CONTATORE PERSONE

17/03/20

Influenza

Che cos’è l’influenza?

L'influenza è una malattia respiratoria stagionale estremamente contagiosa, che colpisce solitamente tra dicembre e marzo, con un picco a febbraio. L’impatto della stagione influenzale, ogni anno, è diverso. Ci sono inverni in cui la sindrome influenzale causa un'epidemia che mette a letto milioni di italiani, magari con complicanze anche gravi per le quali i Pronto Soccorsi vengono sommersi di richieste. Altri in cui invece il periodo dell’influenza passa senza quasi farsi sentire.
È causata da un'infezione delle vie aeree (naso, gola, trachea, bronchi, polmoni) da parte di virus influenzali. In genere l'influenza dura dai tre ai cinque giorni, ma lo stato di affaticamento, può prolungarsi per due o tre settimane.
Le forme più lievi possono talvolta essere confuse per raffreddore: i sintomi sono simili, ma nell'influenza sono in genere più marcati e compaiono molto bruscamente.
La congestione nasale (un fastidio caratterizzato da gonfiore e secrezioni nasali, simile a quello associato alla sinusite), la gola irritata e gli starnuti frequenti sono i sintomi più comuni del raffreddore, che oltre a difficoltà respiratorie può dare anche mal di testa e tosse, proprio come l'influenza; ma in quest'ultimo caso si avranno anche altri disturbi, come febbre, dolori muscolari e articolari, affaticamento e debolezza.
Nonostante le analogie, il raffreddore e l'influenza sono due patologie completamente diverse, causate da virus diversi. Infine, anche se il nome può confondere le idee, la cosiddetta influenza intestinale non ha nulla a che fare con l’influenza classica. La prima infatti è causata da virus diversi e i sintomi specifici sono nausea, diarrea e vomito.

