CONTATORE PERSONE

13/08/13

NATURAL NEWS - Bassi livelli di vitamina D -


www.naturalnews.com/041586_diabetes_vitamin_D_deficiency.html
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NaturalNews) Bassi livelli di vitamina D possono aumentare il rischio di una persona di sviluppare il diabete di tipo 1, secondo uno studio condotto da ricercatori della Harvard School of Public Health e pubblicato sull'American Journal of Epidemiology. Contrariamente al diabete di tipo 2, che in genere si verifica quando il corpo diventa insensibili a quella dell'ormone nel sangue-che abbassano lo zucchero, l'insulina, il diabete di tipo 1 è una malattia in cui il proprio sistema immunitario attacca il corpo e distrugge le cellule produttrici di insulina del pancreas. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di quasi 1.000 membri delle forze armate degli Stati Uniti il cui sangue erano state raccolte dal Dipartimento della Difesa Serum Repository. Hanno confrontato il sangue di 310 persone che in seguito sviluppato il diabete di tipo 1 con 613 controlli che non hanno mai sviluppato la malattia. tra i bianchi non ispanici, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di vitamina D nel sangue superiori o uguali a 100 nmol per litro sono stati associati con un 44 per cento più basso rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 nel corso di un 5,4 anni di follow-up, rispetto a coloro i cui livelli nel sangue erano più bassi di 75 nmol / L. In alcuni casi, il mantenimento di adeguati livelli di vitamina D potrebbe effettivamente ridurre il rischio diabete fino al 60 percento. Nessuna connessione tra vitamina D e diabete di tipo 1 è stato trovato in partecipanti neri o ispanici.

La vitamina D combatte le malattie autoimmuni

I ricercatori sono coinvolti nel loro possibilità di un legame tra la vitamina D e diabete di tipo 1, dopo aver condotto ricerca che ha mostrato un legame tra vitamina D e sclerosi multipla, un'altra malattia autoimmune. "sclerosi multipla di tipo 1 e diabete sono entrambi malattie autoimmuni, e gli studi fondamentalmente ha mostrato la stessa cosa ", ha detto il ricercatore Bruce W. Hollis della Medical University of South Carolina. "I giornali hanno mostrato che è necessario prendere 3-4.000 unità al giorno per raggiungere adeguati livelli nel sangue per prevenire le malattie." Anche se prima della ricerca sul diabete di tipo 1 si è concentrata sulla genetica piuttosto che fattori ambientali, questo può essere perché si è concentrata per lo più su esordio infantile, ha detto il senior autore dello studio Alberto Ascherio. Adult insorgenza della malattia è significativamente più probabilità di essere colpiti da fattori ambientali come la carenza di vitamina, ha osservato.

Livelli di vitamina D "normali" non abbastanza

Uno dei risultati più sorprendenti dello studio era che anche i livelli di vitamina tipicamente considerati sani potrebbero essere ancora troppo bassi per prevenire il diabete di tipo 1. "Il rischio di diabete di tipo 1 sembra essere aumentato anche a vitamina D livelli che sono comunemente considerate normali, suggerendo che una parte consistente della popolazione potrebbe beneficiare di una maggiore assunzione di vitamina D ", ha detto Ascherio. Ciò suggerisce che ancora più persone di quanto si credesse opportuno aumentare la loro esposizione al sole. Hollis ha osservato che a soli 20 minuti di esposizione della pelle non protetta durante le ore di luce solare di picco possono indurre il corpo a rilasciare circa 20.000 UI di vitamina D nel sangue entro le prossime 24 ore. Anche se ulteriori ricerche saranno necessarie prima di eventuali raccomandazioni definitive su assunzione di vitamina D o livelli nel sangue possono essere effettuate, i ricercatori hanno notato che i supplementi di 1.000 a 4.000 UI al giorno sono ampiamente considerati sicuri. Inoltre, è impossibile ottenere troppa vitamina D dalla luce solare. "considerando che è prematuro raccomandare l'uso universale di integratori di vitamina D per la prevenzione del diabete di tipo 1, la possibilità che molti casi potrebbero essere evitati con la supplementazione con 1,000-4,000 UI / giorno, che è largamente considerato sicuro, è allettante, "hanno scritto i ricercatori. "E 'sorprendente che una grave malattia come il diabete di tipo 1 potrebbe forse essere impedito da un intervento semplice e sicuro," autore Munger Cassandra ha detto, commentando i risultati dello studio.

