CONTATORE PERSONE

30/05/13

Citomegalovirus (Cmv)


Il Citomegalovirus (Cmv) è un virus diffuso a livello globale, appartenente alla famiglia degli Herpesvirus. Il virus è molto comune e può infettare chiunque. Una volta contratta l’infezione, il virus rimane latente all’interno dell’organismo per tutta la vita, ma può riattivarsi in caso di indebolimento del sistema immunitario.

Le infezioni da Cmv sono nella maggior parte degli individui asintomatiche, perché un buon sistema immunitario è in grado di tenerle sotto controllo, ma negli individui immunodepressi possono causare gravi complicanze, in particolare a occhi, fegato, sistema gastrointestinale e sistema nervoso.

L’aspetto più importante legato al Cmv, dal punto di vista medico, è rappresentato dalle infezioni congenite. Un’infezione contratta durante la gravidanza e trasmessa al feto può infatti arrecare al bambino danni permanenti anche gravi.

Trasmissione e sintomi
L’uomo è l’unico serbatoio di infezione del Cmv, la cui trasmissione avviene da persona a persona tramite i fluidi del corpo, tra cui sangue, saliva, urina, liquidi seminali, secrezioni vaginali e latte. Il contagio può avvenire per contatto persona-persona (per esempio tramite rapporti sessuali, baci sulla bocca, contatto della bocca con mani sporche di urina o saliva), per trasmissione madre-feto durante la gravidanza o madre-figlio durante l’allattamento, per trasfusioni e trapianti di organi infetti.

Il virus può essere eliminato dall’organismo infetto anche per mesi o anni dopo la prima infezione, specialmente nei bambini piccoli. I bambini possono addirittura diffonderlo per 5-6 anni dopo la nascita.

La maggior parte degli individui sani, adulti o bambini, che contraggono la malattia non manifesta sintomi e non si accorge dell’infezione, mentre alcuni soggetti sviluppano una forma leggera della malattia con febbre, mal di gola, affaticamento e ingrossamento dei linfonodi.

Infezioni congenite da Cmv
Le infezioni congenite di Cmv avvengono per trasmissione verticale da madre a feto. L’infezione materna viene classificata come primaria quando è acquisita per la prima volta durante la gravidanza in una donna precedentemente sieronegativa, e secondaria quando avviene per riattivazione del virus latente o per reinfezione da un nuovo ceppo in una donna che aveva già contratto l’infezione.

Il rischio di trasmissione al feto non sembra essere correlato al periodo gestazionale durante il quale viene contratta l’infezione. Si ipotizza però un maggior rischio di severità della malattia quando la trasmissione avviene nei primi tre mesi di gravidanza.

Il rischio di trasmissione al feto varia fra il 30 e il 40% nella forma primaria e fra lo 0,5 e il 2% nella forma secondaria. L’85-90% dei neonati con infezione congenita è asintomatico. Il 10% circa dei neonati asintomatici presenta sequele tardive, generalmente difetti uditivi di severità variabile, con possibili decorsi fluttuanti o progressivi. Il 10-15% circa dei neonati è invece sintomatico, con sintomi che possono essere temporanei o permanenti. Tra quelli temporanei si segnalano in particolare problemi al fegato, alla milza, ai polmoni, ittero, petecchie (cioè chiazze rosse sulla pelle corrispondenti a piccolissime emorragie), piccole dimensioni alla nascita e convulsioni. I sintomi permanenti possono essere molto gravi e causare diverse forme di invalidità permanente come sordità, cecità, ritardo mentale, dimensioni piccole della testa, deficit di coordinazione dei movimenti, convulsioni fino alla morte. In alcuni bambini i sintomi compaiono mesi o anni dopo la nascita, e in questi casi i più comuni sono la perdita dell’udito e della vista. La comparsa di disabilità permanenti è più probabile nei bambini che mostrano i sintomi già dalla nascita.

Prevenzione
Non esiste attualmente un vaccino per la prevenzione del Cmv. Il modo migliore per limitare il rischio di contagio è un’attenta igiene personale, soprattutto per le categorie di persone più vulnerabili alla malattia (donne in gravidanza, individui immunodepressi, bambini piccoli o appena nati). È sempre buona regola lavarsi le mani con acqua calda e sapone prima di mangiare e di preparare e servire il cibo, dopo aver cambiato i bambini, dopo essere andati in bagno e dopo ogni tipo di contatto con fluidi corporei. È opportuno evitare di scambiarsi posate o altri utensili durante i pasti, soprattutto con bambini piccoli.

Più in generale la pulizia della casa e soprattutto delle superfici contaminate da fluidi corporei (come saliva, urina, feci, liquidi seminali e sangue) facilita la prevenzione del contagio.

Alla luce delle attuali conoscenze lo screening di routine per Cmv in gravidanza non è raccomandato, per vari motivi, fra cui principalmente:
la mancata disponibilità di un trattamento preventivo o curativo efficace
la difficoltà nel definire un segno prognostico affidabile di danno fetale
la mancanza di consenso circa il management delle donne che presentano una sieroconversione in gravidanza
le potenziali conseguenze in termini di ansia indotta, perdite fetali iatrogene e aumentata richiesta di Ivg.
Diagnosi e trattamento
Sono disponibili diversi test in grado di rilevare l’infezione da Cmv.
La rilevazione di anticorpi IgG contro il Cmv su un campione di sangue indica un contatto con il virus, ma non è in grado di determinare né il periodo del contagio (cioè se l’infezione è in atto o risale al passato), molto utile in caso di gravidanza, né l’eventuale trasmissione del virus al feto. Nel caso in cui prima della gravidanza questo test risulti negativo, è importante che la donna presti particolare attenzione alle misure utili a evitare il contagio.

Il test per rilevare gli anticorpi IgM, utilizzato per accertare le infezioni recenti, ha evidenziato spesso dei falsi positivi e non è quindi affidabile senza l’integrazione con altri tipi di test. Un test utilizzato per risalire al periodo dell’infezione è il test di avidità delle IgG.