L'influenza è causata da virus diversi da quelli del raffreddore, e si accompagna tipicamente a sintomi come febbredolori muscolari e sintomi respiratori (naso chiuso, tosse o mal di gola).
L'influenza è dovuta a virus del genere Orthomixovirus: finora ne sono stati identificati tre tipi, chiamati A, B e C.
Il virus A è quello che causa la sintomatologia più grave ed è il responsabile di epidemie importanti, con una diffusione ampia nella popolazione. Generalmente colpisce ogni due-tre anni.
Il tipo B è meno diffuso e, generalmente, dà origine a infezioni che comportano sintomi più lievi; tuttavia, può essere anch'esso alla base di rilevanti epidemie ogni tre-cinque anni.
Il tipo C, invece, induce una forma di influenza molto lieve, con sintomi simili a quelli di un raffreddore e di scarsa rilevanza. Un lieve malessere che spesso passa dopo giorno di riposo.
Tutti e tre i tipi di virus possono mutare, dando origine a nuovi ceppi. Ciò significa che non è possibile sviluppare un'immunità permanente all'influenza. A differenza di quanto succede per altre malattie infettive, secondo gli esperti, anche se il nostro organismo appronta gli anticorpi contro il virus influenzale un anno, è poco probabile che tali anticorpi siano in grado di proteggerci l'anno successivo.
Anche per questa ragione in Italia è stato istituito l’osservatorio Influnet, coordinato dal Ministero della Salute in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità. Tra i suoi scopi c’è anche quello di valutare e monitorare l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale.
La trasmissione del virus dell'influenza è molto facile e avviene non solo per contatto diretto (se condividiamo, per esempio, un bicchiere o una stoviglia con qualcuno già infettato), ma anche per via aerea, quando respiriamo l'aria nella quale sono sospese goccioline infette di saliva, emesse dai soggetti influenzati starnutendo e tossendo, ma anche solo parlando.
E non è tutto: possiamo infettarci anche semplicemente toccando con le mani oggetti o superfici contaminate. Per esempio sul tram, al ristorante oppure, per gli amanti dello sport, nelle palestre dove si condividono gli attrezzi.
In questo caso, il virus si deposita sulle nostre mani e, quando portiamo queste al naso o alla bocca, o ci strofiniamo gli occhi, penetra nel nostro organismo infettandolo. Una volta entrato nelle vie respiratorie, il virus si moltiplica velocemente dando luogo all'influenza.
Il sistema muco-ciliare del naso svolge la fondamentale funzione di purificare l'aria che respiriamo da particelle estranee: queste vengono intrappolate nel muco, mentre il movimento delle ciglia determina la progressione del muco contaminato verso l'oro-faringe da dove viene espettorato (attraverso la tosse) o deglutito.
Per questo è bene seguire buone norme igieniche: lavarsi bene le mani; ad ogni starnuto o colpo di tosse coprirsi bene la bocca e il naso con un fazzoletto usa e getta; e sbarazzarsi dei fazzoletti usati in modo opportuno.
Quando un virus dell'influenza entra nelle vie respiratorie, si difende dall'attacco del muco grazie a proteine presenti sul suo rivestimento. Quindi il virus si aggancia alle cellule della mucosa legandosi a una componente della loro superficie.
È questo il primo passo verso l'infezione: il virus penetra nella cellula e inizia a riprodursi a spese di questa.
Alla fine, le cellule infettate muoiono, liberando le particelle virali appena formate. Queste ultime vanno a infettare altre cellule, amplificando l'infezione. Bastano anche pochissime particelle di virus per produrre l'infezione e innescare il processo infiammatorio che genera l'influenza; di lì a poco compariranno anche i primi sintomi dell'influenza.
La diagnosi dell’influenza è semplice: generalmente, insorge all'improvviso e bruscamente. Si presenta in 3-6 ore dal contagio, accompagnata da brividi, sudorazione e febbre alta.
I sintomi dell'influenza sono dovuti alla reazione di difesa del nostro organismo all'invasione virale. Per esempio, la febbre è una delle armi di protezione con le quali il nostro sistema immunitario cerca di eliminare i virus, che sopravvivono male a temperatura elevata.
Anche la tosse è il mezzo attraverso il quale il corpo cerca di liberarsi da ospiti indesiderati, come batteri e virus.
Il riflesso della tosse viene attivato nel tentativo di espellere il muco nel quale si trovano intrappolati i microrganismi affinché questi non raggiungano i polmoni e altri distretti.
Gli altri sintomi, generalmente presenti durante l'influenza sono:
MAL DI TESTA
Il mal di testa è presente nell'80% dei casi di influenza e, generalmente, in forma forte.
DOLORI MUSCOLARI
Dolori in tutto il corpo sono tipici dell'influenza e molto fastidiosi.
TOSSE E DOLORI AL PETTO
La tosse è sintomo respiratorio frequente. I dolori al petto possono diventare molto forti e aggravarsi. La tosse è secca decisamente persistente.
FEBBRE
La febbre si presenta alta (38,5-40 °C) e dura 3-4 giorni. Importante prendere farmaci antipiretici per abbassare la febbre, soprattutto quando è alta o si protrae per più giorni. Bere molto per reintegrare i liquidi e i sali persi sudando.
DEBOLEZZA FISICA
I sintomi di debolezza fisica possono durare fino a 2-3 settimane.
SEGNI DI SPOSSATEZZA
Una sensazione di spossatezza estrema all'inizio è spesso presente, poi resta un diffuso senso di debolezza e stanchezza.
Sebbene non sia una patologia da sottovalutare, se non subentrano complicazioni l'influenza si risolve in una settimana circa.
I sintomi compaiono all'improvviso, da 1 a 4 giorni dopo il contagio, e si manifestano con febbre, generalmente tra i 38 e i 39°C, accompagnata da brividi e sudorazione, affaticamento, dolori muscolari, cefalea, e uno stato di intensa debolezza.
A questi si possono aggiungere tosse, secca e persistente, che può causare dolori al petto e, talvolta, mal di gola e naso chiuso. Dato che il virus può essere trasmesso da subito dopo il contagio, anche persone apparentemente sane ma che hanno la malattia in incubazione potrebbero contribuire a diffonderlo.
QUANTO DURA L'INFLUENZA
Per fortuna è raro che l'influenza comporti la necessità di ricorrere al Pronto Soccorso per un ricovero all'ospedale. Sia la severità sia la durata dei suoi sintomi sono variabili. La febbre (in genere più elevata quando l'infezione è dovuta a un virus di ceppo A) e i dolori iniziano a scomparire dopo 2-4 giorni, e la maggior parte dei disturbi fa il suo decorso in un arco di tempo compreso tra 4 e 7 giorni. Nel frattempo possono fare la loro comparsa nuovi disturbi come tosse secca, naso che cola (rinorrea), respiri affannosi e mal di gola.
La tosse e la spossatezza possono durare settimane, e non mancano nemmeno i casi in cui la temperatura corporea torna a salire. Sintomi particolarmente gravi o resistenti alle cure dovrebbero però far scattare un campanello d'allarme in più: nel caso, la scelta migliore è contattare il medico. Ed è sempre il medico l'esperto cui affidarsi quando si pensa di essere particolarmente a rischio di sviluppare complicazioni.

