CONTATORE PERSONE

12/12/19

Il sonno purifica il cervello eliminando le tossine, alla lunga possono contribuire all'insorgenza di malattie neurologiche.

A.D.
A confermarlo è un nuovo studio, coordinato da Nina Fultz della Boston University e pubblicato sulla rivista Science. Dallo studio emerge che durante in riposo l’encefalo mette in moto un processo di depurazione e pulizia dalle tossine accumulate al suo interno, facendo scorrere il fluido cerebrospinale dentro e fuori dal sistema nervoso. Il liquido cerebrospinale (definito anche liquor o liquido cefalorachidiano) è un fluido incolore e trasparente che permea il sistema nervoso centrale e protegge il cervello e il midollo spinale da eventuali urti.

I ricercatori guidati da Nina Fultz nel corso dello studio hanno utilizzato delle tecniche di neuroimaging per misurare l’attività neurale di 11 persone intente a dormire, riuscendo in tal modo ad individuare l’esistenza di uno schema preciso tra i movimenti del fluido cerebro-spinale e la circolazione sanguigna cerebrale durante la fase del sonno profondo. Gli studiosi in particolare hanno stabilito che le onde lente sono seguite da fluttuazioni nel volume e flusso di sangue nel cervello, grazie alle quali si crea spazio per i movimenti del liquor, affinché possa fluire dentro e fuori la cavità cerebrale. I ricercatori hanno dunque dimostrato che le onde lente contribuiscono anche alla dinamica dei fluidi nel cervello, oltre a svolgere un ruolo cruciale nella consolidazione dei ricordi
Si tratta di una scoperta che potrebbe avere delle importanti ripercussioni sulla lotta alle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, che sono caratterizzate proprio dall’accumulo di sostanze tossiche nel cervello.

1. Boston University. (2019, October 31). Are we 'brainwashed' during sleep? Cerebrospinal fluid washes in and out of brain during sleep. ScienceDaily. Retrieved November 8, 2019

FONTE

http://www.informasalus.it/it/articoli/sonno-elimina-tossine-cervello.php



il SONNO CONSENTE AL CORPO DI RAFFAORZARE LA PRODUZIONE DI MIELINA

A.D.


Scarso sonno : il tuo integratore di vitamina D ti tiene sveglio la notte?
  L'importante ruolo del sonno efficace nella rimozione delle tossine dal cervello, inclusa la riparazione della mielina. è ben consolidato . Un aspetto negativo è la ricerca secondo cui il sonno scarso può essere un effetto collaterale della supplementazione di vitamina D3. I ricercatori hanno identificato la melatonina come fattore di collegamento tra sonno e vitamina D. La melatonina viene prodotta naturalmente quando siamo circondati da completa oscurità. Viene spesso usato come integratore per il sonno e per aiutare le persone con jet lag a ripristinare il ritmo circadiano (il loro orologio interno). Gli studi suggeriscono che la vitamina D può effettivamente ridurre la produzione di melatonina da parte dell'organismo e, quindi, ridurre la qualità del sonno. Alcuni medici raccomandano di assumere tali integratori al mattino per evitare tali eventualità. Maggiori informazioni su melatonina e SM .
  
 La ricerca dell'ottobre 2013 suggerisce che la mancata eliminazione di alcune proteine ​​tossiche può svolgere un ruolo nei disturbi del cervello. Ha dimostrato che le cellule cerebrali si restringono durante il sonno per aprire gli spazi tra i neuroni e consentire ai liquidi di lavare il cervello. Gli scienziati dell'Università del Wisconsin, Madison hanno scoperto che il sonno consente al corpo di rafforzare la produzione di mielina, che fornisce l'isolamento per il cablaggio neuronale del cervello . I ricercatori hanno affermato che questi risultati potrebbero portare a nuove intuizioni sulla riparazione del cervello e sulla sclerosi multipla.
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www.msnetwork.org/ccsvihistory.htm#sleep

11/12/19

Fibromialgia: dove si trovano i tender points che provocano dolore alla palpazione?



Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato in questo articolo, ti consiglio di leggere: Fibromialgia: sintomi, cause, cura e tender points

Dopo aver escluso altre patologie muscolari, neurologiche o scheletriche, sono due gli elementi che, una volta accertati, permettono una corretta diagnosi della fibromialgia:

Un’accurata anamnesi dalla quale si evinca che il dolore è diffuso simmetricamente e che perdura da almeno 3 mesi.
Palpazione dei 18 punti corporei detti tender points, che nel soggetto sano non procura dolore, mentre nel malato fibromialgico risultano dolorosi in numero non inferiore ad 11. La pressione da esercitare deve essere almeno di 4 kg  I punti chiave sono situati:
4 nel collo anteriore,
4 dietro le spalle,
2 all’altezza del cervelletto (intersezione suboccipitale del trapezio),
2 all’altezza dei gomiti,
2 all’altezza delle ginocchia,
2 sopra le natiche
2 ai lati in basso delle natiche (regione retrotrocanterica)

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https://medicinaonline.co/2017/03/11/fibromialgia-dove-si-trovano-i-tender-points-che-provocano-dolore-alla-palpazione/

Fibromialgia, a Torino ....


, 08 Marzo 2012

Apre all’Ospedale Le Molinette il primo ambulatorio piemontese dedicato alla malattia cronica
Sarà inaugurato oggi il primo ambulatorio piemontese dedicato alla fibromialgia, malattia cronica caratterizzata da dolori cronici diffusi, affaticamento intenso e disturbi del sonno, che spesso si associano a ansia o depressione. L’ambulatorio nasce dalla stretta collaborazione tra reumatologi, psichiatri e psicologi del reparto di Reumatologia dell’ospedale Molinette, diretto da Enrico Fusaro e dal reparto di Psiconcologia, diretto da Riccardo Torta.
La fibromialgia è una malattia reumatica, ma i più recenti studi la considerano una malattia associata ad una ipersensibilità del sistema nervoso centrale. . I pazienti fibromialgici soffrono intensamente per dolori reali, ma spesso non vengono capiti o ascoltati con attenzione poiché gli accertamenti a cui si sottopongono non servono ad evidenziare la presenza di alterazioni di tipo fisico.

