“Mi vaccino solo per non perdere il lavoro”.
A Genova altre quattro persone seguono l’esempio dell’insegnante
ha scritto sul modulo del consenso informato queste parole:
«Accetto di essere vaccinata dal momento che, sotto coercizione e non per mia volontà devo sottopormi come “cavia” in un vaccino in cui non credo a causa della sospensione dello stipendio. Non mi ritengo responsabile di eventuali danni o “effetti avversi” alla mia persona e, in tal caso, pretendo di essere risarcita dallo Stato».
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