CONTATORE PERSONE

04/02/23

COLONNA VERTEBRALE e ...



Un’analisi della struttura anatomica e morfologica della colonna vertebrale, delle sue curve, delle vertebre e dei muscoli di sostegno.



  1. I muscoli della schiena


    La colonna vertebrale è la struttura principale della schiena, una regione dello scheletro che coinvolge la testa, gli arti superiori e il bacino, responsabile del mantenimento della nostra figura eretta.

    Con le sue 32-34 vertebre, lo sterno, le 12 paia di costole che formano la gabbia toracica e la porzione toracica delle spina dorsale concorrono alla formazione della parte nota come “tronco”.

    La colonna vertebrale è formata da un numero di vertebre variabile, compreso tra 32 e 34 (a seconda del numero delle vertebre coccigee) e si identificano in base alla zona in cui si trovano, per cui avremo vertebre:

    • cervicali (7), all’altezza del collo;
    • dorsali toraciche (12), nella zona centrale della schiena;
    • lombari (5), nella parte bassa della schiena;
    • sacrali (5), all’altezza del bacino;
    • coccigee (da 3 a 5), al di sotto del bacino.

    La struttura della colonna vertebrale

    Le 7 vertebre cervicali sono suddivise in una regione superiore (C1-C2) ed in una inferiore (C3-C7); per questo motivo il primo tratto della colonna vertebrale viene didatticamente suddiviso in rachide cervicale superiore e rachide cervicale inferiore.

    Le 12 vertebre toraciche hanno un corpo più voluminoso rispetto alle cervicali, sono leggermente più prominenti posteriormente e si identificano con la lettera T.

    Le 5 lombari sono particolarmente voluminose, anche in questo caso le identifichiamo in base alla zona, per cui si parte da L1 fino ad arrivare ad L5.

    Per quanto riguarda le 5 vertebre sacrali, invece, troviamo un osso unico, nato dalla fusione proprio di 5 vertebre; ha forma piramidale inversa (il vertice è verso il basso) ed ha due ali laterali che determinano l’area nota come “ali del sacro”.

    In ultima istanza troviamo il coccige, anche qui si ha una fusione di diverse vertebre (possono essere 3 o 5) molto atrofizzate, possibile residuo di coda primitiva.

    Tutte queste ossa sono disposte appunto in colonna, una sopra l’altra, tra di esse troviamo dei “dischi fibrocartilaginei” che hanno funzione di “cuscinetto” e “ammortizzatore”.

    A garantire un minimo e modesto movimento, troviamo posteriormente, delle piccole articolazioni.

    Queste articolazioni sono presenti nelle aree cervicali, dorsali e lombari che prendono anche il nome di vertebre vere, per quanto riguarda le sacrali e coccigee non troviamo la stessa mobilità perché le vertebre sono “saldate” tra loro e vanno a formare rispettivamente l’osso sacro e il coccige.

    Le curve della colonna vertebrale

    La colonna non ha una forma retta, anzi, è caratterizzata proprio da una serie di curve:

    • 2 convesse, chiamate lordosi, nella zone cervicale e lombare;
    • 2 concave, chiamate cifosi, nella parte dorsale e sacrale-coccigea.

    Questa caratteristica della colonna vertebrale è il segreto del mantenimento della posizione eretta; la maggior parte degli organi presenti nel tronco sono situati anteriormente alla colonna ed è proprio questo andamento curvo che consente il bilanciamento del peso delle varie componenti.

    Cifosi e lordosi, inoltre, offrono alla colonna un certo grado di flessibilità, permettendo l’esecuzione della maggior parte dei movimenti dell’essere umano.

    Nel momento in cui queste curve dovessero presentare gradi importanti, saremmo di fronte a casi patologici che possono comprendere situazioni anche invalidanti, come ad esempio la scoliosi.

    Le vertebre

    Non è solo la forma della colonna vertebrale una curiosità che mi trovo a spiegare ai miei pazienti ma anche, e qui si nota forse ancor di più la perfetta natura dell’uomo, la forma incredibile che assumono le vertebre all’interno della colonna.

