CONTATORE PERSONE

07/07/20

Allergia all'aspirina - Acido acetilsalicilico - ASA

Link https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it/it/dieta-patologie/schede-sullalimentazione-per-patologie---adulti/dieta-per-allergia-allaspirina---acido-acetilsalicilico---asa/

L'acido acetilsalicilico o ASA meglio conosciuto come aspirina, è un farmaco antinfiammatorio non-steroideo (FANS) della famiglia dei salicilati. L'acido acetilsalicilico è comunemente usato per la preparazione di molti farmaci, ma è presente anche in quantità elevata in molte preparazioni alimentari e in molti tipi di frutta e verdura.

La continua introduzione sul mercato di nuovi farmaci e il loro crescente consumo, hanno determinato un concomitante aumento di effetti indesiderati quali:
1. orticaria, angioedema (gonfiore, soprattutto di labbra, palpebre, lingua, edema della glottide con difficoltà a deglutire e respirare e voce rauca);
2. starnuti, naso chiuso, asma.

Secondo E.H. Corder (Journal of Allergy Clinical Immunology Vol 89 N 1 Part 2 p.347) la più bassa dose di aspirina che causa disturbi nei soggetti più sensibili è di 0,8 mg al giorno, mentre per i salicilati naturali è di 2,60 mg.
Le persone normalmente possono avere reazioni di tipo irritativo con l’introduzione di salicilati naturali (es. orticaria da fragole...) per un dosaggio di 12-15 mg al giorno (n.b 100 grammi di fragole contengono 1,4 mg di salicilati). Anche l’assunzione continuativa e ripetuta in piccole quantità degli alimenti contenenti salicilati non creano problemi.
 Pertanto, di norma non è necessario eliminare del tutto le sostanze che contengono salicilati naturali, ma è indispensabile contenerne l'assunzione entro un limite accettabile. 
Solo in casi particolari, il medico potrebbe richiedere la completa eliminazione dei cibi contenenti salicilati per un periodo limitato.

RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI

  • Seguire le raccomandazioni per una corretta alimentazione nella popolazione generale in merito alla riduzione di grassi soprattutto di origine animale, di bevande ed alimenti ricchi di zuccheri e all’assunzione di adeguate porzioni di frutta e verdura
  • Limitare gli alimenti contenenti salicilati per un apporto massimo di 2,6 mg/die

I due capitoli che seguono indicano gli alimenti consentiti con moderazione e quelli consentiti e consigliati in caso della patologia indicata. Nel seguire le indicazioni si deve però tenere conto che, per ottenere una corretta ed equilibrata alimentazione che fornisca all’organismo tutti i nutrienti di cui necessita, occorre assumere la giusta quantità (porzione) dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione della giornata deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno e l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma anche di malnutrizione.

ALIMENTI CONSENTITI CON MODERAZIONE

Alimenti che contengono ASA

  • Ortaggi. Cavolini di Bruxelles, porro, cavolo rosso, fagiolini, pomodoro, asparagi, rapa, cavolfiore, barbabietola rossa, carote, champignon, melanzane, olive, spinaci, broccoli, cetrioli, crescione, cicoria, radicchio, zucchine, zucca, peperoni, ravanelli, indivia
  • Frutta. Papaya, mango, prugna o susina, passion fruit, ananas, limone, fico, cachi, mela, kiwi, anguria, mandarino, pesca, avocado, pompelmo, ciliegia, fragola, uva, arancia, albicocca, ribes nero, lampone, ribes rosso
  • Patata e patata dolce
  • Anacardi, semi di girasole, semi di sesamo, mais
  • Nocciola, noce, noce brasiliana, pistacchio, fichi secchi, arachide, mandorla, datteri secchi, uva passa
  • Erba cipollina, prezzemolo, aglio, cipolla, pastinaca
  • Piselli freschi
  • Mozzarella
  • Caffè solubile e tè
  • Vino rosso e bianco
  • Miele

Alimenti che contengono ASA come conservante:

  • Gelati preconfezionati, dolciumi preconfezionati, gomma da masticare, gelatine
  • Menta, chiodi di garofano
  • Wurstel, prosciutto cotto
  • Marmellate e conserve
  • Derivati dell’uva
  • Distillati (ad eccezione della vodka), vini, birre
  • Bevande dietetiche, bevande gassate
  • Aceto

ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI

  • Cereali: riso, pasta e pane integrali in alternativa ai corrispettivi raffinati. Carboidrati complessi andrebbero consumati ad ogni pasto.
  • Carne: manzo, vitello, vitellone, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale, cavallo, scelte nelle parti più magre e private del grasso visibile. Cucinate alla griglia, arrosto, bollito, al forno o anche in umido purché il tutto venga cucinato senza far friggere i condimenti. Non più di 5 volte alla settimana.
  • Pesce (fresco o surgelato). È consigliabile consumarlo, nelle dosi prescritte, almeno tre volte alla settimana preferibilmente cucinato alla griglia, al forno, al vapore, arrosto.
  • Formaggi alternando quelli freschi a quelli stagionati. Il loro consumo non deve essere superiore alle due volte la settimana. È possibile consumare giornalmente Grana Padano DOP grattugiato come condimento per pasta, riso e verdure. Questo formaggio è un vero concentrato di latte, ma meno grasso del latte intero perché parzialmente decremato durante la lavorazione; è ricco di proteine ad alto valore biologico , di calcio e altri importanti minerali, di vitamine tra le quali un ottimo apporto di B12 totalmente biodisponibili.
  • Uova, il loro consumo è importante ma, non deve essere superiore a due volte la settimana, compreso il loro utilizzo per la preparazione di altri piatti.
  • Affettati, preferendo quelli più magri (prosciutto cotto, crudo, bresaola, speck, arrosto di tacchino e pollo) privandoli del grasso visibile nelle quantità consentite nella dieta senza superare le due volte la settimana.
  • Latte e derivati preferendo prodotti scremati o parzialmente scremati
  • Ortaggi. Alternative a quelli precedentemente citati: carciofi, sedano, insalata rossa (chioggia o trevigiana), coste, topinambur, lattuga cinese, finocchio, cavolo verde, lattuga bianca, insalata belga, cavolo cappuccio, tarassaco, fagioli, germogli di soia, funghi porcini, tartufi, piselli.
  • Frutta. Alternative a quelle precedentemente citate: pere, amarene, mirtilli, mirtilli rossi, mora, uva spina, banana, lime, litchi, fico d’india, melone, noce di cocco, castagne
  • Bere almeno 1,5 litri di liquidi al giorno
  • Peperoncino, succo di limone e rafano per condire le pietanze

CONSIGLI COMPORTAMENTALI

  • Leggere con attenzione le etichette dei prodotti del commercio.
  • Attenzione ad altri prodotti che contengono ASA come dentifrici alla menta, colluttori, profumi e saponi

Dettaglio del contenuto di salicilati in diversi alimenti, in ordine di quantità crescente (quantità espressa in milligrammi per 100 g di alimento)

caldo e SCLEROSI MULTIPLA


ll caldo estivo costituisce motivo di disagio per la maggior parte delle persone, ma alcune categorie sono più a rischio di altre, per esempio i bambini, gli anziani o le persone che hanno problemi di tipo cronico.
Per questo ogni anno aggiorniamo e riproponiamo i consigli per far fronte alla caldo, per tutte le persone con sclerosi multipla.

Guardali qui 
⬇️
https://www.aism.it/sclerosi_multipla_consigli_gestire_emergenza_caldo

Hotel Baia Marina CATTOLICA

Volevo CONSIGLIARVI un Hotel tutto d' un pezzo....
Via Padova, 4 - 47841 
Cattolica (RN)
Tel:  +390541958080
Recapito invernale: 
+39 347 4509965
Fax: +39 0541.830052
Mail: info@h-ilgattoelavolpe.it

Dove poter RIUSCIRE A RESPIRARE aria di mare e eliminare l'agitazione della città. 

Potrete gustare ottimi piatti ROMAGNOLI ..sia  in HOTEL CIBI FRESCHI E GENUINI  
sia che nelle strette vicinanze..
L 'ottima colazione con croissant freschi  marmellate  salumi yogurt tè  caldi o freddi soremute vi faranno  partire la giornata con il sorriso.

Dall' hotel si accede direttamente  in spiaggia ..quindi nessuna sorpresa come in molti altri Hotel....

Che dire di più  ..
AREA RELAX PER I PIÙ  PICCOLI.....
I bagni pulitissimi forniti di doccia bidè  lavandino e un comodo wc...

Esiste anche una piccola palestra ZONA FITNESS e un centro massaggi dove possiamo sciogliere  la nostra tensione  che ci portiamo dietro dalla città...

guardandoci attorno vedremo la Piscina e vasca idromassaggio

CHE DIRE DI PIÙ....I PREZZI SONO ACCESSIBILI A  TUTTI..
BASTA CHIAMARE PER CAPIRE CHE LA 
DISPONIBILITÀ - RISPETTO - SERIETÀ - I SORRISI non mancheranno MSI PER UN SOGGIORNO PRESSO QUESTO  MERAVIGLIOSO HOTEL

Vi ricordo l'indirizzo:
HOTEL BAIA MARINA * * * S
Via Padova, 4 - 47841
Cattolica (RN)
Direzione Famiglia Smaldone
Tel: +39 0541.958080
https://www.h-ilgattoelavolpe.it/
Provare  per credere...

NB: ♿ ACCESSIBILE PER TUTTI 

LA gentilezza NON COSTA NULLA

VIDEO STUPENDO
⬇️ https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=4776096485745321&id=169992733022409&sfnsn=scwshwa&extid=2VtiZFK3hcYwqpDk&d=w&vh=e


06/07/20

ITALY - Hotel BAIA MARINA - CATTOLICA VIA PADOVA 4

Buon giorno  AMICI,  volevo CONSIGLIARVI  un  Hotel tre stelle S


Via Padova, 4 - 47841 
Cattolica (RN)
Tel: +390541958080
Recapito invernale: 
+39 347 4509965
Fax: +39 0541.830052
Mail: info@h-ilgattoelavolpe.it
In un momento  ... di stress ho deciso di partire e recarmi a Cattolica per ELIMINARE LO STRESS della città. 

