CONTATORE PERSONE

13/01/20

Leucociti nelle Urine

Leucociti nelle Urine - Cause

Un aumento dei leucociti nelle urine è un segnale generico di un'infezione delle vie urinarie, ma può dipendere anche da traumi ricevuti nella zona, infiammazione della prostata o rene policistico.
In qualche caso, la presenza dei globuli bianchi nelle urine può indicare la presenza di malattie più serie, come diabete mellito e tumore ai reni.

Le cause più comuni

La presenza di leucociti nelle urine serve a valutare la presenza di nefropatie ed è segno aspecifico di infezione delle vie urinarie.
Un aumento moderato può essere indice di:
Un aumento massivo dei leucociti è generalmente indice di un'infezione acuta. Questo fenomeno può essere collegato a un numero di fattori diversi (il processo infettivo potrebbe avere origine, ad esempio, dai reni) e stati particolari (come la gravidanza).

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Eritrociti nelle Urine Alti - Cause

La presenza di eritrociti nelle urine può essere riconducibile a una lunghissima serie di fattori, di cui solo alcuni sono realmente motivo di preoccupazione.
Le principali cause degli eritrociti nelle urine comprendono:

Fattori che influenzano l'esito dell'esame

L'ematuria può presentarsi anche quando viene riscontrata la presenza di tracce di porfirine (intermedi nella biosintesi dell'emoglobina) e urati.
Le urine si pigmentano di rosso anche in caso di mioglobinuria (eliminazione di mioglobina causata da un danno muscolare) o emoglobinuria (causata da intensa emolisi come nelle crisi di favismo).
Nelle donne in età fertile, le perdite mestruali possono essere scambiate, talvolta, per ematuria. Anche l'assunzione eccessiva di alcuni cibi (in particolare: barbabietolemirtillirabarbaro e coloranti alimentari) o di certi farmaci (come la rifampicina) può rendere l'urina di un colore più scuro.
Altri fattori che influenzano l'esame delle urine per la conta degli eritrociti comprendono:

Eritrociti nelle Urine Bassi

Bassi livelli di eritrociti nelle urine non sono associati, di solito, a problemi di tipo medico e/o a conseguenze patologiche, pertanto non vengono considerati clinicamente rilevanti.

Come si misura

La presenza degli eritrociti nelle urine può essere dimostrata ponendo al microscopio una goccia di urina (esame citologico). Per inquadrare meglio il problema, il medico di base o l'urologo può considerare le caratteristiche dell'ematuria (entità, colorazione, permanenza durante tutta o solo parte della minzione) e gli eventuali disturbi associati, come traumi, dolori, disturbi minzionali, febbre, infezioni faringee ecc.

Preparazione

Per valutare le cause dell'ematuria, è necessario raccogliere una piccola quantità di urine del mattino, a digiuno, dopo aver effettuato un'accurata igiene intima e aver lasciato andare la primissima emissione (che può contenere i germi presenti all'esterno dell'apparato urinario). Nel caso delle donne, è bene effettuare l'esame lontano dal periodo mestruale.
Le urine vanno raccolte in un contenitore sterile, che va richiuso accuratamente subito dopo e portato in laboratorio entro un breve periodo di tempo.

Interpretazione dei Risultati

Considerata l'ampia variabilità delle cause, i risultati delle analisi devono essere valutati nell'insieme dal medico di base, che conosce il quadro anamnestico del proprio paziente.
Gli eritrociti nelle urine possono riscontrarsi più frequentemente per la presenza di micro lesioni, traumi, calcolosi renale o vescicale, assunzione di certi farmaci e processi infettivi a carico dell'apparato urogenitale.
Una concentrazione rilevante di eritrociti nelle urine può dipendere anche da glomerulonefrite, neoplasie o infiammazioni a livello delle vie urinarie (nefrite, uretrite e cistite), stenosi uretraleiperplasia e neoplasia prostatica ed emopatie.
Sia nel caso in cui l'ematuria risultasse evidente, sia nel caso in cui gli eritrociti siano presenti in piccolissime tracce, sarà sempre il medico a valutare la situazione e a decidere il migliore approccio terapeutico al problema.
Gli eritrociti nelle urine andranno trattati a seconda della patologia che ne ha determinato la condizione. Nel caso di patologia di natura renale, il trattamento andrà determinato con il medico, solo dopo esami diagnostici specifici.

