DEDICATO A Marta Tutak
Confesso che non è stato semplice effettuare questa recensione, perchè il libro è a dir poco densissimo di nozioni utili e soprattutto di esperienze umane importanti, che possono e devono fare riflettere tutti.
Nell'analizzare questo testo partirei da una frase di Paracelso (medico e alchimista svizzero vissuto tra il 1493 e il 1541) che è emblematica e che spesso, purtroppo, viene disattesa al giorno d'oggi: "Il vero medico studia le cause delle malattie studiando l'uomo universale".
Punti di forza di questo libro sono sicuramente il linguaggio semplice (ma non semplicistico) e soprattutto la presa di consapevolezza che induce nel lettore.
Ebbene sì, anche da malattie molto serie si può guarire, l'importante è scegliere la metodologia corretta che cambia (a volte radicalmente) da individuo ad individuo.
La patologia di cui ha sofferto l'autrice fin dalla più tenera età è la fibromialgia.
Definire la stessa malattia non è compito semplice: per sommi capi si può definire la fibromialgia come patologia reumatica extra-articolare, caratterizzata non solo da dolore muscolo-scheletrico diffuso, ma anche da profondo affaticamento e da numerose altre manifestazioni cliniche, a carico di diversi organi e apparati.
Il sintomo principale della fibromialgia è un dolore cronico, causato da una sorta di tensione muscolare, che può essere localizzato, (le sedi più frequenti sono il collo, le spalle, la schiena e le gambe) o diffuso in tutto il corpo, e che può diventare così intenso da impedire le normali attività quotidiane, con ripercussioni negative sul lavoro, la vita familiare e i rapporti sociali.
Fra i numerosi altri sintomi sono presenti affaticamento, astenia, rigidità, sensazione di gonfiore, parestesie, tachicardia, disturbi del sonno, mal di testa e dolore facciale.
Si riscontrano spesso anche disturbi cognitivi, gastrointestinali, urinari e della sensibilità (vista, udito e tatto), dismenorrea, vaginismo, alterazioni dell’equilibrio e della temperatura corporea, allergie, intolleranze e sintomi a carico degli arti inferiori (la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”).
Molte persone raccontano di manifestazioni ansiose o depressive, a volte con attacchi di panico.
Questo ha fatto sì che in passato, la fibromialgia venisse considerata come un processo di somatizzazione, e purtroppo, ancora oggi, molti medici sono legati a questa definizione ormai superata.
Diversi studi hanno invece dimostrato inequivocabilmente che, gli eventuali sintomi depressivi o ansiosi, sono un effetto, piuttosto che una causa, della malattia.
Ovviamente va specificato che, essendo ogni persona un mondo a se stante, la sintomatologia varia notevolmente da persona a persona, pur mantenendo delle costanti in tutti gli individui colpiti.
Il libro è molto personale: sono intersecati elementi biografici dell'autrice, che inquadrano il percorso che ha portato la stessa a studiare ed inquadrare la malattia di cui ha sofferto per parecchi anni.
Ma il vero punto di forza del testo è la volontà di comunicare che (le diagnosi iniziali parlavano di malattia degenerativa incurabile...) di fibromialgia si può guarire! Con la volontà, un'attitudine positiva (non certo scontata e da conquistare giorno dopo giorno) e soprattutto con lo studio e il confronto con chi ha avuto le stesse esperienze.
L'autrice cita nel testo almeno 60 testimonianze di persone che hanno seguito il suo esempio e non si sono perse d'animo e, con grande impegno, sono riuscite a lottare efficacemente smorzando gli effetti più invalidanti della malattia.
L'approccio alle cure è completo, generalmente anticonvenzionale, ma senza mai dimenticare il buonsenso, sono citati, inoltre, molti dottori (tra cui il Dr. Massimo Citro che conosciamo anche personalmente) autorevoli che, a più riprese, hanno scritto sulla questione.
Non vi svelo altro ma invito tutti a leggerlo, perchè il tema viene trattato con grande umanità e competenza.
Concludendo, il messaggio più importante, come già accennato d'altronde, è già racchiuso nel titolo: "Fibromialgia, si può guarire..."
Decisamente quindi un "must-have" non solo per chi si trova a soffrire di questa patologia ma anche per le teste pensanti e i cuori sgombri da pregiudizi.
Grazie Marta!
Un abbraccio a te di cuore.
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Dott. Marco Sciabà