CONTATORE PERSONE

11/06/20

Disfunzioni subcliniche della tiroide: è importante conoscerle


Con il termine subclinico in medicina si intende una malattia o una disfunzione che non si manifestano con segni o sintomi, ma si possono individuare con esami di laboratorio o strumentali. Le disfunzioni della tiroide, sia l’ipotiroidismo che l’ipertiroidismo, possono essere subclinici e quindi rimanere inosservati fino a quando non viene misurato il TSH. Per queste disfunzioni, infatti, l’evidenza che permette di fare diagnosi è, rispettivamente, l’aumento o la riduzione della concentrazione nel sangue di questo ormone. La diffusione delle disfunzioni subcliniche della tiroide non è facile da determinare, proprio perché esse sono subcliniche. Infatti, non provocando manifestazioni che allarmano, difficilmente vengono cercate con indagini dedicate, mentre più spesso sono rilevate grazie a esami di laboratorio eseguiti per controlli generali. Le cause delle alterazioni subcliniche della funzione della tiroide possono essere di diverso tipo. Ad esempio, l’ipotiroidismo subclinico può dipendere solo dall’età avanzata e questo fa sì che se ne metta in dubbio la sua natura patologica. Carenza di iodio e tiroidite di Hashimoto sono altre cause frequenti di questa disfunzione. La malattia di Graves, il gozzo e alcuni tipi di noduli della tiroide possono essere all’origine dell’ipertiroidismo subclinico. Ci si potrebbe chiedere come mai sia importante conoscere disfunzioni della tiroide che, proprio perché subcliniche, non provocano sintomi che influiscono sulla vita di chi ne è affetto. I motivi sono diversi, innanzitutto, le alterazioni subcliniche della funzione della ghiandola possono essere condizioni di passaggio verso una successiva normalizzazione, più raramente o, più spesso, verso una forma clinicamente evidente. In particolare, in alcune situazioni, come durante la gravidanza, questa evoluzione può essere rapida e avere conseguenze negative sulla madre o sul feto. Nella scheda dedicata si potrà leggere che, secondo alcuni esperti, l’ipotiroidismo subclinico in gravidanza va trattato anche se rimane subclinico. Volendo generalizzare, si potrebbe affermare che le disfunzioni subcliniche della tiroide vadano sempre controllate nel tempo, per cogliere tempestivamente modificazioni del quadro, e in certi casi, richiedono invece una cura, gestita da uno specialista competente, per evitare rischi di complicanze.  Nelle schede informative della campagna 2020 del sito della Fondazione Cesare Serono, dedicata alle disfunzioni subcliniche della tiroide, si forniscono informazioni mirate ad aiutare chi presenta uno di questi quadri a condividere con il medico di riferimento le strategie più efficaci per gestirle.
Nelle schede troverete le seguenti informazioni:
Ipotiroidismo e ipertiroidismo subclinici non necessariamente creano problemi e spesso non richiedono cure. Ciò non toglie che sia importante conoscerle, per gestirle al meglio quando meritano più attenzione.   

Allergie e Coronavirus: non confondere i sintomi

L’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriale e Ospedalieri (AAITO) ha messo a disposizione un elenco di punti per fare chiarezza e facilitare una corretta interpretazione delle manifestazioni cliniche.


  1. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’infezione da Coronavirus si manifesta con tre sintomi cardinali: febbre, tosse e mancanza di respiro (dispnea).
  2. La malattia allergica non è caratterizzata da febbre.
  3. La malattia allergica respiratoria presenta nella quasi totalità dei casi raffreddore (prurito alle mucose nasali, naso che cola, starnutazione, ostruzione nasale) e congiuntivite (prurito agli occhi, occhi rossi, lacrimazione). Tali sintomi sono praticamente assenti nell’infezione da Coronavirus.
  4. Il paziente con asma bronchiale allergico e non-allergico può presentare tosse e dispnea (come detto, quasi sempre associati a sintomi nasali e oculari), ma questi risolvono rapidamente con la terapia antiasmatica broncodilatatrice e anti-infiammatoria.
  5. Non vi è alcuna evidenza che lo stato allergico (rinite e/o asma) rappresenti un fattore di rischio per una evoluzione più severa di una eventuale concomitante infezione da Coronavirus.
  6. E’ particolarmente importante che i pazienti allergici effettuino la terapia per la rinite e/o l’asma in questo periodo. Questo infatti può limitare il contagio per gli altri, riducendo la starnutazione e la tosse, e per sé stessi, riducendo il rischio che il prurito induca a toccarsi occhi e naso.