Per determinare l’eventuale trasmissione del virus al feto sono necessari esami più invasivi, come l’amniocentesi o l’analisi del sangue fetale. Per individuare in un neonato un’infezione congenita da Cmv durante le prime tre settimane di vita si cerca direttamente la presenza del virus (e non degli anticorpi) nelle urine, nella saliva e nel sangue. In caso di Cmv congenita non è stato ancora identificato nessun tipo di marker prognostico del periodo prenatale per determinare se il neonato sarà sintomatico o se svilupperà sequele.

Non si conoscono trattamenti prenatali efficaci e sicuri per prevenire la trasmissione madre-feto dell’infezione né per ridurre le conseguenze di un’infezione congenita. I farmaci disponibili sono estremamente dannosi per il feto.
Alcuni farmaci antivirali possono aiutare a controllare l’infezione negli individui immunodepressi.

29/05/13

psoriasi.



BACKGROUND:
Cannabinoidi da cannabis (Cannabis sativa) sono anti-infiammatori e avere effetti inibitori sulla proliferazione di un certo numero di linee cellulari tumorali, alcune delle quali sono mediati attraverso recettori cannabinoidi. Recettori dei cannabinoidi (CB) sono presenti in pelle umana e l'anandamide, un ligando endogeno del recettore CB, inibisce la differenziazione dei cheratinociti epidermici. La psoriasi è una malattia infiammatoria caratterizzata anche in parte da cheratinociti epidermici iper-proliferazione.
OBIETTIVO:
Abbiamo studiato i cannabinoidi vegetali delta-9 tetraidrocannabinolo, il cannabidiolo, cannabinolo e cannabigerolo per la loro capacità di inibire la proliferazione di una linea cellulare di cheratinociti umani iper-proliferazione e per qualsiasi coinvolgimento dei recettori dei cannabinoidi.
METODI:
Un saggio di proliferazione dei cheratinociti stato utilizzato per valutare l'effetto del trattamento con cannabinoidi. L'integrità delle cellule e la competenza metabolica confermati con lattato-deidrogenasi e dell'adenosina saggi tri-fosfato. Per determinare il coinvolgimento dei recettori, agonisti e antagonisti specifici sono stati utilizzati in congiunzione con alcune fitocannabinoidi. Western blot e RT-PCR hanno confermato la presenza di recettori CB1 e CB2.
RISULTATI:
I cannabinoidi testati tutti inibito la proliferazione dei cheratinociti in modo concentrazione-dipendente. Gli agonisti del recettore CB2 selettivi JWH015 e BML190 suscitato solo parziale inibizione, il non selettivo agonista CB HU210 prodotto una risposta concentrazione-dipendente, l'attività di agonisti tesi non fosse stato bloccato da entrambe CB1/CB2 antagonisti.
CONCLUSIONE:
I risultati indicano che mentre recettori CB possono avere un ruolo indiziarie proliferazione dei cheratinociti, essi non contribuiscono significativamente a questo processo. I nostri risultati mostrano che i cannabinoidi inibiscono la proliferazione dei cheratinociti, e supportano quindi un ruolo potenziale per cannabinoidi nel trattamento della psoriasi. 

Tysabri ® ( natalizumab )

ATTENZIONE
C'e' la possibilità di un effetto rebound da sospensione del natalizumab nei pazienti affetti da SM è quindi più di una ipotesi.

NON BISOGNA SMETTERE DI BOTTA ma effettuare per almeno tre mesi un ciclo di cortisone..... al mese per ALMENO (3 mesi)

spetta a noi crearci le cause della felicità.



Ciascuno di noi è l'artefice del suo destino, spetta a noi crearci le cause della felicità.
E' in gioco la nostra responsabilità e quella di nessun altro.

- Dalai Lama -

Dolore / Malattie

Per le persone che soffrono di Dolore / Malattie che possono o non possono sembrare sani sulla parte esterna e la loro famiglia, gli amici, o persone che vogliono cercare di capire di più sul dolore che viviamo ogni giorno con qs malattie croniche.

THC - La più potente medicina del mondo

da 
Achille Daga

Percentuali di THC 
Un'infiorescenza di Marijuana, varietàBubba Kush. Sono ben evidenti i cristalli bianchi che contengono il THC e altriCannabinoidi
Il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo, tetraidrocannabinolo o delta-9-THC) è il principale principio attivo della Cannabis, quello maggiormente responsabile degli effetti psicotropi; si trova in tutta la pianta, concentrato in misura di gran lunga maggiore nelleinfiorescenze femminili (che da secche costituiscono la Marijuana) e nella resina che le ricopre (la quale, separata dalle cime fiorite, viene lavorata per produrre l'Hashish). L'aspetto macroscopico caratteristico del THC è quello di piccoli cristalli bianchi che ricoprono i fiori e, parzialmente, le foglie delle cime di Marijuana, attributo che segnala l'appetibilità della stessa per il consumatore.
In genere la Marijuana della migliore qualità, non quella "standard" da strada quindi, può arrivare ad una percentuale massima intorno al 20% di THC, l'Hashish più pregiato intorno al 40% (quello da strada dal 7 al 20% circa), l'Olio di Hashish al 60%; l'Hashish prodotto attraverso metodi particolari (Ice-O-Lator, Bubbolator) nei Paesi Bassi con piante coltivate indoor, ricche a loro volta in THC, può arrivare ad oltre il 50%. Esiste inoltre un prodotto relativamente recente ricavato dalla Cannabis e creato per la prima volta in Canada, nella regione della British Columbia che dà i natali alla Marijuana della varietà B.C. Buds, chiamato Budder[10]: si tratta di un estratto raffinato dell'Olio di Hashish che può arrivare ad una purezza in THC di oltre il 90%. Sono comunque tutte percentuali altamente suscettibili di variazioni a seconda dei casi.