Fonti per questo articolo sono:

http://www.foodconsumer.org/

http://www.thecrimson.com/

http://www.nutraingredients.com/

http://science.naturalnews.com/

http://science.naturalnews.com/

MELIS STEFANIA ...DICE...

io <sono> NESSUNO...

posso darvi INFORMAZIONI...POSSO DARVI QUALCHE DRITTA...POSSO RIEMPIRVI DI NOTIZIE...ma RIMANGO SEMPRE E SOLO Stefania MELIS....

non posso dirvi smetti di fare le terapie... o devi andare a farti la pta...
E' UNA SCELTA VOSTRA DI DOVE COME QUANDO <CURARVI...CON O SENZA TERAPIE O E' UNA SCELTA VOSTRA DI PRENDERE I MEDICINALI I MOLLARE I MEDICINALI>
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NOI IN FACEBOOK SIAMO UOMINI E DOMME... siamo semplicemente umanoidi...

A SCELTA E' LA VOSTRA...PERCHE' LA VITA E' <LA VOSTRA> NON FATEVI INFLUENZARE DA NESSUNO SU FB... PERCHE' molti parlano parlano ma MAGARI NON HANNO NEANCHE LA PATOLOGIA.......

QUINDI USATE LA VOSTRA MENTE E <SCEGLIETE VOI PER VOI STESSI> PERCHE' alla fine del carroccio....QUI NESSUNO REGALA NIENTE A NESSUNO....




sia la donna che l'uomo
sono muniti di
CERVELLO PROPRIO



USATELO....
anche se e' affetto da placche causate
dalla sclerosi muiltipla
o ALTRO



buona vita amici miei






28/07/13

Angioplastica in CCSVI - PROGETTO CCSVI (Insufficienza Venosa CerebroSpinale Cronica)

 28 luglio 2013 alle ore 17.09  info diAchille Daga 

Angioplastica in CCSVI 
PROGETTO CCSVI (Insufficienza Venosa CerebroSpinale Cronica)

