30/04/12

Le immunoglobuline

 IgG + IgA + IgMIg è l'abbreviazione di immunoglobulina. 
Dette anche anticorpi, le immunoglobuline sono proteine presenti nel sangue. Ne esistono cinque tipi (IgA, IgD, IgE, IgG e IgM). La somma di IgG, IgM ed IgA è comunemente detta Ig totali. Le immunoglobuline sono prodotte dai linfociti B (un tipo di globuli bianchi) quando il sistema immunitario entra in contatto con sostanze estranee (antigeni) appartenenti ad un agente infettivo (ad esempio un batterio o un virus). 
Ciascuna immunoglobulina è specifica per l'antigene che ne ha provocato la produzione ed è capace di legarsi ad esso, facilitandone l'uccisione e l'eliminazione. 
Le IgA sono gli anticorpi particolarmente presenti nelle secrezioni (saliva, lacrime, muchi, ecc.) ed in quanto tali costituiscono una vera e propria barriera che le mucose oppongono ad un agente infettivo che vuole introdursi nel nostro organismo. 
Le IgG, o gammaglobuline, costituiscono circa il 70-75% delle immunoglobuline presenti nel sangue e svolgono un ruolo importante nella difesa delle infezioni, ovvero nell'uccisione dei microrganismi che causano le infezioni. In particolare, le IgG sono gli unici anticorpi umani capaci di agire contro le tossine (sostanze velenose) prodotte dai batteri. 
Le IgE, pur essendo presenti nel sangue in esiguo numero, sono presenti sulla superficie di alcune cellule del sistema immunitario di tutti gli individui ed agiscono come recettori per gli antigeni, producendo la liberazione di alcune sostanze (anzitutto l'istamina), che provocano le reazioni allergiche (asma, orticaria, febbre da fieno). Le IgE svolgono anche un importante ruolo nella protezione dai parassiti (organismi che vivono a spese di un altro organismo, ricavandone le sostanze necessarie per la propria sopravvivenza e, dunque, danneggiandolo), soprattutto i vermi. Le IgM costituiscono circa il 10% delle immunoglobuline presenti nel sangue. Sono le prime globuline che vengono prodotte in caso di infezione (per allertare il sistema immunitario è sufficiente che una sola IgM si leghi ad un certo antigene). Un livello di Ig totali (IgG + IgM + IgA) > 600 mg/dl o un livello di IgG > 400 mg/dl esclude la possibilità che un paziente possa essere affetto da malattie immunitarie. 
Un livello di Ig totali < 200 mg/dl, invece, è solitamente indice di una carenza di produzione di anticorpi. 
Per livelli intermedi (cioè livelli di IgG compresi tra 200 e 400 mg/dl o livelli di Ig totali compresi tra 400 e 600 mg/dl) bisogna svolgere ulteriori indagini prima di poter escludere la possibilità che la funzionalità del sistema immunitario risulti alterata.

www.pagineblusanita.it/dizionario-medico/I/igg-+-iga-+-igm-1780.htm

29/04/12

Sclerosi Multipla a Bari Conferme sul metodo Zamboni

http://www.smuovilavita.it/notizie/blog/rassegna-stampa/199-sclerosi-multipla-a-bari-conferme-sul-metodo-zamboni

E’ stato pubblicato sulla rivista medica Current Neurovascular Research un interessante studio italiano intitolato “Profili doppler di qualità multigate ed alterazioni morfologiche/emodinamiche in pazienti con sclerosi multipla”.
Secondo alcuni ricercatori del Policlinico dell’Università di Bari, coordinati dal prof. M.M. Ciccone, l’ecocolordoppler venoso (ECD) ha dimostrato che la sindrome dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è correlata alla sclerosi multipla (SM).
Gli obiettivi dello studio erano di valutare la variabilità intersignificativa nella valutazione ecografica dei pazienti con SM e di correlare gli ecomarcatori ai sintomi clinici della SM ed al grado di disabilità.
277 pazienti con SM (117 uomini, età media 43,05 ± 10.04 anni) ammessi al Dipartimento di Neurologia dell’Università di Bari, sono stati sottoposti a valutazione clinica con la scala di disabilità per pazienti affetti da sclerosi multipla ed a valutazione ECD del sistema cerebro-venoso.
Al termine dello studio, secondo gli autori, l’ecocolordoppler ha un valore importante nei pazienti con SM con rilevamento di anomalie alle vene giugulari e una buona riproducibilità intersignificativa della procedura. La sclerosi multipla è associata alla CCSVI, anche se sono necessari ulteriori studi.*

*Ricordiamo che tra i firmatari di questo studio c'è anche la prof.ssa Trojano dell'Università di Bari, partecipante allo studio CoSMo promosso da AISM/FISM.

Fondazione Smuovilavita. Onlus. Per la Ricerca sulla Sclerosi Multipla

Sede legale e sede opereativa: Via Ghiotto, 2 Montecchio Maggiore Vicenza 36075

Telefono: 0039 0444 608601

La ricerca prepara le rivoluzioni per contrastare Alzheimer, Parkinson e Sla -

"Ripareremo il cervello in tilt"


Si studia la proteina dei neuromi per capire come si trasforma:da guardiano a killer
MARCO PIVATO http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/451787/
La ricerca sulle malattie neurodegenerative più importanti è a una svolta epocale, dovuta, soprattutto, al ribaltamento di preconcetti e dogmi che hanno vincolato per anni la scienza. Alzheimer, Parkinson e Sla (la sclerosi laterale amiotrofica) cominciano a svelare inediti meccanismi che detteranno nuove direttive su prevenzione, diagnosi precoce, trattamento e rallentamento del loro drammatico decorso.

I dettagli sono racchiusi nella relazione del professor Lucio Annunziato, presidente della Società italiana di neuroscienze, membro dell’Istituto nazionale di neuroscienze e farmacologo all’Università Federico II di Napoli, che ha coordinato il Congresso della Società, organizzato da Renato Bernardini, farmacologo all’Università di Catania. E’ lì che i maggiori esperti mondiali si sono dati appuntamento la scorsa settimana con la gemella Società israeliana di neuroscienze e hanno tracciato una linea di demarcazione che d’ora in avanti segnerà il limite tra il passato e il futuro della battaglia alle malattie del cervello.

Una prima e importante rivoluzione consiste nell’aver individuato un fattore-chiave, capace di contrastare gli effetti della neurodegenerazione. Un approccio valido, allo stesso tempo, contro tutte e tre le patologie e che consiste nel «potenziamento del sistema immunitario - spiega Annunziato - prima d’ora erroneamente considerato un facilitatore dei processi infiammatori che si scatenano in seguito alla massiccia morte delle cellule cerebrali». Michaela Schwartz, del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele ha dimostrato che le difese immunitarie periferiche, in realtà, coadiuvano quelle cerebrali nel contenimento del danno. Il fenomeno, battezzato «autoimmunnità protettiva» è stato descritto e pubblicato su «Nature Neurology Review» e «Nature Medicine».

L'altra rivoluzione consiste nel riconsiderare il ruolo della Beta-amiloide, la «proteina killer» che si deposita - per cause ancora non del tutto note - nel cervello, causando l’Alzheimer. «Anna Panaccione dell’Università Federico II di Napoli - riferisce Annunziato - ha dimostrato che la Beta-amiloide, in condizioni di salute, ha un ruolo fisiologico fondamentale, ossia regolare opportunamente l’entrata del calcio negli organuli cellulari». Con quale meccanismo s’acceca allora l’intelligenza di questa proteina, che da guardiana del neurone diventa il suo boia? La ricerca dovrà ora sciogliere questo nodo.

Sul fronte della farmacologia le principali novità contro l’Alzheimer vengono dal laboratorio della presidente uscente della Società israeliana di neuroscienze, Illana Gozes, e sono rappresentate dalla scoperta del fattore Adnp (Activity-dependent neuroprotective protein), che induce la proliferazione dei neuriti, i prolungamenti del neurone tramite i quali si realizzano nuove connessioni con altre cellule dello stesso tipo, e dalla proteina davunetide, capace di proteggere i microtubuli, le «impalcature» di tutte le cellule, neuroni compresi.

