CONTATORE PERSONE

30/12/13

I problemi intestinali e i problemi della vescica

I problemi della vescica urinaria includono la necessità di minzione frequente e/oppure impellente, svuotamento incompleto oppure a volte incompleto ed inappropriato . Le disfunzioni della vescica si manifestano in almeno l'80% dei pazienti con la SM. Si verificano perché la SM blocca o ritarda la trasmissione dei segnali nervosi nelle aree specifiche del sistema nervoso centrale dove avviene il controllo della muscolatura vescicale (muscolo estrusore) e dello sfintere uretrale. I sintomi vescicali comprendono l'urgenza minzionale (“minzione imperiosa”), l'aumentata frequenza, la difficoltà a iniziare a urinare, la nicturia (l'aumentata frequenza notturna delle minzioni) e l'incontinenza urinaria. Questi sintomi possono essere causati da una vescica che si contrae eccessivamente e quindi non trattiene la normale quantità di urina o da una vescica che non si svuota adeguatamente e quindi trattiene l'urina. La ritenzione urinaria può condurre a complicanze come infezioni vescicali ripetute, calcoli renali o danni renali causati da infezioni che “risalgono” dalla vescica ai reni.
I problemi intestinali includono costipazione e, infrequentemente, perdita di controllo dello sfintere. Disturbi gastrointestinali, quali stipsi (costipazione) o diarrea, non sono rari tra i pazienti con la SM. La stipsi in particolare si manifesta a causa della diminuita motilità del tratto intestinale, della diminuita mobilità in generale e della scarsa assunzione di liquidi. La costipazione può essere causata anche da alcune medicine come gli antidepressivi o quelle usate per il controllo delle disfunzioni vescicali. Le disfunzioni dell'intestino possono essere semplicemente fastidiose oppure condizionare pesantemente la vita dell'individuo e possono infine aggravare altri sintomi tipici della SM come la spasticità o le disfunzioni vescicali. Impotenza, eccitazione sessuale, perdita di sensazione. Sia negli uomini che nelle donne con SM i problemi sessuali sono comuni. Essi possono essere dovuti sia a cause organiche (gli effetti dell'alterata conduzione degli impulsi nervosi a livello dei centri che controllano la funzione degli organi sessuali), sia agli effetti psicologici prodotti dai cambiamenti fisici che si possono verificare nella SM. È difficile fornire una percentuale esatta delle persone con SM che hanno difficoltà sessuali a causa dei punti di vista diversi con cui l'argomento può essere affrontato. Tra i sintomi che più frequentemente vengono riportati vi sono la perdita di sensibilità nell'area genitale, la perdita di libido, l'incapacità di raggiungere o mantenere l'erezione e la perdita di capacità orgasmica. Possono interferire con la funzione sessuale anche altri sintomi causati dalla SM come la fatica, gli spasmi incontrollabili alle gambe, le sensazioni anormali o dolorose nell'area genitale, l'incontinenza urinaria. I fattori psicologici collegati ai cambiamenti nella funzione sessuale sono piuttosto complessi e possono coinvolgere cambiamenti nella visione del proprio corpo, perdita dell'autostima, depressione, ansietà, rabbia e/o stress per il dover accettare una malattia cronica.

<<Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo e informativo: non costituiscono e non provengono né da prescrizione né da consiglio medico.>>

SPASMI - SPATICITA'

 
 

L'alterato tono muscolare può produrre spasticità o rigidità muscolare che può impedire la deambulazione La spasticità , cioè un aumento anormale del tono muscolare a riposo, é uno dei sintomi più debilitanti della SM. I meccanismi per cui ciò si verifica non sono totalmente compresi. La spasticità può essere leggera e indurre una sensazione di rigidità e intorpidimento dei muscoli o può essere così grave da produrre spasmi incontrollati, anche dolorosi, delle estremità. La spasticità può anche causare sensazioni di dolore o rigidità all'interno o intorno alle articolazioni e può anche provocare dolore alla parte bassa della schiena. In alcuni casi comunque la spasticità rende le gambe più rigide e in effetti aiuta a stare in piedi, spostarsi o camminare <<Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo e informativo: non costituiscono e non provengono né da prescrizione né da consiglio medico.>>

IL TREMORE E LA SM

Tremore (È uno dei sintomi più disabilitanti della SM.