Ho soggiornato in questo hotel dove...mi sono ritrovata in mezzo  a persone
DISPONIBILI,
GENTILI,
RISPETTOSE,
e devo ammettere di essere stata piacevolmente sorpresa nel vedere che nel MONDO ci sono ancora persone che TI ACCOLGONO CON IL SORRISO  E GENTILEZZA.
Mi sono sentita  come se fossi a casa...
LA PULIZIA  È  AL TOP
LA COLAZIONE  FRESCA E ABBONDANTE TI FA PARTIRE la giornata  CON QUELLA SPINTA IN PIÙ 
LA CENA E IL PRANZO CON PRODOTTI  ROMAGNOLI  che da nessuna altra parte  del mondo troverete.

Poi nell' hotel troverete anche
un'area per bambini,
Wifi,
una palestra fitness,
la piscina e affianco un idromassaggio 

IL PARCHEGGIO INTERNO per non uscire pazzi a cercare un posteggio fuori.

I proprietari gentilissimi e attenti alle esigenze dei clienti... IO  che SONO MOOLTO ESIGENTE E CAPRICCIOSA :) 

POI SE NON VOLETE CENARE O PRANZARE IN HOTEL .. non  ve ne pentirete ...
o al di fuori dall' hotel troverete ogni ben di dio..

Dall'hotel si arriva direttamente in spiaggia... NESSUNA SORPRESA è  tutto vero.





I letti sempre  in ordine ..  e nella stanza c è  anche la TV... 
Bagno.
Ragazzi i PREZZI?! 
Accessibili per tutti...



Vi innamorerete di questo hotel COME HO FATTO IO

PROVARE PER CREDERE  
Prendetevi il vostro tempo per un po' RELAX  ..tutto per voi ...

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ecco per voi
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https://www.h-ilgattoelavolpe.it/
NB: ♿ ACCESSIBILE PER TUTTI 

04/07/20

Mancanza di sonno? Uno studio avverte: se è cronica, il cervello attiva l’autodistruzione

By : Journal of neuroscience



Uno studio avverte
se è cronica, il cervello attiva l’autodistruzione.


Le cellule che hanno il compito di “ripulire” impurità e sinapsi nel nostro cervello si attivano di più se non si dorme abbastanza per un lungo periodo

E iniziano a eliminare anche cellule sane. 
Lo studio è stato pubblicato sul ‘Journal of Neuroscience’
⬇️
 https://it.businessinsider.com/scienza-cervello-sonno-ricerca/


02/07/20

parte il progetto terapia al plasma - coronavirus

La Commissione Europea ha approvato un progetto, presentato da un consorzio di servizi trasfusionali e autorità competenti in materia, per valutare se il plasma da persone guarite dal Covid-19 (Ccp) può essere una terapia efficace contro il virus. A darne notizia è il Centro nazionale sangue. Obiettivo principale di Support-E (Supporting high quality evaluation of Covid-19 convalescent Plasma throughout Europe) è quello di garantire una valutazione, basata sulle evidenze scientifiche, del plasma da convalescente Covid-19 e di raggiungere una armonizzazione fra tutti gli Stati Membri sull’utilizzo clinico più appropriato, anche attraverso l’uso del database europeo sul Ccp di recente costruzione.

Continua ⬇️
www.adnkronos.com/salute/medicina/2020/07/01/coronavirus-parte-progetto-europeo-terapia-plasma_qh0ZAOC5FEIA8bNz5h4ggK.html

28/06/20

Che cosa sono le fibre e quali sono le loro caratteristiche

Buona parte della salute e del benessere associati a ogni declinazione di “alimentazione corretta”, poggia sulle fibre.

Le certezze in questi decenni si sono moltiplicate, ma molta ricerca è tuttora in corso, specie per quanto riguarda gli aspetti associati alla funzione prebiotica (sostegno alla proliferazione del microbiota intestinale) svolta da alcune fibre specifiche.

Che cosa sono le fibre e dove reperirle?

Nel maggio 2016, la FDA statunitense ha dichiarato che «la fibra è costituita da carboidrati non digeribili, in catene di 3 o più unità (presenti nei cibi, o isolati da essi), o da fibre sintetiche. Le fibre sono dotate di dimostrati benefici fisiologici».

Tutti i cereali, le verdure e la frutta forniscono fibre con caratteristiche differenti, ma le proporzioni relative variano da alimento ad alimento.
Le fibre non solubili prevalgono nei cereali integrali e nei prodotti derivati: principalmente la crusca di frumento, seguita dalle farine di segale e di frumento integrale, da farro, grano saraceno (che è uno pseudo-cereale); a seguire orzo perlato, farina di mais, farina di frumento tipo 0 e riso integrale.

Anche tutta la frutta secca, dalle mandorle (le più ricche) ai pinoli (che ne contengono un terzo a parità di peso) sono fonte di fibre non solubili; tra i semi, una buona fonte di fibre insolubili sono quelli di lino.

