L’argilla verde deve essere assunta sempre lontano dai pasti e preferibilmente di mattina a digiuno, per circa un mese.
ACIDITA’ DI STOMACO
L’argilla diluita in acqua va assunta tutte le mattine a digiuno per un mese. In questo caso è consigliato bere anche l’argilla sedimentata sul fondo del bicchiere, dopo avere mescolato l’acqua. Fate un impiastro con l’argilla verde e dell’olio extravergine di oliva e spalmatelo sullo stomaco. E’ da tenere per 30 minuti, ben coperto, e da ripetere tra volte alla settimana per un mese.
DOLORI ARTICOLARI
Mescolare l’argilla verde con dell’olio extravergine di oliva e spalmatelo nelle zone interessate dal dolore. Tenere coperto per 30 minuti. Da fare tutti i giorni fino ad un miglioramento evidente. Poi per un altro mese a giorni alterni.
Alcune di queste informazioni sono tratte dal foglietto informativo dell’argilla verde Argital del dott. G. Ferraro.
USI DELL’ARGILLA VERDE PER LA BELLEZZA

Coriandolo per una chelazione naturale chelazione naturale chelazione naturale chelazione naturale

chelazione naturale  chelazione naturale chelazione naturale chelazione naturale

 Come è noto, le scie chimiche sono la principale causa dell'intossicazione da metalli pesanti, all'origine di numerose e gravi patologie. Perciò, è consigliabile prendere qualche precauzione per promuovere una chelazione naturale, ossia un almeno parziale smaltimento dei metalli che tendono ad accumularsi nell'organismo. A tale proposito, può essere utile il Coriandolo.

Il Coriandolo (pianta appartenente alla famiglia delle Umbrelliferae) è un genere con due specie, tipiche della flora dell'Europa meridionale. Il Coriandrum sativum, introdotto per la coltivazione nel nostro territorio peninsulare, si è poi naturalizzato sicché è reperibile qua e là allo stato selvatico; l'altra specie, il Coriandrum testiculatum, è propria solo della Siria. Il Coriandolo è coltivato per i semi che, una volta ben essiccati, sono impiegati per aromatizzare confetti, pietanze e bevande. I semi contengono un olio essenziale che, una volta estratto, è adoperato per conferire un inconfondibile profumo al gin. Essi trovano uso anche nella medicina come carminativi, stomacali e febbrifughi.

Ci informa D. Klinghardt: "Quest'erba da cucina è in grado di mobilitare mercurio, cadmio, piombo ed alluminio tanto nelle ossa che nel sistema nervoso centrale. È probabilmente l'unico agente efficace nel mobilitare il mercurio immagazzinato nello spazio intracellulare (attaccato ai mitocondri, alla tubulina, ai liposomi etc.) e nel nucleo della cellula (invertendo il danno al D.N.A., danno dovuto al mercurio)."

Gli studi hanno tuttavia assodato che il coriandolo risolve il problema solo in alcune parti del corpo, quindi è necessario adoperarlo in abbinamento ad un altro agente per completare il processo di disintossicazione, come la Chlorella o l'Alga spirulina.

Nota bene: si precisa che i suggerimenti di tale testo non sostituiscono in alcun modo e per nessun motivo i rimedi, le terapie e le indicazioni del proprio medico cui bisognerà rivolgersi tempestivamente in caso di necessità.
Fonti:

D. Klinghardt, MD, PhD, Chelazione: come rimuovere dal corpo mercurio, piombo ed altri metalli
Scienze naturali, Milano, 2005, s.v. Coriandrum

ACIDO LIPOICO

Studio finanziato dalla fondazione italiana sclerosi multipla ed eseguito all' universita' di Genova Acido lipoico Un nuovo studio, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, evidenzia l’importante ruolo svolto dall’acido α-lipoico nell’ambito del modello animale della Sclerosi Multipla. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Neuroimmunology (vol. 148, pag. 146-153, Marzo 2004).
Nel 2002 lo stesso gruppo di ricercatori, appartenenti al laboratorio di biologia molecolare e del modulo di biologia neoplastica dell’Istituto nazionale per la ricerca sul Cancro di Genova e al dipartimento di Scienze neurologiche dell’Università di Genova erano risultati tra i finalisti del premio Focus, attribuito a idee semplici e innovative realizzate tutte a partire durante il 2002.
I ricercatori avevano già evidenziato che l’acido α-lipoico, una sostanza prodotta dall’organismo umano, oltre ad avere elevate capacità antiossidanti, è dotato anche di un effetto sulle reazioni di tipo autoimmune. La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale caratterizzata dall’attacco autoimmune rivolto verso antigeni mielinici per cui non è ancora stata trovata una terapia risolutiva.