 www.centroendovascolare.it/

CONTATTI:                      www.cittadipavia-gsd.it/specialita.php?sc_id=714
DOVE SIAMO:                  www.cittadipavia-gsd.it/come_raggiungerci.php
Da qui l’idea di valutare direttamente con esame angiografico la situazione vascolare venosa in particolari distretti, facendo seguire, ove indicato, il trattamento endovascolare – angioplastica – finalizzato all’eliminazione degli ostacoli venosi.
Poiché vogliamo sgombrare il campo da critiche su possibili nostri intenti speculativi ed è nostra ferma intenzione sottoporre a valutazione le ipotesi diagnostiche e le proposte terapeutiche del metodo Zamboni, sarebbe opportuno mettere in campo la nostra esperienza di Radiologi Diagnosti ed Interventisti unitamente a quella di Neurologi per creare un centro di eccellenza.
Ecco le ragioni per le quali ci siamo imposti un rigoroso protocollo che indichi anzitutto criteri di inclusione ed esclusione dei pazienti al trattamento.Esso prevede:
  1. Visita Neurologica
  2. Risonanza Magnetica
  3. Eco-color-Doppler
Visita Neurologica
Visita neurologica preventiva con valutazione scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) e somministrazione di test neuropsicologici al paziente onde avere criteri clinici nella valutazione del paziente pre e post terapia interventistica.
I test neuropsicologici saranno principalmente i seguenti:
  • Mini Mental State Examination ( MMSE)
  • Digit Span (avanti e indietro)
  • Test di Corsi (avanti e indietro)
  • 15 parole di Rey + Figura di Rey (copia e memoria)
  • Trial Making A e B e B-A
  • Torre di Londra
  • Fluidità verbale fonologica lettera A ed F
  • HAMILTON Scale for Anxiety e
  • HAMILTON scale for Depression
  • in casi particolari Matrici di Raven
Sembra probabile l’inserimento di un nuovo tipo di valutazione legato a parametri soggettivi, del paziente.
Risonanza Magnetica
Mappatura delle lesioni.
Si stanno sviluppando hardware e software per nuove sequenze di Risonanza Magnetica e di ricostruzione d’immagine per la valutazione di nuovi parametri in pazienti con sclerosi multipla (quantità ferro depositato, ecc.).
Eco-color-Doppler
L’eco-color-doppler deve essere eseguito secondo i criteri studiati e introdotti ex-novo dal Prof. Zamboni.
E’ stata necessariamente rivista la modalità di studio della circolazione venosa extracranica (vene giugulari) alla luce delle nuove intuizioni e dei nuovi rilievi patologici.
E’ tutt’ora in corso di studio e di scrittura la metodologia di studio a livello venoso intracranico applicata al paziente con CCSVI, ed in particolare le ripercussioni emodinamiche sul sistema venoso intracranico determinate dagli ostacoli riscontrati nelle vene extracraniche.
L’Eco-doppler quindi deve essere affidato a chi si sta dedicando all’approfondimento dei quadri emodinamici nella CCSVI e mantiene contatti periodici di aggiornamento e di scambio con il centro del Prof. Zamboni ( consultate anche http://sm-ccsvi.com/diagnosi-e-terapia/ )
Qualora l’Eco-Color.Doppler fosse positivo e il paziente interessato all’intervento di angioplastica si rilascerà un documento informativo redatto dagli specialisti (Neurologo, Radiologo diagnosta ed Interventista).
Solo dopo la lettura del documento il paziente potrà avere un colloquio e, debitamente informato e compresa la fase nella quale si colloca l’iter diagnostico/interventistico e di follow-up, potrà essere avviato all’intervento e alle successive visite di controllo:
  1. Esami di laboratorio
  2. Flebografia diagnostica / Interventistica
  3. Follow-up neurologico
  4. Follow-up Eco-Color-Doppler
Esami di laboratorio
  • EMOCROMO
  • VES
  • TEMPO DI QUICK
  • PTT
  • FlBRINOGENO
  • ANTITROMBINA III
  • PROTEINA C REATTIVA
  • PROTEINA C E S COAGULAZIONE
  • PROTEINA S LIBERA
  • GLICEMIA
  • AZOTEMlA
  • CREATININEMIA
  • URICEMlA
  • COLESTEROLEMIA TOTALE
  • HDL-COLESTEROLO
  • LDL
  • TRIGLICERIDEMIA
  • SIDEREMIA
  • TRANSFERRlNEMIA
  • FERRITINEMIA
  • SODIEMIA
  • POTASSIEMIA
  • Q.P.E. e PROTEINE TOTALI
  • SGOT-SGPT
  • GAMMA-GT
  • ESAME COMPLETO URINE
  • SANGUE OCCULTO FECI
  • ELETTROCARDIOGRAMMA
Flebografia diagnostica/interventistica
FLEBOGRAFIA (fase diagnostica)
