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01/01/20

Farmaci e trattamenti per la sclerosi multipla **annessi e connessi**


SCLEROSI MULTIPLA
Potenzialmente invalidante, la sclerosi multipla è una malattia autoimmune che coinvolge il sistema nervoso; il sistema immunitario alterato, diretto contro il rivestimento mielinico protettivo dei nervi, ostacola la corretta comunicazione tra il cervello e le altre parti dell'organismo. La malattia, irreversibile, può insorgere a qualsiasi età, ma tende a preferire le donne in età giovane e adulta.


Cause

Nonostante si tratti di una malattia autoimmune, la sclerosi multipla è idealmente riconducibile anche ad insulti ambientali, soprattutto nei soggetti predisposti geneticamente. Il danno flogistico a carico delle fibre nervose, che caratterizza la sclerosi multipla, provoca un rallentamento dei segnali nervosi.
  • Ipotesi eziologiche: un'infezione virale e/o un difetto genetico possono essere potenziali fattori di rischio per l'insorgere della sclerosi multipla.

Sintomi

Il quadro sintomatologico che contraddistingue la sclerosi multipla varia notevolmente in base alla quantità e alla tipologia di nervi danneggiati. Tra i sintomi più comuni, si ricordano: alterazioni dell'alvo, debolezza, depressione, disfagia, distonia, disturbi urinari, formicolii, nausea, nistagmo, offuscamento della vista, vertigini.  Nei casi più gravi, i malati di sclerosi multipla perdono la capacità di camminare (atassia) e di parlare (afasia e disartrie).Steroidi: la somministrazione di corticosteroidi negli attacchi acuti di sclerosi multipla è indicata per un miglioramento a breve termine dei sintomi. Ad ogni modo, è doveroso sottolineare che, ad oggi, la posologia e la durata del trattamento ideali sono ancora oggetto di studio.
  • Prednisone (es. DeltacorteneLodotra): indicativamente, assumere una dose di attivo pari a 5-60 mg al giorno. Non assumere il farmaco per periodi troppo lunghi.
  • Metilprednisolone (es. Advantan, Metilpre, Depo-medrolMedrolUrbason): in generale, è possibile assumere una dose di farmaco variabile da 4 a 48 mg al dì, per via orale. Il farmaco può essere anche somministrato per via endovenosa o intramuscolare. Consultare il medico.
  • Desametasone (es. DecadronSoldesan): per contrastare l'infiammazione che accompagna la sclerosi multipla, è possibile assumere il farmaco per via orale, alla posologia di 30 mg/die per una settimana, seguiti da 4-12 mg al giorno per un mese.
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    Effetti collaterali della terapia con steroidi a lungo termine: alterazione dell'umore, aumento del rischio d'infezione, cataratta, incremento ponderale, iperglicemia
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    Immunomodulatori: gli anticorpi monoclonali possono essere utilizzati in terapia per alleggerire i sintomi associati alla sclerosi multipla;
    • Natalizumab (es. Tysabri): il farmaco interferisce con il trasporto delle cellule del sistema immunitario potenzialmente dannose, impedendo che queste giungano a livello del cervello e del midollo spinale. Questo farmaco aumenta enormemente il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva (infezione cerebrale ad esito infausto), pertanto è sconsigliato il suo utilizzo nel lungo termine. Il farmaco va somministrato per iniezione goccia a goccia, in un periodo di tempo pari a 4 ore. È possibile ripetere la somministrazione ogni 4 settimane. Consultare il medico.
    • Glatiramer (es. Copaxone): indicato per ridurre la frequenza delle ricadute nei malati di sclerosi multipla recidivante remittente. Si raccomanda di somministrare il farmaco per iniezione sottopelle, alla posologia indicativa di 20 mg al giorno. La somministrazione del farmaco può generare vampate di calore e difficoltà respiratorie subito dopo l'iniezione. Consultare il medico.
    • Ciclofosfamide (es. Endoxan Baxter, flacone o compresse): il farmaco è un agente alchilante, immunosoppressore, largamente utilizzato in terapia per la cura di alcuni tumori; indicativamente, il principio attivo va assunto per via endovenosa alla dose di 200 mg/kg, per un periodo di tempo stabilito dal medico. Il trattamento con la ciclofosfamide ad alte dosi può, in alcuni casi, stabilizzare la malattia, migliorando di riflesso la qualità di vita del paziente. Consultare il medico.
