CONTATORE PERSONE

11/08/20

Bugiardi e Bugiardi

Il bugiardo compulsivo non mente per raggiungere un fine specifico, ma semplicemente per abitudine e soprattutto perché mentire lo fa stare meglio rispetto a quando racconta la verità. Essere sinceri per queste persone diventa un’impresa psicologicamente difficile, così mentono su qualsiasi cosa. La bugia diventa una risposta automatica ed irrefrenabile, compulsiva appunto. Questo tipo di bugiardo, non è manipolativo o almeno non lo è apertamente. Mentre, il bugiardo patologico è colui che mente incessantemente per ottenere qualcosa e lo fa senza curarsi delle conseguenze emotive e comportamentali che questo atteggiamento può avere sugli altri.
In questo caso l’abitudine alla menzogna è vista come meccanismo per affrontare la realtà. Il bugiardo patologico è in genere manipolativo, autocentrato e ben poco empatico rispetto alla dimensione psicologica delle altre persone.
La persona che mente ha interiorizzato da così tanto tempo il meccanismo della menzogna che riesce a conviverci in modo egosintonico e difficilmente percepisce il suo modo di fare come patologico
Continua
⬇️

https://www.stateofmind.it/2011/12/bugiardo-patologico/

08/08/20

sclerosi multipla e....

«Un regime alimentare corretto può migliorare la quotidianità dei pazienti con sclerosi multipla. Questo è il punto in cui oggi possiamo dire che l’alimentazione ha veramente un ruolo. Un’evidenza importante riguarda il deficit di vitamina D, anche se non è al momento del tutto chiarito il suo rapporto con la malattia in termini di causa/effetto»

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Link ORIGINALE 
www.donnainsalute.it/2017/05/sclerosi-multipla-la-qualita-vita-migliora-la-dieta/

07/08/20

Covid eeee....


"RISOLTO IL MISTERO DEI DECESSI IN LOMBARDIA

TUTTI I CEPPI dell'ANTINFLUENZALE di QUEST'ANNO (2019-2020) CONTENGONO il COVID19!
CHI LI HA PRODOTTI HA CREATO IL COVID19. 

CAPITO? 

SU 60 PAZIENTI ANALIZZATI, 58 AVEVANO FATTO il VACCINO".


By: Cristian Atzori Auret: E' una verifica che stiamo conducendo su scala nazionale. 

Collaborano medici negli ospedali e nel 118.

"Da 60 verifiche che ho condotto ricavando i dati di pazienti in t.i.r., grazie all'aiuto di chi ci appoggia nella libera scelta, 58 avevano ricevuto i vaccini antinfluenzali. Gli intubati giovani avevano usato VaxiGrip Tetra, che si propina anche ai bambini.

Tutti i ceppi contenuti degli antinfluenzali di questo anno vennero indicati dall' #OMS ad inizio 2019, e contengono 2 ceppi di coronavirus (definito inattivato).

Non è una questione secondaria....

I #vaccini sotto osservazione sono: Fluad 2019-2020, Influvac S Tetra, Influvac S, Vaxigrip Tetra
E' da novembre 2019 che raccolgo notizie di persone ricoverate, con polmoniti, pochi giorni dopo i vaccini. Quando nemmeno si leggeva un solo articolo in italiano riguardo il covid".

"Casualmente" esistono studi scientifici pubblicati, che sostengono come il vaccino per l'influenza ed il #CORONAVIRUS #SARS, possano indurre malattie polmonari e "casualmente" la Cina a novembre 2019 ha cominciato i test di questo vaccino sulla popolazione e "casualmente", da settembre vige l'obbligo vaccinale coatto in Cina. - 
vedi: Controllo della Popolazione

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31607599/

https://journals.plos.org/plosone/article/figure?id=10.1371%2Fjournal.pone.0035421.g002

https://www.loc.gov/law/foreign-news/article/china-vaccine-law-passed/

http://www.nbcnews.com/id/3541381/ns/health-infectious_diseases/t/china-begin-testing-sars-vaccine/

In Inghilterra raccomandano a chi ha fatto il vaccino antinfluenzale, di stare in casa 12 settimane perché a forte rischio per il CV e di ammalarsi proprio per il Vaccino !


