MSIF Research News febbraio 2012
14/02/2012
Possibile
biomarcatore per attività del natalizumab
Questi dati, elaborati da un gruppo di ricerca francese, suggeriscono come il monitoraggio dell’espressione di CD49d può essere utilizzato come biomarcatore surrogato per valutare l’ efficienza del natalizumab. (Natalizumab è un anticorpo monoclonale per un antigene di leucociti chiamato integrina-4 di VLA-4 (CD49d)).
Gli autori hanno testato l'espressione di CD49d su cellule mononucleate del sangue periferico in una coorte di persone con SM in trattamento con natalizumab. Essi riferiscono che nella maggior parte delle persone (41/49), l’espressione è stata inibita dopo l'inizio del trattamento e si è mantenuta a bassi livelli. Tuttavia, in otto persone c'è stato un recupero precoce di espressione di CD49d a livelli di pre-trattamento legata allo sviluppo di NABs. Tre delle otto persone avevano livelli particolarmente elevati di NABs e il natalizumab non era rilevabile nel siero. Gli autori ritengono quindi che il monitoraggio dell’espressione di CD49d potrebbe fungere da biomarcatore surrogato per predire quali pazienti avranno una minor possibilità di beneficiare di natalizumab.
J Neurol Sci. 2012 Mar 15;314(1-2):138-42. Epub 2011 Nov 1. Defer G, Mariotte D, Derache N, Toutirais O, Legros H, Cauquelin B, Le Mauff B.
Questi dati, elaborati da un gruppo di ricerca francese, suggeriscono come il monitoraggio dell’espressione di CD49d può essere utilizzato come biomarcatore surrogato per valutare l’ efficienza del natalizumab. (Natalizumab è un anticorpo monoclonale per un antigene di leucociti chiamato integrina-4 di VLA-4 (CD49d)).
Gli autori hanno testato l'espressione di CD49d su cellule mononucleate del sangue periferico in una coorte di persone con SM in trattamento con natalizumab. Essi riferiscono che nella maggior parte delle persone (41/49), l’espressione è stata inibita dopo l'inizio del trattamento e si è mantenuta a bassi livelli. Tuttavia, in otto persone c'è stato un recupero precoce di espressione di CD49d a livelli di pre-trattamento legata allo sviluppo di NABs. Tre delle otto persone avevano livelli particolarmente elevati di NABs e il natalizumab non era rilevabile nel siero. Gli autori ritengono quindi che il monitoraggio dell’espressione di CD49d potrebbe fungere da biomarcatore surrogato per predire quali pazienti avranno una minor possibilità di beneficiare di natalizumab.
J Neurol Sci. 2012 Mar 15;314(1-2):138-42. Epub 2011 Nov 1. Defer G, Mariotte D, Derache N, Toutirais O, Legros H, Cauquelin B, Le Mauff B.
Lavoro
iraniano sulle possibili correlazioni tra fatica, depressione e qualità di vita
Questo articolo iraniano esamina gli effetti della depressione e della fatica sulla qualità della vita delle persone con SM. Anche se tali studi sono stati riprodotti in molte altre parti del mondo, pochi sono i dati disponibili per il Medio Oriente. I risultati suggeriscono che la disabilità fisica correlata alla SM, la stanchezza e la depressione influenzano la qualità di vita delle persone con SM indipendentemente l'uno dall'altro. Gli autori concludono che efficaci interventi su fatica e depressione possono contribuire a migliorare la qualità di vita, indipendentemente dal tipo di malattia e dal livello di disabilità.
Eur J Neurol. 2012 Mar;19(3):431-7. doi: 10.1111/j.1468-1331.2011.03535.x. Epub 2011 Oct 4. Kargarfard M, Eetemadifar M, Mehrabi M, Maghzi AH, Hayatbakhsh MR.
Questo articolo iraniano esamina gli effetti della depressione e della fatica sulla qualità della vita delle persone con SM. Anche se tali studi sono stati riprodotti in molte altre parti del mondo, pochi sono i dati disponibili per il Medio Oriente. I risultati suggeriscono che la disabilità fisica correlata alla SM, la stanchezza e la depressione influenzano la qualità di vita delle persone con SM indipendentemente l'uno dall'altro. Gli autori concludono che efficaci interventi su fatica e depressione possono contribuire a migliorare la qualità di vita, indipendentemente dal tipo di malattia e dal livello di disabilità.