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L'attività fisica sia associata a un rischio inferiore per diversi tumori

Seondo un'analisi di nove studi prospettici che hanno coinvolto più di 750.000 adulti, praticare la quantità di attività fisica raccomandata dagli esperti si associa a un RISCHIO INFERIORE DI SVILUPPARE SETTE TUMORI, in alcuni casi con una relazione dose/risposta.
«Anche se è noto da tempo che l'attività fisica sia associata a un rischio inferiore per diversi tumori, la forma della relazione è poco chiara e non si sa se la quantità raccomandata di attività fisica sia associata a un rischio inferiore» spiega Charles Matthews, del National Cancer Institute di Bethesda, Stati Uniti, primo autore dello studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.
«Le linee guida aggiornate per l'attività fisica affermano che le persone dovrebbero puntare a 2,5-5 ore alla settimana di attività di intensità moderata o 1,25-2,5 ore alla settimana di attività vigorosa» ricorda.
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Il Danno Nascosto

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12/01/20

Il dolore alla spalla è il sintomo principale

Lesione della cuffia dei rotatori/borsite subacromiale


I muscoli che contribuiscono a mantenere il braccio nell’articolazione della spalla (muscoli della cuffia dei rotatori) possono rimanere impigliati (sindrome da conflitto della spalla), infiammarsi (tendinite) oppure lacerarsi o strapparsi parzialmente o del tutto.

  • Il dolore alla spalla si avverte nei movimenti del braccio sopra la testa e successivamente anche quando il braccio è fermo.
  • L’esercizio aiuta.
La cuffia dei rotatori è costituita dai muscoli che collegano la scapola alla testa dell’omero. La cuffia dei rotatori rafforza l’articolazione della spalla e consente la rotazione del braccio.
Il conflitto della cuffia dei rotatori (impingement) e la tendinite compaiono spesso negli sport che richiedono movimenti ripetuti del braccio sopra la testa, come il lancio nel baseball, il sollevamento di grossi pesi sopra la spalla, il servizio negli sport in cui si usa la racchetta e il nuoto a stile libero, farfalla o dorso. Il movimento ripetuto del braccio sopra la testa fa sì che l’estremità superiore dell’omero eserciti una compressione dei muscoli della cuffia dei rotatori contro la parte superiore della scapola e può determinare infiammazione e gonfiore. Continuare il movimento nonostante l’infiammazione può indebolire e lacerare il tendine.
Anche in assenza di usura e infiammazione cronica, la cuffia dei rotatori può lacerarsi improvvisamente in seguito a un movimento vigoroso (quale un allungamento o una trazione intensi) o a una caduta.

Sintomi


Il dolore alla spalla è il sintomo principale. Dapprima, il dolore si verifica solo durante le attività che richiedono di sollevare il braccio sopra la testa (sindrome da conflitto), e peggiora se si solleva lateralmente il braccio di 60-120 gradi. Se non viene curata adeguatamente, la spalla può dare dolore anche a riposo (tendinite), spesso soprattutto di notte, disturbando il sonno. In caso di lacerazione del tendine, risulta difficile o impossibile la normale extrarotazione del braccio a livello della spalla.

Diagnosi

  • Valutazione medica

La diagnosi si basa sui sintomi del paziente e sui rilevamenti dell’esame obiettivo. Talvolta è necessaria la risonanza magnetica per immagini (RMI) per escludere una lacerazione dei muscoli della cuffia dei rotatori.

