CONTATORE PERSONE

14/06/12

nuovo gruppo in facebook, si chiama:Tutto quello che c'è da sapere per chi ha la Sclerosi Multipla







nuovo gruppo in facebook, dove troveretealcune  informazioni in riferimento alla sclerosi multipla;

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Problemi Sessuali legati alla Mielite trasversa

tratto da: http://www.myelitis.org/local/it/Sessuali.htmProblemi Sessuali legati alla Mielite trasversa
Joanne Lynn, MD and Leslie Moore, RN


Le seguenti informazioni sono fornite allo scopo di rispondere genericamente a domande inerenti alla Mielite trasversa e non intendono essere in alcun modo raccomandazioni mediche formulate specificatamente per singoli pazienti. Le informazioni sono basate sui dati forniti dalle domande brevi e né si avvalgono o tengono in considerazione di una storia clinica o di una visita medica. Ogni decisione riguardante diagnosi o trattamento dovrà essere fatta previo il consulto del medico personale.


D. Qualora un individuo abbia un ritorno delle funzioni urinarie e intestinali è possibile che ciò possa essere un segno di un eventuale ripristino delle funzioni sessuali? Quali sono le cause delle disfunzioni sessuali che conseguono al danneggiamento del midollo spinale? Il trattamento delle funzioni sessuali può essere discusso con il neurologo del paziente?

Questa domanda fa emergere un importante argomento come la sessualità negli affetti da Mielite trasversa ( di seguito indicate per brevità TM). La funzione sessuale, indipendentemente dalla presenza o meno di un danneggiamento del cordone midollare spinale, è un argomento molto complicato e una sfaccettatura della vita di molti uomini e donne.  Buona parte del contenuto di questo articolo, proviene da scritti e studi di persone con disfunzioni sessuali causate dalla Sclerosi Multipla ( di seguito indicata per brevità MS). La letteratura sul meccanismo e le ramificazioni psicologiche delle disfunzioni sessuali negli affetti da MS (di cui soffrono anche coloro con danneggiamenti del cordone spinale), è molto vasta.  Per un maggior dettaglio delle informazioni, le persone con TM possono far riferimento ad alcune delle referenze bibliografiche sulla MS elencate al termine del presente articolo.

L’erezione può avvenire per mezzo di uno stimolo psicogenico (come ad esempio uno stimolo visivo o una fantasia). In tal caso, gli impulsi nervosi viaggiano nel sistema nervoso autonomico dal cervello, attraverso il cordone spinale, alla zona toracica inferiore e ai livelli lombari superiori. Gli impulsi nervosi, allora lasciano il cordone spinale per giungere attraverso i vasi tubolari che portano il sangue al pene, provocando una congestione vascolare negli uomini e una congestione e una lubrificazione vaginale nelle donne. Trattasi della fase di eccitamento. Nell’erezione c’è anche una componente di riflesso che non richiede l’invio da parte del cervello di alcun segnale. La stimolazione locale dei genitali o anche uno stimolo come una vescica piena può portare all’attivazione di un arco riflesso che interessa la parte inferiore del cordone spinale (regione sacrale) e produce l’erezione. Ovviamente, la transectomia completa del cordone spinale può prevenire la trasmissione al cordone inferiore, degli impulsi autonomici provenienti dal cervello. Nelle malattie infiammatorie come la MS o la TM, il danneggiamento del cordone spinale è spesso parziale e può interferire con quelle vie discendenti o con quei nervi ascendenti che portano l’informazione sensoriale dalla zona dei genitali a vari gradi. La funzione intestinale e urinaria sono anch’esse mediate attraverso il cordone spinale e il miglioramento di questa funzione potrebbe (o anche non potrebbe) essere associarsi a un miglioramento della funzione sessuale; è questo un segno sperato.

I medici specializzati suddividono le disfunzioni sessuali in diverse categorie: disfunzioni primarie, secondarie e terziarie. La disfunzione sessuale primaria è una alterazione dei sentimenti e della reazione sessuale direttamente correlata alla lesione neurologica spinale. Ciò comprende la diminuzione della libido, la riduzione o l’estraneità o la spiacevolezza della sensazione dei genitali, una diminuzione della lubrificazione vaginale, difficoltà nel raggiungimento o nel mantenimento dell’erezione, ridotta forza di eiaculazione o abilità di eiaculazione, e diminuzione della risposta orgasmica. Le disfunzioni sessuali secondarie sono una conseguenza dei vari sintomi probabilmente causati dalla TM, come l’affaticamento, la spasticità (aumento del tono muscolare), problemi all’intestino e alla vescica, dolore. La disfunzione sessuale terziaria è usata per descrivere gli effetti causati dalla risposta psicologica agli effetti della TM.

