CONTATORE PERSONE

20/08/12

La siringomielia

La siringomielia (nota in passato come malattia di Morvan) consiste nella formazione anomala di una o più cisti o cavità all'interno del midollo spinale. Questa cavità viene chiamata "siringa". La siringa dilata il midollo stirando i tessuti nervosi.
La gravità della malattia dipende da quanto essa è allungata e può provocare la perdita della sensibilità motoria degli arti, disturbi nella deglutizione e più in generale nella contrazione muscolare. La malattia può portare inoltre dolore, indolenzimento nella zona colpita, ma anche in braccia e gambe. Ogni paziente sperimenta una diversa combinazione di sintomi con un quadro clinico estremamente variegato, dipendente dalla sede della siringa nel midollo spinale.
La siringomielia ha una prevalenza stimata di 8.4 casi ogni 100000 persone, e si manifesta generalmente nei giovani adulti. La progressione della malattia è generalmente lenta.
Il liquido cefalorachidiano in condizioni normali scorre nello spazio subaracnoideo che avvolge il midollo spinale e l'encefalo, e nel sistema dei ventricoli cerebrali, dei quali il canale midollare rappresenta il prosieguo caudale. Il liquido cefalo-rachidiano veicola sostanze nutrienti e prodotti di scarto. Il liquido cefalorachidiano serve anche con sistema di ammortizzazione per l'encefalo. Un eccesso di liquido cefalo-rachidiano nel canale midollare prende il nome di idromielia. Quando il liquido determina una dissezione della circostante sostanza bianca e penetra nel midollo spinale formando una cavità cistica allora si parla di siringomielia. Dal momento che le due condizioni spesso coesistono si parla spesso di siringoidromielia.
Il flusso pulsatile del liquido cefalo-rachidiano è il risultato della differenza di fase fra il flusso in ingresso ed il flusso in uscita dai ventricoli cerebrali. Per ogni ciclo cardiaco mediamente in un individuo normale 1 cc di liquido cefalo-rachidiano viene escreto nei ventricoli cerebrali e da qui fluisce nel canale midollare.
È stato osservato che l'ostruzione del flusso del liquido cefalo-rachidiano nel canale midollare determina la formazione di siringhe. Questo si verifica ad esempio in caso di malformazione di Chiari, aracnoidite midollare, scoliosi, disallineamento delle vertebre, neoplasie midollari, spina bifida ed altro.

Generalmente, si distinguono due forme di siringomielia: congenita ed acquisita. Peraltro, una variante della malattia coinvolge il bulbo o midollo allungato, una parte del tronco encefalico. Il tronco encefalico controlla molte delle funzioni vitali, come la respirazione e la termoregolazione e presiede alla regolazione dell'attività cardiaca. Quando la malattia interessa il bulbo si parla di siringobulbia.

La forma più diffusa è dipendente dalla cosiddetta malformazione di Chiari, dal nome del medico che per primo la studiò. Per una malformazione ossea, la fossa cranica posteriore è di dimensioni troppo piccole e il cervelletto, il tronco encefalico ed i nervi cranici in essa contenuti con lo sviluppo presentano una dislocazione verso l'alto e/o verso il basso, determinando una compressione sugli altri tessuti ed ostacolando il flusso del liquido cefalo-rachidiano. In questa forma i sintomi si manifestano solitamente fra i 25 ed i 40 anni. Alcuni pazienti soffrono anche di idrocefalo, condizione nella quale il liquido cefalo-rachidiano si accumula nel sistema dei ventricoli cerebrali, o di aracnoidite.
Rari casi di questo tipo di siringomielia sono familiari

Le forme acquisite di siringomielia come complicanza di trauma, meningite, emorragie, neoplasie. In queste circostanze la siringa si forma nella porzione di midollo spinale danneggiato dal primo insulto. In seguito la cisti si espande. Questa forma viene talvolta definita siringomielia non comunicante. I sintomi si manifestano mesi o anni dopo l'insulto primitivo.


Il sintomo iniziale più importante della siringomielia post-traumatica è il dolore . Una delle cause tipiche di siringomielia post-traumatica è un incidente stradale o un simile trauma che determinano un colpo di frusta.

