la Sclerosi multipla .. Ccsvi vista da SAM, e NON solo
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CONTATORE PERSONE
05/10/25
Siamo vivi, ora, qui.
02/10/25
Terapie per la Sclerosi Multipla.
- Interferoni beta (es. Avonex, Rebif, Betaferon)
- Glatiramer acetato (Copaxone)
link : https://www.aifa.gov.it/documents/20142/2254729/2024.08.21_NII_Glatiramer_acetato_IT.pdf - Fingolimod (Gilenya) link https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1097058/2020.11.10_NII_su_Gilenya_IT.pdf
- Teriflunomide (Aubagio) link : https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2013/20130826126472/anx_126472_it.pdf
- Dimetilfumarato (Tecfidera) link : https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2014/20140130125880/anx_125880_it.pdf
- Cladribina (Mavenclad) link : https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2018/20180709141793/anx_141793_it.pdf
- Natalizumab (Tysabri) link: https://www.google.com/search?q=Natalizumab+(Tysabri)+pdf&oq=Natalizumab+(Tysabri)+pdf&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOdIBCDQ4MzFqMGo0qAIAsAIA&sourceid=chrome&ie=UTF-8
- Ocrelizumab (Ocrevus) link: https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2022/20220921156732/anx_156732_it.pdf
- Alemtuzumab (Lemtrada) link: https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2016/20160621135036/anx_135036_it.pdf
- Ofatumumab (Kesimpta) link: https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2021/20210326150970/anx_150970_it.pdf
- Siponimod (Mayzent) link: https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2020/20200113146760/anx_146760_it.pdf
- Ponesimod (Ponvory) link: https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2021/20210519151522/anx_151522_it.pdf
- Terapie per le ricadute acute
- Corticosteroidi ad alte dosi (es. metilprednisolone endovena) per ridurre l’infiammazione e accelerare il recupero.
- Terapie sintomatiche
Per migliorare la qualità di vita: - Farmaci contro la spasticità (baclofene, tizanidina)
- Terapie per la fatica (amantadina, modafinil – in alcuni casi)
- Trattamenti per dolore neuropatico (gabapentin, pregabalin, duloxetina)
- Farmaci per problemi urinari o intestinali
- Fisioterapia, logopedia, riabilitazione cognitiva
- Approcci emergenti e sperimentali
- Trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (AHSCT) in casi selezionati e gravi
- Terapie di combinazione in studio
- Nuovi anticorpi monoclonali in fase di ricerca
- Supporto non farmacologico
- Riabilitazione motoria e cognitiva
- Psicoterapia e supporto psicologico
- Dieta equilibrata e attività fisica adattata
- Gestione dello stress e del sonno
01/10/25
Novità dalla ricerca: sclerosi multipla e neuroinfiammazione
La sclerosi multipla non colpisce solo la sostanza bianca del cervello, ma anche la corteccia cerebrale, responsabile di funzioni come memoria, attenzione e linguaggio. In uno studio innovativo – pubblicato su Brain, Behavior and Immunity – un team di ricercatori internazionali ha identificato un meccanismo finora poco conosciuto, che contribuisce alla disfunzione cerebrale nei pazienti con sclerosi multipla: l’anomala attività degli astrociti, cellule gliali che regolano il funzionamento dei neuroni.
Utilizzando tecnologie all’avanguardia, i ricercatori hanno osservato che la neuro infiammazione tipica della sclerosi multipla induce gli astrociti a diventare iperattivi. Questo porta a comunicazioni distorte tra le cellule del cervello, modificando i meccanismi di plasticità sinaptica, fondamentali per l’apprendimento e la memoria. Lo studio, presentato dal giovane ricercatore spagnolo Andrés Mateo Baraibar Sierra, ha partecipato alla prima edizione dell’Excellence in Neuroinflammation Award, il contest lanciato dalla Fondazione Francesco della Valle, che premia la migliore pubblicazione scientifica dell’anno in tema di Neuroinfiammazione, classificandosi al primo posto (a pari merito con quello di Elizabeth Wood) e vincendo un premio in denaro per stimolare nuovi progetti.
Secondo Sabatino Maione, ordinario di Farmacologia del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, “riconoscere il ruolo degli astrociti nella comunicazione alterata tra cellule cerebrali apre nuove strade per lo sviluppo di terapie mirate, con l’obiettivo di rallentare il declino cognitivo nei pazienti affetti da sclerosi multipla e, potenzialmente, anche da altre malattie neuroinfiammatorie”.