Gli aspetti più sorprendenti arrivano dalla diagnostica. «È noto che il Parkinson esibisce i primi sintomi quando ormai la morte di specifici neuroni, chiamati neuroni dopaminergici, ha raggiunto l’80% del totale - spiega il presidente dei neuroscienziati italiani -: è un processo silente che inizia decine di anni prima di avvertire manifestazioni quali il tremore». È possibile, allora, riconoscere i prodromi nella fase silente della malattia? Paolo Barone, dell’Università di Salerno, ha evidenziato l’importanza di alcuni segnali indicativi: disfunzioni a carico del senso dell’odore, depressione e disturbi del sonno. Sintomi apparentemente generici, ma che si riscontrano nella grande maggioranza dei pazienti colpiti da Parkinson, addirittura con una frequenza del 95% nel caso della compromissione della percezione degli odori. «Se si manifesta la copresenza di tutti e tre i disturbi, si può ipotizzare, con anticipo, l’insorgenza della malattia grazie alle neuroimmagini, che mostreranno l’inizio della riduzione dei neuroni dopaminergici». Inoltre - suggerisce ancora il professore - «l’assunzione di farmaci antiparkinsoniani, a questo stadio iniziale, può rallentare di molto il decorso della malattia».

L’obiettivo degli specialisti rimane quello di individuare i precoci campanelli d’allarme non solo del morbo di Parkinson e della malattia di Alzheimer, ma anche delle altre affezioni neurodegenerative come la Sla. Risultati in questo senso sono stati ottenuti da Daniel Offen e Eldad Melamed dell’Università di Tel Aviv e pubblicati sul «Journal of Stem Cells Reviews». «I ricercatori - spiega Annunziato - hanno mostrato che particolari tipi di cellule staminali producono fattori abili a ristabilire il dialogo tra il sistema nervoso centrale e i muscoli e che, se trapiantate negli arti posteriori di ratti malati di Sla, inducono un’estensione delle fibre, un ritardo dei sintomi e un significativo allungamento della vita media».

Le stime degli epidemiologi sono allarmanti: riportano che, in tutto il mondo, sono 10 milioni gli individui che, in questo momento, convivono con il Parkinson, per un costo sanitario di circa 25 miliardi di dollari, solo negli Usa. Le proiezioni studiate su un periodo di 30 anni suggeriscono che, stando all’andamento attuale, i malati di Alzheimer, invece, potrebbero crescere, fino costituire una popolazione di 60 milioni di pazienti, con un costo per la società di 200 miliardi, sempre negli Usa, ma che salirà a più di mille miliardi di dollari entro il 2050. L’incidenza della Sla, infine, si attesta tra uno e tre individui su 100 mila l’anno, con un costo per le famiglie che raggiunge anche i 200 mila dollari l’anno.

Il Retinoblastoma

http://www.atritoscana.it/patologie_retinoblastoma.asp

Il retinoblastoma è il tumore maligno oculare più frequente in età pediatrica. Colpisce la retina di circa un bambino su 20mila nati vivi ogni anno e può coinvolgere uno o entrambi gli occhi.
I primi segni e sintomi sono riscontrati in bambini di età inferiore a 5 anni (in media entro il primo anno nei casi bilaterali ed entro i 2 anni nei casi unilaterali).
Il sintomo più comune è la leucocoria, un riflesso bianco o fosforescente nella pupilla (come il riflesso dell'occhio del gatto) simile a una piccola macchia, dovuto alla massa tumorale che sporge nell'umore vitreo. Frequenti sono anche lo strabismo (la deviazione di uno o entrambi gli occhi verso l'interno o l'esterno), dovuto alla perdita della visione centrale nell'occhio malato, e il glaucoma. Meno spesso si osservano dilatazione della pupilla e nistagmo (movimenti spontanei rapidi e ritmici degli occhi).

Come si scopre e come si cura?

Il neonatologo e il pediatra hanno un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce del retinoblastoma; oggi è possibile guarire oltre il 95 per cento dei bambini affetti da questa malattia, purchè la diagnosi sia tempestiva.
È perciò indispensabile che i genitori facciano attenzione alle alterazioni del colore della pupilla, che spesso è possibile osservare in fotografie fatte col flash. È auspicabile che lo screening oftalmologico effettuato dalla nascita fino ai 3 anni possa favorire un maggior numero di diagnosi precoci. Una volta sospettato un retinoblastoma occorre eseguire un'approfondita anamnesi familiare (il tumore può essersi presentato in altri membri della famiglia), l'esame del fondo dell'occhio in anestesia generale, l'ecografia oculare e la risonanza magnetica delle orbite.
La terapia per il retinoblastoma deve tener conto della necessità di preservare la vita, conservare l'occhio, mantenere una funzione visiva utile e ottenere un effetto cosmetico accettabile. Attualmente l'approccio più diffuso è costituito dal trattamento con farmaci antitumorali associato a un intervento focale (fotocoagulazione, laser-terapia, crioterapia o termoterapia transpupillare) eseguito da oculisti esperti. Requisito indispensabile per un esito favorevole è che il trattamento venga praticato solo in centri con lunga e provata esperienza nella diagnosi oftalmoscopica e nella terapia focale. Inoltre, è necessario, anche una volta raggiunta la guarigione, effettuare controlli oculistici almeno ogni 2- 4 mesi per molti anni, poiché tanto più piccoli sono i bambini tanto maggiore è il rischio che compaiano nuovi focolai retinici.

Diagnosi precoce, guarigione sicura?

Già dopo la prima somministrazione di chemioterapia si osservano vistose riduzioni del volume del tumore retinico. L'enucleazione, cioè l'asportazione chirurgica dell'occhio, viene ormai praticata solo in casi molto avanzati, mentre la radioterapia è riservata ai casi resistenti.
Grazie alla tempestività degli interventi, dai primi del Novecento a oggi sono stati compiuti progressi enormi, e negli ultimi 15 anni la percentuale di sopravvivenza nei bambini diagnosticati precocemente è cresciuta dal 5 per cento a quasi il 100 per cento.
Anche la diagnosi prenatale effettuata durante la gravidanza è fondamentale, perchè permette di intervenire subito dopo la nascita, ottenendo quasi sempre la completa: guarigione del bambino.
Molto utile, infine, è l'esame del DNA: il retinoblastoma rappresenta infatti un modello di tumore ereditario, specialmente quando sono colpiti entrambi gli occhi e in più punti della retina.
Qualora ci siano casi di retinoblastoma tra i familiari della coppia che desidera concepire un figlio, è consigliabile un colloquio con un genetista per valutare le probabilità di trasmettergli la malattia.
da "Salute in Farmacia"

e ancora troverete altre info: http://www.informazionimediche.com/2011/10/retinoblastoma-segni-sintomi-cause-terapie-e-chirurgia.html

28/04/12

NATI IERI- noi siamo il futuro siamo preparati per un mondo duro

QUESTA CANZONE FA PROPRIO PER NOI

Nati Ieri Raf

Nati ieri è sinonimo d'ingenuità per chi ha già un'età
ma noi venuti al mondo 24 ore fa sembriamo già
conoscere d'istinto la ragione per cui siamo qua
Invece poi non basterebbero 2 vite intere per coglierne l'essenza
ormai dimenticata dando a qualunque costo, un costo alla nascosta: "felicità"
Essendo nati ieri non abbiamo grandi desideri nè desideri da grandi
spesso futili poco importanti tanti, troppi, quanti?!
Ci serve solamente un po' d'amore, di attenzioni
se è il caso le premure di medici, dottori che hanno visto nascere
non solo santi, artisti e navigatori, sempre allineati su 2 fronti
le nostre prime cure - le ansie, le paure dei cari genitori
Il gioco è appena cominciato, su coraggio coumunque vada
il nostro sarà un grande viaggio
Ci vedrai imparare a restare in piedi
e poi camminare senza più cadere
ci vedrai dormire ma poi sognare ad occhi aperti
di volare ancor più su senza ali e senza reti