La siringomielia causa un'ampia varietà di sintomi neurologici. I pazienti possono soffrire di dolore cronico, parestesie e perdita di sensibilità, in particolar modo alle mani. Alcuni pazienti sperimentano una paralisi oppure una paresi temporanea o permanente. La siringomielia può danneggiare anche la funzione del sistema nervoso autonomo conducendo ad un'alterata regolazione della temperatura corporea, della sudorazione, e della motilità intestinale. In caso di siringobulbia si possono osservare paralisi delle corde vocali, atrofia ipsilaterale della lingua, nevralgia trigeminale o perdita di sensibilità nel territorio di innervazione del nervo trigemino. Rarely, bladder stones can occur in the onset of weakness in the lower extremities. Classicamente, la siringomielia risparmia il lemnisco mediale del midollo, lasciando intatte la sensibilità pressoria, vibratoria e tattile e la propriocezione degli arti superiori.






I sintomi della siringomielia sono comuni a diverse altre malattie, il che portava a tempi lunghi per formulare una corretta diagnosi. Con l'uso della risonanza magnetica si riesce ora ad individuare precocemente la siringomielia, diagnosticandola già nello stadio iniziale. Questa metodica è in grado di dimostrare la presenza delle siringhe.
L'intervento chirurgico, effettuato esclusivamente da un neurochirurgo, consente di drenare la siringa, abbassando la pressione sul midollo spinale, mediante il posizionamento di shunt fra la siringa ed il canale midollare. La procedura non è esente da rischi per danni in acuto sul midollo spinale o di infezioni.
In caso di malformazione di Chiari, la terapia è diretta alla correzione chirurgica delle ossa della fossa cranica posteriore così come in occasione di siringomielia conseguente a traumi o neoplasie l'intervento deve mirare a correggere l'eventuale anomalia anatomica residua o all'asportazione della neoplasia.
In casi "stazionari", in cui la malattia non progredisce si può optare per una terapia di controllo del dolore, tramite oppiacei più o meno forti, farmaci specifici per il dolore neuropatico come gabapentin oppure pregabalin e paracetamolo.


Cos'è la siringomielia?

Dr. Assunta Gennarelli
Risponde: Dr. Assunta Gennarelli
E' una malattia dolorosa che può svilupparsi nel primo periodo successivo alla lesione midollare. La siringomielia è causata dalla formazione di un ampio spazio colmo di fluido (o da una cavità) chiamata fistola, all’interno del midollo spinale. Questo può accadere in seguito alla lesione midollare quando tante piccole intercapedini piene di fluido, che si formano attorno alla zona della lesione, si fondono per formare uno spazio più grande. Questa intercapedine piena di fluido si espande attorno al midollo spinale causando un danno ai nervi circostanti e coinvolge il controllo dei muscoli ed i sensori che rilevano il calore ed il dolore.

