CONTATORE PERSONE

06/11/13

Il cachi: un frutto buono e curativo

Ora che siamo in autunno, la natura ci offre un dei frutti più amati da grandi e piccini, molto dolce e ricco di proprietà: il cachi. La sua pianta è originaria della Cina, dove rappresenta uno dei frutti base dell’alimentazione della popolazione.
Si è poi diffuso anche in Europa intorno alla metà del XIX sec. dove grazie alle crescenti importazioni delle sue migliori qualità, ha consentito oggi anche all’Italia di vantare due specie molto richieste, ovvero quella coltivata in Sicilia e le “vaniglie” provenienti dalla Campania.

Dal punto di vista nutrizionale, 100g forniscono all’incirca 67-70 calorie, con una composizione che vede l’acqua presente all’80%, zuccheri al 16%, con una buona percentuale di fibre e pochi grassi. Non è da abolire del tutto in dieta ma comunque è bene mangiarne con moderazione quando si segue un regime dietetico.

A fronte di ciò, costituisce per il nostro organismo un vero toccasana, con specifiche azioni. Vediamo quali.

-Aumenta le difese del sistema immunitario grazie ad una discreta concentrazione di vitamina C presente nella polpa, che protegge e rafforza dagli attacchi esterni di origine influenzale. Il licopene poi, unito all’azione della vitamina C aiuta la pelle a rimanere elastica e tonica.
-Antiossidante. La presenza delle vitamine del gruppo A e C e del beta-carotene rallenta l’invecchiamento cellulare e tiene in un buon stato di salute anche la pelle; ecco perché è indicato per chi tra l’altro, soffre di acne e ha segni del tempo marcati sul viso.

-Antidolorifico grazie alla presenza dei sali minerali tra cui il potassio e il magnesio oltre che il ferro, il fosforo e lo zinco che ci aiutano per superare al meglio e con meno dolori gli spasmi muscolari, compresi i dolori derivanti dal ciclo mestruale e dalle prestazioni sportive.

-Diuretico grazie all’azione del potassio.

-Depurativo per la combinazione degli elementi di cui è costituito il frutto è un ottimo alimento naturale per depurarsi interamente.

-Regolarità intestinale ed equilibrio della flora intestinale. Le fibre presenti ci aiutano ad avere una buona regolarità intestinale, quindi è un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza oltre a possedere virtù epatoprotettrici, essendo particolarmente indicato in casi di disturbi epatici e per mantenere una buona flora intestinale, specie quando siamo sotto stress o dopo periodi di degenza da malattie e cure farmacologiche che alterano, impoverendo la flora intestinale.

Ricordiamo che avere una flora batterica equilibrata significa avere difese immunitarie superiori.

-Energetico. Il cachi è un frutto molto energetico ed è perciò in grado di apportare benefici a chi soffre di stress psicofisico, inappetenza e astenia, rendendo anche i muscoli più forti. Ecco perché è molto utile anche a coadiuvare l’attività degli sportivi.

Il cachi ha quel colore arancione intenso, sia di buccia che di polpa, specie quando è maturo, che contiene molto beta-carotene il quale è a sua volta il precursore della vitamina A la quale viene così stimolata nella sua formazione con un’azione finale antiossidante e di prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Insomma un frutto buono veramente per star bene in tanti sensi. Ci sentiamo di sconsigliarlo solo nel caso di diabete e diete ipocaloriche, per l’unico motivo che rispetto ad altri frutti è più ricco di zuccheri, non per altro.

IL FINOCCHIO

 

Fresco e ricco di sali minerali, il finocchio è uno degli alimenti detox per eccellenza. 
Aiuta a combattere la ritenzione idrica ed eliminare i gonfiori, dirette conseguenze di un’alimentazione sbagliata e troppo ricca di sale e povera di acqua.

Per smaltire i liquidi in eccesso che si accumulano, come noi donne sappiamo bene, sul giro vita e sulle cosce, bastano due settimane di dieta disintossicante del finocchio. 
Ovviamente il regime alimentare si basa NON soltanto sul finocchio, ma su altri alimenti, in primis frutta e verdura, noti per le loro virtù detox.

Con sole 9 kcal per 100 grammi, il finocchio è comunque il protagonista della dieta disintossicante e drenante di cui vi parliamo: è ricco di fibre che aiutano nella digestione e di preziosi sali minerali, tra cui il potassio che COMBATTE LA STANCHEZZA.
Bisogna bere tanta acqua, almeno due litri al giorno, e sforzarsi di mantenere questa buona abitudine anche dopo il termine della dieta. In caso di attacco di fame si può masticare lentamente uno spicchio di finocchio crudo che allontanerà subito il senso di appetito, salvando il girovita.
Per contrastare la cellulite, oltre che con la dieta bisogna agire su un altro fronte, ovvero praticare un minimo di attività fisica, camminando con passo spedito 30 minuti al giorno.


Il finocchio è protagonista della dieta anche sotto forma di tisana: consumata durante la giornata, la tisana al finocchio aiuta a combattere i gonfiori addominali e la ritenzione idrica. Si può bere a volontà durante le due settimane di dieta e nelle due successive. Secondo i gusti si può aggiungere liquirizia, anice verde, coriandolo e timo.

A colazione sono previsti un caffè d’orzo senza zucchero e una tazza di latte con 30 grammi di cereali integrali. Per gli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio ci si può concedere un vasetto di yogurt magro e un centrifugato di finocchio. I grassi e i condimenti vanno limitati ed è da preferire l’olio extravergine d’oliva.
A pranzo e a cena ci si può sbizzarrire con le ricette a base di finocchio: si possono quindi consumare 50 g di pasta o riso alle verdure, proseguire poi con 50 g di bresaola o 100 g di pollo oppure 200 g di pesce magro con contorno di verdura. A giorni alterni si conclude il pasto con una mela o un mandarino

05/11/13

Indicazioni alimentari

STUDI SCIENTIFICI HANNO DIMOSTRATO CHE ATTRAVERSO UN’ALIMENTAZIONE CORRETTA SI PUÒ MODIFICARE IL DECORSO DELLA SCLEROSI MULTIPLA

STANDO A RECENTI RICERCHE, È POSSIBILE CHE PERFINO LE MALATTIE AUTOIMMUNI SIANO CONNESSE CON INFIAMMAZIONI CRONICHE CAUSATE DA ALIMENTI. UNA STANCHEZZA COSTANTE E LA MANCANZA DI ENERGIA PER ESEMPIO SONO MALATTIE CHE NON VENGONO IDENTIFICATE COME TALI, 
IL PROCESSO INFIAMMATORIO PUÒ DARE INIZIO A UNA DISFUNZIONE NEL METABOLISMO LIPIDICO.  