    Come visto, le parti che vanno a formare la nostra colonna vertebrale sono appunto le vertebre, 32-34 ossa che di concerto consentono di mantenere la posizione eretta e di svolgere numerose azioni.

    Morfologicamente appaiono molto simili, pur con qualche distinzione, infatti, sono formate da due parti:

  • il corpo;
  • l’arco vertebrale.

Queste componenti formano insieme il forame vertebrale o canale vertebrale.

Detto ciò, non tutte assumono la stessa forma, in quanto ogni segmento ha il compito di sorreggere il peso di diverse strutture anatomiche.

continua nel link ORIGINALE
https://georgiosbakaloudis.it/colonna-vertebrale/

03/02/23

Neural stem cell transplantation in patients with progressive multiple sclerosis: an open-label, phase 1 study

Strategie innovative di trattamento pro-rigenerativo per la sclerosi multipla progressiva (PMS), che combinano neuroprotezione e immunomodulazione, rappresentano un'esigenza insoddisfatta. 
Le cellule precursori neurali (NPC) trapiantate in modelli animali di sclerosi multipla hanno mostrato efficacia preclinica promuovendo la neuroprotezione e la rimielinizzazione rilasciando molecole che sostengono il supporto trofico e la plasticità neurale. 

Qui presentiamo i risultati di STEMS, uno studio clinico di fase 1 prospettico, esplorativo terapeutico, non randomizzato, in aperto, a dose singola ( 
NCT03269071 , EudraCT 2016-002020-86), condotto presso l'Ospedale San Raffaele di Milano, Italia, valutando la fattibilità, la sicurezza e la tollerabilità di NPC fetali umani trapiantati intratecalmente ( hfNPC) in 12 pazienti con sindrome premestruale (con evidenza di progressione della malattia, Expanded Disability Status Scale ≥6,5, età 18-55 anni, durata della malattia 2-20 anni, senza alcuna terapia alternativa approvata). 

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L'outcome primario di sicurezza è stato raggiunto, senza reazioni avverse gravi correlate a NPC con 
hf al follow-up di 2 anni, dimostrando chiaramente che la terapia con NPC con hf nella sindrome premestruale è fattibile, sicura e tollerabile. 


Le analisi secondarie esplorative hanno mostrato un tasso inferiore di atrofia cerebrale nei pazienti che ricevevano il dosaggio più elevato di NPC 
hf e livelli aumentati nel liquido cerebrospinale di molecole antinfiammatorie e neuroprotettive. 

Sebbene preliminari, questi risultati supportano la logica e il valore di futuri studi clinici con la più alta dose di 
hfNPC in una più ampia coorte di pazienti.


continua:
https://www.nature.com/articles/s41591-022-02097-3

terapia SPERIMENTALE - Neural stem cell transplantation in patients with progressive multiple sclerosis


Lo studio STEMS
***La terapia SPERIMENTALE su cui si basa lo studio STEMS consiste in un’INFUSIONE di CELLULE STAMINALI NEURALI attraverso una PUNTURA LOMBARE che le IMMETTE DIRETTAMENTE nel LIQUIDO CEREBROSPINALE, attraverso il quale possono raggiungere il cervello e il midollo spinale che sono le sedi colpite dalla sclerosi multipla e in cui le cellule potrebbero svolgere la propria azione. 

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01/02/23

Rinnovo patente e invalidità non dichiarata - rinnovo della patente in caso di patologie invalidanti

Lo ripetiamo sempre agli studenti della nostra autoscuola a ********:

il rinnovo della patente non è una questione da prendere sottogamba, specialmente in caso di invalidità.

Ancor di più se le patologie o problematiche che determinano la disabilità sono insorte qualche tempo dopo il conseguimento della licenza di guida.

Rinnovare una licenza di guida significa confermare di poter essere in grado di controllare il veicolo in qualsiasi situazione, e questo non sempre è possibile se si soffre di determinati disturbi.