Può apparire in varie forme colpendo le persone in maniera più o meno intensa. 

google.com, pub-0399915301528270, DIRECT, f08c47fec0942fa0
La forma più comune di tremore che si verifica (generalmente la più invalidante) é chiamata tremore intenzionale, che si manifesta a livello di un arto quando esso viene usato per un movimento intenzionale , ad es. per raggiungere un oggetto. 

Si può avere anche il tremore posturale che si verifica quando un arto del corpo viene sostenuto contro la forza di gravità . 

Il tremore compare a causa delle placche lungo le vie nervose complesse responsabili della coordinazione dei movimenti. Il tremore é considerato dai medici come uno dei sintomi più DIFFICILI DA TRATTARE. 
Essendo fortemente influenzato dagli stati emotivi, il tremore trae giovamento dai sedativi, in particolare dalle benzodiazepine (es. diazepam, clonazepam). 

Il tremore prevalentemente o esclusivamente posturale risponde di solito ad associazioni farmacologiche quali meprobamato e primidone a dosi gradualmente crescenti.)

<<Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo e informativo: non costituiscono e non provengono né da prescrizione né da consiglio medico.>>

11/12/13

Medicine complementari:riducono la spesa sanitaria e allungano la vita

Un recente studio pubblicato sull’European Journal of Health Economics mostra come le medicine alternative, o complementari, pesino meno sul bilancio della spesa sanitaria e, in più, abbassino il tasso di mortalità

La prescrizione di medicine complementari da parte di medici con questo tipo di formazione permetterebbe di ridurre la spesa sanitaria e il tasso di mortalità

È un po’ come dire “prendere due piccioni con una fava”, rivolgersi alle medicine complementari, altresì conosciute come alternative o naturali. Per curare, laddove possibile, piccoli e grandi malesseri spesso si può ricorrere a rimedi più dolci e in linea con il proprio essere. Ridurre l’impatto sul fisico e limitare gli effetti collaterali. In questo modo si possono ottenere benefici personali, allungare la vita e ridurre la spesa sanitaria, secondo un recente studio apparso sulla rivista European Journal of Health Economics.

Per concludere che le medicine complementari possono apportare questi vantaggi i ricercatori olandesi, dottori Peter Kooreman ed Erik W. Baars, hanno analizzato i dati assicurativi di circa 150mila persone relativi a 3 anni –  nello specifico dal 2006 al 2009.Oggetto di approfondita analisi sono stati il costo del medico di medicina generale, le cure ospedaliere, la spesa farmaceutica e quella per attività paramediche. Infine sono state tenute in conto le date di nascita e morte degli assicurati.Dai dati raccolti è emerso come i pazienti di quei medici che hanno maturato anche una formazione in medicina complementare presentassero un tasso di mortalità inferiore e fino al 30%. Al contempo vi era una analoga riduzione della spesa per le cure, con percentuali che cambiano in relazione alla fascia di età e al tipo di medicina complementare utilizzata.