Genetica della Cannabis [modifica]
Per analizzare il fenomeno della presenza e concentrazione in percentuale del THC nei derivati della Cannabis ed evidenziare inoltre, in questo senso, la distanza dal concetto di OGM, bisogna toccare la sfera della genetica.
Per quanto esista una controversia filogenetica concernente l'essere la Cannabis sativa, la Cannabis indica e la Cannabis ruderalis tre specie distinte o una singola specie con più varietà, molti studiosi oggi ritengono che la Cannabis sia una specie che varia il proprio fenotipo e genotipo a seconda delle aree dove cresce, dell'altitudine, del suolo eccetera[11][12]. In questa chiave la "Cannabis varietas Sativa" è una pianta alta (fino ad oltre i 2 metri) e stretta, con foglie dalle dita sottili, tipica di ambienti caldi come ilSudafrica, il Marocco, l'America centro-meridionale eccetera; la "Cannabis varietas Indica" è invece una variante acclimatata ai rigidi ambienti di montagna come l'Himalaya, l'Afghanistan, il Nepal e via dicendo (specie bassa, tozza, a forma di cespuglio, con foglie dalle dita molto grosse e contenuto di THC ridotto), mentre la "Cannabis varietas Ruderalis" infine è una variante adattata ai lunghi e rigidi inverni russi, da cui la sua caratteristica specifica di non dipendere dal fotoperiodo (ossia il numero di ore di luce giornaliero) per andare in fioritura (varietà autofiorente)[13] come fanno invece la Cannabis Sativa e Indica, che sono piante annuali le quali hanno bisogno di percepire l'arrivo dell'inverno e la conseguente riduzione di ore solari per fiorire.

Immagine che illustra le tre differenti varietà naturali di Cannabis
Gli effetti dei derivati di Cannabis Sativa e Cannabis Indica sono lievemente differenti fra loro, sia a causa della percentuale di THC contenuta che delle diverse concentrazioni, a seconda della specie, di altri Cannabinoidi come CBD, CBN, CBC, THCV e circa una settantina di altri, che modificano il tipo di effetto percepito. Per fare un semplice parallelismo, la Cannabis Sativa potrebbe essere paragonabile in questo senso ad un Vino bianco, è più "leggera" e dà una sensazione soprattutto "mentale" e "cerebrale", in grado generalmente di stimolare la creatività e l'attività; la Cannabis Indica è più paragonabile invece ad un vino rosso, con il suo effetto più corposo, "ottundentente" e "fisico", che stimola in genere la meditazione e il rilassamento.[12] La Cannabis Ruderalis poi, povera in THC, ha ottenuto recentemente successo nell'ambito della produzione di Marijuana perché, incrociata appropriatamente con piante di Indica o Sativa, è in grado di generare ibridi autofiorenti, che conservano le proprietà psicotrope di una linea genetica ed acquisiscono le proprietà autofiorenti e di fioritura precoce tipiche della Ruderalis, qualità apprezzabili nell'ottica della coltivazione indoor.
Tutte le specie (o sottospecie o varietà che siano) di Cannabis possono infatti essere incrociate fra loro e generare semi che daranno vita ad ibridi fertili. Questa possibilità permette ai coltivatori e genetisti della Cannabis di generare razze (sottospecie, varietà) ibride F1, incrociate a percentuale variabile fra Indica e Sativa; il che fa sì che si possano creare ulteriori ibridi fra le nuove sottospecie stabili, aprendo la possibilità ad un enorme numero di combinazioni differenti esattamente come succede, ad esempio, nel mondo della selezione dei cani.[14][15][16]
Ibridare due piante di razze differenti e riuscire a stabilizzare la nuova razza (permettere cioè che i caratteri dominanti e recessivi si mantengano poi inalterati ai discendenti se l'esemplare è accoppiato con uno della medesima razza) fa sì che si possano selezionare le caratteristiche preferite e dar luogo a innumerevoli varianti, diversissime per aspetto, proprietà organolettiche e psicotrope. Nei Paesi Bassi, dove l'industria della Cannabis è in qualche misura tollerata, esistono infatti svariate aziende che offrono semi (legali anche inItalia in quanto non contenenti THC) di razze differenti di Cannabis, ognuna con le proprie caratteristiche specifiche, il proprio corredo genetico e frutto di ibridazione fraCannabis Indica e Sativa (in genere le razze 100% Indica o Sativa sono sottospecie che erano già presenti in Natura come la Durban Poison e la Thai, piante di Sativa, o laGanja indiana e le varietà afghane, Indica): alcune fra le più rinomate imprese in quest'ambito, in genere definite banche semi, sono ad esempio Sensi Seed, Greenhouse,Dutch Passion, Mr. Nice, DNA Genetics, Serious Seeds ed Homegrown Fantaseeds. Alcuni degli incroci più apprezzati, invece, prodotti da queste seed bank sono ad esempioSkunk#1, White Whidow, Northern Lights, Cheese, AK-47, Orange Bud, Silver Haze, G-13, Hash Plant, Jack Herrer eccetera 

Va infine notato che l'erba più pregiata è sprovvista di semi (sinsemilla) in quanto non viene fatta impollinare dal maschio: la produzione di semi infatti priverebbe la pianta diCannabis di energie e nutrienti necessari invece, ai fini del raccolto, per creare un maggiore quantitativo di resina[18]. La Marijuana comune che si trova in genere sul mercato è invece un'erba standard povera in THC e contenente di solito semi, coltivata senza cure botaniche particolari allo scopo di essere messa in commercio il prima possibile: gli incroci controllati di cui sopra vengono al contrario ibridati e coltivati generalmente da amatori o professionisti, i quali fanno impollinare solo le piante dalle quali vogliano poi ricavare ulteriori semi.