Le Disfunzioni Sessuali Primarie

La diminuzione della libido è un problema difficoltoso che può essere stressante sia per la persona con TM che per il suo o la sua patner. Spesso I cambiamenti della libido sono causati da mutamenti dello stato emozionale che avvengono come risposta alla malattia e forse anche dalla diminuzione di indipendenza in caso di grave inabilità. Una consulenza individuale o di coppia è in genere molto utile e permette di esplorare I sentimenti e migliorare la comunicazione. Uno sforzo dovrebbe essere fatto per determinare la presenza di una componente depressiva nascosta e in tal caso la maniera corretta per una gestione di quest’ultima.

La valutazione delle disfunzioni sessuali maschili

La fase iniziale di valutazione delle disfunzioni sessuali maschili implica una significativa consultazione specialistica sessuale. Possono essere utili degli esami per la valutazione della funzionalità di erezione. Gli urologi possono valutare, attraverso l’esame Eco Doppler, la pressione sanguigna arteriosa del pene e monitorare le erezioni notturne. Sono disponibili diverse terapie per aumentare l’erezione del pene. La più nuova è la somministrazione per via orale del sidenafil citrato (nome commerciale Viagra). Studi sulla popolazione dei lesionati spinali hanno mostrato che la maggioranza dei pazienti perviene ad un risultato positivo, quando la somministrazione del sidenafil avviene in combinazione con una stimolazione vibrante. Il sidenafil da 50 a 100mg è somministrato un’ora prima del rapporto sessuale e conferisce una migliore erezione allorquando è associata, ad una stimolazione psicologica e/o tattile. Il suddetto dosaggio del farmaco comporta alcuni effetti collaterali conosciuti che, comprendono la congestione nasale, mal di testa, vampate e bruciori di stomaco e si manifestano approssimativamente con un tasso che va dal 6 all’8% dei pazienti. Inoltre, questo farmaco non deve mai essere preso in combinazione con i nitrati che sono farmaci usati per la dilatazione dei vasi sanguigni e comporta un alto rischio di infarto o di altri problemi cardiaci inclusa la morte in quei pazienti affetti da preesistenti patologie cardiache. La stimolazione vibratoria può essere usata per aumentare l’erezione e migliorare gli stimoli che favoriscono l’orgasmo. I dispositivi per l’erezione ex vacuo sono stati usati con successo sui mielolesi e nei pazienti affetti da MS. Essi consistono in un cilindro di plastica che è posizionato sul pene. Attraverso una pompa l’aria è espulsa dal tubo, creando un vuoto che attira il sangue nel pene (non ha detto qualcuno la natura detesta il vuoto?). Un anello costrittivo è successivamente applicato alla base del pene al fine di prevenire il ritorno del sangue al cuore e aiutando il mantenimento dell’erezione. Alcuni uomini trovano questo metodo scomodo o doloroso o riferiscono che il loro pene è freddo. Altri lo considerano poco naturale. Il metodo in questione, richiede anche una discreta manualità. Nonostante ciò, altri usano questo metodo relativamente economico con buoni risultati.

Un altro metodo per il miglioramento dell’erezione è l’impiego di medicazioni vaso attive che esercitano un effetto sul calibro dei vasi sanguigni del pene. Un esempio di medicazione vaso attiva è la Prostaglandina E1, la quale può essere introdotta come una supposta nell’apertura dell’uretra del pene. Altre medicazioni come la Prostaglandina E1 e la papaverina in fiale possono essere iniettate direttamentamente attraverso piccole ed indolori punture sul pene. Ovviamente, è necessario superare le naturali paure al riguardo ma molti uomini e/o patner hanno imparato un buon uso di questa tecnica che ha un’alta percentuale di successo. Le complicazioni includono il priaprismo che è l’erezione dolorosa persistente del pene comportante il rischio di un danneggiamento del pene stesso. Questa complicazione avviene approssimativamente con un tasso percentuale di ricorrenza che va dallo 0.8 all’1.5% delle volte e richiede l’intervento urgente dell’urologo. L’uso prolungato dei trattamenti illustrati, può in un piccolo numero di soggetti (0.5%), provocare la fibrosi o cicatrici ai tessuti del pene.

Un’altra opzione di trattamento delle disfunzioni neurogeniche del pene causate dalla TM è l’uso di protesi del pene o impianti. Sono in commercio diverse tipologie di protesi anche quelle gonfiabili e semirigide. Il loro uso comporta problemi igienici in quanto possono divenire infette come molti impianti esterni (per esempio le articolazioni artificiali) ad un tasso che va dal 1.2 al 1.8%. Almeno uno studio ha mostrato che gli uomini che scelgono questo metodo, fanno sesso più frequentemente e con una soddisfazione personale e del patner maggiore rispetto a quegli uomini che hanno scelto la terapia dei farmaci iniettabili.

