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Parte del libro (Vd foto)
Un buon punto di partenza per meglio comprendere i potenti effetti derivati dalla capacità di controllare la respirazione è lo studio del sistema nervoso autonomo che regola tutte le funzioni automatiche del corpo, oltre a essere il principale regolatore del sistema di risposta allo stress. Il sistema nervoso autonomo è composto da due sistemi chiamati rispettivamente simpatico e parasimpatico, i quali si bilanciano l’uno con l’altro. Il sistema simpatico entra in azione quando siamo sotto stress, ci troviamo di fronte a una sfida, dobbiamo mobilitarci per raggiungere un obiettivo o evitare un pericolo ma, trascorso il momento di emergenza, dovrebbe acquietarsi e contemporaneamente la sua controparte, il sistema parasimpatico, dovrebbe intervenire per riequilibrare gli effetti della risposta di attacco o fuga. Ad esempio, il sistema simpatico accelera la frequenza cardiaca e la respirazione, mentre il parasimpatico rallenta entrambe le funzioni e attiva i processi naturali di “riposo e digestione, ripristino e riparazione”. In sostanza, il sistema parasimpatico interviene per ripristinare le riserve energetiche e ridurre l’infiammazione, ma spesso accade che funzioni a basso regime, in particolare nelle persone che soffrono di stress o traumi cronici, a differenza del sistema simpatico che rimane in piena attività, anche quando l’emergenza è rientrata. In questi casi si osservano reazioni eccessive e inappropriate, oltre a una difficoltà a rilassarsi o a calmarsi. La persona si sente, infatti, in pericolo ed è bloccata nella modalità difensiva. In che modo la respirazione corretta può risolvere questo squilibrio?
Richard P. Brown, professore associato di psichiatria alla Columbia University, studia da cinquant’anni le diverse tecniche di respirazione. Pratica arti marziali, meditazione zen, aikido (è quarto dan) ed è insegnante di yoga, qigong e meditazione. Patricia Gerbarg, laureata alla Harvard Medical School, associata alla Boston Psychoanalytic Society and Institute e assistente di psichiatria presso il New York Medical College, ha iniziato a interessarsi alla neuropsicologia delle pratiche respiratorie oltre quindici anni faI. Gerbarg e Brown stanno studiando insieme l’azione delle specifiche pratiche respiratorie sulla riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico e sulla stimolazione del sistema nervoso parasimpatico.
Stephen Porges, neuroanatomista e scienziato presso il Kinsey Institute, dell’Indiana University Bloomington offre un altro importante contributo alla stessa indagine. Egli ha formulato la teoria polivagale, basata sulla sua scoperta delle 3 fasi evolutive nel sistema autonomo, che ci aiutano ad affrontare le situazioni problematiche della vita.
La maggior parte dei percorsi del sistema parasimpatico si sviluppano lungo i due grandi nervi vaghi, che escono dal tronco encefalico, uno per lato, e scendono lungo il corpo, ramificandosi in tutti gli organi interni. Il 20 per cento circa di questi percorsi invia messaggi dal cervello al corpo (efferenti) per regolare gli organi. Al contrario, l’80 per cento circa dei percorsi porta le informazioni dal corpo al cervello (afferenti), attraverso milioni di impulsi ogni millisecondo, aggiornandolo sullo stato di salute. La nostra percezione di tali informazioni sensoriali interne è detta interocezione.
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