La maggior parte di ciò che si conosce su questa malattia deriva dallo studio dell’encefalite sperimentale autoimmune, un modello animale di demielinizzazione che mima ciò che accade nell’uomo. In pratica gli animali vengono sensibilizzati verso alcune proteine della mielina inducendo sintomi simili a quelli della sclerosi multipla e su di essi vengono quindi testate le terapie sperimentali per verificarne l’efficacia.
In questo modello i meccanismi che danneggiano la mielina, oltre all’attacco diretto da parte di linfociti ed anticorpi, comprendono anche la produzione in loco di radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto da parte delle cellule coinvolte nell’infiammazione ed il conseguente stress ossidativo. Per questo motivo si è pensato di utilizzare un noto antiossidante, l’acido lipoico, nella prevenzione e nel trattamento di tale malattia.

L’acido lipoico è una sostanza normalmente presente nelle cellule del nostro organismo che possiede elevate capacità antiossidanti, è rapidamente assorbito se assunto per bocca e supera la barriera ematoencefalica, membrana che protegge il cervello ed il midollo spinale.
E’ un farmaco che si è già dimostrato utile come neuroprotettore in modelli sperimentali di ictus, traumi cerebrali e diabete ed è attualmente in uso nel trattamento della neuropatia diabetica. Presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova è stato testato l’utilizzo dell’acido lipoico nel trattamento dell’encefalite autoimmune sperimentale, modello di laboratorio della sclerosi multipla.
I risultati di questo studio indicano che l’acido lipoico è efficace sia se somministrato prima (come prevenzione) che dopo (come terapia) l’esordio dei sintomi della malattia. "Tale effetto - afferma il Dott. Antonio Uccelli, ricercatore FISM e neurologo presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova - sarebbe ottenuto sia inibendo la capacità di invasione del sistema nervoso centrale da parte di cellule effettrici del danno quali linfociti e macrofagi, sia modulandone l’attività immunologica attraverso un azione soppressoria su alcune citochine. Informazioni dettagliate sull'acido tiottico o alfa lipoico si trovano qui': http://www.la-sclerosimultipla.net/acidolipoico.php Altri antiossidanti (NEW DEL 16/01/2010) Un'altra componente molto utile nella lotta alla sm e' la levo acetil carnitina (vedi informazioni qui' , http://www.la-sclerosimultipla.net/acetilcarnitina.php ) nome commerciale del prodotto da farmacia Nicetile, anche questo antiossidante e'utilissimo essendo d'aiuto per la stanchezza,l'affaticamento precoce. dose consigliata 3x500mg al giorno Manganese come gia' descritto in precedenza e' un minerale di fondamentale importanza per le cellule mitocondriali. Carenza di manganese da origine a stanchezza,debolezza e precoce affaticamento. La dose raccomandata e' di almeno 1,5 mg/giorno,dose che in condizioni di elevata fatica e stanchezza puo' essere aumentata a 5 mg/giorno.
Il dottor Bihari ha sempre raccomandato di assumere assieme a ldn anche un amminoacido DLPA la DL Fenilalanina, essenziale per allungare la vita delle endorfine beta nell'organismo. Purtroppo questo e' un prodotto difficilissimo da reperire in Italia,infatti si trova la L Fenilalanina o la D Fenilalanina, ma quella raccomandata DL fenilalanina sul mercato Italiano viene distribuita da pochissime farmacie,due di queste sono: la farmacia Fiorentini del dr.Carlo Fiorentini di Brescia e la farmacia Piazzavillari referente dott.A Paggi di Torino.
Gli estremi per contattare le farmacie si trovano qui' NEW DEL 03/01/2010 Vitamina C sembra essere la piu' essenziale delle tre, la dose raccomandata e' di 1 g/giormo(1000 mg) Vitamina E importantissima e utile per la circolazione ,ha la capacita' di migliorare e regolarizzare i valori del sangue e di prevenire trombosi o aterosclerosi. Diversi studi hanno dimostrato la sua qualita' nel migliorare la memoria e i problemi cognitivi. Vitamina A il metodo piu' sicuro e' quello di ottenere vit. A naturalmente,ad esempio dal carotene.
La vit. A e' anche contenuta nell'olio di fegato di pesce (merluzzo). Zinco ulteriori informazioni si trovano qui' B50 complex complesso vitamine B50 almeno 2 capsule al giorno Selenio almeno 50 mcg. giorno Olio di boragine 5 g. giorno Olio di semi di lino(se non si e' intolleranti ) 10 g.giorno Acidophilus 4 capsule al giorno Lecitina 2400 mg.giorno