Intolleranze alimentari: l'unica cura è evitare i cibi che provocano i fastidi


INDICAZIONI ALIMENTARI SM IN SINTESI

Studi scientifici hanno dimostrato che attraverso un’alimentazione corretta è possibile modificare il decorso della Sclerosi Multipla, ridurre l’intensità ed il numero dei disturbi fisici ad essa correlati, allungare i periodi di benessere, diminuire le fasi di riacutizzazione e migliorare la prognosi.
Le indicazioni alimentari sono di basare la propria dieta su cibi di origine vegetale (cereali, legumi, verdura, frutta, semi, noci), preferire preparazioni semplici, scegliere alimenti non conservati o troppo elaborati, consumare in abbondanza cibi ricchi di vitamine ed acidi grassi buoni.
Ecco cosa fare:
  • limitare il più possibile l’assunzione di acidi grassi saturi animali e di acido arachidonico (precursori di prostaglandine infiammatorie): latte, formaggi, burro, uova, carne, salumi(eliminarli completamente nelle fasi di riacutizzazione)
  • ridurre il consumo di acidi grassi della serie omega 6 (promuovono la sintesi di acido arachidonico): olio di soia, olio di girasole, olio di cartamo, olio di mais, olio di sesamo, olio di semi vari, margarina, maionese, semi di girasole.
  • incrementare l’uso di cibi ricchi di acidi grassi polinsaturi della serie omega 3 (riducono la sintesi di molecole infiammatorie e svolgono una potente attività antinfiammatoria): olio di lino, semi di lino, noci, rosmarino ed origano secco, semi di zucca, fagioli di soia, portulaca, mandorle e nocciole.
  • Attenzione: l’olio di lino deve essere utilizzato solo a crudo
  • assumere giornalmente alimenti ad alto contenuto di vitamine antiossidanti A, C, E (contrastano l’attività dei radicali liberi che stimolano la produzione di molecole infiammatorie). Vitamina A: prezzemolo secco, carote, peperoncino rosso, basilico, zucca gialla, radicchio verde Vitamina C: peperoncini piccanti, ribes nero, ortica, prezzemolo, peperoni, arance  Vitamina E: nocciole, mandorle, germe di grano, olio extra vergine d’oliva, pinoli, salviarosmarino
  • Attenzione: la cottura riduce drasticamente il contenuto di vitamina C.
  • utilizzare: zenzero (fresco o secco in polvere) e peperoncino.
  • preferire il consumo di cereali integrali in chicco (riso, avena, orzo, miglio, amaranto, quinoa, grano saraceno, mais) per il loro contenuto in acidi grassi polinsaturi (omega 3).
  • eliminare il più possibile prodotti contenenti zuccheri semplici (biscotti, torte, bibite zuccherate, miele, gelati, prodotti di pasticceria in genere) e imparare a cucinare dolci alternativi sostituendo latte, uova, burro e zucchero con: latti vegetali (di riso, soia, avena, mandorla), creme di nocciola, di mandorla, frutta secca, uva passa e succo di mela.
  • raggiungere e mantenere un peso corretto (BMI compreso fra 18.5 e 24.9); eccessi alimentari stimolano la produzione di radicali liberi e promuovono l’infiammazione.
  • se possibile, svolgere un’attività fisica moderata e regolare (passeggiate, nuoto, bicicletta) che consente di preservare il trofismo muscolare, mantenere la mobilità articolare e migliorare il tono dell’umore.
Molecole dotate di attività antinfiammatoria
polifenoli (catechine): the verde
capsaicina: peperoncino piccante
curcuma: curry
resveratrolo (polifenoli): buccia di uva rossa
germe di grano secco fermentato: Avemar (integratore)
I cibi dannosi e quelli da preferire
I cibi più dannosi sono:
Latte, formaggi, salumi
Zucchero E dolci di pasticceria
Bevande zuccherate e fredde (succhi di frutta, frappè, gelati, granite, soft drink, coca cola…)
Sale E cibi salati o sottosale
Cibi freddi
I cibi da preferire sono:
Riso integrale, cereali in chicco e pasta di grano duro
Verdure dolci (zucca, cipolle, carote)
Radici (bardana, daikon, loto, pastinaca, ravanello, scorzonera, tarassaco)
Olio di sesamo o extravergine d’oliva per cucinare
Olio di lino per condire a crudo
Cibi caldi (zuppe, minestre, brodi, creme di cereali)
Da assumere giornalmente:
2 cucchiaini di olio di lino a pranzo e 2 a cena (sempre a crudo!)
1 cucchiaio di semi di lino nelle insalate, sulle verdure cotte e sui cereali
non più di 2-3 frutti di stagione
semi di zucca, girasole, sesamo, lino, nocciole, mandorle, noci, pinoli nel muesli a colazione o negli spuntini
verdura cruda e cotta di stagione (minimo 400 grammi)
Sostituire:
latte animale con latti vegetali (di soia, riso, avena, mandorla) da consumare tiepidi (mai freddi!)
carne e formaggio con legumi, seitan, tofu e tempeh
Fonti
  1. Swank, R.L. 1991. “Multiple Sclerosis: Fat-Oil Relationship.” Nutrition, 7:368-76
  2. Millar et al., 1973. “Duble blind trial of Linolate Supplementation of the Diet in Multiple Sclerosis” British Medical Journal 1:765-68.
  3. Bates et al. 1978. “Polynsaturated Fatty Acid in Treatment of Acute Remitting Multiple Sclerosis” British Medical Journal 2: 1390-91.
  4. Paty et al. 1978. “Linoleic Acid in Multiple Sclerosis: failure to show any therapeutic benefit” Acta Neurologica Scandinavia 58: 53-58.
  5. Il potere curativo dei cibi. Michael T. Murray. ed. Red.
  6. Il grande libro dell’ecodieta. Carlo Guglielmo. ed. Mediterannee.