Alimentazione sana: cosa mangiare per stare bene

Perché è così importante seguire una alimentazione corretta? Quali sono i cibi da evitare, e quali quelli da consumare più spesso? Vediamolo insieme.

La nostra salute non può e non deve dipendere solo dalla qualità (e dalla quantità) di cure mediche alle quali ci sottoponiamo, oppure ai farmaci che assumiamo. Questa passa anche dalla prevenzione, dall’attività fisica e dall’alimentazione sana.
Prendersi cura del proprio corpo non è solo vanità, anzi, è una forma molto pura di amore per se stessi e per le persone che sono legate a noi.
Seguire un regime di alimentazione sana ed equilibrata è il modo migliore per salvaguardare la nostra salute, e con ogni probabilità la forma di prevenzione più efficace che esista.

Alimentazione sana: l’analisi dell’OMS

Cattive abitudini alimentari possono causare moltissimi disturbi psico-fisici, oltre ad essere associate in modo ormai evidente a malattie croniche e metaboliche.
Infatti, secondo l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – circa ⅓ delle malattie cardiovascolari e dei tumori possono essere evitati grazie ad una alimentazione sana e corretta.
Per questa ragione, nel 2004, ha stilato una Guida contenente la strategia globale su dieta, attività fisica e salute, che puoi consultare qui in lingua inglese.
Le cattive abitudini alimentari dei Paesi industrializzati, in particolare occidentali, così come la malnutrizione nei Paesi sottosviluppati, causano ogni anno l’insorgenza di patologie che stanno affliggendo la nostra epoca e il decesso di milioni di persone.
Ci riferiamo all’ipertensione, il diabete mellito di tipo 2, l’obesità e il sovrappeso, patologie epatiche, e alcune forme di cancro, tutte collegate in modo diretto ad un regime alimentare scorretto, all’abuso di sostanze zuccherate, grasse e salate, e alla sedentarietà.

Alimentazione sana: le cattive abitudini da debellare

L’alimentazione in Italia è stata contaminata negli ultimi decenni da prodotti confezionati, industriali, la cui qualità e l’apporto nutritivo sono discutibili nella migliore delle ipotesi.
Eppure siamo il Paese del buon cibo, della dieta mediterranea, dei prodotti di qualità esportati in tutto il mondo.
Ciò nonostante ci nutriamo di alimenti lavorati e semilavorati, all’apparenza sani e nutrienti, ma in realtà vere e proprie bombe caloriche e grasse.
A confermare questo trend, le classifiche relative al tasso di obesità nel mondo. Per una volta, possiamo rallegrarci dell’essere in fondo ad una classifica.



