CONTATORE PERSONE

18/06/12

Tessere per diversamente abili

Tessere per diversamente abili
La L.r. 1/2000 e s.m.i., al comma 3 dell'art. 12, prevede che gli Enti locali possano individuare eventuali beneficiari di agevolazioni tariffarie definendone le relative condizioni e modalità con oneri a carico dei propri bilanci; mentre il comma 4 prevede che la Regione provveda per proprie finalità a quanto previsto nel comma 3 sopra citato mediante apposita deliberazione della Giunta Regionale definendo criteri, modalità e risorse.
Con le DD. G.R. n. 58-8267 del 14 ottobre 1986, n. 38-12800 del 28 aprile 1987, n. 107-18324 del 14 settembre 1992 sono state definite le categorie degli aventi diritto delle agevolazioni tariffarie, rispetto alle linee extraurbane di concessione regionale.
In seguito ai sensi del Decreto Legislativo 345/98, a decorrere dall’1.1.1999, sono state conferite alle Province le funzioni amministrative relative al loro rilascio.
Con la D.G.R. 1-1824 del 21 dicembre 2000 si sono estese le suddette agevolazioni, a partire dall’anno 2001, anche alle linee urbane comprese le aree conurbate, ed al contempo sono state conferite a tutti gli Enti soggetti di delega (non solo le Province ma anche i comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti), le funzioni amministrative e finanziarie relative al rilascio delle tessere di libera circolazione, come previsto dagli stessi Accordi di Programma.
Con D.G.R. n. 2 – 8049 del 23 dicembre 2002 sono state confermate le categorie degli aventi diritto alle agevolazioni tariffarie ed è stato approvato un nuovo fac-simile di tessera sotto riportato.
Hanno diritto al rilascio della tessera di libera circolazione i residenti nella Regione Piemonte che rientrino in una delle seguenti categorie:
  • ciechi assoluti e ciechi ventesimisti (la gratuità del viaggio e' consentita all'eventuale accompagnatore);
  • sordomuti;
  • "grandi invalidi" (invalidi: di guerra, civili di guerra e per servizio), appartenenti alle categorie dalla Iª alla IVª; viene rilascia una tessera che permette la gratuità del viaggio all'eventuale accompagnatore a coloro che appartengono alla Iª categoria con una super invalidità;
  • disabili (invalidi civili e del lavoro) con una percentuale di invalidità superiore/uguale al 67% (nei casi di invalidità al 100% la gratuità del viaggio e' consentita anche all'eventuale accompagnatore, come recita la D.G.R. n. 14-11339;
  • i minori invalidi (la gratuità del viaggio e' consentita anche all'eventuale accompagnatore);
  • ultra sessantacinquenni con difficoltà persistenti nello svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età

http://www.provincia.torino.gov.it/trasporti/disabili/index.htmA) http://www.provincia.torino.gov.it/trasporti/disabili/pdf/mod_a.pdfB) http://www.provincia.torino.gov.it/trasporti/disabili/pdf/mod_b.pdf (rinnovo)
C) http://www.provincia.torino.gov.it/trasporti/disabili/pdf/dic_sost.pdf Tratte percorribili con tessera di libera circolazione – Elenco per stazione di partenza1) http://www.regione.piemonte.it/trasporti/tpl/lettera_a.htm

RIS - Sindrome Radiologicamente Isolata e sm

Sclerosi Multipla: quale rapporto con la Sindrome Radiologicamente Isolata?
 Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani ha valutato la presenza di lesioni alla corteccia cerebrale, la parte più superficiale del cervello, in alcuni soggetti con Sindrome Radiologicamente Isolata (Radiologically Isolated Syndrome: RIS).
Con il termine RIS si definiscono i casi nei quali si rilevano lesioni con la Risonanza Magnetica (RM) lesioni alla corteccia o all materia bianca del cervello in assenza di sintomi caratteristici di sclerosi multipla.
Lo studio ha riguardato 15 pazienti con RIS. Tutti sono stati sottoposti a una RM cerebrale, per valutare la presenza e il volume delle lesioni corticali, lo stato della materia bianca e il volume del cervello e della corteccia cerebrale.
Nel corso della ricerca, sono state identificate 34 lesioni corticali in 6 pazienti su 15 (pari al 40%). Le lesioni erano concentrate soprattutto nei lobi frontale e temporale, le aree della corteccia del cervello che controllano funzioni di vario tipo che vanno dalle attività motorie alla vista. Si è rilevato, inoltre, che nei pazienti con lesioni corticali, rispetto a quelli senza lesioni corticali, erano più frequenti danni alla materia bianca del cervello.
Gli autori hanno concluso che, in questa casistica, peraltro limitata intermini numerici, parte dei pazienti con SRI aveva lesioni corticali e della materia grigia, segni di caratteristici di sclerosi multipla, in assenza di sintomi evidenti della malattia. Questa evidenza confermerebbe l'opportunità di trattare i soggetti con RIS per prevenire e ritardare la comparsa di una SM clinicamente evidente, come suggerito da altri autori. Studi su casistiche più ampie potranno fornire indicazioni conclusive in merito.
Fonte: Cortical lesions in radiologically isolated syndrome; Neurology. 2011 Nov 22;77(21):1896-9.

RECUPERO FUNZIONALE NELLA SCLEROSI MULTIPLA

le neuropatie senza placche hanno tutte, sempre, la stessa patogenesi; differiscono tra loro solo per il tipo di neuroni prevalentemente danneggiati dalle tossine pertussiche. Le aree neuronali danneggiate dipendono dall'azione patogena specifica (biochimica) delle tossine prodotte dal ceppo di Bordetella che ha colonizzato le mucose del paziente in esame e dal bagaglio biochimico caratteristico dei neuroni dell'area colpita.
Le neuropatie con placche a patogenesi pura (da precipitazione di complessi immuni circolanti, senza attacco tossinico) praticamente non esistono. Nelle neuropatie con placche, una parte delle tossine prodotte "sfugge" alla trasformazione in complessi immuni; le tossine "eccedenti" attaccano i neuroepiteli con gli stessi meccanismi e con gli stessi effetti irreversibili descritti nelle neuropatie senza placche. I meccanismi che portano al danno tossinico diretto nella SM sono fondamentalmente due:


  • una delle più importanti tossine pertussiche (la "tossina dermonecrotica") non è una proteina, non è immunogena, non stimola la produzione di anticorpi specifici, non può formare complessi immuni; qindi, si va a fissare direttamente ai neuroepiteli.
  • le altre tossine possono essere "assorbite" in complessi immuni solo in "zona di equivalenza" e in eccesso di anticorpi; in eccesso di antigene (tossine), una parte di tossine non viene complessata e va ad aggredire direttamente i neuroepiteli.
Nella pratica clinica, perciò, le "neuropatie con placche" sono quasi esclusivamente "a patogenesi mista".