Eur J Neurol. 2012 Mar;19(3):431-7. doi: 10.1111/j.1468-1331.2011.03535.x. Epub 2011 Oct 4. Kargarfard M, Eetemadifar M, Mehrabi M, Maghzi AH, Hayatbakhsh MR.
Nuova sequenza
di risonanza per rilevare lesioni corticali nella SM
Il presente lavoro condotto da un gruppo di ricercatori di Boston, USA, valuta la concordanza tra operatori nel rilevamento delle lesioni corticali utilizzando una MRI 7 Tesla (T) Flash-T2 e una 3T DIR. In totale, quattro operatori indipendenti hanno contato e categorizzato le lesioni corticali, i risultati evidenziano che la riproducibilità tra operatori era migliore quando l’esame era effettuato con il 7T rispetto al 3T. Le lesioni subpiali erano rilevabili solo con il 7T. Gli autori concludono che il 7T FLASH-sequenza T2* rileva meglio le lesioni corticale (in particolare sottopiali). Gli autori suggeriscono che questa sequenza di risonanza magnetica farà parte di future linee guida per la sclerosi multipla.
J Magn Reson Imaging. 2012 Mar;35(3):537-42. doi: 10.1002/jmri.22847. Epub 2011 Nov 1. Nielsen AS, Kinkel RP, Tinelli E, Benner T, Cohen-Adad J, Mainero C.
Il presente lavoro condotto da un gruppo di ricercatori di Boston, USA, valuta la concordanza tra operatori nel rilevamento delle lesioni corticali utilizzando una MRI 7 Tesla (T) Flash-T2 e una 3T DIR. In totale, quattro operatori indipendenti hanno contato e categorizzato le lesioni corticali, i risultati evidenziano che la riproducibilità tra operatori era migliore quando l’esame era effettuato con il 7T rispetto al 3T. Le lesioni subpiali erano rilevabili solo con il 7T. Gli autori concludono che il 7T FLASH-sequenza T2* rileva meglio le lesioni corticale (in particolare sottopiali). Gli autori suggeriscono che questa sequenza di risonanza magnetica farà parte di future linee guida per la sclerosi multipla.
J Magn Reson Imaging. 2012 Mar;35(3):537-42. doi: 10.1002/jmri.22847. Epub 2011 Nov 1. Nielsen AS, Kinkel RP, Tinelli E, Benner T, Cohen-Adad J, Mainero C.
8 febbraio 2012
Impatto
della gravidanza sulla sindrome radiologicamente isolata (RIS)
Gli autori di questo studio avevano come obiettivo quello di valutare l'impatto della gravidanza sullo sviluppo di un evento clinico in donne che avevano ricevuto una diagnosi di sindrome radiologicamente isolata (RIS). Gli autori, conducendo una valutazione prospettica sulle donne con diagnosi di RIS e confrontando coloro che erano rimaste incinta con coloro che non avevano avuto gravidanze, hanno osservato un tempo di conversione ad un primo evento clinico neurologico più breve nel gruppo delle donne che era rimasta incinta. Pertanto gli autori concludono la ricerca affermando che la gravidanza potrebbe influenzare la conversione da RIS a CIS.
Lebrun C, Le Page E, Kantarci O, Siva A, Pelletier D, Okuda D. Mult Scler. 2012 Feb 2
Gli autori di questo studio avevano come obiettivo quello di valutare l'impatto della gravidanza sullo sviluppo di un evento clinico in donne che avevano ricevuto una diagnosi di sindrome radiologicamente isolata (RIS). Gli autori, conducendo una valutazione prospettica sulle donne con diagnosi di RIS e confrontando coloro che erano rimaste incinta con coloro che non avevano avuto gravidanze, hanno osservato un tempo di conversione ad un primo evento clinico neurologico più breve nel gruppo delle donne che era rimasta incinta. Pertanto gli autori concludono la ricerca affermando che la gravidanza potrebbe influenzare la conversione da RIS a CIS.