La diagnosi di fibromialgia viene posta per esclusione, in quanto non si conoscono lesioni anatomiche o segni radiologici o biologici specifici. Il trattamento è sintomatico. I farmaci anti-infiammatori non-steroidei danno poco o nessun beneficio. Il tramadol cloridrato, alcuni anticonvulsivanti (come la gabapentina) e gli antidepressivi sono efficaci contro il dolore in alcuni pazienti. I farmaci ipnotici sono utili per il trattamento dei disturbi del sonno.
La presa in carico comprende la terapia farmacologica, la fisioterapia con introduzione progressiva dell'attività fisica (nuoto, yoga, ginnastica posturale e aerobica) e la terapia cognitivo-comportamentale e di rilassamento. La fibromialgia è una malattia cronica di gravità variabile. Tuttavia, l'affaticamento e il dolore possono essere debilitanti e la prognosi può essere compromessa dalle numerose diagnosi errate.

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www.osservatoriomalattierare.it/fibromialgia/1778-fibromialgia-a-torino-il-primo-ambulatorio-dedicato

10/12/19

i SEMI

Quando mangi la frutta, 

NON BUTTARE I SEMI. 

CONSERVALI LASCIANDO CHE SI ASCIUGHINO. 

Quando GIRI PER LA STRADA , lanciali dove non ci sono alberi.. il resto lo farà la natura.


Diversi paesi hanno adottato questa idea, ed hanno alberi di frutta sparsi per le città.
Bastano piccole cose per iniziare a cambiare il mondo.

Spargi la voce, oltre che i semi 😉

sito del DOTTOR ROBERTO Petrella

Vi comunico il mio sito:
⤵️
https:www.studiomedicopetrella.it
TROVERETE IL VOSTRO 
"VADEMECUM MEDICO PERSONALIZZATO
SARÀ IL SITO DELLA VOSTRA SALUTE, PARLERÒ DI:


- ANALISI DEÌ SEGNI E DEI SINTOMI ONCOLOGICI;

- MANIFESTAZIONI CLINICHE DEI TUMORI MALIGNI;

- PRIMI SEGNI DI AVVERTIMENTO;

- MANIFESTAZIONI SCHELETRICHE( DOLORE OSSEO);

- MANIFESTAZIONI NEUROLOGICHE;

- TUMORI AL CERVELLO;

- IL DOLORE ONCOLOGICO (SEGNI E SINTOMI ASSOCIATI CON I LIVELLI DI DOLORE;

ANCORA: DOLORE ADDOMINALE, DOLORE VISCERALE, DOLORE RIFERITO, PANCREATITE , SEGNI E SINTOMI DEL TUMORE AL PANCREAS ( È UN CAPITOLO IMPORTANTISSIMO POICHÉ VI PARLERÒ DI COME FARE L'ECOGRAFIA  AL PANCREAS, LA SEMEIOTICA E SEMANTICA ECOGRAFICA DI COME RICONOSCERE IL DOLORE PANCREATICO. IL DOLORE ALLA SPALLA, IL SIGNIFICATO DEL DOLORE NOTTURNO, VI PARLERÒ DEI MODELLI DI DOLORE.

PARLERÒ COSA DEVONO FARE GLI UOMINI PER NON ANDARE INCONTRO ALL'INTERVENTO CHIRURGICO PER L'ASPORTAZIONE DELLA PROSTATA, QUALI SONO GL'INTEGRATORI PER CURARE LA PROSTATA. 
QUALE MENÙ ECC.ECC.ECC. 

SONO CERTO CHE COLLABORERETE CON IL VOSTRO MEDICO. 

BUONA LETTURA.
Dott.Roberto Petrella

09/12/19

io lo dico dal 2009.. Respira...

Per leggere tutto COMPERA IL LIBRO ⬆️

Parte del libro  (Vd foto)



Un buon punto di partenza per meglio comprendere i potenti effetti derivati dalla capacità di controllare la respirazione è lo studio del sistema nervoso autonomo che regola tutte le funzioni automatiche del corpo, oltre a essere il principale regolatore del sistema di risposta allo stress. Il sistema nervoso autonomo è composto da due sistemi chiamati rispettivamente simpatico e parasimpatico, i quali si bilanciano l’uno con l’altro. Il sistema simpatico entra in azione quando siamo sotto stress, ci troviamo di fronte a una sfida, dobbiamo mobilitarci per raggiungere un obiettivo o evitare un pericolo ma, trascorso il momento di emergenza, dovrebbe acquietarsi e contemporaneamente la sua controparte, il sistema parasimpatico, dovrebbe intervenire per riequilibrare gli effetti della risposta di attacco o fuga. Ad esempio, il sistema simpatico accelera la frequenza cardiaca e la respirazione, mentre il parasimpatico rallenta entrambe le funzioni e attiva i processi naturali di “riposo e digestione, ripristino e riparazione”. In sostanza, il sistema parasimpatico interviene per ripristinare le riserve energetiche e ridurre l’infiammazione, ma spesso accade che funzioni a basso regime, in particolare nelle persone che soffrono di stress o traumi cronici, a differenza del sistema simpatico che rimane in piena attività, anche quando l’emergenza è rientrata. In questi casi si osservano reazioni eccessive e inappropriate, oltre a una difficoltà a rilassarsi o a calmarsi. La persona si sente, infatti, in pericolo ed è bloccata nella modalità difensiva. In che modo la respirazione corretta può risolvere questo squilibrio?

