CONTATORE PERSONE

28/07/20

Cuore: che cos’è un infarto e come si interviene?

Si parla di infarto del miocardio in presenza di una necrosi di parte del tessuto cardiaco dovuta a un’ostruzione di una delle arterie coronariche, deputate a rifornire il cuore di sangue ossigenato. L’ostruzione, che può essere parziale o totale, è spesso dovuta a un accumulo di grasso, colesterolo o altre sostanze che forma una placca nelle arterie (aterosclerosi) che si rompe e determina una trombosi interrompendo il flusso di sangue e causando così la morte (necrosi) del tessuto.

Ci sono segnali a cui prestare attenzione e come si interviene in caso di infarto? Ne parliamo con due specialisti di Humanitas: il dottor Bernhard Reimers, Responsabile di Cardiologia clinica e interventistica e il professor Giulio Stefanini, cardiologo e docente di Humanitas University.

I sintomi con cui può manifestarsi l’infarto

La sintomatologia legata all’infarto del miocardio è variabile: non tutti i pazienti riferiscono gli stessi sintomi o li avvertono alla stessa intensità; in altri casi, l’infarto può essere asintomatico e in altri casi ancora il primo segnale di infarto è un arresto cardiaco improvviso. La manifestazione più tipica dell’infarto è una sensazione di peso o dolore al petto che dura più di dieci minuti. Il dolore può estendersi dal petto a uno o entrambe le braccia e può irradiarsi anche al collo, alla mascella e alla schiena. Inoltre il dolore al petto può essere associato a nausea, bruciore di stomaco o dolore addominale, fiato corto, stanchezza, sudorazione fredda, stordimento o vertigini. Nella maggior parte dei casi la comparsa dei sintomi dell’infarto è improvvisa, ma possono anche esservi segnali di avviso nel corso delle ore, dei giorni o delle settimane precedenti; ne sono un esempio un dolore al petto ricorrente o una sensazione di pressione (detta angina pectoris) che è scatenata dal movimento e che si risolve a riposo. L’angina è dovuta a una diminuzione temporanea di flusso sanguigno al cuore, una condizione che però non è così prolungata da condurre alla necrosi del tessuto.

In caso di infarto è fondamentale intervenire tempestivamente perché un accesso tardivo del paziente a cure adeguate aumenta il rischio di mortalità.

Chi è più a rischio?

Alcuni fattori, distinti in modificabili e non modificabili, possono esporre a un maggior rischio di aterosclerosi e di infarto. Sono fattori non modificabili l’aumentare dell’età, il sesso (in età giovanile e matura il rischio è maggiore negli uomini, ma dopo la menopausa femminile il rischio è lo stesso nei due sessi) e la familiarità (casi di infarto in famiglia espongono a un maggior rischio, soprattutto se occorsi dai 55 anni negli uomini e dai 65 nelle donne). Sono invece fattori di rischio modificabili il vizio del fumo, l’ipertensione arteriosa (che danneggia le arterie), alti livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo che restringe le arterie) o di trigliceridi, il diabete (l’eccesso di glucosio nel sangue danneggia le arterie e favorisce l’aterosclerosi), l’obesità (che è associata ad alti livelli di colesterolo e di trigliceridi, ipertensione e diabete), la sindrome metabolica (un quadro che include obesità, diabete e ipertensione), la sedentarietà (la mancanza di attività fisica contribuisce a innalzare i livelli di colesterolo ed espone al rischio di aumento corporeo), lo stress e l’uso di sostanze stupefacenti.

L’importanza di una diagnosi tempestiva

In genere, la diagnosi di infarto viene effettuata alla luce dei sintomi riferiti dal paziente. L’esecuzione di un elettrocardiogramma, un esame che registra l’attività elettrica del cuore, permette di confermare o escludere l’infarto poiché il muscolo cardiaco danneggiato presenta un’alterazione nella conduzione degli impulsi elettrici.

Inoltre attraverso gli esami del sangue poi si accerta la presenza degli enzimi cardiaci, sostanze rilasciate nel sangue dalle cellule del muscolo cardiaco che sono andate incontro a necrosi.

Può talvolta essere utile l’ecocardiogramma, un esame che mediante l’utilizzo di ultrasuoni consente di visualizzare e osservare il cuore nelle sue dimensioni, forma e movimento.

Come si interviene in caso di infarto?