la sindrome di Arnold-Chiari


La sindrome di Arnold-Chiari, così chiamata in onore di Julius Arnold e Hans Chiari, i due medici che la descrissero, è un insieme di segni e sintomi associato a una rara malformazione della fossa cranica posteriore che normalmente contiene il tronco encefalico e il cervelletto. Se questa è poco sviluppata, le strutture encefaliche erniano (cioè escono dalla loro sede naturale) attraverso il forame magno (apertura alla base del cranio) ed entrano nel canale spinale. La malformazione di Arnold-Chiari può essere associata ad altre condizioni patologiche, quali il mielo-meningocele, la siringomielia, la spina bifida e l’idrocefalo. Si distinguono due tipi principali di malformazione di Arnold-Chiari, con diversa eziologia, età di comparsa e gravità: il tipo I ed il tipo II; esistono anche il tipo III e IV, ma sono molto gravi e per lo più incompatibili con il proseguimento della vita.
Nel tipo I erniano le tonsille cerebellari, che, poste al di sotto degli emisferi cerebellari si dislocano nella parte superiore del canale cervicale e possono spingersi fino a livello della I (atlante) o della II vertebra cervicale (epistrofeo). Solitamente si manifesta nel giovane adulto. In una quota variabile tra il 20 e l'85% dei casi è associata a siringomielia e ad anomalie ossee della base cranica.
Nel tipo II (malformazione di Arnold-Chiari propriamente detta) sono dislocati nel canale cervicale anche il verme e la parte inferiore degli emisferi cerebellari e il bulbo e si ha l'allugamento del IV ventricolo. Di solito si presenta già alla nascita, ed è associato alla spina bifida. Il tipo II è più grave e il trattamento è più difficile.
Nel tipo III si ha un vero e proprio encefalocele, cioè l'erniazione dell'encefalo e delle meningi, con gravi conseguenze sullo sviluppo del sistema nervoso.
Nel tipo IV si ha il mancato sviluppo delle strutture encefaliche.
La malformazione può essere asintomatica e può essere scoperta casualmente in corso di esami radiologici o per altri motivi. La sindrome di Arnold-Chiari è caratterizzata da segni e sintomi neurologici correlati e conseguenti alla sofferenza cerebellare (sindrome cerebellare), quali atassia, vertigini e nistagmo, all'alterazione della circolazione del liquor cefalo-rachidiano con aumento della pressione endocranica, quali la cefalea e la rigidità nucale, a fenomeni di compressione sulle strutture del tronco cerebrale e sui centri neurovegetativi, quali apnee notturne e aritmie cardiache, all'interessamento di nervi cranici, quali disfagia, disfonia, paresi della muscolatura estrinseca oculare, ipoacusia, a fenomeni di compressione sul midollo spinale, quali senso di debolezza muscolare (paresi), anestesia, disturbi del tono muscolare (spasticità), perdita della motilità fine, disfunzioni sfinteriche.
Nella maggior parte dei casi la malattia si manifesta in modo lento e progressivo. Nel 10% dei pazienti la sindrome compare improvvisamente. Il sintomo più comune è la cefalea suboccipitale che tende ad aumentare con l’esercizio fisico, con la tosse e con le variazioni di postura. Sono riferiti anche disturbi visivi, senso di pressione retroorbitaria, offuscamento della visuale, fotofobia, diplopia; oppure neuro-otologici, vertigini, alterazioni dell’equilibrio, tinnito, ipoacusia.
Nel tipo II la maggior parte dei pazienti sono bambini piccoli e la sindrome si manifesta in modo grave dopo la nascita, con deficit degli ultimi nervi cranici, turbe della deglutizione, stridore laringeo da paralisi delle corde vocali, disturbi cerebellari (opistotono, nistagmo, atassia), episodi di apnea da sofferenza del tronco encefalico. Successivamente si sovrappone una sindrome da ipertensione endocranica causata all´idrocefalo per compressione del IV ventricolo e delle vie liquorali.
La metodica d'eccellenza per lo studio della malformazione è la risonanza magnetica, che mostra con precisone la presenza e l'entità della dislocazione delle strutture della fossa cranica posteriore e l’eventuale idrocefalo associato. La tomografia computerizzata è più adatta allo studio delle malformazioni ossee associate.

La terapia, nei casi sintomatici è neurochirurgica, con decompressione suboccipitale, per aumentare lo spazio della fossa cranica posteriore, per decomprimere le strutture encefaliche che vi sono contenute e per normalizzare la circolazione del liquor cefalo-rachidiano. La sindrome di Arnold-Chiari può essere causa di grande invalidità per il paziente che può essere evitata con una diagnosi e un intervento precoce

http://www.aismac.org/


16/08/12

ESAME ECOCOLOR DOPPLER A MONSERRATO

AZIENDA OSPEDALIERO - UNIVERSITARIA
Presidio di Monserrato

S.S. 554 Km 4.500 (bivio Sestu)  
09042 Monserrato - Cagliari

 ESAME ECO COLOR DOPPLER
AL POLICLINICO UNIVERSITARIO
DI MONSERRATO 


PROF. ETTORE MANCONI
TEL. 070.51096414 oppure 070.51096578

ecocolor doppler a Cagliari


Apertura

L'attività del Centro si esplica, con orario continuato :
dal Lunedì al Venerdì
Dalle ore 8.00 alle ore 19.00 il Sabato
Dalle ore 8.00 alle ore 12.30
Modalità di prenotazione
Ad eccezione della radiologia tradizionale, gli esami diagnostici si effettuano solo su appuntamento.
E' possibile effettuare la prenotazione recandosi presso gli sportelli dell'accettazione;
telefonicamente ai numeri:
070 65 70 00 - 070 65 67 82

l'ecocolor doppler a Cagliari dal Dr. Deriu
 http://www.radiologiaderiu.com/

Sclerosi Multipla: a Siena esperti mondiali a confronto sul Metodo Zamboni

Sclerosi Multipla: a Siena esperti mondiali a confronto sul Metodo Zamboni

il dibattito scientifico tra gli esperti vascolari sul trattamento dell'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è ormai al centro dei principali congressi e convegni nonostante continui l'opposizione preconcetta e per certi versi ideologica da parte di alcuni neurologi, poco aperti a nuove teorie nella SM (soprattutto se non legate al concetto autoimmune della malattia da loro imparato sui banchi dell'Università), che purtroppo tanto ricordano l'atteggiamento che subì il famoso medico ungherese Ignác Semmelweis, per via della sua rivoluzionaria intuizione.