LA PIÙ POTENTE MEDICINA DEL MONDO 

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TERAPIE ALTERNATIVE PER LA SCLEROSI MULTIPLA

da 
Achille Daga
Riduzione dei livelli di ossigeno sono presenti in pazienti con SM e nei pazienti con atrofia cerebrale avanzate hanno ridotto notevolmente la circolazione sanguigna cerebrale e le concentrazioni di ossigeno. (114) Aumento ischemia (mancanza di flusso sanguigno) e ipossia (mancanza di ossigeno) possono contribuire ad una vulnerabilità di sangue encefalica, permettendo l'ingresso di agenti patogeni e tossine.
Iperbarica (alta pressione) di ossigeno migliora la fornitura di ossigeno ai tessuti danneggiati nel cervello e accelera la loro riparazione.Ossigeno pressurizzato offre i seguenti vantaggi:
1. Aumenta l'apporto di ossigeno alle cellule e tessuti feriti.
2. Riduce il gonfiore e l'infiammazione.
3. Aumenta la formazione di nuovi vasi sanguigni al tessuto danneggiato.
4. Migliora la guarigione delle ferite.
5. Migliora la resistenza dell'organismo alle infezioni.
6. Rinnova i neuroni danneggiati e dei loro assoni e dendriti.
7. Accelera l'eliminazione delle tossine.
Maggior prove con ossigeno iperbarico per MS sono per un mese con pressioni superiori (1,75-2,5 ATA) ma trattamenti più lunghi a basse pressioni (1.2-1.5 ATA) possono essere più efficaci nel ridurre ipossia e ischemia, riducendo il rischio di generazione di radicali liberi causati da pressioni più elevate. HBOT a lungo termine all'interno di un programma completo che include gli antiossidanti può mostrare più promettente nel promuovere la remissione. (46)
A terapia iperbarica, il paziente viene posto in una camera e respira ossigeno al 100% dalla maschera, mentre la pressione nella camera è aumentata a 1,5-2,0 volte la pressione atmosferica normale. Questa terapia prevede un aumento significativo apporto di ossigeno al cervello rispetto a quella ricevuta dalla respirazione di aria a pressione normale.Danneggiato tessuto cerebrale, sia dagli attacchi del sistema immunitario, infezioni o tossine, è anche il tessuto ipossico (privo di ossigeno). Ossigeno iperbarico spinge ossigeno nel plasma (la parte liquida del sangue) e dal plasma, i ossigeno diffonde nella materia bianca e grigia del cervello, combatte infezioni, riduce l'infiammazione e accelera la guarigione della ferita. Ossigeno può anche essere utile per la produzione di mielina a basse pressioni di 1.5 ATA o 1,5 volte la pressione atmosferica al livello del mare sostenendo neurale differenziazione delle cellule staminali e la produzione di oligodendrociti.Vorremmo vedere più ricerche fatte in questo campo, soprattutto in combinazione con ECP.
Contropulsazione esterna (ECP) è abbastanza nuova alternativa non invasiva alla chirurgia cardiaca per alcune condizioni di malattia di cuore. ECP è approvato dalla FDA per il trattamento di angina e insufficienza cardiaca congestizia. Il dispositivo di pompe sangue dalle gambe al cuore. Nel processo, ECP aumenta anche l'apporto di sangue (e quindi maggiore ossigeno e nutrienti e la rimozione dei prodotti di scarto) ad altri organi quali il cervello, il fegato ei reni. (112.115) E 'stata la nostra esperienza che ECP, in combinazione con l'ossigeno iperbarico, migliora le funzioni cerebrali nei pazienti con ictus e lesioni cerebrali e può anche rivelarsi utile in casi di SM pure.
Terapie con cellule staminali mostrano una grande promessa come trattamento per la SM. Tuttavia, le cause di degenerazione della mielina devono essere affrontati prima che le cellule staminali sono date per massimizzare la crescita di cellule staminali, la migrazione, la differenziazione e la rinnovata funzione.



diagramma s.nervoso

Un diagramma di base del Sistema Nervoso.
i
l sistema nervoso è il sistema di correlazioni del nostro corpo che usa impulsi elettrici per la trasmissione di informazioni.

sindrome dello stretto toracico (TOS)





Qual è la sindrome dello stretto toracico?




TOS è un termine generico che comprende tre sindromi correlate che coinvolgono la compressione dei nervi, arterie e vene nel collo inferiore e la zona superiore del torace e causare dolore al braccio, spalla e collo. La maggior parte dei medici concordano sul fatto che la TOS è causata dalla compressione del plesso brachiale o vasi succlavia che passano attraverso stretti passaggi che portano dalla base del collo fino all'ascella e al braccio, ma non vi è un notevole disaccordo circa la diagnosi e il trattamento.
Effettuare la diagnosi di TOS ancora più difficile è che un certo numero di disturbi presentano sintomi simili a quelli della TOS, tra cui lesioni della cuffia dei rotatori, disturbi del disco cervicale, fibromialgia, sclerosi multipla, sindrome da dolore regionale complesso, e tumori della siringa o del midollo spinale. Il disturbo può a volte essere diagnosticata in un esame fisico da tenerezza nella zona sovraclaveare, debolezza e / o sensazione di "formicolio" quando elevando le mani, debolezza nel quinto ("piccolo") e pallore delle dita, nel palmo della una o entrambe le mani quando l'individuo le solleva sopra le spalle, con le dita rivolte verso il soffitto. Sintomi di TOS variare a seconda del tipo.            TOS neurogena ha un segno caratteristico, denominato mano Gilliatt-Sumner, in cui vi è spreco grave nella base carnosa del pollice. Altri sintomi includono parestesie (sensazione di formicolio o intorpidimento) nelle dita e la mano, il cambiamento nella mano di colore, freddo a mano, o un dolore sordo al collo, spalla e ascella.            venoso TOScaratteristiche pallore, un polso debole o assente in il braccio interessato, che può anche essere fredda al tatto e appaiono più pallido del braccio inalterato. I sintomi possono includere intorpidimento, formicolio, dolore, gonfiore degli arti e delle dita, e la debolezza del collo o al braccio ..  TOS arteriosa caratteristiche più prominente cambiamento di colore e la sensibilità freddo nelle mani e le dita, gonfiore, pesantezza, parestesie e povero di sangue la circolazione tra le braccia, le mani, e le dita .. 





          
Ci sono molte cause di TOS, tra cui traumi fisici, difetti anatomici, tumori che premono sui nervi, cattiva postura che provoca la compressione del nervo, la gravidanza, e ripetitivi movimenti di braccio e spalla e di attività, come ad esempio di giocare alcuni sport.   TOS è più comune nelle donne. L'insorgenza di sintomi di solito si verifica tra 20 e 50 anni di età. I medici consigliano di solito gli studi di conduzione nervosa, elettromiografia, o studi di imaging per confermare o escludere una diagnosi di TOS.

Esiste una cura?

Il trattamento inizia con programmi di esercizio e la terapia fisica per rinforzare i muscoli del torace, ripristinare la postura normale, e alleviare la compressione aumentando lo spazio della zona del nervo passa attraverso. I medici spesso prescrivono farmaci anti-infiammatori non steroidei (come il naprossene o ibuprofene) per il dolore. Altri farmaci comprendono thromobolytics per rompere i coaguli di sangue e anticoagulanti per prevenire la formazione di coaguli. Se questo non allevia il dolore, il medico può raccomandare un intervento chirurgico di decompressione dello stretto toracico di rilasciare o rimuovere le strutture che causano la compressione del nervo o arteria.