La diagnosi viene confermata con l’esecuzione di una coronarografia urgente, un esame invasivo che si esegue tramite l’introduzione di un piccolo catetere da un accesso arterioso a livello del polso o dell’inguine. La coronarografia permette di visualizzare le coronarie e identificare la sede dell’ostruzione. Una volta confermata la diagnosi e identificata la sede dell’ostruzione coronarica, si procede immediatamente a riaprire il vaso con un intervento di angioplastica. Questa si esegue contestualmente alla coronarografia, utilizzando lo stesso accesso arterioso. L’intervento consiste nel dilatare un palloncino nella coronaria occlusa per riaprire la stessa e permettere al flusso di sangue di riprendere il suo corso. Alla dilatazione del palloncino segue l’impianto di uno stent coronarico, una piccola rete metallica cilindrica che viene posizionata a livello dell’occlusione per mantenere aperta l’arteria coronaria malata.

All’intervento di angioplastica segue una terapia medica basata principalmente su farmaci che riducono il rischio di nuove trombosi (antiaggreganti come l’aspirina e il ticagrelor o il prasugrel) e che riducono il colesterolo (come le statine). Queste medicine sono fondamentali per ridurre il rischio di recidive.

L’infarto si può prevenire?

Sebbene non si possa evitare del tutto un evento come l’infarto, è possibile ridurre i fattori di rischio a esso correlati, intervenendo in particolare su quelli modificabili e dunque prestando attenzione al proprio stile di vita e, su consiglio del medico, alla terapia medica per controllare i fattori di rischio come l’ipertensione arteriosa e l’ipercolesterolemia.

È bene, per esempio, assicurarsi un’alimentazione varia ed equilibrata che prediliga cereali, legumi, frutta e verdura e che – a grassi saturi e colesterolo (burro, carni rosse) – preferisca olio extravergine di oliva, pesce e carni bianche. Importante poi anche il ruolo di una regolare attività fisica aerobica (almeno tre volte alla settimana per 45 minuti, come correre, camminare a passo sostenuto, nuotare, andare in bicicletta) che contribuisce a mantenere il peso corporeo nella norma, a migliorare la capacità del cuore di pompare il sangue e a tenere sotto controllo la pressione arteriosa. È fondamentale poi non fumare.

Sulla salute del cuore ha poi anche un peso lo stress in quanto impatta sulla pressione arteriosa: una condizione continua di stress infatti aumenta i valori della pressione che sono correlati al rischio cardiovascolare. Inoltre lo stress può modificare le placche aterosclerotiche nelle coronarie, causandone la rottura e favorendo così un evento come l’infarto. Tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa può essere di aiuto a monitorare la situazione: una condizione di stress infatti può determinare un aumento della pressione.

“Supercibi” o corretta alimentazione?

I tumori si possono prevenire con l’alimentazione?

Proviamo a fare chiarezza, con l’aiuto della dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

“Supercibi” o corretta alimentazione?

“Quando si parla di “supercibi” ci si riferisce a quegli alimenti che dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, portare grandi benefici a chi li consuma abitualmente. Si parla di una lunga lista di alimenti e spezie fra cui: aglio, avena, barbabietola, cipolla, crucifere, curcuma, frutti rossi, limone, frutta secca, tè verde, fibre e molti altri. Per ognuno è stato dimostrato che possiedano proprietà salutari per l’organismo, purtroppo però non è ancora altrettanto certo che, singolarmente, siano in grado di prevenire l’insorgenza di un tumore, e questo anche se consumati in grandi quantità per lungo tempo.

Purtroppo non esiste una dieta specifica anti-cancro ma sappiamo che un’alimentazione variata, senza esclusioni se non per provata motivazione, assicura tutti i nutrienti necessari a preservare le difese immunitarie e indirettamente può contribuire a prevenire alcune forme tumorali. 

Occorre poi seguire uno stile di vita sano e attivo che contrasti la sedentarietà, che comprenda una regolare e adeguata attività fisica, un peso corporeo nella norma, che limiti il consumo di alcol ed escluda l’abitudine al fumo. Tutti questi elementi sono considerati protettivi nei confronti della nostra salute e non solo per quanto riguarda i tumori”, spiega la dottoressa Pastore.