Fonte
:
http://adriatic-vascular-summit.org/docs/ETI-AVS%202012%20-%20Scientific%20Program%20as%20of%20August%2014%202012.pdf

la mia liberazione- 13/1/2011 sam

RIS e CIS


SCLEROSI M. E LA RICADUTA


SM PR


SM SP


SM PP


SMRR


MALATTIA DI DEVIC


Possibile biomarcatore per attività del natalizumab


MSIF Research News febbraio 2012
14/02/2012 
Possibile biomarcatore per attività del natalizumab
Questi dati, elaborati da un gruppo di ricerca francese, suggeriscono come il monitoraggio dell’espressione di CD49d può essere utilizzato come biomarcatore surrogato per valutare l’ efficienza del natalizumab. (Natalizumab è un anticorpo monoclonale per un antigene di leucociti chiamato integrina-4 di VLA-4 (CD49d)).
Gli autori hanno testato l'espressione di CD49d su cellule mononucleate del sangue periferico in una coorte di persone con SM in trattamento con natalizumab. Essi riferiscono che nella maggior parte delle persone (41/49), l’espressione è stata inibita dopo l'inizio del trattamento e si è mantenuta a bassi livelli. Tuttavia, in otto persone c'è stato un recupero precoce di espressione di CD49d a livelli di pre-trattamento legata allo sviluppo di NABs. Tre delle otto persone avevano livelli particolarmente elevati di NABs e il natalizumab non era rilevabile nel siero. Gli autori ritengono quindi che il monitoraggio dell’espressione di CD49d potrebbe fungere da biomarcatore surrogato per predire quali pazienti avranno una minor possibilità di beneficiare di natalizumab.
J Neurol Sci. 2012 Mar 15;314(1-2):138-42. Epub 2011 Nov 1. Defer G, Mariotte D, Derache N, Toutirais O, Legros H, Cauquelin B, Le Mauff B.

Lavoro iraniano sulle possibili correlazioni tra fatica, depressione e qualità di vita
Questo articolo iraniano esamina gli effetti della depressione e della fatica sulla qualità della vita delle persone con SM. Anche se tali studi sono stati riprodotti in molte altre parti del mondo, pochi sono i dati disponibili per il Medio Oriente. I risultati suggeriscono che la disabilità fisica correlata alla SM, la stanchezza e la depressione influenzano la qualità di vita delle persone con SM indipendentemente l'uno dall'altro. Gli autori concludono che efficaci interventi su fatica e depressione possono contribuire a migliorare la qualità di vita, indipendentemente dal tipo di malattia e dal livello di disabilità.
Eur J Neurol. 2012 Mar;19(3):431-7. doi: 10.1111/j.1468-1331.2011.03535.x. Epub 2011 Oct 4. Kargarfard M, Eetemadifar M, Mehrabi M, Maghzi AH, Hayatbakhsh MR. 

Nuova sequenza di risonanza per rilevare lesioni corticali nella SM
Il presente lavoro condotto da un gruppo di ricercatori di Boston, USA, valuta la concordanza tra operatori nel rilevamento delle lesioni corticali utilizzando una MRI 7 Tesla (T) Flash-T2 e una 3T DIR. In totale, quattro operatori indipendenti hanno contato e categorizzato le lesioni corticali, i risultati evidenziano che la riproducibilità tra operatori era migliore quando l’esame era effettuato con il 7T rispetto al 3T. Le lesioni subpiali erano rilevabili solo con il 7T. Gli autori concludono che il 7T FLASH-sequenza T2* rileva meglio le lesioni corticale (in particolare sottopiali). Gli autori suggeriscono che questa sequenza di risonanza magnetica farà parte di future linee guida per la sclerosi multipla.
J Magn Reson Imaging. 2012 Mar;35(3):537-42. doi: 10.1002/jmri.22847. Epub 2011 Nov 1. Nielsen AS, Kinkel RP, Tinelli E, Benner T, Cohen-Adad J, Mainero C.


