• Cellule staminali adulte: anch’esse pluripotenti, la cui presenza rimane circoscritta ad alcuni distretti come, per esempio, il midollo osseo, le gonadi, il cervello, l’epitelio e la retina.
Esistono terapie con cellule staminali approvate per la sclerosi multipla?
Alcune persone e siti internet offrono e propongono trattamenti a base di cellule staminali sostenendo che questi rappresentino un’opportunità per la sclerosi multipla, ma al momento non esistono terapie con cellule staminali approvate per la SM.
Pertanto tali trattamenti consistono in terapie la cui efficacia e sicurezza non sono ancora state dimostrate.
ATTENZIONE
Per poter entrare in tali studi è necessario avere rispondere a requisiti precisi.
Le persone interessate ad entrare in tali studi devono rivolgersi al proprio neurologo e/o presso Centri di ricerca “ufficiali”.
Fuori da tali Centri si rischia di andare incontro a trattamenti con sicurezza ed efficacia non dimostrate e, per giunta, molto costosi.
Per ulteriori informazioni si consiglia la consultazione delle Linee guida della Società Internazionale per la Ricerca sulla Cellule Staminali
Quali sono i possibili rischi dell’utilizzo di cellule staminali nella SM?
Molti studi sono attualmente in corso per valutare i rischi correlati all’utilizzo delle cellule staminali e volti quindi a migliorarne il profilo di sicurezza.
Successivamente al trapianto i principali fattori di rischio sono legati alla possibilità di uno sviluppo cellulare incontrollato con la conseguente possibile crescita di tumori.
È inoltre da considerare l’IPOTESI di un rigetto immunitario, il cui rischio è legato alla fonte delle cellule staminali.
Per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche esiste un altro possibile elemento di rischio legato ai trattamenti immunosopressivi precedenti il trapianto (rischio INFETTIVO E TOSSICITA').
Quali tipi di cellule staminali si utilizzano principalmente nella ricerca sulla sclerosi multipla?
In particolare in passato sono stati aperti 3 filoni di ricerca basandosi su cellule staminali adulte: il primo studia le potenzialità delle cellule staminali neurali (derivate dal sistema nervoso centrale, d’ora in poi anche denominate CSN),
il secondo delle staminali mesenchimali (estratte dal midollo osseo e destinate a dare origine a muscoli, ossa, cartilagini e tessuto connettivo, d’ora in poi CSM),
il terzo delle staminali ematopoietiche, precursori delle cellule del sangue (derivate anch’esse dal midollo osseo, d’ora in poi anche CSE).
Attualmente la sperimentazione di fase 1, in atto presso l'Ospedale San Raffaele di Milano, prevede l’utilizzo di cellule estratte da tessuto cerebrale di origine fetale.
Come agiscono le cellule staminali?
Grazie alla loro versatilità, una volta prelevate dai tessuti che le contengono, le staminali possono essere stimolate in laboratorio (in vitro) a crescere, proliferare e differenziarsi. Raggiunta una quantità giudicata sufficiente per il successo della procedura terapeutica, possono essere trapiantate nel paziente con un’iniezione endovena o attraverso più complesse e mirate a concentrare le cellule in un particolare organo.
Attraverso il sangue, le staminali raggiungono l’organo bersaglio dove dovrebbero insediarsi e moltiplicarsi.
Ad oggi, le cellule staminali sono largamente utilizzate in ambito emato-oncologico (per il trattamento di leucemie e linfomi), ma il loro utilizzo è ampiamente studiato all’interno di sperimentazioni cliniche in molti altri ambiti.
Cos’è una terapia con cellule staminali?
È un trattamento che utilizza questo tipo di cellule, in genere con l’obiettivo di sostituire o riparare cellule o tessuti danneggiati, ma può anche servire per prevenire i danni iniziali, o evitarne la progressione.
Queste terapie possono comportare sia il trapianto di cellule staminali sia la somministrazione di farmaci che agiscono, “stimolando” a funzionare meglio, le cellule staminali già presenti nel corpo.
I trattamenti con cellule staminali già approvate e disponibili sono molto poche, quella più comunemente utilizzata è il trapianto di cellule staminali del midollo osseo, usata per i tumori del sangue, come leucemie e linfomi, ma anche per altre malattie del sangue ereditarie.
Come vengono somministrate le cellule staminali?
Vi sono tre possibili vie di iniezione:
• intravenosa, cioè iniezione in vena;
• intratecale, cioè iniezione nello spazio circostante il midollo spinale;
• intraparenchimale, cioè iniezione diretta nel cervello e nel midollo spinale.
La sede di iniezione delle cellule staminali ne influenza l’attività. I metodi intravenoso e intratecale sono per ora gli unici utilizzati in fase sperimentale per valutarne la loro efficacia terapeutica, ma tutti i tipi di iniezione potrebbero avere un ruolo con il progredire delle scoperte sulle cellule staminali.
Quali altri tipi di trapianti esistono?
• Trapianti autologhi: i destinatari ricevono le proprie cellule staminali, in un trapianto di questo tipo le cellule non saranno respinte dal sistema immunitario, perché la persona riceve le proprie cellule.
• Trapianti allogenici: i destinatari ricevono cellule staminali da un donatore, in questi casi vi è il rischio di rigetto immunitario e per evitare ciò, è necessario che le cellule siano quanto più “compatibili” possibile a quelle del donatore.
Quali sono i possibili utilizzi delle cellule staminali nella sclerosi multipla?
In base alle conoscenze attualmente in nostro possesso vi sono due filoni di ricerca su cui si sta indirizzando per l’utilizzo delle cellule staminali nella SM:
• neuroprotezione: utilizzare le cellule staminali come fonte di nuova mielina per rallentare, o addirittura bloccare, la perdita degli assoni.
• immunosoppressione: sfruttare la loro attività antinfiammatoria e immunomodulante per proteggere il tessuto nervoso.
• rimielinizzazione: in una prospettiva futura della ricerca, le cellule staminali potrebbero in un essere impiegate per ricostruire le fibre nervose non solo danneggiate ma anche andate perse, andando così a ripristinare i danni responsabili di disabilità permanenti.
Parlando di trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe, viene utilizzato il termine di condizionamento, cosa si intende?
Il condizionamento è la fase del trapianto durante la quale viene somministrata un’associazione di farmaci immunosoppressori allo scopo di distruggere il sistema immunitario autoreattivo, che verrà poi ricostituito a partire dalle cellule staminali precedentemente prelevate. Durante tale fase possono essere utilizzate diverse associazioni di farmaci con un differente potenziale immunosoppressivo. I regimi di condizionamento sono di diverso tipo, quelli a bassa intensità prevedono l’utilizzo di farmaci con significato linfoablativo e non mieloablativo (ovvero in grado di distruggere i linfociti, ma non tutte le cellule del sistema immunitario), i regimi di condizionamento a media e alta intensità utilizzano farmaci mieloablativi, ma con diverso livello di potenza.