 I consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che con una dieta sana ed equilibrata si potrebbero evitare circa un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori e fornisce alcuni consigli:

  • Evitare l’obesità.
  • Mantenersi fisicamente attivi, con un regolare esercizio fisico.
  • Limitare il consumo di alimenti molto calorici ed evitare il consumo di bevande zuccherate.
  • Basare la propria alimentazione su alimenti di provenienza vegetale, possibilmente con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto, e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Assumere cinque porzioni di frutta e verdura al giorno (le patate non sono verdure).
  • Limitare il consumo di carni rosse (ovine, suine e bovine) ed evitare il consumo di carni conservate.
  • Limitare il consumo di bevande alcoliche.
  • Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi).
  • Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso un’alimentazione variegata ed equilibrata. 

Carne rossa e rischio tumori

“Un’eccessiva assunzione di grassi, soprattutto di origine animale, è stata messa in relazione con una maggiore incidenza di tumori, in particolare quelli del tratto digerente e quelli correlati agli ormoni come il tumore alla mammella, della prostata e dell’endometrio, attraverso vari meccanismi di azione. Se poi la dieta ad alto contenuto in grassi si associa a un’alimentazione squilibrata anche in altri componenti, e ad altri fattori di rischio come alcol e fumo, la probabilità di sviluppare malattie cronico degenerative o un tumore aumenta.

Nell’ultima revisione, l’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Oms ha inserito le carni lavorate nella lista delle sostanze cancerogene e le carni rosse in quella delle probabilmente cancerogene, da questo momento è scattata una campagna mediatica contro questi alimenti che ha terrorizzato molti consumatori.

In realtà questi dati non sono nuovi: le carni lavorate, salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore, la presenza di conservanti o di prodotti di combustione è noto che siano legati ad alcuni tipi di tumore.

Gli studi su cui si basano queste indicazioni si riferiscono a consumi quotidiani e a quantitativi lontani dai consumi medi italiani, a metodi di produzione che non riguardano l’Italia. L’aumento del rischio è legato agli eccessi, la stessa IARC conferma che un consumo settimanale inferiore a 500 g di carne rossa non costituisce un pericolo per la salute. Fondamentale è la qualità, la quantità e la modalità di cottura. In una dieta variata il consumo di carne rossa una o due volte la settimana, scelta fra i tagli con meno grassi, e alternata ad altre fonti proteiche non espone quindi a rischi. Un’ulteriore conferma di quanto sia importante tornare alla dieta mediterranea tipica della tradizione italiana, ricca di vegetali, frutta, legumi, cereali anche integrali, pesce, olio di oliva senza dimenticare anche tutti gli altri alimenti proteici, che ha dimostrato di poter diminuire il rischio di tumore”, conclude la dottoressa Pastore.

CONTINUA NEL LINK ORIGINALE

https://www.humanitas.it/news/26114-tumori-si-possono-prevenire-lalimentazione?fbclid=IwAR0H7JiYZzdRz9MHPE7qyuduO1Dhyuqgn6wt0O8tCTSJvPcvx7XJ0xGhTBI

27/07/20

Veranda Barabasca Ristorante e molto molto altro

Fiorenzuola d'Arda, Italia troverete  un ristorante OTTIMO  **Veranda Barabasca**




IL CIBO DELIZIOSO CON UNA OTTIMA SCELTA SIA DEL FRESCO SIA DEL CIBO COTTO PER OGNI PALATO
ci siamo fermati  a pranzare  in ***
SP452R KM3.2 Località Barabasca, 452, 29017 Fiorenzuola d'Arda, Italia –****  nella strada di ritorno per casa DOVE ABBIAMO TROVATO UN MENU' FORNITO DI TUTTO (VEDI FOTO) oppure  troverete  un menu' alla carta.





UN RISTORANTE MOLTO PULITO, I PIATTI DAI PRIMI ALLA FRUTTA ASSAPORATI E FACENDO LA SCARPETTA AD OGNI PIATTO,  la CARNE TENERA affiancata da VERDURE FRESCHISSIME.

LA FRUTTA (MACEDONIA) tagliata al momento con frutta di stagione  per non perdere il sapore e la qualità
per non farci mancare nulla LA MERINGATA (TORTA) SERVITA IN ABBONDANZA CON la cioccolata sopra da leccarsi il palato.

Ve lo consiglio ragazzi perché' vi servono con 
professionalità e massima cordialità da parte di tutto lo staff con piatti semplicemente favolosi  di ottimo livello  serviti nella sua semplicità SEMPRE CON IL SORRISO 

Vi chiederete E I PREZZI? bene guardate le foto e capirete che oltre al gusto eccellente ANCHE I PREZZI SONO ALLA PORTATA DI TUTTI.

la pulizia al top.