Monitorizzazione in continuo della PAS, FC e PcO2, copertura antibiotica, eparina sodica 2000UI.
Anestesia locale (all’inguine) con circa 10cc lidocaina e confezionamento dell’accesso venoso in vena femorale comune.
Una volta all’interno della vena da studiare verrà iniettato m.d.c. durante l’esecuzione di una sequenza angiografica digitale a sottrazione d’immagine che ci consegnerà la mappa vascolare delle vene cervicali e toraciche superiori a riposo e durante manovre dinamiche (Valsalva, clino ed ortostatismo), che dovranno riproporre quanto già segnalato dall’Eco-Color-Doppler per Insufficienza venosa Cronica Cerebro-spinale.
Qualora vi siano dubbi sull’effettiva presenza di stenosi, setti, kinking, plicature, valvole e soprattutto non siano chiare le ripercussioni emodinamiche di tali reperti e anche nel caso di rilievi non concordanti tra le differenti metodiche diagnostiche, si potrà verificare l’eventuale gradiente pressorio mediante la misurazione della pressione endoluminale a differenti livelli.
FLEBOGRAFIA (fase interventistica)
Ottenuto il quadro dell’anatomia vascolare venosa del paziente e definite le sedi dell’intervento si somministrerà eparina sodica 70 UI / pro kg (meno 2000 iniziali) e si sostituirà l’introduttore con analogo di maggior diametro: questo per consentire l’introduzione e l’uso di materiale operatorio endovascolare di calibro superiore ai cateteri diagnostici utilizzati preliminarmente.
Per garantire maggior stabilità al sistema, per aumentarne la portanza, per incrementare la possibilità di spinta (pushability) dei materiali operatori attraverso tortuosità o restringimenti particolarmente importanti si potranno utilizzare cateteri guida (6-7-8 French 100cm) o introduttori armati lunghi (6-7-8 French 65-90cm) anche per avvicinarsi maggiormente alla sede di intervento.
Sul filo guida (0.014” - 0.018” - 0.035”) che l’operatore ha sospinto ad oltrepassare la sede dell’anomalia vascolare, verrà successivamente condotto un catetere a palloncino (prevalentemente “ad alta pressione”) nel punto prescelto e sarà dilatato mediante siringa a manometro.
La verifica del risultato mediante iniezione di m.d.c. e sequenza angiografica suggerirà se considerare la redilatazione della lesione a causa di un ritorno elastico o dilatare nuovamente per riaccollare un lembo di dissezione flusso limitante o se, a causa del ripetersi delle due situazioni poc’anzi descritte, considerare il posizionamento di uno stent.
Ovviamente ci si riserva l’eventuale uso di stent anche nei casi in cui setti endovenosi eccentrici, torsioni, plicature dei vasi, impronte estrinseche sulla vena non possano chiaramente beneficiare dalla sola angioplastica con palloncino, ma possano solo essere risolte mediante il sostegno permanente della parete della vena con stent.
Si considererà il mantenimento della terapia eparinica con dosi di 700 UI/ora dopo la 2° ora di intervento.
Al termine della procedura il materiale verrà sfilato dall’accesso venoso femorale, sarà eseguita la compressione manuale per alcuni minuti e, dopo ottenimento dell’emostasi, un piccolo tampone di garze in sede di puntura e la medicazione a piatto.
PERIODO POSTOPERATORIO
Il paziente sottoposto a flebografia e ad angioplastica verrà condotto nella camera di degenza, dove rimarrà in osservazione per almeno 5 ore con la gamba sede di puntura distesa e immobile per 3-4 ore.
DIMISSIONE
Qualora non siano emerse complicazioni, dopo circa 6 ore il paziente sarà considerato dimissibile e dovrà eseguire terapia anticoagulante orale per almeno 6-9 mesi a seconda dei casi.
Follow-up Neurologico
Entro 15 giorni e dopo 1 mese il Paziente verrà valutato dallo stesso neurologo del preintervento per rendere l’esame quanto più possibile comparativo e quanto meno Medico dipendente.
Follow-up Eco_color-Doppler
Al primo e al sesto mese dalla procedura verrà esegutio l’esame Eco-Color-Doppler secondo Zamboni dallo stesso operatore del preintervento per rendere l’esame quanto più possibile comparativo e quanto meno operatore dipendente.
Quanto qui esposto ed in forma ridotta fa parte di un Codice Etico vincolante tutti i membri del Ns. Gruppo, a cui noi ci atterremo nella pratica diagnostica e clinica, che depositeremo presso un Notaio di Ns. fiducia.