Simon Basten

continua nel link ORIGINALE:

https://www.fondazioneserono.org/stili-di-vita/ultime-notizie-stili-di-vita/allergie-coronavirus-confondere-sintomi/

2015 - Dalla sensibilizzazione del sistema immunitario all’allergia agli alimenti: molti gli aspetti da chiarire

Nei primi mesi e anni di vita avviene il progressivo passaggio dall’alimentazione esclusiva con il latte a quella con gli alimenti. Si tratta di una risposta molto progressiva e che oggi comporta molte cautele, raccomandate dai pediatri, rispetto a quanto avveniva alcuni decenni fa. Tra l’altro adesso, rispetto al passato, ci sono tanti cibi preparati dedicati all'alimentazione dei bambini piccoli, come i diffusissimi omogeneizzati, mentre alcuni decenni fa i primi alimenti erano “adattamenti” di quelli degli adulti. Nonostante tutte queste attenzioni e queste soluzioni specifiche, sembra essere sempre più frequente oggi, rispetto al passato, che i primi cibi introdotti provochino risposte immunitarie, con aumento delle IgE, pur senza lo sviluppo di un quadro allergico, che magari compare anni dopo. Alduraywish e colleghi hanno analizzato gli studi nei quali, su ampie popolazioni di bambini, si valutava l’associazione tra sensibilizzazione del sistema immunitario nei primi due anni di vita e il successivo sviluppo di asmaeczemariniti allergiche. Sono stati selezionati, in particolare, quindici articoli che hanno dimostrato una relazione fra sensibilizzazione del sistema immunitario nei primi due anni di vita e aumento nel rischio di eczema infantile, asma, sia infantile che giovanile, e rinite allergica nella fascia di età da 4 a 8 anni. Sulla base di queste evidenze, gli autori hanno concluso che la sensibilizzazione ad alcuni alimenti nei primi due anni di vita aumenta la probabilità, ma non dà la certezza, che si sviluppino allergie nelle fasi di vita successive.
Come spesso succede con la ricerca, l’acquisizione di un’informazione suscita ulteriori interrogativi. Ad esempio: perché, su tutti i neonati con il sistema immunitario “sensibilizzato”, alcuni sviluppano un’allergia, ma altri no? E poi, comunque, resta da chiarire perché sensibilizzazioni e allergie siano tanto più frequenti oggi, rispetto al passato, nonostante l’alimentazione dei neonati si molto più selettiva.

Dieta, infiammazione ed efficienza del sistema immunitario



Una revisione della letteratura ha fatto il punto sulle attuali conoscenze riguardo agli effetti dell’alimentazione sulle funzioni del sistema immunitario. Le informazioni disponibili indicano che alcuni componenti dei cibi possono contribuire a contrastare l’infiammazione e a migliorare l’efficienza delle difese immunitarie.