E COME DICO SEMPRE IO - FIDATEVI DI ME PROVARE PER CREDERE
NB: ♿ ACCESSIBILE PER TUTTI 








20/07/20

Barriere e .... IL DISAGIO GIORNALIERO


Lo hanno dovuto prendere di peso gli amici perché il passaggio della sedia a rotelle era ostacolato dai rami che ostruivano il marciapiede di via Pacinotti, a Iglesias. Solo dopo quest'ennesima triste esperienza vissuta da Ivan Melis - 44 anni, di Iglesias, affetto da sclerosi multipla - il Comune ha fatto potare l'albero. Ma i problemi di una città (una delle tante) inaccessibile a disabili e chiunque abbia (anche temporaneamente) difficoltà motorie, rimangono. E sono numerosi....

Continua:
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www.unionesarda.it/video/video/cronaca-sardegna/2020/07/19/troppe-barriere-ho-voglia-di-chiudermi-in-casa-iglesias-lo-sfogo-52-1041138.html

18/07/20

Ristorante - Brezza di mare Cattolica Italia

Ragazzi, volevo consigliarvi  un ristorante a Cattolica
Cattolica - Italia
DOVE POTRETE ASSAPORARE IL GUSTO, LA DELICATEZZA DEI CIBI, LA BONTA' DEI VINI LA LOCATION PULITA E MOLTO ACCOGLIENTE.
Si possono gustare cibi freschi di mare  e di terra  , gustare ottime pizze  e trovare antipasti napoletani e antipasti caldi o freddi .
Assaporate anche piatti tipici  dell'
Emilia Romagna.

PROVARE PER CREDERE  VI LASCIO QUALCHE ANTICIPO FOTOGRAFICO  ma e' solamente una parte di tutti gli ottimi cibi che vi faranno scegliere per il Vostro palato.
Un Ristorante molto caratteristico a pochi passi dal mare, e a due passi dal centro 

CON PREZZI ACCESSIBILI PER TUTTI E PER TUTTI I PALATI, serviti da un pe
rsonale di sala gentile e  molto professionale.












NB: ♿ ACCESSIBILE PER TUTTI 

15/07/20

Come cambierà la SALUTE, la MEDICINA e la SCUOLA…- 21 LUGLIO ALLE 21:00

Come cambierà la SALUTE, la MEDICINA e la SCUOLA… e le PERSONE dopo il COVID19?
INTERVERRANNO I RELATORI:
• MAURO LA PORTA psicologo, criminologo, giurista, giornalista, consulente culturale Rai, ricercatore.
MARCO SCIABA’ web analyst & comunicazione.
PAOLA BOSCHI ricercatore in comunicazione.
GIOVANNI GRISOTTI presidente AIPPN Italia,
esperto di prevenzione primaria e sano stile di Vita
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CONFERENZA SU YOUTUBE MARTEDI 21 LUGLIO ALLE 21:00
Richiesta del Link Youtube a: iscrittoevento@gmail.com

14/07/20

pensione di invalidità e...

Pensione di invalidità per queste 3 malattie neurologiche croniche che compromettono lo stato di salute della persona. 

Quali sono e come si manifestano? 
Inoltre, a cosa danno diritto sul piano medico-sanitario ed economico? 
Nel presente articolo, lo staff esperto di PdB mostrerà ai lettori quali sono le 7 malattie croniche del sistema nervoso che danno accesso alla pensione di invalidità.

Come funziona l’assegnazione della pensione di invalidità

Il nostro sistema fiscale, quando un contribuente è affetto da una malattia fortemente invalidante, garantisce a quest’ultimo un trattamento economico in forma di sussidio. 

Tale tipo di trattamento segue la logica di tipo assistenziale.

Infatti, quando si parla di pensione di invalidità, ci si riferisce ad un trattamento economico che segue strade differenti rispetto alla pensione lavorativa. Proprio perché non si tratta di un assegno di tipo contributivo, è utile sapere che le pensioni di invalidità non diventano reversibili al familiare. Fanno eccezione alcuni casi di pensioni che diventano reversibili come potete leggere qui.

Quali sono le malattie neurologiche che si considerano ai fini del computo per l’invalidità

Fatti i doverosi chiarimenti, vediamo allora quando spetta la pensione di invalidità per queste 3 malattie neurologiche croniche. Come molti lettori sapranno, le malattie neurologiche sono quelle che interessano il sistema nervoso ed interessano differenti funzionamenti dello stesso. L’aggettivo cronico, invece, sta ad indicare le malattie che presentano sintomi che nel tempo non si risolvono. Al contrario, i sintomi possono subire nel tempo peggiorare con una conseguente ricaduta negativa sullo stato di salute globale della persona che ne soffre.