Qual è la prognosi?

Il risultato per le persone con TOS varia a seconda del tipo. La maggior parte degli individui con TOS migliorerà con l'esercizio e la terapia fisica. TOS vascolare e veri TOS neurogena spesso richiedono un intervento chirurgico per alleviare la pressione sulla nave interessata o del nervo. 

Diagnosi e indagini 
. La diagnosi di TOS neurogena richiede una valutazione clinica da parte di un esperto in TOS, tra cui la storia clinica del caso e reperti dell'esame
TOS Se si sospetta, poi Indagini svolte comprendono:
studi di conduzione nervosa ed EMG - un test elettrico per misurare la funzione del nervo MRI del rachide cervicale e del plesso brachiale, per escludere altre cause potenziali. Va notato che nella maggior parte dei casi di TOS, la MRI sarà normale. La presenza di una costola cervicale è irrilevante, perché TOS è causa di bande fibrose comprimendo i nervi.


Trattamento 

Il trattamento di TOS dipende dai sintomi, i segni e la gravità. Casi molto lievi sono trattati con misure conservative.
In presenza di debolezza muscolare / atrofia, è necessaria la chirurgia. 
Chirurgia comporta un'incisione sopra la clavicola; dissezione dei nervi del plesso brachiale,. divisione di eventuali membrane comprimendo i nervi
Come con tutte le operazioni, ci sono rischi, tra cui lesioni a nervi, vasi sanguigni principali e il polmone.
Nel complesso, il tasso di successo da un intervento chirurgico di solito è buono.
Subito i risultati di chirurgia e dei rischi in maniera più dettagliata, si prega di prendere un appuntamento con il Prof Davis.

Una sola iniezione di cellule staminali neurali umane, rigenerazione neuronale, miglioramento funzionalità e della mobilità

@   PRESTO IL PRIMO TRIAL CLINICO SULL'UOMO   @

Staminali contro le lesioni al midollo spinale
Uno studio sui topi dimostra che l'innesto di cellule staminali neuronali umane migliora la funzionalità sensoriale e motoria. Presto il primo trial clinico sull'uomo

Una sola iniezione di cellule staminali neurali umane ha comportato una rigenerazione neuronale e un miglioramento della funzionalità e della mobilità in topi che avevano subito una lesione acuta del midollo spinale. La ricerca nata da una collaborazione tra l'Università della California San Diego e altri centri di ricerca in Slovacchia, Repubblica Ceca e Paesi Bassi appare oggi sulla rivista Stem Cell Research & Therapy.
"I vantaggi principali sono stati il miglioramento nel posizionamento e controllo delle zampe durante le prove di camminata e la soppressione di spasticità muscolare", ha spiegato Martin Marsala, specialista in traumi del midollo spinale e dei disturbi correlati alle lesioni della colonna vertebrale. La spasticità - tono muscolare esagerato o spasmi incontrollati - è una complicanza grave e comune delle lesioni traumatiche al midollo spinale. Gli scienziati hanno verificato anche la formazione di nuove connessioni tra le cellule staminali iniettate e i neuroni superstiti dei topolini.
"In tutti gli animali è stato osservato il robusto attecchimentodelle cellule innestate e la loro maturazione," ha detto Marsala. Che cosa fanno in concreto le cellule (ricavate dal midollo spinale fetale) una volta trapiantate nell'animale con lesione? "Le cellule staminali spinali innestate costituiscono una ricca fonte di diversi fattori di crescita che possono avere un effetto neuroprotettivo e promuovere la germinazione delle fibre nervose dei neuroni dell'ospite", spiega Marsala. "Abbiamo anche dimostrato che i neuroni trapiantati possono sviluppare contatti con i neuroni dell'ospite e, in qualche misura, ripristinare la connettività tra centri, al di sopra e al di sotto della lesione, che sono coinvolti nell'elaborazione motoria e sensoriale".
In pratica le cellule staminali neurali trapiantate sembrano fare due cose: stimolano la rigenerazione dei neuroni dell'animale ospite e sostituiscono in parte la finzione di quelli perduti. Per i topi, che hanno ricevuto gli innesti di cellule staminali pure (senza l'uso di materiali di supporto) tre giorni dopo la lesione, è stata necessaria la contemporanea somministrazione di farmaci per sopprimere la risposta immunitarie alle cellule estranee. Non è ancora chiaro però quale sia il ruolo della tempistica sui risultati: occorrono altri studi per capire se intervenendo a maggiore distanza dal momento della lesione si otterrebbero benefici minori.
L'interesse della ricerca consiste sopratutto nell'applicabilità dei suoi risultati sull'uomo. Un'ipotesi che Giuseppe Ciacci, coautore dello studio e professore di chirurgia presso la scuola di medicina dell'UC di San Diego, definisce emozionante, "soprattutto perché, storicamente, c'è stato ben poco da offrire ai pazienti con lesione acuta del midollo spinale". I ricercatori sono in attesa di approvazione da parte dell'Institutional Review Board della UC San Diego, per poter fare il passo successivo: un piccolo trial di fase 1 per verificare la sicurezza e l'efficacia su pazienti che hanno subito una lesione del midollo spinale toracico (tra le vertebre T2-T12), uno o due anni prima, e che non hanno nessuna funzionalità motoria o sensoriale al sito della lesione spinale o al di sotto di essa. Se il primo studio dovesse confermare la sicurezza e l'efficacia, come pure la vitalità delle cellule impiantate, la rigenerazione neuronale e la diminuzione della spasticità, il protocollo potrebbe essere ampliato ad altri pazienti con altre forme di gravi lesioni del midollo spinale. http://scienza.panorama.it/salute/Staminali-contro-le-lesioni-al-midollo-spinale




da Achille Daga (Note

28/05/13

dottori... L'unione fa la FORZA..