La valutazione delle disfunzioni sessuali femminili

La diminuzione delle sensazioni a livello genitale è il problema maggiormente rilevante nelle disfunzioni sessuali causate dalla TM. Generalmente questa è la causa delle disfunzioni sessuali femminili e esiste una disponibilità minore di aggeggi attraenti o trattamenti, rispetto a quelli disponibili per le disfunzioni maschili. I trattamenti per una diminuita sensazione dei genitali, spesso richiedono l’esplorazione di diverse tipologie di stimoli dell’area dei genitali e esercizi finalizzati all’apprendimento di una gamma più ampia di piaceri sessuali escludendo l’area dei genitali. Può essere utile, ricorrere maggiormente alla pratica della stimolazione orale del clitoride. Anche l’uso di un vibratore, che può essere acquistato in un negozio di forniture mediche, può aumentare la sensazione dei genitali e migliorare la capacità di raggiungimento dell’orgasmo. Esistono diversi tipi di vibratori e alcuni dildi indossabili (strap-on) che permettono una stimulazione del clitoride senza interferire con il rapporto sessuale. La stimolazione di altre zone eterogenee, come il seno, le labbra, il collo, le orecchie, ecc. può essere utile per intensificare l’eccitamento e il piacere e aumentare le probabilità di raggiungimento dell’orgasmo. L’incremento della stimolazione dei capezzoli può favorire la lubrificazione vaginale e l’aumento delle contrazioni uterine migliorando la capacità di raggiungimento dell’orgasmo. Un metodo usato nel consulto sessuale consiste nel richiedere alla coppia di redigere una mappa personale delle proprie zone erogene escludendo i genitali. Ciò implica che una collaborazione reciproca dei due patner che dovranno dedicare del tempo alla ricerca di nuovi modi per procurare un piacere sessuale reciproco. Spesso è di beneficio incrementare la stimolazione non erotica come ad esempio tenersi reciprocamente le mani, accarezzare la schiena, ecc. Anche rispolverare gesti romantici come regali floreali, abbracci, ecc. può aiutare a stimolare la libido.

La diminuzione della lubrificazione vaginale sebbene sia praticata la stimolazione sessuale, può essere causata dalla lesione spinale e può contribuire a provocare dolore durante un rapporto sessuale. Sono disponibili sul mercato lubrificanti solubili in acqua come il Replens che risolvono la diminuzione della lubrificazione vaginale. Può essere usato anche un lubrificante gelatinoso a base di acqua tipo il K-Y jelly. E’ sconsigliabile l’utilizzo della vasellina sia perché non è solubile in acqua e sia perché può provocare infezioni del tratto urinario. Inoltre, le donne devono essere vigili in quanto la lubrificaione vaginale può diminuire in reazione alla diminuzione del livello di estrogeni che avviene nel periodo di menopausa e al possibile assottigliamento dei tessuti vaginali. In particolare, durante la menopausa, può essere utile una terapia ormonale sostitutiva (HRT) in quanto può regredire i cambiamenti tipici dovuti all’età.

Alcune terapie sessuali raccomandate sono gli esercizi Kegel i quali hanno lo scopo di rinforzare ed incrementare la recettività di risposta dei muscoli pubococcigei posti sulla superficie pelvica. Le contrazioni di questo muscolo avvengono durante l’orgasmo femminile. L’esercizio di Kegel si esegue alternando consecutivamente una contrazione ad un rilassamento del muscolo (il quale può essere identificato come quel muscolo che ferma o riprende il flusso dell’urina.

Le disfunzioni sessuali secondarie

Molte persone affette da TM considerano la propria vita sessuale ostacolata da altri sintomi correlati alla lesione spinale. Ad esempio se una donna o un uomo ha difficoltà a rilassarsi, il problema di una possibile incontinenza urinaria o fecale e la reazione a una tale eventualità da parte del patner, costituisce sempre motivo di preoccupazione. Per ovviare al problema possono essere messi in atto dei piccoli accorgimenti che aiutano a stabile un buon regime intestinale diminuendo così la possibilità d’imbarazzo. Un programma intestinale può essere seguito scegliendo per il movimento intestinale, una specifica ora della giornata, in genere dopo i pasti. Aumentare l’assunzione di fibre per incrementare la morbidezza delle feci. In caso di problemi intestinali persistenti, un programma che include la somministrazione di farmaci in supposte, può essere necessario. Relativamente ai problemi urinari, questi ultimi possono essere ovviati da alcuni soggetti, semplicemente ricordandosi di svuotare la vescica prima di un’attività sessuale; per altri soggetti invece, sarà necessario al fine avere la certezza dell’avvenuto svuotamento della vescica,  l’auto cateterizzazione.