Il rinnovo della patente con invalidità non dichiarata potrebbe quindi essere una situazione molto rischiosa per te, per i pedoni e per gli altri conducenti.

Se quindi stai pensando di non parlare della tua disabilità al medico responsabile del rinnovo, te lo sconsigliamo assolutamente.

OSA RISCHI IN CASO DI RINNOVO PATENTE CON INVALIDITÀ NON DICHIARATA?

Approfondendo i rischi che può comportare il rinnovo patente con omissione di patologia invalidante, vogliamo prima di tutto presentarti il caso in cui provocassi un incidente per via di un sintomo o di una manifestazione della malattia.

Qualora saltasse fuori il fatto che tu possieda un’invalidità non dichiarata in fase di 
rinnovo della patente (o addirittura durante il conseguimento), potresti rischiare davvero grosso.

Potrebbero infatti esserci dei risvolti penali anche gravi per via della falsa autocertificazione di rinnovo patente, nella quale hai dichiarato il falso affermando di non avere alcuna patologia.

Potresti quindi rischiare il carcere e il pagamento di una sanzione pecuniaria. 

Inoltre
in caso di sinistro stradale la tua assicurazione non coprirebbe i danni provocati durante l’incidente.

Naturalmente un medico conosce meglio di chiunque i casi in cui un’invalidità permetta o meno di guidare, dunque non sta a te valutare se sei in grado di condurre un veicolo.

Per esempio se sei affetto da diabete mellito e soffri di ipoglicemia grave e ricorrente,
non puoi ottenere o rinnovare la patente per via dei rischi che comportano gli episodi di ipoglicemia durante la guida.

Un medico che non conosce la tua storia clinica non può immaginare che tu possieda una malattia che non presenta sintomi fisici e psichici evidenti.

Sta dunque a te essere onesto e dichiarare eventuali disturbi.

IL RINNOVO DELLA PATENTE IN CASO DI DISABILITÀ.

Qualora dovessi rinnovare la patente di guida e presentassi disabilità, sarebbe una Commissione medica locale a dover dichiarare la tua idoneità alla guida.

Una Commissione medica locale è una struttura ubicata presso le USL di ogni capoluogo di provincia.

I medici della Commissione devono esaminare i candidati al rinnovo (o all’emissione) della patente nei seguenti casi:

  • Quando ci sono situazioni cliniche che potrebbero compromettere l’idoneità alla guida.
  • In caso di patenti speciali di persone mutilate e invalide fisicamente.
  • Dopo i 65 anni nelle patenti di categoria C e D e dopo gli 80 anni in caso di patenti di categoria A e B.

La Commissione medica locale può stabilire una scadenza della patente standard o ridotta rispetto alle tempistiche normali. 

In alcuni casi può anche valutare il candidato 
non idoneo all’ottenimento o al rinnovo della patente di guida.

CHI NON PUÒ CONSEGUIRE O RINNOVARE LA PATENTE DI GUIDA?

La patente di guida non può essere assolutamente rinnovata o conseguita nei seguenti casi:

  • Patologie vascolari periferiche (precisamente in caso di aneurisma all’aorta con diametro dell’arteria che possa esporre il conducente al rischio di rottura improvvisa).

  • Impianto di defibrillatore cardiovascolare.

  • Insufficienza cardiaca di classe III e IV NYHA.

  • Valvulopatia di classe III e IV NYHA o con frazione di eiezione al di sotto del 35%, stenosi mitralica e ipertensione polmonare severa o stenosi aortica che possa causare una sincope.

  • Valvulopatia con insufficienza o stenosi aortica, insufficienza o stenosi mitralica corrispondente alla IV classe NYHA o con sincopi.

  • Cardiomiopatie strutturali ed elettriche o in presenza di ventricolo sinistro con spessore di parete, tachicardia ventricolare non sostenuta, precedenti di morte improvvisa in famiglia, assenza di aumento della pressione arteriosa dopo attività fisica.

  • Dispositivi di assistenza cardiaca.

  • Sindrome di Brugada con sincope o morte cardiaca improvvisa abortita.