Un gruppo internazionale di esperti ha eseguito un’ampia revisione degli articoli scientifici dedicati agli effetti della dieta e di alcune componenti dell’alimentazione sul funzionamento del sistema immunitario. Essi hanno preso spunto dalla contingenza creata dall’epidemia di COVID-19, ma le evidenze raccolte e analizzate forniscono, in generale, indicazioni sull’argomento. Un aspetto che emerge dalla letteratura scientifica è che le risposte del sistema immunitario risentono dello stress ossidativo e dei meccanismi dell’infiammazione. Lo stress ossidativo è provocato da uno sbilanciamento fra la concentrazione nei tessuti dei radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto e la disponibilità di molecole in grado di inattivarli. Alcune sostanze ad attività antiossidante, come albumina, urea e glutatione, sono prodotte dall’organismo stesso, mentre altre sono introdotte con i cibi: vitamina E, vitamina C, polifenoli e derivati della vitamina A. Nelle persone che hanno infiammazioni croniche generalizzate, associate a patologie comuni come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2obesità e tumori, si può osservare un’alterazione della regolazione del sistema immunitario definito “innato”, vale a dire quello che si basa sull’attività dei macrofagi e delle cellule ad essi assimilabili. In queste condizioni è di fondamentale importanza assumere alimenti o integratori contenenti sostanze antiossidanti, per compensare lo stato di stress ossidativo cronico che può compromettere le risposte immunitarie. Anche le proteine hanno un ruolo determinante nel sostenere il funzionamento del sistema immunitario e gli autori della revisione citano varie evidenze che hanno messo in relazione una dieta troppo povera di proteine con l’elevato rischio di infezioni virali. Inoltre l’assunzione di proteine a elevato valore biologico, come quelle presenti nelle uova, nel pesce e nelle carni magre o nel siero del latte, ha effetti positivi nel ridurre la produzione di grassi e nel controllare i meccanismi dell’infiammazione. Inoltre, l’assunzione di adeguate quantità di proteine a elevato valore biologico è determinante per una normale produzione di anticorpi. Infine, alcuni aminoacidi, presenti nelle proteine, contribuiscono a rendere efficiente la risposta immunitaria di alcuni tipi di linfociti T. La glutamina, in particolare, regola l’espressione di numerosi geni, che modulano le risposte immunitarie ed è usata, come fonte di energia, da macrofagi, granulociti neutrofili e linfociti. A conferma di tutte queste evidenze, ci sono i riscontri di studi eseguiti nell’animale e nell’uomo, che hanno dimostrato che un inadeguato introito di proteine aumenta il rischio di infezioni. Nella revisione si riportano anche le informazioni disponibili sugli effetti dei grassi e degli zuccheri sulla funzione del sistema immunitario.
Nelle conclusioni gli autori hanno ribadito l’importanza dell’alimentazione nel compensare lo stress ossidativo, nel contrastare gli stati infiammatori cronici e nel supportare le normali funzioni del sistema immunitario.   

Treni: Nuove regole per la richiesta di servizi di assistenza

La Rete Ferroviaria Italiana ha comunicato le nuove modalità per la richiesta di servizi di assistenza alle Persone a Modalità Ridotta durante questa fase 2 dell’emergenza Covid-19.


Le Sale Blu

Le Sale Blu sono le sale presso 14 principali stazioni ferroviarie italiane dove è possibile chiedere assistenza se si ha difficoltà motorie. Il servizio di assistenza si occupa:
  • dell’accoglienza in stazione presso il punto di incontro concordato o, per i viaggiatori in arrivo, al posto occupato sul treno
  • accompagnamento a bordo del treno in partenza o dal treno di arrivo all’uscita della stazione o, per chi prosegue il viaggio, a bordo di altro treno
  • messa a disposizione, su richiesta, della sedia a ruote per l’accompagnamento in stazione a/dal treno;
  • salita e discesa a/da bordo treno tramite carrello elevatore per i viaggiatori su sedia a ruote
  • eventuale servizio, su richiesta, di portabagagli a mano (1 bagaglio).
Durante la fase 2 dell’emergenza Covid, le Sale Blu seguiranno il seguente orario
  • Le Sale Blu di Torino Porta Nuova, Genova Piazza Principe, Trieste Centrale, Verona Porta Nuova, Venezia Santa Lucia, Ancona, Napoli Centrale, Bari Centrale, Reggio Calabria e Messina Centrale saranno aperte al pubblico per la prenotazione dei servizi di assistenza dalle ore 8.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.30, tutti i giorni, festivi inclusi.
  • Orario di apertura invariato, dalle ore 6.45 alle 21.30, tutti i giorni, festivi inclusi, per le Sale Blu di Milano Centrale, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella e Roma Termini.