Per molti uomini anche l’affaticamento può costituire un ostacolo; a questo scopo è utile pianificare l’attività sessuale in quelle ore durante le quali si ritiene avere maggiore energia. Ovviamente, un doloroso spasmo delle gambe spinge ad astenersi dall’avere un’attività sessuale, ma il fastidio può essere mitigato dalla somministrazione di farmaci appropriati o da un esercizio di allungamento gentile durante il preludio sessuale allo scopo di ridurre la spasticità. Alcuni soggetti con TM sviluppano una sensazione dolorosa agli arti inferiori o alla zona dei genitali (come pizzicori, bruciori, dolore simile all’accoltellamento, soffocamento) che interferisce negativamente sulla funzione sessuale. A volte basta semplicemente un massaggio da parte della persona amata può provocare dolore invece di piacere. In tal caso possono essere provate vari farmaci che diminuiscono la sensazione dolorosa, propriamente denominata disestesia, ad esempio: l’Amitriptyline (Elavil), la Gabapentina (Neurontin), e la carbamazepina (Tegretol). E’ questa un’altra situazione nella quale può essere utile per la coppia, stilare insieme una mappa con l’indicazione delle zone dolorose e delle zone di piacere.

La sperimentazione di diverse posture e posizioni sessuali può anche aiutare a mitigare i problemi associati alla fatica, alla spasticità o alla disestesia dolorosa.

Le disfunzioni sessuali terziarie

Le disfunzioni sessuali terziarie costituiscono un campo complicato per il quale la risposta psicologica alla TM può ostacolare la funzione sessuale. La debolezza o altre disfunzioni possono apportare dei cambiamenti nell’autostima e nell’immagine di se stessi che influiscono sulle prestazioni sessuali. Sia il soggetto affetto da una disfunzione neurologica che il relativo patner, possono percepire che la disabilità rende la persona con TM meno attraente o meno mascolina o femminile. Per quei patner che ripongono una maggiore considerazione al vestirsi, al muoversi, al lavarsi, al cateterismo urinario, etc. potrebbero incontrare difficoltà nel cambiare il proprio ruolo da assistente del malato a amante. Frustrazione, risentimento e paura di lasciarsi andare potrebbero essere emozioni non espresse che impediscono una libera espressione dell’amore e della sessualità. Una comunicazione aperta tra i due patner e la psicoterapia costituiscono i modi migliori per gestire e risolvere questo tipo di problemi.

Forse la cosa più importante è che la coppia approcci la sessualità e il desiderio di provare cose nuove con una mente aperta. Alcune persone con lesioni spinali pensano tra le righe: “ Se non posso fare sesso, come prima, è meglio lasciar perdere del tutto!”. I sessuologi terapisti ricordano che la nostra società tende a vedere il sesso come un’attività orientata alla ricerca di una meta che culmina con l’orgasmo. Quanto detto, costituisce naturalmente una meta per quale vale la pena intraprendere una ricerca, ma è maggiormente utile fare una rifocalizzazione su una più ampia gamma di attività sessuali allo scopo di conseguire un benessere psicologico e generale. Il desiderio di provare nuovi approcci alla stimolazione romantica e sessuale apre le porte ad una dimostrazione positiva di affetto e sessualità da cui consegue un beneficio che va al di là della camera da letto.

E’ assolutamente pertinente discutere l’argomento sesso dopo una lesione al cordone midollare spinale. In verità, malgrado ciò, sono pochi I neurologi che hanno ricevuto una sorta di istruzione formale sulla funzione sessuale. Pertanto, perdonate la loro inesperienza o la loro impossibilità nel dirvi molto al riguardo, ma provate a discutere e risolvere con loro tali problematiche. E’ possibile trovare aiuto da personale medico diverso dai neurologi, come paramedici, urologi, terapisti sessuologi, psichiatri, i quali si prendono cura specialmente nei grandi centri ospedalieri anche universitari o nei centri di riabilitazione, di pazienti affetti da lesione del midollo spinale o da sclerosi multipla. La Società Nazionale Americana sulla Sclerosi Multipla (National Multiple Sclerosis Society 1-800-FIGHT MS) dispone di una letteratura sulle disfunzioni sessuali e la Sclerosi Multipla applicabile anche alla Mielite trasversa.

Bibliografia

Derry F, Gardner BP, Glass C et al. Sildenafil (Viagra): a double blind, placebo controlled single dose two way cross-over study in men with erectile dysfunction caused by traumatic spinal cord injury (abstract). J Urol 1997; 154:181.

Ducharme SH and Gill KM. Sexuality after Spinal Cord Injury: Answers to Your Questions . Paul W. Brookes Publishing Co. Baltimore. 1997.

Foley FW and Werner MA. Sexuality in Kalb RC. Multiple Sclerosis - The Questions You Have, The Answers You Need . Demos Vermande, New York, 1996: pp. 223-247. (This is an excellent chapter on sexuality in MS. It is set up as common questions followed by detailed answers. Highly recommended).
Geiger RC. Neurophysiology of Sexual Response in Spinal Cord Injury. Sexuality and Disability. Vol 2 (4). Winter 1979.