CONTINUA:
https://www.fondoasim.it/alimentazione-sana/

16/03/20

Mangiar bene per stare meglio Il cibo è una vera terapia

L’alimentazione di qualità impatta sugli stili di vita in termini di prevenzione, incide sull’andamento di malattie croniche quali il diabete e le malattie infiammatorie intestinali, influenza la composizione del microbiota intestinale e può entrare in gioco nel determinare o meno ricadute in alcune patologie neurologiche. Una dieta sana contribuisce al successo delle terapie oncologiche e modula l’antimicrobico resistenza. Dal congresso organizzato presso l’Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), prestigiosa sede della Winter School 2020 organizzata da Motore Sanità, è partito un memorandum teso a tutelare la qualità dei nutrienti e allo stesso tempo incoraggiare il servizio sanitario nazionale a dotarsi di mezzi per assicurare la sostenibilità finanziaria attraverso le Regioni. . «Le terapie devono coniugarsi con i programmi di prevenzione al fine di migliorarne l’appropriatezza – ha dichiarato Silvio Barbero, vicepresidente dell’Ateneo, già segretario generale di Slow Food - allo stesso tempo devono affermarsi criteri gestionali al di fuori dagli schemi che vedano l’innovazione, qualunque essa sia, senza timori, consapevoli che migliore prevenzione e qualità dei nutrienti sono valori che promuovono la salute della popolazione, contribuendo di pari passo ad abbattere la spesa sanitaria. Sono anche queste le scommesse che dobbiamo affrontare nella nostra società».
https://www.quotidiano.net/salute/mangiar-bene-per-stare-meglio-il-cibo-%C3%A8-una-vera-terapia-1.5042549?fbclid=IwAR0brJXA9I43ptJMaPGRp7YNWPv14u05lC5aPBUYPJOXL-SyjNe7LWkFyqg

INTERVISTA al Dott. Samuele Ceruti, Medico Ospedaliero presso il reparto di terapia intensiva di una clinica di Lugano -

