Le informazioni qui riportate Hanno solo un fine illustrativo: NON costituiscono e NON provengono né da prescrizione né da consiglio medico, rivolgersi SEMPRE e comunque al PROPRIO MEDICO NB: L'ADMI ritiene i propri lettori persone ragionevoli e dotate di senso della misura. I vostri commenti VERRANNO INSERITI dopo controllo, in caso Si riserva la facoltà di cancellare commenti di CATTIVO GUSTO e/o OFFENSIVI
CONTATORE PERSONE
01/10/12
CANNABINOIDI PER FINALITÀ TERAPEUTICHE - Liguria
pdf - http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato7051237.pdf
REGIONE LIGURIA
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LEGGE REGIONALE 3 AGOSTO 2012 N. 26
MODALITÀ DI EROGAZIONE DEI FARMACI E DELLE PREPARAZIONI GALENICHE A BASE DI CANNABINOIDI PER FINALITÀ TERAPEUTICHE
Il Consiglio regionale – Assemblea legislativa della Liguria ha approvato.
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA
promulga
la seguente legge regionale:
Articolo 1
(Finalità)
1. La Regione Liguria, ai sensi dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, nel rispetto dei limiti derivanti della legislazione statale, detta disposizioni organizzative relative all’utilizzo dei farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche da parte degli operatori e delle strutture del Servizio Sanitario Regionale, fatti salvi i principi dell’autonomia e responsabilità del medico nella scelta terapeutica e dell’evidenza scientifica e le ulteriori modalità previste dalla legge.
Articolo 2
(Titolarità e modalità di prescrizione)
1. I derivati della Cannabis, sotto forma di specialità medicinali o di preparati galenici magistrali, possono essere prescritti dal medico specialista delle seguenti discipline: anestesia e rianimazione, oncologia e neurologia.
2. I farmaci cannabinoidi sono a carico del Servizio Sanitario Regionale e sono prescritti dai medici di medicina generale, previa indicazione terapeutica formulata dai medici specialisti di cui al comma 1. In tale indicazione lo specialista stabilisce la durata del piano terapeutico e la sua ripetibilità.
3. Hanno possibilità di prescrizione anche i medici specialisti operanti nei Centri di cure palliative pubblici e convenzionati.
Articolo 3
(Modalità di somministrazione e acquisto)
1. L’inizio del trattamento può avvenire:
a) in ambito ospedaliero e/o in strutture a esso assimilabili, compresi day-hospital e ambulatori; i farmaci di cui all’articolo 2 sono acquistati dalla farmacia
1
ospedaliera e posti a carico del Servizio Sanitario Regionale anche nel caso del prolungamento della cura dopo la dimissione del paziente. Le strutture di ricovero ospedaliero accreditato devono assistere i loro medici nella reperibilità dei suddetti farmaci e, se sprovviste di farmacia, assisterli nell'ottenere i farmaci da una farmacia ospedaliera o territoriale o fornita di laboratorio per preparazioni magistrali, con cui devono intrattenere rapporti di convenzione;
b) in ambito domiciliare, in caso di cura realizzata con tali modalità, utilizzando farmaci esteri importati; il farmacista del servizio pubblico consegna direttamente i farmaci importati al medico o al paziente, dietro pagamento del solo prezzo di costo richiesto dal produttore e delle spese accessorie riportate nella fattura estera. Nel caso di preparazioni galeniche magistrali per utilizzo extra-ospedaliero fornite da farmacie private su presentazione di prescrizione del medico specialista di cui all’articolo 2, la spesa per la terapia è a carico del paziente quando è prescritta su ricettario bianco. La spesa resta a carico del Servizio Sanitario Regionale solo qualora il medico che fa la prescrizione sia alle dipendenze del servizio pubblico e utilizzi il ricettario del Servizio Sanitario Regionale per la prescrizione magistrale.
Articolo 4
(Trattamento domiciliare)
1. Nel caso di inizio del trattamento in ambito ospedaliero o assimilato, il paziente in condizione di cronicità può proseguire il trattamento domiciliare senza spese presentando alla farmacia ospedaliera ogni mese, o ogni tre mesi se utilizza farmaci importati, una nuova ricetta redatta da uno dei medici ospedalieri che lo hanno in cura.
2. Nel caso di trattamento avviato in ambito domiciliare, la terapia inizia o continua presentando ogni tre mesi la prescrizione redatta dal medico di medicina generale, su indicazione dello specialista, alla farmacia della ASL del territorio di residenza del paziente.
3. Il rinnovo della prescrizione è in ogni caso subordinato ad una valutazione positiva di efficacia e sicurezza da parte del medico che la prescrive, valutata la variabilità individuale dell’efficacia terapeutica.
4. Il medico e il paziente o, in caso di impossibilità, un familiare o altro soggetto che legalmente lo assiste sono autorizzati a trasportare farmaci cannabinoidi nella quantità massima indicata nella prescrizione medica necessaria per l’effettuazione della terapia domiciliare. La prescrizione deve sempre accompagnare il trasporto del farmaco cannabinoide e, nel caso di trasporto da parte di un familiare o altro soggetto che lo assiste, deve riportare il nome del paziente.
Articolo 5
(Compiti di informazione sanitaria)
1. Al fine di favorire tra i medici la conoscenza degli ambiti e degli effetti della cura con cannabinoidi, la Regione promuove periodicamente, mediante i normali canali
2
comunicativi, una specifica informazione rivolta ai medici interessati operanti nella Regione e ai farmacisti preparatori operanti nelle farmacie galeniche.
Articolo 6
(Attività di monitoraggio regionale)
1. La Regione monitora l’andamento del trattamento del dolore cronico, anche per le patologie che utilizzano farmaci cannabinoidi, in ottemperanza alla legge 15 marzo 2010, n. 38 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore).
2. La Regione si impegna, altresì, a promuovere la massima riduzione dei tempi di attesa e adeguate modalità informative.
Articolo 7
(Acquisti multipli)
1. Per ridurre l’aggravio delle spese fisse per unità di prodotto la Giunta regionale adotta un provvedimento per la centralizzazione degli acquisti presso un'unica Azienda Sanitaria Locale capofila, come per altri farmaci importati.
Articolo 8
(Risparmi a medio termine)
1. Ai fini della fornitura al Servizio Sanitario Regionale, la Giunta regionale attiva una convenzione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze per la produzione e lavorazione di Cannabis medicinale coltivata in Italia o con altro soggetto dotato delle medesime autorizzazioni alla produzione di principi attivi stupefacenti a fini medici.
Articolo 9
(Norme finali e transitorie)
1. La Giunta regionale presenta al Consiglio regionale - Assemblea legislativa della Liguria, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sull’attuazione della presente legge e il rapporto costi/benefici sia sotto il profilo sanitario, sia sotto il profilo socio assistenziale. Nella relazione sono indicati, inoltre, i risultati raggiunti nel periodo di riferimento, le convenzioni stipulate e la loro attuazione, le eventuali criticità riscontrate nell’attuazione unitamente alle soluzioni proposte o avviate per superarle.
2. La Giunta regionale è autorizzata a stipulare tutte le altre convenzioni e protocolli di intesa necessari all’attuazione effettiva della presente legge.
3. In sede di prima applicazione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale:
a) avvia l’informazione sanitaria di cui all’articolo 5;
b) adotta la deliberazione sulla centralizzazione degli acquisti di cui all’articolo 7;
c) stipula la convenzione di cui all’articolo 8;
d) stipula le convenzioni e i protocolli di intesa di cui al comma 2.
3
Articolo 10
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dalla presente legge si provvede con le risorse del Fondo Sanitario Regionale.
La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Liguria.
Data a Genova 3 agosto 2012
IL PRESIDENTE
(Claudio Burlando)
30/09/12
4 spiegazioni del TRATTAMENTO chiamato - PTA
devo migliorare qs breve descrizione, manca ancora qualcosa...
ma ripeto la PTA non e' una operazione
LA PTA...E' UN TRATTAMENTO NON E' UNA OPERAZIONE?
LA PTA SI ESEGUE :
il medico richiede degli esami soliti di controllo , quali?
ESAMI SANGUE - URINE
RX
ECO COLOR DOPPLER.
COME BISOGNA PRESENTARSI DAL MEDICO?
SE VOLETE POTETE DEPILARVI L'INGUINE, tal da facilitare tutta la procedura
IL MEDICO VI FARA' ASPETTARE hi hi hi hi hi succede sempre...hahahahahaha
ops mi riprendo, verrete chiamati, vi sara' fatta una piccola breve intervista <intervista costituisce uno strumento di verifica della tua salute, malattie, parenti con patologie ecc...>
poi vi fara' preparare, facendovi togliere le cose di ferro, i pantaloni o la gonna, fermagli maglia ecc...e vi dara' un chiamiamolo GREMBIULINO sterilizzato
poi vi fara' sdraiare su questo lettino ove affianco a voi sul lato sinistro troverete dei monitor che serviranno ai medici le vostre venuzze
QUANDO AVRANNO FINITO, TOGLIERANNO NUOVAMENTE QUESTI FILI, subito UNA BELLA DISINFETTATA POI VENA SARA' PREMUTA CON UN BEL PEZZO DI GARZA O COTONE PER CIRCA 3/4 MINUTI, SUCCESSIVAMENTE UN BEL CEROTTO E VIA IN OSSERVAZIONE PER UN POCHINO .........E POI i sorrisi e i pianti dalla gioia..
nb. tutto qs si fa da svegli.......... sentirete si dei dolorini quando pallonano le venuzze <MA NULLA DI COSI' DRAMMATICO>
BE PIU' O MENO E' COSI'
ma ripeto la PTA non e' una operazione
LA PTA...E' UN TRATTAMENTO NON E' UNA OPERAZIONE?
LA PTA SI ESEGUE :
il medico richiede degli esami soliti di controllo , quali?
ESAMI SANGUE - URINE
RX
ECO COLOR DOPPLER.
COME BISOGNA PRESENTARSI DAL MEDICO?