Kalb RC and LaRocca NG. Sexuality and Family Planning in Halper J, Holland N. Comprehensive Nursing Care in Multiple Sclerosis. Demos Vermande. New York, 1997: pp. 109-125.

Kaplan HS. The Illustrated Manual of Sex Therapy (2nd edition). New York: Brunner Mazel Publishers, 1987.

Neistadt ME, Freda M. Choices: A Guide to Sex Counseling with Physically Disabled Adults . Malabar, FL: Robert E. Krieger Publishing, 1987.

The Foley and Werner chapter in the Kalb book also lists several catalogue sources for sexually oriented materials not specifically targeted towards people with TM, but potentially helpful:

Eve's Garden International , Ltd. 1-800-848-3837.
Good Vibrations, Inc. 1-800-289-8423.
Lawrence Research 1-800-242-2823.


La Dott.ssa  Joanne Lynn è Assistente Professore di Neurologia all’Università dell’ Ohio. Attualmente fa parte dello staff del Centro di Sclerosi Multipla presso la struttura universitaria ed è interessata in particolar modo alla ricerca clinica nel campo della Sclerosi Multipla MS. La Dott.ssa Lynn presta servizio per il Centro Informativo di Supporto dell’Associazione per la Mielite trasversa (TMA).
Leslie Moore, RN si è laureato all’Università dello Stato dell’Ohio nel 1986. Ha lavorato nel Reparto di Neuroterapia intensiva per sette anni e per mezzo la sua esperienza lavorativa diretta con malati affetti da lesioni midollari spinali, ha stimolato il suo interesse nelle correlate problematiche intestinali, urinarie e sessuali. In seguito, ha lavorato per due anni nel Dipartimento di Radiologia Interventistica. Con lo scopo di ampliare le sue conoscenze nel campo dell’educazione dei pazienti, ha assunto una posizione lavorativa presso il Centro di Sclerosi Multipla dello stato dell’Ohio e come membro esperto del Programma di Supporto tra Pari (meglio conosciuto come Peer Support Programme) sponsorizzato dalla farmaceutica Berlex. Lesile si è quindi trasferita nel Wisconsin dove ha continuato ad essere un membro del Programma di Supporto tra pari e lavora per l’Unità di Terapia Intensiva della zona.

13/06/12

LO STUDIO - DOPO DUE ANNI DALLA PTA - SUI PAZIENTI OPERATI DAL PROF. ZAMBONI.

LO STUDIO - DOPO DUE ANNI DALLA PTA - SUI PAZIENTI OPERATI DAL PROF. ZAMBONI.

Sclerosi Multipla: da Bologna un nuovo studio sul Metodo Zamboni

di Alessandro Rasman

E' stato pubblicato sulla rivista medica Functional Neurology lo studio intitolato "Angioplastica venosa nella sclerosi multipla: risultati neurologici dopo due anni in un gruppo di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente".

Gli autori, coordinati dal neurologo dr. Fabrizio Salvi dell'Ospedale Bellaria di Bologna, hanno condotto uno studio in aperto con lo scopo di evidenziare i risultati clinici a lungo termine del trattamento endovascolare per l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) in pazienti affetti da sclerosi multipla (SM).

Ventinove pazienti con SM recidivante-remittente clinicamente definita sono stati sottoposti ad angioplastica percutanea transluminale per la CCSVI, al di fuori di una ricaduta clinica. Tutti i pazienti sono stati regolarmente osservati per almeno due anni prima del primo trattamento endovascolare e per almeno due anni dopo (media di follow-up post-procedura 30,6 ± 6,1 mesi). Sono state utilizzate le seguenti misure per i risultati clinici: il tasso annuo di ricadute ed il punteggio della scala di disabilità per i pazienti affetti da sclerosi multipla (EDSS). Tutti i pazienti sono stati osservati intensivamente (in media 6 ore) nel giorno del trattamento endovascolare per monitorare possibili complicanze (emorragie, shock, infarto, morte).

Gli autori hanno confrontato il tasso annuo di ricadute prima e dopo il trattamento (nei due anni prima e nei due anni dopo il primo trattamento endovascolare) ed il punteggio di EDSS registrato due anni prima rispetto a due anni dopo il trattamento.

Complessivamente, sono state effettuate 44 procedure endovascolari nei 29 pazienti, senza complicazioni. Tredici dei 29 pazienti (45%) sono stati sottoposti a più di una sessione di trattamento a causa di restenosi venosa: 11 e due pazienti sono stati sottoposti rispettivamente a due e a tre trattamenti endovascolari.

La percentuale di recidive annuali di sclerosi multipla è risultata significativamente inferiore dopo la procedura (0,45 ± 0,62 vs 0,76 ± 0,99, p = 0,021), anche se è aumentata in quattro pazienti. Il punteggio di EDSS due anni dopo il trattamento era significativamente più basso rispetto al punteggio di EDSS registrato negli esami due anni prima del trattamento (1,98 ± 0,92 vs 2,27 ± 0,93, p = 0.037), anche se era più alto in quattro pazienti.