Richard P. Brown, professore associato di psichiatria alla Columbia University, studia da cinquant’anni le diverse tecniche di respirazione. Pratica arti marziali, meditazione zen, aikido (è quarto dan) ed è insegnante di yoga, qigong e meditazione. Patricia Gerbarg, laureata alla Harvard Medical School, associata alla Boston Psychoanalytic Society and Institute e assistente di psichiatria presso il New York Medical College, ha iniziato a interessarsi alla neuropsicologia delle pratiche respiratorie oltre quindici anni faI. Gerbarg e Brown stanno studiando insieme l’azione delle specifiche pratiche respiratorie sulla riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico e sulla stimolazione del sistema nervoso parasimpatico.

Stephen Porges, neuroanatomista e scienziato presso il Kinsey Institute, dell’Indiana University Bloomington offre un altro importante contributo alla stessa indagine. Egli ha formulato la teoria polivagale, basata sulla sua scoperta delle 3 fasi evolutive nel sistema autonomo, che ci aiutano ad affrontare le situazioni problematiche della vita.

La maggior parte dei percorsi del sistema parasimpatico si sviluppano lungo i due grandi nervi vaghi, che escono dal tronco encefalico, uno per lato, e scendono lungo il corpo, ramificandosi in tutti gli organi interni. Il 20 per cento circa di questi percorsi invia messaggi dal cervello al corpo (efferenti) per regolare gli organi. Al contrario, l’80 per cento circa dei percorsi porta le informazioni dal corpo al cervello (afferenti), attraverso milioni di impulsi ogni millisecondo, aggiornandolo sullo stato di salute. La nostra percezione di tali informazioni sensoriali interne è detta interocezione.


vit D...

Dr. Gabriele Prinzi

LEGGETE TUTTO
MEDITATE
E APPLICATEVI SEMPRE..
NON SIAMO SOLI 
I MEDICI CHE FANNO I VERI MEDICI #ESISTONO 
⤵️ 
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2623986727848553&id=1586526338261269

GRAZIE DOC PRINZI

08/12/19

Ascoltate ATTENTAMENTE IL VIDEO


⬇️
https://m.youtube.com/watch?fbclid=IwAR09RzAPd9GUm2N0KbS_Qt8eYhi0pxQ_PHhXLKvbjUOuboHkIT6HDdkbK-g&v=6kJ9Nvi1nno&feature=youtu.be

dott miedico: sarò a bergamo per difendere la verità sui gemellini di 5 ...

Collirio: proprietà della cannabis

Collirio a base di Cannabis

Tra le proprietà della cannabis, quelle  antiossidanti- antinfiammatorie e neuroprotettive la rendono un possibile aiuto per patologie quali:

glaucoma

retinopatia

degenerazione diabetica

uveoretinite maculare
Sono tutte trattabili somministrando il farmaco sotto forma di collirio.
L’allestimento di questo tipo di collirio presenta alcune criticità che occorre considerare, ad esempio nella formulazione del collirio di cannabis l’alta lipofilia e la bassa solubilità acquosa dei cannabinoidi naturali che possono creare difficoltà nella somministrazione oculare.
Bisogna anche tener conto degli effetti indesiderati dati dall’assorbimento della frazione psicoattiva (THC) del fitocomplesso.


E’ pur vero che l’uso locale (si applica direttamente nell’occhio) limita gli effetti collaterali che si manifesterebbero attraverso l’assunzione orale.
Si può affermare che non vi può essere una formulazione unica standard di collirio a base di cannabis in quanto la formulazione dipende dalla patologia e dall’obbiettivo terapeutico richiesto e dalla necessità di svolgere un’azione strettamente superficiale (antinfiammatoria) piuttosto che più profonda (neuroprotettiva).
Nel primo caso potrebbe essere sufficiente utilizzare un collirio oleoso ottenuto dall’estrazione dei cannabinoidi addizionando un agente bagnante per migliorare la penetrazione dei principi attivi nell’interno dell’occhio.
Nel processo di sterilizzazione finale con filtro è necessario verificare che le parti attive non vengano trattenute ed in caso affermativo in che quantità, da qui indispensabile, oltre che obbligatoria come tutti gli estratti oleosi a base di cannabis, la titolazione  sul prodotto dell’estrazione.
Dott. Paolo Calliero
Farmacista Preparatore

Continua ⤵️

https://www.farmacigalenici.it/2019/06/16/cannabis-collirio/

la natura ha tutte le cure

BURROCACAO #NATURALE
⤵️
https://farmacosmetica.it/burrocacao-naturale/

07/12/19

donne in gravidanza e.....

Tratto da Milano Monti:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=606514720089946&id=100021942712867


I Farmaci dovrebbero essere molto più sicuri dei vaccini, visto l'iter che devono fare per l'approvazione, eppure le cavie siamo sempre noi.

 Peccato che lo scoprono 45 anni dopo averlo somministrato alle donne in gravidanza.

<< Autorizzato al commercio dal 1969 in Francia e nel 1978 in USA, il  Depakin, prodotto dalla francese Sanofi, ha continuato a lungo a essere  prescritto alle donne incinte anche dopo la scoperta dei suoi gravi  effetti teratogeni. Il foglietto illustrativo menziona chiaramente gli  effetti collaterali soltanto dal 2015 >>

<< Un farmaco anti-epilessia è sotto accusa in Francia e Svizzera perché  avrebbe causato malformazioni ai neonati di donne che lo avevano assunto  in gravidanza. Secondo un rapporto approvato oggi dal Consiglio  federale svizzero in risposta a un postulato della ex “senatrice”  Liliane Maury-Pasquier (PS/GE) i casi di malformazione segnalati in  Svizzera dal 1990 dovuti alla somministrazione alle donne incinte del  Depakin, un farmaco antiepilettico, sono 34.