Un nuovo approccio
Non solo. Come accennavamo si stanno introducendo nuovi criteri diagnostici e classificativi della sclerosi multipla, basati su evidenze cliniche e biologiche consolidate. Non solo “un aggiornamento tecnico, ma aprono a una vera e propria rivoluzione nell’approccio alla malattia”, spiegano dalla Sin.
Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio ad hoc della Sin, sottolinea come in questo modo gli specialisti potranno “riconoscere la sclerosi multipla in una fase molto più precoce rispetto al passato, migliorando significativamente l’efficacia dell’intervento terapeutico. Non si tratta solo di diagnosi, ma di una presa in carico globale e personalizzata che può modificare la storia naturale della malattia. Parliamo di restituire tempo, opportunità e prospettive a chi convive con questa condizione”.
Insomma, il 2025 sarà l’anno del debutto di un modello che mira a intercettare la malattia nei suoi primi segnali, grazie all’uso combinato di tecniche di imaging avanzato, biomarcatori e intelligenza artificiale applicata ai dati clinici. Un’evoluzione che chiama in causa non solo la medicina, ma anche l’organizzazione dei servizi sanitari e le politiche pubbliche. E qui potrebbero arrivare le criticità. Che, purtroppo, non mancano.
Continua la tua lettura qui:
https://www.fortuneita.com/2025/05/30/sclerosi-multipla-perche-il-2025-puo-essere-decisivo/
TERAPIA GERSON
1. Cosa è
La terapia GERSON rappresenta un metodo nutrizionale complesso in grado di curare la maggior parte delle malattie degenerative.
2. Cosa si prefigge
Si basa su premesse biochimiche e fisiopatologiche scientificamente valide e ha lo scopo di riequilibrare la pompa cellulare sodio-potassio, operare una disintossicazione profonda dell’organismo, stimolare il metabolismo energetico, fornire un nutrimento cellulare elevato, riequilibrare il sistema immunitario.
3. In cosa consiste
- Alimentazione prevalentemente vegetariana basata su alimenti freschi e biologici, con grande riduzione delle teine e dei grassi ed eliminazione del sale;
- assunzione più volte al giorno, di molti succhi di frutta e di verdura biologiche pressate a freddo con una macchina particolare, in modo da garantire una grande quantità di micronutrienti ed enzimi freschi;
- somministrazione di clisteri a base di caffè per stimolare una più rapida disintossicazione epatica e la promozione di enzimi specifici a livello del fegato;
- somministrazione di altri presidi curativi fra i quali un composto di potassio, enzimi pancreatici, estratti tiroidei, iodio, vit. B3 (niacina), vit. B12 (cobalamina), estratto di fegato secco ed altri ancora, tutte adeguate alla necessità di ogni singolo paziente.
4. Cosa cura
Questo metodo è in grado di stimolare i processi di guarigione del corpo invertendo l’evoluzione di malattie, anche serie, quali: la maggior parte delle malattie tumorali, le malattie degenerative non oncologiche (sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus, ecc.) e le molte malattie oggi comuni quali l’asma, il diabete, le allergie anche gravi, l’emicrania, le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, l’immunodeficienza e molte altre ancora.
5. Di cosa necessita
Con questa metodica, perlomeno nei casi più seri, è auspicabile che esista una struttura dove i pazienti possano soggiornare per un breve periodo per imparare questa nuova filosofia di vita e queste metodiche che, per essere efficaci, devono essere rigorosamente applicate. In seguito, il paziente potrà continuare autonomamente al proprio domicilio. È necessario che l’ambiente sia caldo e confortevole, in modo da stimolare il processi di guarigione, nutrendo il corpo, la mente e lo spirito.
6. Con cosa si integra
Date le sue finalità di disintossicazione profonda, si integra vantaggiosamente con molte metodiche terapeutiche naturali come: l’idroterapia, i massaggi curativi, gli impacchi, la fitoterapia, l’omeopatia, l’agopuntura ed altro ancora.
link:
https://www.dottorpaologiordo.it/terapia-gerson/
TERAPIA KOUSMINE
1. Cosa è
Il metodo kousmine è una pratica nutrizionale che ha lo scopo di riequilibrare le funzioni biochimiche dell’organismo, attraverso un’alimentazione sana e vitale.