Infine, le fibre insolubili sono presenti anche nelle verdure a foglia verde. Le fibre solubili sono invece fornite soprattutto dai legumi (arachidi comprese), dall’avena (con la crusca), da tuberi e radici, cipolle e semi di psillio e da tutta la frutta fresca (per mele e pere nella buccia, da consumare ben lavata)

Quali caratteristiche per quali funzioni?

Per molto tempo la solubilità è stata considerata la caratteristica principale delle fibre, in grado di condizionarne l’effetto fisiologico.
Tale tipo di distinzione è stata superata dalla fine degli anni ’90, anche su indicazione della FAO.
Infatti, le fibre si possono classificare anche in base ad altri aspetti caratterizzanti, come la viscosità e la fermentabilità: le pectine, i betaglucani, alcune gomme (per esempio la gomma di guar) e le mucillagini sono in grado di formare già nello stomaco soluzioni molto viscose, o gel. Inoltre, alcune fibre vengono prontamente fermentate dal microbiota intestinale: pectine, beta-glucani, gomma di guar, inulina e oligofruttosio sono rapidamente fermentabili, mentre cellulosa e lignina sono resistenti alla fermentazione nel colon.

Come già accennato, le caratteristiche chimiche e fisiche contribuiscono a determinare gli effetti fisiologici ascrivibili a fibre differenti. In generale, le fibre insolubili assorbono liquidi nell’intestino, aumentando di volume, con il conseguente aumento della massa delle feci, che vengono espulse con più facilità.

Effetti finali: riduzione del tempo di contatto tra feci e pareti intestinali e regolarizzazione dell’alvo. D’altra parte le fibre che, già nello stomaco, formano gel viscosi, rallentano i tempi di svuotamento e promuovono il senso di sazietà.

Ancora, le fibre si combinano con i carboidrati contenuti nel pasto, rallentando la comparsa del picco glicemico successivo alla digestione: si riduce il carico glicemico complessivo e diminuisce la stimolazione insulinica, con ovvi vantaggi per il profilo metabolico, nel breve e soprattutto nel lungo periodo.

Le fibre solubili promuovono anche l’eliminazione con le feci degli acidi biliari prodotti dal fegato. Per questo, alcune fibre specifiche (per esempio i beta-glucani da orzo e avena), riducono il colesterolo in circolo: il fegato lo deve “sequestrare”, come base per la sintesi di nuovi acidi biliari.

Nell’intestino le fibre favoriscono, talvolta selettivamente, alcuni ceppi del microbiota (azione prebiotica), garantendo la proliferazione ottimale dei ceppi batterici favorevoli. Un microbiota in salute è, a sua volta, indispensabile per promuovere la fermentazione delle fibre, che produce metano, anidride carbonica e acidi grassi a catena corta (butirrico, acetico e propionico).
È così che il pH del lume intestinale si abbassa: l’ambiente più acido è indispensabile per contrastare la proliferazione di batteri patogeni e il rilascio di metaboliti tossici. Da ultimo, ma non per importanza, le fibre viscose sono utili in caso di diarrea perché, assorbendo acqua, aumentano la consistenza delle feci.

 

Fibre e prevenzione: i dati della ricerca

Le fibre non godono ancora di tutto il favore che dovrebbero avere tra i consumatori. I livelli di assunzione sono infatti, a tutte le età, inferiori alle raccomandazioni. Nemmeno i professionisti della salute conoscono e riconoscono alle fibre i loro reali benefici.

Eppure, come ribadisce una review del 2016, a cura della British Nutrition Foundation, le evidenze emerse dai molti studi prospettici di coorte (condotti seguendo cioè per molti anni abitudini e salute di un gruppo di individui) ne dimostrano i benefici preventivi. 

Gli autori del rapporto britannico concludono che ogni aumento di 7 g dell’apporto di fibre si associa a una riduzione del rischio relativo di malattie cardiovascolari del 9%, di eventi coronarici del 9%, di ictus del 7%, di diabete di tipo 2 del 6% e di tumore del colon-retto dell’8%. La segnalazione più recente arriva però da una ricerca presentata durante il Congresso congiunto 2017 dell’American Heart Association/ American Stroke Association.

Confrontando nel tempo (4 anni) due gruppi di soggetti cardiologicamente sani, i primi con una dieta standard, i secondi con un’alimentazione prevalentemente (ma non esclusivamente) vegetale, è emersa una riduzione del rischio di insufficienza cardiaca del 42% nei secondi rispetto ai primi.

Lo studio non ha potuto stabilire un rapporto di causa-effetto tra livelli di consumo di fibre e protezione, ma l’osservazione merita approfondimenti. Se dimostrata, aggiungerebbe un tassello non indifferente ai già dimostrati vantaggi cardiovascolari dell’assunzione di fibre. È probabile, per esempio, che a ridurre il rischio di eventi cardio e cerebrovascolari concorra anche il controllo pressorio.