L’ultima notifica è  pervenuta nel 2018 e riguarda una gravidanza nel 2014. Stando al  rapporto, il numero di casi registrati in Svizzera è basso nel confronto  internazionale, in particolare in Francia.

 L’autorità francese  competente in materia di farmaci ha trasmesso 653 notifiche di disturbi  dello sviluppo alla banca dati dell’Organizzazione mondiale della  sanità. 

Alcune stime contano più di 6500 vittime di disturbi dello  sviluppo in Francia. 

Secondo il rapporto francese dell’aprile 2017, le  donne incinta alle quali era stato somministrato il medicinale a base di  sodio valproato hanno registrato un’incidenza quattro volte superiore  delle nascite con malformazioni congenite. 

I bambini nati con problemi  sarebbero circa 3.000.

 Lo studio è stato realizzato dall’Agenzia  nazionale francese per la sicurezza del farmaco (Ansm) e  dall’amministrazione nazionale di previdenza. 

Il medicinale Depakine, è  prodotto dalla Sanofi, ed è venduto anche in Italia, ma il bugiardino  segnala a chiare lettere che ci sono RISCHI ELEVATI per il FETO e che il  farmaco NON VA ASSUNTO IN GRAVIDANZA. ” 
Nell’autunno 2014, l’Agenzia  Europea del Farmaco (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)  emettono una nota riguardante il rischio di esiti avversi della  gravidanza correlato ai farmaci contenenti valproato, il principio  attivo del Depakin >>

Sito Ema

http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/TRADUZIONE_Valproate%20-%20EMA%20announcement.pdf

https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/amtliches-bulletin/amtliches-bulletin-die-verhandlungen?SubjectId=43596#speaker3

https://varesepress.info/2019/12/06/depakin-il-farmaco-anti-epilessia-responsabile-di-difetti-nei-neonati/

grazie


mi ricordo...



si si mi ricordo che alle mie spalle c'erano delle

personcine a modo che dicevano:

<<a.. SI..LA MELIS!! LE VISUALIZZAZIONI SE LE FA TUTTE  LEI

vergognatevi


NON HO MAI AVUTO BISOGNO DI VOI  (ne prima e ne dopo) QUANDO IO GIA'  facevo informazione  (ERA IL LONTANO 2011  ma io ho iniziato ancora prima nel 2009)

voi sapevate solo COPIARE DA ME E DA ALTRI   e poi infangavate  me e chi vi ha indirizzato  ad avere tutte le INFORMAZIONI necessarie PER STARE MEGLIO
MA  LA VOSTRA CATTIVERIA quella NON SI CURA

ovvio che sono io BASTA GUARDARE LA FOTOGRAFIA  PARLA DA SOLA :

Italia
304707
Stati Uniti
81345
Russia
27076
Germania
14716
Ucraina
8309
Francia
5454
Spagna
2047
Polonia
1827
Svizzera
1440
Regione sconosciuta
1384  



sono io che vado ovunque.....FRANCIA SPAGNA UCRAINA POLONIA ECC...

grazie ragazzi per le vs visualizzazioni da parte di TUTTO IL MONDO 

Il glutatione.....

A.D.
Il glutatione è una delle molecole più importanti a livello organico.
Scopriamo cos’è e se nel nostro corpo ce n’è a sufficienza per ottenerne tutti i benefici. L’intervista al Prof. Fulvio Marzatico, Laboratorio di Farmacobiochimica Nutrizione e Nutraceutica del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie
Benessere non significa necessariamente seguire rigorosamente una certa dieta, andare a faticare in palestra o correre per chilometri. Può anche significare avere dentro sé una molecola dal nome curioso, ma fondamentale. È il Glutatione, ed è una delle molecole più importanti a livello organico, perché ubiquitaria, ossia si trova – o si dovrebbe trovare – dappertutto .
Cos’è? – «Il glutatione interessa con la sua presenza tutte le cellule, sebbene in concentrazioni diverse. È costituito da 3 amminoacidi: acido glutammico, cisteina e glicina” – spiega il prof. Fulvio Marzatico, del Laboratorio di Farmacobiochimica Nutrizione e Nutraceutica del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Lazzaro Spallanzani” dell’Università di Pavia. “La sua azione detossificante è assai potente – continua Marzatico – e presiede al mantenimento dell’equilibrio ossidoriduttivo, determinante quando si tratti di contrastare l’ossidazione, cioè le alterazioni cellulari dannose per l’intero organismo e per la sopravvivenza stessa delle cellule».
Fegato sano e non solo – Il glutatione svolge un ruolo di primo piano determinante a livello epatico. Qui raggiunge concentrazioni molto elevate atte a contrastare l’accumulo di sostanze cosiddette “xenobiotiche”, che sono poi sostanze di scarto estranee all’organismo e provenienti dall’alimentazione, dalla respirazione eccetera. Queste intossicano le cellule innescando importanti processi di degenerazione cellulare.
Mantenersi in salute – Se vogliano mantenerci in buona salute è fondamentale che la quantità di glutatione sia adeguata. Accade però che l’avanzare dell’età e fattori esterni riducano la presenza di questa molecola vitale. I naturali sistemi di ricarica del glutatione ridotto possono infatti perdere efficienza nel tempo. Oppure possono deteriorarsi a causa di un accumulo eccessivo di sostanze tossiche, soprattutto a livello epatico: vedi per esempio il vizio del fumo, il consumo di alcol, ma anche l’esposizione all’inquinamento, alle radiazioni solari e così via.
Anche alcune patologie possono concorrere alla perdita di glutatione: le malattie del fegato, il diabete di tipo II – legato anche a condizioni di obesità – e la sindrome metabolica.
Esercizio sì, ma moderato – Fare esercizio è bene, ma se eccessivo può essere male. Sport e attività fisica, se praticati in modo eccessivo possono diventare stressogeni, contribuendo così alla riduzione del glutatione con dirette e negative conseguenze sul benessere che tanto si rincorre. Il segreto è, dunque, fare esercizio ma con moderazione. E poi non dimentichiamo una corretta supplementazione, specie se si conduce una vita frenetica e se si è già più avanti con gli anni.
Le nuove scoperte – Fino a oggi la letteratura e la ricerca scientifica ritenevano che la molecola di glutatione ridotto fosse quasi impossibile da assumere per via orale. Una volta arrivata all’intestino non veniva assorbita nella sua forma tripeptidica ma scomposta nei tre aminoacidi, perdendo così di efficacia. Per questo motivo, si è sempre fatto ricorso alla somministrazione per via venosa – una soluzione poco pratica e invasiva. Le cose però, e per fortuna, sono cambiate. Oggi possiamo contare su integratori di nuova generazione e assumibili per via orale.