2. Cosa si prefigge
La dott.ssa Kousmine si rese conto, già molti anni fa, che era impossibile ottenere risultati positivi nelle moderne malattie degenerative (specialmente il cancro e le malattie autoimmuni), senza modificare radicalmente le abitudini alimentari.
3. In cosa consiste
- La base del suo metodo nutrizionale è costituita dall’uso di cereali integrali e biologici, frutta e verdura fresca di stagione, legumi e soprattutto oli spremuti a freddo, pertanto ricchi di acidi grassi insaturi (vitamina F) che assicurano la protezione antiossidante alle membrane cellulari. Inoltre è prevista una forte riduzione delle proteine animali ed una integrazione di vitamine ed oligo-elementi che non possono essere garantiti nella giusta quantità dalla sola alimentazione. Si devono comunque evitare completamente alimenti raffinati, zuccheri, prodotti industriali processati, conservati e manipolati chimicamente.
- La colazione del mattino deve essere un pasto abbastanza ricco in modo da fornire molti nutrienti; a questo scopo la dott.ssa Kousmine ha proposto la cosiddetta Crema Budwig a base di yogurt magro, cereali completi appena macinati, semi oleosi, frutta ed olio di girasole spremuto a freddo. Questa colazione fornisce energia e nutrienti per iniziare bene la giornata. Se si modifica il proprio stile di vita secondo queste regole anche il nostro sistema immunitario si fortificherà in modo da far fronte egregiamente al processo di riequilibrio nelle comuni malattie degenerative ed alla loro prevenzione.
- La pulizia intestinale viene coadiuvata dagli enteroclismi e dalla introduzione per via rettale di oli spremuti a freddo. Infine, va combattuta l’acidificazione dell’organismo sia attraverso un’alimentazione alcalinizzante che mediante assunzione orale di minerali citrati alcalini.
4. Cosa cura
Il metodo Kousmine, cura l’igiene intestinale, portando ad un riequilibrio della flora batterica simbionte ed alla diminuzione di quella putrefattiva, causa di autointossicazioni croniche.
link:
https://www.dottorpaologiordo.it/terapia-kousmine/
30/09/25
Quanti anni ci vogliono per testare un vaccino?
Di solito lo sviluppo di un vaccino richiede molto tempo, perché è un processo che deve garantire sicurezza ed efficacia.
In termini generali:
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Fase di ricerca preclinica: dura in media 2-5 anni, durante i quali si studia il patogeno e si testano molecole su modelli animali.
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Fase clinica (test sull’uomo): si articola in tre stadi principali.
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Fase I: poche decine di volontari sani, per verificare sicurezza e dosaggio.
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Fase II: centinaia di persone, per valutare risposta immunitaria ed effetti collaterali.
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Fase III: migliaia di volontari, per misurare l’efficacia reale e confermare la sicurezza.
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Approvazione e produzione: solo se i risultati sono positivi, si passa alla valutazione da parte delle autorità regolatorie.
Nel complesso, lo sviluppo di un vaccino può richiedere dai 10 ai 15 anni.
Tuttavia, in situazioni di emergenza (come per il COVID-19), i tempi possono essere compressi grazie a:
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finanziamenti straordinari,
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condivisione dei dati tra laboratori,
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procedure accelerate di autorizzazione.
Ecco una tabella riassuntiva dei tempi medi di sviluppo di un vaccino:
Fase Durata media Obiettivo principale Ricerca preclinica 2 – 5 anni Studio del patogeno, test su animali Fase I (clinica) Pochi mesi – 2 anni Sicurezza e dosaggio su decine di volontari Fase II (clinica) 1 – 2 anni Risposta immunitaria, effetti collaterali su centinaia di persone Fase III (clinica) 2 – 4 anni Efficacia e sicurezza su migliaia di volontari Revisione e approvazione 1 – 2 anni Valutazione da parte delle autorità regolatorie Produzione e distribuzione Variabile (mesi–anni) Messa a disposizione su larga scala 👉 Totale medio: 10–15 anni (riducibili a 1–2 anni in emergenze sanitarie).
dati da internet
Sindrome dell’intestino gocciolante (permeabile): sintomi, diagnosi e cura
Cefalea, stanchezza cronica, irritabilità possono essere sintomi della sindrome dell’intestino permeabile o gocciolante. Una patologia sempre più frequente che porta al deterioramento della barriera intestinale con il rischio di sviluppare allergie ed altri disturbi
La sindrome dell’intestino permeabile o sindrome dell’intestino gocciolante (Leaky Gut Syndrome), è una condizione in cui la barriera intestinale non è più in grado di svolgere la sua funzione protettiva, che consente l’assorbimento dei nutrienti e impedisce l’ingresso di tossine, agenti patogeni o sostanze allergizzanti nel circolo sanguigno.