A giustificare la riduzione della spesa sanitaria vi sarebbero un numero inferiore di ricoveri ospedalieri e un naturale ridotto ricorso ai medicinali da prescrizione. Quello che se ne deduce è che i medici che abbiamo seguito una formazione in medicine complementari tenderebbero a privilegiare la prevenzione e a promuovere la salute invece che ricorrere a trattamenti farmacologici intensivi, senza motivate ragioni.«I dati dello studio – ha dichiarato Alessandro Pizzoccaro, presidente di GUNA S.p.a., azienda specializzata nel settore delle medicine complementari – offrono alla classe politica un importante spunto di riflessione sulla necessità di promozione di un sistema sanitario basato su un rapporto costo/benefici più favorevole, grazie all’integrazione tra medicina tradizionale e complementare. In questo senso la preparazione dei medici diventa essenziale ed è fondamentale intervenire anche sul sistema universitario italiano che ancora oggi non è strutturato con un’adeguata offerta formativa: la maggior parte dei corsi e dei master Universitari in Medicina – conclude Pizzoccaro – è ancora frutto della collaborazione tra aziende come GUNA e associazioni scientifiche tra le quali l’AIOT [Associazione Medica Italiana di Omotossicologia], invece di essere parte integrante dei programmi Ministeriali».

Ecco dunque un motivo, anzi due, in più per rivolgersi alle medicine complementari, laddove sia possibile prevenire e curare, e sotto il consiglio e la guida di un medico esperto. In questo modo potremmo avere la possibilità di stare bene in modo meno invasivo e contribuire alla riduzione della spesa sanitaria globale.

Achille Daga

LE ALTERAZIONI METABOLICHE

MOLTISSIMI STUDI SVOLTI FINO AD OGGI CONFERMANO CHE GLI INDIVIDUI COLPITI DALLA SINDROME METABOLICA HANNO PROBLEMI VASCOLARI, DUNQUE QUESTO STUDIO È LA CONFERMA  DELLA CCSVI.

ERO CONVINTO, ORA NE SONO CERTO, LA SCLEROSI MULTIPLA È UN DISORDINE METABOLICO, I NEUROLOGI NON POSSONO PIÙ IGNORARE E CONTINUARE A SOSTENERE LE SECOLARI IPOTESI EZIOPATOGENETICHE (GENETICA, VIRALE E IMMUNOLOGICA).

L’alterazione del metabolismo energetico delle “cellule regolatorie”, che proteggono dalle malattie autoimmunitarie, potrebbe essere alla base della sclerosi multipla

L’alterazione delle cellule causerebbe la sclerosi multipla. Uno studio del CNR di Napoli e dell’Università di Salerno ha dimostrato che la patologia è associata a una eccessiva stimolazione nelle cosiddette cellule T, che ci proteggono dalle malattie autoimmunitarie. Questo fenomeno determina un “esaurimento funzionale” che comporta un’alterata capacità, da parte di queste cellule, di crescere e controllare l’infiammazione che distrugge la guaina mielinica.
SI È INOLTRE EVIDENZIATO CHE LA CRESCITA DIMINUIVA ALL’AUMENTARE DELLA GRAVITÀ CLINICA DELLA MALATTIA E QUINDI CIÒ COMPORTEREBBE UNO STRETTO LEGAME TRA IL METABOLISMO, UNA RIDOTTA FUNZIONE DI QUESTE CELLULE E IL PROGREDIRE DELLA SM.

In uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Medicine, i ricercatori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno e dell’Istituto di Endocrinologia e Oncologia Sperimentale (IEOS) del CNR di Napoli, coordinati dal Prof. Giuseppe Matarese, Ordinario di Patologia Generale, hanno caratterizzato le alterazioni metaboliche delle “cellule regolatorie” alla base della disfunzione immunitaria responsabile della sclerosi multipla.

Le malattie autoimmunitarie ed infiammatorie croniche sono spesso molto invalidanti e portano alla distruzione da parte del sistema immunitario dei costituenti propri del nostro organismo, a causa della perdita dei meccanismi di “tolleranza immunologica” nei confronti del “se”. Per esempio, nella sclerosi multipla si osserva l’attacco della mielina, responsabile di una appropriata conduzione degli impulsi nervosi, la cui distruzione determina la comparsa di manifestazioni neurologiche di diverso grado, dalla debolezza muscolare alla perdita del controllo dei movimenti fino alla paralisi. Nonostante i grandi passi avanti nella comprensione delle cause di questa patologia, l’intimo meccanismo che porta alla perdita della “tolleranza immunologica”  non è stato ancora identificato completamente. Negli ultimi anni la ricerca scientifica si è concentrata sullo studio di una popolazione linfocitaria di “cellule sentinella” (dette cellule “T regolatorie, Treg”) che ci protegge dalle malattie autoimmunitarie, inclusa la sclerosi multipla.