Nati ieri siamo noi siamo il futuro
siamo preparati per un mondo duro

figli di questa realtà noi crediamo fino in fondo
che domani sia migliore nonostante tutto
I volontari fanno cose grandi e ai grandi della terra manca volontà
per aiutare veramente l'altra faccia dell'umanità là dove la natura
è meno generosa
e noi armati solo di rosa senza spine leggeri come una mariposa disinnescando mine sapremo migliorare questa eredità?
Bisognerebbe avere ognuno il suo obiettivo da portare avanti
non per se stessi ma per tutti quanti che il ricco sia esempio di altruismo e nobiltà d'animo
che il povero possa vivere con dignità d'essere umano
Per comodità tu pensi che: sono inutili banalità
Prova solo ad essere discepolo di noi bambini
maestri di semplicità 


Ci vedrai già grandi ci potrai capire?
Se per un amore ci vedrai soffrire
ma poi ridere di gioia e gridare ad una stella
che la guerra è finita e
che la vita è bella
Nati ieri siamo noi siamo il futuro
siamo preparati per un mondo duro
figli di questa realtà noi crediamo fino in fondo
che domani sia migliore nonostante tutto
 
http://www.youtube.com/watch?v=EFbCcBRHMMs

Riabilitazione pelvica

http://cistite.info/joomla/index.php/mriabilitazionepelvica
Mancato rilassamento (contrattura) del pavimento pelvico


Il pavimento pelvico è un complesso insieme di muscoli pelvici che hanno la funzione di sostenere gli organi pelvici quali vagina, utero, vescica, ano, retto, evitandone il prolasso, e la funzione di contrastare le pressioni addominali che agiscono su questi organi, per esempio in caso di sternuti, tosse, sollevamento di borse della spesa, ecc. Ogni colpo di tosse per esempio, aumenta la pressione addominale, che spinge contro la vescica Se non ci fosse l'opposizione muscolare del pavimento pelvico, la vescica così schiacciata farebbe fuoriuscire l'urina involontariamente. Essi sono i muscoli che intervengono quando cerchi di trattenere l'urina o le feci (soprattutto se liquide).Inoltre questi muscoli svolgono un ruolo decisivo nel momento espulsivo del parto.

 
Il muscolo del pavimento pelvico per noi più importante è il muscolo elevatore dell'ano, il quale a sua volta è costituito da 3 parti di cui quella che ci interessa è il muscolo pubococcigeo (PC). Esso circonda uretra, vagina ed ano, influenzando anche il detrusore vescicale. E' come se questa fascia muscolare fosse bucata da questi organi che la attraversano.

 
Il PC è' quindi responsabile della buona funzionalità urinaria, sessuale e defecatoria.

 
Spesso non siamo coscienti dell'esistenza di questa muscolatura e non siamo quindi in grado di governarla contraendola o rilassandola in base al bisogno che abbiamo. Senza allenamento e senza controllo, il pavimento pelvico può quindi sviluppare in autonomia un atteggiamento costantemente contratto o eccessivamente rilassato.

 
La stessa postura femminile dettata dall'esigenza estetica di avere una pancia piatta, ci fa contrarre la muscolatura pelvica ed addominale in maniera ormai automatica e quasi inconscia per nascondere la normalissima “ciccia” che un atteggiamento rilassato farebbe inevitabilmente traboccare.

 
Se l'elevatore dell'ano perde la sua capacità di contrarsi (a causa per esempio del parto, o per degenerazione dovuta all'avanzare dell'età, o per indebolimento da mancato allenamento) può dare luogo a incontinenza di urina, di feci e di gas e al prolasso (discesa verso il basso) degli organi da esso sostenuti.

Se al contrario sarà costantemente contratto provocherà sintomi diversi a seconda dell'organo interessato dalla contrattura:

  • sintomi urinari: perdita involontaria di urina, urgenza minzionale, pollachiuria senza infezione, sensazione di mancato svuotamento vescicale, peso vescicale, stenosi da contrattura (seguita da ristagno urinario ed infezioni)
  • sintomi vaginali: dispareunia (dolori ai rappoti sessuali), vulvodinia (dolore in zona vulvare), vaginismo (penetrazione sessuale difficile), anorgasmia (assenza di orgasmo), dolore pelvico
  • sintomi anali e rettali: difficoltà all'evacuazione, incoordinazione delle spinte defecatorie, senso di peso anale, dolore anale (anodinia) e perineale, stipsi.

Come si spiegano questi sintomi?
 
 
Il dolore: la contrazione comprime anche le arteriole che portano sangue ricco di ossigeno ai tessuti; di conseguenza l'ossigeno a disposizione sarà insufficiente. La mancanza di ossigeno provoca la liberazione di sostanze dolorifiche. Quindi avremo: vulvodinia, anodinia, dispareunia, stranguria. L'insieme di questi dolori muscolari viene chiamato mialgia. Il dolore a sua volta è causa di contrazione come meccanismo di difesa verso il dolore stesso. Ciò porterà ad un circolo vizioso di dolore- contrattura- dolore- contrattura. Il dolore provocato dalla cistite è causa stessa di contrattura e la ricorrenza della cistite è conseguenza della contrattura.

La stipsi: il muscolo contratto tenderà a restringere lo sfintere anale, le feci verranno espulse con più difficoltà, stazioneranno più a lungo nell'ampolla rettale e più resteranno lì, più i batteri al loro interno aumenteranno rendendo più probabile la colonizzazione vaginale, uretrale e quindi vescicale. Il dolore conseguente alla difficile espulsione contribuirà ad incrementare la contrattura.

Vaginismo e vulvodinia: il restringimento dell'entrata vaginale può rendere il rapporto così doloroso che la sola penetrazione diventa impossibile. Il forte attrito contro le pareti vulvari e vaginali durante l'atto sessuale, infatti creano infiammazione dolorosa di questi tessuti impedendone i successivi tentativi. Un tessuto infiammato è più facilmente preda degli attacchi batterici di un tessuto normale in quanto perde le sue normali difese. Di conseguenza la vulva e la vagina diventano ottimo ricettacolo di batteri. Più ce ne saranno in questi organi e maggiore sarà la probabilità che risalgano dall'uretra in vescica. La paura del dolore inoltre toglie alla donna eccitazione e ciò si traduce in mancata congestione (afflusso di sangue) in zona genitale. In situazioni normali questo abbondante afflusso di sangue forma attorno alla vagina come una specie cuscinetto, che protegge la vescica ammortizzando gli urti contro la vescica provocati dal rapporto. In mancanza di eccitazione viene meno questa funzione di ammortizzatore dei vasi sanguigni pieni di sangue e la vescica è sottoposta a trauma meccanico da rapporto. L'infiammazione vescicale conseguente sarà ovviamente dolorosa, ma non presenterà batteri.

 
Urgenza minzionale: La contrazione pelvica si riflette anche sul detrusore (il muscolo) vescicale, che si contrae a sua volta diminuendo la sua capienza e non riuscendo più a mandare gli input corretti al cervello. Ciò provocherà la necessità di urinare spesso, poco e urgentemente.

 
Come puoi notare il pavimento pelvico ha notevole influenza diretta ed indiretta sulla cistite ricorrente. Il rilassamento di tale muscolatura è l'obiettivo principale a cui ogni donna sofferente di IVU dovrebbe puntare.

 
La riabilitazione del pavimento pelvico sviluppa la consapevolezza della tua muscolatura pelvica insegnandoti a contrarla e a rilassarla volontariamente attraverso la fisiochinesiterapia pelvi-perineale, gli esercizi di Kegel ed il biofeedback. La riabilitazione inoltre rilassa in modo passivo la muscolatura e diminuisce il dolore attraverso la stimolazione elettrica funzionale (tens), l'educazione alla respirazione diaframmatica e la manipolazione.

