CONTATORE PERSONE

28/01/14

VIETATO non rispettare il prossimo Tuo

Chi offende ..calunnia..infanga e dice parolacce nel mio PROFILO O NEI GRUPPI ,  PAGINE o nel BLOG   ..saranno FINALMENTE Puniti a Norma di Legge.

Che differenza c’è tra l’ingiuria e il più grave reato di diffamazione?

Il dato che differenzia le due ipotesi criminose consiste nel fatto che, mentre l’ingiuria presuppone la presenza della persona offesa nel momento dell’azione criminosa, nel reato di diffamazione l’offesa della reputazione viene compiuta in assenza della persona offesa e comunicando con più persone (almeno due, quindi).

I reati possono tra loro concorrere, come avviene nel caso in cui, ad esempio, una lettera dal contenuto ingiurioso venga indirizzata, oltre che alla persona offesa, anche a terze persone.

È applicabile al reato di ingiuria l’esimente del diritto di critica?
Si, la giurisprudenza ha applicato tale scriminante in presenza di comportamenti oggettivamente ingiuriosi, ma caratterizzati da particolari contesti. Ad esempio, è stata escluso il reato di ingiuria nell’ambito di una riunione condominale, di per sé ritenuto luogo caratterizzato da particolare vis polemica e atteggiamenti accesi, con riferimento all’espressione “lei è un bugiardo, dice il falso e mente”, detta da un condomino all’amministratore. O ancora, nell’ambito di una assemblea pubblica, è stato ritenuto sussistente il diritto di critica, con riferimento alle espressioni “buffone” e “ridicolo” rivolte a un sindaco.

Tuttavia, l’applicabilità del diritto di critica è in generale questione rimessa alla valutazione del Giudice in relazione alle circostanze del caso concreto.

Quando un’espressione può dirsi ingiuriosa?
Di regola si ritiene che il concetto di onore vada legato al ruolo professionale e all’ambiente sociale della persona offesa. In questo senso, si usa distinguere tra espressioni oggettivamente in grado di ledere l’onore di chiunque (ad esempio per la forte carica di disprezzo che manifestano o per la evidente volontà di umiliare il destinatario) ed espressioni che, anche non avendo di per sé una carica ingiuriosa, possono comunque risultare offensive in relazione alle circostanze, alle qualità del soggetto, all’ambiente in cui si è svolto il fatto. Si tratta comunque di una valutazione elastica, variabile da caso a caso, che implica sempre la considerazione, da parte del Giudice, del contesto nel quale sono state pronunciate le espressioni e quindi anche dei rapporti di maggiore o minore confidenza tra querelato e offeso, tenuto conto della notevole desensibilizzazione recente nei confronti di un linguaggio, una volta ritenuto crudo e volgare, ma oggi comunemente utilizzato fra amici e buoni conoscenti.

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