La ricerca ha dimostrato che vi è una eccessiva stimolazione del metabolismo energetico intracellulare nelle cellule T regolatorie dei pazienti con sclerosi multipla.Questo fenomeno determina un “esaurimento funzionale” che comporta un’alterata capacità, da parte di queste cellule, di crescere e controllare l’infiammazione che distrugge la guaina mielinica. Inoltre è stato evidenziato che la crescita delle cellule T regolatorie diminuiva all’aumentare della gravità clinica della malattia, svelando anche un legame stretto fra il metabolismo, la ridotta funzione delle cellule T regolatorie e la progressione della sclerosi multipla. Questo aspetto suggerisce di utilizzare questo parametro come indice prognostico per l’identificazione precoce dell’andamento clinico della malattia, la cui evoluzione è spesso imprevedibile alla diagnosi. Infine, i risultati di questo studio potrebbero aiutare a comprendere il perché la sclerosi multipla è molto più comune nei paesi ricchi ed opulenti, dove si registra una “pressione metabolica” nettamente maggiore rispetto a quella riscontrata nelle società meno avanzate. 

Il lavoro - che vede coinvolte anche le Dr.sse Fortunata Carbone (IEOS-CNR) e Veronica De Rosa (IRCCS-Fondazione Santa Lucia e IEOS-CNR), ed è finanziato principalmente dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) e dall’European Research Council (ERC) - è il frutto di una estesa collaborazione di enti di ricerca nazionali (Università degli Studi di Salerno, IEOS-CNR, IRCCS-Fondazione Santa Lucia, Università di degli Studi di Napoli “Federico II” e IRCCS-MultiMedica) e internazionali (University of California Los Angeles, UCLA).

Lo studio è stato possibile grazie ai finanziamenti di: Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), European Union IDEAS Programme European Research Council (ERC) Starting Grant “menTORingTregs”, Ministero della Salute e il MIUR col Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base (FIRB).

Studio pubblicato su Nature Medicine - 9 Dicembre 2013:
Regulatory T cell proliferative potential is impaired in human autoimmune disease

Fortunata Carbone1,2,9, Veronica De Rosa1,3,9, Pietro B Carrieri4, Silvana Montella4, Dario Bruzzese5, Antonio Porcellini6, Claudio Procaccini1,2, Antonio La Cava7 & Giuseppe Matarese2,8

1Laboratorio di Immunologia, Istituto di Endocrinologia e Oncologia Sperimentale, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IEOS-CNR), Napoli, Italy.
2Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Salerno, Baronissi Campus, Baronissi, Salerno, Italy.
3Unità di NeuroImmunologia, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Fondazione Santa Lucia, Roma, Italy.
4Dipartimento di Neuroscienze, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italy.
5Dipartimento di Scienze Mediche Preventive, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italy. 6Dipartimento di Biologia, Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italy.
7Department of Medicine, David Geffen School of Medicine, University of California–Los Angeles, Los Angeles, California, USA.
8IRCCS MultiMedica, Milano, Italy.
9These authors contributed equally to this work.