    • Interferone Beta-1a-1a (es. RebifExtaviaAvonexBetaferon): questo farmaco è largamente utilizzato in terapia contro la sclerosi multipla, dal momento che la sua somministrazione rallenta la velocità di degenerazione sintomatologica della malattia. La dose di farmaco prevista è di 44 mcg, da assumere 3 volte a settimana, tramite iniezione sottocutanea. Per gli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 16 anni, la dose prevista è dimezzata. Consultare il medico.
    • Metotrexato (es. Reumaflex, Metotrexato HSP, Securact): il farmaco è un antagonista della sintesi dell'acido folico, in grado di influenzare pesantemente la risposta immunitaria dell'organismo. La posologia va attentamente stabilita dal medico sulla base della gravità della malattia.
    • Miorilassanti-antispastici: gli spasmi muscolaricostituiscono un problema piuttosto fastidioso nei malati di sclerosi multipla; di conseguenza, la somministrazione di alcuni farmaci può ridurre la condizione.
      • Baclofen (es. Baclofene MYL, Lioresal): iniziare ad assumere il farmaco per via orale alla dose di 5 mg, tre volte al giorno per 3 gg. Proseguire con 10 mg, 3 volte al giorno per altri 3 gg; aumentare la posologia di 5 mg per altre due settimane. La dose di mantenimento prevede di assumere 40-80 mg di farmaco al giorno. Il principio attivo può essere assunto anche per via intratecale.
      • Tizanidina (es. SirdaludNavizan): per ridurre lo spasmo muscolare nel contesto della sclerosi multipla, si raccomanda di assumere il farmaco alla posologia iniziale di 4 mg, una volta al giorno. Eventualmente, ripetere la somministrazione ogni 6-8 ore, fino ad un massimo di tre dosi nelle 24 ore. È possibile incrementare la dose di 1-2 mg ogni 4-7 gg, fino ad ottenimento della risposta terapeutica desiderata. Non superare i 36 mg al giorno e i 12 mg per ogni singola dose.
      Farmaci innovativi per correggere i disturbi della deambulazione nella sclerosi multipla.
      • Dalfampridina (es. Ampyra): il farmaco è un bloccante dei canali del potassio delle membrane dei neuroni; la somministrazione del farmaco è utile per aumentare la capacità di trasmissione dell'impulso nervoso e per migliorare la capacità motoria. La dose raccomandata non deve superare i 10 mg ogni 12 ore. Il farmaco può essere assunto con o senza cibo. Nel caso di dimenticanza di una dose, la somministrazione successiva non dev'essere doppia. Le compresse devono essere assunte intere, per via orale. Utile per alleviare i disturbi alla deambulazione nel contesto della sclerosi multipla.
      Farmaci per la Cura della depressione: l'alterazione dell'umore, l'irritabilità e la tendenza al pianto possono accompagnare la sclerosi multipla; per migliorare l'umore del paziente è consigliata la somministrazione di farmaci antidepressivi:
      • Imipramina (es. Imipra C FN, Tofranil): il farmaco appartiene alla classe degli antidepressivi triciclici. Inizialmente, il farmaco va assunto alla posologia di 75 mg al giorno, frazionati in più dosi. È possibile aumentare i dosaggi fino a 150-200 mg; in alcuni pazienti depressi ricoverati, la dose del farmaco può aumentare fino a 300 mg al giorno. La dose massima da assumere prima di coricarsi è generalmente di 150 mg. Questa dose dev'essere ridotta in caso di somministrazione a pazienti anziani.
      • Duloxetina (es. XeristarYentreveAriclaimCymbalta): è possibile assumere questo farmaco (Inibitore della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina), per un periodo di tempo stabilito dal medico, in base alla gravità della depressione. Il farmaco è indicato per la cura della depressione maggiore (in cui il paziente lamenta depressione dell'umore grave per almeno due settimane consecutive) anche (ma non solo) nel contesto della sclerosi multipla. Si raccomanda di assumere una dose di farmaco pari a 40 mg, frazionati in duplice dose da 20 mg nelle 24 ore. In alcuni casi, è possibile assumere due dosi da 30 mg ognuna, senza cibo.
      Per approfondimento: vedi l'articolo sui farmaci per la cura della depressione
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      Recentemente, si sono formulate due ipotesi:
      1. Il farmaco Fingolimod (es. Ginleya), ad attività immunosoppressiva, è un principio attivo innovativo per trattare la sclerosi multipla: Fingolimod è idealmente in grado di sequestrare i linfociti dai linfonodi, impedendogli di giungere nel SNC; pertanto, vengono negate le risposte autoimmuni incontrollate, tipiche della sclerosi multipla. Indicativamente, assumere 1 capsula da 0,5 mg per os, una volta al giorno.
      2.  il trapianto di cellule staminali potrebbe costituire un'opzione terapica importantissima per la cura della sclerosi multipla.