Per ulteriori informazioni scrivere a
segreteria@centroendovascolare.it
Inoltre potete consultare
http://sm-ccsvi.com/diagnosi-e-terapia/

Argomenti correlati

Le vostre domande sulla CCSVI
 www.endovascular.it/it/angioplastica-in-ccsvi/134.html

Linee Guida (cliccare qui)    
www.endovascular.it/images/stories/congressi/CIRSE_-_CCSVI_guidelines.pdf

Le nostre risposte ai Vostri quesiti sulla CCSVI



Che cos’è la CCSVI?
l’insufficienza venosa cerebrospinale cronica (CCSVI) è una sindrome emodinamica in cui vi è un anormale deflusso nelle vene extracraniche deputate al drenaggio del sangue dal sistema nervoso centrale. L’insufficienza venosa cronica cerebrospinale va quindi a creare una situazione di ipertensione venosa a livello cerebrale.
Le anomalie venose che compromettono il deflusso del sangue dal cervello e dal midollo spinale possono essere molto diverse. Infatti, si trovano un gran numero di tali ostacoli, tra cui: stenosi, setti, valvole invertite, cercini, torsioni, ecc…
Ad oggi si pensa che tali anomalie siano principalmente congenite.
Come faccio a sapere se ho la CCSVI?
Deve sottoporsi ad eco-color-doppler che deve essere eseguito secondo nuovi criteri studiati e introdotti ex-novo dal prof. Paolo Zamboni.
E’ stata necessariamente rivista la modalità di studio della circolazione venosa extracranica (vene giugulari) alla luce delle nuove intuizioni e dei nuovi rilievi patologici.
E’ tutt’ora in corso di studio e di scrittura la metodologia di studio a livello venoso intracranico applicata al paziente con CCSVI, ed in particolare le ripercussioni emodinamiche sul sistema venoso intracranico determinate dagli ostacoli riscontrati nelle vene extracraniche.
L’eco-doppler quindi deve essere affidato a chi si sta dedicando all’approfondimento dei quadri emodinamici nella CCSVI e mantiene contatti periodici di aggiornamento e di scambio con il centro del prof. Zamboni ed inoltre da chi ha partecipato a corsi di formazione specifici e attestati.
In cosa consiste l’eco-color-doppler per insufficienza venosa cronica cerebro-spinale?
L’eco-color-doppler si esegue come una normale ecografia, ma con una sonda dotata di doppler per la rilevazione delle caratteristiche del flusso sanguigno.
Il nostro gruppo lavora principalmente con il centro diagnostico CIDIMU diretto dal dott. Ugo Riba che tra i primi ha approfondito la metodica.
Lo studio consta di 4 fasi: la prima prevede lo studio, attraverso un eco-color-doppler, delle vene del collo del paziente in posizione a 0°; la seconda, il medesimo studio sul paziente in posizione a 90°; la terza e la quarta fase consistono nell’effettuare un eco-color-doppler venoso transcranico con il paziente dapprima in posizione a 0° e successivamente in posizione a 90°.
Che cosa viene rilasciato al paziente dopo eco-color-doppler?
Il giorno dell’esecuzione dell’esame al paziente vengono rilasciate le immagini dell’eco-color-doppler in formato cartaceo e su cd. dopo qualche giorno (in media 3 o 4 giorni) è disponibile il referto che può essere ritirato di persona oppure può essere inviato tramite e-mail o via posta; se l’esame è positivo viene consegnata la documentazione preliminare allo studio angiografico/flebografico (esami del sangue; materiale informativo sulla procedura) che resta comunque e ovviamente a totale discrezione del paziente.
In cosa consiste il trattamento, una volta diagnosticata la CCSVI?
E’ stato sperimentato un trattamento cosiddetto endovascolare che necessita di un breve ricovero, ma non di bisturi ed anestesie generali: attraverso la puntura di una vena periferica viene inserito un catetere che viene guidato da un radiologo interventista all’interno dell’apparato vascolare. Quando si raggiungono le vene sede degli ostacoli l’operatore gonfia un palloncino che permette di dilatare i restringimenti (vedasi angioplastica in CCSVI).
Che cos’è una sala angiografica?
La sala angiografica è una sala radiologico-operatoria: grazie ad un apparecchio che si chiama angiografo, il Radiologo Interventista o lo specialista in trattamenti endovascolari può produrre immagini o filmati degli organi o apparati all’interno del corpo grazie all’impiego di raggi X.
Che differenza c’è tra flebografia e angiografia?
Il termine flebografia viene riservato allo studio delle vene, mentre con la parola angiografia ci si riferisce allo studio delle arterie.
A che ora bisogna presentarsi il giorno dell'intervento?
Generalmente alla mattina alle 7.30, a digiuno e assolutamente senza sospendere qualunque terapia in atto.
Quanto dura l’intervento?
Dall’ingresso nell’antisala operatoria angiografica all’inizio dell’intervento vero e proprio c’è un tempo variabile tra i 15 e i 30 minuti. Segue la preparazione del campo operatorio e la copertura del paziente con telo sterile che dura 15 minuti circa. La durata della fase diagnostica dell’esame dipenderà dalla difficoltà di cateterizzazione delle vene giugulari e dell’azigos e dipenderà dal numero di proiezioni angiografiche da eseguire per capire la natura dell’ostacolo: di solito non richiede più di 20-30 minuti. Il trattamento degli ostacoli intravenosi dura tra i 30 minuti e 1 ora, compresa la rimozione dell’accesso venoso. Da ultimo trascorrerà 15 minuti circa nell’antisala per l’osservazione post-procedura.
Cosa si intende per angioplastica?
Il rimodellamento del vaso non normale con approccio endovascolare e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per correggere al meglio il difetto che è causa di un problema.