  • Sindrome del QT lungo con sincope.

    Non solo. La Commissione medica locale potrebbe ravvicinare le scadenze delle patenti o negare il rinnovo/conseguimento della licenza di guida nei seguenti casi:

    • Diabete mellito con ipoglicemie gravi e frequenti. Inoltre chi è affetto da diabete mellito può (se la Commissione lo permette) rinnovare la patente dopo almeno tre mesi dall’ultima crisi ipoglicemica.
    • Particolari condizioni cardiache (ovviamente diverse da quelle esposte precedentemente, che negano categoricamente il conseguimento o il rinnovo della patente di guida). Tra queste troviamo ad esempio aritmia, pacemaker permanenti, sincope, ictus, trapianto di cuore etc.
    • Alcune patologie neurologiche.
    • Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS).

      Se soffri di una di queste problematiche devi assolutamente dichiararlo in fase di ottenimento o rinnovo della patente. Sarà poi la Commissione medica locale, supportata da un medico specialista, a visitarti e adottare le (eventuali) opportune precauzioni. 

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    • Tra queste, come hai potuto leggere precedentemente, potrebbero esserci la negazione dell’abilità alla guida (e dunque il mancato rinnovo o ottenimento della patente) oppure tempi di rinnovo più stretti rispetto a quelli tradizionali. Inoltre, qualora la Commissione giudicasse la tua patologia stabilizzata e senza possibilità di aggravamento, durante i successivi rinnovi potrai recarti semplicemente in un’autoscuola, come la nostra scuola guida di Cagliari, per sottoporti alla classica visita con medico abilitato.

      Nei casi di patologie stabilizzate il rinnovo segue le classiche tempistiche, ovvero le seguenti:

      • ogni dieci anni fino ai 50 anni,
      • ogni cinque anni fino ai 70 anni,
      • ogni tre anni fino agli 80 anni,
      • ogni due anni oltre gli 80 anni.


L’inquietante scoperta conferma: “Sono in aumento - “Le morti improvvise hanno tutte una cosa in comune”

 Il medico, prima di entrare nel dettaglio, rivela anche un’altra follia tutta italiana, eredità delle linee guida di Speranza: “Ancora oggi, quando arriva il 118 e il medico si trova davanti una persona in fin di vita o già morta, assieme alla constatazione del decesso fa eseguire il tampone. Il risultato del test, continua a comparire nella diagnosi di morte”. 

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Siamo a questo: facciamo tamponi ai defunti. Per cui se il deceduto risulta positivo, in base a una circolare interna dell’Azienda sanitaria, viene trattato come morto per Covid. A parte questo, il passaggio ancora più interessante dell’intervista è quando Petterle rivela i tipi di morti che vede da qualche tempo a questa parte: “In persone sane, sportive, di mezza età e senza patologie cliniche, negli ultimi cinque mesi la metà dei decessi è per Sads, la sindrome della morte improvvisa dell’adulto. Anche ieri, due uomini di 54 e 55 anni se sono andati così, all’improvviso, nelle loro abitazioni. Erano in salute”.

CONTINUA NEL LINK ORIGINALE:

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https://www.ilparagone.it/attualita/le-morti-improvvise-hanno-tutte-una-cosa-in-comune-linquietante-scoperta-conferma-sono-in-aumento/?fbclid=IwAR2JCqeWv6ew96PvHyYG0TQEFMtuslJqNg_PG_6AgBKzQjhL_nSrHrHrd1w


sclerosi multipla e PRI

Il progetto riabilitativo individuale (PRI) è volto al recupero dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana e lavorative ed al incremento della partecipazione sociale.

Deve soddisfare le esigenze della persona con una particolare enfasi sulle sue aspettative e sulla qualità di vita.

 

Il progetto riabilitativo è quindi lo strumento per “progettare l’autonomia” e viene elaborato dall’equipe interdisciplinare insieme con la persona e la sua famiglia ed ha un responsabile che è il medico fisiatra.