SE VOLETE POTETE DEPILARVI L'INGUINE, tal da facilitare tutta la procedura
IL MEDICO VI FARA' ASPETTARE hi hi hi hi hi succede sempre...hahahahahaha
ops mi riprendo, verrete chiamati, vi sara' fatta una piccola breve intervista <intervista costituisce uno strumento di verifica della tua salute, malattie, parenti con patologie ecc...>
poi vi fara' preparare, facendovi togliere le cose di ferro, i pantaloni o la gonna, fermagli maglia ecc...e vi dara' un chiamiamolo GREMBIULINO sterilizzato
poi vi fara' sdraiare su questo lettino ove affianco a voi sul lato sinistro troverete dei monitor che serviranno ai medici le vostre venuzze
verra' poi effettuato un antibiotico, poi nell'inguine una punturina che essa permettera' di poter anestetizzare la parte ove infileranno una piccola canulina, e dal buchino di quella canulina passeranno dei cateterini <che sono come ad esempio..mmm...della grandeza di 4 fili da cucito messi insieme> e con l'aiuto dell'operatore si fermeranno nel punto esatto ove troveranno le vene ristrette e piano piano gonfieranno IL FILO CHE DIVENTERA' UN PALLONCINO da un tempo di 1 minuto in su per dare la possibilita' alla vena di prendere quella forma, passato qs breve tempo SGONFIERANNO IL PALLONCINO E RITORNERA' DELLA GRANDEZZA DI UN FILO.. e i medici con l'aiuto visivo dei monitor, un po' di raggi e un po' di contrasto si andranno a riposizionare in un altro punto con stenosi...e riiniziera' il procedimento appena spiegato sopra
QUANDO AVRANNO FINITO, TOGLIERANNO NUOVAMENTE QUESTI FILI, subito UNA BELLA DISINFETTATA POI VENA SARA' PREMUTA CON UN BEL PEZZO DI GARZA O COTONE PER CIRCA 3/4 MINUTI, SUCCESSIVAMENTE UN BEL CEROTTO E VIA IN OSSERVAZIONE PER UN POCHINO .........E POI i sorrisi e i pianti dalla gioia..
nb. tutto qs si fa da svegli.......... sentirete si dei dolorini quando pallonano le venuzze <MA NULLA DI COSI' DRAMMATICO>
BE PIU' O MENO E' COSI'
Invalidità, handicap e benefici
info di handylex http://www.handylex.org/schede/benefici/codH3.shtml
Definizione presente nel suo verbale: "Persona con handicap con connotazione di gravità (art. 3 comma 3, Legge 104/1992)"
Di seguito riportiamo in estrema sintesi i benefici, e le relative condizioni, previsti dalla normativa vigente. Data la sinteticità delle indicazioni suggeriamo comunque gli approfondimenti del caso.
Provvidenze economiche
La certificazione di cui è in possesso non dà diritto a provvidenze
economiche (pensioni, assegni, indennità per invalidità civile).Per ottenere quelle provvidenze economiche è necessario disporre di un certificato di invalidità civile, cecità civile o sordomutismo.
Agevolazioni fiscali
Auto Le agevolazioni fiscali sui veicoli destinati alle
persone con disabilità consistono nell'applicazione dell'IVA agevolata
al momento dell'acquisto, nella detraibilità - in sede di denuncia
annuale dei redditi - del 19% della spesa sostenuta, nell'esenzione dal
pagamento del bollo auto e delle tasse di trascrizione (IPT, APIET).Sono ammesse all'agevolazione le persone con disabilità motoria, disabilità intellettiva (solo se titolari di indennità di accompagnamento e con certificato di handicap grave), o disabilità sensoriale (ciechi e sordomuti). Le relative condizioni devono risultare dai rispettivi certificati di invalidità o di handicap.
In taluni casi (disabili motori senza gravi problemi di deambulazione e titolari di patente di guida speciale) è obbligatorio adattare il veicolo.
Per approfondimenti: Agevolazioni sui veicoli
Ausili Gli ausili destinati a persone invalide godono dell'applicazione dell'IVA agevolata al momento dell'acquisto e, in taluni casi, la spesa sostenuta può essere detratta, nella misura del 19%, in sede annuale di dichiarazione dei redditi.
Per approfondimenti: Ausili
Sussidi tecnici ed informatici I sussidi tecnici ed informatici sono prodotti di comune reperibilità (es. computer, fax) che possono favorire l'autonomia delle persone con disabilità. La normativa vigente prevede che questi prodotti godano dell'applicazione dell'IVA agevolata al momento dell'acquisto e che la spesa sostenuta può essere detratta in sede annuale di dichiarazione dei redditi. È tuttavia necessario disporre di una specifica prescrizione autorizzativa, oltre che del certificato di handicap o invalidità.
Per approfondimenti: Agevolazioni fiscali sui sussidi tecnici e informatici
Spese per l'assistenza specifica La normativa vigente prevede la possibilità di dedurre dal reddito, in sede di dichiarazione annuale, le spese sostenute per l'assistenza specifica resa, da personale medico e sanitario (anche terapisti), a persone con handicap. Possono godere della deduzione i diretti interessati, i familiari che li abbiamo a loro carico fiscale, o i familiari che siano civilmente obbligati verso queste persone.
Per approfondimenti:
Spese di assistenza specifica - deduzione e detrazione
Spese per l'assistenza personale e domestica La normativa vigente prevede forme articolate di agevolazione fiscale per le spese sostenute per le bandanti e le colf. Le modalità di accesso variano a seconda della disabilità di chi beneficia dell'assistenza. Alle agevolazioni fiscali si accede al momento della denuncia annuale dei redditi.
Per approfondimenti:
Spese per servizi domestici - deduzione
Spese per assistenza personale - detrazione
Detrazioni per familiari a carico È attualmente prevista una detrazione di 800 euro (a scalare a partire da un reddito di 95.000 euro). La detrazione è aumentata a 900 euro per ciascun figlio di età inferiore a tre anni. Queste detrazioni sono aumentate di un importo pari a 220 euro per ogni figlio portatore di handicap ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Non sono previste invece detrazioni forfettarie per altri familiari con handicap.
Per approndimenti: Detrazioni IRPEF per carichi di famiglia
Prima casa Non esistono ulteriori specifiche agevolazioni per l'acquisto di una prima casa nel caso di nuclei in cui siano presenti persone con disabilità.
L'agevolazione è quindi la medesima prevista per tutti i contribuenti: la detraibilità, in sede di denuncia annuale dei redditi, degli interessi passivi su mutui eventualmente contratti per l'acquisto della prima casa.
Tassa asporto rifiuti La TARSU, Tassa asporto rifiuti solidi urbani, è una tassa di stretta competenza locale. I comuni hanno facoltà di fissare, nelle specifiche delibere, agevolazioni per le persone anziane, per le persone disabili o per i cittadini in stato di bisogno, senza tuttavia che vi sia alcun obbligo specifico.
Si suggerisce di rivolgersi al proprio comune per conoscere le eventuali agevolazioni.
ICI L'Imposta Comunale sugli Immobili è un tributo di stretta competenza locale. I comuni hanno facoltà di fissare, nelle specifiche delibere, agevolazioni per le persone anziane, per le persone disabili o per i cittadini in stato di bisogno, senza tuttavia che vi sia alcun obbligo specifico.
Si suggerisce di rivolgersi al proprio comune per conoscere le eventuali agevolazioni.
Per approfondimenti: Agevolazioni sull'ICI
Altre agevolazioni
Telefonia fissa La normativa vigente prevede che agli anziani, persone disabili e utenti "con esigenze sociali speciali" venga riconosciuta una riduzione del 50% sul canone mensile di abbonamento. Vengono tuttavia previsti dei limiti reddituali per poter accedere a tale beneficio. Inoltre le persone sordomute sono esentate dal pagamento del canone mensile a prescindere da limiti reddituali. Sono infine previste agevolazioni, per i ciechi assoluti, per la nagivazione in internet.
Per approfondimenti: Telefonia fissa: agevolazioni
Telefonia mobile La normativa vigente prevede che la tassa di concessione governativa non sia dovuta dagli invalidi "in seguito a perdita anatomica o funzionale di entrambi gli arti inferiori nonché a non vedenti e ai sordomuti".
Per approfondimenti: Tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari: esenzione
Assistenza sanitaria
Erogazione di ausili Per gli invalidi civili, i ciechi
civili e i sordomuti è prevista l'erogazione a carico del Servizio
Sanitario Nazionale di protesi, ortesi ed ausili correlate al tipo di
minorazione accertata. Le protesi, le ortesi e gli ausili ammessi
all'erogazione sono quelli elencati in un'apposita norma, e quelle ad
essi riconducibili. Vengono erogate solo dietro specifica prescrizione
medica.Per approfondimenti: L'erogazione gratuita degli ausili
Esenzione Ticket Le modalità di esenzione dai ticket sono oramai disciplinate dalle singole regioni. Ricordiamo che le esenzioni sono per età, reddito, farmaci correlati a particolari patologie o per invalidità. In quest'ultimo caso, solitamente, le esenzioni si applicano a partire dal 66% di invalidità.
Si suggerisce di contattare il proprio Distretto sociosanitario o la propria Azienda Usl, o il proprio medico di famiglia, per le informazioni più aggiornate e valide localmente.
Agevolazioni lavorative e diritto al lavoro
Prolungamento dell'astensione facoltativa di maternità La
normativa vigente prevede l'estensione del congedo di maternità fino ai
tre anni di vita del bambino o, in alternativa, la fruizione di due ore
di permesso giornaliero.Tuttavia la condizione primaria è che la persona disabile sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Per approfondimenti:
Genitori - prolungamento astensione facoltativa di maternità
Permessi lavorativi retribuiti Dopo il compimento del terzo anno di vita i genitori di una persona con handicap grave hanno diritto a tre giorni di permesso mensile retribuito. Analogo beneficio spetta anche ai lavoratori che assistano un familiare con handicap grave. Infine, i lavoratori con handicap grave hanno diritto a due ore di permesso giornaliero o a tre giorni di permesso mensile, retribuiti.
Anche in questi casi la condizione primaria è che la persona disabile sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Per approfondimenti: Permessi lavorativi (art. 33 L. 104/1992)
Congedi di due anni retribuiti Ai genitori di persone con handicap grave o, dopo la loro scomparsa o in caso siano essi stessi invalidi totali, ai fratelli e alle sorelle conviventi, spettano due anni di congedo retribuito che può essere anche frazionato. I congedi sono concessi anche per l'assistenza al coniuge, mentre non sono previsti per altri gradi di parentela (es. figlio che assista il padre).
Anche in questi casi la condizione essenziale è che la persona disabile sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Per approfondimenti:
Congedi retribuiti di due anni per assistenza a persone con handicap grave
Prepensionamento I lavoratori con invalidità superiore al 74% o sordomuti hanno diritto a richiedere, per ciascun anno effettivamente lavorato, due mesi di contributi figurativi (fino ad un totale di cinque anni) utili ai fini pensionistici. Il verbale di cui è in possesso non è sufficiente per accedere a questi benefici in quanto non evidenzia la percentuale di invalidità.