Uno di questi è Glutaredox Named, una formulazione brevettata che può avvalersi di un’innovativa modalità di veicolazione del glutatione ridotto all’interno dell’organismo: la tecnologia Oro-FS- Releise. Il glutatione ridotto si rende velocemente disponibile a livello organico, perché può oltrepassare facilmente membrane particolarmente recettive quali quelle orali e sub-linguali, bypassando le barriere intestinali. «Si tratta di un’innovazione molto interessante per le applicazioni che introduce, e che è stata oggetto di studi in vitro e in vivo, nei quali abbiamo riscontrato e verificato l’effettivo aumento dei livelli di glutatione ridotto a seguito della somministrazione di Glutaredox per via orale», conclude il prof. Fulvio Marzatico.


LA VITAMINA C ....

A.D. 2013

SCLEROSI MULTIPLA - LA VITAMINA C STIMOLA LA PRODUZIONE DI INTERFERONE, AGISCE DA FATTORE INATTIVANTE CONTRO VIRUS E INFEZIONI


EPPURE I NEUROLOGI SANNO MA TACCIONO E PREFERISCONO LE TERAPIE FARMACOLOGICHE ALTAMENTE TOSSICHE! 

La vitamina C protegge il ferro nell’intestino dall’ossidazione.Essa contribuisce anche alla formazione dei globuli rossi e previene le emorragie. Inoltre combatte le infezioni batteriche e riduce gli effetti di alcune sostanze che provocano allergie. Per queste ragioni la vitamina C è spesso usata nella prevenzione e nella cura del raffreddore comune. E’ stato scoperto che la vitamina C agisce come antistaminico e può essere usata per ridurre le dosi della forma medicinale.La vitamina C ha relazioni significative con altri elementi nutritivi. Contribuisce al metabolismo di alcuni aminoacidi come la fenilalanina e la tirosina che diventano ormoni. La vitamina C trasforma le forme inattive di acido folico in forma attiva di acido folinico e può avere un ruolo significativo nel metabolismo del calcio e del ferro. Inoltre protegge la tiamina, la riboflavina, l’acido folico, l’acido pantotenico, la vitamina A e la E dall’ossidazione. Protegge il cervello e il midollo spinale dalla distruzione da parte di radicali liberi. Gli studi sulla vitamina C come terapia anti-tumorale continuano, ma esistono già delle prove riguardanti l’effetto protettivo della vitamina C, nei confronti di alcuni tipi di tumore, in larghe fasce della popolazione.Grande concentrazione di vitamina C si trova nelle ghiandole surrenali, che rilasciano epinefrina e norepinefrina nei momenti di stress.

LA VITAMINA C È IMPORTANTE IN TUTTE LE CONDIZIONI STRESSANTI.
Il fabbisogno di acido ascorbico nei tessuti è superiore in presenza di metabolismo accelerato. La vitamina C stimola la produzione di interferone e agisce da fattore inattivante contro i virus e le infezioni, incluso il virus herpes, le eruzioni vacciniche, il virus dell’epatite, della poliomielite, dell’encefalite, del morbillo, della polmonite e dell’AIDS. Ciò avviene perché la vitamina C, catalizzata dagli ioni del rame, riduce le molecole di ossigeno in molecole tali che, a loro volta, attaccano gli acidi nucleici del virus. Dato che il normale funzionamento dei globuli bianchi che lottano contro le infezioni dipende dalla vitamina C, questo stesso meccanismo opera contro i batteri, compresi quelli responsabili della difterite, della tubercolosi, del tetano, della febbre tifoide, e gli stafilococchi.

        Se viene assunta vitamina C sufficiente per saturare i tessuti, essa entra nelle cellule e distrugge i virus momentaneamente inattivi. Per più di 25 anni il dott. Frederick Klenner di Reidsville, in North Carolina, ha usato la vitamina C nel trattamento di malattie virali. La sua terapia si basa sulla somministrazione, per via endovenosa o per via orale, di 20-40 grammi di vitamina C al dì. I sintomi dello scorbuto regrediscono rapidamente con la somministrazione di 100 mg al giorno.
SI È APPURATO CHE LA SOMMINISTRAZIONE DI DUE GRAMMI AL GIORNO O DI 500 MG INIETTATI DUE VOLTE AL GIORNO INIBISCE LA COAGULAZIONE DEL SANGUE.

Vitamina C e carenza di ferro. Trenta donne in età tra i 14 e i 40 anni soffrivano di carenza di ferro. Fu loro somministrata una compressa da 200 milligrammi di acido ascorbico al dì.
Risultati. Dopo 60 giorni di trattamento, la carenza di ferro migliorava. Una carenza cronica di ferro è spesso complicata dall’effetto collaterale dello scorbuto. Per influenzare l’assorbimento del ferro è necessaria un’assunzione di almeno 200-500 milligrammi di vitamina C al giorno. (Enil Margo Schleicher, direttore del reparto di Ematologia dell’Ospedale St. Barnabas, Minneapolis, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Agosto 1970.)