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Attraverso un'alimentazione corretta è possibile modificare il decorso della malattia, ridurre l'intensità ed il numero dei disturbi fisici ad essa correlati, allungare i periodi di benessere, diminuire le fasi di riacutizzazione e migliorare la prognosi.
Le indicazioni alimentari sono di basare la propria dieta su cibi di origine vegetale (cereali, legumi, verdura, frutta, semi, noci), preferire preparazioni semplici, scegliere alimenti non conservati o troppo elaborati, consumare in abbondanza cibi ricchi di vitamine ed acidi grassi buoni.
Ecco cosa fare:
  • limitare il più possibile l'assunzione di acidi grassi saturi animali e di acido arachidonico (precursori di prostaglandine infiammatorie): latte, formaggi, burro, uova, carne, salumi (eliminarli completamente nelle fasi di riacutizzazione)
  • ridurre il consumo di acidi grassi della serie omega 6 (promuovono la sintesi di acido arachidonico): olio di soia, olio di girasole, olio di cartamo, olio di mais, olio di sesamo, olio di semi vari, margarina, maionese, semi di girasole.
  • incrementare l'uso di cibi ricchi di acidi grassi polinsaturi della serie omega 3 (riducono la sintesi di molecole infiammatorie e svolgono una potente attività antinfiammatoria): olio di lino, semi di lino, noci, rosmarino ed origano secco, semi di zucca, fagioli di soia, portulaca, mandorle e nocciole. Attenzione: l'olio di lino deve essere utilizzato solo a crudo
  • assumere giornalmente alimenti ad alto contenuto di vitamine antiossidanti A, C, E (contrastano l'attività dei radicali liberi che stimolano la produzione di molecole infiammatorie).  Vitamina A: prezzemolo secco, carote, peperoncino rosso, basilico, zucca gialla, radicchio verde  Vitamina C: peperoncini piccanti, ribes nero, ortica, prezzemolo, peperoni, arance  Vitamina E: nocciole, mandorle, germe di grano, olio extra vergine d'oliva, pinoli, salvia e rosmarino secchi Attenzione: la cottura riduce drasticamente il contenuto di vitamina C.
  • utilizzare: zenzero (fresco o secco in polvere) e peperoncino.
  • preferire il consumo di cereali integrali in chicco (riso, avena, orzo, miglio, amaranto, quinoa, grano saraceno, mais) per il loro contenuto in acidi grassi polinsaturi (omega 3).
  • eliminare il più possibile prodotti contenenti zuccheri semplici (biscotti, torte, bibite zuccherate, miele, gelati, prodotti di pasticceria in genere) e imparare a cucinare dolci alternativi sostituendo latte, uova, burro e zucchero con: latti vegetali (di riso, soia, avena, mandorla), creme di nocciola, di mandorla, frutta secca, uva passa e succo di mela.
  • raggiungere e mantenere un peso corretto (BMI compreso fra 18.5 e 24.9); eccessi alimentari stimolano la produzione di radicali liberi e promuovono l'infiammazione.
  • se possibile, svolgere un'attività fisica moderata e regolare (passeggiate, nuoto, bicicletta) che consente di preservare il trofismo muscolare, mantenere la mobilità articolare e migliorare il tono dell'umore.
Molecole dotate di attività antinfiammatoria
  • polifenoli (catechine): the verde
  • capsaicina: peperoncino piccante
  • curcuma: curry
  • resveratrolo (polifenoli): buccia di uva rossa
  • germe di grano secco fermentato: Avemar (integratore)
I cibi dannosi e quelli da preferire
I cibi più dannosi sono:
  • Latte, formaggi, salumi
  • Zucchero E dolci di pasticceria
  • Bevande zuccherate e fredde (succhi di frutta, frappè, gelati, granite, soft drink, coca cola...)
  • Sale E cibi salati o sottosale
  • Cibi freddi
I cibi da preferire sono:
  • Riso integrale, cereali in chicco e pasta di grano duro
  • Verdure dolci (zucca, cipolle, carote)
  • Radici (bardana, daikon, loto, pastinaca, ravanello, scorzonera, tarassaco)
  • Olio di sesamo o extravergine d'oliva per cucinare
  • Olio di lino per condire a crudo
  • Cibi caldi (zuppe, minestre, brodi, creme di cereali)
Da assumere giornalmente:
  • 2 cucchiaini di olio di lino a pranzo e 2 a cena (sempre a crudo!)
  • 1 cucchiaio di semi di lino nelle insalate, sulle verdure cotte e sui cereali
  • non più di 2-3 frutti di stagione
  • semi di zucca, girasole, sesamo, lino, nocciole, mandorle, noci, pinoli nel muesli a colazione o negli spuntini
  • verdura cruda e cotta di stagione (minimo 400 grammi)
Sostituire:
  • latte animale con latti vegetali (di soia, riso, avena, mandorla) da consumare tiepidi (mai freddi!)
  • carne e formaggio con legumi, seitan, tofu e tempeh
Fonti
  1. Swank, R.L. 1991. "Multiple Sclerosis: Fat-Oil Relationship." Nutrition, 7:368-76
  2. Millar et al., 1973. "Duble blind trial of Linolate Supplementation of the Diet in Multiple Sclerosis" British Medical Journal 1:765-68.
  3. Bates et al. 1978. "Polynsaturated Fatty Acid in Treatment of Acute Remitting Multiple Sclerosis" British Medical Journal 2: 1390-91.
  4. Paty et al. 1978. "Linoleic Acid in Multiple Sclerosis: failure to show any therapeutic benefit" Acta Neurologica Scandinavia 58: 53-58.
  5. Il potere curativo dei cibi. Michael T. Murray. ed. Red.
  6. Il grande libro dell'ecodieta. Carlo Guglielmo. ed. Mediterannee.
http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/dieta_sclerosi_multipla.html


stanno ritornando all'attacco con i nuovi medicinali..