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    • Azatioprina (es. Azatioprina, Immunoprin, Azafor): il farmaco è un antireumatico- immunosoppressore, utilizzato in terapia per trattare i sintomi da sclerosi multipla, artrite reumatoide, e lupus sistemico eritematoso. La dose indicativa per trattare la sclerosi multipla è 1,5 mg/kg, da assumere ogni giorno per 1 mese; dopodiché, è possibile proseguire con la terapia aumentando la dose di 50 mg (ad intervalli di 6 mesi), assumendo sempre il farmaco ogni giorno. Il medicinale viene spesso associato all'interferone beta-1a, da assumere alla dose di 8 milioni UI per via sottocutanea, ogni altro giorno. La dose di mantenimento prevede di assumere 2 mg/kg di principio attivo.

    • Mitoxantrone (es. Onkotrone, Novantrone, Mitoxantrone SAN): indicativamente, si raccomanda di iniziare la terapia per controllare i sintomi da sclerosi multipla con una dose di attivo pari a 12mg/m2 (per infusione endovenosa di 5-15 minuti), ogni 3 mesi. La dose può essere modificata dal medico in base alla gravità della condizione e alla risposta del malato alla cura con il farmaco.

      by Redazione MyPersonalTrainer  https://www.my-personaltrainer.it/farmaci-malattie/farmaci-sclerosi-multipla.html#1

Sclerosi Multipla: la conta delle lesioni e delle ricadute....

a.d.

un marcatore NON valido - dottor George Ebers
"Gli studi clinici sui farmaci per la sclerosi multipla sono sostanzialmente inutili" Neurologo George Ebers Il dottor George Ebers, uno dei principali ricercatori al mondo sulla sclerosi multipla, espone la sconvolgente relazione tra l'industria farmaceutica, i neurologi e gli enti di beneficenza della SM.

Sulla Terra niente distrugge batteri e virus meglio dell’ozono.