Nel settembre di quest’anno, infatti, una robusta metanalisi di 43 studi aveva dimostrato che il consumo quotidiano di fibre solubili ad alta viscosità (in particolare beta-glucani di orzo e avena e psillio), in dosi adeguate (la mediana era qui di 8,7 g/die, ma in alcuni studi il consumo quotidiano era pari a 30 g/die) è in grado di contribuire alla riduzione del rischio di ipertensione nei normotesi, ma anche al controllo dei valori pressori negli ipertesi.

L’intreccio dei fattori di rischio tra le aree cardiovascolare e metabolica è notoriamente stretto. Le fibre alimentari entrano in gioco, infatti, anche su sovrappeso/obesità e glicemia/insulinemia, denominatori comuni nelle cardiovasculopatie e nel diabete di tipo 2.

A questo proposito vale la pena di sottolineare la review pubblicata recentemente sull’American Journal of Clinical Nutrition, in cui si rileva la buona prova delle fibre in soggetti sovrappeso o obesi, ma altrimenti sani: in questi soggetti, in assenza di particolari restrizioni caloriche, l’aggiunta di una fibra solubile a bassa viscosità, ma molto fermentabile, come il glucomannano (3 g/die) ha promosso, nell’arco di 3 mesi, una perdita ponderale di 2,5 kg (media rispetto a placebo). È noto che ogni kg perso riduce il rischio di diabete di tipo 2; a fronte di una diminuzione ponderale del 2-5%, la glicemia a digiuno e i livelli di emoglobina glicata migliorano.

Il risultato citato è stato ottenuto con la sola aggiunta di fibre alimentari all’alimentazione: è un’opzione che non segue strettamente le linee guida, che caldeggiano invece il consumo della maggior varietà di alimenti vegetali, per assicurare tutto il panel di fibre disponibili; d’altro canto, l’obesità è associata a un aumento del rischio tale da guardare con favore anche a proposte di supplementazione con fibre, a basso costo e prive di controindicazioni.

Le fibre da cereali, frutta, verdura, legumi e semi sono risultate protettive anche nei confronti della sindrome metabolica. Una metanalisi di studi osservazionali condotti in tutto il mondo, pubblicata su Clinical Nutrition, ha concluso infatti che, al crescere dell’apporto di fibre con l’alimentazione, si riduce anche il rischio di sviluppare sindrome metabolica, in cui sono compresenti obesità viscerale, ipertensione, insulino-resistenza: si va da -15% per 10 g/die di fibre, a -24% per 20 g/die, fino a -27% per 30 g/die. Oltre i 30 g/die, però, l’efficacia non aumenta. Tali dati favorevoli emergono da studi condotti sugli adulti, ma hanno trovato

 

Le fibre in sintesi

In base alle evidenze attuali, si può affermare che:

  • L’aumento dei livelli di assunzione di fibre alimentari totali, fornite soprattutto da cereali e da prodotti integrali, ma anche da frutta e verdura è associato con una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche e di tumore del colon retto.
  • Le fibre alimentari totali, le fibre da cereali integrali e alcune fibre solubili influenzano la massa fecale e modulano il transito intestinale. Le fibre dei legumi, invece, sembrano influire sul peso delle feci.
  • Claim specifici in relazione al benessere intestinale sono stati autorizzati per le fibre da cereali (orzo, avena, frumento, segale), da barbabietola da zucchero e per un particolare prodotto a base di insulina estratta da cicoria, con caratteristiche ben definite.
  • I beta-glucani da orzo e avena svolgono un ruolo riconosciuto nel controllo dei livelli colesterolo totale e LDL e, in concentrazioni più elevate riducono la glicemia postprandiale.
  • Altre fibre che contribuiscono al mantenimento della colesterolemia sono le pectine e la gomma di guar (a livelli di assunzione ben più elevati) e il glucomannano (che in un’alimentazione ipocalorica contribuisce alla perdita di peso).
  • L’assunzione nell’ambito del pasto di pectine e arabinoxilano (prodotto dall’endosperma del frumento) si associa alla riduzione dell’aumento del glucosio ematico post-prandiale.

    CONTINUA NEL LINK ORIGINALE:
    https://www.pacinimedicina.it/che-cosa-sono-le-fibre-e-quali-sono-le-loro-caratteristiche/

Cosa sono i carboidrati


I carboidrati sono costituiti da carbonio, idrogeno e ossigeno, racchiusi nella formula Cm(H2O)n. Una semplice molecola di glucosio è costituita da 6 atomi di carbonio, 12 atomi di idrogeno e 6 atomi di ossigeno; ha la forma di un esagono ed è rappresentata dalla formula C6(H2O)6. I carboidrati, a seconda delle unità molecolari di cui sono composti, si dividono in semplici e complessi.