Ad oggi sono disponibili diversi farmaci immunomodulanti ed immunosoppressori per il trattamento della SM, in grado di modificarne la storia naturale, permettendo cosi' di ottenere, in una discreta percentuale di pazienti, un buon controllo della malattia??????.................... MA SE NON SANNO DA COSA E' PORTATA LA SM... per cosa la curano?
L'analisi approfondita dei dati ha anche permesso di identificare le caratteristiche dei pazienti .... e poi ... eccovi i soliti medicinali vecchi rimodernati con un nuovo nome....

e NOI COME ABBOCCHIMO ...PERCHE' SIAMO PESCIOLINI INDIFESI
Ci sono molte discrepanze tra come le cose appaiono e come sono in realtà....Ciò che in ultima analisi porta alla sofferenza non viene visto per quello che è davvero, ma viene scambiato per una via verso la felicità..... MA... Sebbene vogliamo la felicità  e un minimo di salute, a causa dell'ignoranza non sappiamo come ottenerla... e finiamo in pasto ai pesci piu' grandi e in questo caso  NELLE TASCHE DEI  MEDICI.

***************



RICORDATEVI CHE I FARMACI <NON CURANO LA PATOLOGIA> forse l'attenuano un po' ...
MA NON CURANO LA PATOLOGIA


QUINDI VALUTARE BENE PRIMA DI INIZIARE QUALSIASI FARMACO..POTREBBE ESSERE ANCORA PIU' NOCIVO DEL NECESSARIO
pertanto non è possibile parlare di vera e propria cura farmacologica....quindi è meglio usare delle strategie terapeutiche parallele (fisioterapia, logopedia, terapia occupazionale).


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03/11/13

FIRMA ANCHE TU PER STAMINA

ORE 22.00
Io Ho appena firmato questa petizione: ti unisci a me?


Cure staminali 

www.avaaz.org/it/petition/Cure_staminali/?dyCuXfb


COSA ASPETTI bastano pochi clik.


FORZA RAGAZZI 

CONDIVIDI   ANCHE TU PER FAR FIRMARE I TUOI AMICI

08/10/13

centri in Italia Sativex

Sativex - centri in Italia

www.ass1.sanita.fvg.it/sia/allegati/Registri_farmaci_sottoposti_monitoraggio-centri_autorizzati.pdf









www.ass1.sanita.fvg.it/sia/allegati/Registri_farmaci_sottoposti_monitoraggio-centri_autorizzati.pdf

CORRELAZIONE TRA LE VERTEBRE E GLI ORGANI

CORRELAZIONE TRA LE VERTEBRE E GLI ORGANI 

Una problematica ad una vertebra può dare problemi all'organo corrispondente e viceversa...vediamo queste connessioni https://www.facebook.com/photo.php?fbid=170889219763110&set=a.130855713766461.1073741828.128775607307805&type=1&theater


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Gadolino / Gadolinio

Omniscan, nome commerciale della gadodiamide, è un mezzo di contrasto contenente gadolinio che è utilizzato nella RMI per esaminare il cervello, la colonna vertebrale ed altre parti dell’organismo.
E’ anche utilizzato per identificare la malattia arteriosa coronarica (malattia delle arterie del cuore ) che può condurre ad attacchi cardiaci. Omniscan è somministrato per iniezione endovenosa e la dose raccomandata per gli adulti è di 01mmol/kg peso corporeo
La Risonanza Magnetica per Immagine è una moderna tecnologia che permette ai medici di avere una visione dettagliata di varie parti del corpo come il cervello,il midollo spinale ed il cuore. Per effettuare questo esame è necessario l’utilizzo di un mezzo di contrasto. I mezzi di contrasto per la RMI sono comunemente usati per visualizzare strutture anormali o lesioni del nostro corpo. I mezzi di contrasto contenenti gadolinio per la RMI sono soluzioni acquose che si iniettano nell’organismo per migliorare la qualità dell’immagine ed avere una visione più dettagliata dell’immagine. I mezzi di contrasto a base di gadolinio, un metallo raro che si estrae dalla terra, sono stati autorizzati per la prima volta nell’Unione Europea nel 1980. Poiché il gadolinio è altamente tossico, nella soluzione del mezzo di contrasto è legato reversibilmente a una struttura complessa con altre molecole, chiamata chelato
Dove segnalare una sospetta reazione avversa da mezzo di contrasto a base di gadolinio o da qualsiasi farmaco? Le sospette reazioni avverse da farmaco devono essere segnalate ai responsabili di Farmacovigilanza presenti nelle ASL, negli Ospedali, negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCS) per mezzo della apposita scheda di segnalazione scaricabile dal sito internet dell’AIFA (http://www.agenziafarmaco.it) e pubblicata sul BIF il bollettino di informazione sui farmaci a cura dell’AIFA.

La gadodiamide è controindicata in pazienti affetti da insufficienza renale grave (GFR<30 ml/min/1.73m2) e nei pazienti che sono stati o sono in attesa di essere sottoposti a trapianto di fegato 


Sono stati segnalati casi di Fibrosi Sistemica Nefrogenica (NSF) associati all’esposizione alla gadodiamide e ad altri mezzi di contrasto a base di gadolinio in pazienti con funzionalità renale gravemente compromessa (GFR< 30 ml/min/1.73m2) ) e nei pazienti che sono stati o sono in attesa di essere sottoposti a trapianto di fegato. Per tale ragione, Omniscan non deve essere utilizzato in questo tipo di pazienti


http://laccsvivistadasam.blogspot.it/2013/04/coriandolo-per-una-chelazione-naturale.html

03/10/13

TYSABRI - NATALIZUMAB: dati al 3 settembre 2013 (401)

Quota 401 casi di pml CLIKKA QUI:  TYSABRI - NATALIZUMAB: dati al 3 settembre 2013: dati al 3 settembre 2013 siamo a quota 401 casi di pml No.