L’elaborazione di un progetto consta di varie fasi:

 

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• la valutazione volta a identificare i problemi e le loro cause

 

• la definizione degli obiettivi (elaborata dall’esito delle valutazioni specialistiche e delle aspettative e esigenze della persona) con la definizione dei tempi previsti per raggiungerli e i rispettivi indicatori di esito (ovvero parametri o scale cliniche che misurano e dimostrano il livello di raggiungimento degli obiettivi) 

 

• la scelta del “setting” (luogo dove effettuare la riabilitazione che può essere in regime di ricovero, ambulatoriale o domiciliare). La scelta del “setting” riabilitativo  dipende da vari fattori: grado di disabilità del paziente; condizioni cliniche; disponibilità logistiche (possibilità di trasporto o ad esempio impegni di lavoro); necessità di assistenza infermieristica continua; necessità di attrezzature; valutazione dei vantaggi e degli svantaggi di ogni setting.

 

• la definizione dei programmi riabilitativi che comprende: la definizione degli interventi; l’individuazione degli operatori; definizione delle modalità e tempi di erogazione; definizione delle misure di esito per valutare l’efficacia dei programmi.

 

Durante l’attuazione del PRI deve essere previsto un monitoraggio per potere modificare e adattare il progetto ad eventuali cambiamenti e nuove esigenze della persona. La verifica finale permette di valutare il raggiungimento degli obiettivi e l’efficacia del PRI.
La riabilitazione effettuata tramite progetti riabilitativi condivisi con la persona con SM comporta una precisa definizione degli obiettivi e di conseguenza la definizione della tempistica necessaria per raggiungere tali obiettivi. Le prescrizioni di un determinato n° di sedute al di fuori di un progetto riabilitativo sono spesso afinalistiche (senza obiettivi definiti), potenzialmente non efficaci   e senza la possibilità di verificarne l’utilità o la adeguatezza come numero. 

 

 

Quando fare riabilitazione?
I problemi ed i bisogni iniziano al momento della diagnosi ed accompagnano il paziente per tutta la durata della malattia ma sono differenti e mutevoli nelle varie fasi della malattia.
I progetti riabilitativi ed i suoi interventi sono differenti nelle varie fasi della malattia (dalla diagnosi alle fasi avanzate), perché i bisogni sono differenti. In qualunque fase della malattia è quindi indicata la riabilitazione. In fasi iniziali possono essere utili i programmi per la fatica, il programmi formativi su attività fisiche più idonee, i programmi di counselling socio-lavorativo, il supporto psicologico. In  altre fasi possono essere indicati gli interventi fisioterapici, la riabilitazione dei disturbi urinari o la terapia occupazionale. Nelle fasi avanzate possono essere invece indicati i programmi preventivi delle complicanze secondarie, il nursing riabilitativo, la logopedia. Non c’è una riabilitazione standard, i bisogni sono differenti e quindi di conseguenza i progetti riabilitativi con i suoi interventi sono personalizzati.

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https://www.aism.it/progetto_riabilitativo

sclerosi multipla e la riabilitazione...

La riabilitazione mira a massimizzare l’indipendenza funzionale attraverso la stabilizzazione della funzione, la riduzione della disabilità e la prevenzione di complicanze secondarie, attraverso un processo educativo che incoraggia l’indipendenza dell’individuo.
In altre parole è un processo di cambiamento attivo attraverso il quale una persona disabile acquisisce e usa le conoscenze e le abilità necessarie per rendere ottimali le proprie funzioni fisiche, psicologiche e sociali
 (Thompson, 1998).

La riabilitazione non è quindi sinonimo di fisioterapia o rieducazione neuromotoria ma é parte integrante di un percorso riabilitativo, che rientra all’interno di un progetto comune in cui l’obiettivo finale del percorso, è il miglioramento della  qualità di vita del soggetto. Per sua stessa definizione, la riabilitazione può essere considerata un approccio adeguato nella gestione della SM, condizione cronica evolutiva che dà origine a sintomi multiformi e che produce bisogni che riguardano l’ambito non solo fisico, ma anche psicologico e sociale.