8 febbraio 2012

Impatto della gravidanza sulla sindrome radiologicamente isolata (RIS)
Gli autori di questo studio avevano come obiettivo quello di valutare l'impatto della gravidanza sullo sviluppo di un evento clinico in donne che avevano ricevuto una diagnosi di sindrome radiologicamente isolata (RIS). Gli autori, conducendo una valutazione prospettica sulle donne con diagnosi di RIS e confrontando coloro che erano rimaste incinta con coloro che non avevano avuto gravidanze, hanno osservato un tempo di conversione ad un primo evento clinico neurologico più breve nel gruppo delle donne che era rimasta incinta. Pertanto gli autori concludono la ricerca affermando che la gravidanza potrebbe influenzare la conversione da RIS a CIS.
Lebrun C, Le Page E, Kantarci O, Siva A, Pelletier D, Okuda D. Mult Scler. 2012 Feb 2

Teriflunomide nella SM
Questa pubblicazione fa riferimento ai dati di follow-up provenienti da 147 persone che hanno partecipato allo studio di estensione con il teriflunomide al dosaggio di 7 mg al giorno o 14 mg al giorno nella SM. Dopo una durata media dello studio di 7,1 anni, la percentuale annuale di ricadute (ARR) era bassa, con una tendenza verso una ARR inferiore nel gruppo in trattamento con i 14 mg al giorno. Il 19% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, tra cui i più comuni erano le infezioni lievi, la stanchezza, i disturbi della sensibilità e la diarrea, non si sono verificate invece gravi infezioni opportunistiche, non si sono verificate interruzioni di trattamento in relazione alle infezioni. Né vi è stato un aumento significativo del tasso di tumori maligni nei  pazienti trattati. Complessivamente gli autori concludono che il profilo di sicurezza della teriflunomide è buono.
Confavreux C, Li DK, Freedman MS, Truffinet P, Benzerdjeb H, Wang D, Bar-Or A, Traboulsee AL, Reiman L, O'Connor P.  Mult Scler. 2012 Feb 3

Valutazione connettività nella SM
Questo interessante articolo francese è stato realizzato con l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale per confrontare i livelli locali e globali di connettività all'interno di varie reti tra soggetti sani e pazienti con iniziale sclerosi multipla recidivante-remittente in stato di riposo. Gli autori riportano che il livello globale di connettività a riposo è risultato significativamente aumentato nei pazienti rispetto ai controlli, in 7 reti su 8. I valori della MSFC erano correlati negativamente con l’aumento della connettività a riposo. Gli autori hanno quindi concluso che la riorganizzazione delle reti in stato di riposo è fortemente associato con la disabilità nelle prime fasi della sclerosi multipla e che queste sequenze di riorganizzazione potrebbero essere utili come biomarker per valutare l’attività precoce di malattia nella SMRR.
Faivre A, Rico A, Zaaraoui W, Crespy L, Reuter F, Wybrecht D, Soulier E, Malikova I, Confort-Gouny S, Cozzone PJ, Pelletier J, Ranjeva JP, Audoin B., Mult Scler. 2012 Feb 3.

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DEVO DEVO DEVO FARVI LEGGERE QUESTO


www.snoitalia.it/source/rivistasnopdf/Neurobiologia_n%203-4%202006.pdf

L'ecografia della tiroide


L'ecografia è una tecnica sicura, indolore, non invasiva, per ottenere una immagine della tiroide, senza l'uso di raggi X o l'iniezione di sostanze radioattive. Una piccola sonda invia e riceve ultrasuoni (suoni ad altissima frequenza che non possono essere uditi dall'orecchio umano) che vengono riflessi in misura diversa dalle strutture del corpo; viene appoggiata sul collo dopo avervi deposto una piccola quantità di gel conduttore. L'immagine viene catturata ed elaborata da un computer che la registrata come una fotografia.
Con l'ecografia si può:
- Misurare le dimensioni esatte della ghiandola, calcolarne il volume e valutare la risposta di una tiroide ingrandita al trattamento.
- Verificare la presenza di un nodulo, misurarlo nelle tre dimensioni, esaminarne le caratteristiche (solido, liquido, misto), i margini, i rapporti con le altre strutture.
- Valutare le risposta alla terapia di un sindolo nodulo.
- Seguire un paziente operato di tumore, per valutare una eventuale recidiva.
- Eseguire una biopsia guidata quando il nodulo è piccolo o vicino a struttura delicate quali arterie.
- Con la tecnica doppler associata all'ecografia si puo' studiare la vascolarizzazione della tiroide o di un singolo nodulo e trarne importanti informazioni circa la funzionalita' e l'attivita' metabolica.