Per approfondimenti: Il prepensionamento dei lavoratori disabili
Scelta della sede di lavoro La normativa vigente prevede che il lavoratore che assista un familiare con handicap genitore e il lavoratore disabile hanno diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. Questa disposizione, a causa di quel "ove possibile", si configura come un interesse legittimo, ma non come un diritto soggettivo insindacabile. Di fatto, quindi, l'azienda può produrre rifiuto motivandolo con ragioni di organizzazione del lavoro.
In ogni caso è necessario essere in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992). Si tratta di un verbale diverso da quello di invalidità civile. Il verbale di cui è in possesso è il prerequisito per accedere a questi benefici in quanto è riconosciuta la connotazione di gravità..
Un'altra disposizione prevede che le persone handicappate "con un grado di invalidità superiore ai due terzi", nel caso vengano assunte presso gli enti pubblici come vincitori di concorso o ad altro titolo, hanno diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili.
Per approfondimenti: Sede di lavoro: scelta prioritaria e rifiuto al trasferimento
Rifiuto al trasferimento La normativa vigente prevede che il lavoratore che assista un familiare con handicap genitore e il lavoratore disabile non possono essere trasferiti senza il loro consenso ad altra sede. Diversamente da quanto previsto per la scelta della sede, il rifiuto al trasferimento si configura come un vero e proprio diritto soggettivo.
Anche in questo caso è necessario essere in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992). Si tratta di un verbale diverso da quello di invalidità civile. Il verbale di cui è in possesso è il prerequisito per accedere a questi benefici in quanto è riconosciuta la connotazione di gravità.
Per approfondimenti: Sede di lavoro: scelta prioritaria e rifiuto al trasferimento
Lavoro notturno La normativa vigente prevede che lavoratori che "abbiano a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104" non possano essere obbligatoriamente adibiti al lavoro notturno.
Per approfondimenti: Lavoro notturno e parenti di persone con disabilità
Liste speciali di collocamento Le persone con invalidità accertata superiore al 45% possono iscriversi all'Ufficio del lavoro nelle liste speciali riservate agli invalidi civili.
Per iscriversi a quelle liste è tuttavia necessario sottoporsi ad una visita di accertamento delle capacità lavorative, ulteriore e diversa rispetto all'accertamento dell'invalidità o dell'handicap. È necessario richiedere, presso la Commissione invalidi presente in ogni Azienda Usl l'accertamento ai fini della Legge 68/1999. Una volta in possesso di quel certificato è possibile iscriversi alle liste speciali di collocamento.
Per approfondimenti: Diritto al lavoro
Mobilità
Patente speciale di guida Le persone con invalidità in
molti casi possono vedersi riconoscere l'idoneità alla guida, talvolta
con l'obbligo di alcuni adattamenti, e condurre un veicolo.
L'accertamento dell'idoneità alla guida va richiesto alla Commissione
Medica Locale che opera, di norma, presso l'Azienda Usl capoluogo di
provincia.Per approfondimenti: Patente di guida e persone con disabilità
Contribuiti per l'adattamento ai dispositivi di guida È previsto un contributo pari al 20% della spesa sostenuta per l'adattamento dei dispositivi di guida nei veicoli delle persone titolari di patente speciale. La richiesta di contributo va presentata alla propria Azienda Usl. Il contributo non spetta per gli eventuali adattamenti al veicolo.
Per approfondimenti: I contributi per gli adattamenti alla guida
Contrassegno invalidi per la circolazione e la sosta Le "persone invalide con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta" e per i non vedenti è possibile ottenere, previa visita medica che attesti questa condizione, il cosiddetto "contrassegno invalidi" o "contrassegno arancione".
Per il rilascio l'interessato deve rivolgersi al servizio di medicina legale della propria Azienda Usl e farsi rilasciare dall'ufficio medico legale la certificazione medica che attesti che il richiedente ha una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta o è non vedente. Non è quindi sufficiente, ad oggi, il certificato di invalidità civile nè quello di handicap.
Per approfondimenti: Circolazione e sosta: il contrassegno invalidi
Contributi per l'eliminazione delle barriere in casa La normativa vigente prevede che per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici già esistenti, le persone con disabilità possano richiedere un contributo al comune dove è sito l'immobile. La richiesta di contributi deve essere presentata prima dell'inizio dei lavori. Il contributo viene liquidato dopo l'esecuzione dei lavori e la presentazione del rendiconto delle spese sostenute.
Per approfondimenti: I contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche
Suggerimenti
È possibile che il suo certificato preveda una scadenza. Dopo quella data i benefici decadono. Di norma dovrebbe essere la stessa Commissione a convocarla a visita prima di quella data di revisione (o rivedibilità). Tuttavia la prassi attuata dalle singole Commissioni è ancora assai difforme. In tal senso suggeriamo di rivolgersi per tempo (sei mesi prima della scadenza) alla segreteria della Commissione per conoscere quale sia la prassi adottata e cioè se si verrà convocati a visita o se è necessario presentare una nuova domanda.
Sclerosi Multipla e Metodo Zamboni: in arrivo lo studio Cosmo dell'Aism...
pubblicata da Sandro Rasman il giorno Domenica 30 settembre 2012 alle ore 12.13 ·
Sclerosi Multipla e Metodo Zamboni: in arrivo lo studio Cosmo dell'Aism...
di A. Rasman
Molto presto verranno diffusi i risultati "finali" dello studio epidemiologico Cosmo, promosso e finanziato dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism) sulla correlazione tra l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell'Università di Ferrara) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce circa 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
L'annuncio ufficiale verrà dato a Lione durante il 28° congresso del comitato europeo per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (Ectrims 2012), sponsorizzato dalle principali case farmaceutiche, e precisamente il 13 ottobre p.v.
Forse per alimentare un curioso clima di suspense l'abstract ad oggi non è ancora disponibile nel sito degli organizzatori, mentre sono stati obbligatoriamente dichiarati i pesanti e potenziali conflitti d'interesse dei principali autori dello studio, e non sono noccioline... (http://registration.akm.ch/einsicht.php?XNABSTRACT_ID=158400&XNSPRACHE_ID=2&XNKONGRESS_ID=171&XNMASKEN_ID=900)
Tra gli addetti ai lavori i risultati sono però ampiamente prevedibili visto il tormentato iter di questo studio, per il quale la Fism aveva dichiarato di aver investito ben 1,4 milioni di euro.
Ecco le tappe principali:
Nel settembre del 2010, prima dell'avvio dello studio, il prof. Zamboni, famoso chirurgo vascolare e scopritore della CCSVI, fu costretto a dimettersi dal comitato scientifico, dichiarando a margine di una audizione alla commissione d’inchiesta del Senato sul Sistema Sanitario Nazionale presieduta da Ignazio Marino:
"Il protocollo stabilito dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) per verificare la teoria sull’origine della malattia e su una sua possibile cura rischia di non riuscire a dimostrare nulla a causa di alcuni difetti di procedura".
”Avevo chiesto di aspettare qualche mese per formare gli operatori che devono fare gli esami – affermò Zamboni – e mi è stato detto di no. Ho suggerito allora di ridurre il campione, in modo da farlo esaminare solo da tecnici già formati, ma anche questa richiesta è stata rifiutata. In queste condizioni la sperimentazione rischia di non dimostrare nulla, perché un tecnico non formato non é in grado di trovare la malformazione dei vasi sanguigni che secondo noi é alla base della Sclerosi”.
Il medico ferrarese fu sostituito da Erwin Stolz, della Clinica Neurologica dell’Università di Giessen in Germania: ”Si tratta di un esperto di ecodoppler del cranio – affermò ancora Zamboni – mentre per dimostrare il mio metodo gli esami vanno fatti al collo e al torace. Lo scetticismo c’è in tutte le associazioni sulla sclerosi multipla del mondo, che hanno fondi soprattutto dalle case farmaceutiche” (fonte Ansa).
A studio ancora in corso, l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla nell'ottobre 2011 annunciò con malcelato orgoglio che "a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati".
Inoltre il "principal investigator" dello studio, il potentissimo neurologo dr. G. Comi, sempre nell'ottobre 2011 dichiarò trionfalmente ai giornalisti durante il meeting di Ectrims 2011 che "già con l'analisi ad interim di Cosmo si è completamente sgonfiata l'ipotesi che la Ccsvi sia una causa o una significativa concausa della sclerosi multipla".
Secondo alcuni epidemiologi questo annuncio, irrituale e non documentato, potrebbe costituire un potenziale bias di ricerca in grado di invalidare lo studio, essendoci ampie tracce di dichiarazioni fatte anzitempo, in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).
Come se ciò non bastasse lo stesso Comi nel dicembre 2011 durante una successiva intervista concessa al programma Report di Rai3 definì il collega dr. Fabrizio Salvi, principale collaboratore del prof. Zamboni negli studi sulla CCSVI nella SM, come un "non neurologo e pervertito" arrivando dunque all'ingiuria e alla diffamazione (fonte Report).
L'ESITO DELLO STUDIO, CONDOTTO IN QUESTE CONDIZIONI, DUNQUE NON PUO' CHE ESSERE AMPIAMENTE SCONTATO...
LASCIA MOLTO PERPLESSI IL MILIONE E MEZZO DI EURO INVESITO DALL'AISM, UTILIZZANDO FONDI CHE OLTRE CHE DALLE CASE FARMACEUTICHE PROVENGONO ANCHE DAI MALATI E DALLE LORO FAMIGLIE... di A. Rasman
troverete tutto anche qui:
http://mediterranews.org/2012/09/sclerosi-multipla-e-metodo-zamboni-in-arrivo-lo-studio-cosmo-dellaism/
di A. Rasman
Molto presto verranno diffusi i risultati "finali" dello studio epidemiologico Cosmo, promosso e finanziato dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism) sulla correlazione tra l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell'Università di Ferrara) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce circa 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
L'annuncio ufficiale verrà dato a Lione durante il 28° congresso del comitato europeo per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (Ectrims 2012), sponsorizzato dalle principali case farmaceutiche, e precisamente il 13 ottobre p.v.
Forse per alimentare un curioso clima di suspense l'abstract ad oggi non è ancora disponibile nel sito degli organizzatori, mentre sono stati obbligatoriamente dichiarati i pesanti e potenziali conflitti d'interesse dei principali autori dello studio, e non sono noccioline... (http://registration.akm.ch/einsicht.php?XNABSTRACT_ID=158400&XNSPRACHE_ID=2&XNKONGRESS_ID=171&XNMASKEN_ID=900)
Tra gli addetti ai lavori i risultati sono però ampiamente prevedibili visto il tormentato iter di questo studio, per il quale la Fism aveva dichiarato di aver investito ben 1,4 milioni di euro.