Le differenze patogenetiche esistenti tra i vari tipi di neuropatie da BP (con placche, o, senza placche) comportano una differenza nelle aspettative di "recupero funzionale":
  • nelle neuropatie senza placche (le tossine attaccano direttamente i neuroepiteli) i danni, già in atto al momento della diagnosi eziologica, non saranno riparati; i benefici verranno dalla tempestività con cui sarà posta la diagnosi eziologica e sarà instaurato il trattamento antibiotico specifico.
  • nella SM iniziale (danni prevalenti da precipitazione di complessi immuni) si arresterà il decorso della malattia tossi-infettiva; si avrà un buon recupero funzionale (più o meno importante, a seconda delle condizioni di partenza).
  • nella SM Remittente e nella SM Cronica (progressiva) il recupero funzionale sarà modesto o nullo, inversamente proporzionale ai danni anatomo-funzionali già instaurati e al tempo trascorso tra l'insorgenza della malattia e l'inizio del trattamento antibiotico; la bonifica delle mucose con l'antibiotico non arresterà del tutto il progredire della disabilità, che sarà sostenuta dal danno tossinico diretto, già instaurato (in evoluzione degenerativa). Si è visto, infatti, che una parte del danno assonale è indipendente dalla demielinizzazione.
  • www.aibor.it/site/la-sclerosi-multipla/recupero-funzionale-nella-sclerosi-multipla-sm.html)
DEGENERAZIONE ASSONALE SECONDARIA
(Comi G et Altri: Fisiopatologia del danno nervoso nella SM. - Atti del XXXIII Congr. Soc, Ital. Neurologia - Neurological Sciences, Supplement to Vol 23, september 2002. S 127-S 133). L'integrità del rivestimento mielinico è fondamentale per la vita dell'assone e alcuni studi recenti fanno ritenere che la prolungata assenza di conduzione nervosa espone l'assone ad alterazioni strutturali irreversibili. In molte placche di demielinizzazione sono state rilevavate alterazioni strutturali degli assoni (restringimenti del calibro e irregolarità di colorazione), che potrebbero spiegare una loro suscettibilità a un processo degenerativo secondario a lento sviluppo. Nel centro ipocellulare di lesioni di vecchia data, è stata descritta anche la presenza di ovoidi assonali che presentavano attività infiammatoria esclusivamente alla periferia.
Questi quadri non possono essere spiegati da un insulto infiammatorio diretto e suggeriscono invece la presenza di un processo degenerativo continuo, che potrebbe essere il substrato patologico della fase progressiva della malattia. L'osservazione clinica che nella fase progressiva di malattia la distribuzione topografica dei deficit sensori-motori presenta il classico gradiente disto-prossimale sottolinea il ruolo chiave di un processo degenerativo secondario. In alcuni recenti studi autoptici è stata confermata l'importanza della degenerazione assonale delle lunghe vie sensitive e piramidali nel provocare deficit neurologici irreversibili nei pazienti con SM.
In conclusione: con il progressivo ridursi della riserva funzionale, per l'accumularsi di lesioni lungo le vie nervose, per una progressiva distruzione del tessuto nervoso all'interno della lesione (degenerazione assonale secondaria) e forse per il sovrapporsi di un processo degenerativo assonale indipendente dall'infiammazione acuta, cominciano ad emergere deficit neurologici irreversibili che poi evolvono più o meno rapidamente. Il quadro descritto non è applicabile direttamente alle forme primariamente progressive di malattia che sembrano avere una loro peculiarità fisiopatologica. Questa ipotesi fisiopatologica porta con sé ovvie implicazioni sul piano terapeutico: il danno nervoso va prevenuto il più precocemente possibile, vale a dire appena siamo sicuri che di SM si tratti.
Venendo a mancare il controllo centrale, in risposta agli stimoli periferici (propiocettivi, tattili, termici, dolorifici) insorgerà (o aumenterà) la spasticità ("archi riflessi spinali") e, conseguentemente, aumenteranno il deficit funzionale, l'affaticabilità e la spossatezza. La progressione dei danni anatomo-funzionali e, quindi, la progressione della disabilità si arresteranno solo 10-12 mesi dopo l'inizio del trattamento antibiotico.

In tutte le neuropatie pertussiche (con e senza placche) l'etilsuccinato di eritromicina dovrà essere somministrato ai primi sintomi di malattia anche per minimizzare l'insorgenza di una reazione di Jarisch-Erxheimer, che nei pazienti in fase avanzata di malattia potrà risultare perfino pericolosa in rapporto con il degrado fisico dell'ammalato e con la quantità di Bordetelle presenti sulle mucose del paziente (uccise dall'antibiotico). Sapendo che con l'eritrocina in quindici-venti giorni si ottiene sempre la bonifica delle mucose, nelle neuropatie pertussiche il danno tossinico aggiuntivo (reazione di Erxheimer = shock tossinico) potrà essere evitato sottoponendo il paziente a plasmaferesi terapeutica nelle prime tre setttimane di trattamento antibiotico. La plasmaferesi, auspicabile nella SM, è obbligatoria nella SLA e nelle altre neuropatie senza placche.

CICLO E SM......

COME DICEVO ...per noi donne tutti questi sintomi RIPORTATI <  sono  molto  reali  e  possono  includere  debolezza  muscolare  formicolii  spasmi  annebbiamento  visivo  per  chi  ha  gi  problemi  al  nervo  ottico >li abbiamo anche in vicinanza al CICLO... ...quindi si dovrebbe studiare anche come mai nella vicinanza del ciclo ..alcuni sintomi si PRESENTANO. 

e per la serieee...non mi toccate..non mi parlate che prendo fuoco suuubitoooo


CHI HA DI QUESTE PROBLEMATICHE LO RIPORTI QUI SOTTO

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Il ciclo mestruale è l’insieme delle modificazioni mensili cui va incontro l’apparato genitale femminile durante tutto il periodo in cui la donna è feconda. Di questa la modificazione più evidente è la mestruazione, cioè la perdita mensile di sangue proveniente dall’utero, la quale conclude il ciclo mestruale. L’interruzione dei cicli mestruali avviene, in condizioni normali, per due motivi: la fecondazione di un uovo da parte di uno spermatozoo e quindi l’inizio di una gravidanza o il termine della vita feconda della donna, cioè la menopausa. Mediamente il ciclo mestruale dura 28 giorni, ma in alcune donne può essere di parecchi giorni più lungo o più corto. Le mestruazioni iniziano durante la pubertà, in genere quando una ragazza è tra i 12 e i 14 anni e terminano con la menopausa attornoai 50 anni. Non sempre, erò in alcuni casi le mestruazioni si accompagnano già a un certo sviluppo del seno, possono iniziare anche più precocemente, in età infantile, oppure possono comparire, in qualche caso, tardivamente, oltre i 17 anni: in questo caso, oltre a turbe ormonli, la causa può essere dovuta ad anemia o a malattie croniche.
Durante il ciclo mestruale, una cellula uovo si sviluppa in un’ovaia e raggiunge l’utero attraverso una delle due tube di Falloppio;contemporaneamente, gli ormoni provocano dei cambiamenti nel rivestimento interno dell’utero. Se l’uovo non è fecondato, esso degenera e la mucosa dell’utero viene eliminata con il flusso sanguigno mensile. Dopo la mestruazione, i lrivestimento internodell’utero si riforma e inizia un nuovo ciclo. Se l’uovo è fecondato, si hanno le mestruazioni solo dopo uno o due mesi dal termine della gravidanza. La regolarità del ciclo è controllata dagli ormoni secreti dall’ipofisi, ghiandola che sta alla base del cervello.

