reazioni lente e sonnolenza
Per seguire al meglio il paziente è fondamentale la sinergia di diverse figure: neurologi, logopedisti e fisioterapistiSpesso sono i familiari ad accorgersi per primi che qualcosa non va: i sintomi che si presentano all’esordio della malattia di Parkinson sono in molti casi silenti, incostanti, variabili, e non destano particolare preoccupazione. Quelli che vengono considerati i “segnali precoci” di questa patologia neurodegenerativa sono infatti una combinazione di diversi fattori: perdita dell’olfatto, tempi di reazione più lenti, eccessiva sonnolenza diurna e alti livelli di emoglobina. Quando invece la malattia si trova in uno stadio più avanzato, cominciano ad apparire anche quei sintomi che confermano la diagnosi: i tremori diventano frequenti, si tende a perdere il controllo motorio e aumenta la rigidità degli arti, andando a compromettere notevolmente la qualità della vita del paziente.
I campanelli d’allarme
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Per una diagnosi quanto più precoce della malattia, con un conseguente anticipo nell’avvio del trattamento del disturbo, è quindi fondamentale tenere sotto controllo le prime spie di malessere.
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