Ecco lo studio che conferma la correlazione tra vaccinazioni anti influenzali e aggravamento delle infezioni all'apparato respiratorio."

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5337467/

https://www.mirror.co.uk/news/uk-news/coronavirus-top-medic-warns-anyone-21708701

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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31607599/

06/08/20

accessibili per tutti


Agriturismi ACCESSIBILI 
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https://www.agriturismo.it/it/agriturismi/piemonte?rc=r12s20&desc=servizi_per_disabili,qualsiasi_posizione,qualsiasi_budget,agriturismo

URINOTERAPIA

Nell’antico testo sanscrito Sri Damartantram viene riportato l’uso dell’urina. Nella medicina tradizionale indiana l’urina viene indicata per curare le malattie degli anziani, per disturbi oculari, per tosse, problemi digestivi ed epatici. Per uso esterno viene consigliata come cura per le ustioni e le ferite. STORIA La storia dell’urinoterapia riporta l’uso dell’urina da parte dei cinesi e nell’antica Grecia. Plinio (23–79 d.C.), Galeno (129–199) e Paracelso (1493–1541) menzionano tale metodica. Inoltre nei tempi passati svolse un importante ruolo l’osservazione delle urine con finalità diagnostiche; ricordiamo a tal proposito le medicine Indiana, Egiziana, Tibetana e Ippocratica. E’ in Occidente e in Germania che si diffuse l’uso dell’urina a fini terapeutici e fu il medico Paullini (1643–1712), autore del testo La farmacopea degli scarti, a spiegare l’uso dell’urina, con il suo famoso motto “L’urina è una via breve per una lunga vita”. VANTAGGI DEL METODO L’urinoterapia, chiamata anche autouroterapia, è sicuramente una metodica naturale con numerosi vantaggi quali: è semplice non costa nulla è utilizzabile in tutte le malattie non necessita di esami e diagnosi mediche facile apprendimento del metodo reperibilità immediata e uso per pronto soccorso efficace quale primo intervento per morsi di serpenti e scorpioni. L’urina usata come rimedio ha funzione indicatrice e regolatrice insieme, nessun farmaco può avere una tale ‘ampiezza d’azione’. Il problema più difficile da risolvere, per chi decide di ricorrere a tale cura, è quello del superamento dei pregiudizi, che condizionano con l’idea che l’urina sia qualcosa di immondo e di ripugnante. I numerosi esperti di urinoterapia hanno cercato di spiegare come l’assunzione dell’urina possa mantenere o ripristinare lo stato di salute, ricordando che l’ urinoterapia funziona sia a titolo preventivo che nelle malattie acute e croniche. Riportiamo di seguito le varie ipotesi sul suo funzionamento. CONTINUA NEL LINK ORIGINALE : www.naturopatiaeuropea.it/index.php/indice-lettera-u/414-urinoterapia

DIGIUNO SECCO

Come si fa l'Oleolito di Iperico

ricordo che..........



ciao a tutti, ricordo che nel web quindi su fb- instangram- messenger- whatsApp E CHI PIU' NE HA NE METTA  io Me medesima  NON CHATTA CON NESSUNO solamente in caso di necessita' ESTREMA DI SALUTE O DI COMUNICAZIONI URGENTI.

VOLEVO DIRE ANCHE  DI RIMUOVERE SU FB  IL RICEVIMENTO DELLE MIE NOTIFICHE

perche' scrivo molto... MA NON PER AVERE I VS MI PIACE perche' proprio e' l ' ultimo dei miei pensieri avere un mi piace........