 

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La riabilitazione è ben supportata da studi di efficacia, i vari interventi riabilitativi sono in grado di migliorare le performance motorie e cognitive, di migliorare i sintomi e di ridurre la disabilità.

 

La letteratura scientifica, infatti, evidenzia che la riabilitazione interdisciplinare nella SM è efficace nel migliorare la capacità di effettuare le varie attività quotidiane (riduzione della disabilità) e nel migliorare la partecipazione sociale e che questi effetti permangono per un certa durata con progressivo deterioramento nel tempo. L’efficacia è dimostrata in tutti i setting riabilitativi: regime di ricovero, ambulatoriale e domiciliare.

 

Recentemente l’evidenza della letteratura sta a dimostrare come l’esercizio fisico possa avere un impatto sul volume encefalico, produrre modificazioni strutturali sulla sostanza bianca e grigia del Sistema Nervoso Centrale e causare miglioramenti nella sfera cognitiva. Gli ultimi studi evidenziano che la riabilitazione possa produrre effetti al Sistema Neuro-Immuni Endocrino, riducendo il numero di ricadute, la progressione della disabilità, e migliorando le neuro performance. Ecco perché oggi la riabilitazione viene considerata come una cura assimilabile alle terapie farmacologiche modificanti il decorso, proprio per il possibile ruolo nel contrastare la progressione della malattia.

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https://www.aism.it/riabilitazione_sclerosi_multipla

Spettro dei Disordini della NeuroMielite Ottica - NMOSD - Cosa è la NMOSD

Lo Spettro dei Disordini della Neuromielite Ottica (Neuromyelitis optica spectrum disorder - NMOSD), si riferisce a un gruppo di malattie rare che colpiscono meno di cinque persone su 100.000 in tutto il mondo. In particolare si tratta di una patologia presente principalmente fra le popolazioni est-asiatiche, con una prevalenza di 1-5 casi ogni centomila abitanti, e un nuovo caso ogni 770.000 persone all’anno. Circa il 90% dei casi colpisce il genere femminile.

 

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Le manifestazioni cliniche iniziali si verificano, più frequentemente, in un’età compresa tra i 35-45 anni, mentre i casi presenti nei bambini e negli anziani rappresentano il 18%. La NMOSD è considerata una malattia autoimmune, associata nella stragrande maggioranza dei casi alla presenza di particolari anticorpi detti antiaquaporina-4 (AQP4).

 

L’esordio della NMOSD è per lo più acuto e può causare un importante calo della vista, oppure importanti difficoltà nella deambulazione (paraparesi o tetraparesi), accompagnati da disturbi delle sensibilità e del controllo degli sfinteri. La grande maggioranza delle persone con MNOSD ha un decorso caratterizzato da riacutizzazioni della malattia che compaiono a distanza di mesi o di anni e presentano un recupero della sintomatologia che spesso è solo parziale. Il decorso tipico della malattia è quello in cui si verificano nel tempo vari episodi acuti (recidive), tra cui neuriti ottiche e mieliti. In circa un terzo delle persone con NMOSD si possono manifestare anche sintomi collegati per esempio al coinvolgimento del tronco cerebrale, come vomito, singhiozzo, prurito, diminuzione e perdita dell’udito, paralisi facciale, vertigini. Inoltre in alcuni casi sono segnalate alterazioni ormonali, quindi a carico del sistema endocrino, del ritmo sonno-veglia oppure confusione, fino al coma.

 

Fino agli anni 2000 la NMO era considerata una variante della SM, nel 2004 sono stati individuati gli anticorpi anti-acquaporina-4 e nel 2015 sono stati aggiornati e pubblicati i nuovi criteri diagnostici per la NMOSD.

 

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Nell’ambito dell’iter diagnostico dovranno essere escluse altre patologie, che potrebbero avere manifestazioni cliniche similari, come per esempio la SM, la mielite virale, vascolare e altre malattie auto-immuni, e - secondo i criteri diagnostici - la diagnosi di NMOSD potrà essere formulata in due distinti casi e cioè se siano presenti o assenti gli anticorpi antiAQP4. La diagnosi differenziale con il corretto inquadramento diagnostico è fondamentale, poiché eseguire una netta distinzione tra NMOSD e SM, e altre patologie autoimmuni, permette di utilizzare trattamenti farmacologici specifici, diversi da quelli più comunemente impiegati nella SM.