Alla diagnosi di contrattura del pavimento pelvico si arriva principalmente attraverso l'esame urodinamico ( che valuta anche la contrazione della muscolatura pelvica durante la minzione) ed escludendo altre cause ostruttive (calcoli, stenosi, tumori, ecc).



RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

Un ruolo fondamentale per il rilassamento del pavimento pelvico è rivestito dalla respirazione. La vita moderna con i suoi ritmi e lo stress a cui ci sottopone, ci porta a respirare utilizzando solo la parte più alta dei nostri polmoni (respirazione toracica/clavicolare).

 
Il tentativo sopra citato di nascondere l'adiposità addominale incrementa questo tipo di respirazione in quanto contraendo la parte inferiore dell'addome si ostacola l'introduzione di aria nella zona polmonare inferiore, che non ha più spazio per espandersi. Le conseguenze sono: contrazione della muscolatura pelvica, insufficiente apporto di ossigeno, problemi respiratori , cattiva digestione, stitichezza, problematiche ginecologiche (per la connessione diaframma/perineo), ecc.

La respirazione corretta pertanto è quella diaframmatica, cioè la respirazione “bassa”, che utilizza appunto questo muscolo addominale (il diaframma), che separa la zona toracica da quella addominale. Tale respirazione permetterà al polmone di espandersi completamente e ciò produrrà una serie di effetti benefici:

  • i polmoni riceveranno maggiori quantità di aria e quindi di ossigeno, migliorando la circolazione sanguigna e la disponibilità di ossigeno per tutti gli organi
  • il diaframma con il suo innalzamento ed abbassamento continui attuerà una sorta di massaggio intestinale che agevolerà il passaggio intestinale delle feci e la loro espulsione
  • le strette connessioni tra diaframma e perineo faranno sì che il movimento dell'uno si ripercuota su quello dell'altro e ciò aumenterà la tonicità del pavimento pelvico e lo scioglimento delle contratture grazie a questo costante stimolo e massaggio.
 
Per valutare il tipo di respirazione che utilizzi posizionati davanti allo specchio, fai un respiro profondo e osserva ciò che avviene quando inspiri. Se si sollevano le spalle e si gonfia la parte superiore del torace, la tua respirazione è alta. Se le spalle restano ferme e ciò che si gonfia è la pancia, allora stai utilizzando correttamente il diaframma.

 
Un esercizio utile da fare quotidianamente per allenarsi alla respirazione diaframmatica è quello di sdraiarti supina poggiando una mano sul petto ed una sulla pancia, inspira col naso cercando di far sollevare solo la mano poggiata sulla pancia (l'altra ti serve per controllare che il torace non si muova), poi espira con la bocca aperta sgonfiando l'addome.

 
E' possibile che le prime volte avvertirai giramenti di testa. Ciò avviene a causa dell'iperventilazione, cioè arriva troppo ossigeno improvvisamente ed il tuo corpo non è abituato. In questo caso sospendi fino alla scomparsa del sintomo e ricomincia senza forzare troppo la respirazione. Pochi minuti al giorno sono sufficienti, ma sforzati durante la giornata di utilizzare questa respirazione sia che tu sia in piedi, sia che sia seduta o stia correndo. All'inizio dovrai sforzarti e faticherai anche solo a ricordarti di farlo, ma col tempo diventerà automatico respirare col diaframma.

E soprattutto fregatene degli stupidi canoni estetici del ventre piatto! Meglio Venere di Botticelli, che martire di urologo!


FISIOCHINESITERAPIA

 
Lo scopo principale è quello di renderti cosciente dell'esistenza della muscolatura del pavimento pelvico e farti scoprire che si può rilassare e contrarre volontariamente. Successivamente alla presa di coscienza si inizia l'allenamento con l' esecuzione di esercizi di contrazione e rilassamento escludendo l'interferenza dei muscoli accessori quali quelli glutei, addominali, il diaframma e gli adduttori (all'interno della coscia). Più il muscolo è allenato a questi esercizi e più riuscirai a controllarlo rilassandolo quando lo senti contratto e contraendolo solo quando è necessario. La ripresa dell'attività del muscolo e la liberazione dalla contrazione consentiranno un miglior afflusso di sangue e di ossigeno sia allo stesso muscolo, che agli organi da esso circondati (ano, vagina, uretra).

 
Gli esercizi proposti riprendono a grandi linee quelli ideati da Kegel, descritti nel capitolo successivo.

 
Le sedute durano circa un'ora ed un ciclo è composto da 12/14 sedute 2 volte la settimana. Si può proseguire con un nuovo ciclo se i risultati ottenuti nel precedente non sono stati sufficienti. Durante la seduta di chinesiterapia vengono effettuate, se ritenute necessarie, la elettrostimolazione ed il biofeedback.

Perchè la riabilitazione sia efficace, sono fondamentali l'impegno, la collaborazione e la costanza di chi vi è sottoposto. A domicilio infatti dovrai ripetere gli esercizi insegnati durante le sedute ed una volta terminata la terapia dovrai continuare a tenerti “allenata” con gli esercizi imparati, per consentire il mantenimento del rilassamento ottenuto.



ESERCIZI DI KEGEL

 
Il Dr. Kegel, ginecologo americano ideò una serie di esercizi atti a rinforzare il muscolo pubo-coccigeo e di conseguenza a rilassarlo. I suoi esercizi sono famosissimi ed effettuati a domicilio da tantissime donne. Essi rispecchiano parte di ciò che viene effettuato in una seduta di chinesiterapia. La corretta e costante effettuazione migliora la funzionalità del pavimento pelvico, i problemi di contrattura muscolare, i disturbi di incontinenza, di stipsi ed aumenta il piacere sessuale sia proprio che del partner.

Ecco alcuni esempi di esercizi di kegel:

  • contrai il PC per 10 secondi e rilassalo per 30. Ripeti più volte.
  • Contrai lentamente come se il muscolo si stesse gradualmente chiudendo verso l'interno e poi sempre lentamente rilascia come se il muscolo si stesse protendendo verso l'esterno.
  • Alterna velocemente e ritmicamente contrazioni a rilassamenti
 
Ovviamente per poter effettuare questi esercizi dovrai avere coscienza di quale sia il muscolo da contrarre, altrimenti la contrazione di muscoli sbagliati (addominali, glutei, diaframmatici e adduttori) peggiorerà ulteriormente la situazione. 2 donne su 3 hanno difficoltà a capire cosa contrarre.

 
Un metodo per capirlo è quello di interrompere il flusso urinario durante la minzione. Per farlo è necessario contrarre proprio il muscolo PC. In questo modo riuscirai a capire quale parte dovrai usare per effettuare gli esercizi di Kegel. Questa manovra va effettuata esclusivamente per individuare qual'è il muscolo coinvolto. Se riesci ad individuarlo semplicemente simulando l'interruzione della minzione è ancora meglio.

 
Un altro metodo è quello di inserire un dito in vagina e contrarre la muscolatura attorno a questo dito. Se senti la pressione aumentare attorno al tuo dito, avrai individuato il PC.

 
Ancora ti puoi guardare allo specchio, posizionandolo di fronte all'ingresso vaginale. Contraendo il PC dovresti vederne il movimento: la vulva si sposta in su e in giù.

 
Con una mano una volta sull'addome, una volta sui glutei ed una volta sull'interno coscia, assicurati che i muscoli qui presenti non si contraggano mentre contrai il PC.

Gli esercizi di Kegel vanno ripetuti almeno 20 minuti al giorno, ma non c'è un limite superiore. Più ci si esercita e maggiori saranno i benefici. Puoi farli ovunque ed in qualsiasi momento della giornata (nessuno si accorgerà di questa tua attività!): in autobus, mentre fai la spesa, dal parrucchiere, mentre guardi la tv, mentre guidi, durante il rapporto sessuale (con maggior soddisfazione per entrambi!). Già dopo 3 settimane di esercitazione costante noterai i primi cambiamenti.



