DI <Sclerosi Multipla e NMG - TRATTO DA *
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Note estrapolate e adattate da
www.albanm.com. Queste note non hanno alcuna valenza terapeutica o diagnostica, la stessa fonte invita chi è interessato alle cure, a seguire le indicazioni che si trovano sul sito
www.nuovamedicina.com sotto la voce Cure.
Secondo la Nuova Medicina Germanica è importante considerare il fatto che non si è malati di sclerosi multipla. Si riceve questa diagnosi, in base a dei sintomi che si presentano o a degli esami fatti. Con la diagnostica scoperta dal dr. Hamer, con l’aiuto di un medico o di un terapeuta esperto, è possibile indagare e capire sul perché si presentano questi sintomi, cosa li produce e cosa si può fare per provare ad “invertire la rotta”.
Per quanto riguarda il tema in generale “Sclerosi Multipla”, si tratta di un’etichetta che viene data al riscontro di sintomi diversi quali: problemi propriamente motori (spasticismo), problemi sensoriali, problemi muscolari, problemi alla vista.
In realtà sappiamo che sono sintomi diversi, che riguardano aree cerebrali diverse e conflitti diversi. Al limite un problema viene poi alimentato da un altro. Analizzando unicamente i sintomi, possiamo dire che:
L’etichetta Sclerosi multipla ha a che fare sostanzialmente con la:
CONDUZIONE DELLA MOTRICITA’: Corteccia Motoria, quella che da l’impulso al movimento. In fase di Conflitto attivo (CA) : riduzione progressiva della funzione (e mi accorgo di poco, posso essere un po impacciato nel movimento). In fase di riparazione (Pcl): ho una caduta molto forte nella prima fase (Pcl A), non arriva più l’impulso che mi permette il movimento e la parte che sta lavorando non si muove più. Fa molta paura ma è solo momentaneo.
Durante la Crisi epilettoide (CE), posso avere una crisi epilettica e poi ho un lento ripristino nella seconda fase di riparazione (Pcl
B).
CONFLITTO: è un movimento interrotto (es: vorrei abbracciare, cacciare via, scappare, seguire etc… ma non posso.
ATTENZIONE: molte volte la diagnosi viene fatta dopo aver trovato delle placche bianche a TAC cerebrale, nell’area del Midollo Cerebrale che innerva la parte topica del muscolo (la sua struttura, che non centra con l’impulso al movimento).
Questo è assolutamente incongruo poiché se il problema è di conduzione del movimento, le macchie dovrebbero essere visibili nella Corteccia Motoria.
Possiamo poi attivare un conflitto ulteriore, in “seconda battuta”:
TESSUTO:. Muscolo. Innervato dal Midollo Cerebrale che in Conflitto attivo ulcera, atrofizza un po’ il muscolo. In soluzione poi (PclA) ho il muscolo che per riparare gonfia ed è un po’ flaccido. Mettiamo per esempio il muscolo di una gamba: l’effetto è quello che riesco a forzarlo un po’ ma ad un certo punto cede. Il senso è di non forzarlo troppo in un momento delicato di ripristino e cede proprio per non strappare. Durante la crisi epilettoide posso avere un crampo e poi lentamente ripristino.
CONFLITTO: è quello che il dr. Hamer definisce di svalutazione, non sentirsi abbastanza forte per…(a seconda della localizzazione avrà il suo significato: reggere, correre, trattenere etc)
Quando abbiamo una persona che presenta un problema motorio allora vale la pena di prendere in considerazione questi due conflitti ma ricordandoci di mantenerli comunque separati uno dall’altro.
Facciamo un esempio: se sono spastico alla mano (conflitto attivo della corteccia motoria), posso poi “svalutarmi” per questo e fare un’atrofia muscolare (conflitto attivo del Midollo cerebrale). Poi mi adeguo un po' alla nuova situazione, mi rilasso un po’, la muscolatura inizia a ripristinare e la mano mi diventa flaccida (soluzione del Midollo cerebrale). A quel punto mi dicono che sto peggiorando e la recidiva diventa automatica, entrando in un difficile circolo vizioso.
Invece i problemi sensoriali (corteccia sensoriale, conflitto di separazione, rottura di contatto) e i problemi all’occhio (corteccia occipitale, conflitto di “paura nella nuca”) non centrano proprio nulla con chi ha problemi motori.
COSA CENTRA LA SEDIA A ROTELLE?
Perché avendo ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla si può finire in sedia a rotelle? Perché l’aspettativa diventa quella, e tale aspettativa viene confermata da due cose:
1) La persona inizia a portare molta attenzione al movimento dove presenta difficoltà, cerca di controllarlo, di guidarlo (impossibile!) e in questo modo non fa altro che procurarsi continue nuove recidive.
2) Il problema è l’interpretazione di cosa sta accadendo, perché il processo di riparazione è buono (sta ristrutturando) e andrebbe semplicemente lasciato fare ed assecondato, senza spaventarsi, il che vuol dire interpretandolo per quello che è. Per la medicina scolastica, le “defayances” del corpo, indicano che il quadro clinico sta peggiorando, leggendole quindi come inevitabili conferme dell’evoluzione della malattia.
Conoscendo invece le Leggi Biologiche sappiamo che le cosiddette “poussée” (quando il muscolo, nella fase vagotonica, cede o proprio a livello corticale, non arriva
l’impulso del movimento) avvengono nei momenti in cui il corpo sta riparando. Risulta evidente la difficoltà per il paziente: se ogni volta che ha un cedimento proprio perché il corpo sta riparando, invece di avere la tranquillità di “lasciarlo fare” si conferma che la malattia sta progredendo si ritroverà a confermare anche il circolo vizioso e, svalutazione dopo svalutazione, si ritroverà sulla sedia a rotelle. Sapendo invece che le poussée sono un ottimo segnale, anche se magari impegnativo, può organizzarsi in modo da assecondare quel momento di vagotonia, organizzandosi anche con la sua famiglia, in modo da lasciare che il suo corpo lavori senza angosciarsi. La fase di vagotonia (la poussée) va considerata per quello che è: un momento di convalescenza. Occorre mettere in conto un po’ di altalena dove però la persona, vagotonia dopo vagotonia, si accorge che ogni volta è un pochino più forte di prima. Questo modo di affrontare il problema è diametralmente opposto a quello della medicina accademica, ma per quello che l’esperienza può insegnarci, le persone che guariscono sono quelle che hanno accettato di concedersi il lusso della convalescenza. Il problema più angosciante in realtà è che sembrerebbe che le persone siano più disponibili ad arrendersi alla sedia a rotelle piuttosto che a cambiare qualcosa di profondo e radicato come comportamento e concedersi il riposo e il tempo necessario.
Una illuminante particolarità:
Se la persona ha le “placche bianche nel cervello” e presenta dei sintomi, le viene diagnosticato “sclerosi multipla”. Se la persona ha le “placche bianche nel cervello” ma non presenta problemi motori, allora le viene detto che ha comunque la sclerosi multipla ma a-sintomatica. Invece se ha problemi motori ma non le “macchie nel cervello”, avrà ancora una volta la sclerosi multipla ma, in questo caso, a-specifica. Quindi uno più uno fa tre!