QUINDI


non chatto perche'      IO NON SONO UNA ROVINA FAMIGLIE

IO NON CHATTO CON NESSUNO

NON MI METTO A FLIRTARE CON I MARITI magicamente NON SPOSATI

O CON UN Ragazzo magicamente SENZA FIDANZATA

NO
IO
NON CHATTO
MI DISPIACE PER TUTTI QUELLI che SI SPACCIANO PER SANTONI ma non fa per me


*********IO NON CHATTO******

1) non mi voglio creare problemi E GIA’ NE HO MOLTI

2) NON VI VOGLIO CREARE PROBLEMI ...perche’ se voi santoni volete *CHIACCHIERARE* FATELO CON LA VS DONNA non con una persona dietro ad un pc

3) NON VOGLIO CREARE PROBLEMI ALLE VS DONNE ...perche’ SI INCAZZEREBBERO con la presente e non con voi santoni o i
vostri PSEUDONIMI  SANTONI ) E non voglio creargli strani pensieri.

4) CI SONO DONNE (DONNACCE) ALTRE DONNE (giovani e VECCHIE) CHE NON SI FANNO SCRUPOLI A CHATTARE CON **il chi che sia** MA IO NON SONO UNA DI QUESTE...e poi che cosa fanno DANNEGGIANO FAMIGLIE...MATRIMONI..RAPPORTI..

quindi andate a cercarle  da un’ altra parte ma NON DISTURBATE ME.

**** Clara pacta, amicitia longa ****

<<<<fare le cose in modo chiaro e trasparente per far sì che in futuro non ci possano essere spiacevoli incomprensioni, equivoci, disaccordi.>>>>

POI CHI VUOLE PUO' RIMANERE MIO AMICO O MIA AMICA TUTTI GLI LALTRI O LE ALTRE un caro abbraccio e' stato un piacere.


Melis Stefania
Adesso vi dico che questo e’ un mio pensiero.. voi USATE A VOSTRO PIACIMENTO L’ INTERPRETAZIONE DEL TESTO….senza uscire troppo di testa. Stefania Sam Melis

05/08/20

COVID-19 ESISTE DA ANNI..

... PANDEMIA INVENTATA PER VACCINARE LA POPOLAZIONE DELLA TERRA CON VACCINO I CUI EFFETTI SONO SCONOSCIUTI. 
CORONAVIRUS: NUOVO STUDIO, il VIRUS c'era Già da ANNI e NON si trasmette per VIA RESPIRATORIA! Ecco le CONSEGUENZE. 
CORONAVIRUS: c'era Già e forse NON si trasmette per VIA RESPIRATORIA
Sono a dir poco impressionanti e clamorose le dichiarazioni, di Tom Jefferson, medico al Center for Medicine (Cebm) presso l'Università di Oxford e pubblicate dal quotidiano inglese "The Telegraph": il medico sostiene che ci siano prove sempre più consistenti che il virus fosse già presente altrove, ben prima che emergesse a Wuhan, forse già da anni. Quindi, altro che Cina, altro che mercato del pesce o errore di laboratorio.
Come riportato dal quotidiano "Il Sole 24 ore" nella sua versione online (qui l'articolo), tale teoria farebbe saltare tutto ciò che sappiamo fino a oggi su questa pandemia che continua a terrorizzare il mondo. E proprio queste tesi potrebbero avere delle conseguenze stravolgenti.

Abbiamo già affrontato il capitolo che afferma come il coronavirus fosse presente già dallo scorso autunno anche in Italia come confermato dalle ricerche effettuate alla rete idrica e non solo. Ora degli studi confermano che Sars-Cov-2 ha più facilità di diffusione in particolari condizioni meteoclimatico/ambientali. Le prime, fanno riferimento, appunto a particolari condizioni atmosferiche meteorologiche (pioggia, neve, vento), quelle climatiche sono indirizzate invece alla stagionalità. Ovvero, sembra sempre più probabile che il coronavirus si diffonda a temperature più basse, con alti tassi di umidità e con poco soleggiamento (autunno e primavera per intenderci).
Ultimo, ma non meno importante, il fattore ambientale: l'inquinamento. La correlazione tra virus e pessima qualità dell'aria è emerso, in particolare, da uno studio curato da ricercatori italiani e da medici della Società italiana di Medicina Ambientale (Sima): le polveri sottili avrebbero esercitato un cosiddetto 'boost', ovvero un accelerazione nel contagio dell'infezione. A tal proposito, Leonardo Setti, ricercatore dell'Università di Bologna, ha così commentato: "Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un'accelerazione alla diffusione del Covid19. L'effetto è più evidente in quelle province dove ci sono...