BIOFEEDBACK

 
In caso non riuscissi a localizzare il muscolo da contrarre, ti potrà venire in aiuto il biofeedback trans vaginale.

 
Il biofeed back fa parte delle attività svolte durante le sedute di chinesiterapia.

Ecco come si svolge.

Verrà introdotta in vagina una sonda di dimensione variabile in base alle difficoltà di introduzione. Questa sonda rileva la pressione esercitata dai muscoli pelvici e trasforma questa informazione in immagine lineare visibile su un monitor. Questa linea, che viene visualizzata si alza quando la muscolatura si contrae e si abbassa quando invece si rilassa. Inizialmente comincerai a prendere confidenza con l'apparecchiatura e con la tua capacità di contrarre e di rilassare osservando sul monitor come il cursore va su e giù in corrispondenza alle tue azioni muscolari. Poi comincerai a ripetere delle linee precise che appariranno sul monitor. Questi alcuni esempi:

________________________________(linea base corrispondente al totale rilassamento)

________/\______/\_______/\_______(innervazione graduale e graduale rilassamento)

_____|\_______|\_______|\______(innervazione totale e immediata e grad. rilass.)

_____|-|_____|------|_____|---|___(innervaz. totale mantenuta per più secondi e

rilassam. totale e immediato).

 
All'inizio sembrerà molto difficile anche solo mantenere la linea orizzontale corrispondente al totale rilassamento e da questo capirai quanto è forte la tua tendenza alla contrazione muscolare.

Poi imparerai a mantenere piatta questa linea rilassando muscoli che neanche pensavi di avere. Infine riuscirai a mantenere i muscoli rilassati anche senza il controllo visivo del monitor. La linea più difficile da seguire per me era quella mista in cui si alternavano torri merlate a triangoli equilateri e retti. Ma alla fine delle sedute ero così cosciente di tutti i più piccoli muscoli pelvici, così allenata a contrarli e rilassarli quando, quanto e quali volevo, che sarei stata in grado di  disegnare sul monitor persino la mia firma!!



STIMOLAZIONE ELETTRICA FUNZIONALE

 
Laddove non si riesca ad avere la percezione del muscolo PC e quindi non si riesca ad esercitarlo volontariamente, interviene l'elettrostimolazione passiva. Essa può essere comunque di supporto alla chinesiterapia e può avere effetti antalgici (calma il dolore).

 
Viene effettuata applicando una serie di elettrodi a livello del clitoride, delle piccole labbra, della vagina o dell'ano (in base ai disturbi accusati). Questi elettrodi stimolano la contrazione della muscolatura pelvica e contemporaneamente stimolano il nervo pudendo (il nervo che manda a questi muscoli il segnale di contrarsi e di rilassarsi).

 
Arriverà in queste zone l'impulso elettrico che puoi percepire come una leggerissima scossa o come dolore puntorio. Dovrai aumentare il voltaggio fino a che senti bene questa scossa, ma senza che ti dia dolore. In seguito aumenti la potenza man mano che ti abitui a quel voltaggio e questo fa sì che la tua soglia del dolore aumenti gradualmente e con essa la capacità contrattile del muscolo. I voltaggi raggiunti ed i risultati ottenuti vanno riportati in un apposito diario quotidiano.

Io dovevo fare questi esercizi 20 minuti al mattino e 20 alla sera per 2 settimane. All'ospedale mi avevano dato l'apparecchio per poterli effettuare a casa.



MANIPOLAZIONE

 
E' una delle tecniche utilizzate in osteopatia. Questa disciplina in estrema sintesi cerca di riportare l'equilibrio psico-fisico-sociale agendo sull'apparato muscolo-scheletrico, sede dei blocchi che provocano la malattia. Questi blocchi a livello di ossa e di muscoli impediscono il normale afflusso di sangue ed ossigeno, il normale movimento dell' organo, il normale scorrere dei fluidi che in esso passano.

 
Attraverso l'uso di varie tecniche e prendendo in considerazione anche l'influenza dell'ambiente esterno e l'aspetto psicologico del Paziente, l'osteopata cerca di riportare l'organo compromesso in uno stato di equilibrio non solo con se stesso, ma con l'intero corpo.

Con la manipolazione l'osteopata agisce sui muscoli e sui visceri , nel nostro caso la vescica, l'uretra, l'utero, la vagina, utilizzando le sue mani. Avverte col tatto le tensioni, che limitano il libero movimento di questi organi pelvici, scioglie la contrattura rilevata, rinforza la muscolatura contrapposta a quella contratta, riduce gli spasmi dovuti al trauma infiammatorio o dolorifico subìto, riporta nella sede originaria gli eventuali spostamenti (di solito abbassamenti) della vescica o di organi adiacenti, libera i vasi sanguigni compressi dalla muscolatura contratta o dall'organo fuori sede permettendo un miglior afflusso di sangue ed ossigeno, libera i nervi compressi diminuendo il dolore che questo schiacciamento comporta, separa le aderenze dovute alle cicatrici, che alterano la funzionalità dell'organo.

Sclerosi Multipla, il mercato dei farmaci raggiungerà i 502 milioni di euro

Terapie combinata e farmaci orali spingono l’acceleratore
Il mercato dei farmaci per la Sclerosi Multipla ha raggiunto cifre esorbitanti. Lo ha evidenziato la recente analisi di Frost&Sullivan intitolata 'Analysis of the European Multiple Sclerosis Market' secondo cui in Italia il mercato ha prodotto entrate per circa 277 milioni di euro nel 2010 e stima che questa cifra raggiungerà quota 501,8 milioni di euro nel  2017, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) dell'8,9 per cento  tra il 2010 e il 2017.
La sclerosi multipla colpisce oltre 2,5 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 550 mila in Europa. La ricerca scientifica sulle terapie farmacologiche si concentra attualmente su immunosoppressori, immunomodulatori e corticosteroidei.

“L'incremento del numero di persone affette da sclerosi multipla fa aumentare la domanda di terapie - osserva Deepika Pramod Chopda, analista di Frost&Sullivan - questo fatto, unito a un solido programma di sviluppo, sta spingendo la crescita del mercato”.

Il rapporto rende noto che sono attualmente in corso ricerche significative volte a trattare efficacemente la sclerosi multipla. Diversi trattamenti terapeutici innovativi, tra cui farmaci biologici e farmaci per via orale, che favoriscono le prospettive del mercato. “La messa a punto di nuove tecnologie e modalità per la somministrazione dei farmaci (per via orale o per iniezione) e diversi altri fattori - conclude l'analista - incoraggeranno i pazienti a utilizzare i farmaci contro la sclerosi multipla. Le nuove opzioni terapeutiche promuoveranno inoltre il concetto di terapia combinata, accelerando così lo sviluppo del mercato”.

http://www.osservatoriomalattierare.it/sclerosi-multipla/1927-sclerosi-multipla-il-mercato-dei-farmaci-raggiungera-i-502-milioni-di-euro