Un processo collaborativo TRA DI VOI è la base dell’elaborazione...DI OGNI PROBLEMA

< ricordatevi che l'OBIETTIVO e' SEMPRE il paziente...>

CONVEGNO CCSVI VARESE ORA RISPONDI A ME CARO NEUROLOGO GHEZZI IL FARMACO...



DA SAM:caro neurologo ghezzi...IL FARMACO NON CURA LA PATOLOGIA...E' VERO O NO!!??
GHEZZI: GIUSTO
DA SAM: LA CCSVI NON MI HA DATO JVC..ECC..ECC...COSA VI COSTA A VOI COLLABORARE CON UN VASCOLARE ...UN RADIOLOGO INTERVENTISTA ECC.

Sclerosi Multipla - L’acroleina, tossina contenuta nel tabacco delle sigarette e non solo, può scatenare la SM.

Prenditori di radicali: farmaci che abbassano la pressione del sangue contro la SM.

L’acroleina, una sostanza tossica per l’ambiente, potrebbe essere un’importante causa della sclerosi multipla. La tossina è contenuta nel tabacco delle sigarette e negli scarichi delle auto, ma anche il corpo la può formare. Un potenziale terapeutico è l’ idralazina, un antipertensivo.
Il termine acroleina è sconosciuto alla maggior parte della gente. Altre denominazioni utilizzate per questa sostanza, come propenale, acrilaldeide, aqualine, suonano come sostanze velenose. La sostanza viene generata dall’ossidazione di legami organici, ad esempio la combustione dei grassi da surriscaldamento, ed è contenuta nello scarico dei motori diesel e nel fumo delle sigarette. L’acroleina ha un odore nauseabondo ed è molto tossica.
Ma il corpo può creare anche autonomamente questa tossina, ad esempio quando, a causa di ferite o malattie, le cellule nervose vengono danneggiate. L’acroleina è considerata una causa del cancro nonché, secondo recenti studi, avrebbe un’efficacia neurotossica.
Lo stress ossidativo quale causa di SM
Riyi Shi, uno ricercatore di neuroscienze della Purdue University, ha scoperto, grazie ad un’encefalite autoimmune provocata sperimentalmente nei topi, che il tasso di acroleina aumenta del 60% nel midollo spinale. Lui ed il suo team presumono che ciò si verifichi anche nelle persone con la sclerosi multipla (SM).
Condividono l’opinione di molti altri esperti secondo cui lo stress ossidativo sarebbe la causa principale della SM, una conclusione confermata da moltissimi studi e analisi sul tema, secondo i quali i macrofagi determinano primariamente una quantità eccessiva di radicali reattivi dell’ossigeno, considerato un mediatore della demielinizzazione e della degenerazione assonale nella SM. I radicali liberi danneggiano elementi cellulari come i lipidi, le proteine e gli acidi nucleici, ciò che provoca conseguentemente il deperimento cellulare. Il danno aumenta, probabilmente, a causa dell’insorgenza congiunta dell’indebolimento delle difese cellulari antiossidative nel sistema nervoso centrale e della vulnerabilità verso lo stress ossidativo. Si presume che una terapia antiossidativa efficace potrebbe rappresentare una soluzione.
L’idralazina acchiappa i radicali liberi
L’acroleina determina chiaramente lo stress ossidativo, nella misura in cui induce la produzione di radicali liberi. La sostanza tossica può essere resa innocua in modo relativamente semplice. Shi e colleghi avevano già mostrato, nell’ambito di precedenti studi,che l’idralazina si oppone alla morte delle cellule nervose causata dall’acroleina. L’ idralazina non è solo un vasodilatatore ma anche un prenditore di radicali liberi. Si lega all’acroleina, neutralizzandone la tossicità. La sostanza, impiegata negli animali ammalati di SM, ha rallentato il corso della malattia e ne ha ridotto l’entità sintomatica. Non si sono verificati effetti collaterali, anche a causa del fatto che sono state sufficienti dosi molto ridotte affinché potesse rallentare l’azione dell’acroleina.
Ciò ha fatto accrescere la speranza nei ricercatori di poter presto sviluppare nuovi trattamenti neuroprotettivi da poter introdurre velocemente nelle strutture ospedaliere. Gli scienziati hanno osservato che il valore di acroleina veniva dimezzato a seguito della somministrazione orale d’idralazina. L’ idralazina potrebbe rappresentare una soluzione anche per una trattamento terapeutico di lunga durata dei pazienti di SM.
Nuovi analisi in programma
È ormai da anni risaputo che l’idralazina “acchiappi” i radicali liberi e contrasti l’acroleina, come dimostra una ricerca svolta da alcuni scienziati australiani. Un’ulteriore gruppo di ricerca ha non da molto dimostrato che l’acroleina danneggia anche le cellule del fegato. Anche in questo frangente l’idralazina si è dimostrata efficace.
Al momento ulteriori ricerche sono in programma: dovrebbero servire ad identificare nuove sostanze che si legano all’acroleina e a permettere di migliorare la sensibilità diagnostica nella misurazione dei valori della tossina nei pazienti di SM.
info di Achille Daga


27/05/13

LA DISFUNZIONE AUTONOMICA NELLA SCLEROSI MULTIPLA È CORRELATA ALLA ATTIVITÀ DI MALATTIA E LA PROGRESSIONE DELLA DISABILITÀ.

 Disfunzione autonomica nella sclerosi multipla. 
Estratto
La sclerosi multipla (SM) è la più frequente malattia neurologica cronica che colpisce i giovani nei paesi sviluppati. MS è, tuttavia, considerato come una causa secondaria, di origine centrale, per la disfunzione autonomica. I SINTOMI AUTONOMICI PIÙ COMUNI NELLA SM SONO DISTURBI DELLA MINZIONE, IMPOTENZA, SUDOMOTORIE E DISTURBI GASTROINTESTINALI, INTOLLERANZA ORTOSTATICA E DISTURBI DEL SONNO. La maggior parte dei pazienti soffrono in qualche periodo della malattia da sintomi delle basse vie urinarie e disfunzioni sessuali. La consapevolezza e il trattamento di queste condizioni è fondamentale per migliorare la salute e la qualità della vita in pazienti con SM. La maggiore comprensione dei meccanismi fisiopatologici a disfunzione autonomica nella SM, insieme con gli sviluppi tecnologici e la farmaceutica ha avanzato la nostra capacità di trattare i molteplici aspetti che complicano insufficienza autonomica nella SM.