Carboidrati semplici

I carboidrati semplici sono costituiti da una o due unità di zuccheri. Un carboidrato semplice molto comune è il glucosio, utilizzato come fonte energetica dal corpo e dal cervello ogni giorno. Il glucosio è un monosaccaride, come il fruttosio (proviene dalla frutta) e il galattosio (dal latte).
I monosaccaridi, se combinati, possono dare vita a nuovi composti, i disaccaridi (due zuccheri), che includono:
-          lattosio, costituito da molecole di glucosio e galattosio
-          saccarosio, costituito da molecole di fruttosio e glucosio
-          maltosio, prodotto durante la maltazione dei cereali, come ad esempio l’orzo.
Gli zuccheri semplici sono solubili in acqua e facile da digerire per l’organismo; vengono assorbiti rapidamente attraverso le pareti intestinali per finire nel sangue.

Carboidrati complessi

I carboidrati complessi sono lunghe catene di carboidrati semplici. L’amido, per esempio, è formato da diverse unità di glucosio. Di seguito sono riportate le caratteristiche dei carboidrati complessi:
-          Amido: si trova nelle piante, specie nei semi e nelle radici. Cibi ricchi di amido sono il riso, il mais, le carote, la pasta e le patate. L’amido non è idrosolubile e richiede speciali enzimi digestivi, chiamati amilasi, per essere scomposto.
-          Glicogeno: presente nei muscoli e nel fegato degli animali. In realtà non si assumono carboidrati mangiando carne, ma la quantità di glicogeno che si trova nel tessuto al momento dell’uccisione dell’animale può alterare il pH della carne.
-          Cellulosa: la componente strutturale delle piante, che possiamo considerare come il loro scheletro. L’essere umano non è in grado di digerire la cellulosa anche se essa rappresenta l’elemento principale delle fibre alimentari, insieme alla lignina, alla chitina, alla pectina, al beta-glucano, all’inulina e agli oligosaccaridi.

I carboidrati sono buoni o cattivi?

Come per i grassi, anche intorno ai carboidrati sono stati creati diversi malintesi. Non si può parlare di effetti negativi o positivi a priori senza capirne il ruolo nel corpo e valutarne il tipo di utilizzo. Una certezza è che i carboidrati sono una fonte diretta di energia per i muscoli e per il sistema nervoso centrale. Tuttavia, è anche possibile sopravvivere senza di essi, in quanto non essenziali (benché importantissimi) per l’organismo.
Ad oggi il problema legato ai carboidrati riguarda il loro eccessivo consumo nella dieta di tutti i giorni, essendo ricchi il pane e la pasta; questo provoca sovrappeso, specie se unito ad una vita sedentaria.

Benefici dei carboidrati

Quando utilizzati in modo appropriato, i carboidrati presentano notevoli vantaggi. Innanzitutto sono la fonte primaria di energia per il metabolismo: mentre il corpo è in grado di ottenere tutta l’energia di cui ha bisogno da grassi e proteine, i carboidrati risultano utili per creare delle riserve energetiche da cui attingere nei momenti di bisogno. L’organismo immagazzina i carboidrati sottoforma di glicogeno tra il fegato e il tessuto muscolare. Quando si necessita energia supplementare, la scorta di glicogeno viene convertita in glucosio ed utilizzata come fonte energetica.
Se le riserve di glicogeno sono piene, i carboidrati vengono convertiti in grassi. Un processo che, se reiterato, provoca l’aumento di peso corporeo. Un consumo regolare comporta invece una serie di benefici, che andiamo ad analizzare.

Migliori performance fisiche

Per capire gli effetti dei carboidrati sulla prestazioni fisica, è bene prima conoscere come il corpo utilizza le diverse forme di energia. Per alzare un peso c’è bisogno di energia; l’adenosina trifosfato (ATP), è l’unica fonte energetica in grado di far contrarre il muscolo. I muscoli, però, immagazzinano l’ATP necessaria alla contrazione per pochi secondi, poi si esaurisce e se non viene rimpiazzata termina la contrazione. Il nostro organismo può sostituire l’ATP scomponendo il creatinfosfato e liberando così energia utile a compiere uno sforzo massimale per circa 8-10 secondi. Quando termina la scorta di CP il corpo passa alla glicolisi, ovvero l’utilizzo di glicogeno immagazzinato e di zucchero nel sangue per sostituire l’ATP. Tutto questo processo viene ripetuto ogni qual volta si svolge un esercizio molto intenso, come il sollevamento pesi in palestra, ad esempio.
Il consumo di carboidrati permette al glucosio di scorrere nel sangue e di rendersi disponibile in ogni momento per un utilizzo immediato. In questo modo le scorte di glicogeno vengono preservate, garantendo un’intensità ottimale durante l’allenamento.

Crescita muscolare

I carboidrati sono utili anche per la crescita muscolare, soprattutto attraverso l’azione dell’insulina; consumare carboidrati stimola il rilascio di insulina, che a sua volta aumenta la sintesi proteica (crescita muscolare). L’insulina provoca crescita incrementando il trasporto di aminoacidi dal sangue verso i muscoli. L’insulina agisce anche come anticatabolico, prevenendo così la perdita di tono muscolare; tiene sotto controllo l’ormone catabolico cortisolo, tra le cui funzioni è prevista la scomposizione delle proteine per ottenere energia. Quando i livelli di insulina sono alti, quelli di cortisolo sono bassi.
Durante l’allenamento, il corpo è in uno stato catabolico perché il cortisolo è alto; questo stato permane anche dopo l’esercizio, fino a quando vengono consumati carboidrati e proteine. Nella fase post workout il corpo è molto sensibile ai nutrienti e la sintesi proteica è maggiore rispetto ad una condizione di riposo.
Infine, consumare carboidrati ad alto indice glicemico serve per ripristinare le scorte di glicogeno utilizzate negli esercizi intensi. Questo favorisce un recupero muscolare più rapido.