Link ORIGINALE
www.ilmeteo.it/notizie/coronavirus-nuovo-studio-il-virus-cera-gi-da-anni-e-non-si-trasmette-per-via-respiratoria-ecco-le-conseguenze-191158/amp?utm_campaign=pulsanti_social&utm_source=whatsup&utm_medium=news_amp

I DATI SUL CORONAVIRUS NON SONO QUELLI CHE CI HANNO DETTO ► Il Prof Tarr...

30/07/20

cellulare in auto NON SI FA NON SI FA


Proprio oggi alle 9 e 30 lo dicevo....POI MI TROVO QS ...

Ora  DIREI SPERIAMO  PRESTO...
Link ⬇️
www.studiocataldi.it/articoli/39249-cellulare-alla-guida-aggravante-dell-omicidio-stradale.asp

lettera aperta "Zamboni Paolo"

Troverete il link qui ⬇️

www.simonettaegianluca.it/?gclid=CjwKCAjw34n5BRA9EiwA2u9k399bswawbCHcvIrPjTVDEbMs1FdRj8LVl4k7RL-xp9cGn_agz1ozvhoCAS4QAvD_BwE

29/07/20

Disturbi della memoria

Il disturbo della memoria o amnesia è un disturbo presente in molti tipi di patologie (traumatiche, infettive, tossiche, vascolari, degenerative, metaboliche) e consiste in una riduzione più o meno grave della capacità di apprendere e ricordare informazioni ed avvenimenti immagazzinati in precedenza. Per comprenderne meglio i disturbi è necessaria una premessa sulla definizione e sul meccanismo fisiologico della memoria.  
La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni, ossia di assimilare, ritenere e richiamare, sotto forma di ricordo, le informazioni apprese durante l'esperienza o per via sensoriale. Da questo si deduce che la capacità di apprendimento e di immagazzinamento dei dati acquisiti rende possibile la conoscenza da cui dipendono tutte le nostre azioni soggettive e le condotte sociali, che sono appunto fondate sul recupero a livello della consapevolezza delle informazioni precedentemente archiviate.
Il più diffuso criterio di classificazione della memoria si basa sulla durata della ritenzione del ricordo, identificando tre tipi distinti di memoria: la memoria a breve termine, la memoria a lungo termine e la memoria sensoriale.
La memoria a breve termine o memoria primaria è quella parte di memoria che si ritiene capace di conservare una piccola quantità di informazioni chiamata span (tra i 5 e i 9 elementi) per una durata di 20 secondi circa. Attualmente, gli psicologi cognitivi preferiscono definirla memoria di lavoro.
La memoria a lungo termine, capace di conservare una quantità enorme, anche se non infinita di informazioni, viene suddivisa in memoria semantica (legata alla comprensione del linguaggio), memoria episodica (relativa agli eventi) e memoria procedurale (relativa alle azioni e procedure per eseguire comportamenti complessi).
La memoria sensoriale immagazzina, per la durata di pochi secondi o millisecondi, informazioni uditive (memoria ecoica), visive (memoria iconica), tattili, olfattive e gustative.
I processi mnemonici dal punto di vista neurofisiologico avvengono grazie alla modifica, indotta dal segnale, delle connessioni sinaptiche di una specifica rete neuronale, il cui il mediatore è il Glutammato, dapprima nell'ippocampo (che codifica le informazioni) e poi nella corteccia cerebrale (dove i dati vengono definitivamente conservati). L'amigdala riveste un ruolo importante nel modellamento e nella conservazione della memoria, dato che è l'organo deputato a conferire una colorazione emozionale ed affettiva ai ricordi. L'IGF-1 (insulin-like growth factor) o somatomedina è fondamentale per immagazzinare i ricordi e farli rimanere più a lungo stimolando le connessioni interneuronali e migliorando quindi la memoria.