a.d.
L’ozono è un gas che, in natura, si forma nell’atmosfera grazie a scariche elettriche che modificano la stabile struttura molecolare dell’ossigeno (O2), trasformandolo in O3. Ha un colore lievemente blu e un odore pungente. Una molecola di ozono è quindi formata da tre atomi di ossigeno ed è instabile: uno dei tre atomi tende infatti a separarsi per unirsi ad altre strutture molecolari, facendo ritornare la molecola di ossigeno (O2) alla sua forma stabile. Ma è proprio da questa instabilità che derivano le sue proprietà benefiche.
Sulla Terra infatti niente distrugge batteri e virus meglio dell’ozono. Può essere usato inoltre per eliminare, funghi, muffe, pesticidi, metalli pesanti, nitrati, nitriti e altre sostanze potenzialmente dannose. Grazie alla sua capacità di ossidazione, uccide i batteri attaccando la struttura molecolare delle loro membrane protettive e alterandone gli enzimi interni. Modificando la composizione molecolare di muffe, funghi e alghe, riesce ad annientarli. L’ozono è inoltre in grado di penetrare nelle strutture interne dei virus, danneggiando gli acidi nucleici virali e impedendo così la loro replicazione.
Non esiste quindi batterio, virus o fungo che possa resistere a una corretta dose di ozono, somministrata nei tempi giusti. Inoltre, normalizza e riequilibra il sistema immunitario, intervenendo contro le immunodeficienze e contro le risposte in eccesso come, per esempio, nel caso delle allergie. Senza dimenticare le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, e la capacità di migliorare il metabolismo cellulare. Nelle zone del corpo dove viene somministrato, l’ozono migliora la circolazione sanguigna, soprattutto il microcircolo dei capillari, scioglie i grassi corporei (molto efficace contro cellulite e adiposità localizzate) e agisce contro i muscoli tesi e contratti.
L’ossigeno-ozono terapia può anche essere un valido rimedio al problema sempre maggiore della resistenza dei batteri agli antibiotici. Un fenomeno alimentato dall’abuso o dall’uso scorretto di farmaci che stimolano nei batteri la capacità di resistere alla loro azione. L’ozono è in grado di annientare anche quei ceppi batterici contro cui si dimostrano inefficaci anche gli antibiotici più potenti in circolazione.
L’ozono può essere somministrato in diversi modi, tutti certificati da protocolli medico scientifici autorizzati dalla Sioot e approvati dal Ministero della Salute:
Grande autoemoinfusione: si prelevano 100 o 200 cc di sangue da una vena del braccio del paziente. Il sangue finisce in una sacca certificata. Senza staccare dal paziente l’ago del prelievo, un apposito dispositivo inserisce una miscela gassosa di ossigeno e ozono nella sacca e la mescola con il sangue prelevato. Il laccio emostatico viene quindi tolto dal braccio del paziente, la sacca viene sollevata e il sangue riaffluisce nell’organismo del paziente, portando con sé l’ozono e tutti i suoi effetti benefici.
Piccola autoemoinfusione: il principio è lo stesso della grande autoemoinfusione, con la differenza che nella piccola autoemoinfusione sono prelevati pochi cc. di sangue dal paziente, arricchiti con la miscela gassosa di ossigeno e ozono e reiniettati con una siringa per via intramuscolare anziché per via endovenosa.
Iniezioni di ossigeno-ozono sottocutanee, intramuscolari e intrarticolari: la miscela di ossigeno-ozono viene iniettata in diverse quantità, in diversi modi e in diverse zone del corpo, in base alla patologia da curare.
Insufflazioni di ossigeno-ozono rettali, anali, vaginali, uterine e uretrali: la miscela di ossigeno e ozono viene introdotta nelle rispettive zone attraverso dei piccoli cateteri. L’ozono entra così in contatto diretto con tessuti soggetti a infezioni, infiammazioni, irritazioni, dolori o altre condizioni di disagio.
Via topica: si applica su mani, braccia, piedi e gambe. La zona interessata viene avvolta in un sacchetto isolante di materiale plastico in cui viene fatto affluire l’ozono.
Idropinica: il paziente beve regolarmente acqua ozonizzata e il suo organismo può così godere dei benefici globali dell’ozono.
La validità dei metodi di somministrazione dell’ozono e dell’ossigeno-ozono terapia come strumento di cura di numerose patologie è confermata da una bibliografia di oltre 1800 lavori pubblicati dal 1995 a oggi su www.pudmed.com, una sorta di enciclopedia online che riporta tutti i lavori scientifici pubblicati sulle più importanti riviste mediche.
È assolutamente proibito iniettare la miscela di ossigeno-ozono direttamente nelle vene o nelle arterie. Da evitare anche la somministrazione per via respiratoria, le cui controindicazioni sono documentate da oltre 1750 pubblicazioni.
Per saperne di più sulle patologie curabili con l’ossigeno-ozono terapia, suggeriamo la consultazione della sezione INDICAZIONI CLINICHE su questo sito internet.

Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente

Associazione apartitica, laica e aconfessionale, senza fini di lucro
vive solo dei versamenti dei soci e di liberi contributi

Per l'abolizione della dichiarazione di "morte cerebrale" a cuore battente
imposta dalla legge per espianti-trapianti,
 un crimine contro l'umanità

Per il diritto alla vita, alla libertà, all'integrità della persona
Per la difesa dei malati che hanno perso la coscienza e la cura secondo la loro volontà

 link 
http://www.antipredazione.org/

Il glutatione è una delle molecole più importanti a livello organico.