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https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/lesioni-e-avvelenamento/traumi-sportivi/lesione-della-cuffia-dei-rotatori-borsite-subacromiale 

Equistasi Nella Terapia Della Sclerosi Multipla

Il decorso della malattia è complesso e imprevedibile, può variare da soggetto a soggetto, ma generalmente si individuano quattro principali forme di decorso clinico:
SM-RR. Sclerosi Multipla Recidivante-Remittente
È la forma clinica più frequente, caratterizzata da episodi acuti di malattia detti “ricadute” , che si risolvono in maniera parziale o totale, detta “remissione”. La diagnosi di questa forma clinica avviene mediamente tra i 20 e 30 anni e presenta sintomi eterogenei: rigidità, spasticità, problemi alla vista, problemi a livello intestinale e della vescica.
SM-SP. Sclerosi Multipla Secondariamente Progressiva
Si sviluppa come seconda fase della malattia, diretta evoluzione della forma precedente. È caratterizzata dal passaggio dalla condizione infiammatoria della SM-RR ad uno stato di disabilità più costante e progressivo.
SM-PP. Sclerosi Multipla Primariamente Progressiva
È caratterizzata dalla progressione graduale dello stato di disabilità della fase precedente, senza ricadute o periodi di remissione della malattia, in cui compaiono minori lesioni cerebrali e maggiori lesioni a livello di midollo spinale
rispetto alla fase di SM-RR. I soggetti affetti da questa forma presentano difficoltà medio-gravi nella deambulazione e nello svolgimento delle attività quotidiane.
Sclerosi Multipla a Decorso Progressivo con Ricadute
È la forma più rara di Sclerosi Multipla, caratterizzata da una progressione graduale dello stato di disabilità e da episodi di ricadute acute ben definite, con scarso recupero successivo.
Non esiste un esame capace di prevedere con assoluta certezza, fin dai primi sintomi, quale sarà il decorso a lungo termine della SM nel singolo individuo. Indipendentemente dalla forma della malattia, l’aspettativa di vita del soggetto che ne è colpito è paragonabile a quella della popolazione generale.
La malattia è più frequente in soggetti di sesso femminile, che risultano colpiti in numero doppio rispetto agli uomini. L’esordio si verifica generalmente tra i 18 e i 45 anni, con un piccoChe cos’è la Sclerosi Multipla” di incidenza intorno ai 30 anni, pur essendo documentati casi a esordio infantile o tardivo.
La prevalenza può variare nei diversi Paesi del mondo. L’Italia si attesta su una media di 50–80 casi/100.000, con marcate variazioni regionali (fonti ISS).
La SM può manifestarsi con un ampio spettro di sintomi motori, neuropsichiatrici o cognitivi.
La sintomatologia della SM non è omogenea, ma varia a seconda della parte interessata: si riscontrano deficit motori, neuropsichiatrici e/o cognitivi. Alcuni di essi, tuttavia, ricorrono più frequentemente di altri, poiché le aree di demielinizzazione si distribuiscono in sedi preferenziali.
I sintomi caratteristici della Sclerosi Multipla possono essere riassunti come segue:
  • Affaticamento e indolenzimento generale
  • Disturbi della sensibilità
  • Disturbi della vista
  • Disturbi sessuali e vescicali
  • Spasticità e disturbi intestinali
  • Disturbi cognitivi, del linguaggio
  • Disturbi della coordinazione e del movimento, tremore e atassia
  • Depressione
  • Disturbi della deglutizione (meno comune)
  • Problemi respiratori (meno comune)
  • Cefalea (meno comune)
  • Perdita dell’udito (meno comune)
  • Epilessia (meno comune)

    Questi effetti possono comparire isolatamente o in associazione, possono manifestarsi con grande variabilità individuale e raggiungono il loro acme in poche ore o giorni.

    Equistasi nella riabilitazione dei pazienti affetti dalla Sclerosi Multipla

    Studi clinici pubblicati su riviste impattate, dimostrano che i pazienti affetti da Sclerosi Multipla (RR,PP,SP) trattati con Equistasi® a supporto della terapia riabilitativa, presentano progressi nella deambulazione, durante il compimento del primo passo, nella lunghezza del passo medio, nel doppio supporto a destra e a sinistra e un abbassamento del livello di fatica. L’ottimizzazione del sistema posturale si ripercuote anche sull’equilibrio del paziente che risulta anche più stabile, con la possibilità di avere un’area di spostamento maggiore (Functional Reach Test).
    Questi risultati, inoltre, suggeriscono effetti benefici e positivi legati all’utilizzo di Equistasi, in correlazione inversa con la durata della malattia: prima si attivano le terapie vibratorie e migliori sono i loro esiti.