Da quanto è stato esposto emerge che il sistema limbico, di cui fanno parte ippocampo ed amigdala, esplica una funzione fondamentale nel mantenimento della memoria che consiste nel registrare di continuo eventi ed esperienze, codificare le informazioni ricevute ed infine recuperare le informazioni archiviate. Se viene alterata una di queste tre fasi si assiste alla comparsa del disturbo della memoria.
Un disturbo delle funzioni mnesiche si può verificare in varie lesioni che disconnettono il circuito tra l’ippocampo, i nuclei della base ed i lobi frontali provocate da numerose patologie cerebrali, fra cui le principali per rilevanza clinica sono il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la malattia di Alzheimer e le altre demenze corticali e sottocorticali. L’entità del disturbo dipende dalla sede, dall’estensione e dall’eventuale irreversibilità della lesione.
Il disturbo della memoria può presentarsi anche in seguito ad una lesione cerebrale traumatica, oppure a causa di un trauma psicologico avvenuto anche durante l'infanzia (l’oblìo secondo la teoria psicoanalitica di S. Freud). Altre possibili cause sono l'ipossia, i disturbi derivanti dall'assunzione di elevate quantità di alcool (Sindrome di Korsakoff) o dalla mancanza di tiamina (vitamina B1) come nell'encefalopatia di Wernicke. Anche l’avanzare dell’età, con il deterioramento cognitivo lieve, determina danni alle facoltà mnemoniche, facendo dimenticare prima di tutto i nomi delle persone.
Importante sottolineare che un disturbo della memoria è di frequente riscontro nelle persone soggette a disturbi dell'umore, ovvero in chi è afflitto da schizofrenia, paranoia, o altre forme di delirio. Nei pazienti affetti da depressione, i problemi concernenti l’attenzione e la memoria sono presenti non solo durante la fase di calo dell’umore, ma anche durante la fase di scomparsa dei sintomi. Lo stato di ansia associata alla propria salute può enfatizzare difficoltà di memoria e concentrazione alimentate dal senso di impotenza rispetto alle difficoltà cognitive percepite come gravose e patologiche.
Quotidianamente, tramite i nostri sensi, il cervello riceve enormi quantità di segnali di vario genere, dei quali siamo più o meno consapevoli, la maggior parte dei quali non lascia traccia. Se una persona soffre di presbiacusia (che significa riduzione senile dell'udito e si manifesta con l'incapacità di sentire i suoni di frequenza elevata), può avere problemi nell'ascoltare la voce delle persone. Chi è affetto da questo disturbo può apparire smemorato, quando, invece, il vero problema è la mancanza di corrette informazioni. Analogamente anche i disturbi della vista possono determinare, anche se indirettamente, deficit della memoria. 
Per ultimo, difficoltà cognitive relative alla memoria ed all’attenzione rientrano in taluni quadri definiti funzionali, come la fibromialgia e la sindrome da fatica cronica.

