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06/07/22

distorsione

Come bisogna comportarsi in caso di distorsione?

Nel caso in cui durante la corsa si manifesti un trauma distorsivo, bisogna seguire il protocollo RICE, che è importante conoscere in generale quando si pratica sport: 

  • Riposo: fermare l’attività in corso e, nel caso in cui insorgano anche gonfiore, lividi localizzati o estesi fino al tallone e dolore, è bene sospendere momentaneamente le corse;
  • Ice: (ghiaccio, in inglese) apporre del ghiaccio sulla caviglia appena possibile;
  • Compressione: per sostenere la caviglia può essere d’aiuto una fasciatura non troppo stretta;
  • Elevazione: per evitare un peggioramento del gonfiore, la gamba che ha subito il trauma deve essere sollevata, magari con l’aiuto di un cuscino o di una sedia;

«In gran parte dei casi, una distorsione alla caviglia non deve destare preoccupazioni ed è un trauma che si risolve da solo – spiega il dott. Usuelli -. Prima di tornare a correre però è importante aspettare che passi il dolore più intenso, cercare di non appoggiarsi sulla caviglia per qualche giorno, e ricordarsi di non saltare mai gli esercizi di stretching dopo la corsa. In misura minore però ci sono anche casi in cui una radiografia potrebbe mostrare la presenza di microfratture, anche se dopo la distorsione non si ha avuta l’impressione che il trauma fosse grave».

L’artrosi da distorsione: il trattamento e le soluzioni per riprendere l’attività sportiva

«Se il dolore non cessa, se la caviglia continua a essere dolorante anche quando si cammina, oppure ancora se si ha l’impressione che l’appoggio del piede non sia stabile, è fortemente consigliato rivolgersi a un ortopedico specialista del complesso piede-caviglia per valutare il trauma. Solo la radiografia infatti può individuare delle eventuali microfratture alle ossa dell’articolazione della caviglia. Va ricordato che continuare a sforzare la caviglia dopo una distorsione, anche solo camminando, può far sfociare il trauma in un’artrosi della caviglia. L’artrosi un tempo veniva trattata con l’artrodesi, ovvero la fusione delle ossa della caviglia; in quel caso il dolore passava ma il movimento della caviglia risultava bloccato. Oggi – conclude il dottor Usuelli -, se esistono i presupposti clinici, è possibile preservare la caviglia artrosica con una tecnica di chirurgia rigenerativa chiamata AT-AMIC, che il mio gruppo studia e porta avanti da anni e che permette di correggere, riallineare e rigenerare i tessuti della caviglia in un unico intervento. Si tratta di una tecnica che coniuga l’effetto rigenerativo che hanno alcune cellule del nostro corpo con i vantaggi delle membrane collageniche, per ricostruire un tessuto simile alla cartilagine nativa, con risultati duraturi. In molti casi, in seguito l’intervento, è possibile ricominciare la pratica sportiva».






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