Al termine dello studio, secondo gli autori, il trattamento endovascolare di CCSVI concorrente sembra essere sicuro e ripetibile e potrebbe ridurre i tassi annuali di recidiva e di disabilità cumulativa nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente. Sono necessari studi randomizzati e controllati per valutare ulteriormente gli effetti clinici del trattamento endovascolare per la CCSVI nella SM.

Fonte: www.functionalneurology.it/index.php?PAGE=articolo_dett&ID_ISSUE=612&id_article=5281&abstract=1&fromsearch&ultimo=1

11/06/12

I nomi più prestigiosi dell'angiologia del convegno del S. Anna Hospital

I nomi più prestigiosi dell'angiologia del convegno del S. Anna Hospital

19/5/2012 Convegno Cagliari VoSM PROF. Veroux 6 P. by SAM.la ccsvi/pta di zamboni

19/5/2012 Convegno Cagliari VoSM PROF. Veroux 5 P. by SAM.la ccsvi/pta di zamboni

19/5/2012 Convegno Cagliari VoSM PROF. Veroux 4 PARTE by SAM.la ccsvi/p...

19/5/2012 Convegno Cagliari VoSM PROF. Veroux 3 P. by SAM.la ccsvi/pta di zamboni

19/5/2012 Convegno Cagliari VoSM PROF. Veroux 2 PARTE

19/5/2012 Convegno Cagliari VoSM PROF. Veroux 1 PARTE

10/06/12

DA MS FOCUS - C.I.S.













LA MALATTIA DI DEVIC


I disturbi della coordinazione dei movimenti


 
La presenza di placche demielinizzanti a livello del cervelletto e
lungo le fibre che da esso si dipartono si esprime in un
correlato sintomatologico vario e complesso.

Il ruolo del cervelletto riguarda in primo luogo il controllo di compiti
motori rapidi come correre, scrivere al pc, suonare il piano e parlare.
Il cervelletto, inoltre, è in grado di pianificare con una
frazione di secondo in anticipo, il movimento successivo all'interno di
una sequenza, quando ancora il movimento è in fase di esecuzione,
garantendo così una regolare progressione dal primo al secondo. E'
facile comprendere allora come una perdita della funzionalità del
cervelletto sia causa di un'importante incoordinazione del movimento
che si esprime con sintomi quali: atassia, tremore intenzionale,
nistagmo cerebellare, disartria.



Atassia

I pazienti afflitti da atassia, alla deambulazione, barcollano a destra e a
sinistra, con difficoltà nel fermarsi e nel cambiare direzione.
L'instabilità è tale che il soggetto assume una andatura oscillante,
parendo quasi “ubriaco” e con la tendenza a deviare verso il lato della
lesione.



Tremore intenzionale

Quando il soggetto  cerca di eseguire un movimento intenzionale , al movimento si
accompagnano delle oscillazioni, per cui quando l'arto si avvicina
all'oggetto/ bersaglio, esso va oltre la mira e oscilla a destra e a
sinistra ripetutamente prima di raggiungere l'oggetto. Ciò dipende
dalla incapacità del cervelletto di smorzare il movimento. Quando
cerchiamo di raggiungere un oggetto, infatti, come un bicchiere a
tavola, o l'interruttore della luce, il movimento non sarà più
istantaneo, quasi meccanico, ma titubante e più lento.



Nistagmo cerebellare

Per nistagmo si intende un tremore o oscillazione dei bulbi oculari che
si accompagna solitamente quando il paziente tenta di fissare un
oggetto posto lateralmente a sé. La fissazione laterale non è
ferma, ma instabile associata a movimenti rapidi dei bulbi. Il
nistagmo può essere associato a perdita dell'equilibrio e a
nausea e vomito.



Disartria

Il danno cerebellare può determinare una alterazione della articolazione della parola. 
La parola dipende da un rapida ed ordinata successione dei movimenti da
parte dei muscoli della laringe, della bocca e dell'apparato
respiratorio. Una mancata coordinazione di questi muscoli e il non
riuscire a prevedere sia l'intensità che la durata dei suoni provocano
un disturbo quale la disartria. Alterazioni della parola si possono
esprimere in diverse forme: necessità a scandire le parole, cambiamento
nella pronuncia, difficoltà a pronunciare determinate lettere, voce
nasale, balbuzia, fino anche a perdita della parola nei casi più gravi.

R.I. Che cos'è la Radiologia Interventistica

La   Radiologia Interventistica (R.I.) è una branca ultra-specialistica
della Radiologia che comprende tutte quelle procedure terapeutiche
eseguite per via percutanea, cioè senza bisogno di "scopertura"
chirurgica dei distretti corporei su cui si opera, procedure
realizzate grazie all'impiego di tecniche e apparecchiature
radiologiche, mediante l'utilizzo di un apposito strumentario
rappresentato da aghi, guide, cateteri ed altri dispositivi.