Continua:
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www.proiezionidiborsa.it/pensione-di-invalidita-per-queste-3-malattie-neurologiche-croniche/

nei... benigni o maligni

nei maligni sono lesioni pigmentate che possono degenerare e dar luogo ad un tumore della pelle, come il melanoma.

Queste formazioni possono insorgere sulla cute sana, come formazioni "ex novo", o traggono origine da lesioni già esistenti o di recente comparsa, che evolvono in senso neoplastico.

Rispetto a quelli benigni, i nei maligni presentano alcune caratteristiche che li rendono "atipici" sia all'occhio nudo, che all'esame dermatoscopico.

Per identificare queste lesioni il prima possibile, occorre prestare attenzione ad eventuali cambiamenti di forma (i nei maligni sono spesso asimmetrici, con margini frastagliati e/o incisure) ed aspetto (sanguinano, prudono o appaiono discontinui nel tempo). Il colore dei nei maligni non è, poi, uniforme, ma vira verso una pigmentazione scura (nero molto intenso) o si presenta con sfumature rosso-brune, bianche, nere o blu. Anche un accrescimento in larghezza e spessore può indicare un'evoluzione della lesione in senso neoplastico, specialmente se tale alterazione si verifica in un tempo piuttosto breve.

Purtroppo, non è sempre facile rendersi conto di questi cambiamenti, quindi la corretta pratica da seguire consiste nel sottoporsi a controlli dermatologici periodici, per valutare la presenza di eventuali nei maligni. La prevenzione e la diagnosi precoce sono le strategie più efficaci per gestire il melanoma e gli altri tumori della pelle che possono derivare dalla trasformazione di queste lesioni pigmentate. Inoltre, quest'approccio può migliorare in modo significativo le probabilità di cura.


CONTINUA qui la tua lettura:

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https://www.my-personaltrainer.it/salute/nei-maligni.html

Comunicazione tecnico scientifica per l'accertamento

L’INPS diffonde la Comunicazione tecnico scientifica per l'accertamento della disabilità legata alla SM

La sclerosi multipla è una malattia caratterizzata da molti e diversi sintomi, da fasi alterne di andamento che possono vedere periodi di progressione o regressione della malattia. Ecco perché la valutazione degli stati invalidanti della malattia non è semplice né univoca. Per questo motivo è stato stilato un documento grazie al quale la valutazione della condizione della persona affetta da SM ai fini del riconoscimento non solo dell’invalidità civile, ma anche della disabilità   lavorativa (vedi legge 68/99), sarà più snella.

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www.disabili.com/legge-e-fisco/articoli-legge-e-fisco/invalidita-civile-e-sclerosi-multipla-un-documento-aiuta-nella-valutazione-

13/07/20

Morbo di still

Si tratta di una rara malattia reumatica.
Caratteristica principale è l'associazione di febbre oltre i 39°C, eruzioni cutanee durante i picchi di febbre, dolori muscolari o alle articolazioni, ipertrofia dei linfonodi, iperleucocitosi (per lo più neutrofili polimorfonucleati) e anomalie del metabolismo epatico. Possono essere presenti altri sintomi.
Nessun sintomo è di per sé sufficiente a stabilire la diagnosi, in quanto altre patologie (in particolare infezioni o malattie neoplastiche) possono avere sintomi simili.
Per questa ragione la diagnosi della malattia è spesso una 'diagnosi di esclusione''; ciò significa che la diagnosi è confermata solo quando le altre possibili patologie sono state definitivamente escluse.
L'evoluzione della malattia è difficile da predire; può essere limitata a un breve periodo, oppure può ripresentarsi per mesi o anni.
A volte si possono manifestare erosioni articolari (1 paziente su 3).
La terapia ha due scopi:
1) limitare l'intensità dei sintomi; i farmaci più usati per questo sono l'aspirina e gli antinfiammatori non steroidei, che possono essere utilizzati all'esordio, anche quando la diagnosi non è ancora certa;
2) controllare l'evoluzione della malattia, attraverso l'uso di corticosteroidi, methotrexate, ciclosporina A e a volte anche immunoglobuline per endovena o inibitori del TNF alfa come Etanercept o Infliximab.