A chi sono rivolti

I servizi di assistenza sono rivolti a
  • persone con problemi agli arti, anche temporanei, o persone con difficoltà di deambulazione
  • persone che si muovono su sedia a ruote
  • persone non vedenti o con disabilità visive
  • persone non udenti o con disabilità uditive
  • persone anziane
  • donne in gravidanza 

Come richiedere il servizio

Per richiedere il servizio bisogna:
  • rivolgersi all'impresa ferroviaria con cui ha scelto di viaggiare 
  • inviare una e-mail ad una delle 14 Sale Blu 
  • recarsi direttamente in una della 14 Sale Blu (vedere orari di apertura sopra)
  • telefonare a una delle 14 Sale Blu dalle ore 6:45 alle 21:30 tutti i giorni, festivi inclusi, tramite:
    • Numero Verde 800.90.60.60 da telefono fisso in Italia
    • Numero a tariffazione ordinaria +39.02.32.32.32 da telefono fisso e mobile e dall’estero.
Durante questa Fase 2 il preavviso di prenotazione è di 24 ore per tutte le stazioni, sia attraverso i canali telefonici, l’email, o il recarsi alla stazione di persona.

In tempi di Covid-19

A prescindere dal fatto che i viaggiatori che intendo usufruire del servizio dovranno obbligatoriamente presentarsi con mascherina e guanti monouso, durante questa fase 2 dell’emergenza coronavirus:
  • Le Sale Blu manterranno le porte chiuse e gli utenti del servizio PRM utilizzeranno l'apposito campanello per accedere ai locali, con ingresso regolamentato al fine di evitare assembramenti di persone e di rispettare la distanza interpersonale minima di almeno un metro.
  • L’individuazione dei meeting point terrà conto dell’esigenza di garantire il necessario distanziamento interpersonale; al momento della prenotazione saranno pertanto escluse dai luoghi di appuntamento per l’inizio dell’assistenza le Sale Blu, le sale d’attesa delle Imprese Ferroviarie (salvo diversa indicazione da parte delle stesse) e, in generale, i locali chiusi.
  • Saranno adottate le procedure più opportune per garantire il maggior distanziamento tra viaggiatore PRM ed accompagnatore. In particolare sarà previsto l’impiego della sedia a ruote e del carrello elevatore per tutte le tipologie di servizi di assistenza, se non sarà altrimenti possibile mantenere il distanziamento di sicurezza.

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    nel link sottostante:

    https://www.fondazioneserono.org/disabilita/ultime-notizie-disabilita/treni-nuove-regole-richiesta-servizi-assistenza/

Attività fisica adattata e sclerosi multipla...

L’Attività Fisica Adattata (AFA) consiste in una serie di programmi di esercizio fisico, non sanitari, svolti in gruppo e appositamente ideati per persone in fase stabilizzata di malattie croniche, quali la sclerosi multipla. L’impiego dell’AFA nasce dall’esigenza di permettere a ogni persona di svolgere movimenti in maniera corretta e di modificare il proprio stile di vita al fine della prevenzione secondaria e terziaria delle malattie