08/03/20

intervista a STEFANO MONTANARI - l' intervista che è stata CENSURATA

Roberta Doricchi – In questo periodo che fa tanto peste manzoniana credo sia impossibile non parlare del Coronavirus.
Stefano Montanari – Io non sono un virologo…
RD – Ma qualcosa sa.
SM – Vede, io sono fuori moda. Lo sono perché ciò che so fa parte della conoscenza basata sulla fisica, sulla chimica, sulla fisiologia, sulla farmacologia, sulla biologia… In più, so quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di ricerca personale. Niente a che fare con quello che oggi viene spacciato come scienza.
RD – Mi dia un’opinione su questa epidemia.
SM – Non solo non sono un virologo, ma non sono neppure uno psicologo né un esperto di sociologia. Meno che mai sono uno psichiatra, e ancora meno sono un magistrato, perché è la magistratura che dovrebbe indagare su certi comportamenti. Ciò che posso dirle è che il Coronavirus battezzato SARS-CoV-2 dopo aver portato per un po’ un nome provvisorio è uno dei non pochi virus fatti in laboratorio.
RD – Fatto apposta?
SM – Questo proprio non lo so e, nel caso specifico, a saperlo non sono in tanti. Ma mica glie lo vengono a raccontare. Ci sono virus che nascono senza volerlo, li classifichi tra gli incidenti, e altri che sono creati da modificazioni messe in atto per motivi di ricerca o per altri motivi su cui mi lasci evitare di entrare. Comunque sia nato questo virus, la cosa ha scarsa rilevanza se non dal punto di vista di investigazioni che nulla hanno a che fare con la salute. Sappia, ma è cosa molto nota, che modificare un virus è tutto sommato semplice ed esistono persino brevetti che proteggono certe metodiche per farlo, e, per quello che c’interessa ora, proprio lavorando anche sui Coronavirus.
RD – I Coronavirus: lei usa il plurale…
SM – Sì, certo. Si tratta di un genere di virus appartenenti alla famiglia Coronaviridae e alla sottofamiglia Orthocoronavirinae, per quello che può interessare chi legge questa intervista. Se ne conoscono diversi ceppi, alcuni dei quali possono provocare patologie negli esseri umani, da un volgare raffreddore a polmoniti, e il nuovo virus cinese condivide tantissime caratteristiche con i suoi fratelli.
RD – La domanda di cui credo chi ci legge aspetta la risposta è: si muore?
SM – Bisogna impegnarsi parecchio.
RD – Che cosa significa?
SM – Premesso che di quel virus in particolare sappiamo poco stante la novità della sua comparsa, non esistono dati che indichino una mortalità significativamente diversa da quella di una qualunque influenza. È indispensabile aggiungere che i pochissimi che sono morti ad oggi non sono morti di Coronavirus ma con il Coronavirus, il che è molto diverso.
RD – Cioè?
SM – Si trattava di pochissimi casi di persone molto avanti negli anni e già affette da patologie gravi. Per loro sarebbe bastato un normale raffreddore per il tracollo. Indicare come responsabile della loro morte il Coronavirus ha lo stesso grado di comicità che aveva incolpare il morbillo della manciata di morti sopravvenute in pazienti terminali.
RD – È solo comicità?
SM – Se non fosse comicità, dovremmo tirare in ballo condizioni come l’ignoranza e la truffa che non vogliamo tirare in ballo. E, allora, fermiamoci alla comicità.
RD – Una comicità piuttosto costosa, mi pare.
SM – Questo è uno degli aspetti curiosi su cui ho solo domande e nessuna risposta.
RD – Quali domande?
SM – Cominciamo dall’inizio, e sono certo di dimenticare qualche passaggio. Almeno da mesi io sto vedendo delle strane forme influenzali con polmoniti che faticano a rispondere non solo ai farmaci ma all’omeostasi, cioè alla capacità di autoguarigione che, in maggiore o minor misura, abbiamo tutti. Piano piano quei pazienti sono guariti e diventano difficilmente indagabili, anche perché non sono rintracciabili. Dunque, nessuna prova che si tratti del virus cinese. Mi chiedo come mai qualche mese fa si mise in atto una simulazione centrata su un’epidemia teorica, guarda caso da Coronavirus, che avrebbe fatto sessanta milioni di morti nel mondo. Poi mi chiedo come mai qualche centinaio di soldati americani siano stati ospitati proprio a Wuhan, appena prima del manifestarsi della malattia. Altra domanda: perché i passeggeri dell’aeroporto di quella città venivano irrorati con un aerosol della cui natura niente è stato detto, e questo settimane prima che venisse denunciata l’esistenza del virus? Ma è di fronte alla reazione dei governi che resto ancora più perplesso.
RD – A che reazioni si riferisce?