    continua:
    https://equistasi.com/applicazioni/equistasi-nella-terapia-della-sclerosi-multipla/?gclid=CjwKCAiApOvwBRBUEiwAcZGdGIKGuRe-ZzhiR6hVfBEryETavModIp7GuLode_Emt7Dcfwjkb7Ec6hoC79AQAvD_BwE

Sclerosi sistemica

La sclerosi sistemica (o sclerodermia) è una malattia del tessuto connettivo che coinvolge il sistema vascolare, la cute (il termine sclerodermia significa infatti “pelle dura”) e gli organi interni. La sclerodermia colpisce più frequentemente le donne, soprattutto fra i 30 e i 50 anni. Come tutte le malattie autoimmuni ha una genesi multifattoriale.

Che cos'è la sclerosi sistemica?

La Sclerosi Sistemica è una malattia del tessuto connettivo che coinvolge il sistema vascolarela cute (il termine sclerodermia significa infatti “pelle dura”) e gli organi interni.
La caratteristica principale della malattia è l'abnorme produzione di collagene e di matrice extra-cellulare che provoca fibrosi della cute, degli organi interni, principalmente il polmone, modificazioni a carico dei vasi e del sistema nervoso autonomo con alterazioni vasomotorie, ulcere cutanee, ipertensione polmonare e disregolazione della motilità dell'apparato digerente.
Esistono forme di sclerosi cutanea senza interessamento degli organi interni (morfea e sclerodermia lineare), definite Sclerodermia Localizzata, di principale interesse dermatologico, oltre a forme di sclerosi cutanea legate all’esposizione a sostanze tossiche e associate alla graft versus host disease.
In questa breve trattazione verranno mostrate le caratteristiche generali della malattia e vengono citati i lavori scientifici (in lingua inglese) prodotti dai medici del gruppo della Reumatologia di Humanitas.
La sclerodermia colpisce più frequentemente le donne, soprattutto fra i 30 e i 50 anni, con un rapporto femmine\maschi di 3-15:1. L'incidenza è di 0,9-19 nuovi casi/milione di abitanti/anno. Possono verificarsi casi di familiarità, ma più spesso è una malattia è sporadica.

Quali sono le cause della sclerosi sistemica?
Come tutte le malattie autoimmuni la Sclerosi Sistemica ha una genesi multifattoriale: è caratterizzata da una disregolazione di fattori che regolano la nascita di nuovi vasi1 e del sistema immunitario, con produzione di autoanticorpi specifici, come gli anti-Scl70 e gli anticentromero, spesso associati a diverse manifestazioni d'organo. Gli anti-Scl70 sono in genere presenti nelle forme con interessamento cutaneo diffuso e con fibrosi polmonare, gli anticentromero sono più frequenti nelle forme con interessamento cutaneo limitato e con ipertensione polmonare isolata. Le più precoci manifestazioni cliniche sono a carico del sistema microvascolare e nervoso autonomo e sono costituite dal fenomeno di Raynaud, che è una trifasica (pallore, cianosi, eritema) alterazione del colorito delle estremità di mani, piedi, e qualche volta del naso, dei padiglioni auricolari e della zona periorale, talvolta associata a parestesie e ulcere cutanee.

Quali sono i sintomi della sclerosi sistemica?

Possono essere presenti inoltre: artralgie, artrite, impegno renale (va dalla lieve insufficienza renale cronica alla crisi renale sclerodermica, ovvero un’insufficienza renale rapidamente progressiva con ipertensione arteriosa maligna) e impegno cardiaco variabile dai disturbi di conduzione e del ritmo cardiaco alla miocardite.

continua qui:
https://www.humanitas.it/malattie/sclerosi-sistemica

07/01/20

TRIANGOLO NERO in GIU'


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www.corrieredisalerno.it/31493/sociale/consumatori/triangolo-nero-rovesciato-sui-farmaci-sorvegliati-speciali.html