a.d.
Scopriamo cos’è e se nel nostro corpo ce n’è a sufficienza per ottenerne tutti i benefici. L’intervista al Prof. Fulvio Marzatico, Laboratorio di Farmacobiochimica Nutrizione e Nutraceutica del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie
Benessere non significa necessariamente seguire rigorosamente una certa dieta, andare a faticare in palestra o correre per chilometri. Può anche significare avere dentro sé una molecola dal nome curioso, ma fondamentale. È il Glutatione, ed è una delle molecole più importanti a livello organico, perché ubiquitaria, ossia si trova – o si dovrebbe trovare – dappertutto .
Cos’è? – «Il glutatione interessa con la sua presenza tutte le cellule, sebbene in concentrazioni diverse. È costituito da 3 amminoacidi: acido glutammico, cisteina e glicina” – spiega il prof. Fulvio Marzatico, del Laboratorio di Farmacobiochimica Nutrizione e Nutraceutica del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Lazzaro Spallanzani” dell’Università di Pavia. “La sua azione detossificante è assai potente – continua Marzatico – e presiede al mantenimento dell’equilibrio ossidoriduttivo, determinante quando si tratti di contrastare l’ossidazione, cioè le alterazioni cellulari dannose per l’intero organismo e per la sopravvivenza stessa delle cellule».
Fegato sano e non solo – Il glutatione svolge un ruolo di primo piano determinante a livello epatico. Qui raggiunge concentrazioni molto elevate atte a contrastare l’accumulo di sostanze cosiddette “xenobiotiche”, che sono poi sostanze di scarto estranee all’organismo e provenienti dall’alimentazione, dalla respirazione eccetera. Queste intossicano le cellule innescando importanti processi di degenerazione cellulare.
Mantenersi in salute – Se vogliano mantenerci in buona salute è fondamentale che la quantità di glutatione sia adeguata. Accade però che l’avanzare dell’età e fattori esterni riducano la presenza di questa molecola vitale. I naturali sistemi di ricarica del glutatione ridotto possono infatti perdere efficienza nel tempo. Oppure possono deteriorarsi a causa di un accumulo eccessivo di sostanze tossiche, soprattutto a livello epatico: vedi per esempio il vizio del fumo, il consumo di alcol, ma anche l’esposizione all’inquinamento, alle radiazioni solari e così via.
Anche alcune patologie possono concorrere alla perdita di glutatione: le malattie del fegato, il diabete di tipo II – legato anche a condizioni di obesità – e la sindrome metabolica.
Esercizio sì, ma moderato – Fare esercizio è bene, ma se eccessivo può essere male. Sport e attività fisica, se praticati in modo eccessivo possono diventare stressogeni, contribuendo così alla riduzione del glutatione con dirette e negative conseguenze sul benessere che tanto si rincorre. Il segreto è, dunque, fare esercizio ma con moderazione. E poi non dimentichiamo una corretta supplementazione, specie se si conduce una vita frenetica e se si è già più avanti con gli anni.
Le nuove scoperte – Fino a oggi la letteratura e la ricerca scientifica ritenevano che la molecola di glutatione ridotto fosse quasi impossibile da assumere per via orale. Una volta arrivata all’intestino non veniva assorbita nella sua forma tripeptidica ma scomposta nei tre aminoacidi, perdendo così di efficacia. Per questo motivo, si è sempre fatto ricorso alla somministrazione per via venosa – una soluzione poco pratica e invasiva. Le cose però, e per fortuna, sono cambiate. Oggi possiamo contare su integratori di nuova generazione e assumibili per via orale.

Uno di questi è Glutaredox Named, una formulazione brevettata che può avvalersi di un’innovativa modalità di veicolazione del glutatione ridotto all’interno dell’organismo: la tecnologia Oro-FS- Releise. Il glutatione ridotto si rende velocemente disponibile a livello organico, perché può oltrepassare facilmente membrane particolarmente recettive quali quelle orali e sub-linguali, bypassando le barriere intestinali. «Si tratta di un’innovazione molto interessante per le applicazioni che introduce, e che è stata oggetto di studi in vitro e in vivo, nei quali abbiamo riscontrato e verificato l’effettivo aumento dei livelli di glutatione ridotto a seguito della somministrazione di Glutaredox per via orale», conclude il prof. Fulvio Marzatico.