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https://www.aism.it/nmosd-spettro-disordini-neuromielite-ottica-aspetti-clinici-criteri-diagnostici



vediamo SE LO CAPITE - Terapie in sperimentazione per la sclerosi multipla


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link originale:
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https://www.aism.it/sclerosi_multpla_terapie_in_sperimentazione

settembre 2020 - I vaccini e la sclerosi multipla*


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Vaccinazione

Tipologia

Relazione con SM

Stagionale antiinfluenzale

inattivato

Considerato sicuro

Gardisil (papillomavirus)

inattivato

Probabilmente sicuro

Epatite B

inattivato

Considerato sicuro

Trivalente (morbillo, rosolia, parotite)

Vivo attuenuato

Probabilmente sicuro in persone che non assumono immunosoppressori

Pneumovax 23 e Prevnar 13

(penumococco)

inattivato

Considerato sicuro

Poliomielite

Per lo più inattivato

Probabilmente sicuro

Rabbia

inattivato

Probabilmente sicuro

Tetano

inattivato

Considerato sicuro

Varivax e Proquad (varicella)

Vivo attenuato

Probabilmente sicuro

Febbre gialla

Vivo attenuato

Potrebbe non essere sicuro; non dovrebbe essere usato in persone che assumono immunosoppressori

Zostavax  (zoster)

Vivo attenuato

Probabilmente sicuro per ogni adulto che ha avuto la varicella

*Adattata da Williamson EML, Chahin S, Berger JR. Vaccines in multiple sclerosis. Curr Neurol Neurosci Rep 2016; 16:36. DOI 10.1007/s11910-016-0637-6

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Avvertenze

È sconsigliata la somministrazione del vaccino  durante il primo trimestre di gravidanza o in caso di precedenti reazioni allergiche.

Per questi motivi è sempre meglio consultare il proprio medico curante prima di  ricorrere al vaccino
.

Continua nel link originale:

https://www.aism.it/vaccini_e_sclerosi_multipla

 




IL CASO DELLA VARICELLA

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Una volta vaccinato -è possibile leggere- il suo bambino deve cercare di evitare per almeno 6 settimane dopo la vaccinazione, fin dove possibile, uno stretto contatto con i seguenti individui: - individui con una ridotta resistenza alle malattie, - donne in gravidanza che non hanno avuto la varicella o che non sono state vaccinate contro la varicella. - neonati da madri che non hanno avuto la varicella o che non sono state vaccinate contro la varicella.

La contagiosità, dunque, riguarda solo ed esclusivamente la varicella. Non ha nulla a che fare con le restanti malattie per le quali il vaccino è stato sviluppato. 

continua qui:

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/pediatria/dopo-il-vaccino-non-si-e-contagiosi



RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO - Vaccino della varicella - VARIVAX

Virus della varicella* ceppo Oka/Merck (vivo, attenuato) ≥ 1.350 UFP**

* Prodotto in cellule diploidi umane (MRC-5)

**UFP = Unità formanti placca

Questo vaccino può contenere quantità in tracce di neomicina (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)



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Come per altri vaccini, VARIVAX non protegge completamente tutti i soggetti dalla varicella naturalmente acquisita



link originale:
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https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_001117_035032_RCP.pdf&sys=m0b1l3


RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO - M-M-RvaxPro

M-M-RvaxPro polvere e solvente per sospensione iniettabile

M-M-RvaxPro polvere e solvente per sospensione iniettabile in siringa preriempita

Vaccino del morbillo, della parotite e della rosolia (vivo) 


M-M-RvaxPro è indicato per la vaccinazione simultanea contro morbillo, parotite e rosolia in soggetti a partire dai 12 mesi di età (vedere paragrafo 4.2).