Riposo ottimale

Sembra che il consumo di carboidrati prima di andare a dormire sia di aiuto per il sonno. Ma una delle regole auree  dell’alimentazione non è: no carboidrati la sera? Sì, però bisogna fare una distinzione.
Pasta e pane presentano un indice glicemico troppo alto, quindi è consigliato non mangiarli per cena, mentre alimenti come il riso, il salmone o le patate dolci vanno bene. L’ideale sarebbe una tazza di fiocchi di avena come spuntino dopo una cena leggera, per spezzare la fame e assicurare un sonno riposante.

Tempistiche per l’assunzione di carboidrati

Scegliere i momenti giusti per consumare carboidrati può essere molto utile per migliorare le prestazioni fisiche e per ottimizzare l’apporto energetico durante tutta la giornata.
-          Colazione: dopo una notte di digiuno, le scorte di glicogeno nel fegato e nei muscoli vanno esaurendosi; per questo è utile mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati per ripristinare il magazzino. Frutta, avena, cereali integrali sono la scelta migliore per la colazione.
-          Prima dell’allenamento: consumare carboidrati 2 o 3 ore prima di allenarsi permette di renderli pronti nel flusso sanguigno nel momento del bisogno. Si consigliano le patate dolci, pane integrale o pasta integrale.
-          Subito prima, durante e subito dopo l’allenamento: assunti in questi momenti, i carboidrati non solo fungeranno da carburante per l’intensa attività fisica, ma andranno rapidamente a ricomporre le scorte di glicogeno esaurite con lo sforzo.
-          Dopo l’allenamento: 1 o 2 ore dopo l’attività fisica, il consumo di carboidrati serve a mantenere alto il livello di insulina; più a lungo si tiene alto, maggiore sarà la crescita muscolare. Gli alimenti migliori sono il riso integrale, le patate dolci e le verdure.
-          Prima di andare a letto: abbiamo già visto questa situazione. I carboidrati non sono proibiti prima di mettersi a dormire, a patto che abbiamo un basso indice glicemico, come avena, orzo e segale.

Quali sono le giuste quantità?

Si potrebbe quindi pensare che in realtà i carboidrati vanno assunti con regolarità. Parzialmente vero: il consumo di carboidrati  va valutato sulla base della grasso corporeo, della massa muscolare del tipo di attività svolta e della sensibilità all’insulina.
Generalmente, maggiore è la massa muscolare, più alta è la capacità di una persona di gestire i carboidrati. Per esempio, un individuo di 75Kg di peso con un indice di grasso corporeo pari al 25% dovrebbe inizialmente assumere carboidrati in modo limitato e prevalentemente da fonti vegetali e saltuariamente da semi o noci.
Se, al contrario, al peso di 80 Kg, è abbinato un indice di massa grassa pari al 15%, è possibile aggiungere alla dieta più carboidrati contenenti amido.
Va anche considerato che l’assunzione di carboidrati dovrebbe essere inversamente proporzionale a quella dei grassi.
I cibi con maggiore contenuto di carboidrati sono i granuli , quindi orzo, mais, riso e grano, la pasta, il pane, i cereali, i fagioli, i semi, le verdure, la frutta, le noci, gli ortaggi a radici (i migliori sono le patate dolci) e la crusca.

Quando diminuire il consumo di carboidrati

Una dieta povera di carboidrati è consigliata alle persone che svolgono uno stile di vita piuttosto sedentario, caratterizzato da stress e da continui impegni. Inoltre, chi ha poca propensione a seguire una dieta, dovrebbe cercare almeno di limitare i carboidrati.
Questa soluzione è utile soprattutto dal punto di vista emotivo, perché si vedono subito i risultati: interrompere o limitare l’assunzione di carboidrati provoca un rapido effetto sgonfiamento.

Quando aumentare il consumo di carboidrati

Chi svolge uno stile di vita molto attivo, pratica sport a livello anche intenso e segue un’alimentazione bilanciata può senza problemi, mantenendo la moderazione, aumentare il consumo di carboidrati. Per chi pratica sport a livello agonistico potrebbe essere utile il consulto con un nutrizionista per ottenere i migliori risultati.

Fonti di carboidrati: meglio il cibo o gli integratori?

