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11/06/20

Attività fisica adattata e sclerosi multipla...

L’Attività Fisica Adattata (AFA) consiste in una serie di programmi di esercizio fisico, non sanitari, svolti in gruppo e appositamente ideati per persone in fase stabilizzata di malattie croniche, quali la sclerosi multipla. L’impiego dell’AFA nasce dall’esigenza di permettere a ogni persona di svolgere movimenti in maniera corretta e di modificare il proprio stile di vita al fine della prevenzione secondaria e terziaria delle malattie


L’AFA, dunque, si rivolge:
  • alle persone affette da patologie croniche non trasmissibili e in condizioni croniche stabili, in particolare alle persone con disturbi neuromotori;
  • agli anziani e alle persone con menomazioni, disabilità, handicap e altri bisogni speciali;
  • alle persone che non sono in grado, per motivi di vario genere, di partecipare con successo o in condizioni di sicurezza alle normali attività di educazione fisica [1].
I gruppi sono formati dunque da persone con patologie per lo più omogenee e gli esercizi svolti sono studiati in base alla patologia del gruppo [1]. Infatti il differente stato di salute di ciascuna persona (legato all'età, alla condizione sociale e alle patologie di base) richiede l’attivazione di programmi di esercizi differenziati e personalizzati, che tengano conto dei diversi obiettivi e delle capacità funzionali di ciascuno [1]. La durata del corso, la frequenza settimanale e la durata dell’allenamento dipendono di conseguenza dalla tipologia della patologia. L’attività fisica adattata viene prescritta dal medico (medico di medicina generale o medici specialisti) che fornisce le informazioni necessarie e dà indicazioni sulla possibilità di partecipare ai corsi di AFA [1].
Sono molteplici i benefici, sia fisici sia sociali, che l’AFA può portare nelle persone:
  • Potenzia le capacità motorie e migliora lo stato di salute generale della persona favorendo al contempo anche la socializzazione e l’integrazione sociale [1]. Un programma di attività fisica strutturato influenza positivamente l'interazione sociale e le capacità comunicative, specialmente nelle abilità sociali, nella comunicazione, nella risposta rapida e nella frequenza di espressione [2]. Inoltre, le dinamiche di gruppo che si creano nel corso delle attività permettono alle persone di sentirsi parte di un team, con una conseguente ricaduta positiva sull’umore e l’autostima [3,4].
  • L’AFA, svolta con regolarità, migliora il cammino, aumenta la resistenza allo sforzo, diminuisce la difficoltà a compiere attività di vita quotidiana necessarie per l’autonomia, favorisce la socializzazione, migliorando il tono dell’umore, la motivazione e le relazioni sociali [5].
  • L’AFA, se eseguita con costanza, può far recuperare tono ai muscoli, migliorare lo stato delle articolazioni, aumentare la resistenza alla fatica, ridurre il dolore con una ricaduta positiva sulla qualità di vita [1].
  • Le attività di AFA contribuiscono inoltre a modificare lo stile di vita, sia per prevenire sia per mitigare uno stato di disabilità già presente, andando a contrastare l’effetto aggravante della sedentarietà.
È importante specificare però che l’AFA non è un intervento riabilitativo, bensì un’attività di prevenzione e di mantenimento e non è proposta e svolta da personale medico o fisioterapico, ma si colloca al di fuori del sistema sanitario [1].
Nella sclerosi multipla, fino ad alcuni anni fa, non veniva consigliato ai pazienti la partecipazione a programmi di attività fisica. Di conseguenza molti soggetti mostravano atrofia e perdita di forza muscolare causate da inattività fisica che, sommandosi ai sintomi della malattia, riducevano notevolmente le capacità di svolgere le normali attività di vita quotidiana [6]. Negli ultimi 15 anni, invece, le evidenze emerse dai numerosi studi svolti hanno suggerito che l’esercizio “fisico” è un modo sicuro ed efficace in grado di apportare miglioramenti in un gran numero di funzioni fisiologiche, con conseguenti effetti positivi nella vita quotidiana del soggetto. I risultati ottenuti hanno mostrato come un protocollo di esercizi ben strutturato e adattato al soggetto apporti notevoli benefici.
Si possono descrivere 4 tipologie di attuazione e pianificazione di protocollo motorio ovvero:
  • Endurance training (sforzi meno intensi nell’ambito di schemi di esercizio prolungato)
  • Resistance training (sforzi più intensi con un carico vicino al massimale)
  • Combinato (Progressive Resistance Training o PRT)
  • Altri programmi come ad esempio pilates, yoga, stretching.
L’attività di endurance è quella che al momento è più studiata. In generale si è visto come programmi di attività fisica di resistenza migliorino la contrazione e la forza muscolare, la respirazione cellulare, la velocità e la distanza del cammino con conseguente minor senso di fatica e miglioramento della qualità della vita. In questo modo l'attività fisica di resistenza attenua una delle principali cause di perdita di autonomia da parte dei soggetti con sclerosi multipla: la respirazione cellulare, la forza e il controllo della muscolatura respiratoria. Infatti, l'affaticamento respiratorio si osserva nelle fasi subito precedenti la disabilità. Studi recenti hanno tuttavia dimostrato la presenza di debolezza della muscolatura respiratoria anche in soggetti con segni e sintomi di malattia minimi. In particolare, uno studio di Mahbubeh Moradi del 2015 [7]ha valutatogli effetti di 8 settimane di allenamento con esercizi di resistenza su soggetti con sclerosi multipla. I 20 soggetti selezionati sono stati divisi in maniera casuale in un gruppo di intervento (gruppo E) e un gruppo di controllo (gruppo C). La durata totale dello studio è stata di 12 settimane; nelle prime 4 settimane i soggetti sono stati valutati e istruiti sul programma di allenamento. Quest’ultimo prevedeva un riscaldamento di 5-10 minuti con cicloergometro seguito da stretching, una sezione principale con gli esercizi sui macchinari, un recupero di almeno un minuto tra le serie, per un totale di 30 minuti di allenamento al giorno. Il programma di allenamento di 8 settimane con esercizi di resistenza ha portato miglioramenti in tutti i parametri analizzati: capacità e velocita del cammino, equilibrio, forza di arti superiori e inferiori. Nel 2013 Tom Broekmans, Domien Gijbels e collaboratori [8] hanno valutato la correlazione tra forza muscolare e capacità del cammino dopo allenamento con un programma di resistenza. Alla ricerca hanno preso parte 52 soggetti con sclerosi multipla. Il protocollo prevedeva un giorno a settimana di prove di resistenza e un giorno a settimana di prove di cammino con un intervallo di 48 ore tra le due sessioni. Per quanto riguarda le prove di forza queste venivano effettuate in particolare mediante esercizi sul muscolo quadricipite. Per quanto riguarda il cammino, valutato attraverso vari test, è stata presa in considerazione non solo la velocità ma anche la forza espressa dai quadricipiti per alzarsi e sedersi. I risultati dello studio hanno mostrato un aumento delle capacità di cammino in relazione alla resistenza degli arti inferiori. In particolare i miglioramenti più significativi si sono registrati nel gruppo con disabilità moderata. L’attività di endurance sembra abbia una’influenza positiva anche sui punteggi psicologici [9], l’umore e i sintomi depressivi.

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nel LINK ORIGINALE:

https://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/attivita-fisica-adattata-sclerosi-multipla-benefici-protocolli-impiego-integrazione-percorsi-riabilitativi-classici/

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