Ecco le tappe principali:
Nel settembre del 2010, prima dell'avvio dello studio, il prof. Zamboni, famoso chirurgo vascolare e scopritore della CCSVI, fu costretto a dimettersi dal comitato scientifico, dichiarando a margine di una audizione alla commissione d’inchiesta del Senato sul Sistema Sanitario Nazionale presieduta da Ignazio Marino:
"Il protocollo stabilito dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) per verificare la teoria sull’origine della malattia e su una sua possibile cura rischia di non riuscire a dimostrare nulla a causa di alcuni difetti di procedura".
”Avevo chiesto di aspettare qualche mese per formare gli operatori che devono fare gli esami – affermò Zamboni – e mi è stato detto di no. Ho suggerito allora di ridurre il campione, in modo da farlo esaminare solo da tecnici già formati, ma anche questa richiesta è stata rifiutata. In queste condizioni la sperimentazione rischia di non dimostrare nulla, perché un tecnico non formato non é in grado di trovare la malformazione dei vasi sanguigni che secondo noi é alla base della Sclerosi”.
Il medico ferrarese fu sostituito da Erwin Stolz, della Clinica Neurologica dell’Università di Giessen in Germania: ”Si tratta di un esperto di ecodoppler del cranio – affermò ancora Zamboni – mentre per dimostrare il mio metodo gli esami vanno fatti al collo e al torace. Lo scetticismo c’è in tutte le associazioni sulla sclerosi multipla del mondo, che hanno fondi soprattutto dalle case farmaceutiche” (fonte Ansa).
A studio ancora in corso, l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla nell'ottobre 2011 annunciò con malcelato orgoglio che "a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati".
Inoltre il "principal investigator" dello studio, il potentissimo neurologo dr. G. Comi, sempre nell'ottobre 2011 dichiarò trionfalmente ai giornalisti durante il meeting di Ectrims 2011 che "già con l'analisi ad interim di Cosmo si è completamente sgonfiata l'ipotesi che la Ccsvi sia una causa o una significativa concausa della sclerosi multipla".
Secondo alcuni epidemiologi questo annuncio, irrituale e non documentato, potrebbe costituire un potenziale bias di ricerca in grado di invalidare lo studio, essendoci ampie tracce di dichiarazioni fatte anzitempo, in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).
Come se ciò non bastasse lo stesso Comi nel dicembre 2011 durante una successiva intervista concessa al programma Report di Rai3 definì il collega dr. Fabrizio Salvi, principale collaboratore del prof. Zamboni negli studi sulla CCSVI nella SM, come un "non neurologo e pervertito" arrivando dunque all'ingiuria e alla diffamazione (fonte Report).
L'ESITO DELLO STUDIO, CONDOTTO IN QUESTE CONDIZIONI, DUNQUE NON PUO' CHE ESSERE AMPIAMENTE SCONTATO...
LASCIA MOLTO PERPLESSI IL MILIONE E MEZZO DI EURO INVESITO DALL'AISM, UTILIZZANDO FONDI CHE OLTRE CHE DALLE CASE FARMACEUTICHE PROVENGONO ANCHE DAI MALATI E DALLE LORO FAMIGLIE... di A. Rasman
troverete tutto anche qui:
http://mediterranews.org/2012/09/sclerosi-multipla-e-metodo-zamboni-in-arrivo-lo-studio-cosmo-dellaism/
Sclerosi Multipla, la stasi del liquido cefalorachidiano (liquor) e il suo significato clinico
Sclerosi Multipla, la stasi del liquido cefalorachidiano (liquor) e il suo significato clinico
Il team internazionale coordinato dal BNAC di Buffalo ha scoperto che il flusso e la velocità del liquido cefalorachidiano (CSF o liquor) sono cambiati positivamente in tutti i 15 pazienti trattati con l'angioplastica. Ogni singola persona ha avuto un miglioramento misurabile del flusso del CSF.
http://www.facebook.com/notes/ccsvi-in-multiple-sclero
sis/1-year-results-from-bnac-venoplasty-study-effect-on-cerebrospinal-fluid/10151154373312211
Perché è importante?
Perché la stasi del CSF è collegata alle malattie neurodegenerative e dannose per la salute. Per saperne di più leggete questo articolo del 2010:
La stasi del liquido cefalorachidiano (liquor) ed il suo significato clinico (di James M. Whedon, DC)
Noi ipotizziamo che la stasi del liquido cefalorachidiano (CSF o liquor) si verifichi comunemente e sia dannosa per la salute. I fattori fisiologici che influenzano la normale circolazione del CSF comprendono le influenze cardiovascolari, respiratorie e vasomotorie. Il CSF mantiene l'ambiente elettrolitico del sistema nervoso centrale (CNS), influenza la bilancia sistemica acido-base, serve come mezzo per la fornitura di sostanze nutrienti alle cellule neuronali e gliali, funziona come un sistema linfatico per il CNS rimuovendo i prodotti di scarto del metabolismo cellulare, e trasporta in tutto il sistema nervoso centrale ormoni, neurotrasmettitori, fattori di rilascio e altri neuropeptidi. L'impedenza fisiologica o la cessazione del flusso del CSF possono verificarsi frequentemente in assenza di alterazioni degenerative o patologie e possono compromettere le normali funzioni fisiologiche del CSF. Il CSF sembra essere particolarmente incline a stasi all'interno del canale spinale. La stasi del CSF può essere associata con una tensione meccanica negativa, una sindrome di sublussazione vertebrale, un ridotto impulso ritmico-craniale, ed una ristretta funzione respiratoria. Sono stati descritti come aspetti strettamente collegati di un modello generale di disfunzione strutturale ed energica nello scheletro assiale e nel CNS, l'aumento del tono simpatico, i segmenti spinali agevolati, la tensione della dura madre e la diminuzione del flusso del CSF. Le terapie dirette ad incidere sul flusso del CSF includono cure osteopatiche (in particolare la manipolazione cranica), terapia craniosacrale, tecnica chiropratica della colonna vertebrale e del cranio, metodo Network (ex chiropratica Network), massoterapia (incluse le tecniche di drenaggio linfatico), yoga, respirazione terapeutica e la tecnica del fluido cefalorachidiano. Secondo l'autore sono necessarie ulteriori indagini sulla natura e le cause della stasi del CSF, i suoi potenziali effetti sulla salute umana, e le terapie efficaci per la sua correzione.
Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2842089/
pubblicata da S. RASMAN in fb.
di CCSVI in Multiple Sclerosis (USA):
di CCSVI in Multiple Sclerosis (USA):
Il team internazionale coordinato dal BNAC di Buffalo ha scoperto che il flusso e la velocità del liquido cefalorachidiano (CSF o liquor) sono cambiati positivamente in tutti i 15 pazienti trattati con l'angioplastica. Ogni singola persona ha avuto un miglioramento misurabile del flusso del CSF.
http://www.facebook.com/notes/ccsvi-in-multiple-sclero
sis/1-year-results-from-bnac-venoplasty-study-effect-on-cerebrospinal-fluid/10151154373312211
Perché è importante?
Perché la stasi del CSF è collegata alle malattie neurodegenerative e dannose per la salute. Per saperne di più leggete questo articolo del 2010:
La stasi del liquido cefalorachidiano (liquor) ed il suo significato clinico (di James M. Whedon, DC)
Noi ipotizziamo che la stasi del liquido cefalorachidiano (CSF o liquor) si verifichi comunemente e sia dannosa per la salute. I fattori fisiologici che influenzano la normale circolazione del CSF comprendono le influenze cardiovascolari, respiratorie e vasomotorie. Il CSF mantiene l'ambiente elettrolitico del sistema nervoso centrale (CNS), influenza la bilancia sistemica acido-base, serve come mezzo per la fornitura di sostanze nutrienti alle cellule neuronali e gliali, funziona come un sistema linfatico per il CNS rimuovendo i prodotti di scarto del metabolismo cellulare, e trasporta in tutto il sistema nervoso centrale ormoni, neurotrasmettitori, fattori di rilascio e altri neuropeptidi. L'impedenza fisiologica o la cessazione del flusso del CSF possono verificarsi frequentemente in assenza di alterazioni degenerative o patologie e possono compromettere le normali funzioni fisiologiche del CSF. Il CSF sembra essere particolarmente incline a stasi all'interno del canale spinale. La stasi del CSF può essere associata con una tensione meccanica negativa, una sindrome di sublussazione vertebrale, un ridotto impulso ritmico-craniale, ed una ristretta funzione respiratoria. Sono stati descritti come aspetti strettamente collegati di un modello generale di disfunzione strutturale ed energica nello scheletro assiale e nel CNS, l'aumento del tono simpatico, i segmenti spinali agevolati, la tensione della dura madre e la diminuzione del flusso del CSF. Le terapie dirette ad incidere sul flusso del CSF includono cure osteopatiche (in particolare la manipolazione cranica), terapia craniosacrale, tecnica chiropratica della colonna vertebrale e del cranio, metodo Network (ex chiropratica Network), massoterapia (incluse le tecniche di drenaggio linfatico), yoga, respirazione terapeutica e la tecnica del fluido cefalorachidiano. Secondo l'autore sono necessarie ulteriori indagini sulla natura e le cause della stasi del CSF, i suoi potenziali effetti sulla salute umana, e le terapie efficaci per la sua correzione.
Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2842089/
Ulteriori conferme sulla negatività dell'Interferone nella SM di Matteo S.
29 Settembre 2012 - Su Annals of Neurology è stato accettato QUESTO
articolo (Predittori di esito a lungo termine nei pazienti con sclerosi
multipla trattati con Interferone beta) , che fornisce una ulteriore
conferma, non solo sulla inutilità della terapia della Sclerosi Multipla
basata sull' Interferone Beta, ma addirittura sul suo contributo al
peggioramento dei pazienti trattati con questo farmaco.
Lo
studio è stato finanziato da Biogen; una Azienda Farmaceutica fortemente
impegnata sul fronte della Sclerosi Multipla. I suoi prodotti di punta
sono Avonex (l'Interferone Beta-1A di cui si parla nello studio),
Tysabri e Farmpyra.
Biogen sta per lanciare sul mercato BG-12, un farmaco orale non più orientato verso il sistema immunitario.