Achille Daga
FONTE:



Sclerosi Multipla - Fare il pieno di proteine con la dieta vegetariana

A molti vegetariani sarà capitato di sentirsi dire:“Ma se non mangi carne, come fai per le proteine?”, come se le proteine fossero contenute solo nella carne.In realtà, come spiego nella mia tele-conferenza“Vegetariano è possibile”,  una dieta vegetariana o vegana è in grado di fornirti tutte le proteine di cui hai bisogno, a patto però che sia completa ed equilibrata!!.
Cosa sono e a cosa servono le proteine.
La principale funzione delle proteine è quella di fare da mattoni per la costruzione e rigenerazione dei tessuti. Si tratta di molecole complesse, costituite da unità più semplici: gli amminoacidi.Esistono 20 tipi di amminoacidi, ognuno dei quali svolge una funzione specifica ed è quindi assolutamente necessario.Gli amminoacidi si dividono in “essenziali” e “non essenziali”, perché l’organismo umano è capace di produrre da sé 12 tipi di amminoacidi (i non essenziali), dunque i restanti 8 (gli essenziali) per essere a disposizione del corpo umano devono necessariamente essere assunti con il cibo.Le proteine che assumiamo con l’alimentazione non sono usate così come sono, ma devono prima essere scisse nei singoli amminoacidi che le compongono. Si forma così il “pool amminoacidico”, una “riserva” contenente tutti i 20 amminoacidi da cui l’organismo attinge per sintetizzare le proteine di cui ha effettivamente bisogno.Quindi riassumendo: dal cibo che mangiamo otteniamo le proteine, le proteine sono scisse in amminoacidi, gli amminoacidi confluiscono nel pool amminoacidico, il corpo umano attinge dal pool amminoacidico e sintetizza le proteine di cui ha bisogno.Il fabbisogno quotidiano di proteine è stimato in circa 0,8 grammi per chilogrammo al giorno, corrispondenti all’incirca al 10% del fabbisogno calorico giornaliero.
La dieta vegetariana/vegana fornisce tutte le proteine di cui si ha bisogno?
Si, perché ogni alimento vegetale ha in sé tutti gli amminoacidi essenziali. Attenzione, perché spesso nello stesso alimento vegetale non tutti gli amminoacidi essenziali sono presenti in quantità elevate, per questo una dieta vegetariana è equilibrata dal punto di vista proteico solo se è variegata.Ad esempio, i legumi contengono solitamente basse quantità dell’amminoacido METIONINA (ad eccezione della soia), mentre i cereali contengono minori quantità dell’amminoacido LISINA: è evidente che combinando cereali e legumi otterremo tutti gli amminoacidi di cui avremo bisogno, senza dover ricorrere a fonti animali di proteine.
Non si rischiano carenze di proteine nobili?
Le proteine cosiddette “nobili” altro non sono che le proteine animali, cioè le proteine contenute nella carne. La loro peculiarità  è quella di contenere tutti gli amminoacidi essenziali in elevate quantità, a differenza delle proteine vegetali che ne contengono in sufficienti quantità solo alcuni.  Ma come abbiamo visto una dieta vegetariana variegata assicura il fabbisogno di tutti gli amminoacidi di cui l’organismo necessita.Non dimentichiamo inoltre che i “vegetariani”, a differenza dei “vegani”, mangiano uova e latticini, cioè alimenti ricchi di proteine animali.
Ma per non incorrere in carenze, bisogna assumere a ogni pasto tutti i tipi di amminoacidi?
Una qualunque combinazione di cereali e legumi, come la classica “pasta e fagioli”, ha in sé tutti i cosiddetti amminoacidi essenziali. Ma non è necessario assumerli tutti in unico pasto.Infatti il nostro organismo fa confluire tutti gli amminoacidi in un’unica riserva, il “pool amminoacidico”, che dura anche diversi giorni.La regola è: non consumare sempre gli stessi alimenti (ad esempio solo riso e grano come cereali, o solo ceci come legumi) ma mangiare tutto quello che la natura ci offre, in modo che gli alimenti si compensino gli uni con gli altri.
Se sei interessato ad approfondire questo ed altri importanti temi della dieta vegetariana, ti consiglio “Vegetariano è possibile“, la mia tele-conferenza in cui spiego come organizzare ottimi pasti vegetariani o vegani (dolci compresi!) equilibrati e salutari, anche se non sai nulla di nutrizione e non sai cucinare!