L’AFA, dunque, si rivolge:
  • alle persone affette da patologie croniche non trasmissibili e in condizioni croniche stabili, in particolare alle persone con disturbi neuromotori;
  • agli anziani e alle persone con menomazioni, disabilità, handicap e altri bisogni speciali;
  • alle persone che non sono in grado, per motivi di vario genere, di partecipare con successo o in condizioni di sicurezza alle normali attività di educazione fisica [1].
I gruppi sono formati dunque da persone con patologie per lo più omogenee e gli esercizi svolti sono studiati in base alla patologia del gruppo [1]. Infatti il differente stato di salute di ciascuna persona (legato all'età, alla condizione sociale e alle patologie di base) richiede l’attivazione di programmi di esercizi differenziati e personalizzati, che tengano conto dei diversi obiettivi e delle capacità funzionali di ciascuno [1]. La durata del corso, la frequenza settimanale e la durata dell’allenamento dipendono di conseguenza dalla tipologia della patologia. L’attività fisica adattata viene prescritta dal medico (medico di medicina generale o medici specialisti) che fornisce le informazioni necessarie e dà indicazioni sulla possibilità di partecipare ai corsi di AFA [1].
Sono molteplici i benefici, sia fisici sia sociali, che l’AFA può portare nelle persone:
  • Potenzia le capacità motorie e migliora lo stato di salute generale della persona favorendo al contempo anche la socializzazione e l’integrazione sociale [1]. Un programma di attività fisica strutturato influenza positivamente l'interazione sociale e le capacità comunicative, specialmente nelle abilità sociali, nella comunicazione, nella risposta rapida e nella frequenza di espressione [2]. Inoltre, le dinamiche di gruppo che si creano nel corso delle attività permettono alle persone di sentirsi parte di un team, con una conseguente ricaduta positiva sull’umore e l’autostima [3,4].
  • L’AFA, svolta con regolarità, migliora il cammino, aumenta la resistenza allo sforzo, diminuisce la difficoltà a compiere attività di vita quotidiana necessarie per l’autonomia, favorisce la socializzazione, migliorando il tono dell’umore, la motivazione e le relazioni sociali [5].
  • L’AFA, se eseguita con costanza, può far recuperare tono ai muscoli, migliorare lo stato delle articolazioni, aumentare la resistenza alla fatica, ridurre il dolore con una ricaduta positiva sulla qualità di vita [1].
  • Le attività di AFA contribuiscono inoltre a modificare lo stile di vita, sia per prevenire sia per mitigare uno stato di disabilità già presente, andando a contrastare l’effetto aggravante della sedentarietà.
È importante specificare però che l’AFA non è un intervento riabilitativo, bensì un’attività di prevenzione e di mantenimento e non è proposta e svolta da personale medico o fisioterapico, ma si colloca al di fuori del sistema sanitario [1].
Nella sclerosi multipla, fino ad alcuni anni fa, non veniva consigliato ai pazienti la partecipazione a programmi di attività fisica. Di conseguenza molti soggetti mostravano atrofia e perdita di forza muscolare causate da inattività fisica che, sommandosi ai sintomi della malattia, riducevano notevolmente le capacità di svolgere le normali attività di vita quotidiana [6]. Negli ultimi 15 anni, invece, le evidenze emerse dai numerosi studi svolti hanno suggerito che l’esercizio “fisico” è un modo sicuro ed efficace in grado di apportare miglioramenti in un gran numero di funzioni fisiologiche, con conseguenti effetti positivi nella vita quotidiana del soggetto. I risultati ottenuti hanno mostrato come un protocollo di esercizi ben strutturato e adattato al soggetto apporti notevoli benefici.
Si possono descrivere 4 tipologie di attuazione e pianificazione di protocollo motorio ovvero:
  • Endurance training (sforzi meno intensi nell’ambito di schemi di esercizio prolungato)
  • Resistance training (sforzi più intensi con un carico vicino al massimale)
  • Combinato (Progressive Resistance Training o PRT)
  • Altri programmi come ad esempio pilates, yoga, stretching.
L’attività di endurance è quella che al momento è più studiata. In generale si è visto come programmi di attività fisica di resistenza migliorino la contrazione e la forza muscolare, la respirazione cellulare, la velocità e la distanza del cammino con conseguente minor senso di fatica e miglioramento della qualità della vita. In questo modo l'attività fisica di resistenza attenua una delle principali cause di perdita di autonomia da parte dei soggetti con sclerosi multipla: la respirazione cellulare, la forza e il controllo della muscolatura respiratoria. Infatti, l'affaticamento respiratorio si osserva nelle fasi subito precedenti la disabilità. Studi recenti hanno tuttavia dimostrato la presenza di debolezza della muscolatura respiratoria anche in soggetti con segni e sintomi di malattia minimi. In particolare, uno studio di Mahbubeh Moradi del 2015 [7]ha valutatogli effetti di 8 settimane di allenamento con esercizi di resistenza su soggetti con sclerosi multipla. I 20 soggetti selezionati sono stati divisi in maniera casuale in un gruppo di intervento (gruppo E) e un gruppo di controllo (gruppo C). La durata totale dello studio è stata di 12 settimane; nelle prime 4 settimane i soggetti sono stati valutati e istruiti sul programma di allenamento. Quest’ultimo prevedeva un riscaldamento di 5-10 minuti con cicloergometro seguito da stretching, una sezione principale con gli esercizi sui macchinari, un recupero di almeno un minuto tra le serie, per un totale di 30 minuti di allenamento al giorno. Il programma di allenamento di 8 settimane con esercizi di resistenza ha portato miglioramenti in tutti i parametri analizzati: capacità e velocita del cammino, equilibrio, forza di arti superiori e inferiori. Nel 2013 Tom Broekmans, Domien Gijbels e collaboratori [8] hanno valutato la correlazione tra forza muscolare e capacità del cammino dopo allenamento con un programma di resistenza. Alla ricerca hanno preso parte 52 soggetti con sclerosi multipla. Il protocollo prevedeva un giorno a settimana di prove di resistenza e un giorno a settimana di prove di cammino con un intervallo di 48 ore tra le due sessioni. Per quanto riguarda le prove di forza queste venivano effettuate in particolare mediante esercizi sul muscolo quadricipite. Per quanto riguarda il cammino, valutato attraverso vari test, è stata presa in considerazione non solo la velocità ma anche la forza espressa dai quadricipiti per alzarsi e sedersi. I risultati dello studio hanno mostrato un aumento delle capacità di cammino in relazione alla resistenza degli arti inferiori. In particolare i miglioramenti più significativi si sono registrati nel gruppo con disabilità moderata. L’attività di endurance sembra abbia una’influenza positiva anche sui punteggi psicologici [9], l’umore e i sintomi depressivi.