Va considerato che:
Il brevetto per Avonex scadrà nel Maggio 2013
Il fatturato di Avonex contribuisce per il 55% al fatturato globale di Biogen
La cessazione del brevetto potrebbe comportare quindi un notevole salasso finanziario per l'Azienda
La contemporanea immissione in commercio di BG-12 potrebbe servire proprio a compensare questa riduzione di flusso di cassa
BG-12 potrebbe approfittare dei problemi che sta avendo Gilenya,
dopo il warming di FDA, a seguito dei decessi e dei problemi cardiaci
L' altro concorrente orale, che potrebbe essere immesso l'anno
prossimo sul mercato, Aubagio della Sanofi, negli studi sta dimostrando
poca efficacia, associata a possibili complicazioni al fegato
Invece BG-12, dato il suo approccio diverso, si preannuncia con pochi effetti collaterali
Tutte rose e fiori quindi per Biogen?
Non proprio, perchè i problemi delle altre terapie orali potrebbero
spingere i neurologi a guardare con diffidenza a questi nuovi prodotti,
portandoli a continuare ad affidarsi al buon vecchio Interferone.
Ecco allora che, dopo gli studi indipendenti canadesi (1) sulla
inefficacia e rischio di peggioramento, arriva a dare man forte questo
studio predittivo, che dovrebbe contribuire a spingere i neuro a lasciar
perdere la vecchia puntura per passare alla nuova pillola, venduta come
efficace e con scarsi effetti collaterali.
P.S. - Dopo tutte
queste conferme sulla inutilità dell' interferone (e di riflesso sulla
teoria autoimmune di appoggio), ha ancora senso continuare a
raccomandare alle persone, che si sottopongono alla PTA, di non
abbandonare le loro terapie?
Metodi
Multicentrico,
osservazionale, 15 anni di follow-up di pazienti che hanno completato
uno studio registrato di 2 anni relativo a IM IFNß-1a per SNRR
Hanno partecipato 136 pazienti con 15 anni di follow-up (69
originariamente randomizzati a Interferone beta-1a IM e 67 al placebo)
Dopo 2 anni di studio clinico, il trattamento non è stato regolato da un protocollo di studio
L'attività della malattia nel corso dei 2 anni dello studio è stata così definita:
- 2 o più lesioni captanti il gadolinio (cumulativo) con RM a 1 e/o 2 anni
- 3 o più nuove lesioni T2 rispetto al secondo anno
- 2 o più ricadute oltre 1 due anni
Sono stati calcolati gli ODDS Ratio per la previsione
dell'attività della malattia ai fini del peggioramento dell' EDSS
(peggiore quartile di cambiamento> 4,5 punti della scala EDSS)
durante il periodo dei 15 anni
Risultati
La
percentuale di pazienti che ha manifestato la prima attività della
malattia è stata inferiore nei pazienti trattati con Interferone beta-1a
rispetto al placebo, per tutti i marcatori di attività della malattia
(range 23,5% -29,0% vs 41,0% -45,5%)
Nel gruppo trattato con Interferone beta-1a per via intramuscolare, sono stati previsti gravi peggioramenti dell' EDSS:
- lesioni gad (OR = 8.96, p <0.001)
- ricadute (OR = 4,44, p = 0,010)
- nuove lesioni T2 (OR = 2.90, p = 0,080)
Nel gruppo dei pazienti trattati con placebo, l'attività di
malattia in fase precoce non era così fortemente associata con risultati
a lungo termine (OR = range 1,53-2,62, p = 0,069-0,408).
Interpretazione
L'attività della malattia, nonostante il trattamento con
Interferone beta, è associata a sfavorevoli risultati a lungo termine.
Particolare attenzione deve essere prestata alle lesioni captanti
il gadolinio nella terapia con Interferone beta, in quanto la loro
presenza è strettamente correlata con una disabilità grave 15 anni più
tardi.
I risultati forniscono le motivazioni per il
monitoraggio con RM dei pazienti trattati con Interferone beta, e per la
modifica della terapia in pazienti con malattia attiva.
grazie MATTEO S. www.ccsviitalia.org/interferone-peggiora-sm.html
29/09/12
ECOCOLOR DOPPLER - TERAMO
news 31/12/2012
INFO DI: Antonio DC
Ecocolor doppler a Teramo in via Circonvallazione Ragusa
(presso uffici ASL TE) a cura del Dott. D'Ascanio Camillo.( ho saputo
che adesso anche il Dott. Capriotti effettua l'eco ,con Lui
l'appuntamento è per Aprile) . Numero telefonico per prenotazioni (
dalle 09 alle 14)
******************************
0861- 429223 oppure 0861-429222
******************************
Sull'impegnativa, che bisogna già avere per poter prenotare, il medico curante prescrive:
Ecocolor doppler tronchi sovraortici + ecocolor doppler trascranico.
(se alla prenotazione fanno storie per quello transcranico dire che il codice da digitare al pc è CHG54) .
Attualmente le prenotazioni stanno ad aprile/Maggio2013
***********************************************
Il
Dott. Camillo D’Ascanio, responsabile Ambulatorio vascolare
dell’ospedale di Giulianova, esegue ECD con macchinario Esaote .
L’esame verrà eseguito a Teramo nel poliambulatorio in SSN
in Via Circonvallazione
Ragusa , presso uffici amministrazione ASL di Teramo (piano terra).
L'impegnativa dovrà contenere la seguente dicitura :
" Ecocolordoppler tronchi sovraortici e studio del circolo venoso cerebrale extracranico "
Per prenotare l’ECD /in SSN bisognerà contattare il dottor D’Ascanio nel solo giorno di sabato dalle 13 alle 15,
al numero
366 9371171
Dott. Valentini ai confin tra Marche e Abruzzo , servizio PRIVATO non in SSN http://www.docvadis.it/mario-valentini/member/valema.html#curriculum
- Dott. Mario Valentini, Angiologia medica, ASCOLI PICENO con docvadis. Dott. Mario www.docvadis.it
- Dott. Mario Valentini, Angiologia medica, ASCOLI PICENO con docvadis. Dott. Mario www.docvadis.it
26/09/12
Le interazioni tra farmaci e alimenti
Le interazioni tra farmaci e alimenti
Per esempio alcuni antibiotici divengono inattivi nello stomaco per
l'azione chelante dei minerali quali calcio, ferro, alluminio, MAGNESIO
presenti negli alimenti.
L'assunzione di liquidi può essere utile
per la malattia che si cura; è il caso, per esempio, delle infezioni
delle vie urinarie, della calcolosi renale o della febbre.
Le acque
ricche in calcio sono controindicate nel caso si assumano
antiinfiammatori a base di cortisone o farmaci attivi sul sistema
cardiovascolare, mentre non hanno effetti particolari durante
l'assunzione di antibiotici.
Sono
fortemente controindicati in soggetti sottoposti a terapia
anticoagulante il consumo eccessivo di spinaci e broccoli in quanto
riducono l'assorbimento di questi farmaci e la loro attività.
............. E ALTRO ANCORA QUI!
http://it.lifestyle.yahoo.com/ blog/i-feel-good/ interazioni-tra-farmaci-e-alime nti-160342821.html
............. E ALTRO ANCORA QUI!
http://it.lifestyle.yahoo.com/
Nuovi anticoagulanti orali: DABIGATRAN – RIVAROXABAN – APIXABAN
E’ dunque iniziata una nuova era nella terapia anticoagulante orale con l’introduzione di molecole
che sembrano capaci di superare i limiti storici della TAO con antagonisti della vitamina K, e che
potrebbero implementare significativamente la quota di pazienti trattati. Numerosi sono i vantaggi
finora mostrati: prevedibilità della risposta, somministrazione di una dose fissa giornaliera, non
necessità di monitoraggio della coagulazione, significativa riduzione del rischio emorragico,
minime interazioni farmacologiche, assenza di interazioni alimentari; accanto ai quali occorre però
sottolineare alcuni limiti dei nuovi trattamenti: assenza di sistemi di monitoraggio laboratoristico
dell’effetto anticoagulante, mancanza di un antidoto in caso di sovradosaggio o emorragie, difficoltà
a valutare l’aderenza del paziente alla terapia, necessità di conferma dei dati di efficacia e sicurezza
negli scenari clinici reali, costi elevati.
NUOVI ANTICOAGULANTI - A proposito di farmaci “scudo” per l’ictus da
trombi causati dalla Fa, l’Italia è, tra i 5 principali Paesi europei,
l'unica che ancora aspetta l’arrivo sul mercato dei nuovi anticoagulanti
orali. L’Aifa non ha ancora autorizzato queste molecole. E i pazienti
più “impazienti” corrono alla farmacia del Vaticano dove è in vendita o,
al Nord, la via è quella svizzera. I nuovi anticoagulanti orali non
hanno bisogno di controlli a vita per bilanciare correttamente l’azione
terapeutica con il rischio di emorragia, non risultano avere interazioni
con altri farmaci e con particolari cibi, né interferenze stagionali
legate al caldo o al freddo.
http:// www.fvcalabria.unicz.it/ Relazioni/ Nuovi%20anticoagulanti%20orali. pdf
necessità di monitoraggio della coagulazione, significativa riduzione del rischio emorragico,
minime interazioni farmacologiche, assenza di interazioni alimentari; accanto ai quali occorre però
sottolineare alcuni limiti dei nuovi trattamenti: assenza di sistemi di monitoraggio laboratoristico
dell’effetto anticoagulante, mancanza di un antidoto in caso di sovradosaggio o emorragie, difficoltà
a valutare l’aderenza del paziente alla terapia, necessità di conferma dei dati di efficacia e sicurezza
negli scenari clinici reali, costi elevati.
NUOVI ANTICOAGULANTI - A proposito di farmaci “scudo” per l’ictus da trombi causati dalla Fa, l’Italia è, tra i 5 principali Paesi europei, l'unica che ancora aspetta l’arrivo sul mercato dei nuovi anticoagulanti orali. L’Aifa non ha ancora autorizzato queste molecole. E i pazienti più “impazienti” corrono alla farmacia del Vaticano dove è in vendita o, al Nord, la via è quella svizzera. I nuovi anticoagulanti orali non hanno bisogno di controlli a vita per bilanciare correttamente l’azione terapeutica con il rischio di emorragia, non risultano avere interazioni con altri farmaci e con particolari cibi, né interferenze stagionali legate al caldo o al freddo.
http://
25/09/12
la barchetta ccsvi nelle foto di comix
off topic
vota anche tu clikkando nel cuoricino....come in foto dopo aver clikkato qs link giallo...
http://www.comix.it/tutti-al-mareeee-tutti-al-mareee
http://www.comix.it/raffaello-ninja-turtles
http://www.comix.it/a-belli
vota anche tu clikkando nel cuoricino....come in foto dopo aver clikkato qs link giallo...
http://www.comix.it/tutti-al-mareeee-tutti-al-mareee
http://www.comix.it/raffaello-ninja-turtles
http://www.comix.it/a-belli
Popolo della Ccsvi: AL VIA A PADOVA IL NUOVO AMBULATORIO PER LO STUDIO...