BORDETELLA HOMINIS e VACCINI ANTIPERTOSSE



 www.domenicofiore.it/sm/bordetella-hominis_vaccini-antipertosse.htm
Studiando per oltre venti anni la Sclerosi Multipla e, per verifica/confronto, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, il Morbo di Parkinson, la Miastenia e la Fibromialgia in oltre ottocento pazienti ho trovato che tutti erano affetti da una infezione cronica in atto da Bordetella Pertussis, un batterio che non è mai stato chiamato in causa in malattie specifiche dell'adulto.
Ripartiamo dalla pertosse infantile.
I dati riportati in letteratura dicono che la malattia infantile da Bordetella Pertussis (BB, o BP) lascia una immunità locale definitiva, ma che spesso si trovano soggetti adulti in cui è dimostrabile una infezione BB (recidivante o cronica) senza che il paziente abbia la caratteristica tosse 1 - 2 - 3 .
Se alla prima infezione (che avviene abitualmente nei primi 5-6 anni di vita) le Bordetelle lasciano una "immunità locale duratura", perché poi in diversi adulti una nuova infezione cronica da BB è dimostrata categoricamente dalla presenza di titoli più o meno alti (a seconda della forma clinica di malattia) di anticorpi anti Bordetella Pertussis?
In questi pazienti, la diagnosi di infezione può essere confermata, o esclusa, con assoluta certezza chiedendo al Laboratorio di ricercare gli anticorpi anti Bordetella Pertussis.
Si tratta di un semplice esame del sangue, poco costoso, concesso dal SSN, che può essere fatto in qualsiasi Laboratorio perché non richiede attrezzature speciali (basta un semplice "spettrofotometro"). A parte gli immunosoppressori che riducono più o meno pesantemente la produzione anticorpale, il risultato di questo esame non è alterato dai farmaci eventualmente assunti dal paziente.
Tutti i pazienti, letto il referto di Pesaro, mi chiedono: come mai non è entrato nella pratica comune questo semplice esame del sangue, che, dimostrando un'infezione facilmente curabile, permetterebbe di prevenire l'insorgenza della invalidità ?
La risposta è sconsolante: perché il kit diagnostico utilizzato dai Laboratori per la ricerca degli anticorpi totali anti Bordetelle è stato messo a punto per fare la diagnosi di pertosse nel bambino e nel referto vengono riportati i parametri di riferimento che sono validi solo nel bambino; non sono assolutamente utilizzabili nell'adulto.

Dalla Immunologia e dalla Microbiologia sappiamo che, dopo la pertosse infantile, le IgG anti Bordetella possono essere prodotte al massimo per10-12 anni; nell'adulto non ci devono essere IgM anti BB: se ci sono dimostrano "infezione subacuta o cronica" in atto. Infatti, le IgM anti Bordetelle vengono prodotte nelle reazioni immuni primarie (nel bambino al primo contagio) o per protratto passaggio nel sangue di Tossina Pertussica (PT) e Lipopolisaccaride (LPS) delle Bordetelle: gli antigeni timo-indipendenti (tali sono la PT e il LPS), dopo una prima dose di antigene (sensibilizzante), ad una iniezione di richiamo non danno una "normale" reazione immune secondaria: fanno produrre ancora prevalentemente IgM, in associazione o in alternativa alle IgG 4 - 5 - 6 -7 - 8 - 9 - 10 - 11.
Con i parametri di riferimento validi nei bambini, negli adulti si attestano "falsi negativi" e si condannano a disabilità pazienti che potrebbero essere curati agevolmente: si sottoscrive un gravissimo, "colpevole" danno per il Paziente, per la sua Famiglia, per la Società.
Il Laboratorio, nel referto, deve riportare le densità ottiche (D.O.) del campione esaminato e del cut-off (siero calibratore), per consentire al Medico Curante di calcolare la VE delle IgG e delle IgM totali, e deve precisare che i parametri di riferimento allegati ai kits diagnostici sono validi solo nei bambini.
Dalla Microbiologia sappiamo che la Bordetella Pertussis può vivere solo nell'Uomo:
1. Quasi tutti i membri del genere Bordetella sono parassiti obbligati del tratto respiratorio dell'uomo e degli animali; non si ritrovano liberi nell'ambiente. BP è l'agente eziologico della pertosse, infezione, localizzata alle cellule dell'epitelio ciliato dell'albero respiratorio, che colpisce solamente l'uomo 12.
2. BP è un batterio a circolazione esclusivamente interumana 13.
3. Le reservoir bacterienne est constituè uniquement par l'homme 14 .
4. Non esistono serbatoi animali e BP non è in grado di sopravvivere per periodi prolungati nell'ambiente esterno 15 .
5. BP è stata isolata solo nell'uomo 16 .
6. Il germe non sopravvive al di fuori dell'organismo umano 17 .
7. La BP è un batterio patogeno esclusivamente umano; non sopravvive nell'ambiente esterno; non si conoscono altre Specie di animali da essa infettate 18 .
Vediamo cosa succede in occasione della prima infezione BB (pertosse infantile).
L'infezione da BB è una "malattia di superficie", ma ne sono aspetti caratteristici la necrosi subepiteliale e l'infiammazione: " Whooping cough is a surface infection, the organism rarelly penetrating the mucosa. However, subepithelial necrosis and inflammation are characteristic features. --- Naturally acquired immunity is impermanent, but second attacks are usually mild and pass unrecognized; in older persons full-blown whooping cough causes severe distress " 23 .
La tosse è provocata dalla stimolazione delle zone riflessogene della laringe, della trachea, dei bronchi e dei polmoni; la sua funzione è quella di espellere le secrezioni eccessive, i corpi estranei, le sostanze nocive presenti sulle mucose.
Quando un bambino all'età di 5-6 anni viene infettato per la prima volta nella sua vita dalla Bordetella Pertussis, si succedono i seguenti fenomeni biologici e immunologici:
- la BB aderisce alle mucose delle prime vie respiratorie (con le fimbrie si "ancora" alle ciglia vibratili delle mucose);
- oltre allo stimolo meccanico prodotto dal batterio ("corpo estraneo"), alla morte naturale delle BB (nelle condizioni più favorevoli, possono vivere al massimo tre ore e mezza) i prodotti che si liberano al disfacimento cellulare (lisi batterica) passano in circolo (nel sangue) e scatenano le note azioni patogene delle endotossine pertussiche:
- in poche ore nel sangue vengono prodotti i relativi anticorpi specifici (circolanti)
- sulle mucose, in presenza delle endotossine (antigeni) affluiscono e si concentrano gli anticorpi specifici
- inizialmente e per un certo periodo, si formano complessi immuni in eccesso di antigene (tossine BB): i complessi immuni sono solubili
- in 10-15 giorni, la forte produzione anticorpale eguaglia la quantità di tossine (antigeni) che si producono sulle mucose: i complessi immuni si formano in "zona di equivalenza", perciò non sono più solubili: i complessi immuni precipitano in loco; sulle mucose delle alte vie respiratorie si "scatena" una specie di 'reazione di Arthus', con la differenza che nella 'reazione di Arthus' si parla di "anticorpi precipitanti"; nella "pertosse" la precipitazione in loco (sulle mucose) avviene per fenomeno di zona, in "zona di equivalenza" 24 - 25 .
Dall'Immunologia sappiamo che se la produzione di "complessi immuni" (CI) cessa e le alterazioni tissutali da precipitazione di "complessi immuni circolanti" (CIC) non sono state eccessivamente gravi, le lesioni regrediscono e tendono a scomparire 27 - 28.
Per qualche giorno tornano a prevalere gli anticorpi sulle tossine: i CI si formano in eccesso di anticorpi, sono ancora solubili (diventano: CIC); la tosse diminuisce.
Permanendo l'infezione, dopo qualche giorno si rientra in "zona di equivalenza": si ha una nuova precipitazione locale di CI; si ha un altro periodo di tosse convulsa.
Questi "fenomeni di zona" ed i conseguenti periodi di tosse convulsa si ripetono più volte, fino a quando il bambino non riesca ad eliminare definitivamente le BB.
Questo succede nel bambino al primo "incontro" con le Bordetelle (pertosse).
In occasione della "pertosse" il bambino acquisisce una "immunità locale" che, se la barriera muco-ciliare è integra, lo protegge per anni dal cronicizzazione delle nuove infezioni pertussiche; in tutti i casi, però, si producono nuovi anticorpi contro gli antigeni delle Bordetelle (le tossine pertussiche sono il più potente adiuvante che si conosca).
Nell'Uomo, la normale protezione contro le BB è affidata alle difese locali, quasi esclusivamente all'immunità cellulo-mediata e ha la peculiarità di essere sostenuta prevalentemente dai granulociti 19 - 20 - 21 - 22 . « Des anticorps locaux de type IgA peuvent intervenir en inhibant l'adhérence batérienne, mais il est généralement admis que l'immunité de la coqueluche est à médiation cellulaire. B. Pertussis active effectivement ce type de mécanisme, où les granulocytes jouent un rôle plus important que les macrophages 20 ». L'inefficacia protettiva degli anticorpi prodotti dai vaccini diventa totale per la frequente "modulazione antigenica e fenotipica" della B. Pertussis (vedi in www.domenicofiore.it ): gli anticorpi stimolati dal vaccino non "riconoscono" il ceppo infettante perché antigenicamente e fenotipicamente "diverso" da quello iniettato.
In altre parole, gli anticorpi anti Bordetella stimolati dai vaccini non hanno efficacia protettiva: non proteggono le mucose dalla colonizzazione BB, non neutralizzano la tossicità delle tossine. Dimostrativo é il "paradosso" dei neonati da madre iperimmune all pertosse. I neonati che trans-placenta ricevono dalla madre IgG anti Bordetella Pertussis, non solo non sono protetti dagli anticorpi materni (come avviene per tutte le altre malattie infettive), ma, se vengono contagiati entro il primo anno di vita, nel 90 % dei casi muoiono di encefalomielite pertussica: precipitazione di complessi immuni circolanti, formati da tossine pertussiche entrate in circolo alla morte naturale delle Bordetelle ricevute per contagio e da anticorpo circolanti ricevuti dalla madre 19 - 22.
Queste caratteristiche immunologiche rendono inutili, frequentemente dannosi i vaccini vecchi e nuovi (patologie da precipitazione di complessi immuni circolanti). Confermano la mancanza di efficaci protettiva e la pericolosità dei vaccini antipertosse:
la diffusione della pertosse infantile nel mondo
le encefalomieliti diffuse (ADEM) che si osservano alla seconda o terza somministrazione di vaccino 22
la frequenza delle infezioni subacute e croniche da Bordetella negli Adulti.