Sintomi Sintomi

Come principio generale, quando si instaura un disturbo della memoria di fissazione i nuovi ricordi non riescono a fissarsi e sostituire per aggiornamento i vecchi, mentre un disturbo alla memoria di rievocazione non permette ai vecchi di tornare in mente e tutti i ricordi sono continuamente aggiornati, fino alla scomparsa, nei casi più gravi, della percezione del proprio passato.
La perdita di memoria è chiamata amnesia, che può essere anterograda (quando non è più possibile apprendere e ricordare eventi dopo l'evento lesivo) o retrograda (quando viene cancellata la memoria relativa ad un periodo di tempo variabile antecedente alla data della lesione). L’amnesia retrograda è di frequente osservazione nei casi di trauma cranio-encefalico moderato o severo, per cui il soggetto non ricorda l’evento traumatico e le sue modalità di accadimento. L’amnesia lacunare definisce una perdita di memoria che interessa solo un breve periodo di tempo, limitato ad alcune ore o al massimo a giorni, in cui il paziente non ricorda quanto accaduto e si distingue dall'amnesia retrograda, che causa invece la perdita di memoria di tutto il passato del paziente.
Se l'amnesia anterograda è associata all’amnesia retrograda si parla anche di amnesia globale. L’amnesia può essere transitoria (come nel caso di un evento traumatico, con successivo ripristino della normale funzionalità mnemonica); stabile (se provocata da un evento morboso grave, come ad esempio nell’arresto cardiaco); progressiva (se riscontrata in malattie degenerative, come la malattia di Alzheimer).
Tra gli altri disturbi della memoria si annoverano:
  • La paramnesia, cioè la falsificazione della memoria attraverso una distorsione del ricordo.
  • L'ipermnesia o ipertimesia quando si possiede una esagerata memoria autobiografica tale da permettere il ricordo di gran parte degli eventi vissuti nella propria vita.
  • L'allomnesia, ovvero i ricordi falsati in termini di spazio o tempo per errore di locazione.
  • L'ecmnesia è un disturbo della memoria, di tipo allucinatorio, in cui alcuni soggetti trasformano i ricordi del passato in esperienze attuali: in altre parole il passato si manifesta come se fosse presente.
  • La rimozione, cioè la dimenticanza inconsapevole di eventi considerati inaccettabili. Spesso alla rimozione si associa il ricordo paravento (o ricordo di copertura) ossia un ricordo che a livello conscio è tollerabile ma che nasconde, inconsciamente, un evento traumatico.
  • L'immagine eidetica, un ricordo visivo vissuto talmente vividamente da sembrare un'allucinazione.
  • La letologia, che è la temporanea incapacità di ricordare un nome proprio o di un oggetto.
  • La disnomia è la difficoltà o incapacità a richiamare alla memoria la parola corretta quando è necessaria che si manifesta nei soggetti confusi, isterici, in casi di epilessia temporale e nei soggetti intossicati dall'assunzione di allucinogeni.
  • Il lapsus memoriae, spesso dovuto a momentanee confusioni o a vuoti di memoria e quindi all'affiorare di pensieri dall'inconscio e dal subconscio.

Diagnosi Diagnosi

Se il disturbo della memoria comincia ad essere persistente e ad avere un’intensità tale da creare un crescente disagio, pur non inficiando la autonoma esplicazione delle occupazioni della vita di tutti i giorni, è necessario sottoporsi ad una visita neurologica.
Il primo step diagnostico deve consistere nella valutazione dello stato neurologico del soggetto (livello di coscienza e di attenzione, integrità dell’eloquio, della capacità di lettura e scrittura, etc.) seguito da un attento esame del suo stato psicologico, per escludere che si trovi in una temporanea condizione di demotivazione personale o di depressione, fattori che notoriamente incidono sul suo livello di attenzione e che potrebbero indurre alla erronea conclusione di ascrivere un deficit di memoria a disturbo cognitivo.
Il passo successivo consiste nella somministrazione di test neuropsicologici che devono consentirne una valutazione quantitativa del disturbo di memoria in quanto il paziente può minimizzare o addirittura negare l’esistenza di problemi mnesici o al contrario sovrastimare dimenticanze anche modeste riscontrate nel corso delle attività quotidiane, attribuendole alla insorgenza di una patologia neurologica degenerativa. Il risultato dei test è espresso da un punteggio che esprime di quanto le prestazioni del paziente si discostino da quelle rilevate su campioni di controllo con caratteristiche analoghe di età, sesso e scolarità.
I test della memoria a breve termine (MBT). Sono rivolti a definire la massima capacità di immagazzinamento (Span) di materiale nella memoria a breve termine.


continua nel link originale:
https://www.idoctors.it/patologia-disturbi-della-memoria-26879

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