Cosa sono i palloni da angioplastica?
E’ il primo strumento che è stato messo a disposizione degli interventisti dell’endovascolare circa 40anni fa. Oggi ci sono più di 100 tipi differenti di palloni sia per materiale di costruzione che di forma. inoltre ci sono palloni che possono spingere più di altri sui restringimenti potendo raggiungere le 20atm di gonfiaggio. Per questo come tutti i dispositivi chirurgici devono essere usati da mani esperte.
Cosa sono gli stent?
Gli stent sono reticelle metalliche di forma cilindrica costruiti con diversi materiali.
Questi hanno diverse caratteristiche e pertanto potranno essere: più o meno flessibili, con alta, media, bassa forza radiale (spinta esercitata sulla parete del vaso), più o meno rigidi ecc. ecc.
Ci saranno ad oggi circa 100 diversi tipi di stent con autorizzazione all’utilizzo nell’apparato vascolare.
Essendo tra gli strumenti a disposizione dell’interventista endovascolare ci sono occasioni nelle quali si devono utilizzare per migliorare il risultato di una procedura.
Quale fattore porta il chirurgo ad applicare lo stent in seduta operatoria e non limitarsi all’uso del palloncino?
Quando in seguito ad una dilatazione fatta con un pallone la vena tenda a richiudersi immediatamente; quando sempre col pallone si provochi una dissezione nella parete della vena che dia un’ulteriore limitazione al flusso di sangue; in caso di rottura della vena; in caso di torsioni della vena sul proprio asse ed altre situazioni nelle quali il pallone non sia in grado di risolvere da solo il problema dell’ostacolo.
Quali sensazioni avvertirò durante l’intervento?
I pazienti solitamente riferiscono: “un pizzico all’inguine”, seguito da una “sensazione di lieve bruciore” che dura 2-3 secondi.
Una volta che l’esame è iniziato durante la fase diagnostica non avvertirà alcun dolore, ma sensazioni descritte diversamente da soggetto a soggetto come: movimenti all’interno, tirare all’interno, lieve amaro in bocca, fastidio dietro l’orecchio.
Durante l’intervento si sentiranno alcune delle sensazioni precedenti, ma più decise: tirare o pressione all’interno ai lati del collo o sensazione di dolenzia alternativamente all’arto superiore destro, sinistro; calore agli arti, “calore alle estremità superiori e/o inferiori”, “sensazione di detensione”, “sensazione di temporanea di avere un osso in gola durante la deglutizione” che corrisponde al momento quando il palloncino sarà gonfio all’interno della vena.
E’ possibile essere “addormentati” durante l'intervento per non sentire nulla?
Solo il 10-15% di tutti gli interventi in sala angiografica vengono eseguiti in anestesia generale: Citiamo a titolo di esempio gli interventi di embolizzazione di aneurisma cerebrale, aneurisma aortico, la TIPSS, alcune procedure per patologie epatiche…).
Nel caso della CCSVI non è prevista l’anestesia generale, ma verra' praticata un'anestesia locale nel punto del corpo scelto come ingresso all’apparato vascolare venoso. Successivamente, solo per gli individui particolarmente ansiosi, a nostro insindacabile giudizio o di quello del collega anestesista eventualmente contattato, verranno somministrate sostanze sedative scelte in base alle caratteristiche sintomatologiche evidenziate al momento.
Quanto tempo bisogna aspettare dopo l'intervento, prima di poter essere dimessi?
Se il paziente viene operato entro le 12 del giorno stesso potrà essere, in assenza di complicazioni anche lievi, dimesso nel tardo pomeriggio; tutti i pazienti operati nel pomeriggio verranno dimessi il giorno successivo.
In cosa consiste la medicazione compressiva?
La medicazione compressiva consiste in una o più compresse di garza arrotolate ad assumere forma cilindrica (tampone)che vengono posizionate sopra al punto scelto come accesso all’apparato vascolare e assicurate mediante un bendaggio avvolto strettamente allo scopo di esercitare una pressione in grado di impedire un sanguinamento.
Quali comportamenti devono essere assunti dopo che la dimissione con medicazione compressiva ancora in sede?
Fino al mantenimento della medicazione compressiva si consiglia di mantenere l’arto in posizione estesa ed in particolare senza flessione all’inguine per non allentare la compressione sulla vena.
Che cosa viene rilasciato al paziente al momento della dimissione?
Il referto angiografico e il relativo CD delle immagini/sequenze flebo grafiche e la lettera di dimissione (note sul ricovero, intervento e terapia postintervento)
Esiste una possibilità di terapia sostitutiva alla seleparina post intervento, con farmaci a somministrazione orale?
Non prendiamo in considerazione l'uso di altri farmaci se non eparina e coumadin perché i dati che escono dal nostro studio devono essere omogenei. L’eccezione sarà possibile solamente di fronte a comprovata diatesi allergica o a pregressi problemi legati alla specifica sostanza
Come sono i risultati delle vostre procedure? Avete dati sulla vostra casistica? (numero di pazienti migliorati, stabili, peggiorati, percentuale di restenosi, recidiva di malattia, percentuale di stent utilizzati?)
Non rilasciamo dichiarazioni circa i risultati ad oggi ottenuti per non farVi incorrere in pericolosi e grossolani errori di valutazione. Infatti le attuali considerazioni sull’argomento sarebbero unicamente sensazioni, non avrebbero alcun significato statistico e pertanto in questa fase assolutamente fuorvianti.