Dalle mie ricerche risulta che le infezioni BB, subacute e/o croniche, negli adulti si hanno solo in soggetti che abbiano un difetto della Barriera Muco-Ciliare (fattore individuale, sine qua non). In soggetti adulti in cui allergie (soprattutto ad inalanti), traumi naso-facciali, interventi chirurgici (mascherina per l'anestesia, sondino naso-gastrico, intubazione tracheo-bronchiale), malattie rino-sinusali, infezioni virali, alterino (anche solo transitoriamente) le mucose rino-sinusali (difetto della Barriera Muco-Ciliare, BMC), ad una nuova infezione BB segue una bonifica tardiva della mucosa respiratoria e, spesso, colonizzazione stabile delle mucose; per stimolo secondario (reazione immune secondaria), in 3-5 giorni si ha una forte produzione di anticorpi anti BB. Nella sottomucosa delle vie respiratorie, le tossine (ancora relativamente poche) incontrano molti anticorpi specifici; si formano complessi immuni in eccesso di anticorpi (quindi CI solubili) che diventano subito complessi immuni circolanti. Intanto, la quantità di tossine aumenta rapidamente; la formazione di CIC assorbe la maggior parte degli anticorpi e ne inibisce transitoriamente la produzione ulteriore (soprattutto delle IgM); si ha una fase di formazione di CI in eccesso di antigene (tossine), quindi si formano ancora complessi immuni solubili.
Queste fasi si alternano; non si ha un periodo abbastanza lungo di formazione di CI in "zona di equivalenza": non si ha precipitazione di complessi immuni sulle mucose; non scattano i meccanismi della tosse convulsa, caratteristica della pertosse infantile.
Per tutte queste ragioni, negli adulti, nelle reinfezioni BB non si ha quasi mai (o solo eccezionalmente) la fase di formazione di CI in "zona di equivalenza"; non scatta il meccanismo della precipitazione in loco dei CI; non si ha una seconda "pertosse".
Normalmente, nello sviluppo dei batteri dopo una "fase di accelerazione di crescita" (tempo occorrente allo sviluppo dei sistemi enzimatici necessari alla sopravvivenza e alla replicazione), si ha una "fase di crescita esponenziale" (tutti i batteri si riproducono, dividendosi in due, ogni 10-30 minuti); segue una "fase di decelerazione della crescita", modulata dalle condizioni del terreno di sviluppo (per le Bordetelle: ossigeno, temperatura, nutrienti, lisozima, magnesio, acido nicotinico); si arriva alla "fase stazionaria" in cui " il numero dei batteri si mantiene costante perché la maggior parte di essi non si moltiplica, non solo, ma il numero dei batteri prodotti dalle divisioni cellulari ancora possibili è bilanciato dalla morte di altri batteri 29 ".
Come nel bambino, anche nell'adulto le Bordetelle finché sono vive danno sempre e solo "una malattia di superficie"; ma, come avviene in tutti gli altri esseri viventi, morendo le Bordetelle si decompongono; si liberano le sostanze chimiche che le componevano; queste sostanze passano rapidamente nel sangue. I "guai" per un adulto portatore di infezione, subacuta o cronica, cominciano quando di "morte naturale" le Bordetelle muoiono e i prodotti della loro decomposizione passano nel sangue 30.
Fino a prova contraria, dobbiamo prendere atto che la Bordetella Pertussis, nell'Uomo:
al primo incontro con un individuo, provoca la Pertosse
ad una nuova infezione, in soggetti con difetto della barriera muco-ciliare, provoca diverse altre malattie molto gravi: Sclerosi Multipla; Sclerosi Laterale Amiotrofica; Morbo di Parkinson, Miastenia Grave, Fibromialgia, Sindrome da Fatica Cronica, Malattie Autoimmuni organo e non-organo specifiche 30.
Ricapitolando, dalle mie ricerche emerge che:
confermare i risultati da me ottenuti è facile: basta ricercare gli anticorpi anti Bordetella con metodica adeguata e, soprattutto, leggere il referto alla luce delle leggi fondamentali dell'Immunologia. Il Laboratorio, nel referto, deve riportare le D.O. del campione esaminato e del cut-off per consentire al Medico Curante di calcolare la VE delle IgG e delle IgM totali e deve precisare che i parametri di riferimento allegati al Kit diagnostico sono validi solo nei bambini. Negli adulti, con quei parametri si attestano "falsi negativi" e si condannano a gravi difficoltà (disabilità) pazienti che potrebbero essere curati agevolmente: si sottoscrive un gravissimo, "colpevole" danno per il Paziente, per la sua Famiglia, per la Società;
le caratteristiche delle risposte immunologiche alle re-infezioni da B.H. rendono inutili, frequentemente dannosi, i vaccini vecchi e nuovi (patologie da precipitazione di complessi immuni circolanti);
è riduttivo e fuorviante continuare a chiamare Bordetella Pertussis un batterio che, oltre alla pertosse del Bambino, produce nell'Adulto molte altre malattie invalidanti e ben più gravi della pertosse infantile.
Il nome giusto di questa Bordetella è Bordetella Hominis.
Per la loro inefficacia protettiva e per la loro pericolosità, con i vaccini antipertosse
non si devono vaccinare né i BAMBINI, né, tantomeno, gli ADULTI.