Disfunzione autonomica nella sclerosi multipla è correlata alla attività di malattia e la progressione della disabilità.
Estratto
BACKGROUND:
Disfunzione autonomica è frequentemente osservato nei pazienti con sclerosi multipla (SM), ma l'evoluzione nel tempo e il rapporto con le caratteristiche cliniche non sono ancora stabiliti.
OBIETTIVI:
Abbiamo studiato la correlazione di attività della malattia e la progressione della disabilità con punteggi compositi di disfunzione autonomica cardiovascolare e livelli sierici di catecolamine in uno studio trasversale di pazienti con SM clinicamente attiva e clinicamente stabile. In uno studio longitudinale di pazienti con SM clinicamente attivi, abbiamo eseguito i test riflessi cardiovascolari per un massimo di 2 anni.
METODI:
Ventisei pazienti con clinicamente attiva sclerosi multipla recidivante-remittente, età 33,0 + / - 7,3 anni, e nove pazienti con SM clinicamente stabile, età 41,3 + / - 10,9 sono stati studiati. Ventiquattro volontari sani serviti come controlli. Test autonomici standard sono state ripetute a 3, 6, 12, 18 e 24 mesi in 18 dei 26 pazienti attivi che partecipano a uno studio controllato con placebo con interferone beta-1a. Disfunzione Parasimpatico è stata valutata la risposta di frequenza cardiaca per la manovra di Valsalva, la respirazione profonda e il cambiamento attivo della postura, mentre disfunzione simpatica è stata analizzata mediante risposta pressoria al cambiamento attivo di postura e di impugnatura sostenuta, e da livelli di misurazione di noradrenalina e adrenalina nel siero ottenuto in posizione supina.
RISULTATI:
Nello studio trasversale, il numero di pazienti con almeno un test simpatico anormale era più alta nel gruppo 'attivo' del paziente (39%) rispetto ai controlli sani (8%, p Livelli di catecolamine mediani erano significativamente più bassi nei pazienti con sclerosi multipla "attive" che in quelli con malattia stabile (noradrenalina, 204 ng / l (range interquartile 158-310 ng / l) vs 363 ng / l (269-507 ng / l), P Nel sottogruppo dei pazienti studiati longitudinalmente, parasimpatico ma erettile non simpatico aumentato leggermente durante il periodo di follow-up, con una correlazione significativa all'aumento delle disabilità clinica (r = 0.7, p Nessuna differenza è stata osservata per nessuno dei punteggi autonomici tra i pazienti trattati con interferone-beta (n = 12) e quelli trattati con placebo (n = 6). Durante esacerbazioni acute, solo disfunzione parasimpatico tendeva ad aumentare in parallelo con un peggioramento della EDSS.
CONCLUSIONI:
Disfunzione Parasimpatico era strettamente correlata alla progressione della disabilità nei pazienti con SM. In contrasto, la disfunzione simpatica era associato alla attività clinica di MS. Ciò è in linea con le osservazioni precedenti che suggeriscono che il sistema nervoso autonomo può essere intimamente connessa con la regolazione immunitaria disordinato nella SM. 

Achille Daga

DISBIOSI E DISTURBI DEL SISTEMA IMMUNITARIO

IL 70% DEL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO È LOCALIZZATO NEL TRATTO DIGESTIVO.




Cosa avviene in questi casi: il sistema immunitario viene iperstimolato a livello intestinale e finisce per confondere il target esterno (tramite i suoi antigeni) proveniente dall´alimentazione, con gli antigeni dei tessuti propri dell´organismo. Oltre a cercare di difendere l´organismo, in queste condizioni il nostro sistema di difesa paradossalmente attaccherà i nostri tessuti dando origine ad artrite reumatoide, sclerosi multipla ecc. .

La medicina ufficiale cura le malattie in modo allopatico impiegando rimedi intesi a "combattere" il fattore eziologico della patologia. Nelle malattie autoimmuni come l´artrite reumatoide o il lupus, è normale prassi un breve trattamento di cortisonici per poi passare agli antinfiammatori non steroidei mentre si somministrano immunosoppressori. 

La Naturopatia è interessata ad affrontare e riequilibrare le cause fondamentali ed è quindi importante comprendere la relazione tra intestino e sistema immunitario. 

Il 70% del nostro sistema immunitario è localizzato nel tratto digestivo. Ciò è facilmente comprensibile se si pensa che il canale digerente è l´unica parte interna dell´organismo (composto principalmente da mucose mentre a livello esterno la pelle rappresenta già di per se stessa una forte barriera fisico-chimica), a diretto contatto con il cibo e quindi con tutta una serie di germi patogeni e tossine contro cui l´organismo deve difendersi. Come già accennato tale sistema opera a livello delle mucose digestive soprattutto tramite IgA e linfociti T residenti.

Qui il sistema immunitario enterico ha un compito molto delicato perché se da un lato deve attaccare tutti i germi patogeni, dall´altro lato deve evitare di attaccare automaticamente tutto ciò che è estraneo (come avviene ad esempio nel sangue dove ogni antigene non riconosciuto come "self" viene attaccato), in quanto finirebbe per essere costantemente "in guerra" con ciò che ingeriamo. Ecco dunque il concetto di tolleranza immunitaria. 

Tolleranza ma anche ferma opposizione a ciò che sia veramente patogeno. Quando il sistema immunitario enterico viene sovraccaricato e viene costretto ad intervenire con troppa frequenza, il pericolo è che questa iperattività si ritorca sullo stesso organismo attaccando tessuti propri e quindi dando luogo a varie forme di patologie autoimmuni o a disturbi allergici o di intolleranza. 

Cosa avviene in questi casi: il sistema immunitario viene iperstimolato a livello intestinale e finisce per confondere il target esterno (tramite i suoi antigeni) proveniente dall´alimentazione, con gli antigeni dei tessuti propri dell´organismo. Oltre a cercare di difendere l´organismo, in queste condizioni il nostro sistema di difesa paradossalmente attaccherà i nostri tessuti dando origine ad artrite reumatoide, sclerosi multipla ecc. 