Noni (Morinda citrifolia)

 Terapie complementari, erbe, e di altri agenti OTC Da Guest Editor Barrie Cassileth, PhD1 | 2
Noni è una pianta sempreverde diffusa nel Sudest asiatico, Australia e le isole della Polinesia. E 'utilizzato nella medicina tradizionale per la guarigione delle ferite, infezioni, malattie della pelle, diarrea, e come tonico.
Prodotti Noni hanno guadagnato popolarità in tutto il mondo nel corso degli ultimi due decenni, e sono commercializzati in modo aggressivo per immunostimolazione e per il trattamento della sindrome da stanchezza cronica e il cancro. I dati preliminari di studi in vitro e sugli animali suggeriscono proprietà immunomodulatorie, antiossidante e antitumorale.
Tuttavia, epatotossicità e iperkaliemia sono stati segnalati anche con l'uso noni. Conosciuto anche come: Lada, gelso indiano, Nono, pianta och, frutta formaggio, mela maiale, Mora de la India, pino selvatico.
SOMMARIO: Noni, una pianta sempreverde, è originario del Sud-Est asiatico, Australia, Hawaii e le altre isole della Polinesia.
La pianta produce frutti carnosi bianco-giallastro che viene usato nella medicina tradizionale per la guarigione della ferita, per il trattamento delle infezioni, diarrea e malattie della pelle e come tonico.
Morinda citrifolia non deve essere confuso con Morinda officinalis, nota anche come ba ji tian, che è comunemente usato nella medicina cinese. Fresco o fermentato succo di Noni è una bevanda popolare; capsule, pillole, polveri e sono venduti come integratori alimentari. Negli ultimi 2 decenni, i prodotti Noni sono stati pesantemente promossi per immunostimolazione e per il trattamento della sindrome da fatica cronica, l'ipertensione e il cancro. Anche se affermazioni sugli effetti benefici del Noni abbondano, molti sono prive di fondamento. Alcuni studi in vitro e sugli animali indicano che gli estratti vegetali hanno antifungini, antitumorale, immunomodulante e proprietà. Noni inibisce anche l'ossidazione a bassa densità, lipoproteine e può aiutare a prevenire l'arteriosclerosi . Glucosidi e altri costituenti isolati dai frutti e le foglie hanno dimostrato le proprietà antiossidanti. Inoltre, il succo di Noni altamente concentrato (superiore al 5%) si è dimostrato di avere proprietà anti-angiogenici . Il consumo di succo di noni può ridurre il rischio di cancro nei fumatori. A National Institutes of Health (NIH) in fase di studio finanziata I noni in malati di cancro è stato recentemente completato presso l'Università delle Hawaii Cancer Research Center, ma i dati sono ancora da pubblicare .

REAZIONI AVVERSE, CONTROINDICAZIONI: uno studio sponsorizzati dalla società hanno dimostrato che gli effetti avversi dose-correlati di prodotti Noni sono stati minimi, [9], ma altre relazioni hanno indicato diversamente.

In tre casi, il consumo di succo di noni provocato epatotossicità, probabilmente a causa del suo contenuto dell'antrachinone.