Popolo della Ccsvi: AL VIA A PADOVA IL NUOVO AMBULATORIO PER LO STUDIO...: E’ notizia ufficiale che da oggi nasce il nuovo ambulatorio diretto dal Dott Giampiero Avruscio per lo studio e la diagnosi della Ccsvi ne...
24/09/12
ESAME PER DIAGNOSI di CCSVI in ABRUZZO
Daniele de P. COMUNICA CHE:
ESAME PER DIAGNOSI di CCSVI in ABRUZZO
Riporto nuovamente la notizia, con una rettifica riguardante gli orari, ed anche l’aggiornamento sulla situazione prenotazioni. Da poco in Abruzzo è possibile eseguire l’esame ECD (ecocolordoppler) per la diagnosi della CCSVI. L’esame è eseguito dal Dott. CAMILLO D’ASCANIO, Responsabile ambulatorio vascolare dell’Ospedale di Giulianova (TE). Il Dott. D’Ascanio ha conseguito il master di emodinamica tenuto dal Prof. Paolo Zamboni. L’esame in oggetto viene eseguito a TERAMO presso l’AMBULATORIO VASCOLARE al piano terra del POLIAMBULATORIO sito in via CIRCONVALLAZIONE RAGUSA, 1. Il CUP a cui rivolgersi prima per il ticket, si trova vicino l’ambulatorio in cui eseguire l’esame.
IMPORTANTE: presentarsi muniti della documentazione medica in possesso, parti
colarmente di eventuali ECD precedenti e di referto relativo ad eventuale intervento di angioplastica eseguito.
L’impegnativa del medico curante dovrà portare la seguente dicitura:
ECOCOLORDOPPLER CAROTIDEO + STUDIO DEL CIRCOLO VENOSO CENTRALE EXTRACRANICO.
N.B. Chi ha esenzione per la patologia di Sclerosi Multipla (codice 046) non paga nemmeno il ticket (ricordarsi comunque di passare prima dal CUP). Per prenotare l’esame bisogna chiamare lo stesso Dott. D’Ascanio nel solo giorno di SABATO dalle ore 13,00 alle ore 15,00 al seguente numero: 366 9371171.
Da precisare: il numero sarà utilizzato dal Dottore esclusivamente allo scopo di prendere le prenotazioni; pertanto si eviti di chiamare in giorni e orari diversi poiché il telefono risulterà spento. Inoltre, nel momento in cui le date per gli esami dovessero essere tutte impegnate, il telefono risulterà spento anche nel giorno sopra indicato per le prenotazioni (appunto Sabato ore 15,00 – 17,00). Di seguito le date in cui il Dott. D’Ascanio eseguirà gli esami per l’anno in corso (prossimamente verranno comunicate le date per il 2013).
Date e orari esami (sempre di GIOVEDI).
Ottobre: al momento l’unica data libera è l’11 ottobre alle ore 15,00
Novembre = giorno 8, 15, 29
Dicembre = giorno 13, 20, 27
In ognuno di questi giorni il Dott. D’Ascanio esegue 2 esami:
alle ore 15:00, alle ore 16:30.
ESAME PER DIAGNOSI di CCSVI in ABRUZZO
Riporto nuovamente la notizia, con una rettifica riguardante gli orari, ed anche l’aggiornamento sulla situazione prenotazioni. Da poco in Abruzzo è possibile eseguire l’esame ECD (ecocolordoppler) per la diagnosi della CCSVI. L’esame è eseguito dal Dott. CAMILLO D’ASCANIO, Responsabile ambulatorio vascolare dell’Ospedale di Giulianova (TE). Il Dott. D’Ascanio ha conseguito il master di emodinamica tenuto dal Prof. Paolo Zamboni. L’esame in oggetto viene eseguito a TERAMO presso l’AMBULATORIO VASCOLARE al piano terra del POLIAMBULATORIO sito in via CIRCONVALLAZIONE RAGUSA, 1. Il CUP a cui rivolgersi prima per il ticket, si trova vicino l’ambulatorio in cui eseguire l’esame.
IMPORTANTE: presentarsi muniti della documentazione medica in possesso, parti
colarmente di eventuali ECD precedenti e di referto relativo ad eventuale intervento di angioplastica eseguito.
L’impegnativa del medico curante dovrà portare la seguente dicitura:
ECOCOLORDOPPLER CAROTIDEO + STUDIO DEL CIRCOLO VENOSO CENTRALE EXTRACRANICO.
N.B. Chi ha esenzione per la patologia di Sclerosi Multipla (codice 046) non paga nemmeno il ticket (ricordarsi comunque di passare prima dal CUP). Per prenotare l’esame bisogna chiamare lo stesso Dott. D’Ascanio nel solo giorno di SABATO dalle ore 13,00 alle ore 15,00 al seguente numero: 366 9371171.
Da precisare: il numero sarà utilizzato dal Dottore esclusivamente allo scopo di prendere le prenotazioni; pertanto si eviti di chiamare in giorni e orari diversi poiché il telefono risulterà spento. Inoltre, nel momento in cui le date per gli esami dovessero essere tutte impegnate, il telefono risulterà spento anche nel giorno sopra indicato per le prenotazioni (appunto Sabato ore 15,00 – 17,00). Di seguito le date in cui il Dott. D’Ascanio eseguirà gli esami per l’anno in corso (prossimamente verranno comunicate le date per il 2013).
Date e orari esami (sempre di GIOVEDI).
Ottobre: al momento l’unica data libera è l’11 ottobre alle ore 15,00
Novembre = giorno 8, 15, 29
Dicembre = giorno 13, 20, 27
In ognuno di questi giorni il Dott. D’Ascanio esegue 2 esami:
alle ore 15:00, alle ore 16:30.
23/09/12
CHELAZIONE FERRO E FOGLIE DI GINKGO BILOBA - chelazione naturale chelazione naturale chelazione naturale
chelazione naturale chelazione naturale chelazione naturale
Classificazione, origine e diffusione
Divisione: Pinophyta
Sottodivisione: Conipherophytina
Classe: Ginkgoatae
Ordine: Ginkgoales
Famiglia: Ginkgoaceae
Sembra che cresca spontanea in Cina ma non si conosce con precisione l’origine di questa pianta perché è stata ampiamente diffusa e coltivata per molti scopi e tuttora è coltivata in tutta la sua estensione.
Dimensione e portamento
È una pianta che può raggiungere i 40 m di altezza e grandi circonferenze (fina a 8 metri) in condizioni ottimali. Ha una chioma piramidale; rada in età giovanile si addensa a maturità.
Tronco e corteccia
La corteccia è liscia da giovane con colore grigio-argenteo, poi assume un colore marrone scuro e presenta delle costolature suberose evidenti.
Si possono distinguere macroblasti inizialmente di colore verde arancione e solo successivamente tendono al grigio argenteo della corteccia; i brachiblasti hanno forma claviforme con cicatrici fogliari e una gemma apicale.
Foglie
Le foglie hanno la tipica forma flabelliforme (a ventaglio), sono di colore verde o giallo al momento dell’abscissione. Si distinguono foglie macroblastali, portate alterne sparse con margine superiore smarginato spesso bilobato, e foglie brachiblastali riunite in ciuffetti e con margine intero e ondulato.
Strutture riproduttive
Il Ginkgo è una pianta dioica e gli “amenti” sono portati dalle piante maschili mentre gli ovuli, riuniti a coppie da un peduncolo, si trovano sulle piante femminili. La maturità sessuale si ha verso i 30-40 anni e l’impollinazione, anemofila, avviene a primavera. La fecondazione è ritardata di 4-6 mesi, un ovulo abortisce e l’altro cade non ancora maturo. Il seme termina la maturazione a terra e germina nella primavera successiva.
Usi
In Giappone e Cina è stato coltivato a lungo nei templi perché era ritenuto una pianta sacra, in Estremo Oriente i semi sono considerati una prelibatezza e vengono mangiati dopo essere stati arrostiti.
Introdotto in Europa nel 1700 non riveste interesse forestale a causa del suo legno che è fragile.
Viene impiegato come pianta ornamentale e da alberatura stradale perché resiste bene alle avversità climatiche, all’inquinamento e non ha parassiti pericolosi.
Preferisce una buona illuminazione e non ha esigenze pedologiche particolari.
Il frutto quando cade a terra si disgrega e provoca un cattivo odore a causa degli acidi carbossilici che contiene, quindi le piante femmina non sono indicate per utilizzi ornamentali.
Il riconoscimento del sesso è molto difficile perché non ci sono caratteri evidenti prima della maturità sessuale, per la coltivazione si ricorre a individui maschili ricavati agamicamente per innesto.
Note storiche. La medicina tradizionale cinese lo utilizzava come antiasmatico e come tonico per la mente, già nel VII secolo; in Europa è stato seminato il primo esemplare nell'orto botanico di Utrecht, in Olanda, nel 1730. In Asia lo si trova intorno alle pagode nei giardini coltivati dai preti buddisti, in quanto ritenuto pianta sacra. Da tempo immemorabile, inoltre, in Giappone, le foglie di questa pianta vengono messe tra le pagine dei libri per preservarli dai parassiti.
Parti usate. Foglie.
Componenti principali. Le foglie contengono: fìavonoidi (quercetina, isoramnetina), bioflavonoidi, procianidine, ginkgolide A, B, C; composti lattonici.
Indicazioni terapeutiche. Il ginkgo è indicato nella terapia delle ischemie cerebrali, nelle cefalee e nei problemi circolatori della senescenza. Gli estratti di ginkgo hanno azione vasodilatatrice, migliorano l'irrorazione sanguigna cerebrale e quella del microcircolo; contrastano l'aggregazione delle piastrine e hanno azione antiossidante. Si usa in tintura o in capsule. Recenti studi hanno dimostrato che i princìpi amari (ginkgolidi) sono potenti inibitori del PAF (Platelet-activating factor), che ha un rilevante ruolo nella ipe-rattività della mucosa bronchiale e nei fenomeni infiammatori di natura allergica.
www.erboristeriadipiacenza.it/products-page/erbe-te-tisane/ginkgo-biloba-foglie/#more-700
Cellule staminali mesenchimali autologhe per il trattamento della sclerosi multipla secondaria progressiva
www.sclerosionline.net/index.php?view=21136
Oltre la metà dei pazienti con sclerosi multipla mostra malattia progressiva caratterizzata da accumulo di disabilità.