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nel LINK ORIGINALE:

https://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/attivita-fisica-adattata-sclerosi-multipla-benefici-protocolli-impiego-integrazione-percorsi-riabilitativi-classici/

08/06/20

un consiglio...

buona sera, volevo informarvi che ad oggi abbiamo tutti la possibilità' di usare il web per aiutarci.

Se avete un problema con il vs ospedale perche' non riuscite a farvi ascoltare 

SU INTERNET SI TROVANO TUTTI GLI INDIRIZZI, EMAIL, NUMERI DI TELEFONO DI TUTTI GLI OSPEDALI

I NOMI DEI PROFESSIONISTI CON LE LORO EMAIL

I VARI UFFICI RELAZIONI CON IL PUBBLICO COMPRESI I NUMERI DI TELEFONO E EMAIL E MOLTO ALTRO.

Basterebbe inviare una email alla persona e anche all' UFFICIO RELAZIONE CON IL PUBBLICO  e forse risponderanno alle vostre necessita'.


nb: questo e' solamente un consiglio.

A COSA SERVE L' UFFICIO RELAZIONE CON IL PUBBLICO?


 La nascita degli URP
Gli anni ’90 sono molto importanti per la comunicazione pubblica, in quanto vedono nascere una serie di nuove leggi che aprono finalmente la pubblica amministrazione ai cittadini, mettendo a punto degli strumenti per rendere effettivo tale obiettivo e uno di questi, se non il più importante, è la nascita dell’ufficio per le relazioni col pubblico (URP).
Previsto dal D.lgs. n. 29 del 1993 (1), più volte rivistato, e, poi, in ultimo, confluito nel D.lgs. n. 165 del 2001, l’ufficio per le relazioni col pubblico nasce con lo scopo di favorire l’incontro e, quindi, lo scambio comunicativo tra l’Ente e l’utente.
Con funzioni dunque di interfaccia privilegiata con il pubblico, l’URP fornisce informazioni sui servizi offerti dell’ente, sullo stato degli atti e dei procedimenti amministrativi, nonché su ogni attività che riguardi la pubblica amministrazione per cui il cittadino ne abbia interesse.
Per la sua peculiare importanza già nel ’94, a pochi mesi dalla sua nascita, il dipartimento della Funzione Pubblica ha provveduto a disporne e verificarne l’effettiva diffusione a tutti i livelli, centrali e periferici.
Nel ’95 con la Legge n. 273/95 viene sancito l’obbligo per la pubblica amministrazione di provvedere all’emanazione di schemi generali della carta dei servizi pubblici , e, in questa prospettiva, l’URP ne viene coinvolto sia sotto il profilo sostanziale che funzionale. 
Tuttavia, solo con l’inizio del nuovo millennio, con la Legge 150 del 2000 si conferma l’obbligo istituzionale dell’URP, distinguendolo da altri uffici che hanno rapporti comunicativi con l’esterno.



con affetto Stefania

03/06/20

La Medicina che Vorrei

Nuova puntata
"La Medicina che Vorrei"
L'#argomento di oggi (3 giugno 2020 )è 
"Utilità dell'imparare a misurarsi la pressione oculare".
Il glaucoma (aumento patologico della pressione oculare) sta diventando sempre più frequente ed è pertanto utile imparare a misurarsi la pressione oculare per accorgersi dell'aumento e salvare l'occhio.