La tele-conferenza è distribuita gratuitamenteCLICCA QUI E SCARICA ORA LA TUA COPIA .....................
Vegetariani, attenzione alla vitamina B12!
  
Dove si trova la Vitamina B12?
Cos’è di preciso, e perché se sei vegetariano te ne devi preoccupare?
Clicca qui e scarica GRATIS!


Achille Daga

NON VI PRESCRIVONO IL SATIVEX

 ANDATE A DENUNCIARLI.. <omissione d'atti d'ufficio.>


Consiglio Superiore della Magistratura - denunciateli per "omissione d'atti d'ufficio". 

http://www.csm.it/

 NON VI PRESCRIVONO IL SATIVEX- ADESSO BASTA....

Un medico è tenuto per legge a prescrivere qualsiasi farmaco presente in farmacia e approvato dallo stato, in caso contrario va segnalato immediatamente alla magistratura, per favore basta con la storiella dei dottori che non vogliono prescrivere, e comunque in Italia ci sono migliaia di dottori pronti a farlo.

(E IN QUESTO CASO ... ESISTE GIA' NELLA FARMACIA OSPEDALIERA. STEFANIA MELIS)

10/12/13

benvenuti .

benvenuti  .
RICORDIAMO la prima cosa e' IL RISPETTO



PSA

È un esame che possono fare tutti?
Il PSA si prescrive solo agli uomini perché è un indicatore di possibili malattie dellaprostata, organo esclusivamente maschile. È indicato a chi ha avuto una diagnosi ditumore alla prostata per tenere sotto controllo la malattia e in chi ha disturbi che ne fanno sospettare la presenza.Il suo uso per la diagnosi precoce in persone senza sintomi, cioè come test discreening, è invece discusso, ma la maggior parte degli esperti concordano che non è mai indicato oltre i 70 anni di età; sotto i 50 anni alcuni lo consigliano solo se ci sono stati in famiglia altri casi della stessa patologia.
È bene inoltre sapere che i valori crescono naturalmente con l'età e in presenza di ipertrofia benigna della prostata, una condizione estremamente comune.
Gli individui di origine africana tendono inoltre ad avere livelli più alti di PSA, al contrario degli asiatici che in genere li hanno più bassi, così come gli obesi più gravi.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare all'esame?Per ridurre il rischio di errore dell'esame è importante non effettuare il prelievo se si ha un'infezione delle vie urinarie in corso. Non bisognerebbe avere svolto un'intensa attività fisica né sessuale nelle 48 ore precedenti all'esame, perché entrambe queste condizioni possono innalzare i livelli del PSA nel sangue. Valori sopra la norma possono essere dovuti anche a un'esplorazione rettale eseguita dal medico nell'ultima settimana o a una biopsia della prostata nelle ultime sei.Al contrario, alcuni farmaci o prodotti di erboristeria per la cura della prostata possono mascherare livelli alterati di PSA, per cui è importante segnalare al medico la loro eventuale assunzione.

07/12/13

la ccsvi a NICHELINO


Le barriere architettoniche

L'eliminazione delle barriere architettoniche è un diritto del cittadino sancito dalla Costituzione.