20/07/13

you reporter . it

http://www.youreporter.it/mio/STEFANIAAJOMELIS

STEFANIAAJOMELIS

è un top reporter iscritto il 21 Maggio 2011

trombizzazione delle vene , QUESTE pubblicazioni scientifiche SAREBBE MEGLIO RIVEDERLE




















http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23701076

Endovascular diagnosis and management of chronic cerebrospinal venous insufficiency: retrospective analysis of 30-day morbidity and mortality in 95 consecutive patients.

Source

Department of Radiology, Section of Interventional Radiology, Rush University Medical Center, Chicago, IL, USA.

19/07/13

hai effettuato IL TRATTAMENTO di angioplastica dilatativa ?

Hai effettuato IL TRATTAMENTO
di angioplastica dilatativa chiamatasi <PTA>?



bene ora ti tocca seguire piccole regole di vita: …

a) ridere e' la parola d'ordine
http://laccsvivistadasam.blogspot.it/2012/10/ridere-e-la-parola-dordine.html

********
b) ORA IMPARA A EVITARE LO STRESS

http://laccsvivistadasam.blogspot.it/2013/05/ce-un-legame-tra-stress-e-sistema.html
********
c) ORA IMPARA A RESPIRARE
27/04/12

http://laccsvivistadasam.blogspot.it/2012/04/stefania-ajo-melis-sfoglia-le-note-note.html
*******
d) L'alimentazione di un SKLERATUCCIO dovrebbere essere uguale all'alimentazione del cardiopatico http://laccsvivistadasam.blogspot.it/2013/06/lalimentazione-di-un-skleratuccio.html
*******
e) EVITA se puoi di fumare tanto o evita proprio ill fumo, ricorda poi che un eccesso di bevande alcoliche FA MALE GIA' DI SUO
*******
f) VALUTA la possibilità di eseguire alcune sedute di fisioterapia.
*******
g) tieniti ad una temperatura costante NON TROPPO FREDDA E NON TROPPO CALDA... e se sei al sole... METTI SEMPRE UN CAPPELLO PER PROTEGGERE LA TUA TESTA.
*******




18/07/13

Variazioni della temperatura e sclerosi multipla



E’ ormai chiaro che il calore, sia ambientale che corporeo, può aggravare temporaneamente, o indurre, i sintomi della malattia.
Può accadere spesso, per esempio, che un bagno molto caldo convinca il paziente della presenza o del peggioramento della sintomatologia.
Degli Studi sperimentali hanno dimostrato che l’aumento della temperatura determina un incremento del blocco della conduzione nervosa,  in fibre che presentano guaine mieliniche parzialmente danneggiate.
Quindi, la parte del corpo interessata dai nervi danneggiati perde funzionalità, finché il tratto nervoso non si raffredda.

Il freddo eccessivo può, tuttavia, aggravare la rigidità muscolare, rendendo più difficile la deambulazione.


17/07/13

Vene e Trombosi

 www.trombosi.org/filemanager/cms_alt/files/SALTO/SALTO/62_vene_e_trombosi.pdf

La stenosi o l’occlusione della carotide

La malattia cerebrovascolare può essere causa di ictus ovvero, secondo l’OMS della rapida comparsa di sintomi e/o segni riferibili a perdita focale o globale della funzione cerebrale che persistono per più di 24 ore o portano a morte, con nessuna altra causa apparente se non un’origine vascolare.

La stenosi o l’occlusione della carotide possono causare un infarto cerebrale per riduzione della pressione di perfusione a valle della stenosi o, in analogia a quanto osservato nell’aterosclerosi coronaria, per embolizzazione distale, per fissurazione, rottura o per irregolarità della placca con formazione secondaria di trombo, come dimostrato dalla elevata frequenza di microemboli nei vasi retinici nei pazienti con attacchi ischemici transitori (TIA).


Eziologia

A seconda dell’eziopatogenesi, si possono distinguere:

  • Occlusioni arteriose da trombosi: principali fattori di rischio sono rappresentati dall’aterosclerosi e dall’ipertensione arteriosa.
  • Occlusioni arteriose da embolia: la fonte emboligena può essere cardiaca (fibrillazione atriale, protesi valvolari o aortiche) oppure non cardiaca (aterosclerosi dell’aorta ascendente e delle arterie carotidi).

Quadri clinici e sintomatologia

  • TIA: i sintomi sono rappresentati da paresi e/o ipoanestesia di uno o più segmenti (arto superiore, arto inferiore, volto) afasia o altri disturbi cognitivi, stato confusionale o disorientamento, disartria e amaurosi fugace con durata inferiore alle 24 ore.
  • Ictus trombotico: il 75% ha presentato precedentemente uno o più TIA. Ha raramente esordio brutale. Spesso invece, la sintomatologia si sviluppa entro poche ore. Talvolta la progressione dei disturbi neurologici è discontinua o intermittente. Raramente la cefalea è il sintomo di esordio. Il dolore si localizza in una metà della testa.
  • Ictus embolico: l’esordio è di solito acuto nell’ambito di pochi secondi o minuti. Più raramente è preceduto da TIA.