BIBLIOGRAFIA
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15. Mandel et Altri: Malattie infettive ad eziologia batterica. Menarini, Salerno 1999. p. 256.
16. Davia - Dulbecco et Altri: Microbiology. Third Edition, 1980. p. 698.
17. Christie: Malattie Infettive. Il Pensiero Scientifico, Roma 1971. 447 : III Ed. Inglese, 1980, p. 659-682.
18. Schaechter et Altri: Microbiologia Medica. Ed. Ambrosiana, Milano 1994. p. 297-298.
19. Christie A.B.: Malattie Infettive. "Il Pensiero Scientifico" Ed. Roma, 1971. p. 444-464.
20. Michel-Briand Y.: Bordetella. -- in: Le Minor L. - Véron M.: Bactériologie Médicale. Flammarion. Paris, 1982. p. 463-473.
21. Nicoletti G.- Mar Nicolosi V.: Dizionario di Batteriologia Umana. Mediserve, 1993. p. 36.
22. Fiore D.: - Pertosse. Revisione critica della fisiopatologia. Implicazioni. Ped. Med. Chir. (Med. Surg. Ped.), 1996. 18: p. 109-112.
23. Davis B. D.et Altri: Microbiology. Harper International Edition. 1980. p. 698-701.
24. Bach J-F - Lesavre Ph.: Immunologia. Sigma-tau. Marrapese. D.E.M.I. 1981. p. 65-66.
25. Bonomo L.: Immunologia Clinica. UTET, 1984. p. 85-86.
26. Walter-Israel: Patologia Generale. EMSI - Roma, 1977. p. 224.
27. Marcus M.D.: Nessuna relazione tra anticorpi e malattia. Medical Tribune, Vol 9, No 5, 10/2/90. p. 10.
28. Benveniste J.: Pathologie experimentale des complexes immuns. -- in: Bach J.F.: Bach J.F.: Immunologie. Flammarion, Paris 1986. p. 731-734.
29. La Placa M,: Microbiologia Medica. Esculapio Ed., Bologna, VII Edizione, 1995. p. 98-99.
30. www.domenicofiore.it : alle singole voci.

Dr- Domenico Fiore: Bordetella Hominis e Vaccini antipertosse.


16/06/12

Nuova pubblicazione di Salvi e Zamboni

Nuova pubblicazione di Salvi e Zamboni: aggiornamento dei risultati a due anni dall'intervento di liberazione

E' stato pubblicato sulla rivista medica Functional Neurology lo studio intitolato " Venous angioplasty in multiple sclerosis: neurological outcome at two years in a cohort of relapsing-remitting patients " del team emiliano facente riferimento a Salvi e Zamboni. Si tratta della pubblicazione, a due anni di follow-up, dei risultati dell'angioplastica su 29 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittette sottoposti a liberazione nel primo studio condotto in aperto.

Dei 45 pazienti con sclerosi recidivante-remittente reclutati nel primo studio, sono stati esclusi 6 pazienti che avevano ricevuto il trattamento di angioplastica durante una ricaduta della malattia, 9 pazienti con osservazione pre-intervento inferiore ai 2 anni e 1 paziente con osservazione post-intervento inferiore ai due anni. Quindi il gruppo preso in esame comprende pazienti con almeno 24 mesi di osservazione pre e post intervento di angioplastica, che non erano in fase acuta durante l'intervento e che sono stati osservati ininterrottamente per 4 anni presso il Centro Neurologico dell’Ospedale Bellaria di Bologna.

Dei 29 pazienti così selezionali, il nuovo studio ha evidenziato miglioramenti statisticamente significativi della sclerosi multipla, misurati in termini di percentuale annuale di ricadute ( p=0.021) e di valutazione del punteggio alla scala EDSS ( p = 0.037 ) che misura il grado di disabilità.

Gli Autori, in conclusione, hanno confermato che il trattamento endovascolare per la CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente sembra essere sicuro, e potrebbe, in aggiunta alle terapie immunomodulanti e immunosoppressive, portare effetti clinici benefici in termini di diminuzione delle ricadute e della disabilità. I risultati dello studio supportano pienamente l'esecuzione di studi clinici multicentrici controllati e randomizzati.
 info presa da : https://mail.google.com/mail/u/0/?shva=1#inbox/137f0301789c0a71

LINK all’Associazione CCSVI-SM Onlus:  http://ccsvi-sm.org/?q=node%2F1570

14/06/12

nuovo gruppo in facebook, si chiama:Tutto quello che c'è da sapere per chi ha la Sclerosi Multipla







nuovo gruppo in facebook, dove troveretealcune  informazioni in riferimento alla sclerosi multipla;

copiati  il link e ti troverai in facebook

www.facebook.com/media/albums/?id=220877704695289

ti scegli l'informazione che ti serve, troverai una informazione sotto una foto illustrativa, bastera' che clikki nella foto e riuscirai a leggere l'argomento da te scelto
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www.facebook.com/media/albums/?id=220877704695289


Problemi Sessuali legati alla Mielite trasversa

tratto da: http://www.myelitis.org/local/it/Sessuali.htmProblemi Sessuali legati alla Mielite trasversa
Joanne Lynn, MD and Leslie Moore, RN


Le seguenti informazioni sono fornite allo scopo di rispondere genericamente a domande inerenti alla Mielite trasversa e non intendono essere in alcun modo raccomandazioni mediche formulate specificatamente per singoli pazienti. Le informazioni sono basate sui dati forniti dalle domande brevi e né si avvalgono o tengono in considerazione di una storia clinica o di una visita medica. Ogni decisione riguardante diagnosi o trattamento dovrà essere fatta previo il consulto del medico personale.


D. Qualora un individuo abbia un ritorno delle funzioni urinarie e intestinali è possibile che ciò possa essere un segno di un eventuale ripristino delle funzioni sessuali? Quali sono le cause delle disfunzioni sessuali che conseguono al danneggiamento del midollo spinale? Il trattamento delle funzioni sessuali può essere discusso con il neurologo del paziente?

Questa domanda fa emergere un importante argomento come la sessualità negli affetti da Mielite trasversa ( di seguito indicate per brevità TM). La funzione sessuale, indipendentemente dalla presenza o meno di un danneggiamento del cordone midollare spinale, è un argomento molto complicato e una sfaccettatura della vita di molti uomini e donne.  Buona parte del contenuto di questo articolo, proviene da scritti e studi di persone con disfunzioni sessuali causate dalla Sclerosi Multipla ( di seguito indicata per brevità MS). La letteratura sul meccanismo e le ramificazioni psicologiche delle disfunzioni sessuali negli affetti da MS (di cui soffrono anche coloro con danneggiamenti del cordone spinale), è molto vasta.  Per un maggior dettaglio delle informazioni, le persone con TM possono far riferimento ad alcune delle referenze bibliografiche sulla MS elencate al termine del presente articolo.