Per barriere architettoniche s'intendono tutti gli ostacoli che non permettono la completa mobilità alle persone temporaneamente o permanentemente come ad esempio elementi architettonici (parcheggi, porte, scale, corridoi), oggetti ed arredi (lavandini, armadi, tazze WC), mancanza di accorgimenti (scorrimano, segnaletica opportuna) o elementi che possono essere causa di infortuni (materiali sdrucciolevoli, porte in vetro non evidenziate, spigoli vivi).
Secondo una ricerca realizzata dall'Unione Europea, ca. il 20% della popolazione nella stessa Unione, è investita in modo più o meno diretto dalla limitazione derivante dalla presenza di barriere. Sono persone con handicap fisici permanenti, anziani con difficoltà deambulatoria, persone obese, genitori con i passeggini e altre ancora le persone praticamente "discriminati" a causa della presenza di barriere architettoniche che impediscono la loro partecipazione a varie occasioni della vita sociale.
Costruzioni senza barriere oggi giorno dovrebbero essere una cosa ovvia.
Non approfittano soltanto persone portatori di handicap e anziani di una pianificazione senza barriere, ma anche famiglie con bambini in passeggino o carrelli della spesa e persone con ridotte capacità motorie temporanee

Barriere ergonomiche


Aiuti inadeguati o mancanti su porte, mobili, in bagno, scale troppo lunghe senza possibilità di seduta, nessuna possibilità di seduta in doccia ecc. possono essere eliminati con ausili adeguati.

Barriere sensoriali


Predisposizioni con scarsa visibilità e poco chiare come informazioni difficilmente leggibili, illuminazione insufficiente, colori poco contrastanti, nessun indicazione visiva per chi ha problemi di udito ecc.... spingono a considerare diversi sensi e dare peso a predisposizioni chiari e sensate.

Barriere orizzontali



Passaggi insufficientemente larghi come porte e corridoi stretti rappresentano un'altra barriera. Tutti gli ambienti dovrebbero essere accessibili per persone con capacità motorie ridotte che utilizzano ausili specifici e per sedie a rotelle.

Barriere antropometriche



Elementi di commando come maniglie, lavabi sono montati troppo alti/bassi, informazioni visive campanelli e targhette troppo piccole sono applicate ad altezze sbagliate. Bisogna prevedere l'altezza di montaggio esatta.

Barriere ambientali

Spazio di manovra insufficiente come ambienti troppo piccoli, poco spazio davanti ai lavabi e credenze, troppi mobili ecc. impediscono il movimento. È da considerare il bisogno di spazio maggiore.


Barriere verticali




Dislivelli sono un ostacolo soprattutto per persone anziane o in sedia a rotelle (scalini, marciapiedi, soglie ecc.). Di base bisognerebbe costruire senza soglie e prevedere rampe o sistemi di trasporto meccanici per il superamento di dislivelli.

06/12/13

UNA DIETA PRIVA DI GLUTINE PER MANTENERE L'INTEGRITÀ ENDOTELIALE

DR. DAVID HUBBARD: UNA DIETA PRIVA DI GLUTINE PER MANTENERE L'INTEGRITÀ ENDOTELIALE E UNA BARRIERA EMATO-ENCEFALICA SANA

  
Achille Daga
ATTENZIONE!

I NEUROLOGI AI NEODIAGNOSTICATI DI SCLEROSI MULTIPLA FANNO FARE GLI ESAMI PER LA CELIACHIA PERCHÈ SANNO BENE CHE IL GLUTINE PROVOCA DANNI ALL'ENDOTELIO E ALLA BARRIERA EMATO-ENCEFALICA, TUTTO TORNA!

CHE DIAVOLO FA IL GLUTINE AL CERVELLO?

Zonulin e glutine: il link alla barriera emato-encefalica


Dr. David Hubbard ha discusso la ricerca in zonulina nella sua presentazione alla conferenza Hubbard Foundation. Come molti di voi sanno, la Fondazione Hubbard raccomanda una dieta priva di glutine per mantenere l'integrità endoteliale e una barriera emato-encefalica sano.
http://www.hubbardfoundation.org/nutrition

Un altro neurologo di nome David - Dr. David Perlmutter - raccomanda anche una dieta priva di glutine. Ecco il suo libro appena uscito, Grano Cervello   
http://drperlmutter.com/about/grain-brain-by-david-perlmutter/

Quindi, qual è il glutine? Il glutine è un particolare tipo di proteina che si trova comunemente in segale, frumento e orzo. Pertanto, si trova nella maggior parte dei tipi di cereali e in molti tipi di pane. Non tutti gli alimenti della famiglia del grano, tuttavia, contengono glutine.Esempi di cereali e semi che non hanno glutine comprendono riso selvatico, mais, grano saraceno, miglio, amaranto, quinoa, teff, avena, soia e semi di girasole.