Lebrun C, Le Page E, Kantarci O, Siva A, Pelletier D, Okuda D. Mult Scler. 2012 Feb 2
Teriflunomide
nella SM
Questa pubblicazione fa riferimento ai dati di follow-up provenienti da 147 persone che hanno partecipato allo studio di estensione con il teriflunomide al dosaggio di 7 mg al giorno o 14 mg al giorno nella SM. Dopo una durata media dello studio di 7,1 anni, la percentuale annuale di ricadute (ARR) era bassa, con una tendenza verso una ARR inferiore nel gruppo in trattamento con i 14 mg al giorno. Il 19% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, tra cui i più comuni erano le infezioni lievi, la stanchezza, i disturbi della sensibilità e la diarrea, non si sono verificate invece gravi infezioni opportunistiche, non si sono verificate interruzioni di trattamento in relazione alle infezioni. Né vi è stato un aumento significativo del tasso di tumori maligni nei pazienti trattati. Complessivamente gli autori concludono che il profilo di sicurezza della teriflunomide è buono.
Confavreux C, Li DK, Freedman MS, Truffinet P, Benzerdjeb H, Wang D, Bar-Or A, Traboulsee AL, Reiman L, O'Connor P. Mult Scler. 2012 Feb 3
Questa pubblicazione fa riferimento ai dati di follow-up provenienti da 147 persone che hanno partecipato allo studio di estensione con il teriflunomide al dosaggio di 7 mg al giorno o 14 mg al giorno nella SM. Dopo una durata media dello studio di 7,1 anni, la percentuale annuale di ricadute (ARR) era bassa, con una tendenza verso una ARR inferiore nel gruppo in trattamento con i 14 mg al giorno. Il 19% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, tra cui i più comuni erano le infezioni lievi, la stanchezza, i disturbi della sensibilità e la diarrea, non si sono verificate invece gravi infezioni opportunistiche, non si sono verificate interruzioni di trattamento in relazione alle infezioni. Né vi è stato un aumento significativo del tasso di tumori maligni nei pazienti trattati. Complessivamente gli autori concludono che il profilo di sicurezza della teriflunomide è buono.
Confavreux C, Li DK, Freedman MS, Truffinet P, Benzerdjeb H, Wang D, Bar-Or A, Traboulsee AL, Reiman L, O'Connor P. Mult Scler. 2012 Feb 3
Valutazione
connettività nella SM
Questo interessante articolo francese è stato realizzato con l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale per confrontare i livelli locali e globali di connettività all'interno di varie reti tra soggetti sani e pazienti con iniziale sclerosi multipla recidivante-remittente in stato di riposo. Gli autori riportano che il livello globale di connettività a riposo è risultato significativamente aumentato nei pazienti rispetto ai controlli, in 7 reti su 8. I valori della MSFC erano correlati negativamente con l’aumento della connettività a riposo. Gli autori hanno quindi concluso che la riorganizzazione delle reti in stato di riposo è fortemente associato con la disabilità nelle prime fasi della sclerosi multipla e che queste sequenze di riorganizzazione potrebbero essere utili come biomarker per valutare l’attività precoce di malattia nella SMRR.
Faivre A, Rico A, Zaaraoui W, Crespy L, Reuter F, Wybrecht D, Soulier E, Malikova I, Confort-Gouny S, Cozzone PJ, Pelletier J, Ranjeva JP, Audoin B., Mult Scler. 2012 Feb 3.
Questo interessante articolo francese è stato realizzato con l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale per confrontare i livelli locali e globali di connettività all'interno di varie reti tra soggetti sani e pazienti con iniziale sclerosi multipla recidivante-remittente in stato di riposo. Gli autori riportano che il livello globale di connettività a riposo è risultato significativamente aumentato nei pazienti rispetto ai controlli, in 7 reti su 8. I valori della MSFC erano correlati negativamente con l’aumento della connettività a riposo. Gli autori hanno quindi concluso che la riorganizzazione delle reti in stato di riposo è fortemente associato con la disabilità nelle prime fasi della sclerosi multipla e che queste sequenze di riorganizzazione potrebbero essere utili come biomarker per valutare l’attività precoce di malattia nella SMRR.
Faivre A, Rico A, Zaaraoui W, Crespy L, Reuter F, Wybrecht D, Soulier E, Malikova I, Confort-Gouny S, Cozzone PJ, Pelletier J, Ranjeva JP, Audoin B., Mult Scler. 2012 Feb 3.
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