Il medico, prima di entrare nel dettaglio, rivela anche un’altra follia tutta italiana, eredità delle linee guida di Speranza: “Ancora oggi, quando arriva il 118 e il medico si trova davanti una persona in fin di vita o già morta, assieme alla constatazione del decesso fa eseguire il tampone. Il risultato del test, continua a comparire nella diagnosi di morte”.
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Siamo a questo: facciamo tamponi ai defunti. Per cui se il deceduto risulta positivo, in base a una circolare interna dell’Azienda sanitaria, viene trattato come morto per Covid. A parte questo, il passaggio ancora più interessante dell’intervista è quando Petterle rivela i tipi di morti che vede da qualche tempo a questa parte: “In persone sane, sportive, di mezza età e senza patologie cliniche, negli ultimi cinque mesi la metà dei decessi è per Sads, la sindrome della morte improvvisa dell’adulto. Anche ieri, due uomini di 54 e 55 anni se sono andati così, all’improvviso, nelle loro abitazioni. Erano in salute”.
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