L’assenza di trattamenti per la sclerosi multipla progressiva rappresenta una delle maggiori necessità cliniche non ancora soddisfatte.
Sulla base della evidenza che le cellule mesenchimali mostrano un effetto benefico in modelli animali di sclerosi multipla acuta e cronica, è stato condotto uno studio allo scopo di valutare sicurezza ed efficacia di queste cellule come potenziale trattamento neuroprotettivo per la sclerosi multipla secondaria progressiva.
Pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva che coinvolgeva i meccanismi della vista ( punteggio nella scala EDSS [ Expanded Disability Status Scale ] di 5.5-6.5 ) sono stati reclutati in due regioni del Regno Unito.
Nello studio in aperto, i partecipanti sono stati sottoposti a infusione intravenosa di cellule staminali mesenchimali autologhe derivate dal midollo osseo.
L’obiettivo primario dello studio era la valutazione della fattibilità e della sicurezza del trattamento; sono stati confrontati gli eventi avversi in un periodo compreso tra 20 mesi prima del trattamento e fino a 10 mesi dopo l’infusione.
Come obiettivo secondario, sono stati scelti gli esiti di efficacia per valutare i pathway della visione anteriore come modello più generale di malattia.
In 10 pazienti, sono stati isolate, espanse, caratterizzate e somministrate cellule staminali mesenchimali.
La dose media è stata pari a 1.6×10(6) cellule per kg di peso corporeo.
Un paziente ha sviluppato un rash transitorio poco dopo il trattamento; 2 pazienti sono andati incontro a infezioni batteriche auto-limitanti 3-4 settimane dopo il trattamento.
Non sono stati identificati eventi avversi gravi.
È stato osservato un miglioramento nella acuità visiva dopo il trattamento ( differenza nel tasso mensile di cambiamento -0.02 unità logMAR; p=0.003 ) e nella latenza della risposta visiva evocata ( -1.33 ms; p=0.020 ), con un aumento nell’area del nervo ottico ( differenza nel tasso mensile di cambiamento 0.13 mm(2); p=0.006 ).
Non è stato identificato alcun effetto significativo sulla visione a colori, sul campo visivo, sul volume maculare, sullo spessore dello strato delle fibre nervose della retina o sul rapporto di trasferimento della magnetizzazione del nervo ottico.
In conclusione, le cellule staminali mesenchimali autologhe sono state somministrate in modo sicuro a pazienti con sclerosi multipla progressiva secondaria.
La dimostrazione di un miglioramento strutturale, funzionale e fisiologico dopo il trattamento in alcuni endpoint visivi ha indicato un effetto neuroprotettivo. ( Xagena2012 )
Connick P et al, Lancet Neurol 2012; 11: 150-156
Neuro2012
Oltre la metà dei pazienti con sclerosi multipla mostra malattia progressiva caratterizzata da accumulo di disabilità.
L’assenza di trattamenti per la sclerosi multipla progressiva rappresenta una delle maggiori necessità cliniche non ancora soddisfatte.
Sulla base della evidenza che le cellule mesenchimali mostrano un effetto benefico in modelli animali di sclerosi multipla acuta e cronica, è stato condotto uno studio allo scopo di valutare sicurezza ed efficacia di queste cellule come potenziale trattamento neuroprotettivo per la sclerosi multipla secondaria progressiva.
Pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva che coinvolgeva i meccanismi della vista ( punteggio nella scala EDSS [ Expanded Disability Status Scale ] di 5.5-6.5 ) sono stati reclutati in due regioni del Regno Unito.
Nello studio in aperto, i partecipanti sono stati sottoposti a infusione intravenosa di cellule staminali mesenchimali autologhe derivate dal midollo osseo.
L’obiettivo primario dello studio era la valutazione della fattibilità e della sicurezza del trattamento; sono stati confrontati gli eventi avversi in un periodo compreso tra 20 mesi prima del trattamento e fino a 10 mesi dopo l’infusione.
Come obiettivo secondario, sono stati scelti gli esiti di efficacia per valutare i pathway della visione anteriore come modello più generale di malattia.
In 10 pazienti, sono stati isolate, espanse, caratterizzate e somministrate cellule staminali mesenchimali.
La dose media è stata pari a 1.6×10(6) cellule per kg di peso corporeo.
Un paziente ha sviluppato un rash transitorio poco dopo il trattamento; 2 pazienti sono andati incontro a infezioni batteriche auto-limitanti 3-4 settimane dopo il trattamento.
Non sono stati identificati eventi avversi gravi.
È stato osservato un miglioramento nella acuità visiva dopo il trattamento ( differenza nel tasso mensile di cambiamento -0.02 unità logMAR; p=0.003 ) e nella latenza della risposta visiva evocata ( -1.33 ms; p=0.020 ), con un aumento nell’area del nervo ottico ( differenza nel tasso mensile di cambiamento 0.13 mm(2); p=0.006 ).
Non è stato identificato alcun effetto significativo sulla visione a colori, sul campo visivo, sul volume maculare, sullo spessore dello strato delle fibre nervose della retina o sul rapporto di trasferimento della magnetizzazione del nervo ottico.
In conclusione, le cellule staminali mesenchimali autologhe sono state somministrate in modo sicuro a pazienti con sclerosi multipla progressiva secondaria.
La dimostrazione di un miglioramento strutturale, funzionale e fisiologico dopo il trattamento in alcuni endpoint visivi ha indicato un effetto neuroprotettivo. ( Xagena2012 )
Connick P et al, Lancet Neurol 2012; 11: 150-156
Neuro2012
19/09/12
da Stefano Balbo Disposizioni Relative alla erogazione di farmaci cannabinoidi in Veneto 18/09/2012 - R e l a z i o n e:
DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA EROGAZIONE DEI MEDICINALI E DEI PREPARATI GALENICI MAGISTRALI A BASE DI CANNABINOIDI PER FINALITÀ TERAPEUTICHE
R e l a z i o n e:
Il Ministero della salute, con decreto del 18 aprile 2007 ha aggiornato le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, ed ha posto nella Tabella II delle sostanze stupefacenti dotate di proprietà terapeutiche, alla sezione B, alcuni cannabinoidi derivati naturali o di sintesi della Cannabis. Ciò rende possibile prescrivere ed utilizzare questi principi attivi, quindi mette nella disponibilità un ulteriore strumento terapeutico per la cura palliativa del dolore o per altre applicazioni terapeutiche in molte forme di disabilità fisica e mentale a discrezione del medico, dietro presentazione di ricetta medica, da rinnovarsi di volta in volta nel caso di preparazioni magistrali. Non essendo infatti a tutt’oggi disponibili in commercio nel nostro Paese farmaci e specialità medicinali a base di cannabinoidi di produzione nazionale o comunque dotati di Autorizzazione all’immissione in commercio per l’Italia, ma solo preparazioni galeniche magistrali, l' unica normativa nazionale di riferimento per tali farmaci è il decreto ministeriale 11 febbraio 1997, relativo all’importazione di farmaci esteri direttamente dal produttore da parte delle farmacie del servizio sanitario pubblico, per utilizzo in ambito ospedaliero ed extra-ospedaliero.
Con il riconoscimento e la regolamentazione dell’accesso ai derivati medicinali della pianta di cannabis e degli analoghi sintetici, avvenuta nel nostro Paese solo in questi ultimi anni, lo scenario è mutato e la fruizione della terapia è formalmente un dato acquisito, ma è divenuta necessaria una legge regionale applicativa delle norme quadro nazionali, al fine di poter evitare in futuro le attuali confusioni ed equivoci, causa illegittima di grave ed ingiustificato danno ai malati. Il pdl è pertanto un protocollo attuativo delle norme già pienamente in vigore a livello nazionale, si limita a riunirle ed integrarle in un unico testo per il loro razionale utilizzo a livello regionale, al fine di evitare perdite di tempo gravemente nocive per il malato.
Oltre alla terapia palliativa del dolore ed all’utilizzo in neurologia ed oncologia, o come lenitivo degli effetti collaterali delle chemio e radio-terapie, molte sono le patologie ed i disturbi d’interesse per medici e pazienti, non solo il glaucoma, ma l’epilessia, molte altre patologie neurologiche, alcune patologie psichiatriche, lo stress post-traumatico, l’emicrania, la depressione, traumi cerebrali / ictus, malattie infiammatorie croniche intestinali quali morbo di Crohn e colite ulcerosa, l’astenia, l’anoressia ed il vomito anche gravi, la sindrome bipolare e quella di Tourette, la spasticità muscolare, il prurito irrefrenabile, l’artrite reumatoide e altre malattie infiammatorie / autoimmuni croniche, l’asma bronchiale, malattie neurodegenerative quali morbo di Alzheimer, còrea di Huntington e morbo di Parkinson, patologie cardiovascolari, sindromi da astinenza nelle dipendenze da sostanze e la sindrome di immunodeficienza acquisita (Aids), nella quale solo raramente si hanno dolori neuropatici ma spesso si osserva grave deperimento organico ed inappetenza.
In letteratura si trova una vasta documentazione dell’uso terapeutico della cannabis. La difficoltà per i medici di utilizzo sicuro per finalità terapeutiche dei principi attivi, contenuti nella pianta in concentrazioni variabili, è stata da qualche anno superata dalla produzione e commercializzazione secondo standard europei di Cannabis flos naturale sterilizzata ed in contenuto standardizzato e titolato di principi attivi cannabinoidi. Oltre alla crescente mole di studi scientifici che scoprono ed approfondiscono le singole proprietà terapeutiche dei cannabinoidi nelle varie forme, combinazioni e modalità di assunzione per le varie patologie, le esperienze cliniche internazionali dello scorso decennio e le testimonianze dei pazienti hanno mostrato per i cannabinoidi una apprezzabile efficacia nel trattamento di particolari sintomi, associata ad una minore incidenza di effetti collaterali di rilievo rispetto a molti dei farmaci di comune impiego. Scontata l’utilità di tali terapie, va considerato che la volontà di non dipendere più dalle importazioni per la cannabis medicinale in un prossimo futuro è stata espressa dal Senato con l’approvazione dell' ordine del giorno sulle “terapie del dolore e cure palliative” attualmente in vigore, con il quale si impegnava il Governo a verificare in tempi brevi la fattibilità di una convenzione con il Centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo e lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, per la produzione o lavorazione di Cannabis medicinale coltivata in Italia ai fini della fornitura al servizio sanitario pubblico. Con questo pdl si propone all’articolo 6 di stipulare una convenzione a livello locale con il Centro di Rovigo, lo stesso Stabilimento di Firenze o con uno dotato delle medesime autorizzazioni alla produzione di principi attivi stupefacenti a fini medici, da individuarsi nella nostra regione. Tale accordo consentirà ai malati ed al servizio pubblico della nostra regione di non dipendere esclusivamente dalle importazioni per l’approvvigionamento della cannabis medicinale, di razionalizzare le spese che possono in questo modo, essere drasticamente ridotte e soprattutto di ridurre i tempi di attesa che i malati non dovranno più sopportare.