La barriera intestinale è di fondamentale importanza, non solo per il benessere fisico e psichico, ma anche per la salute e la buona risposta del sistema immunitario. Se questa barriera viene meno, siamo più esposti ad una serie di rischi che possono portare allo sviluppo di allergie, disturbi, problemi alla tiroide e malattie autoimmuni.
La dottoressa Giulia Temponi, biologa nutrizionista in Imbio, ci spiega quali sono le possibili cause di questa sindrome, come riconoscerla e come l’alimentazione può giocare un ruolo fondamentale nella cura.
Cause della sindrome dell’intestino permeabile
Le cause della sindrome dell’intestino permeabile o gocciolante possono essere diverse.
Alla base può essere causata da stress fisici prolungati, sovrallenamento, cattiva alimentazione (eccessi alimentari, abuso di zuccheri e cereali raffinati, ecc…), utilizzo di farmaci come antibiotici o fans, abuso di lassativi, deficit enzimatici e disbiosi (disequilibrio della flora batterica).
A seguito di queste situazioni le funzioni della barriera si possono alterare innescando un processo infiammatorio ed un’iper-reattività del sistema immunitario. Questo può portare a malattie infiammatorie croniche o autoimmuni, come ad esempio la celiachia e la psoriasi.
Quali sono i sintomi della sindrome dell’intestino permeabile?
I sintomi più comuni della sindrome dell’intestino permeabile (sindrome dell’intestino gocciolante) sono:
- cefalea
- irritabilità
- ansia
- sbalzi d’umore
- stanchezza cronica
- dolori articolari e muscolari
- disturbi intestinali (intestino irritabile, costipazione, gonfiore addominale, diarrea)
- allergie e intolleranze alimentari
- alterazioni tiroidee (soprattutto ipotiroidismo)
Gli sbalzi d’umore sono connessi al rilascio di serotonina, che ha origine proprio nell’intestino.
continua qui:
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https://www.imbio.it/sindrome-dellintestino-gocciolante-permeabile-sintomi-diagnosi-e-cura/?fbclid=IwY2xjawNJM8NleHRuA2FlbQIxMQABHo0Ys3KOjAWqSlpwXSPMVQCiA_mf-O9lf22XbeNefF7mdc7Kim2qNFCrPoUe_aem_wTCIBXdTyVHFFxdBrClScA
27/09/25
Colazione, un alleato per il benessere mentale e per il cuore
MIGLIORA IL BENESSERE PSICHICO
Ma vediamo da vicino l’indagine cui accennavamo, condotta dal professor Hongquan Xie della Harbin Medical University della Cina. Il quale si è avvalso, con i colleghi, dei dati raccolti tra 2003 e 2018 su 31.683 persone arruolate negli Stati Uniti dal National Health and Nutritional Examination Survey. Tra questi volontari, 3.490 risultavano avere problemi cardiovascolari (età media 66 anni) e 554 anche depressione.
Si è constatato addirittura che togliendo il 5 per cento di calorie da uno dei due pasti principali per aggiungerlo alla prima colazione, diminuiva di un ulteriore 5 per cento il rischio depressivo. Si è imposto questo principio della crononutrizione: «Quando mangiamo è importante come il che cosa mangiamo».
IL FATTORE TEMPO
Uno dei massimi esperti di cronobiologia, il professor Roberto Manfredini, dell’Università di Ferrara, si spinge a dire che il fattore ‘quando’ ha almeno la stessa importanza del ‘quanto’ e del ‘cosa’ si mangia. Richiamando una massima dell’indiscusso padre fondatore della scienza del tempo, la Cronobiologia, Franz Halberg (1919-2013):
“Tempus, non solum dosis, venenum facit”, non solo la dose ma anche il tempo (di somministrazione) può fare di un farmaco un veleno. «Nell’esperienza comune, molte persone saltano la prima colazione – osserva Manfredini – semmai pensando o di perdere un po’ di peso oppure di risparmiare qualche caloria e poter mangiare un po’ di più a pranzo o a cena.
continua qui la tua lettura qui:
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/neuroscienze/colazione-un-alleato-per-il-benessere-mentale-e-per-il-cuore