Data Nazione Sesso
Durata Fonte 001 31/07/08 Svezia 01 m 17 mesi 002 31/07/08 Ge...


02/10/13

Terapia Ablazione Transcatetere

Normalmente, l’attività elettrica cardiaca ha una sequenza ordinata e regolare, attraverso la via di conduzione atrio-ventricolare (nodo a-v); questo normale funzionamento elettrico è il presupposto per la regolare contrazione del cuore. A volte, il “flusso” elettrico si blocca in certe aree, o viaggia ripetutamente in certi percorsi, creando un “corto-circuito” che disturba il normale ritmo cardiaco e causa Tachicardia. I farmaci a volte possono procurare qualche rimedio temporaneo, ma il trattamento più efficace e definitivo è quello di “distruggere” la zona di tessuto che causa il corto-circuito. Questa procedura è l’Ablazione cardiaca.
Ablazione cartoonL’Ablazione è una procedura non-chirurgica e come molte procedure cardiache interventistiche moderne, non richiede alcun taglio chirugico nel torace.
 Piuttosto, l’Ablazione è una procedura relativamente non-invasiva, che richiede l’inserimento di elettrocateteri -sottili e flessibili fili elettrici- nei vasi sanguigni, solitamente dai vasi dell’inguine o del collo e da qui raggiungono il cuore. Il percorso dal punto d’ingresso al cuore viene fatto con l’aiuto della fluoroscopia -una macchina a raggi X che fornisce immagini continue dei cateteri e dei tessuti.
Quando l’elettrocatetere raggiunge il cuore, piccoli elettrodi alla punta del catetere registrano i segnali elettrici e si eseguono numerose misure. I risultati permettono di localizzare in modo preciso la zona di tessuto che causa il problema elettrico. Durante questo “mappaggio elettrico”, il cardiologo specialista in aritmie -Elettrofisiologo- seda il paziente con calmanti, per poter indurre la tachicardia che ha portato alla procedura e per studiarne il meccanismo. Tutto ciò è innocuo e privo di rischi, in considerazione della professionalità del team di operatori e della strumentazione che permette di far fronte ad ogni evento. Ablazione connessione cavi ablatore setupUna volta localizzata la zona che causa il problema elettrico, una forma di energia è usata per distruggere una piccola quantità di tessuto e quindi terminare l’anomalia. L’energia solitamente impiegata è la Radiofrequenza, che cauterizza i tessuti. Altre forme di energia usate più raramente sono l’intenso raffreddamento con gas liquido (Crioablazione) e gli Ultrasuoni. Il paziente raramente sente dolore e più spesso riferisce solo un lieve fastidio di brevissima durata. Alcuni pazienti guardano tutta la procedura attraverso i monitors e spesso fanno domande sull’andamento dell’intervento. Dopo la procedura, il paziente rimane a letto per 4-6 ore per essere sicuri che i siti di inserzione degli elettrocateteri guariscano bene. Una volta alzato, il paziente può sentirsi rigido o dolorante, soprattutto per le ore passate immobile nel letto.
Quando l’Ablazione è appropriata? Molti pazienti hanno disturbi del ritmo che non riescono ad essere curati con i farmaci, oppure alcuni pazienti non possono o non vogliono assumere i farmaci antiaritmici per tutta la vita, a causa degli effetti collaterali delle medicine che possono interferire con la normale qualità della vita. Solitamente, l’Ablazione è impiegata per curare le Tachicardie che originano negli atri. Come gruppo, queste sono note come Tachicardie Sopraventricolari e sono: -Fibrillazione Atriale -Flutter Atriale -Tachicardia Sopraventricolare da Rientro nel Nodo Atrio-Ventricolare. -Tachicardia Sopraventricolare da Rientro Atrio-Ventricolare (Sindrome di Wolf-Parkinson-White). -Tachicardia Atriale Persistente.
Meno frequentemente l’Ablazione è impiegata per curare disordini del ritmo dhe originano nei ventricoli -Tachicardie Ventricolari. Queste possono essere le aritmie più rischiose, poichè possono causare la Morte Improvvisa.
Per i pazienti a rischio di Morte Improvvisa di origine cardiaca, l’Ablazione è spesso usata in associazione all’impianto di un Defibrillatore. L’ablazione riduce la frequenza delle Tachicardie Ventricolari e quindi il numero di shock ricevuti dal paziente.
Per molti tipi di Tachicardia, l’Ablazione transcatetere è efficace nel 90-98% dei casi, eliminando così la necessità di interventi chirurgici o terapie farmacologiche a lungo termine.

28/09/13

LA NOSTRA PROTESTA COLPIRA' I GIORNALI

visto che da ROMA nessuno ha parlato delle nostre INNUMEREVOLI CARTOLINE
ORA AGIAMO IN ALTRA MANIERA..
A BREVE PARTIRA' UNA MAIL  UNICA CON  INNUMEREVOLI INDIRIZZI DEI MALATI STUFI DELLA SOLITA RISATA SU CHI SOFFRE E POI NON  AGISCE, CHI VUOL PARTECIPARE DEVE SOLAMENTE INVIARMI VIA MAIL  a 
stefaniacartolina74@gmail.com con il suo indirizzo E PROVVEDERO' A FARE UNA email unica... da spedire alla repubblica
<<
ricordatevi che non invado la vostra privacy
LA LETTERA E' SEMPLICE E COLPISCE..STARA' A LORO PUBBLICARLA O NO> l'evento lo trovate su fb  qui: www.facebook.com/events/442580449192461/442742045842968/?notif_t=like

GENTILISSIMO direttore di Repubblica.it - Vittorio Zucconi


ci siamo raccolti in una protesta BIANCA, inviando non meno di 300 cartoline per URLARE IN NOSTRO DISAPPUNTO verso chi ci dovrebbe tutelare o meglio Curare e invece lascia il tempo che trova, occupandosi di NON rispettare neanche Articolo 32 che dice
<La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.>