Questi interventi vengono effettuati all'interno del corpo umano, a seconda
della procedura, con la guida della Radioscopia, dell'Ecografia,
della Tomografia Computerizzata, a volte anche associate tra loro. Le
procedure di Radiologia Interventistica si vanno sempre più diffondendo
ed affermando nella pratica clinica in alternativa alle tecniche
terapeutiche chirurgiche in vari campi e in varie situazioni cliniche;
trovano applicazione su quasi tutti i distretti corporei, nei vari
organi ed apparati; vengono distinte procedure di Radiologia
Interventistica Vascolare ed Extravascolare.* Angiografia:   Esame
radiologico delle arterie o delle vene, che attraverso l'impiego di
raggi x visualizza eventuali alterazioni determinate da stenosi o
occlusione. Vengono utilizzati cateteri endovasali e mezzo di contrasto
iodato per rendere l'arteria o la vena visibile.


*Angioplastica (PTA)  Dilata, rendendo pervi, vasi sanguigni stenosati o occlusi, inserendo dei  piccoli palloncino espandibili impiegati nel trattamento delle
patologie vascolari periferiche, renali e del distretto carotideo
etc.(
http://www.stenosicarotide.it/)
*Drenaggio biliare o stenting   Utilizza
delle protesi (stent, piccoli drenaggi) per ricanalizzare dotti
occlusi, permettendo il drenaggio della bile dal fegato.
*
Catetere venoso centrale   Introduzione
di un tubo-catetere percutaneo in un vaso venoso centrale (v. cava,
v. giugulare, etc) permettendo la somministrazione di farmaci o la
nutrizione parenterale.

* Chemioembolizzazione  
Somministrazione locoregionale di agenti chemioterapici selettivamente
nel distretto tumorale. Attualmente trova largo impiego nel
trattamento nei tumori del fegato o nelle neoplasie del sistema
neuroendocrino.

* Embolizzazione   Diretta
introduzione di agenti aggreganti (spirali, particelle o colle) in
un vaso ematico (trattamento delle emorragie, piccoli aneurismi dei
fibroma uterini.

* Cateterizzazione delle tube di Falloppio   Utilizza cateteri per riaprire le tube di Falloppio evitando la chirurgia (trattamento dell'infertilità).
* Manutenzione dei shunt A-V nel pz emodializzato   Utilizzo combinata di angioplastica e di trombolisi per riaprire un shunt A-V chirurgico, che permette la dialisi.
* Agobiopsia   Esami istologici delle neoplasie di mammella, polmone, e altre. Valida alternative alla biopsia chirurgica.
* Termoablazione con Radiofrequenza (RF)   Utilizzo delle onde energetiche di radiofrequenza (RF) per "bruciare" e distruggere neoplasie maligne.
*
Stent     Piccolo
tubo flessibile, costruito in plastica o metallo a maglie strette
utilizzato per il trattamento di diversi patologie (riapertura di
vasi sanguigni, o per tenere aperto vie che sono stati ostruite da
neoplasie o altro.

*Stent
link     Piccolo
tubo flessibile, costruito in plastica o metallo a maglie strette
utilizzato per il trattamento di diversi patologie (riapertura di
vasi sanguigni, o per tenere aperto vie che sono stati ostruite da
neoplasie o altro.

* Endoprotesi   Rinforza
e stabilizza un segmento vasale (aorta addominale) patologicamente
dilatato (aneurisma), introducendo attraverso un vaso periferico una
protesi con scheletro in accaio o altro e ricoperta con materiale
sintetico bio-compatibile.

*
Trombolisi   Scioglie coaguli intravasali attraverso la iniezione di farmaci trobolitici nella sede trombotica.
*
TIPS (transjugular intrahepatic portosystemic shunt)   Una
procedura salvavita nel paziente affetto da ipertensione portale
(cirrosi epatica) che diminuisce la pressione portale evitando
sanguinamenti da varici esofagee (pazienti in lista d'attesa di
trapianto di fegato).


*Uterine artery embolization  link Procedura di embolizzazione dell'arteria uterina per fermare un'eventuale   emorragia post-partum e evitando un possibile isterectomia. La stessa
procedura è utilizzata nel trattamento del fibroma uterino.
link  **  http://www.radiointerventistica.org/org/modules/xtrconsiglio/pazienti.php

I disturbi cognitivi

Disturbi della SM
Disturbi cognitivi - L'estrema variabilità delle manifestazioni cliniche della sclerosi
multipla, comprende anche i problemi di carattere cognitivo,
altrettanto variabili da paziente a paziente.