La scintigrafia della tiroide


La tiroide produce ormoni che contengono nella loro molecola degli atomi di Iodio.
Avendo la necessità di disporre di questo prezioso elemento, la ghiandola lavora attivamente trattenendo dentro di sè la quasi totalità dello iodio che viene introdotto con la dieta.
Se viene somministrata una piccola quantità di Iodio radioattivo, questo viene assorbito dalla tiroide, che non lo riconosce diverso dallo iodio presente negli alimenti. Una macchina computerizzata (Scanner o Gamma camera) è capace di determinare la provenienza delle radiazioni e può fornire una immagine a colori differenziando le zone nelle quali si è avuta maggiore captazione dello Iodio (e quindi c'è una maggiore radioattività) da quelle nelle quali la captazione è stata inferiore. Si ottengono pertanto delle immagini nelle quali si ha un aspetto non solo  morfologico della ghiandola (come una fotografia), ma anche un aspetto funzionale (le zone più attive sono quelle nelle quali maggiore quantità di iodio tende ad essere utilizzata per produrre ormoni).
Per usi di routine, oggi non si usa più lo Iodio131, ma il Tecnezio99, una sostanza artificiale che viene captata dalla tiroide allo stesso modo dello iodio, ma che poi non rientra nella produzione ormonale. Il tecnezio offre alcuni vantaggi rispetto allo iodio, quali la minore quota di radiazioni assorbite, e consente una maggiore velocità di esecuzione dell'esame, essendo iniettato endovena.
Con la scintigrafia un nodulo può essere definito "freddo", se non capta la sostanza radioattiva, o "caldo" se invece la capta.
Alcuni esempi di scintigrafia.
normale
nodulo "freddo"
nodulo "caldo"

L'agoaspirato tiroideo

 Che cos'è

Con la scintigrafia si può valutare se un nodulo tiroideo è funzionante e quindi "caldo" (se capta l'isotopo radioattivo somministrato) o se è "freddo" (se non lo capta).
Con l'ecografia si possono studiare le dimensioni del nodulo, la sua struttura, se è solido, liquido o misto, ed i suoi rapporti con le strutture circostanti.
Con le analisi del sangue si può vedere se il quantitativo di ormoni circolante è normale, aumentato (ipertiroidismo) o ridotto (ipotiroidismo).

Nessuna di queste indagini però ci può dire se un nodulo è benigno o è un tumore.
L'agoaspirato è in grado di rispondere a questa domanda.


Come si esegue

Dopo avere disinfettato la cute del collo, si inserisce, sotto controllo ecografico, un ago molto sottile, di diametro di solito 0, 7 mm (22G) o 0,6 mm (23G); con l'ecografo si segue il percorso dell'ago e si controlla che la punta abbia raggiunto la parte del nodulo che si vuole analizzare; con una siringa da 20 cc si determina una depressione e si aspira una minima quantità di materiale, che viene poi strisciato su vetrini per essere successivamente colorato ed analizzato al microscopio.
La sonda ecografica da 7,5 MHz ad alta risoluzione utilizzata per l'agoaspirato. L'ago viene inserito in una apposita guida che gli fa percorrere una linea predeterminata fino a giungere al punto stabilito per l'aspirazione.

Noduli della tiroide

Che cosa sono ?

I noduli sono dei rigonfiamenti localizzati all'interno della tiroide; non sono per nulla rari nella popolazione più anziana, particolarmente nelle donne, e possono essere di dimensioni molto varie, da pochi millimetri ad oltre dieci centimetri.
Può essere presente un nodulo singolo nella ghiandola, oppure possono esserci più noduli nell'ambito di una tiroide ingrandita ("gozzo multinodulare").
Dal punto di vista della natura i noduli possono essere distinti in:

- cisti a contenuto liquido;
- noduli degenerativi;
- adenomi;
- tumori maligni.
Qual'è la causa che li determina ?
La tiroide diventa più grande e tende a formare noduli quando funziona male, sia per carenza di iodio nella dieta, sia per turbe enzimatiche su base ereditaria.
Come si manifestano ?
Nella maggior parte dei casi non determinano alcuna sintomatologia locale e possono essere riscontrati casualmente; altre volte, quando le dimensioni sono maggiori, si rendono facilmente visibili deformando il profilo del collo e possono  determinare fenomeni di compressione sulle strutture del collo (vasi, trachea, esofago), con fastidi nella respirazione, nella deglutizione o e nella voce.
Nodulo caldo o freddo ?
Con la scintigrafia è possibile differenziare i due tipi di noduli:
Un nodulo che capta l'isotopo radioattivo somministrato e che pertanto si colora nella mappa è un nodulo "caldo", ed è un nodulo che produce ormoni tiroidei. Questo nodulo può determinare ipertiroidismo ed è benigno nella quasi totalità dei casi.
Un nodulo che invece non capta l'isotopo radioattivo produce nella mappa una area non colorata ed è "freddo", non producendo ormone tiroideo. Il 5% circa dei noduli freddi è un tumore maligno.

Come si fa la diagnosi di natura di un nodulo ?

Con la scintigrafia si vede se un nodulo è freddo o caldo.
Con l'ecografia si studiano le dimensioni, i margini, i rapporti e la struttura del nodulo.
Con l'agoaspirato si studia la natura del nodulo.

Come sono le analisi di laboratorio?

Le analisi di laboratorio possono essere assolutamente normali anche in presenza di noduli singoli o multipli, piccoli o enormi.
I noduli caldi determinano un abbassamento del TSH con un incremento o meno degli ormoni tiroidei in caso di ipertiroidismo più o meno evidente.
In un particolare tipo di nodulo maligno (carcinoma midollare) è aumentata la calcitonina.

Come si curano ?
Un nodulo diagnosticato come benigno, che non determina alterazioni ormonali o fenomeni compressivi o un danno estetico, può non richiedere alcuna terapia, ma essere solo seguito nel tempo.
Un nodulo in una tiroide aumentata di volume in un giovane può essere trattato con terapia soppressiva con tiroxina.
Un nodulo cistico, cioè contenente liquido, può essere curato con l'aspirazione.
Un nodulo che determina compressione sulle strutture limitrofe, un nodulo caldo nella fase di ipertiroidismo, un nodulo sospetto o francamente tumorale richiede invece l'intervento chirurgico.

Sclerosi Multipla: da Buffalo uno studio sul liquido cefalorachidiano

pubblicata da A. R. su fb.

Sclerosi Multipla: da Buffalo uno studio sul liquido cefalorachidiano



E' stato pubblicato sulla rivista medica Journal of Magnetic Resonance Imaging un interessante studio intitolato "Cine-immagini del liquido cefalorachidiano nella sclerosi multipla".

Alcuni ricercatori dell'Università di Buffalo, coordinati dal dr. Christopher Magnano e dal dr. Robert Zivadinov, hanno indagato la dinamica del liquido cefalorachidiano (CSF) nell'acquedotto di Silvio dei pazienti con sclerosi multipla (SM) e nei controlli sani (HC) con cine-immagini a contrasto di fase.

Sono stati esaminati in tutto 67 pazienti con sclerosi multipla (48 con SM recidivante-remittente [RR] e 19 con SM secondariamente progressiva [SP]), nove pazienti con sindrome clinicamente isolata (CIS), e 35 controlli sani, abbinati per sesso ed età. Il flusso del liquido cefalorachidiano e le misure di velocità sono stati quantificati usando un metodo semiautomatico e confrontati con gli esiti clinici della malattia e di risonanza magnetica (MRI).

Un flusso netto di liquido cefalorachidiano significativamente diminuito è stato rilevato in pazienti con sclerosi multipla rispetto ai controlli sani (-3,7 contro -7,1 pl / battito, P = 0.005). C'era una tendenza per un aumento del flusso netto positivo tra i pazienti SP, RR e CIS. L'alterazione del flusso del liquido cefalorachidiano e delle misure di velocità sono stati associati con volumi più severi delle lesioni in T1e in T2, con volumi ventricolari laterali e del quarto, e con la larghezza del terzo ventricolare nei pazienti con SM e CIS (P

Al termine dello studio, secondo gli autori, le dinamiche di flusso del liquido cefalorachidiano sono alterate nei pazienti con sclerosi multipla. Risultati clinici e di risonanza magnetica più severi nei pazienti con SM  RR e nei pazienti con CIS riguardano l'alterato flusso del liquido cefalorachidiano e le misure di velocità.


Fonte: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jmri.23730/abstract;jsessionid=88D945C03B35A01D27568FDF9EDEFCCF.d03t04