Il consumo di grandi quantità di succhi di frutta contenenti noni ha causato iperkaliemia e può essere dannosa nei pazienti con funzione renale compromessa . Inoltre, il succo di noni può diminuire l'attività di alcuni agenti chemioterapici .

http://www.cancernetwork.com/integrative-oncology/content/article/10165/1703327

Utilizzato come: Trattamento di cefalee, turbe dell’umore e del comportamento. Indicato nel trattamento di depressioni di varia origine, convalescenze, turbe del sonno, Immunostimolante.
Agisce positivamente nella regolazione dei ritmi del sonno. Antivirale e antimicrobico.
Atiradicalico grazie alle Vitamine C e A e al Selenio.
Stimolatore del metabolismo.
Rafforzatore delle proteine e, conseguentemente, del ruolo nella formazione muscolare.
****Stimolante delle difese immunitarie. *****
Allevia i dolori artritici.
Diminuisce la fatica ed incrementa l'energia del corpo.
Aiuta i processi di guarigione dei muscoli e delle ossa.
Aiuta il sistema immunitario a combattere i batteri.
Aiuta a diminuire lo stress e gli stati depressivi.
Regola i disordini digestivi. Alla cicatrizzazione delle ferite per arrivare fino ai tumori.

04/04/13

Le conseguenze della CCSVI e i vari sintomi dell'insufficienza venosa c.

Le conseguenze della CCSVI e i vari sintomi

La stasi venosa, e quindi anche la
CCSVI, come avviene in altre parti del corpo umano, può causare un lento
deflusso del sangue.


I sintomi della CCSVI sono prevalentemente:


Affaticamento in aumento progressivo nella giornata; 

Mal di testa, che peggiora in posizione supina;

Riduzione di grado variabile del controllo sfinterico;

Riduzione delle funzioni motorie e sensoriali;

Riduzione della acutezza visiva;

Problemi e vuoti di memoria o TGA

Difficoltà di deglutizione;

Difficoltà di linguaggio;

Impedimento delle funzioni sessuali;

Pallore nel viso;

Riduzione della memoria di lavoro;

Disturbi del sonno.


L'allungamento dei tempo di drenaggio del sangue dal SNC possono provocare:

ipossia,

ritardi di perfusione, 

riduzione del drenaggio dei cataboliti,

un aumento della pressione transmurale

intensa attivazione infiammatoria delle piccole vene e dei tessuti più vicini.

Così come il cattivo funzionamento del sistema venoso degli arti inferiori provoca delle sclerosi sottocutanee, le stasi dei piccoli vasi venosi cerebrali e toracici potrebbero essere la causa iniziale delle placche sclerotiche, tipiche della sclerosi multipla. A confermare la teoria concorre la presenza, anomala di depositi di ferro intorno alle venecerebrali e a livello encefalico e spinale.




Le conseguenze della Sclerosi Multipla e i vari sintomi


I Sintomi

La sclerosi multipla può colpire qualsiasi area del sistema nervoso centrale, essendo così caratterizzata da un punto di vista clinico da una grande varietà di segni e sintomi. Tutti i sintomi, qui di seguito riportati, possono manifestarsi singolarmente o in concomitanza con gli altri e la loro comparsa è graduale in quanto a numero e gravità.

Sintomi all'esordio :
Sono di lieve entità e possono passare inosservati (offuscamento transitorio della vista, disturbi nella minzione, debolezza muscolare di uno o più arti, parestesie) la visione: visione appannata e offuscata (sensazione di vedere attraverso un vetro offuscato), causata dalla neurite ottica retrobulbare (NOR) che si accompagna anche a dolore in sede retro o sovraorbitaria. La NOR solitamente regredisce totalmente in quanto è dovuta ad una temporanea infiammazione del nervo ottico.

La neurite ottica retrobulbare è il secondo più frequente sintomo d'esordio della malattia. Altri sintomi che possono comparire (soprattutto nelle fasi di progressione della malattia) sono la visione doppia (diplopia) per interessamento dei nervi oculomotori nel loro tragitto attraverso la sostanza bianca dai nuclei del tronco encefalico fino all'emergenza (oftalmoplegia internucleare) soprattutto a carico del VI paio (nervo abducente) con deficit dell'abduzione (ma non del riflesso di accomodazione convergenza).