L’erezione può avvenire per mezzo di uno stimolo psicogenico (come ad esempio uno stimolo visivo o una fantasia). In tal caso, gli impulsi nervosi viaggiano nel sistema nervoso autonomico dal cervello, attraverso il cordone spinale, alla zona toracica inferiore e ai livelli lombari superiori. Gli impulsi nervosi, allora lasciano il cordone spinale per giungere attraverso i vasi tubolari che portano il sangue al pene, provocando una congestione vascolare negli uomini e una congestione e una lubrificazione vaginale nelle donne. Trattasi della fase di eccitamento. Nell’erezione c’è anche una componente di riflesso che non richiede l’invio da parte del cervello di alcun segnale. La stimolazione locale dei genitali o anche uno stimolo come una vescica piena può portare all’attivazione di un arco riflesso che interessa la parte inferiore del cordone spinale (regione sacrale) e produce l’erezione. Ovviamente, la transectomia completa del cordone spinale può prevenire la trasmissione al cordone inferiore, degli impulsi autonomici provenienti dal cervello. Nelle malattie infiammatorie come la MS o la TM, il danneggiamento del cordone spinale è spesso parziale e può interferire con quelle vie discendenti o con quei nervi ascendenti che portano l’informazione sensoriale dalla zona dei genitali a vari gradi. La funzione intestinale e urinaria sono anch’esse mediate attraverso il cordone spinale e il miglioramento di questa funzione potrebbe (o anche non potrebbe) essere associarsi a un miglioramento della funzione sessuale; è questo un segno sperato.

I medici specializzati suddividono le disfunzioni sessuali in diverse categorie: disfunzioni primarie, secondarie e terziarie. La disfunzione sessuale primaria è una alterazione dei sentimenti e della reazione sessuale direttamente correlata alla lesione neurologica spinale. Ciò comprende la diminuzione della libido, la riduzione o l’estraneità o la spiacevolezza della sensazione dei genitali, una diminuzione della lubrificazione vaginale, difficoltà nel raggiungimento o nel mantenimento dell’erezione, ridotta forza di eiaculazione o abilità di eiaculazione, e diminuzione della risposta orgasmica. Le disfunzioni sessuali secondarie sono una conseguenza dei vari sintomi probabilmente causati dalla TM, come l’affaticamento, la spasticità (aumento del tono muscolare), problemi all’intestino e alla vescica, dolore. La disfunzione sessuale terziaria è usata per descrivere gli effetti causati dalla risposta psicologica agli effetti della TM.

Le Disfunzioni Sessuali Primarie

La diminuzione della libido è un problema difficoltoso che può essere stressante sia per la persona con TM che per il suo o la sua patner. Spesso I cambiamenti della libido sono causati da mutamenti dello stato emozionale che avvengono come risposta alla malattia e forse anche dalla diminuzione di indipendenza in caso di grave inabilità. Una consulenza individuale o di coppia è in genere molto utile e permette di esplorare I sentimenti e migliorare la comunicazione. Uno sforzo dovrebbe essere fatto per determinare la presenza di una componente depressiva nascosta e in tal caso la maniera corretta per una gestione di quest’ultima.

La valutazione delle disfunzioni sessuali maschili

La fase iniziale di valutazione delle disfunzioni sessuali maschili implica una significativa consultazione specialistica sessuale. Possono essere utili degli esami per la valutazione della funzionalità di erezione. Gli urologi possono valutare, attraverso l’esame Eco Doppler, la pressione sanguigna arteriosa del pene e monitorare le erezioni notturne. Sono disponibili diverse terapie per aumentare l’erezione del pene. La più nuova è la somministrazione per via orale del sidenafil citrato (nome commerciale Viagra). Studi sulla popolazione dei lesionati spinali hanno mostrato che la maggioranza dei pazienti perviene ad un risultato positivo, quando la somministrazione del sidenafil avviene in combinazione con una stimolazione vibrante. Il sidenafil da 50 a 100mg è somministrato un’ora prima del rapporto sessuale e conferisce una migliore erezione allorquando è associata, ad una stimolazione psicologica e/o tattile. Il suddetto dosaggio del farmaco comporta alcuni effetti collaterali conosciuti che, comprendono la congestione nasale, mal di testa, vampate e bruciori di stomaco e si manifestano approssimativamente con un tasso che va dal 6 all’8% dei pazienti. Inoltre, questo farmaco non deve mai essere preso in combinazione con i nitrati che sono farmaci usati per la dilatazione dei vasi sanguigni e comporta un alto rischio di infarto o di altri problemi cardiaci inclusa la morte in quei pazienti affetti da preesistenti patologie cardiache. La stimolazione vibratoria può essere usata per aumentare l’erezione e migliorare gli stimoli che favoriscono l’orgasmo. I dispositivi per l’erezione ex vacuo sono stati usati con successo sui mielolesi e nei pazienti affetti da MS. Essi consistono in un cilindro di plastica che è posizionato sul pene. Attraverso una pompa l’aria è espulsa dal tubo, creando un vuoto che attira il sangue nel pene (non ha detto qualcuno la natura detesta il vuoto?). Un anello costrittivo è successivamente applicato alla base del pene al fine di prevenire il ritorno del sangue al cuore e aiutando il mantenimento dell’erezione. Alcuni uomini trovano questo metodo scomodo o doloroso o riferiscono che il loro pene è freddo. Altri lo considerano poco naturale. Il metodo in questione, richiede anche una discreta manualità. Nonostante ciò, altri usano questo metodo relativamente economico con buoni risultati.

Un altro metodo per il miglioramento dell’erezione è l’impiego di medicazioni vaso attive che esercitano un effetto sul calibro dei vasi sanguigni del pene. Un esempio di medicazione vaso attiva è la Prostaglandina E1, la quale può essere introdotta come una supposta nell’apertura dell’uretra del pene. Altre medicazioni come la Prostaglandina E1 e la papaverina in fiale possono essere iniettate direttamentamente attraverso piccole ed indolori punture sul pene. Ovviamente, è necessario superare le naturali paure al riguardo ma molti uomini e/o patner hanno imparato un buon uso di questa tecnica che ha un’alta percentuale di successo. Le complicazioni includono il priaprismo che è l’erezione dolorosa persistente del pene comportante il rischio di un danneggiamento del pene stesso. Questa complicazione avviene approssimativamente con un tasso percentuale di ricorrenza che va dallo 0.8 all’1.5% delle volte e richiede l’intervento urgente dell’urologo. L’uso prolungato dei trattamenti illustrati, può in un piccolo numero di soggetti (0.5%), provocare la fibrosi o cicatrici ai tessuti del pene.

Un’altra opzione di trattamento delle disfunzioni neurogeniche del pene causate dalla TM è l’uso di protesi del pene o impianti. Sono in commercio diverse tipologie di protesi anche quelle gonfiabili e semirigide. Il loro uso comporta problemi igienici in quanto possono divenire infette come molti impianti esterni (per esempio le articolazioni artificiali) ad un tasso che va dal 1.2 al 1.8%. Almeno uno studio ha mostrato che gli uomini che scelgono questo metodo, fanno sesso più frequentemente e con una soddisfazione personale e del patner maggiore rispetto a quegli uomini che hanno scelto la terapia dei farmaci iniettabili.