LE INNUMEREVOLI CARTOLINE
DESTINATE AL <Ministro della Salute Beatrice Lorenzin> Via Ribotta Roma eur 00144 ROMA, SICURAMENTE AVRANNO PRESO la strada del cestino;
sa ad ogni cartolina cosa vi era riportata?
le allego una delle 300 e più cartoline, sperando che venga pubblicata per darci la possibilità di dire NOI VOGLIAMO ESSERE CURATI, PERCHE' SIAMO CITTADINI ITALIANI e la costituzione ha una TUTELA VERSO DI NOI...dai piu' piccoli ai piu' grandi....per qualsiasi malattia che esista al Mondo..dalla piu' rara alla malattia piu' blanda.
Caro direttore la ringrazio e spero che almeno LEI CHE PER I MALATI IN GENERALE E' MOLTO SENSIBILE... AIUTACI NELLA NOSTRA LOTTA
Distinti saluti
MELIS STEFANIA

26/09/13

Plasmaferesi



La plasmaferesi consiste nel prelievo di sangue da un soggetto, con immediata separazione della componente liquida da quella corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi e trombociti); 
il tutto grazie all'ausilio di un separatore meccanico automatizzato, che suddivide le due componenti tramite centrifugazione. Durante la plasmaferesi, quindi, al donatore viene sottratta la sola parte liquida del sangue (plasma), mentre la componente cellulare gli viene restituita tramite lo stesso ago di prelievo. 
Il separatore cellulare, infatti, funziona a cicli costituiti da una prima fase di prelievo ematico - con separazione e raccolta del plasma - e da una successiva fase di reinfusione della componente corpuscolata. 
La plasmaferesi è una procedura fondamentale per la produzione dei cosiddetti farmaci plasmaderivati. Nella componente liquida del sangue, infatti, troviamo notevoli quantità di proteine, quindi anticorpi (immunoglobuline), ormoni peptidici, fattori della coagulazione e proteine necessarie al trasporto delle sostanze insolubili. Nel plasma sono inoltre presenti gas respiratori e tutti i vari nutrienti (glucosio, vitamine, aminoacidi, acidi grassi ecc.). 
La componente proteica del plasma è fondamentale per la produzione di farmaci da destinare ai pazienti con deficit di specifiche sostanze plasmatiche; i soggetti colpiti da emofilia A e B, ad esempio, presentano una forte carenza dei fattori VIII o IX della coagulazione, che possono essere estratti e purificati dal plasma del donatore quindi somministrati al ricevente.
Il plasma "intero", inoltre, può essere somministrato tale e quale ai pazienti affetti da particolari patologie, che ne impongono la sostituzione per eccesso di anticorpi anomali o altre ragioni. Uscendo dall'ambito delle donazioni, esiste anche una plasmaferesi terapeutica, finalizzata alla semplice rimozione di molecole plasmatiche presenti in eccesso (bilirubina, LDL ecc.).
In questi casi, il termine più corretto è dato dal nome della molecola patogena isolata, seguita dal termine aferesi (da "afero", portare via). Domande e risposte sulla plasmaferesi (donazione di plasma) 
QUANTO PLASMA VIENE PRELEVATO?
Normalmente, durante la plasmaferesi vengono prelevati 500 ml di plasma. La donazione può essere effettuata una volta ogni tre mesi ma anche una volta ogni 14 giorni; secondo la legge vigente, è infatti possibile effettuare sino a 20 donazioni di plasma da 500ml all'anno. 
LA PLASMAFERESI E' PERICOLOSA PER LA SALUTE DEL DONATORE?
Il volume plasmatico viene immediatamente compensato attraverso l'integrazione di liquidi per via orale (bevendo prima e dopo il prelievo), oppure tramite infusione di soluzioni fisiologiche durante la restituzione delle cellule. Le componenti proteiche perdute vengono invece rimpiazzate nell'arco di tre giorni (i fattori della coagulazione ed il fibrinogeno sono recuperati in 24 ore, le immunoglobuline in 48 ed il complemento c3 entro 72 ore). QUALE CARATTERISTICHE DEVE AVERE IL DONATORE? Per essere idoneo alla plasmaferesi, il donatore deve pesare più di 50 kg, essere di età compresa fra i 18 ed i 55-60 anni, e rispondere ad una serie di requisiti, come proteinemia superiore a 6 grammi/dL, numero di piastrine superiore a 200.000/mL, e valori di emoglobina superiori a 12,5 g/dL, se uomo, oppure a 11,5 g/dL se donna. Sebbene il plasma venga testato per la presenza di malattie infettive (epatiti virali, AIDS ecc.) è importante che il donatore non abbia rapporti sessuali a rischio. Inoltre è fondamentale dichiarare al medico l'assunzione di qualsiasi farmaco, in modo da valutare l'opportunità di un eventuale rinvio della donazione. Ricordiamo che il donatore ha diritto ad un giorno di riposo lavorativo retribuito (per i lavoratori dipendenti) e a controlli medici e di laboratorio periodici e gratuiti (emoglobina, transaminasi, azotemia, trigliceridemia, glicemia, ferritinemia, colesterolemia, epatite B e C, AIDS, e tutti quelli che àopportuni). 
QUANTO DURANO LE PROCEDURE DI PLASMAFERESI? 
La durata della donazione aumenta all'aumentare dell'ematocrito ed al diminuire del flusso di sangue garantito dalla vena di prelievo. Mediamente, sono necessari 40 minuti, con oscillazioni che vanno dai 30 ai 60 minuti in base ai suddetti fattori. Durante questo lasso di tempo vengono completati da 2 a 3 cicli costituiti da due fasi separate, di cui una di raccolta, separazione ed accumulo, ed una di reinfusione della componente corpuscolata. 
COSA SIGNIFICA ACD-A?
Si tratta di una soluzione di acido citrico e destrosio, usata come anticoagulante durante la plasmaferesi (ACD-A = Anticoagulant Citrate Dextrose Solution A). Parliamo di un farmaco sicuro, che può provocare soltanto una temporanea diminuzione della calcemia, segnalata dalla comparsa di formicolii alle labbra. Qualora tale sintomo non si risolva nel giro di pochi minuti, è sufficiente assumere una compressa di calcio per rendere più confortevole il proseguo della plasmaferesi.