ESSI
 
si esprimono nell'ulteriore decorso clinico della malattia nel 40% dei
casi. Raramente compaiono all'esordio di malattia. Generalmente si
manifestano, invece, in modo graduale , anche dopo anni dall'esordio e
per molti pazienti in forma lieve. Solo nel 5-10% dei casi i deficit
cognitivi sono tali da compromettere le attività di vita quotidiana,
sociali e lavorative.


La funzione cognitiva più frequentemente colpita nella SM è la memoria.

Altri disturbi sono un'alterazione della concettualizzazione astratta ,
delle abilità visivo- spaziali, della capacità di memorizzare i
concetti, disturbi dell'attenzione e della concentrazione, soprattutto
nella capacità di rivolgere l'attenzione a più operazioni distinte.

Un problema cognitivo particolarmente fastidioso è la difficoltà a
trovare le parole giuste, l'avere spesso la sensazione di “ avere la
parola sulla punta della lingua”.

Viene rallentata la capacità di giudizio: decisioni che precedentemente parevano semplici, ora diventano difficili.

Alterata è anche la capacità di ragionamento, in particolare di fronte ad operazioni mentali complesse.

Terapisti professionali, neuropsicologi e patologi della parola o del
linguaggio, sono in grado sulla base di specifici test di analizzare i
deficit e le capacità cognitive del singolo paziente.

Quando i disturbi cognitivi diventano di difficile gestione per il malato,
l'appoggio ad una persona specializzata può essere indispensabile, allo
scopo di convivere meglio anche con questo aspetto della malattia.

La Sindrome Clinicamente Isolata

 
Per  Sindrome Clinicamente Isolata  si intende la comparsa di un episodio neurologico che duri almeno 24 ore e che sia compatibile con una malattia demielinizzante del sistema nervoso centrale. Le sedi interessate dal processo demielinizzante possono essere diverse: NERVO OTTICOhttp://www.medicitalia.it/dizionario-medico/nervo%20ottico" title="glossario: nervo ottico (neurite ottica), emisferi cerebrali (sindrome emisferica), troncoencefalo/cervelletto (sindrome troncoencefalica acuta), il midollo spinale (mielite). Se la sede interessata è una sola si parla di CIS monofocale, mentre se vi è l'interessamento di più sedi contemporaneamente si parlerà di CIS multifocale.

Quali sono i Segni e i Sintomi ?

Neurite Ottica: sintomo dominante è la riduzione subacuta dell’acuità visiva, accompagnata da dolore all’occhio che si aggrava con il movimento del bulbo oculare.
Sindrome emisferica: i sintomi sono rappresentati da disturbi motori e sentivi interessanti un emisoma, più raramente disturbi del linguaggio (afasia), disturbi psichiatrici.
Sindrome Tronco-encefalica acuta: si manifesta con disturbi imputabili ad un coinvolgimento delle strutture del troncoencefalo (disturbi di sensibilità al volto, vertigini, disturbi dell’udito, disfagia, diplopia) o del cervello (disturbi di coordinazione motoria degli arti, disturbi equilibrio, tremore, atassia).
Mielite: l’interessamento del midollo spinale determina debolezza agli arti, disturbi sensitivi, disfunzioni sfinteriche e vescicali, dolori alla schiena e dolori radicolari.

Come si fa la Diagnosi?

La diagnosi di CIS viene posta sottoponendo il paziente a Risonanza Magnetica dell’encefalo con mezzo di contrasto che permetterà di evidenziare, la sede della lesione demielinizzante, l’eventuale presenza di altre aree interessate e l’ eventuale captazione di mezzo di contrasto che indicherà come la lesioni sia in fase attiva per la presenza di alterazione della barriera ematoencefalica. Il secondo esame fondamentale è quello del liquido cefalo-rachidiano, prelevato attraverso la puntura lombare, la cui analisi chimico-fisica e infettivologica permetterà di escludere altre cause del processo demielinizzante tra cui quelle infettive e di ricercare le cosidette bande oligoclonali costituite da anticorpi appartenenti alla classe delle immunoglobuline G. Sarà, inoltre, utile eseguire i Potenziali evocati visivi (PEV), somatosensoriali (PESS), acustici (PEA) e i potenziali evocati motori (PEM). I potenziali evocati permetteranno di studiare le risposte del Sistema Nervoso Centrale ad uno stimolo sensoriale e analizzare l’integrità delle vie nervose che dalla periferia portano le informazioni verso il cervello, permettendo di evidenziare zone danneggiate del sistema nervoso centrale non evidenti con l’esame di Risonanza Magnetica.

Avere una diagnosi di CIS equivale ad avere una Sclerosi Multipla?

Non tutti i soggetti con una CIS svilupperanno necessariamente una Sclerosi Multipla. Tale rischio è maggiore se la Sindrome Clinicamente Isolata si presenta come multis intomatica, se sono presenti più di un’area di lesione alla Risonanza Magnetica e le bande oligoclonali nel liquido cefalo-rachidiano.