Ascolta la nuova puntata su:
Spotify: https://spoti.fi/39XQy8d
Apple Podcasts: https://apple.co/2VltV9M
Google Podcasts: https://bit.ly/3amTWK0
A mercoledì prossimo per una nuova puntata.
Buon ascolto
Dr. Roberto Gava

01/06/20

lettura INTERESSANTE:SCLEROSI MUKTIPLA E..

#qualastampa 

SCLEROSI MULTIPLA
"I pazienti che ricevono il trapianto di staminali NON MOSTRANO EFFETTI COLLATERALI A BREVE TERMINE

Anche questo studio (condotto da  Angelo VESCOVI) conferma la sicurezza a breve termine.

Ma di EFFICACIA ANCORA NON SI PUÒ PARLARE"

Leggi anche qui:
⤵️ https://www.superabile.it/cs/superabile/salute-e-ricerca/20200526-nf-sm-trial-clinico.html
la Repubblica SuperAbile Inail

video partenza

Per chi se lo fosse *PERSO*:
⤵️ video
www.facebook.com/fanpage.it/videos/2808713669251236/

petizione: NO ALLE MASCHERINE PEDIATRICHE.. firma anche tu

https://www.petizioni.com/no_mascherine_su_popolazione_pediatrica_a_scuola_e_nei_centri_estivi?s=72767781&utm_source=whatsapp

29/05/20

Sclerosi Multipla, trapianto di cellule staminali cerebrali. Concluso il trial clinico di Fase I

25 MAGGIO 2020


 In occasione della Giornata mondiale sulla Sclerosi Multipla, che si celebra il 30 maggio, la Pontificia Accademia per la Vita dello Stato Vaticano e il suo Presidente Mons. Vincenzo Paglia annunciano con l’Associazione Revert Onlus e la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, Opera di San Pio da Pietrelcina, la conclusione della sperimentazione clinica di Fase I che prevede il trapianto di cellule staminali cerebrali umane in quindici pazienti affetti da Sclerosi Multipla Secondaria Progressiva.
La sperimentazione, coordinata e finanziata dalla Fondazione e dall’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza e da Revert Onlus con il patrocinio della Fondazione Cellule Staminali di Terni è stata realizzata anche grazie alla collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Terni, l’Università di Milano Bicocca e l’Ospedale Cantonale di Lugano.
Nonostante l’emergenza Covid-19, i clinici, i responsabili della produzione del farmaco, i ricercatori, i neurologi ed i neurochirurghi del team hanno unito i loro sforzi e sono riusciti a tutelare i pazienti e, allo stesso tempo, a non interrompere la sperimentazione. L’ultimo paziente è stato trattato il 20 maggio.

La sperimentazione di Fase I, autorizzata dalle competenti commissioni dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA, dalla omologa svizzera Swissmedic e a livello europeo con numero di protocollo Eudract 2015-004855-37, è iniziata a gennaio 2018 con il ricovero del primo paziente e costituisce il primo passo verso lo sviluppo di un protocollo sperimentale per trattare i pazienti di Sclerosi Multipla con il trapianto di cellule staminali cerebrali umane di grado clinico.
Scopo del trial è verificare la sicurezza del trattamento e le possibili azioni neurologiche. I quindici pazienti previsti nel protocollo sono stati suddivisi in quattro gruppi e trapiantati con dosi crescenti di cellule, gli ultimi sei hanno ricevuto il dosaggio più elevato (24 milioni di cellule). Tutti i pazienti sono stati dimessi dopo 48 ore di osservazione in seguito al trapianto e non hanno manifestato effetti collaterali nell’immediato post-operatorio o nei mesi a seguire. Le équipe cliniche proseguiranno l’attività di monitoraggio per almeno un anno dopo l’intervento. Si stanno ora valutando eventuali effetti terapeutici.