LA MORTE..... NON FA PER NOI

La vita media delle persone ammalate è sovrapponibile a quella della popolazione generale.

METTETEVELO IN QUELLA BELLA CAPOCCIA

Stanchezza.... prrrrrrrrrrrrrrrrrr VINCO IO

Per controllare la fatica, può essere utile un approccio non farmacologico, caratterizzato, per esempio, da strategie di "gestione delle energie", esercizi di allenamento e così via. Docce fredde e bagni possono essere utili, per tali persone. Molto utile, se non indispensabile, è l’utilizzo di aria condizionata, in presenza di un clima o di un ambiente eccessivamente caldi. Ma l’aspetto più importante, per superare la stanchezza è, in generale, il saper gestire se stessi e le proprie energie, in maniera sempre adeguata.

Affaticamento e lo SPORT


 L'eccesso di sforzo fisico e l’affaticamento aggravano i sintomi della SM.

Evitarli farà sentire meglio il paziente, anche se ciò non modifica l’andamento della malattia. 

Evitare gli sforzi, tuttavia, non significa che il malato debba astenersi dall’esercizio fisico: entro certi limiti, anzi, l’esercizio fisico studiato per le esigenze individuali è un aspetto importante del mantenimento della condizione di salute, anche nelle condizioni patologiche provocate dalla SM.
 

ricordo che :FREDDO E CALDO... la SCLEROSI MULTIPLA

Hanno dimostrato che l’aumento della temperatura determina un incremento del blocco della conduzione nervosa, in fibre che presentano guaine mieliniche parzialmente danneggiate. Quindi, la parte del corpo interessata dai nervi danneggiati perde funzionalità, finché il tratto nervoso non si raffredda. 

Il freddo eccessivo può, tuttavia, aggravare la rigidità muscolare, rendendo più difficile la deambulazione.


19/09/13

una cartolina per un ns diritto

EVENTO: 
www.facebook.com/events/161316630738051/
Quanti di voi sono disponibili a spendere 2 euro? Per Noi?...
che ne pensate di spendere i vostri soldini per una bella cartolina da inviare .......della vs. CITTA' O PAESE....
con una frase molto incisiva?

INDIRIZZO : 
Via Ribotta Roma eur 00144 ROMA -
<Ministro della Salute Beatrice Lorenzin>

aspetta le nostre cartoline

NIENTE MINACCE MA UNA FRASE graffiante di grande effetto

AD ESEMPIO: Articolo 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
noi malati di ******* come CITTADINI iTALIANI ABBIAMO IL DIRITTO DI CURA
POI FIRMATA DA VOI

SO CHE NON SERVIRA' A MOLTO...

MA DARA'<MOLTO FASTIDIO> e noi avremmo perso 2 euro

*********************
ATTENZIONE L'UNICO APPIGLIO SARA' .... EFFETTUATA LA SPEDIZIONE
TUTTI noi INSIEME dal 21/9 al 30/9
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ADERIRE VI COSTA SOLO 2 EURO PER COMPRARVI UNA CARTOLINA E UN FRANCOBOLLO DA SPEDIRE POI A ROMA

<Ministro della Salute Beatrice Lorenzin> 
Via Ribotta Roma eur 00144 ROMA -

NULLA DI PIU'  SEMPLICE

18/09/13

INTESTINO NEUROGENO

L'INTESTINO NEUROGENO NON È INSERITO NEL PROTOCOLLO PER LA CURA DELLA SCLEROSI MULTIPLA, VI RENDETE CONTO ..............

L'INTESTINO PUÒ MODULARE IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO, NON SOLO A LIVELLO INTESTINALE, MA IN TUTTO IL CORPO. 

Nonostante i numerosi studi e ricerche sulle disfunzioni gastrointestinali dei pazienti colpiti da S.M. e altre sindromi demielinizzanti, sembra che questo sia uno dei tanti aspetti di questa malattia che continua ad essere ingiustamente trascurato. Il medico curante si informa sempre sulla funzione urologica, fa domande, misura la pressione endovescicale, e a volte formula la diagnosi di "VESCICA NEUROGENA". Certo, fanno parte essenziale dell´anamnesi le domande sulla regolarità dell´alvo e della digestione, ma spesso il neurologo si ferma sulla formulazione di "STITICHEZZA CRONICA" e non va ad approfondire il disturbo anche perché non fa parte del protocollo l´esame della motilità gastrointestinale, e ancora nessuno parla di "INTESTINO NEUROGENO" nei casi di pazienti affetti da S.M. o altre sindromi demielinizzanti. 

“l’intestino neurogeno” farà parte del protocollo SM insieme alla “vescica neurogena”?
Non è successo ancora.
Aspetterò!

"I nostri risultati suggeriscono che il sistema immunitario è la forza motrice", ha detto Hartmut Wekerle, direttore del Max Planck. "Siamo certi che la flora inneschi una reazione eccessiva del sistema immunitario contro lo strato di mielina in persone con una predisposizione genetica per la Sclerosi Multipla. Pertanto, l'alimentazione - ha concluso - potrebbe giocare un ruolo centrale nella malattia, dato che la dieta determina la gran parte dei batteri che colonizzano l'intestino".