Vitamina C e nicotina. Quattordici fumatori e 14 non fumatori aventi abitudini dietetiche simili sono stati sottoposti a diete carenti di vitamina C. A tutti sono stati presi i campioni di sangue. Quindi sono stati somministrati 1,1 grammi di vitamina C e abbondanti dosi di vitamine idrosolubili per facilitarne l’assorbimento. Questo processo ha avuto la durata di 5 giorni, finché l’organismo dei soggetti non era saturo di vitamina C. Per tre giorni le assunzioni di vitamina C sono state limitate e le urine scrupolosamente analizzate.
Risultati. Le analisi del sangue hanno dimostrato che i fumatori avevano circa il 30% in meno di vitamina C nel sangue rispetto ai non fumatori. (Omar Pelletier della Divisione Ricerca del Food and Drug Directorate in Ottawa, Canada, come riportato in Rodale, ed., Prevention, Luglio 1969.)

....................... CONTINUATE LA LETTURA!

Sulla Terra niente distrugge batteri e virus meglio dell’ozono.

A.D.
L’ozono è un gas che, in natura, si forma nell’atmosfera grazie a scariche elettriche che modificano la stabile struttura molecolare dell’ossigeno (O2), trasformandolo in O3. Ha un colore lievemente blu e un odore pungente. Una molecola di ozono è quindi formata da tre atomi di ossigeno ed è instabile: uno dei tre atomi tende infatti a separarsi per unirsi ad altre strutture molecolari, facendo ritornare la molecola di ossigeno (O2) alla sua forma stabile. Ma è proprio da questa instabilità che derivano le sue proprietà benefiche.
Sulla Terra infatti niente distrugge batteri e virus meglio dell’ozono. Può essere usato inoltre per eliminare, funghi, muffe, pesticidi, metalli pesanti, nitrati, nitriti e altre sostanze potenzialmente dannose. Grazie alla sua capacità di ossidazione, uccide i batteri attaccando la struttura molecolare delle loro membrane protettive e alterandone gli enzimi interni. Modificando la composizione molecolare di muffe, funghi e alghe, riesce ad annientarli. L’ozono è inoltre in grado di penetrare nelle strutture interne dei virus, danneggiando gli acidi nucleici virali e impedendo così la loro replicazione.
Non esiste quindi batterio, virus o fungo che possa resistere a una corretta dose di ozono, somministrata nei tempi giusti. Inoltre, normalizza e riequilibra il sistema immunitario, intervenendo contro le immunodeficienze e contro le risposte in eccesso come, per esempio, nel caso delle allergie. Senza dimenticare le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, e la capacità di migliorare il metabolismo cellulare. Nelle zone del corpo dove viene somministrato, l’ozono migliora la circolazione sanguigna, soprattutto il microcircolo dei capillari, scioglie i grassi corporei (molto efficace contro cellulite e adiposità localizzate) e agisce contro i muscoli tesi e contratti.
L’ossigeno-ozono terapia può anche essere un valido rimedio al problema sempre maggiore della resistenza dei batteri agli antibiotici. Un fenomeno alimentato dall’abuso o dall’uso scorretto di farmaci che stimolano nei batteri la capacità di resistere alla loro azione. L’ozono è in grado di annientare anche quei ceppi batterici contro cui si dimostrano inefficaci anche gli antibiotici più potenti in circolazione.
L’ozono può essere somministrato in diversi modi, tutti certificati da protocolli medico scientifici autorizzati dalla Sioot e approvati dal Ministero della Salute:
Grande autoemoinfusione: si prelevano 100 o 200 cc di sangue da una vena del braccio del paziente. Il sangue finisce in una sacca certificata. Senza staccare dal paziente l’ago del prelievo, un apposito dispositivo inserisce una miscela gassosa di ossigeno e ozono nella sacca e la mescola con il sangue prelevato. Il laccio emostatico viene quindi tolto dal braccio del paziente, la sacca viene sollevata e il sangue riaffluisce nell’organismo del paziente, portando con sé l’ozono e tutti i suoi effetti benefici.
Piccola autoemoinfusione: il principio è lo stesso della grande autoemoinfusione, con la differenza che nella piccola autoemoinfusione sono prelevati pochi cc. di sangue dal paziente, arricchiti con la miscela gassosa di ossigeno e ozono e reiniettati con una siringa per via intramuscolare anziché per via endovenosa.
Iniezioni di ossigeno-ozono sottocutanee, intramuscolari e intrarticolari: la miscela di ossigeno-ozono viene iniettata in diverse quantità, in diversi modi e in diverse zone del corpo, in base alla patologia da curare.
Insufflazioni di ossigeno-ozono rettali, anali, vaginali, uterine e uretrali: la miscela di ossigeno e ozono viene introdotta nelle rispettive zone attraverso dei piccoli cateteri. L’ozono entra così in contatto diretto con tessuti soggetti a infezioni, infiammazioni, irritazioni, dolori o altre condizioni di disagio.
Via topica: si applica su mani, braccia, piedi e gambe. La zona interessata viene avvolta in un sacchetto isolante di materiale plastico in cui viene fatto affluire l’ozono.
Idropinica: il paziente beve regolarmente acqua ozonizzata e il suo organismo può così godere dei benefici globali dell’ozono.
La validità dei metodi di somministrazione dell’ozono e dell’ossigeno-ozono terapia come strumento di cura di numerose patologie è confermata da una bibliografia di oltre 1800 lavori pubblicati dal 1995 a oggi su www.pudmed.com, una sorta di enciclopedia online che riporta tutti i lavori scientifici pubblicati sulle più importanti riviste mediche.
È assolutamente proibito iniettare la miscela di ossigeno-ozono direttamente nelle vene o nelle arterie. Da evitare anche la somministrazione per via respiratoria, le cui controindicazioni sono documentate da oltre 1750 pubblicazioni.
Per saperne di più sulle patologie curabili con l’ossigeno-ozono terapia, suggeriamo la consultazione della sezione INDICAZIONI CLINICHE su questo sito internet.

