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Il tema dei vaccini, della loro obbligatorietà e delle possibili conseguenze negative sulla salute dei pazienti continua a tenere banco, protagonista dell’uiltima puntata del programma Fuori dal Coro in onda su Rete 4. Ospite di Mario Giordano il medico endocrinologo Giovanni Frajese, sospeso per non essersi vaccinato e da tempo in prima linea nella sua battaglia per dare agli italiani un’informazione più libera sui farmaci anti-Covid, diversa da quella imposta dalla censura di Stato. Non sono mancati passaggi decisamente interessanti.
google.com , pub-0399915301528270, DIRECT, f08c47fec0942fa0Il tema dei vaccini, della loro obbligatorietà e delle possibili conseguenze negative sulla salute dei pazienti continua a tenere banco, protagonista dell’uiltima puntata del programma Fuori dal Coro in onda su Rete 4. Ospite di Mario Giordano il medico endocrinologo Giovanni Frajese, sospeso per non essersi vaccinato e da tempo in prima linea nella sua battaglia per dare agli italiani un’informazione più libera sui farmaci anti-Covid, diversa da quella imposta dalla censura di Stato. Non sono mancati passaggi decisamente interessanti.
Inizialmente ci siamo sentiti soli, pensavamo di essere gli unici ad aver avuto problemi e siamo stati colti da un grande senso di sgomento e disperazione.
Poi, pian piano, grazie ai social e ai contatti presi su whatsapp, abbiamo capito di essere in tanti.
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Ci siamo fatti forza, sostenuti, asciugati le lacrime a vicenda e giorno dopo giorno ci siamo resi conto che insieme avremmo potuto superare le nostre fragilità e fare tanto per tutti noi.
Da questa consapevolezza è nata l’idea di un comitato che potesse aiutarci e informare gli altri sulla nostra situazione.
Lo scopo del Comitato, che è senza fini di lucro, è quello di informare, sensibilizzare le istituzioni e la comunità scientifica ed aiutare tutte le persone che hanno avuto reazioni avverse ad arrivare ad una diagnosi ed una cura.
Non vogliamo che nessun altro si senta solo e abbandonato come noi!
E-mail: info@comitatoascoltami.it
Sclerosi Multipla e gravidanza sono un binomio possibile. Numerosi studi condotti negli anni hanno infatti dimostrato che la malattia di per sé non compromette la possibilità di avere figli e non comporta un rischio per la salute del bambino. Dalle ricerche è emerso inoltre che la gravidanza non determina un peggioramento della patologia, anzi pare svolgere un ruolo protettivo.
Ruolo protettivo che, tuttavia, tende ad annullarsi dopo il parto, quando vi è una maggior incidenza di ricadute della malattia.
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Per questo è fondamentale che le donne con Sclerosi Multipla che stanno progettando una gravidanza si affidino a Centri e Punti Nascita specializzati nella cura di questa malattia, dove sia possibile ricevere il supporto di un’équipe multidisciplinare di specialisti in grado di aiutare ad affrontare in modo efficace questo delicato percorso.
Come ci spiegano con il dottor Claudio Ferrante, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia e del Centro per la Cura della Sclerosi Multipla del Policlinico San Pietro, e la dottoressa Paola Rosaschino, Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia della stessa struttura.
Spiega la dottoressa Rosaschino: “Per lungo tempo la sclerosi multipla è stata considerata una controindicazione alla gravidanza, una malattia invalidante che impediva alla donna di diventare madre. Grazie all’avanzamento delle conoscenze cliniche e farmacologiche compiuto negli ultimi decenni, oggi la gravidanza nelle donne con Sclerosi Multipla può essere affrontata con serenità, grazie al supporto da parte di figure specialistiche.
Il desiderio di diventare mamma può essere realizzato affidandosi a centri specializzati, in cui si possa essere seguite da un’équipe multidisciplinare, formata da diverse professionalità:
Questo è un aspetto importante perché giustifica l’impiego di trattamenti a lungo termine con farmaci ad effetto anti-infiammatorio. Di sicuro si sa che meccanismi di autoimmunità danneggiano la mielina, ma non si è sicuri che questo processo preceda sempre la perdita degli assoni. Inoltre, è risaputo che al danno corrisponde una riparazione, ma resta da capire perché questa non sempre sia efficace. Infine, è noto che la disabilità dipende dai danni definitivi che si accumulano nel sistema nervoso centrale a seguito della progressione della malattia e i danni definitivi sono conseguenza del bilancio fra gravità delle alterazioni ed efficienza dei meccanismi di riparazione. D’altra parte, oggi alcuni approcci riescono a ottenere miglioramenti della disabilità e ciò indicherebbe che, anche rispetto ai danni consolidati, ci possono essere processi di recupero o di compensazione.