In Italia il farmaco può essere prescritto ed ottenuto su esclusiva responsabilità del medico richiedente, potenzialmente per qualunque patologia o sintomo senza limitazioni. Anche la eventuale scelta di fare una prescrizione off-label è riconosciuta come di esclusiva competenza del medico prescrittore, come avviene per tutti gli altri farmaci.
Nel frattempo, la collocazione in Tabella II sezione B consente l’importazione di tali medicinali, come per gli altri stupefacenti e psicotropi iscritti nella sezione B della Tabella II, in caso di carenza sul mercato italiano come nella situazione attuale, secondo le modalità di cui al già citato DM 11 febbraio 1997, che richiede al medico una dichiarazione sulla inadeguatezza delle alternative terapeutiche disponibili per trattare il paziente che sta seguendo, ed alle modalità di cui alla circolare ministeriale N.D.G.F.D.M./VIII/C.1.b.a/33499 del 3 ottobre 2006.
L’inserimento in Tabella II B consente inoltre la reperibilità delle sostanze in oggetto tramite distributore-grossista autorizzato dal Ministero della salute, con magazzino sul suolo nazionale per la fornitura alle farmacie dotate di laboratorio galenico, comprese quelle ospedaliere. Tali sostanze sono da utilizzarsi per le preparazioni magistrali o ospedaliere. In questo caso la carenza di valide alternative terapeutiche e l' autorizzazione dell’Ufficio centrale stupefacenti non sono requisiti necessari.
Va chiarito che la carenza di adeguata e percorribile alternativa terapeutica, come già scritto a proposito della prescrizione off-label, è una valutazione che spetta esclusivamente al medico per quel determinato singolo paziente, il quale è partecipe della sua decisione, sono scelte terapeutiche effettuate caso per caso e non un teorico standard predefinito ed immutabile.
Nel caso di farmaci esteri e quindi importati per tramite delle farmacie del servizio pubblico, la spesa resta a carico del servizio sanitario regionale (SSR) solo qualora il medico richiedente sia alle dipendenze di struttura pubblica e il paziente sia trattato in regime di ricovero o soggetto a day hospital o percorso ambulatoriale o in regime di Assistenza domiciliare integrata. Nel momento in cui un paziente viene dimesso, la fornitura viene garantita sempre a carico del SSR se si ravvisa un’esigenza di continuità terapeutica con il ricorso al farmaco estero la cui somministrazione è iniziata in ambito ospedaliero.
Nel caso di preparazioni galeniche magistrali contenenti cannabinoidi da parte delle farmacie dotate di laboratorio galenico, prescrivibili da qualunque medico su ricetta bianca da rinnovarsi di volta in volta, come per le altre sostanze elencate nella Tabella II B , la spesa è a carico del SSR solo qualora il medico prescrittore sia alle dipendenze del Servizio Pubblico ed utilizzi il ricettario SSR per la prescrizione, o se i galenici sono preparati e utilizzati in ambito ospedaliero. La spesa resta a totale carico del paziente quando le preparazioni magistrali da parte delle farmacie private sono su prescrizione di un medico privato.
Secondo una nota della FOFI inviata al Ministero della Sanità (febbraio 1998):
- le preparazioni galeniche magistrali possono essere eseguite esclusivamente su prescrizione medica;
- sussiste il divieto assoluto di procedere alla preparazione prima della presentazione della ricetta medica;
- sussiste l'obbligo di uniformarsi integralmente alla prescrizione medica, e quindi di rispettare assolutamente la quantità, il dosaggio e la forma farmaceutica prescritti dal medico;
- sussiste l'assoluto divieto di sostituire una specialità medicinale, prescritta dal medico nella ricetta, con una preparazione galenica, anche se quest'ultima fosse a base del medesimo principio attivo e avesse dosaggio, forma farmaceutica e via di somministrazione identici alla specialità;
- sussiste l'assoluto divieto di utilizzare prodotti già preparati o anche semilavorati o di sconfezionare specialità medicinali, per eseguire la preparazione;
- la preparazione deve essere eseguita integralmente nella farmacia nella quale viene poi venduta; non è pertanto consentito affidare l'esecuzione della preparazione, in tutto in parte, ad altre farmacie o a laboratori esterni.
Sulla base di questa nota, si evince che la legittimazione di una preparazione magistrale risiede o nella ricetta medica (o medico-veterinaria) o nel capitolo Preparazioni farmaceutiche specifiche della FU XI Ed in quest'ultimo caso la Farmacia può allestire preparazioni sotto forma di multipli.
Nell’allestimento di preparazioni magistrali assumono particolare importanza le disposizioni contenute nelle Tabelle 4 e 5 della FU ai fini della ripetibilità o meno della ricetta.
La strumentazione di cui una farmacia deve essere obbligatoriamente provvista è riportata nella Tabella 6 della FU.
Le ricette che riportano dati sensibili (consenso, codice ecc.) devono essere trasmesse mensilmente dal farmacista, in originale o in copia, all’Azienda ASL per il successivo inoltro al Ministero della salute.
A questo punto è da precisare che alle farmacie del servizio pubblico è consentita l’importazione direttamente dal produttore e la fornitura di medicinali esteri contenenti cannabinoidi al medico richiedente o al malato seguendo però il seguente protocollo:
1. prescrizione e richiesta di importazione da parte del medico;
2. assunzione di responsabilità del medico e la dichiarazione di cui al DM 11 febbraio 1997;
3. autorizzazione all’importazione concessa dall’Ufficio centrale stupefacenti del Ministero della salute.
I primi due requisiti sono entrambi soddisfatti con la compilazione, da parte del medico, del modello previsto dal Ministero della salute, al medico resta l’obbligo di conservare il consenso informato scritto del paziente.
DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA EROGAZIONE DEI MEDICINALI E DEI PREPARATI GALENICI MAGISTRALI A BASE DI CANNABINOIDI PER FINALITÀ TERAPEUTICHE
Art. 1 - Disposizioni generali.
1. La Regione del Veneto, ai sensi dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione e nel rispetto della vigente normativa statale, introduce disposizioni relative all’impiego di medicinali e di preparati galenici magistrali a base dei principi attivi cannabinoidi riportati nella tabella II, sezione B, di cui all'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 “Testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, e successive modificazioni, di seguito denominati medicinali cannabinoidi, per finalità terapeutiche da parte degli operatori e delle strutture del servizio sanitario regionale (SSR), fatti salvi i principi dell’autonomia e della responsabilità del medico nella scelta terapeutica e dell’evidenza scientifica.
2. I medicinali cannabinoidi sono prescritti con oneri a carico del SSR dal medico specialista del SSR e dal medico di medicina generale del SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista; restano ferme le specifiche disposizioni previste dalla vigente normativa in materia di modalità di prescrizioni mediche.
Art. 2 – Trattamento in ambito ospedaliero o assimilabile.
1.Qualora l’inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere o in quelle alle stesse assimilabili i medicinali cannabinoidi sono acquistati dalla farmacia ospedaliera o della azienda ulss di appartenenza dell’assistito e posti a carico del SSR, anche nel caso del prolungamento della cura dopo la dimissione.
2. Nell’ipotesi di cui il comma 1 il paziente può proseguire il trattamento in ambito domiciliare, con oneri a carico del SSR, sulla base della prescrizione del medico ospedaliero che lo ha in cura.
3. Il rinnovo della prescrizione è in ogni caso subordinato ad una valutazione positiva di efficacia e sicurezza da parte del medico prescrittore, valutata la variabilità individuale della risposta al trattamento.
Art. 3 - Informazione.
1.Al fine di favorire la diffusione della conoscenza delle evidenze scientifiche più aggiornate sull’efficacia e sicurezza dei trattamenti con medicinali cannabinoidi, entro sei mesi dall' entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale promuove, attraverso l’utilizzo dei mezzi che ritiene idonei, una specifica informazione ai medici e ai farmacisti operanti nella Regione del Veneto.
Art. 4 - Acquisti multipli.
1. Al fine di ridurre le spese fisse connesse all’acquisto e preparazione di medicinali cannabinoidi, entro tre mesi dall' entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale verifica la possibilità di centralizzazione degli acquisti avvalendosi del Centro Regionale Acquisti in Sanità.
Art. 5 Convenzioni e attività sperimentali.
1. La Giunta regionale può stipulare convenzioni con i centri e gli istituti autorizzati ai sensi della normativa statale alla produzione o alla preparazione dei medicinali cannabinoidi.
2. La Giunta regionale, ai fini della presente legge e anche per ridurre il costo dei medicinali cannabinoidi importati dall’estero, è autorizzata ad avviare azioni sperimentali o specifici progetti pilota con il Centro per la ricerca per le colture industriali di Rovigo, con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, a produrre medicinali cannabinoidi.
Art. 6 – Disposizioni attuative.
1. La Giunta regionale adotta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, provvedimenti finalizzati a:
a) assicurare omogeneità dell’applicazione delle disposizioni contenute nella presente legge sul territorio regionale;
b) monitorare il consumo sul territorio regionale dei medicinali cannabinoidi distinguendo i medicinali importati dai preparati galenici magistrali e prevedendo la periodica trasmissione dei relativi dati alla competente commissione consiliare;
c) promuovere la massima riduzione dei tempi d’attesa.
2. La Giunta regionale trasmette alla competente commissione consiliare, entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge e poi con cadenza annuale, una dettagliata relazione sull’attuazione della presente legge, nella quale sono contenuti in particolare:
a) numero di pazienti trattati con medicinali cannabinoidi, distinti per patologia e per tipologia di assistenza;
b) criticità eventualmente verificatesi nell’applicazione della presente legge, con particolare riferimento alle disomogeneità riscontrate sul territorio regionale ed alle difficoltà inerenti l’acquisto e l’erogazione dei medicinali cannabinoidi;
c) l’andamento della spesa, anche con riferimento a quanto previsto dall’articolo 5.
Art. 7 - Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati in euro 100.000,00 per l'esercizio 2012, si fa fronte prelevando pari importo dall’upb U0185 “Fondo speciale per le spese correnti” del bilancio di previsione 2012; contestualmente la dotazione dell’upb U0140 “Obiettivi di piano per la sanità” viene aumentata di euro 100.000,00 nell’esercizio 2012.
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