ozonoterapia

A.D.
Gli effetti dell’ozonoterapia sul sistema immunitario.
Pubblicato da Fabrizio de Gasperis il 15 Novembre 2018
Bere acqua ozonizzata crea numerosi benefici fisici, bevuta regolarmente a stomaco vuoto aiuta l'eliminazione del Helicobacter Pylori, riduce le gastriti, è utile nelle disbiosi intestinali disintossicando e regolarizzando il tratto intestinale.
Come già precedentemente abbiamo detto, parleremo qui degli effetti dell’ozonoterapia sul sistema immunitario attraverso un meccanismo in grado di modificarne la risposta, denominato immunomodulazione.
1) Promuove la sintesi di mediatori che fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e fra queste e diversi organi e tessuti ( denominate citochine ) da parte di cellule a ciò specializzate ( macrofagi, monociti e linfociti )
2) Esercita un’azione positiva sulla liberazione di citochine ( vedi sopra ) dotate di capacità immunostimolanti o immunodeprimenti in modo equamente bilanciato
3) Ha azione benefica su cellule del nostro organismo presenti sin dalla nascita da immaginare come prima linea di difesa dell’organismo contro un organismo estraneo, il cosiddetto “ non self “. Queste sono le cellule che formano la difesa aspecifica così definita in immunologia.
4) Egualmente esercita azione positiva anche su cellule che si sviluppano progressivamente dopo l’incontro con uno specifico nemico ( definito antigene ) e comprendono mediatori chimici e cellulari
Inoltre ricordiamo che l’ozono esercita una forte attività distruttiva nei confronti di batteri, funghi e virus. L’azione nei confronti di batteri e funghi avviene come quando mettiamo una goccia di acqua ossigenata su di una ferita sanguinante: la prima cosa che vediamo è l’effervescenza che si sviluppa cioè è l’azione ossidativa dei perossidi indotta dall’ozono. Per l’attacco ai virus invece il meccanismo d’azione è differente poiché l’ozono impedisce l’attacco del virus alla cellula bersaglio, impedendogli quindi di riprodursi.
Possiamo quindi affermare che il risultato positivo dell’ozonoterapia può essere dato a più fattori:
1) Effetto positivo sulla regolazione di nuovi vasi sanguigni ( fenomeno noto come angiogenesi )
2) Effetto regolatore sul sistema di ossidazione cellulare ( già discusso precedentemente )
3) Azione di attivazione delle cellule deputate alla produzione di anticorpi ( definite immunocompetenti ) e sulla produzione delle citochine che abbiamo citato più sopra
4) In ultimo importantissima la capacità di attivare il metabolismo dei globuli rossi con conseguente aumento della disponibilità di ossigeno. E l’ossigeno è vita…

Quali sono gli effetti benefici

1) Modulazione del sistema immunitario
2) Modula l’influenza del sistema nervoso sulla crescita ( trofismo ) tissutale
3) Aumenta la capacità cicatrizzante e quella della rigenerazione dei tessuti
4) Incremento del microcircolo
5) Potere antiinfiammatorio, antidolorifico ed antiedemigeno ( utilissimo nelle ernie discali )
6) Capacità antibatterica ( l’ozono si usa anche per depurare le acque )
7) Capacità antivirale
8) Capacità antifungina ( o antimicotica )
Sulla scorta di quanto detto sino ad ora, è facilmente intuibile come i campi d’azione di questa meravigliosa terapia siano molteplici, variando ovviamente concentrazioni della miscela O3-O2 e la modalità di applicazione della stessa.

https://www.fabriziodegasperis.it/gli-effetti-dellozonoterapia-sul-sistema-immunitario/