SM – Oggettivamente ci troviamo di fronte a ben poco: un virus, non importa il suo stato di famiglia, che ha un grado di patogenicità bassissimo e una mortalità irrilevante. Di patogeni infinitamente più diffusi e infinitamente più aggressivi ne abbiamo a iosa e nessuno si agita. Anzi, la stragrande maggioranza di loro è perfettamente sconosciuta alla massa e nessuno ne parla né, tanto meno, se ne preoccupa. Restando all’Italia, in termini di popolazione lo 0,8% del Pianeta, abbiamo 49.000 morti l’anno per infezioni contratte in ospedale e lei lo ha mai visto riportato a titoli cubitali? O ha mai visto ospedali chiusi per questo?
RD – Spieghi meglio.
SM – Ogni giorno più di 130 persone muoiono nella sola Italia per malattie infettive, e spesso si tratta di affezioni respiratorie, contratte nel corso di un ricovero in ospedale. Insomma, lei va a farsi togliere l’appendice ed esce con la polmonite, una malattia che, ovviamente, nulla ha a che fare con l’infiammazione dell’appendice ileo-ciecale. Questo semplicemente perché il grado d’igiene dei nostri ospedali è largamente insufficiente e i batteri e i virus strisciano e saltellano allegramente, per usare un’informazione scientifica che ci regalò la ex ministra Lorenzin. E, se a morire sono in 130 al giorno o pochi di più, pensi a quanti si ammalano e guariscono. E pensi a quanti muoiono a distanza dal ricovero e la loro morte non rientra nel calcolo. Di questo non si parla e tutti vivono felici.
RD – Perché non se ne parla?
SM – Io la risposta ce l’ho, ma, essendo suddito di un regime molto attento a non correre rischi sulla propria sopravvivenza, me la tengo. Le dico solo che tenere pulito un ospedale non garantisce vantaggi sulla cui natura mi lasci sorvolare.
RD – Ma, tornando al Coronavirus, perché si sta paralizzando l’Italia se quello che dice lei è vero?
SM – Ecco: è a questo che non trovo una risposta. Insomma, a chi giova? I numeri sono impietosi anche se si finge che chi è morto con il Coronavirus sia morto a causa del Coronavirus. Comunque si guardi la cosa, siamo di fronte all’irrilevanza. E, allora, a chi conviene massacrare la nostra economia già comatosa? A chi conviene dare al mondo l’immagine di un paese di appestati? Proprio ieri sera mi telefonava mio figlio da Tenerife dove abita da anni, e mi diceva che una signora incontrata per caso alla cassa del supermercato, sentendo l’accento, gli ha chiesto se fosse italiano e, ricevuta la ferale conferma, è inorridita. Del resto, è la reazione che non pochi italiani hanno verso i cinesi che incrociano per strada, come se il virus prediligesse un’etnia. Il fatto è che la percezione che rischiamo di dare è quella dei lebbrosi o degli appestati.
RD – Ma, insomma, ci dobbiamo proteggere contro il virus?
SM – Ognuno deve essere libero di comportarsi come crede meglio. Io posso dire che chiudere dei territori e dei luoghi di aggregazione, scuole comprese, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Vedere gente che fa a botte per comprare a qualunque prezzo le mascherine di carta è tristemente ridicolo, se non altro perché molte di quelle proteggono dai virus come un’inferriata protegge dalle zanzare. E pure l’Amuchina… La gente è convinta che basti bagnarsi le mani con l’Amuchina, di fatto quello che chiamiamo commercialmente varechina insieme con alcool etilico, per essere al riparo da virus e batteri.
RD – La gente aspetta con ansia il vaccino.
SM – Dei vaccini e della loro totale inutilità ho parlato molte volte portando prove inoppugnabili e certificate. In questo caso è possibile che ci troviamo nelle condizioni del vaccino contro il tetano.
RD – Cioè?
SM – Il tetano è una malattia decisamente rara non trasmissibile da uomo a uomo e che non dà immunità. Il che significa che, a differenza di quanto accade con malattie come il morbillo, la varicella, la pertosse e non poche altre, chi si è ammalato può ammalarsi di nuovo. Insomma, non si acquisisce immunità. Non è affatto improbabile che il virus cinese sia nella stessa condizione, esattamente come i tanti virus influenzali con i quali condivide affinità: lei sia ammala d’influenza e si può ammalare di nuovo all’infinito perché la malattia non induce alcuna immunità. Quindi, come è il caso dell’influenza, quel vaccino potrebbe essere assurdo fin dalle basi teoriche. Insomma, la solita illusione a spese di chi ci casca, e un’illusione con gli effetti collaterali inevitabili per qualunque farmaco ma senza alcuna contropartita vantaggiosa.
RD – E, allora, che fare?
SM – Niente.
RD – Niente?