Canada: selezionato il gruppo di ricercatori per la sperimentazione interventistica sulla CCSVI

 canada institute of research

Ottawa (18 aprile 2012) - L'onorevole Leona Aglukkaq, Ministro della Sanità, ha annunciato oggi che un team di ricercatori è stato selezionato attraverso un rigoroso processo di peer review per avviare una sperimentazione clinica interventistica di fase I / II per l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) in persone con sclerosi multipla.
Questo annuncio è stato dato a seguito dell’invito per applicazioni di ricerca lanciato dal Canadian Institutes of Health Research (CIHR) nel novembre 2011.
"Il nostro governo è impegnato nel far progredire la ricerca sulla MS con l'obiettivo di migliorare la salute di chi vive con questa condizione," ha detto il ministro Aglukkaq. "Questo studio clinico dovrebbe fornire un quadro più chiaro sulla sicurezza e l'efficacia della procedura proposta dal Dr. Zamboni".
L'obiettivo principale della sperimentazione sulla CCSVI, che deve essere co-finanziato dalla MS Society of Canada, è quello di determinare la sicurezza di angioplastica venosa e di ottenere una migliore evidenza sugli esiti nei pazienti.
I ricercatori dovranno ricevere l'approvazione etica dai pertinenti comitati istituzionali di etica della ricerca (REB), prima di condurre la sperimentazione. I fondi saranno sbloccati e lo studio inizierà se e quando sarà garantita l'approvazione etica.
Per garantire l'indipendenza del REB, i nomi dei membri del team di ricerca e le istituzioni coinvolte sarà celato fino all'approvazione del REB.
"Il CIHR e la MS Society continueranno a collaborare con i partner provinciali e territoriali per garantire l'attuazione della sperimentazione clinica se il team di ricercatori soddisferà i criteri dei comitati etici per la ricerca", ha detto il Presidente  del CIHR, Dr. Alain Beaudet. "Nel frattempo, il gruppo di lavoro degli esperti scientifici del CIHR continua a rivedere e analizzare le nuove evidenze della ricerca sulla CCSVI."
Il Canadian Institutes of Health Research (CIHR) è l’agenzia degli investimenti di ricerca nel settore sanitario del Governo del Canada. La missione del CIHR è  creare nuova conoscenza scientifica e consentire la sua traduzione in miglioramento della salute, servizi sanitari e prodotti più efficaci, e un rafforzato sistema sanitario canadese. Composto da 13 Istituti, il CIHR fornisce guida e supporto a più di 14.100 ricercatori sanitari e tirocinanti in tutto il Canada

27/04/12

Ogni malato è un mondo a sé e il medico non può ignorarlo


Ogni malato è un mondo a sé e il medico non può ignorarlo...
DEVE PARLARGLI ...
SAPER ASCOLTARLO....
PROPRORGLI NUOVE TERAPIE..
MA NN DEVE SPAVENTARLO.....
DEVE SAPER GESTIRE LA SITUAZIONE, PERCHE' UNA PERSONA QUANDO SI SENTE DIRE CHE HA UNA CERTA MALATTIA <IMPORTANTE>...
DEVE FARGLI CAPIRE CHE NULLA E' FINITO..
MA INIZIA UNA NUOVA VITA CON TUTTE LE DIFFICOLTA' POSSIBILI....
E LA VITA VA AFFRONTATA OGNI GIORNO ..AL MEGLIO

MI CHIEDO...QUANTE DIFFICOLTA'  OGNI GIORNO AFFRONTIAMO E NN CE NE ACCORGIAMO..???

TANTE..TANTE

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Diritto a una corretta informazione
Il paziente ha diritto ad una corretta informazione su  accertamenti diagnostici invasivi, interventi chirurgici o altre terapie specialistiche, nonché a decidere in autonomia se sottoporvisi o meno. Tali diritti sono stati ribaditi in varie sentenze della Cassazione. Tra le più significative, la sentenza della Cassazione pen. Sez.IV 11-07-2001, n. 1572: “…il consenso afferisce alla libertà morale del soggetto ed alla sua autodeterminazione, nonché alla sua libertà fisica intesa come diritto al rispetto delle proprie integrità corporee, le quali sono tutte profili della libertà personale proclamata inviolabile dall'art. 13 Cost.”. Al medico non si può, di conseguenza, attribuire “…un generale ‘diritto di curare’, a fronte del quale non avrebbe alcun rilievo la volontà dell'ammalato che si troverebbe in una posizione di ‘soggezione’ su cui il medico potrebbe ‘ad libitum’ intervenire, con il solo limite della propria coscienza”. E inoltre: “…la mancanza del consenso (opportunamente "informato") del malato o la sua invalidità per altre ragioni determina l'arbitrarietà del trattamento medico chirurgico e, la sua rilevanza penale, in quanto posto in violazione della sfera personale del soggetto e del suo diritto di decidere se permettere interventi estranei sul proprio corpo.”. Nel giugno del 2007 il Tribunale di Novara ha condannato per lesioni personali il chirurgo che aveva sottoposto una paziente ad un intervento chirurgico ‘diverso o ulteriore’ rispetto a quello per cui era stato firmato il consenso informato.

Oggetto dell’informazione
L’informazione deve illustrare anche le eventuali alternative all’intervento chirurgico; i rischi; le possibili complicazioni e le terapie che queste comportano; il tipo di anestesia ed i controlli clinici a cui il paziente si dovrà sottoporre dopo l’intervento. Il rapporto esplicativo alla Convenzione di Oviedo (Consiglio D’Europa “Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina”, recepita con Legge 28 marzo 2001, n. 145) stabilisce che il linguaggio usato dal medico per informare il paziente deve essere alla portata di quest’ultimo, per metterlo in condizione di comprendere i motivi e le modalità dell’intervento ed il Comitato di Bioetica nel suo documento su Informazione e Consenso Informato, stabilisce che le informazioni valide sono quelle effettivamente comprese.
L’informazione non deve limitarsi all’intervento del medico o del chirurgo, ma anche alla struttura in cui verrà condotto perché il paziente deve essere messo in condizione di sceglierne eventualmente un’altra.

Consenso scritto
In Italia è previsto un consenso scritto per donazione di sangue e organitrapianto di organi, sperimentazione clinica di farmaci. Al di fuori di questi casi c’è libertà nella forma di manifestazione del consenso, che può essere implicito o esplicito e può sempre essere revocato, ovviamente se l’arresto della terapia non è di pregiudizio al paziente.
In caso di mancata richiesta il medico è sempre responsabile, anche se l’intervento chirurgico ha esiti positivi,  ma “l'onere della prova del mancato assolvimento del dovere di informazione da parte del medico  incombe sul paziente, che agisca in giudizio per ottenere l'affermazione di responsabilità del chirurgo” (Tribunale di Napoli 12-10-2001). 
Il consenso è sempre relativo ad un determinato intervento e non utilizzabile per disposizioni di carattere generale e spesso viene espresso con la compilazione di un modulo. Il paziente può integrarlo con l’aggiunta di una clausola, per esempio per richiedere - nel caso si venga a trovare in condizione irreversibile, senza poter esprimere la propria volontà - di non venire sottoposto ad accanimento terapeutico, compresa l’alimentazione e l’idratazione forzata. 
Una persona diversa dal paziente può dare o non dare il consenso solo se è stata chiaramente delegata dal paziente. Nel caso di minori va sempre tenuta presente la volontà del paziente e se si considera che – tranne in casi eccezionali di particolare maturità - un minore di 14 anni non è in grado di comprendere sino in fondo i problemi relativi ad un intervento, da questa età in poi le decisioni del paziente diventano preponderanti. 
Oltre al caso dei minori, l’obbligo del consenso informato è escluso per i pazienti con malattie mentali e per le terapie di pronto soccorso. Nel primo caso si deve, comunque, tentare di ottenere un consenso prima di arrivare ad un intervento coercitivo. Nell’emergenza il medico può intervenire con la terapia che ritiene adeguata, senza neppure l’autorizzazione di eventuali parenti.
L’informazione al paziente e la sua scelta autonoma e consapevole sono regolati anche dal Codice Deontologico dei Medici Italiani (Capo IV – Informazione e consenso – art. da 30 a 35). 


<SAM>

per voi amici...........MAI MOLLARE


STEFANIA AJO' MELIS
A tutti coloro che vedono questo bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto..
e usano il tempo per essere ciò che autenticamente sono;
a chi si è perso percorrendo una strada che non è la sua, e si sente libero se,
malgrado la paura, trova il coraggio di scegliere.
A chi si sente speciale nel vedere ciò che ha, e non quello che gli manca.
A tutti coloro che vedono la loro unicità come un bicchiere mezzo pieno.
Ama chi sei e nessuno sarà mai come Te!
per voi amici...........MAI MOLLARE
S.A.M

E’ fondamentale essere se stessi ma per esserlo occorre che ce lo consentano e ciò accade solo se noi lo consentiamo agli altri.

La vita è una scelta.