Le malattie autoimmunitarie sono quelle provocate e alimentate da un alterato funzionamento del sistema immunitario, che attacca, con le sue cellule e con gli anticorpi, molecole e strutture dell’organismo, anche se può sembrare impossibile che un organismo sviluppi un meccanismo che gli provoca danni. D’altra parte, i processi alla base di questi “errori” si comprendono meglio pensando che il sistema immunitario è chiamato a distinguere continuamente fra cellule e molecole normali e altre lievemente diverse, che potrebbero diventare un grave rischio per l’organismo e quindi vanno eliminate. Per svolgere questo compito il sistema immunitario è dotato di cellule molto “aggressive”, nel distruggere gli elementi cellulari e le molecole a rischio e di altre che ne controllano l’attività. Ad esempio esistono linfociti T citotossici o linfociti Natural Killer, ma ci sono anche linfociti T regolatori che evitano che essi attacchino obiettivi sbagliati. Ci sono poi i linfociti B che regolano l’attività dei linfociti T e altri che evolvono in plasmacellule, che producono anticorpi.
Molte sono le malattie basate su fenomeni autoimmunitari, dall’artrite reumatoide, che colpisce le articolazioni, al diabete di tipo I, che danneggia le cellule che producono l’insulina. Anche nella sclerosi multipla, l’autoimmunità è un meccanismo fondamentale per lo sviluppo della malattia. Questa, infatti, viene definita demielinizzante, perché comporta danneggiamento e distruzione della mielina da parte di linfociti e altre cellule del sistema immunitario. Le cause di questo fenomeno non sono state individuate, ma, fra le ipotesi formulate, c’è quella secondo la quale un’infezione può stimolare una reazione del sistema immunitario verso molecole, relative all’infezione, ma simili a quelle della mielina. In seguito, pur guarendo l’infezione, i meccanismi immunitari attivati si mantengono nel tempo, con fenomeni concatenati gli uni agli altri, attaccando la mielina. Il meccanismo appena descritto non può essere esteso a tutte le persone che ammalano di sclerosi multipla, perché in molte di loro non è documentabile una precedente infezione di questo tipo.
continua:
https://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/patologia-sclerosi-multipla/perche-e-come-si-sviluppa-il-danno-sclerosi-multipla/perche-si-sviluppa-il-danno-nella-sclerosi-multipla/
Nella pratica quotidiana, il medico si trova spesso a fronteggiare quadri clinici che non si adattano bene ai criteri nosografici validi per diagnosticare una determinata malattia in quel contesto storico. Questo, ovviamente, vale anche per la sclerosi multipla (SM) e per le malattie a essa correlate.
In questo articolo, voglio suggerire una riflessione sul fatto che non dobbiamo solo impegnarci a migliorare la diagnosi differenziale tra le forme che classifichiamo nella nosografia attuale, ma ammettere la presenza di “overlap syndrome” e di provare a introdurre raccomandazioni sulla loro diagnosi, follow-up e, soprattutto, sul loro trattamento.
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https://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/sclerosi-multipla-disturbi-dello-spettro-della-neuromielite-ottica-e-sindromi-da-overlap/
In questo articolo sarà descritto il dolore neuropatico cronico nella sclerosi multipla (SM), focalizzando l’attenzione soprattutto sulla classificazione, fornendo elementi sui correlati anatomo-funzionali, senza però entrare in merito al trattamento.
Il rapporto vissuto costantemente con le persone affette da sclerosi multipla (SM) durante le valutazioni e i percorsi psicologici ha fatto emergere un aspetto ricorrente e di notevole importanza, ovvero la frequente presenza di eventi traumatici nelle storie di vita, vissuti durante l’infanzia ma anche da adulti. Eventi stressanti che spesso si verificano in concomitanza di ricadute o di progressioni della malattia oppure accadimenti molto lontani nel tempo ma spesso poco elaborati internamente.
Scritto da: Dott.ssa Silvia Leonardelli, Azienda Ospedaliera S. Maria, Terni
Nel corso degli ultimi anni, si è tuttavia addivenuti
a una notevole espansione del possibile corteo sintomatologico
associato alla SM includendo deficit non facilmente diagnosticabili
se non altrimenti attentamente valutati.
I deficit cognitivi
sono esemplificativi di tali sintomi cosiddetti below-the-radar,
ovvero che sfuggono alla normale valutazione clinica. Circa il 50-70%
dei pazienti affetti da SM manifesta un deficit cognitivo con un
grosso impatto negativo sulla loro qualità della vita .
Con
l’accumularsi delle evidenze scientifiche a conferma di tale
diffuso coinvolgimento della funzione cognitiva in SM, oggi in molti
Centri dedicati alla diagnosi e cura della SM si effettuano
valutazioni cognitive e si adattano le strategie terapeutiche anche
in funzione della presenza o assenza di tale deficit.
Se tanto è stato possibile è stato anche grazie all’introduzione di un test di screening della durata di 90 secondi, il symbol digit modality test che permette una rapida e specifica valutazione delle funzioni cognitive anche in un contesto clinico dai tempi ristretti.
Scritto da: Prof. Vincenzo Brescia Morra, Ospedale Universitario Federico II, Napoli
Continua:
https://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/disturbi-del-linguaggio-nella-sclerosi-multipla-dallafasia-al-disturbo-di-comprensione-delle-metafore/
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