SM – Niente di più di quello che lei fa normalmente per evitare di prendersi il raffreddore o l’influenza. Posso aggiungere che un’alimentazione razionale senza tante delle porcherie che mangiamo e che, ancora peggio, rifiliamo ai nostri bambini, fa miracoli. Con quella non si guarisce: si previene. Tenere in ordine l’intestino, tenere equilibrato il chilo e mezzo di batteri, funghi e virus che ci abitano e che costituiscono il microbiota è fondamentale. Le riserve armate del nostro sistema immunitario, quello che ci difende dalle malattie infettive, stanno in grande maggioranza proprio lì. Poi, se l’infezione arriva, è indispensabile non cercare di eliminare la febbre. Il rialzo della temperatura ha due effetti fondamentali complementari: migliora le nostre difese e indebolisce i patogeni.
RD – Dunque, la Tachipirina…
SM – La Tachipirina è solo uno dei tantissimi farmaci che contengono paracetamolo, un principio attivo che abbassa la temperatura corporea e che, quando è male utilizzato come, purtroppo, è nella stragrande maggioranza dei casi, fa danni. Forse per togliersi di torno le mamme fastidiose che non hanno voglia di accudire i bambini con la febbre, i pediatri propinano paracetamolo a piene mani, infischiandosi del fatto che, così facendo, annientano la prima e più efficace difesa di cui disponiamo. E poi c’è l’abuso degli antibiotici, troppo spesso somministrati a casaccio.
RD – A casaccio?
SM – Gli antibiotici sono farmaci mirati. Il che vuol dire che ognuno di loro è efficace nei confronti di certi batteri e non di altri. Quando non si è certi di quale sia il batterio che ha provocato la malattia, si ricorre quasi di regola agli antibiotici chiamati ad ampio spettro, vale a dire farmaci che si spera arrivino dove il medico non è arrivato con la sua diagnosi. Ma peggio ancora si fa quando si somministrano antibiotici per una malattia virale. Qui c’è l’assoluta certezza che il farmaco sarà inutile e in medicina ciò che è inutile è invariabilmente dannoso, non esistendo nessun medicinale privo di effetti dannosi. Aggiungo che l’abuso di antibiotici ha creato ceppi batterici sempre più resistenti, con questo indebolendo fino,non di rado, ad annullare l’efficacia di quella classe di farmaci formidabili. A margine, le dico che anche la chirurgia soffre di questo problema.
RD – Perché?
SM – Perché quando il chirurgo lavora espone il suo paziente al mondo esterno e il corpo non è preparato a questa interferenza. Di qui l’indispensabilità di una copertura antibiotica. Ma se l’antibiotico funziona poco…
RD – Quindi, se ho capito bene, non ci sono antibiotici contro il Coronavirus.
SM – No di certo, come non ci sono per i virus in generale, compresa la varietà di Coronavirus responsabile di tanti raffreddori. Di fatto, i farmaci antivirali di cui disponiamo hanno un’efficacia modesta e per il Coronavirus non c’è niente che abbia un’efficacia provata.
RD – E le vitamine?
SM – Le vitamine A, E, D e C sono utili nella prevenzione, così come sono utili certi alimenti.
RD – Per esempio?
SM – Per esempio lo zenzero, la curcuma (sempre presa con il pepe nero, altrimenti perde efficacia), l’echinacea… Poi gli alimenti fermentati come i crauti o il kefir. E, ancora, le verdure, specie quelle in foglia. Insomma, se si mangia correttamente, se si fa una vita sana evitando, ad esempio, il fumo, si mantiene l’organismo capace di difendersi.
RD – Lei ha citato il fumo.
SM – Se vogliamo restare al Coronavirus che tanto terrorizza la gente, la difesa più immediata è quella che riguarda l’efficienza dei polmoni. Di qualunque cosa s’illudano i fumatori, i loro polmoni non sono in condizioni ideali e uno dei problemi è quello dello strato eccessivo di muco, spesso con caratteristiche non proprio sane, che ricopre i bronchi e che fa scivolare profondamente i patogeni entrati per inalazione. In aggiunta, le ciglia vibratili, specie di fruste che sono presenti sulla parete interna dei bronchi, sono paralizzate dal fumo e non sono più capaci di spingere fuori dei polmoni gli aggressori. E, allora, anche il Coronavirus trova una bella porta aperta. Ma la cosa vale per qualunque patogeno che passi attraverso il sistema respiratorio, comprese le particelle di cui mi occupo da decenni.
RD – Insomma, per stare bene bisogna comportarsi bene.
SM – Sì, è così. E tenga anche conto che, se la paura è utile perché ci fa essere pronti a difenderci, la paura indebolisce le difese. Dunque, è utile solo se è motivata e se è contenuta nei limiti della razionalità. Qui, invece, siamo al cospetto di una manifestazione d’isteria collettiva indotta per motivi che ignoro da chi approfitta dell’ignoranza e della fragilità intellettuale della gente.
RD – Un consiglio?
SM – Usate la ragione e non date credito a chi vi usa come animali da reddito. Spesso l’imperatore è nudo.
Fonte: http://www.stefanomontanari.net/ecco-lintervista-che-e-stata-censurata