Tremore oculare (nistagmo orizzontale controlaterale per oftalmoplegia nucleare e nistagmo pendolare per interessamento del cervelletto). All'esame del campo visivo si può avere presenza di scotoma centrale con allargamento della macchia cieca, quadrantopsie o (più raramente) emianopsie per flogosi del chiasma ottico o delle vie ottiche, solo raramente perdita completa della vista. la coordinazione: perdita parziale o completa dell'equilibrio, nausea e vertigini per interessamento dei nuclei vestibolari, tremori e incapacità di coordinare i movimenti di locomozione (atassia) sono invece segni e sintomi dovuti all'interessamento cerebellare. Nelle forme avanzate della malattia è frequente l'andatura atasso-spastica (per compromissione cerebellare e piramidale). Può essere presente andatura atasso-spastico-tabetica per interessamento cerebellare, piramidale e sensitivo. Possono essere presenti dismetria, adiadococinesia e tremore intenzionale per interessamento del cervelletto. Segno di Babinski.

la forza: La facilità all'affaticamento nel compiere movimenti o lavori anche non particolarmente impegnativi dovuta alla debolezza muscolare (ipostenia o astenia) è il più frequente sintomo d'esordio della malattia. Debolezza soprattutto alle gambe (rara ad un solo arto superiore) e calo del tono muscolare.

I pazienti spesso trovano giovamento con una diminuzione della temperatura ambientale che determinerebbe un miglioramento della velocità di conduzione nervosa. La febbre invece, come pure temperature ambientali particolarmente elevate, peggiorano la sintomatologia. Iperreflessia, segno di Babinski positivo, spasticità, rigidità possono determinare, nei casi gravi, alterazioni tendinee per ridotta motilità degli arti fino all'anchilosi delle articolazioni.
Lo spasmo può interessare i muscoli del tronco provocando difficoltà nella respirazione e limitando i movimenti del paziente che, se allettato, potrà sviluppare piaghe da decubito per la tendenza a rimanere sempre in posizioni compatibili con lo spasmo muscolare. Paralisi (monoparesi emiparesi e paraparesi) possono comparire; i disturbi sono dovuti ai danni alle vie piramidali.

 la sensibilità: perdita della sensibilità al tatto, sensazione di bruciore in un'area del corpo (parestesia dolorosa), dolori muscolari, senso di intorpidimento e maggiore sensibilità al caldo o dolore al freddo (ad un arto, ad entrambi gli arti di un lato, al tronco, alla faccia...), dovuti alle placche lungo le vie lemniscali del midollo spinale. Paresi (soprattutto facciale) dovuta all'interessamento nel nervo facciale.

Segno di Lhermitte: sensazione di scossa elettrica al tronco e agli arti inferiori (che talora può propagarsi anche agli arti superiori) in seguito a movimenti di flessione ed estensione del tratto cervicale della colonna vertebrale, sintomo di danno midollare posteriore a livello cervicale. Frequente ma non patognomonico di sclerosi multipla. il controllo della vescica: disfunzioni vescicali come minzione frequente e/o impellente fino a incontinenza oppure incompleto svuotamento della vescica; possono coesistere entrambi i disturbi

la parola: difficoltà a parlare fino a perdita della parola, difetti nella pronuncia e cambiamenti nella cadenza vocale; parola scandita, disartria disfonia e parola esplosiva. funzioni psico-cognitive: in circa la metà dei pazienti si osserva una riduzione, nel corso della malattia, delle funzioni cognitive (attenzione, apprendimento e memoria a lungo termine, capacità di critica, capacità di cogliere analogie e metafore, etc. etc.) fino alla vera e propria demenza (di tipo sottocorticale) in 1/5 dei pazienti. Il deterioramento cognitivo può anche configurarsi come demenza corticale (caratterizzata da disinteresse per la malattia e uno stato di euforia) o con la sindrome pseudobulbare caratterizzata da crisi di pianto spastico e di riso, deterioramento intellettivo, disfagia, disfonia e disartria. Frequente inoltre è la comparsa di depressione anche grave (con aumentata frequenza di tentativi suicidari) sia come risposta alla riduzione della qualità di vita indotta dalla malattia sia come manifestazione di un deterioramento del tessuto cerebrale.