Ogni giorno, sul sentiero che si sta percorrendo, ci sono migliaia di sfide, ci sono migliaia di bivi, migliaia di scelte.

A volte prendiamo decisioni in modo inconsapevole, ma, comunque, ci troviamo di fronte a delle alternative e mettiamo il piede in una scarpa piuttosto che in un’altra.Ogni giorno quando mi trovo a porre delle regole a mia/o figlia/o mi trovo anche ad affrontare un disagio.
Vorrei insegnarle che è meravigliosa, che deve avere carattere (il suo),
che deve cercare di essere se stessa/o al 100% eppure devo anche porre dei limiti e darle delle regole. Perché?

Perché non le posso dire “puoi fare quello che vuoi” e “fai quello che vuoi”?
Perché non è sol/oa, è un essere umano, un animale sociale ed ha bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno,  esattamente come lei, di “fare quello che vogliono”, ma se non ci fossero delle regole andremmo a cozzare uno con l’altro in modo anche bizzarro.
Avete presente gli autoscontri?
La vita sarebbe un autoscontro continuo e non avremmo neanche più il tempo per essere noi stessi.
 ********quindi:

E’ fondamentale essere se stessi
ma per esserlo occorre che ce lo consentano
e ciò accade solo se noi lo consentiamo agli altri.

Per ciò occorre RISPETTO. Se io rispetto te e tu rispetti me allora siamo liberi di essere noi stessi.



il rispetto è libertà

Noni (Morinda citrifolia)



Noni (Morinda citrifolia)
Terapie complementari, erbe, e di altri agenti OTC
Da Guest Editor Barrie Cassileth, PhD1 | 25 ottobre 2010
1 Sedia Laurance S. Rockefeller e Chief, Medicina Integrativa, Memorial Cancer Center Sloan-Kettering, New York, New York


Noni è una pianta sempreverde diffusa nel Sudest asiatico, Australia e le isole della Polinesia. E 'utilizzato nella medicina tradizionale per la guarigione delle ferite, infezioni, malattie della pelle, diarrea, e come tonico. Prodotti Noni hanno guadagnato popolarità in tutto il mondo nel corso degli ultimi due decenni, e sono commercializzati in modo aggressivo per immunostimolazione e per il trattamento della sindrome da stanchezza cronica e il cancro.
I dati preliminari di studi in vitro e sugli animali suggeriscono proprietà immunomodulatorie, antiossidante e antitumorale. Tuttavia, epatotossicità e iperkaliemia sono stati segnalati anche con l'uso noni.

Conosciuto anche come: Lada, gelso indiano, Nono, pianta och, frutta formaggio, mela maiale, Mora de la India, pino selvatico.

SOMMARIO: Noni, una pianta sempreverde, è originario del Sud-Est asiatico, Australia, Hawaii e le altre isole della Polinesia. La pianta produce frutti carnosi bianco-giallastro che viene usato nella medicina tradizionale per la guarigione della ferita, per il trattamento delle infezioni, diarrea e malattie della pelle e come tonico. Morinda citrifolia non deve essere confuso con Morinda officinalis, nota anche come ba ji tian, che è comunemente usato nella medicina cinese.

Fresco o fermentato succo di Noni è una bevanda popolare; capsule, pillole, polveri e sono venduti come integratori alimentari. Negli ultimi 2 decenni, i prodotti Noni sono stati pesantemente promossi per immunostimolazione e per il trattamento della sindrome da fatica cronica, l'ipertensione e il cancro.

Anche se affermazioni sugli effetti benefici del Noni abbondano, molti sono prive di fondamento.

Alcuni studi in vitro e sugli animali indicano che gli estratti vegetali hanno antifungini, [1] antitumorale, immunomodulante e [2,3] proprietà. Noni inibisce anche l'ossidazione a bassa densità, lipoproteine e può aiutare a prevenire l'arteriosclerosi [4]. Glucosidi e altri costituenti isolati dai frutti e le foglie hanno dimostrato le proprietà antiossidanti. [5] Inoltre, il succo di Noni altamente concentrato (superiore al 5%) si è dimostrato di avere proprietà anti-angiogenici [6].

Il consumo di succo di noni può ridurre il rischio di cancro nei fumatori. [7] A National Institutes of Health (NIH) in fase di studio finanziata I noni in malati di cancro è stato recentemente completato presso l'Università delle Hawaii Cancer Research Center, ma i dati sono ancora da pubblicare [8].
 REAZIONI AVVERSE, CONTROINDICAZIONI: uno studio sponsorizzati dalla società hanno dimostrato che gli effetti avversi dose-correlati di prodotti Noni sono stati minimi, [9], ma altre relazioni hanno indicato diversamente. In tre casi, il consumo di succo di noni provocato epatotossicità, probabilmente a causa del suo contenuto dell'antrachinone. [10,11] Il consumo di grandi quantità di succhi di frutta contenenti noni ha causato iperkaliemia [12] e può essere dannosa nei pazienti con funzione renale compromessa . Inoltre, il succo di noni può diminuire l'attività di alcuni agenti chemioterapici [13].
http://www.cancernetwork.com/integrative-oncology/content/article/10165/1703327

Utilizzato come:
  • Trattamento di cefalee, turbe dell’umore e del comportamento.
  • Indicato nel trattamento di depressioni di varia origine, convalescenze, turbe del sonno,
  • Immunostimolante. Agisce positivamente nella regolazione dei ritmi del sonno.
  • Antivirale e antimicrobico.
  • Atiradicalico grazie alle Vitamine C e A e al Selenio.
  • Stimolatore del metabolismo.
  • Rafforzatore delle proteine e, conseguentemente, del ruolo nella formazione muscolare.
  • Stimolante delle difese immunitarie.
  • Allevia i dolori artritici.
  • Diminuisce la fatica ed incrementa l'energia del corpo.
  • Aiuta i processi di guarigione dei muscoli e delle ossa.
  • Aiuta il sistema immunitario a combattere i batteri.
  • Aiuta a diminuire lo stress e gli stati depressivi.
  • Regola i disordini digestivi.
  • Alla cicatrizzazione delle ferite per arrivare fino ai tumori.  
http://www.freewebs.com/dottnoni/profsolomon.htm

L'Associazione Medica Italiana Kousmine

AMIKonlus
L'Associazione Medica Italiana Kousmine nasce ufficialmente nel 1998 a seguito della costituzione in Italia di un gruppo di pionieri della medicina Kousminiana che inizia a utilizzare questa metodica nelle patologie neurologiche ed autoimmuni. A partire da quell'anno si tiene un corso di formazione base per medici ogni anno. Sino al 2000 i corsi sono tenuti dai colleghi dell'Associazione Internazionale, successivamente il corpo docenti é interamente formato da colleghi dell'Associazione Italiana a cui si aggiunge il Dr. Giorgio Perotti, biochimico e nutrizionista, tra i primi in Italia a parlare di Acidi Polinsaturi. A partire dall'anno successivo i corsi base diventano di sei giorni.

A questi si uniscono due giornate di aggiornamento annuo ove vengono trattate, anche da relatori esterni all'Associazione, le tematiche più varie ed attuali che possano riguardare una sempre miglior applicazione del Metodo. Sempre nello stesso anno il corpo docenti si arricchisce della collaborazione del Dr. Mauro Carratelli pioniere in Italia dello studio dei Radicali Liberi. Nel 2004 ai docenti già esistenti si aggiunge il Dr. Eugenio Luigi Iorio titolare della cattedra di Biochimica Clinica presso l'Università Federico II di Napoli. A lui si affianca nello stesso anno il Dr. Josep Vich, immunologo di Barcellona che tratta le tematiche più aggiornate degli antirecettori di membrana. Dal 2004 l'Associazione si trasforma in Organizzazione Non Lucrativa di carattere Sociale.

Nel suo Statuto é possibile prendere atto degli scopi, finalità e obiettivi che ci si é posti, nonché degli organi statutari.