In che modo le nostre difese vengono iperstimolate? Tre solo le cause principali: 1) tramite la sindrome dell´intestino permeabile. Quando l´intestino è infiammato la mucosa non è più in grado di operare al 100% nella sua funzione di barriera fisico-chimica ed il risultato è che proteine non completamente scomposte in aminoacidi entrano in circolazione nei vasi mesenterici e da qui nella la vena porta. Questi peptidi si uniscono agli anticorpi e diventano immunocomplessi che scatenano una reazione immunitaria anomala in quanto non si tratta di sostanze dannose anche se l´organismo le riconosce come tali. Inoltre sempre a causa di un intestino permeabile anche sostanze tossiche, che normalmente non avrebbero l´accesso, riescono a penetrare nel circolo sanguigno disturbando ulteriormente il sistema immunitario. Quindi infiammazione intestinale cronica, causa di un intestino più permeabile, equivale ad una alta probabilità di sviluppare disturbi del sistema immunitario come patologie autoimmuni , allergie ed intolleranze alimentari. Un intestino permeabile inoltre è fonte di continua intossicazione del fegato visto che le tossine liposolubili che il fegato cerca di eliminare riversandole nel duodeno tramite la bile, vengono poi riassorbite invece che eliminate dall´intestino che le rimanda al fegato tramite la vena porta. E´ dunque importante per il Naturopata lavorare per togliere l´infiammazione intestinale (ciò che Costacurta chiamava la febbre intestinale), oltre che per riequilibrare la flora batterica la quale rappresenta il nostro secondo punto:

2) tramite la disbiosi intestinale. la flora batterica con cui siamo in simbiosi, svolge molti ruoli importanti, uno dei quali è il sostegno al sistema immunitario con due modalità differenti a) distruggendo direttamente batteri patogeni quindi agendo da filtro per le nostre difese e b) modulando il rilascio da parte delle cellule che ricoprono i villi intestinali di citochine proinfiammatorie e antinfiammatorie inducendo così un aumento della funzione immunitaria intestinale. Quando la flora batterica viene alterata a favore di agenti patogeni, anche la risposta immunitaria generale di tutto l´organismo viene compromessa. Spesso oggi si parla di immunomodulazione proprio riguardo ad allergie, intolleranze alimentari e patologie autoimmuni. Purtroppo non esistono farmaci nè sostanze naturali capaci di operare una corretta immunomodulazione. Tale effetto è ottenibile soltanto se mettiamo il nostro intestino nelle condizioni di ottenere naturalmente questa immunomodulazione e questo obiettivo è raggiungibile tramite gli strumenti in mano al Naturopata.


3) Tramite lo sviluppo della candida albicans. La candida è un lievito (regno dei funghi) normalmente presente nel tratto gastrointestinale. Vive in equilibrio con il lattobacillus bacteria il quale oltre a sintetizzare vitamine, ridurre il colesterolo e combattere i batteri patogeni, aiuta a tenere sotto controllo la candida. Tale lievito a differenza dei nostri "batteri buoni" è presente in piccole quantità e non sembra avere funzioni importanti per il nostro intestino. E´ un parassita innocuo fintanto che la sua presenza è limitata e fino a che non sviluppa il micelio cambiando forma. Quando i fattori che la tengono sotto controllo si indeboliscono (a causa di antibiotici, eccesso di zuccheri, contraccettivi, cortisone, stress, chemioterapia ecc.) la candida si sviluppa nella sua forma patogena con micelio aderendo in profondità sulle mucose di qualunque parte del tratto digerente ed anche su quelle dei genitali. Questo lievito è la causa di un numero consistente di patologie e disturbi dalla semplice costipazione alla sclerosi multipla. Ciò per vari motivi: a) a causa delle tossine che genera come sottoprodotto del suo metabolismo b) a causa della sua occupazione dei siti recettoriali riservati agli ormoni tiroidei (causando quindi una vera e propria sintomatologia da ipotiroidismo) c) una delle tossine che genera - la acetilaldeide - altera la funzionalità dei globuli rossi diminuendone la capacità di trasportare ossigeno causando sintomi da anemia d) causando infiammazione nell´intestino e) favorendo la proliferazione di una flora batterica patogena f) inibendo la funzionalità dei linfociti T suppressor che hanno il compito di modulare o spegnere la risposta immunitaria. Da questo ultimo punto in particolare (ma per le tossine generate) si comprende l´importanza di risolvere i problemi di candida e più in generale i problemi intestinali, per chiunque abbia disturbi del sistema immunitario (patologie autoimmuni, asma, allergie, dermatiti, intolleranze alimentari).

Per avere uno spaccato preciso sulle cause di disbiosi è possibile su questo sito effettuare il test di disbiosi intestinale.


Di più sulla disbiosi intestinale.
 Disbiosi non vuol dire soltanto irregolarità dell´alvo. Una flora batterica sana ed in equilibrio svolge molte funzioni che quando vengono a mancare per periodi prolungati, possono dar luogo a molti disturbi. 

-Colesterolo. La flora batterica aiuta ad eliminare il colesterolo. Quindi in caso di disbiosi può verificarsi un aumento di colesterolo.

-Squilibri ormonali femminili. Altra funzione della flora batterica è quella di scomporre ed aiutare ad eliminare gli estrogeni in eccesso o sostanze ad azione estrogenica. In caso di flora batterica inefficace può verificarsi un riassorbimento di estrogeni e sostanze simili con effetti sul ciclo mestruale che viene dunque disturbato. Ciò porta alla sindrome premestruale con il suo insieme di sintomi o ad altre patologie specifiche come l´ovaio policistico.

-Prevenzione tumori. Una flora batterica patogena trasforma proteine non completamente digerite (scarsa masticazione o carenze enzimatiche), in sostanze cancerogene o sostanze con potente azione vasocostrittrice a danno dei villi intestinali e della capacità di assorbimento dei nutrienti. Alcune di tali sostanze sono: 

scatolo cadaverina putrescina indolo

Inoltre la flora patogena scinde l´urea in ammoniaca che è tossica per le nostre funzioni cognitive. Mantenere una sana flora batterica aiuta a prevenire i tumori oltre ai disturbi sopra elencati.