PROBIOTICI E PREBIOTICI

PROBIOTICI E PREBIOTICI Andrea Poli Nutrition Foundation of Italy, Milano A.D. ABSTRACT
La principale strategia per influenzare la composizione del microbiota intestinale prevede l’integrazione diretta della dieta con alimenti ricchi delle specie batteriche di interesse o mediante preparazioni protette dei batteri stessi, abitualmente liofilizzati. Una possibilità alternativa è il consumo di alimenti o integratori, come la fibra alimentare, che per la loro indigeribilità da parte degli enzimi digestivi umani sono in grado di fornire substrati energetici al microbiota o a una sua parte, favorendone selettivamente la crescita. Un effetto simile può essere ottenuto anche mediante l’impiego di estratti vegetali, o di molecole specifiche (come alcuni polifenoli). L’uso di formulazioni simbiotiche, che contengono sia il ceppo batterico desiderato, e sia la fonte energetica che può sostenerne la crescita, rappresenterà forse, in futuro, l’approccio più razionale al problema degli interventi finalizzati alla modificazione del microbiota intestinale. Qual è la strategia migliore per modificare il microbiota intestinale, migliorandone la composizione (o aumentandone la diversità) con obiettivi di salute? Le crescenti informazioni sul ruolo del microbiota stesso nel mantenere il nostro organismo in una condizione di benessere hanno reso questo quesito di immediata rilevanza pratica. Già oggi sono possibili interventi di varia natura: dal consumo di alimenti naturalmente ricchi di batteri ad azione probiotica, tipici di alcuni alimenti fermentati (specie latticini), all’integrazione alimentare con liofilizzati batterici, meglio se in formulazioni protette in grado di raggiungere in forma vitale il tratto intestinale inferiore, superando indenni la doppia barriera del pH acido gastrico e alcalino a livello del duodeno. La ricchezza della flora batterica intestinale, che supera le 1013 unità, implica naturalmente, per poter ottenere effetti di una portata significativa, l’uso di preparati batterici di adeguata consistenza numerica: e la raccomandazione della linea guida ministeriale al proposito 1 (almeno 109 cellule vitali al termine della shelf-life) è ormai spesso superata, anche di un fattore 10, dai prodotti a disposizione di medici e consumatori. Un approccio alternativo, che può in realtà anche essere combinato con la supplementazione diretta con probiotici, è rappresentato dalla creazione, a livello intestinale, di un microambiente favorevole per le specie batteriche di cui si intende amplificare la crescita. Un obiettivo che può essere ottenuto mediante la somministrazione dei cosiddetti prebiotici, in genere (ma ormai non più solamente) substrati energetici selettivamente utilizzabili da alcune specie batteriche, che ne favoriscono quindi la proliferazione e lo sviluppo. Il prebiotico tipico è la cosiddetta fibra alimentare, e cioè quel mix di carboidrati complessi caratterizzati da unità monomeriche collegate da legami non attaccabili dagli enzimi digestivi umani, e che pertanto non possono essere “smontati” e assorbiti dal nostro apparato digerente, e raggiungono quindi più o meno intatti il tratto digerente inferiore 2. Le fibre con un più marcato effetto prebiotico sarebbero l’inulina e i FOS (polimeri di varia lunghezza del fruttosio), i beta-glucani, le pectine 2, ma un certo effetto prebiotico è attribuibile praticamente a tutti i composti della famiglia delle fibre. È quindi chiaro che la nostra alimentazione quotidiana è la prima fonte di prebiotici: alcuni autori ritengono che i vantaggi di salute attribuiti a un adeguato consumo di fibra siano in realtà dovuti non solo agli effetti metabolici, ma anche (e forse precipuamente) a quelli prebiotici della fibra stessa. A partire dalla fibra, tra l’altro, molti batteri del microbiota producono i cosiddetti SCFA (short chain fatty acids), come l’acetato, il propionato e specie il butirrato, dotati di numerosi effetti favorevoli sia sulla parete del colon e sia a livello sistemico 3. È interessante osservare come l’effetto prebiotico di alcuni oligosaccaridi (soprattutto i cosiddetti GOS, o galatto-oligosaccaridi) svolga un ruolo determinante durante la colonizzazione dell’intestino – di fatto sterile o quasi sterile in utero – del neonato: questi composti, presenti nel latte materno, non sono infatti attaccabili da parte degli enzimi digestivi del neonato stesso, e raggiungono intatti il suo intestino tenue e il colon, facilitando selettivamente la crescita di bifidobacilli e lactobacilli, che sono in grado di utilizzarli come substrati energetici, e che probabilmente rappresentano il microbiota intestinale ottimale in questa fase della vita 4. Il concetto di prebiotico, inizialmente riferito soprattutto alla fibra alimentare, può essere tuttavia allargato in modo significativo: molti composti di origine vegetale, per esempio, sono in grado di influenzare selettivamente la crescita di alcune specie batteriche. La berberina, presente in molti integratori, sembrerebbe stimolare la crescita dell’Akkermansia Muciniphila, che contribuirebbe significativamente all’effetto di protezione vascolare associato all’uso sistematico della berberina stessa nei modelli sperimentali 5. Analogamente, molti alimenti ricchi di polifenoli sono in grado di influenzare la crescita batterica intestinale, rappresentando inoltre la base metabolica per la sintesi di metaboliti secondari, talora di potenziale interesse salutistico (come l’enterodiolo prodotto a partire dalla lignina) 6. Il resveratrolo, modificando il profilo del microbiota intestinale, ridurrebbe invece, secondo alcuni dati preliminari ottenuti nell’animale, la conversione della colina in trimetilammina (TMA) e quindi nel corrispondente composto ossidato (la TMAO) 7, depotenziando quindi uno dei possibili meccanismi alla base dell’aterogenicità di carni e uova, analizzato in uno dei numeri precedenti di Microbioma Microbiota 8. Recentemente la possibilità di influenzare il microbiota intestinale si è allargata anche all’impiego dei batteriofagi, virus a struttura complessa caratterizzati dalla capacità di legarsi a batteri specifici, infettandoli e causando la distruzione per esplosione della cellula batterica. I batteriofagi possono quindi intervenire “chirurgicamente” sul microbiota, riducendo selettivamente popolazioni batteriche la cui consistenza sia eccessiva, e costituendo quindi una sorta di terapia antibiotica mirata, in grado di facilitare la crescita di specie antagoniste. Recentemente, uno studio controllato contro placebo ha documentato la sicurezza di impiego dell’uso di una preparazione commerciale, già disponibile negli USA, di quattro ceppi di batteriofagi in soggetti con disturbi gastrointestinali, spesso poco tolleranti dei prebiotici classici a base di fibra alimentare, confermando la praticabilità di questo approccio 9. La possibilità di influenzare il microbiota attraverso la somministrazione concomitante di probiotici e degli opportuni prebiotici sembrerebbe forse la tecnica dotata di maggiori prospettive in un’ottica di tipo terapeutico. Miscele di questa natura (simbiotici) sono in effetti già state utilizzate in studi clinici, rivelando una superiore capacità di colonizzare il microbiota intestinale e, in alcuni casi, di migliorare alcuni aspetti di salute del paziente 10. È presumibile che questi aspetti della terapia con probiotici siano destinati a un rapido e interessante sviluppo.