CONTINUA: https://www.insalutenews.it/in-salute/sclerosi-multipla-trapianto-di-cellule-staminali-cerebrali-concluso-il-trial-clinico-di-fase-i/?fbclid=IwAR3B11_1MA7mWZGQdF8c-GWmsKHGKn8dHRkEKZwWnpx0Pmh0_J20x4krEjg

sole e COVID

Covid, studio rivela: 

"Il SOLE  UCCIDE il VIRUS in pochi minuti".

Pubblicato il: 

27/05/2020 
Se esposto alla luce solare il SARS-CoV-2 contenuto nelle goccioline di saliva e depositate su diversi materiali, viene inattivato dopo pochi minuti. E' quanto sostiene la ricerca 'Simulated Sunlight Rapidly Inactivates SARS-CoV-2 on Surfaces' e pubblicata il 20 maggio dall'Università di Oxford sul Journal of Infectious Diseases.

Continua la tua LETTURA ⤵️

www.adnkronos.com/fatti/esteri/2020/05/27/covid-studio-rivela-sole-uccide-virus-pochi-minuti_SreMF6X0dYAAdjfWqes0wM.html

26/05/20

Decessi in pazienti meno di 50 Anni


Al 21 maggio sono 347 
dei 31.096 (1,1%) pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. 

In particolare, 78 di questi avevano meno di 40 anni 
(52 uomini e 26 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). 

Di 11 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, 

gli altri 53 presentavano gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità

e 14 NON AVEVANO DIAGNOSTICATE PATOLOGIE di rilievo.

Link originale:
⤵️
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia#9


Lo sapete ...



LO SAPETE DEL PERCHE'  mi sono iscritta su Fb  e ho deciso di CREARE questo blog NEL LONTANO 2011?



Ho avuto una MOTIVAZIONE SERIA...... 

quella di INFORMARE LE PERSONE CON  #SCLEROSIMULTIPLA  con vocaboli #capibili per tutti.

E' giusto che il MEDICO FACCIA IL MEDICO
ma le persone davanti a un LESSICO MEDICO per tutti  noi diventa ARABO.

Quindi VADO A RICERCARE  la parola xxxx e la trasformo con vocaboli capibili.

Ora vi faccio qualche ESEMPIO:

PARESTESIA (la trasformo): 
La parestesia è una condizione medica caratterizzata da un'alterata percezione della sensibilità ai diversi stimoli sensitivi (termici, tattili, dolorifici, vibratori) sia nell'insorgenza, quanto nella durata e nella dislocazione degli stessi.


Con il termine "parestesia" si intende anche un disturbo soggettivo della sensibilità consistente nell'insorgenza di una sensazione elementare (formicolio, pizzicore, solletico, prurito, punture di spillo, ecc.) in assenza di stimolazione specifica.

Solitamente la causa è da ricercarsi nella presenza di alterazioni di varia natura che vanno a interferire con il funzionamento del sistema nervoso centrale o periferico.


SCOTOMA:
Gli scotomi sono macchie nere o colorate, a volte scintillanti, che compaiono nel campo visivo quando la sensibilità della retina diminuisce, riducendo così l'efficienza della vista. Il problema può riguardare uno o entrambi gli occhi e può avere diverse cause, dal distacco della retina a disturbi del nervo ottico, passando per glaucoma, cataratta, malattie della macula, ischemia e lesioni, ma anche intossicazioni o tumori cerebrali. Più raro è il caso in cui lo scotoma sia l'effetto collaterale di un farmaco. Lo scotoma scintillante può invece essere il segnale di un'emicrania con aura in arrivo.
Si parla di scotoma negativo quando la presenza di una macchia scura non permette di percepire o fa percepire solo in parte gli oggetti. Lo scotoma è invece positivo quando si percepisce una macchia dal colore variabile e di luminosità intermittente. 

E COSI' VIA.

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