tratto dal link 
https://exit.news/read-blog/6?fbclid=IwAR3XsI2bMvxBlZbBSsvBS-AKp5lLzEJ6lnXPmC5VDehR_lIUqLkOtu3j794
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05/03/20

LETTERE ALLA REDAZIONE - EVENTI - La medicina del futuro. Tra verità e menzogna!



LETTERE ALLA REDAZIONE - EVENTI
La medicina del futuro. Tra verità e menzogna! Conferenza del 22 marzo a Torino
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Non può trovare altro che migliore collocazione, in queste ore convulse in cui l'infodemia sul coronavirus sta spaziando ogni dove in Italia e all'estero, la prossima conferenza che si terrà a Torino il 22 marzo 2020.
Con la presenza di importanti relatori, gli organizzatori ci hanno inviato le informazioni, la locandina e un comunicato che con piacere pubblichiamo per i nostri lettori.

Qui di seguito il comunicato ricevuto in redazione da parte degli organizzatori:
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I preparativi per questa conferenza sono iniziati con una girandola di emozioni, a partire dalla scelta della location, in centro a Torino, fino alla conferma ricevuta dai relatori.
Con difficoltà, siamo finalmente riusciti a riunire in un solo evento due mostri sacri della della medicina.

Dario Miedico, medico legale che ci parlerà di "Epidemie e vaccini: la meningite e il coronavirus.

Luciano Proietti, chirurgo e pediatra, che illustrerà nel suo intervento "La salute consapevole: l'informazione medica oggi"

Durante i preparativi avevamo promesso altre sorprese, l'ultima in ordine di tempo la conferma del Dott. Giovanni Grisotti che tratterà l'argomento "Curare la salute con la prevenzione primaria: lo stile di vita come terapia".
Il Dott. Grisotti si interfaccerà anche con il vice presidente di SiAmo, oltre che confrontarsi con gli altri relatori presenti.

Altri ospiti attesi e quanto mai graditi all'evento saranno dei genitori, delle mamme, che con le loro azioni hanno informato l'opinione pubblica in merito ad alcuni atteggiamenti intimidatori derivati da leggi attualmente in vigore in Italia e in discussione.

Il convegno sarà presentato dalla Dottoressa Paola Boschi che svelerà alcuni segreti inerenti la comunicazione attuale e futura.
La curiosità è tanta, soprattutto sulle reazioni di coloro che avranno il piacere di ascoltare quanto i relatori esporranno al pubblico.

Molte saranno anche le testimonianze, 4 ore e mezza dense di informazioni e verità perchè il futuro ci attende!

Un invito quindi per tutti, anche per sostenere due mamme che hanno voluto con tenacia che tutto questo accadesse. Vi attendiamo il 22 marzo a Torino!

#informazionesanitaria #coronavirus #infodemia #pandemia


Link Originale ⬇️ :

https://www.informazionelibera.org/lettere-alla-redazione/la-medicina-del-futuro-tra-verita-e-menzogna-conferenza-del-22-marzo-a-torino.html


04/03/20

per non limitare il diritto alla cultura e all'informazione




per non limitare il diritto alla cultura e all'informazione


la Sclerosi multipla .. Ccsvi vista da SAM, e non solo...........


qui troverete delle info i riguardati la sclerosi multipla e la ccsvi.

Le informazioni qui riportate Hanno solo un fine illustrativo: non costituiscono e non provengono né da prescrizione né da consiglio medico, rivolgersi sempre e comunque al proprio medico

27/02/20

Mitoxantrone (Novatrone®, Onkotrone®)

l mitoxantrone è un agente chemioterapico usatp per il trattamento di diverse neoplasie, in particolare del carcinoma metastatico della mammella, della leucemia mieloide cronica, della leucemia acuta non linfocitica nell’adulto, del linfoma non Hodgkin e del carcinoma epatocellulare.
In combinazione con basse dosi di cortisonici orali, incluso prednisone e idrocortisone, è indicato nel trattamento palliativo iniziale di pazienti con sintomatologia dolorosa correlata a carcinoma della prostata in stato avanzato non rispondente a terapia ormonale.

continua: https://www.aimac.it/farmaci-tumore/chemioterapici/mitoxantrone-novatrone-onkotrone

anticorpi monoclonali


Gli anticorpi monoclonali (o MAb, dall'inglese Monoclonal Antibodies) sono particolari tipi di anticorpi, prodotti con tecniche di DNA ricombinante a partire da un unico tipo di cellula immunitaria.
Anticorpi MonoclonaliPiù correttamente, gli anticorpi monoclonali possono essere definiti come proteine omogenee ibride, ottenute da un singolo clone di linfocita ingegnerizzato.
Gli anticorpi monoclonali sono molto sfruttati in ambito clinico, sia per scopi diagnostici che per scopi terapeutici.
Tuttavia, prima di approfondire quali sono gli impieghi di queste particolari proteine e per comprenderne al meglio il meccanismo d'azione, può essere utile una piccola premessa su cosa sono gli anticorpi.










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