Una delle diatribe frequenti, specie nel mondo del fitness, riguarda la fonte di assunzione dei carboidrati: meglio dal cibo o dagli integratori? La risposta è entrambi: sia gli integratori e  che il cibo presentano dei vantaggi tali da renderli alternativamente preferibili in determinate occasioni.
Gli integratori sono più veloci da digerire rispetto alla maggior parte degli alimenti e quindi provocano un picco di insulina maggiore. I cibi integrali sono più lenti da digerire e favoriscono un ritardo della fame, oltre a fornire diversi benefici per la salute.
Per gli allenamenti, è consigliato assumere integratori di carboidrati ad alto indice glicemico, come il destrosio, le maltodestrine e il glucosio appena prima, durante e appena dopo l’attività fisica. Durante il giorno, invece, è meglio consumare carboidrati provenienti da alimenti integrali, da frutta e da verdure.

Destrosio, maltodestrine e mais glutinoso: il top per chi si allena

Il destrosio e le maltodestrine rappresentano la fonte migliore di carboidrati da assumere prima, durante e dopo gli allenamenti. Per capire la soluzione più adatta alle proprie esigenza, bisogna considerare che sia il destrosio che le maltodestrine sono rapidi da digerire e posseggono un alto indice glicemico, causando un rapido innalzamento dell’insulina.
Il destrosio è essenzialmente puro glucosio e non richiede praticamente una digestione; le maltodestrine, invece, sono dei polisaccaridi, quindi vengono digerite rapidamente come il destrosio ma non sono zuccheri puri. Inoltre il destrosio è molto dolce, mentre la maltodestrine sono quasi insapore.
Gli integratori di destrosio sono quindi la scelta più idonea dal pre al post workout; le maltodestrine sono invece consigliate a chi è intollerante agli zuccheri o a chi non gradisce un sapore troppo dolce.
Infine c’è il mais glutinoso, un integratore di carboidrati relativamente nuovo nello scenario alimentare, almeno in Italia. Si tratta di una fonte di carboidrati complessi ad elevata capacità di assorbimento, rivelandosi così adatto a chi è intollerante, o particolarmente sensibile, agli zuccheri.

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L’Oms cambia le linee guida: non serve tampone negativo per considerarsi guariti dal Covid

L’Oms ha cambiato le regole: solo tre giorni senza sintomi e addio isolamento. Indipendentemente dalla gravità dell’infezione

Dopo tre giorni senza sintomi si potrà infatti dire addio all’isolamento. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha infatti cambiato le carte in tavole e ha comunicato che non sarà più necessario avere il doppio tampone negativo per certificare la guarigione, e lasciare quindi i domiciliari. Saranno infatti sufficienti 3 giorni senza sintomi per tornare liberi. Indipendentemente dalla gravità dell’infezione.

Addio al doppio tampone negativo

Come riportato dal Corriere, i nuovi criteri imposti dall’Oms sono essenzialmente due. I pazienti sintomatici dovranno aspettare10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, e almeno 3 giorni senza sintomi, questo vale anche per febbre e sintomi respiratori. Per i pazienti asintomatici si parla invece di 10 giorni dopo il risultato del tampone positivo. Questo vuol dire che se un soggetto ha avuto sintomi per due giorni, dopo 10 giorni+3, ovvero 13 dall’inizio dei sintomi, potrà uscire dall’isolamento. Se un paziente ha avuto invece sintomi per 14 giorni, potrà dirsi libero allo scadere del 17° (14+3). Se i sintomi hanno invece avuto una durata di 30 giorni, verrà considerato fuori dall’isolamento al 33esimo giorno (30+3).

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Il conflitto di interessi, la democrazia e la libertà

La nostra democrazia prevede dei diritti e dei doveri dettati da una carta fondamentale per noi, la Costituzione italiana e l'insieme delle norme in essa contenute contenute delineano l'indirizzo della società italiana. Parliamo di diritti fondamentali come l'Articolo 21, "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" e nessuno, se non l'autorità giudiziaria italiana, può limitarlo.
Ma se qualcuno lo limitasse? E se questo qualcuno non lo facesse per un vero credo profondo, magari per noi sbagliato ma comunque sentito, ma lo facesse per un enorme conflitto di interessi? Dite che è troppo estremo come scenario?Prendiamo il tema vaccini: Amazon sta lavorando in segreto e da oltre un anno allo sviluppo di un vaccino contro il raffreddore. Il progetto sembrerebbe chiamarsi “Gesundheit” e ci stanno lavorando circa cento esperti del team “Grand challenge”.

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Johnson & Johnson per il talco con amianto

Corte dʼappello del Missouri: il prodotto "ha provocato a 22 donne un cancro alle ovaie". Dimezzato il risarcimento danni ma la multinazionale ha già annunciato ricorso

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Sì a indennizzo chi ha riportato lesioni conseguenti alla vaccinazione contro l'epatite A


Sentenza 118/2020 - Sì a indennizzo chi ha riportato lesioni conseguenti alla vaccinazione contro l'epatite A

Ha diritto a un indennizzo chi ha riportato lesioni conseguenti alla vaccinazione contro l'epatite A. La Corte costituzionale, infatti, con una sentenza depositata il 23 giugno 2020, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 1, della legge 210/1992 - inerente "l'indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati" - nella parte in cui "non prevede il diritto a un indennizzo, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, a favore di chiunque abbia riportato lesioni o infermità, da cui sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, a causa della vaccinazione contro il contagio dal virus dell’epatite A".

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