E’ noto a tutti i neurologi:
• Sintomi minzionali presenti nell’80% dei pazienti
• Nel 40% già nei primi 3 anni di storia
• All’esordio 2-15% casi
• Permanenti e invalidanti nel 50%
Miller, 1965; Bradley, 1978; Betts, 1993
Vescica neurogena – 80%
Intestino neurogeno – 80 %

Il medico, visitando un paziente con questo disturbo potrebbe diagnosticare:
● Ipotonia esofagea (Dysphagia)
● Ritardo del transito esofagèo
● Ridotta funzione del pacemaker gastrico
● Ritardato svuotamento gastrico
● Ridotta attività peristaltica, contrazioni disordinate
● Ritardo dello svuotamento del cieco e del colon ascendente
● Disbiosi intestinale
● Dissinergia del pavimento pelvico
● Disfunzione dello sfintere anale interno

Come affermato in precedenza, un adeguato trattamento medico è indispensabile nei confronti di pazienti affetti da Intestino Neurogeno e Sclerosi Multipla.
Il collegamento tra intestino e cervello è stretto, nell’intestino troviamo una rete nervosa con oltre cento milioni di neuroni. Il Sistema Nervoso Enterico non si limita solo a ricevere comandi dal cervello, ma ne invia a sua volta. Da questo dialogo scaturiscono effetti significativi sulla salute e sull’umore. Ciò che la scienza ha battezzato come secondo cervello non è semplicemente un «mucchio» di neuroni per servire l’intestino, ma è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione. Il nostro secondo cervello, quindi, svolge «importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo». Ne è convinto Prof. Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, che ha presentato il 24 maggio 2004 a Milano la sua «teoria dei due cervelli».


«La teoria dei due cervelli poggia su solide basi scientifiche – spiega l’esperto americano – Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. In sostanza, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio e non a caso le cellule dell’intestino – aggiunge Gershon – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere»
«A lungo l’intestino è stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. Ma la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale e immunologico ha rivoluzionato questo pensiero – spiega Umberto Solimene dell’Universitá di Milano, direttore del centro collaboratore Oms per la medicina tradizionale – Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo». Nel suo best seller «The Secondo Brain», il Prof Gershon presenta studi su cavie geneticamente modificate, quali hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia-testa. La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere.
INFO DI Achille Daga 
È stato provato che nel cervello sono presenti ormoni gastroenterici (VIP, CCK). Vi sono anche i ricettori per la Colecistochinina. Sia nell’apparato gastroenetrico che nel cervello sono presenti gastrina , neurotenzina, somatostatina, motilina, serotonina, galanina ed il peptide liberante la gastrina. Il VIP (Polipeptide Intestinale Vasoattivo) è presente nei neuroni vasomotori ed è considerato co-trasmettitore dell´acetilcolina (potenzia le azioni postsinaptiche). Parte delle sostanze attualmente conosciute ed identificate come neurotrasmettitori sono anche ipotizzati come neuromodulatori.
Ci sono altri fattori, ben noti a noi medici, da tener presenti nel correlare l’intestino neurogeno e la SM:
•L´intestino umano, con i suoi 300mq di superficie è il fronte immunitario più importante, sottoposto ad un costante stimolo antigenico, quello degli alimenti ingeriti, contenendo circa l´80% delle cellule immunitarie dell’organismo. Il sistema immunitario intestinale ha la funzione di permettere l´assorbimento delle sostanze nutritizie senza che queste scatenino reazioni immunitarie dannose, discriminando tra ciò che è proprio al nostro organismo e ciò che gli è estraneo. Per questo motivo esso rappresenta uno speciale filtro che seleziona le sostanze compatibili e quelle incompatibili.
•La perdita di mielina, tipica della SM, non interrompe la conduzione, la rallenta soltanto, la velocità di conduzione dipende anche da altro (neurotrasmettitori!)
Disturbi gastrointestinali sono stati segnalati già nel 1817 da Sir James Parkinson nella descrizione originaria della malattia (con caratteristiche affini alla SM) che da lui prende il nome “Essay of the shaking palsy”, più recentemente è stato persino ipotizzato che in alcuni pazienti la stipsi possa rappresentare un sintomo precoce di essa . La gravità dei disturbi sembra direttamente correlata allo stadio e alla durata della malattia, suggerendo che essi siano parte integrante della sua storia. I disturbi correlati alla funzione dei muscoli scheletrici (deglutizione, evacuazione) trovano una spiegazione fisiopatologica nelle alterazioni responsabili del Morbo di Parkinson e presentano alcune caratteristiche proprie della sindrome neurologica quali la fluttuazione durante i periodi on e off, la correlazione con la gravità dello stadio di malattia. Tale analisi può ritenersi valida anche per la Sclerosi Multipla?
Che si tratti solo di budella o “secondo cervello”, io so di non sapere (da Platone, Apologia di Socrate). So che nella vita di tutti i giorni combattiamo costantemente un nemico molto agguerrito: lo STRESS. Da tempo è nota la relazione fra stress e sclerosi multipla, nel senso che esso influisce negativamente sul decorso della malattia. Il primo sintomo di un corpo stressato è nella difficoltà di digestione, questo si aggiunge a quanto già detto nel sottolineare l’importanza di affrontare adeguatamente i sintomi dell’intestino neurogeno in pazienti affetti da SM.

Come è cambiata “la mia Sclerosi Multipla”?

Rispondo: in questi ultimi anni ho trovato come affrontare e risolvere il problema dell’intestino neurogeno e posso affermare che la mia Sclerosi Multipla e quindi la mia stessa vita è migliorata.
Come ricercatore vorrei potere proseguire gli studi sull’importante sintomo dell’intestino neurogeno nella SM, per estendere a tutti quanti ne soffrono i benefici delle mie scoperte.
Gradirei che questo mio desidero fosse condiviso e perseguito con il vostro sostegno. Da 10 anni scrivo, partecipo a convegni, ripetendo che la Dismotilità Gastro-Intestinale fa parte del quadro della Sclerosi Multipla,non e’ bastato. Sembra sia necessario che qualcuno più “importante” di me ne scriva e ne parli, ed un giorno “l’intestino neurogeno” farà parte del protocollo SM insieme alla “vescica neurogena”. Non è successo ancora. Aspetterò!
“È una cosa terribile per un uomo scoprire improvvisamente che per tutta la vita egli non ha detto altro che la verità.” Oscar Wilde