M-M-RvaxPro può essere somministrato a lattanti a partire dai 9 mesi di età in circostanze speciali (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 5.1).

Per l’impiego in caso di focolai di morbillo, o per la vaccinazione in post-esposizione, o, per l’impiego in soggetti di età superiore ai 9 mesi precedentemente non vaccinati che sono in contatto con donne in gravidanza suscettibili, e per persone possibilmente suscettibili all’infezione da parotite e rosolia, vedere paragrafo 5.1. 


*50% della dose infettante la coltura tissutale

1 Prodotto su cellule embrionali di pollo.

2 Prodotto su fibroblasti di polmone diploidi umani WI-38.


Il vaccino può contenere tracce di albumina umana ricombinante (rHA)



La vaccinazione con M-M-RvaxPro *può non assicurare la protezione di tutti i soggetti vaccinati*.

continua nel pdf originale
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https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/m-m-rvaxpro-epar-product-information_it.pdf

Andamenti della sclerosi multipla

La sclerosi multipla può progredire e regredire in modo imprevedibile. Tuttavia, esistono diversi andamenti tipici dei sintomi:

  • Andamento recidivante remittente: le recidive (quando i sintomi si aggravano) si alternano alle remissioni (quando i sintomi si riducono o non si aggravano). Le remissioni possono durare mesi o anni. Le recidive possono manifestarsi spontaneamente o possono essere scatenate da un’infezione, come l’influenza.

  • Andamento progressivo primario: la malattia progredisce gradatamente senza remissioni o recidive ovvie, anche se possono esserci fasi temporanee durante le quali la malattia non progredisce.

  • Andamento progressivo secondario: questo andamento inizia con recidive che si alternano a remissioni (l’andamento recidivante-remittente), seguite da una progressione graduale della malattia.

  • Andamento recidivante progressivo: la malattia progredisce gradatamente, ma la progressione viene interrotta da recidive improvvise. Questo andamento è raro.

In media, se non trattati, i soggetti hanno una recidiva ogni circa 2 anni, ma la frequenza varia ampiamente.

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Sintomi comuni di sclerosi multipla

Parte del corpo

Esempi

Nervi (vengono colpite le sensazioni)

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Intorpidimento

Formicolio

Diminuzione del senso del tatto

Dolore o bruciore

Prurito

Occhi

Diplopia (visione doppia)

Parziale o completa perdita della vista e dolore in un occhio

Vista ridotta oppure offuscata

Incapacità di vedere quando si fissa davanti a sé

Movimenti degli occhi scoordinati

Organi genitali

Difficoltà a raggiungere l’orgasmo

Mancanza di sensibilità nell’area genitale

Negli uomini, disfunzione erettile

Muscoli e coordinazione

Debolezza e goffaggine

Difficoltà a camminare o a mantenere l’equilibrio

Tremore

Movimenti scoordinati

Rigidità, instabilità e stanchezza insolita

Intestino e vescica

Problemi a controllare vescica e intestino

Stipsi

Linguaggio

Eloquio lento, inceppato ed esitante

Umore

sbalzi di umore

Esaltazione o frivolezza inappropriate (euforia)

Depressione

Incapacità di controllare le emozioni (ad esempio pianto o riso immotivato)

Funzione mentale

Compromissione mentale sottile o evidente

Perdita di memoria

Scarsa capacità di giudizio

Disattenzione

Altri

Capogiri o vertigini

errore di battitura... e...

Per un errore di battitura,
il contratto d’affitto era diventato
d’affetto. Allora ho immaginato
che tutti, in fondo, dovremmo avere
un contratto d’affetto con qualcuno:
la postina il vicino il custode
il salumiere la badante.
Sì, insomma mettere per iscritto, di comune accordo,
che quando si è soli,
ci si può chiamare a vicenda,
fare due parole e poi incontrarsi,
sorvolare su tutto il tempo sprecato
e alla fine indossare
la circonferenza di un abbraccio.

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- Piergiorgio Viti 
Illustrazione Martina Heiduczer