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11/06/20

Dieta, infiammazione ed efficienza del sistema immunitario



Una revisione della letteratura ha fatto il punto sulle attuali conoscenze riguardo agli effetti dell’alimentazione sulle funzioni del sistema immunitario. Le informazioni disponibili indicano che alcuni componenti dei cibi possono contribuire a contrastare l’infiammazione e a migliorare l’efficienza delle difese immunitarie.

Un gruppo internazionale di esperti ha eseguito un’ampia revisione degli articoli scientifici dedicati agli effetti della dieta e di alcune componenti dell’alimentazione sul funzionamento del sistema immunitario. Essi hanno preso spunto dalla contingenza creata dall’epidemia di COVID-19, ma le evidenze raccolte e analizzate forniscono, in generale, indicazioni sull’argomento. Un aspetto che emerge dalla letteratura scientifica è che le risposte del sistema immunitario risentono dello stress ossidativo e dei meccanismi dell’infiammazione. Lo stress ossidativo è provocato da uno sbilanciamento fra la concentrazione nei tessuti dei radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto e la disponibilità di molecole in grado di inattivarli. Alcune sostanze ad attività antiossidante, come albumina, urea e glutatione, sono prodotte dall’organismo stesso, mentre altre sono introdotte con i cibi: vitamina E, vitamina C, polifenoli e derivati della vitamina A. Nelle persone che hanno infiammazioni croniche generalizzate, associate a patologie comuni come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2obesità e tumori, si può osservare un’alterazione della regolazione del sistema immunitario definito “innato”, vale a dire quello che si basa sull’attività dei macrofagi e delle cellule ad essi assimilabili. In queste condizioni è di fondamentale importanza assumere alimenti o integratori contenenti sostanze antiossidanti, per compensare lo stato di stress ossidativo cronico che può compromettere le risposte immunitarie. Anche le proteine hanno un ruolo determinante nel sostenere il funzionamento del sistema immunitario e gli autori della revisione citano varie evidenze che hanno messo in relazione una dieta troppo povera di proteine con l’elevato rischio di infezioni virali. Inoltre l’assunzione di proteine a elevato valore biologico, come quelle presenti nelle uova, nel pesce e nelle carni magre o nel siero del latte, ha effetti positivi nel ridurre la produzione di grassi e nel controllare i meccanismi dell’infiammazione. Inoltre, l’assunzione di adeguate quantità di proteine a elevato valore biologico è determinante per una normale produzione di anticorpi. Infine, alcuni aminoacidi, presenti nelle proteine, contribuiscono a rendere efficiente la risposta immunitaria di alcuni tipi di linfociti T. La glutamina, in particolare, regola l’espressione di numerosi geni, che modulano le risposte immunitarie ed è usata, come fonte di energia, da macrofagi, granulociti neutrofili e linfociti. A conferma di tutte queste evidenze, ci sono i riscontri di studi eseguiti nell’animale e nell’uomo, che hanno dimostrato che un inadeguato introito di proteine aumenta il rischio di infezioni. Nella revisione si riportano anche le informazioni disponibili sugli effetti dei grassi e degli zuccheri sulla funzione del sistema immunitario.
Nelle conclusioni gli autori hanno ribadito l’importanza dell’alimentazione nel compensare lo stress ossidativo, nel contrastare gli stati infiammatori cronici e nel supportare le normali funzioni del sistema immunitario.   

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