Continua la tua lettura nel link originale:
https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?lng=IT&Expert=829

Xantomatosi cerebrotendinea

Definizione della malattia
La xantomatosi cerebrotendinea (CTX) è un difetto congenito della sintesi degli acidi biliari con colestasi neonatale, cataratta a esordio infantile, xantomi tendinei a esordio nell'adolescenza/prima età adulta e xantomi cerebrali con disfunzione neurologica a esordio nell'età adulta.

continua nel link originale:
https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=909

Sindrome metabolica

(Sindrome X; Sindrome da insulino-resistenza)

La sindrome metabolica è caratterizzata da una grossa circonferenza vita (dovuta al grasso addominale in eccesso), ipertensione arteriosa, alterata glicemia a digiuno o insulino-resistenza e dislipidemia. Le cause, le complicanze, la diagnosi e il trattamento sono simili a quelli dell'obesità.
Nei Paesi sviluppati, la sindrome metabolica è un problema serio. Esso è molto diffuso; negli Stati Uniti, > 40% delle persone > 50 anni può esserne affetta. I bambini e gli adolescenti possono sviluppare la sindrome metabolica, ma per questi gruppi non è stata stabilita nessuna definizione.
Lo sviluppo della sindrome metabolica dipende sia dalla distribuzione che dalla quantità di grasso. L'eccesso di grasso a livello addominale (conformazione a mela), in particolare quando si traduce in un alto rapporto vita-fianchi (che rispecchia un rapporto muscolo-massa grassa relativamente basso), aumenta il rischio. La sindrome è meno comune tra i soggetti con accumulo di grasso sottocutaneo sulle anche (conformazione a pera) e un rapporto vita-anca basso (indice di una maggiore proporzione di muscolo rispetto alla massa grassa).
L'eccesso di grasso addominale determina un eccesso di acidi grassi liberi nella vena porta, con aumento dell'accumulo lipidico nel fegato. Il grasso si accumula anche nelle cellule muscolari. Si sviluppa insulino-resistenza insieme ad iperinsulinemia. Il metabolismo del glucosio è ridotto, e si sviluppano dislipidemie e ipertensione. I livelli sierici dell'acido urico sono tipicamente elevati (aumentando il rischio di gotta) e si sviluppa uno stato protrombotico (con livelli aumentati di fibrinogeno e dell'inibitore dell'attivatore del plasminogeno di tipo I).
I rischi di sindrome metabolica comprendono

Diagnosi

  • Circonferenza della vita e pressione arteriosa
  • Glicemia a digiuno e profilo lipidico
Lo screening è importante. Anamnesi familiare, misurazione della circonferenza della vita e misurazione della pressione arteriosa fanno parte degli esami di routine. Se i pazienti con un'anamnesi familiare positiva per diabete mellito di tipo 2, in particolare quelli con età  40 anni, hanno una circonferenza della vita superiore a quanto raccomandato per razza e sesso, si devono determinare la glicemia a digiuno e il profilo lipidico.
La sindrome metabolica ha molte definizioni diverse, ma il più delle volte è diagnosticata quando sono presenti  3 dei seguenti sintomi (vedi tabella Criteri spesso utilizzati per la diagnosi di sindrome metabolica):
  • Eccesso di grasso addominale
  • Una glicemia alta a digiuno
  • Ipertensione
  • Un alto livello di trigliceridi
  • Bassi livelli di lipoproteina ad alta densità (HDL)

Trattamento

  • Dieta sana ed esercizio fisico
  • A volte metformina
  • Gestione dei fattori di rischio cardiovascolare
Un approccio ottimale alla gestione del problema produce una perdita di peso sulla base di una dieta sana e di regolare attività fisica, che comprende una combinazione di attività aerobica e allenamento della forza, con il rinforzo della terapia comportamentale. La metformina, un sensibilizzante dell' insulina, o un tiazolidinedione (p. es., rosiglitazonepioglitazone), può essere utile. Una perdita di peso di  7% può essere sufficiente per invertire la sindrome, in caso contrario ogni aspetto di questa deve essere trattato per raggiungere gli obiettivi raccomandati; il trattamento farmacologico disponibile è molto efficace.
È necessario gestire anche altri fattori di rischio cardiovascolare (p. es., smettere di fumare). Un aumento dell'attività fisica porta benefici cardiovascolari anche se non si perde peso

continua nel link originale:

https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-nutrizionali/obesit%C3%A0-e-sindrome-metabolica/sindrome-metabolica