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EMA: rivalutazione dei mezzi di contrasto a base di Gadolinio utilizzati nelle scansioni di risonanza magnetica - Evidenze di accumulo di Gadolinio nel tessuto cerebrale
L’EMA ( European Medicines Agency ) ha avviato una revisione del rischio di deposito di Gadolinio nel tessuto cerebrale di pazienti sottoposti a scansioni di risonanza magnetica ( RMN ) in seguito all'uso di mezzi di contrasto a base di Gadolinio.
I mezzi di contrasto a base di Gadolinio sono medicinali a uso diagnostico che possono essere somministrati ai pazienti prima o durante le scansioni di risonanza magnetica per consentire ai medici di ottenere migliori immagini di organi e tessuti.
Dopo la somministrazione, i mezzi di contrasto a base di Gadolinio sono principalmente eliminati attraverso i reni, ma studi indicano che depositi di Gadolinio possono accumularsi in alcuni tessuti corporei, compresi fegato, reni, muscoli, pelle e ossa.
Recentemente, alcune pubblicazioni scientifiche hanno riportato che i mezzi di contrasto a base di Gadolinio si accumulano anche nel tessuto cerebrale.
Nel mese di gennaio 2016, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza ( PRAC ) dell’EMA ha valutato queste pubblicazioni.
Sebbene non siano stati segnalati finora effetti avversi correlati al deposito di Gadolinio nel cervello, il Comitato condurrà una valutazione approfondita del rischio di depositi cerebrali e della sicurezza complessiva di questi prodotti.
I mezzi di contrasto a base di Gadolinio contengono Gadolinio, che è utilizzato come intensificatore di contrasto per rendere i tessuti corporei più visibili alla scansione.
Questa rivalutazione riguarda i mezzi di contrasto a base dei seguenti principi attivi: Acido Gadobenico, Gadobutrolo, Gadodiamide, Acido Gadopentetico, Acido Gadoterico, Gadoteridolo, Gadoversetamide e Acido Gadoxetico.
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www.farmacovigilanza.net/articolo/ema-rivalutazione-dei-mezzi-di-contrasto-a-base-di-gadolinio-utilizzati-nelle-scansioni-di-risonanza-magnetica-evidenze-di-accumulo-di-gadolinio-nel-tessuto-cerebrale
Neurite ottica nei pazienti con sclerosi multipla: effetti neuroprotettivi dalla Fenitoina, un farmaco antiepilettico
La Fenitoina ( Dintoina ), un farmaco per l’epilessia, può esercitare effetti neuroprotettivi nella neurite ottica, comunemente osservata nei pazienti con sclerosi multipla.
Nello studio di fase 2, randomizzato e controllato con placebo, in doppio cieco, i ricercatori hanno studiato i potenziali effetti neuroprotettivi della Fenitoina attraverso l'inibizione dei canali del sodio nei pazienti con neurite ottica acuta demielinizzante che si erano presentati in due ospedali universitari nel Regno Unito.
Il campione di 86 partecipanti, di età compresa tra 18-60 anni, con insorgenza di neurite ottica nelle 2 settimane precedenti.
Gli studi preclinici avevano mostrato che gli inibitori dei canali del sodio voltaggio-dipendenti possiedono effetti neuroprotettivi a concentrazioni terapeutiche.
Altri farmaci inibiscono i canali del sodio voltaggio-dipendenti, tra questi la Carbamazepina e la Lamotrigina, ma la Fenitoina presenta il vantaggio di raggiungere concentrazioni terapeutiche in modo rapido.
In un precedente studio ( Lancet Neurology 2010 ) erano stati esaminati gli effetti della Lamotrigina, un inibitore dei canali del sodio, senza riscontrare evidenza di rallentamento della atrofia cerebrale. Tuttavia, il trattamento protratto oltre 2 anni aveva mostrato, rispetto al placebo, un dimezzamento del tasso di peggioramento della velocità di marcia.
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www.neurologiaonline.net/articolo/neurite-ottica-nei-pazienti-con-sclerosi-multipla-effetti-neuroprotettivi-dalla-fenitoina-un-farmaco-antiepilettico
I farmaci per il diabete Metformina e Pioglitazone riducono l’infiammazione nei pazienti con sclerosi multipla e sindrome metabolica
I farmaci per il diabete, Metformina e Pioglitazone, sembrano avere effetti antinfiammatori benefici nei pazienti con sclerosi multipla e sindrome metabolica.
L'incidenza della sclerosi multipla e di altre malattie autoimmuni è aumentata nel Mondo Occidente e si ritiene che lo stile di vita e i fattori ambientali possano svolgere ruoli maggiori rispetto a quelli genetici nell’insorgenza di queste patologie.
E’ stato anche riscontrato un aumento parallelo dell'obesità, che è considerato essere in gran parte causato dalla vita sedentaria e dalla alimentazione.
Sembra esserci un collegamento tra obesità e malattie autoimmuni.
Per verificare l’ipotesi è stato condotto uno studio di coorte prospettico per valutare se l'uso di Metformina o Pioglitazone, due farmaci antidiabetici, possa ridurre l’attività di malattia nella sclerosi multipla e i marker infiammatori nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente e sindrome metabolica.
Il campione di studio comprendeva 50 pazienti obesi ( indice di massa corporea [ BMI ] di 30 o superiore ) con sclerosi multipla e con sindrome metabolica.
Venti pazienti hanno ricevuto Metformina alla dose da 850 a 1500 mg/die, 10 hanno ricevuto Pioglitazone alla dose da 15 a 30 mg/die; il gruppo controllo era costituito da 20 pazienti ( senza trattamento ).
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