Se siete come me, probabilmente avete chiesto, "Che diavolo fa glutine hanno a che fare con il cervello?"
Beh, c'è un collegamento molto interessante, ed è basato sulla ricerca svolto presso l'Università del Maryland su una proteina chiamata zonulina.



Zonulin è aumentata nel nostro sangue quando mangiamo alimenti che contengono glutine -
http://journals.lww.com/jpgn/Fulltext/2005/10000/Effect_of_Gluten_Containing_Diet_on_Serum_Zonulin.232.aspx

ANCHE SE NON AVETE CELIACHIA O allergia al glutine, zonulina vi riguardano.

Zonulin lavora come gatekeeper nell'intestino e anche nella barriera emato-encefalica.   La zonulina più hai nel sangue, il più permeabile giunzioni strette dei vostri vasi sanguigni diventano.  Non è una buona cosa, se vogliamo mantenere un rivestimento sano nelle nostre viscere, e la barriera emato-encefalica.

Quindi, il messaggio di base è ... cercare di non mangiare alimenti che contengono glutine. Se PWM hanno un sistema venoso che reflussi e crea infiammazione, abbiamo bisogno di fare tutto quanto in nostro potere per mantenere i vasi sanguigni sani, forti e non-permeabile. Ed evitando glutine e la zonulina crea, è una cosa fantastica da fare!


Ricercatori trovano aumento dei livelli di zonulina tra i pazienti con malattia celiaca
I ricercatori dell'Università del Maryland School of Medicine hanno scoperto che la proteina umana zonulina, che regola la permeabilità dell'intestino, è a livelli aumentati durante la fase acuta della malattia celiaca. La scoperta suggerisce che i livelli aumentati di zonulina sono un fattore che contribuisce allo sviluppo della malattia celiaca e altri disordini autoimmuni come diabete insulino-dipendente, sclerosi multipla, artrite andrheumatoid. I risultati sono pubblicati nel 29 aprile della rivista Lancet.

"Zonulin funziona come il conduttore di traffico o il guardiano dei tessuti del nostro corpo," dice l'autore Alessio Fasano, MD, professore di pediatria e fisiologia presso l'Università del Maryland School of Medicine, e direttore di Gastroenterologia Pediatrica e Nutrizione presso l'Università del Maryland Hospital for Children. "La nostra più grande gateway è l'intestino con i suoi miliardi di cellule. 

google.com, pub-0399915301528270, DIRECT, f08c47fec0942fa0
All'inizio di ricerca condotta dal Dr. Fasano scoperto che zonulina è anche coinvolto nella regolazione della barriera impenetrabile tra il sangue e il cervello, nota come la barriera emato-encefalica . Celiachia offerto Dr. Fasano e il suo team un modello unico per comprendere l'interazione dinamica tra zonulina e il sistema immunitario. La celiachia è una malattia genetica che colpisce uno su ogni 300 persone in Europa, ma la sua prevalenza negli Stati Uniti non è completamente noto. Le persone che soffrono di questo disturbo sono in grado di mangiare cibi che contengono il glutine proteina, che si trova nel frumento e in altri cereali. Il glutine scatena una reazione che può provocare diarrea, dolori addominali, malassorbimento di sostanze nutritive, e altri problemi gastrointestinali. La malattia celiaca può essere facilmente trattata evitando cibi con glutine.

http://ccsviinms.blogspot.it/2011/05/zonulin-and-gluten-link-to-blood-brain.html