l'intestino: costipazione e, più raramente, perdita di controllo dello sfintere. Tra le cause della costipazione frequente è la riduzione del riflesso gastrocolico, la riduzione di forza della muscolatura addominale che normalmente funge da torchio durante il ponzamento, tempo di transito intestinale aumentato per riduzione dell'attività fisica.

la sessualità: perdita di sensibilità, impotenza; crisi epilettiche: crisi parziali motorie con o senza secondaria generalizzazione. sintomi parossistici (sintomi di breve durata, che si manifestano improvvisamente e ricompaiono a breve distanza di tempo): crisi epilettiche, contrattura della muscolatura del viso, di un arto, di metà corpo generalmente scatenati da un atto volontario come un movimento o uno sforzo.

dolore: parestesia dolorosa (per esempio urente) agli arti, nevralgia trigeminale e altre manifestazioni dolorose facciali e/o del capo. recenti studi hanno evidenziato la ricorrenza frequente di cefalea nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente con un picco di insorgenza della sintomatologia dolorosa in corrispondenza dell'inizio della terapia con interferone. Lombalgie croniche soprattutto da posture anomale. Spasmi muscolare soprattutto notturni.
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    Segno di Lhermitte è un segno che frequentemente si presenta nella sclerosi multipla ed è costituito da una sensazione di scossa elettrica che percorre la colonna vertebrale e gli arti inferiori in seguito a flessione (o più raramente in estensione) del collo.

    Segno di Babinski è frequentemente positivo ed è espressione dell'interessamento piramidale.

    Segno di Hoffmann: il dito medio della mano del paziente è tenuto tra il pollice e l'indice dell'esaminatore; quando l'esaminatore dà un colpetto verso il basso alla falange del dito medio del paziente, il dito indice e il pollice, ed eventualmente le altre dita del paziente, si flettono transitoriamente. Il segno indica aumento del tono muscolare o alterazioni a livello del primo motoneurone ed è comune nella mielopatia cervicale.

SINTOMI PIU' COMUNI
- fatica
- disturbi della sensibilità
- disturbi visivi
- dolore
- disturbi sessuali
- spasiticità
- disturbi vescicali
- disturbi intestinali
- disturbi cognitivi
- depressione
- disturbi della coordinazione (atassia, tremore)
- disturbi del linguaggio (disartria)
- disturbi parossistici

SINTOMI MENO COMUNI
- disturbi della deglutizione
- cefalea
- perdita dell'udito
- epilessia
- problemi respiratori

fonte: wikipedia
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03/04/13

Med Hypotheses. 1986 Oct;21(2):141-8



Reflusso venoso dannoso nel cranio o
colonna vertebrale: rilevanza per la sclerosi multipla.
Schelling F.
Propagazione Disparità di pressione venosa centrale in eccesso nel diverso cerebrale e spinale
sistemi di drenaggio venoso è la regola piuttosto che l'eccezione. L'intensità delle forze così
essere esercitata su strutture cerebrospinale vulnerabili dai risultanti di pressione gradienti nel
spazio craniovertebrale è sconosciuta. Vi è la necessità di prendere in considerazione le varie condizioni che possono
causare propensione individuale al più pesante reflusso in particolare cerebrale così come epi-e subdurale
compartimenti venose spinali. Viene effettuato un tentativo per indicare eventuali conseguenze di un eccessivo
dilatazione retrograda in particolare delle vene cerebrali interne. L'importanza di chiarire la
implicazioni neuropatologiche e cliniche di indebito reflusso nel cranio o della colonna vertebrale si deduce
dalla probabilità di relazioni tra riflusso localizzato nello spazio e craniovertebrale
non spiegati malattie cerebrospinale. A questo riguardo le caratteristiche della sclerosi multipla sono
discusso.
PMID: 3641027 [PubMed - indexed for MEDLINE]