L'Associazione aderisce alla Charte de la Fondation Catherine Kousmine e alla Association Medicale Kousmine Internationale ed é l'unica legalmente riconosciuta in Italia ad utilizzare il titolo Kousmine, tenere corsi di formazione ed attribuire il titolo di Medico Kousmine.

Il Consiglio Direttivo AMIK è composto da:
Dr. De Gasperis Fabrizio Presidente
Dr.ssa Granatieri Clara  Vice Presidente
Dr.ssa Scordamaglia Graziella Segretaria
Dr. Iorio Eugenio Luigi               Consigliere
Dr. Toninato Giuseppe               Consigliere
Dr.ssa Mengoni Marilù Consigliere
Sig.ra Oberbacher Gertrud        Consigliere
Dott. Bedani Attilio             Consigliere
Responsabile eventi AMIK Onlus
Rasi Cristina
http://www.amik.it/home.aspx


I Medici
I colleghi che si avvicinano alla metodica della Dr.ssa Kousmine hanno fatto un lungo percorso nei meandri della medicina classica e sono giunti alla conclusione che é ancora possibile ottenere dei risultati, su basi scientifiche, che abitualmente non é possibile apprendere nei corsi universitari classici. Le nozioni che vengono apprese nei nostri corsi si basano sui più attuali studi scientifici di immunologia (ad esempio il mimetismo molecolare), farmacologia, neurologia, PNEI, nutrizione e quant'altro concorra a garantire un costante e corretto aggiornamento del Metodo.
A livello statutario, insieme ai Medici possono far parte dell'Associazione anche Biologi, Odontoiatri, Farmacisti e Psicologi. L'AMIK è l'unica Associazione legalmente riconosciuta in Italia a poter formare queste figure professionali al Metodo Kousmine.


Sono ormai molti i medici che hanno frequentato i nostri corsi e che praticano attivamente i concetti Kousminiani sui pazienti che si orientano a questa medicina. La possibilità di farsi seguire da un medico kousminiano é a disposizione di tutti coloro che lo desiderino. Non altrettanto facile é per i medici praticare la disciplina, solo dopo un corso di formazione base e stages con medici esperti é possibile occuparsi dei pazienti (corsi).

La filosofia dell'essere Medico Kousmine é quella della riscoperta del tanto abusato termine "rapporto medico-paziente" improntata già in prima visita (che dura almeno due ore) nello sviscerare ogni problematica della persona che abbiamo di fronte. Ogni Medico formato dall'AMIK deve entrare il più possibile in rapporto empatico con il suo Paziente, toccando gli aspetti psicologici, clinici e terapeutici di questa Persona. Questi sono i dettami della nostra ispiratrice Catherine Kousmine, ufficialmente adottati dalla Fondazione Internazionale e dall'Associazione Italiana e che differenzia sostanzialmente un Medico Associato da uno autoformatosi.

Il metodo Kousmine non è solo un regime alimentare: è una terapia complessa che comporta un piano differenziato di interventi. Pur essendo un metodo medico/scientifico (la dott. Kousmine è stata un'accurata ricercatrice ed ha esercitato la professione di medico per tutta la vita) si differenzia profondamente dalla mentalità che oggi presiede alla pratica della medicina nel mondo occidentale. Normalmente la medicina convenzionale affronta la malattia come un evento a sé stante, indipendentemente dalla personalità, dallo stile di vita, dalle abitudini alimentari del malato. Conseguentemente la cura è sempre rivolta contro le cause specifiche immediate della malattia, spesso semplificate in agenti virali o batterici. Quasi mai si cerca di aumentare le difese naturali contro gli agenti patogeni; raramente si opera per consolidare lo stato di salute, il benessere psico-fisico della persona. Malgrado ciò ha avuto un successo storico nettamente inferiore della nostra medicina nella cura delle malattie più gravi.

Il merito della Dott. Kousmine è stato quello di privilegiare l'aspetto preventivo e il rispetto della totalità della realtà umana, integrandolo però con la scientificità e le scoperte terapeutiche della medicina moderna. Ha ottenuto così di non perdere nulla delle conquiste scientifiche recenti, ma anche di scendere in profondità nelle cause delle malattie, con risultati più efficaci e duraturi. In particolare ha focalizzato la sua attenzione e i suoi interventi terapeutici sulla relazione tra alimentazione e salute intuendo il rapporto profondo, spesso determinante, che c'é tra il modo di nutrirsi e lo stato di salute generale dell'organismo. Già prima del secondo conflitto mondiale questo Medico geniale correlò tra loro le cose che oggi appaiono scontate a buona parte dei medici: stile di vita e non solo dieta, attività fisica quotidiana e non saltuaria per avere il maggior benessere, oggi possiamo calcolare in modo accuratissimo stress ossidativo o metabolismo basale mentre la dottoressa Kousmine preconizzò l'esistenza dei radicali liberi ancor prima che si parlasse di DNA!

CORSI DI AGGIORNAMENTO

 Perchè la formazione
L' Associazione Medica Italiana Kousmine ha posto come prioritario l' aggiornamento continuo, per statuto, di ogni medico, che DEVE obbligatoriamente (per evitare l'espulsione dall 'Associazione) partecipare ad almeno un Corso di Aggiornamento all'anno, che il Consiglio Direttivo delibera annualmente tramite il Piano di Formazione, sentite le esigenze di tutti i soci.
Anche questo per l'AMIK è un motivo di grande orgoglio poichè solo l'aggiornamento continuo e costante è garanzia per il paziente di essere trattato da un Medico che sappia veramente come comportarsi di fronte a patologie sempre più complesse.
Gli argomenti dei corsi vengono scelti tra quelli più aderenti al curriculum richiesto per ogni medico Kousminiano. Negli ultimi anni si è privilegiato l'aspetto prettamente immunologico alla base delle patologie con cui entriamo quotidanamente in contatto.

LE BASI SCIENTIFICHE

Supporti Scientifiche
Il "Metodo Kousmine", nato negli anni 30 del secolo scorso dalle osservazioni della Dr.ssa C. Kousmine, ha trovato negli anni solide basi scientifiche che negli anni sono state sempre più supportate dai dati internazionali.

Le Linee Guida Per una Sana Alimentazione Italiana, pubblicate dall'INRAN, rappresentano la migliore immagine scientifica dei principi esposti molti anni fa. Come tutti i pionieri la dottoressa Kousmine fu a lungo osteggiata dai colleghi dell'epoca ( e da molti ancora oggi ) ma le sue intuizioni prima e le sue ricerche dopo, sono state confermate giorno dopo giorno dalle più prestigiose ricerche scientifiche. Basti pensare che vent'anni fa quasi nessuno osava sostenere la interconnessione tra cancro ed alimentazione mentre oggi i lavori scientifici più moderni danno ragione a quanto la dottoressa sosteneva già prima della seconda guerra mondiale.
Gli ultimi studi sull'influenza dei grassi polinsaturi o sullo Stress Ossidativo ben si applicano allo schema alimentare che suggeriamo ai pazienti.

Da alcuni anni stiamo applicando i principi del mimetismo molecolare ai nostri pazienti con risulati sintomatologici molto buoni. Dal 2006 é previsto l'avvio di uno studio multicentrico internazionale che valuterà tra i vari parametri anche l'andamento del titolo anticorpale dei principali agenti infettivi coinvolti nella SM dopo trattamenti con anti CD.
L'ultima dimostrazione scientifica di quanto affermato dalla dottoressa Kousmine è avvenuta il giorno 21 luglio 2007 a Milano, quando la prof.ssa C. Ferreri del CNR di Bologna ha enunciato i principi ispiratori del Fat Profile, esame che ora ci consente di avere un quadro completo ed esaustivo di tutti gli acidi grassi del nostro organismo e di porre rimedio con una terapia sempre più mirata al singolo paziente ed ancor di più al preciso momento della sua vita in cui si effettua l'esame. Senza ombra di dubbio una bella risposta a quanti hanno affermato che il Metodo Kousmine non è valido poichè non supportato da basi scientifiche!