La valutazione delle disfunzioni sessuali femminili

La diminuzione delle sensazioni a livello genitale è il problema maggiormente rilevante nelle disfunzioni sessuali causate dalla TM. Generalmente questa è la causa delle disfunzioni sessuali femminili e esiste una disponibilità minore di aggeggi attraenti o trattamenti, rispetto a quelli disponibili per le disfunzioni maschili. I trattamenti per una diminuita sensazione dei genitali, spesso richiedono l’esplorazione di diverse tipologie di stimoli dell’area dei genitali e esercizi finalizzati all’apprendimento di una gamma più ampia di piaceri sessuali escludendo l’area dei genitali. Può essere utile, ricorrere maggiormente alla pratica della stimolazione orale del clitoride. Anche l’uso di un vibratore, che può essere acquistato in un negozio di forniture mediche, può aumentare la sensazione dei genitali e migliorare la capacità di raggiungimento dell’orgasmo. Esistono diversi tipi di vibratori e alcuni dildi indossabili (strap-on) che permettono una stimulazione del clitoride senza interferire con il rapporto sessuale. La stimolazione di altre zone eterogenee, come il seno, le labbra, il collo, le orecchie, ecc. può essere utile per intensificare l’eccitamento e il piacere e aumentare le probabilità di raggiungimento dell’orgasmo. L’incremento della stimolazione dei capezzoli può favorire la lubrificazione vaginale e l’aumento delle contrazioni uterine migliorando la capacità di raggiungimento dell’orgasmo. Un metodo usato nel consulto sessuale consiste nel richiedere alla coppia di redigere una mappa personale delle proprie zone erogene escludendo i genitali. Ciò implica che una collaborazione reciproca dei due patner che dovranno dedicare del tempo alla ricerca di nuovi modi per procurare un piacere sessuale reciproco. Spesso è di beneficio incrementare la stimolazione non erotica come ad esempio tenersi reciprocamente le mani, accarezzare la schiena, ecc. Anche rispolverare gesti romantici come regali floreali, abbracci, ecc. può aiutare a stimolare la libido.

La diminuzione della lubrificazione vaginale sebbene sia praticata la stimolazione sessuale, può essere causata dalla lesione spinale e può contribuire a provocare dolore durante un rapporto sessuale. Sono disponibili sul mercato lubrificanti solubili in acqua come il Replens che risolvono la diminuzione della lubrificazione vaginale. Può essere usato anche un lubrificante gelatinoso a base di acqua tipo il K-Y jelly. E’ sconsigliabile l’utilizzo della vasellina sia perché non è solubile in acqua e sia perché può provocare infezioni del tratto urinario. Inoltre, le donne devono essere vigili in quanto la lubrificaione vaginale può diminuire in reazione alla diminuzione del livello di estrogeni che avviene nel periodo di menopausa e al possibile assottigliamento dei tessuti vaginali. In particolare, durante la menopausa, può essere utile una terapia ormonale sostitutiva (HRT) in quanto può regredire i cambiamenti tipici dovuti all’età.

Alcune terapie sessuali raccomandate sono gli esercizi Kegel i quali hanno lo scopo di rinforzare ed incrementare la recettività di risposta dei muscoli pubococcigei posti sulla superficie pelvica. Le contrazioni di questo muscolo avvengono durante l’orgasmo femminile. L’esercizio di Kegel si esegue alternando consecutivamente una contrazione ad un rilassamento del muscolo (il quale può essere identificato come quel muscolo che ferma o riprende il flusso dell’urina.

Le disfunzioni sessuali secondarie

Molte persone affette da TM considerano la propria vita sessuale ostacolata da altri sintomi correlati alla lesione spinale. Ad esempio se una donna o un uomo ha difficoltà a rilassarsi, il problema di una possibile incontinenza urinaria o fecale e la reazione a una tale eventualità da parte del patner, costituisce sempre motivo di preoccupazione. Per ovviare al problema possono essere messi in atto dei piccoli accorgimenti che aiutano a stabile un buon regime intestinale diminuendo così la possibilità d’imbarazzo. Un programma intestinale può essere seguito scegliendo per il movimento intestinale, una specifica ora della giornata, in genere dopo i pasti. Aumentare l’assunzione di fibre per incrementare la morbidezza delle feci. In caso di problemi intestinali persistenti, un programma che include la somministrazione di farmaci in supposte, può essere necessario. Relativamente ai problemi urinari, questi ultimi possono essere ovviati da alcuni soggetti, semplicemente ricordandosi di svuotare la vescica prima di un’attività sessuale; per altri soggetti invece, sarà necessario al fine avere la certezza dell’avvenuto svuotamento della vescica,  l’auto cateterizzazione.

Per molti uomini anche l’affaticamento può costituire un ostacolo; a questo scopo è utile pianificare l’attività sessuale in quelle ore durante le quali si ritiene avere maggiore energia. Ovviamente, un doloroso spasmo delle gambe spinge ad astenersi dall’avere un’attività sessuale, ma il fastidio può essere mitigato dalla somministrazione di farmaci appropriati o da un esercizio di allungamento gentile durante il preludio sessuale allo scopo di ridurre la spasticità. Alcuni soggetti con TM sviluppano una sensazione dolorosa agli arti inferiori o alla zona dei genitali (come pizzicori, bruciori, dolore simile all’accoltellamento, soffocamento) che interferisce negativamente sulla funzione sessuale. A volte basta semplicemente un massaggio da parte della persona amata può provocare dolore invece di piacere. In tal caso possono essere provate vari farmaci che diminuiscono la sensazione dolorosa, propriamente denominata disestesia, ad esempio: l’Amitriptyline (Elavil), la Gabapentina (Neurontin), e la carbamazepina (Tegretol). E’ questa un’altra situazione nella quale può essere utile per la coppia, stilare insieme una mappa con l’indicazione delle zone dolorose e delle zone di piacere.

La sperimentazione di diverse posture e posizioni sessuali può anche aiutare a mitigare i problemi associati alla fatica, alla spasticità o alla disestesia dolorosa.

Le disfunzioni sessuali terziarie

Le disfunzioni sessuali terziarie costituiscono un campo complicato per il quale la risposta psicologica alla TM può ostacolare la funzione sessuale. La debolezza o altre disfunzioni possono apportare dei cambiamenti nell’autostima e nell’immagine di se stessi che influiscono sulle prestazioni sessuali. Sia il soggetto affetto da una disfunzione neurologica che il relativo patner, possono percepire che la disabilità rende la persona con TM meno attraente o meno mascolina o femminile. Per quei patner che ripongono una maggiore considerazione al vestirsi, al muoversi, al lavarsi, al cateterismo urinario, etc. potrebbero incontrare difficoltà nel cambiare il proprio ruolo da assistente del malato a amante. Frustrazione, risentimento e paura di lasciarsi andare potrebbero essere emozioni non espresse che impediscono una libera espressione dell’amore e della sessualità. Una comunicazione aperta tra i due patner e la psicoterapia costituiscono i modi migliori per gestire e risolvere questo tipo di problemi.

Forse la cosa più importante è che la coppia approcci la sessualità e il desiderio di provare cose nuove con una mente aperta. Alcune persone con lesioni spinali pensano tra le righe: “ Se non posso fare sesso, come prima, è meglio lasciar perdere del tutto!”. I sessuologi terapisti ricordano che la nostra società tende a vedere il sesso come un’attività orientata alla ricerca di una meta che culmina con l’orgasmo. Quanto detto, costituisce naturalmente una meta per quale vale la pena intraprendere una ricerca, ma è maggiormente utile fare una rifocalizzazione su una più ampia gamma di attività sessuali allo scopo di conseguire un benessere psicologico e generale. Il desiderio di provare nuovi approcci alla stimolazione romantica e sessuale apre le porte ad una dimostrazione positiva di affetto e sessualità da cui consegue un beneficio che va al di là della camera da letto.

E’ assolutamente pertinente discutere l’argomento sesso dopo una lesione al cordone midollare spinale. In verità, malgrado ciò, sono pochi I neurologi che hanno ricevuto una sorta di istruzione formale sulla funzione sessuale. Pertanto, perdonate la loro inesperienza o la loro impossibilità nel dirvi molto al riguardo, ma provate a discutere e risolvere con loro tali problematiche. E’ possibile trovare aiuto da personale medico diverso dai neurologi, come paramedici, urologi, terapisti sessuologi, psichiatri, i quali si prendono cura specialmente nei grandi centri ospedalieri anche universitari o nei centri di riabilitazione, di pazienti affetti da lesione del midollo spinale o da sclerosi multipla. La Società Nazionale Americana sulla Sclerosi Multipla (National Multiple Sclerosis Society 1-800-FIGHT MS) dispone di una letteratura sulle disfunzioni sessuali e la Sclerosi Multipla applicabile anche alla Mielite trasversa.

Bibliografia

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Ducharme SH and Gill KM. Sexuality after Spinal Cord Injury: Answers to Your Questions . Paul W. Brookes Publishing Co. Baltimore. 1997.

Foley FW and Werner MA. Sexuality in Kalb RC. Multiple Sclerosis - The Questions You Have, The Answers You Need . Demos Vermande, New York, 1996: pp. 223-247. (This is an excellent chapter on sexuality in MS. It is set up as common questions followed by detailed answers. Highly recommended).
Geiger RC. Neurophysiology of Sexual Response in Spinal Cord Injury. Sexuality and Disability. Vol 2 (4). Winter 1979.

Kalb RC and LaRocca NG. Sexuality and Family Planning in Halper J, Holland N. Comprehensive Nursing Care in Multiple Sclerosis. Demos Vermande. New York, 1997: pp. 109-125.

Kaplan HS. The Illustrated Manual of Sex Therapy (2nd edition). New York: Brunner Mazel Publishers, 1987.

Neistadt ME, Freda M. Choices: A Guide to Sex Counseling with Physically Disabled Adults . Malabar, FL: Robert E. Krieger Publishing, 1987.

The Foley and Werner chapter in the Kalb book also lists several catalogue sources for sexually oriented materials not specifically targeted towards people with TM, but potentially helpful:

Eve's Garden International , Ltd. 1-800-848-3837.
Good Vibrations, Inc. 1-800-289-8423.
Lawrence Research 1-800-242-2823.


La Dott.ssa  Joanne Lynn è Assistente Professore di Neurologia all’Università dell’ Ohio. Attualmente fa parte dello staff del Centro di Sclerosi Multipla presso la struttura universitaria ed è interessata in particolar modo alla ricerca clinica nel campo della Sclerosi Multipla MS. La Dott.ssa Lynn presta servizio per il Centro Informativo di Supporto dell’Associazione per la Mielite trasversa (TMA).
Leslie Moore, RN si è laureato all’Università dello Stato dell’Ohio nel 1986. Ha lavorato nel Reparto di Neuroterapia intensiva per sette anni e per mezzo la sua esperienza lavorativa diretta con malati affetti da lesioni midollari spinali, ha stimolato il suo interesse nelle correlate problematiche intestinali, urinarie e sessuali. In seguito, ha lavorato per due anni nel Dipartimento di Radiologia Interventistica. Con lo scopo di ampliare le sue conoscenze nel campo dell’educazione dei pazienti, ha assunto una posizione lavorativa presso il Centro di Sclerosi Multipla dello stato dell’Ohio e come membro esperto del Programma di Supporto tra Pari (meglio conosciuto come Peer Support Programme) sponsorizzato dalla farmaceutica Berlex. Lesile si è quindi trasferita nel Wisconsin dove ha continuato ad essere un membro del Programma di Supporto tra pari e lavora per l’Unità di Terapia Intensiva della zona.

13/06/12

LO STUDIO - DOPO DUE ANNI DALLA PTA - SUI PAZIENTI OPERATI DAL PROF. ZAMBONI.

LO STUDIO - DOPO DUE ANNI DALLA PTA - SUI PAZIENTI OPERATI DAL PROF. ZAMBONI.

Sclerosi Multipla: da Bologna un nuovo studio sul Metodo Zamboni

di Alessandro Rasman

E' stato pubblicato sulla rivista medica Functional Neurology lo studio intitolato "Angioplastica venosa nella sclerosi multipla: risultati neurologici dopo due anni in un gruppo di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente".

Gli autori, coordinati dal neurologo dr. Fabrizio Salvi dell'Ospedale Bellaria di Bologna, hanno condotto uno studio in aperto con lo scopo di evidenziare i risultati clinici a lungo termine del trattamento endovascolare per l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) in pazienti affetti da sclerosi multipla (SM).

Ventinove pazienti con SM recidivante-remittente clinicamente definita sono stati sottoposti ad angioplastica percutanea transluminale per la CCSVI, al di fuori di una ricaduta clinica. Tutti i pazienti sono stati regolarmente osservati per almeno due anni prima del primo trattamento endovascolare e per almeno due anni dopo (media di follow-up post-procedura 30,6 ± 6,1 mesi). Sono state utilizzate le seguenti misure per i risultati clinici: il tasso annuo di ricadute ed il punteggio della scala di disabilità per i pazienti affetti da sclerosi multipla (EDSS). Tutti i pazienti sono stati osservati intensivamente (in media 6 ore) nel giorno del trattamento endovascolare per monitorare possibili complicanze (emorragie, shock, infarto, morte).

Gli autori hanno confrontato il tasso annuo di ricadute prima e dopo il trattamento (nei due anni prima e nei due anni dopo il primo trattamento endovascolare) ed il punteggio di EDSS registrato due anni prima rispetto a due anni dopo il trattamento.

Complessivamente, sono state effettuate 44 procedure endovascolari nei 29 pazienti, senza complicazioni. Tredici dei 29 pazienti (45%) sono stati sottoposti a più di una sessione di trattamento a causa di restenosi venosa: 11 e due pazienti sono stati sottoposti rispettivamente a due e a tre trattamenti endovascolari.

La percentuale di recidive annuali di sclerosi multipla è risultata significativamente inferiore dopo la procedura (0,45 ± 0,62 vs 0,76 ± 0,99, p = 0,021), anche se è aumentata in quattro pazienti. Il punteggio di EDSS due anni dopo il trattamento era significativamente più basso rispetto al punteggio di EDSS registrato negli esami due anni prima del trattamento (1,98 ± 0,92 vs 2,27 ± 0,93, p = 0.037), anche se era più alto in quattro pazienti.

Al termine dello studio, secondo gli autori, il trattamento endovascolare di CCSVI concorrente sembra essere sicuro e ripetibile e potrebbe ridurre i tassi annuali di recidiva e di disabilità cumulativa nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente. Sono necessari studi randomizzati e controllati per valutare ulteriormente gli effetti clinici del trattamento endovascolare per la CCSVI nella SM.

Fonte: www.functionalneurology.it/index.php?PAGE=articolo_dett&ID_ISSUE=612&id_article=5281&abstract=1&fromsearch&ultimo=1