Diagnosi

L’iter diagnostico prevede l’impiego di diversi esami volti alla valutazione della lesione sia per quanto riguarda il grado di stenosi che la morfologia della placca.
  • Ecocolordoppler: consente una cartografia colorata del vaso. Trova la sua applicazione nella delimitazione del bordo interno della stenosi e nella visualizzazione dell’anfrattuosità delle placche oltre che nella diagnosi di pseudo-occlusione.
  • AngioRM: in aggiunta ai dati anatomici fornisce la possibilità di ottenere dati fisiologici sulla velocità e sulla direzione del flusso.
  • TCspirale: permette lo studio del lume vasale e della parete (calcificazioni, trombi, ulcerazioni).
  • Angiografia digitale: l’indicazione alla sua esecuzione va posta i tutti i quei casi in cui questo esame risulti indispensabile per la diagnosi e/o il trattamento chirurgico. Date le sue complicanze, sovrapponibili a quelle operatorie, è attualmente riservato ai pazienti con lesioni calcifiche, che sono mal valutate con le altre metodiche
  • Tac o RNM cerebrale: per valutare l’entità delle lesioni cerebrali

Terapia
La terapia medica e preventiva si avvale dell’uso di antiaggreganti e anticoagulanti.
L’indicazione al trattamento chirurgico deve tenere in considerazione parametri quali la sintomatologia neurologica, il grado di stenosi e il rischio operatorio.
I risultati degli studi NASCET e ECST hanno dimostrato la superiorità della terapia chirurgica associata a terapia medica sulla sola terapia medica per stenosi sintomatiche superiori al 70%. Questi studi hanno dimostrato anche l’inutilità del trattamento chirurgico per stenosi sintomatiche inferiori al 30%. Pazienti con stenosi sintomatiche comprese tra il 30 e il 49% sembrano trarre maggior beneficio dalla terapia medica. Dal 50 al 70% sembrerebbero, invece, trarre maggior beneficio dalla terapia chirurgica.
Nei deficit neurologici instabili l’indicazione chirurgica è indiscutibile.
In caso di stenosi bilaterale la scelta viene fatta sulla base della TC cerebrale, del grado di stenosi e della morfologia della placca.

Terapia chirurgica
L’endoarteriectomia (TEA) rappresenta la tecnica più adatta al trattamento delle stenosi della biforcazione carotidea e può essere effettuata anche in anestesia loco-regionale. L’intervento inizia con l’incisione cutanea del platisma e della fascia lungo il margine anteriore dello sternocleidomastoideo. Dopo aver preparato le carotidi, eseguita l’eparinizzazione e il clampaggio, la TEA può essere eseguita o tramite arteriotomia longitudinale o tramite endoarteriectomia per eversione. Dopo l’intervento bisogna monitorare la pressione arteriosa, al fine di evitare crisi ipertensive che possano esitare in una sindrome da iperperfusione cerebrale o, nei casi più gravi, nell’emorragia cerebrale.
Trattamento endovascolare


La PTA (percutaneous transluminal angioplasty) e/o stenting è eseguita tramite puntura percutanea, in anestesia locale, dell’arteria femorale. Da qui si accede con un catetere dotato di palloncino che, giunto a livello della stenosi, sarà gonfiato ristabilendo la pervietà dell’arteria.

Attualmente non vi sono criteri univoci di indicazione al trattamento endovascolare. La complicanza più temuta dell’angioplastica carotidea è rappresentata dall’embolizzazione cerebrale che si può verificare soprattutto in fase di dilatazione del pallone durante la PTA o di rilascio dello stent in caso di stenting.
 
info :  www.chirurgiavascolarechieti.it/Sito/Patologie/Trattamento%20CEREBROVASCOLARE.aspx

Chirurgia Vascolare - vene e arterie - ictus

L’ictus è la terza causa di morte, ma anche la prima causa di invalidità: il 40% delle persone invalide lo sono a causa di un ictus.
La causa delle patologie cardiovascolari è, quasi sempre, l’aterosclerosi. Essa può provocare una dilatazione di una o più arterie (aneurisma) o la loro occlusione o restringimento (stenosi) o ambedue. Tali malattie possono essere trattate o con un intervento chirurgico e/o con un trattamento non invasivo (endovascolare).
La malattia aterosclerotica si previene controllando i principali fattori di rischio e attuando modifiche allo stile di vita:
  • attività fisica
  • dieta ipoglucidica e ipolipidica (soprattutto limitazione di grassi di origine animale)
  • controllo delle patologie concomitanti (diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemia, iperuricemia).
L’aterosclerosi colpisce le arterie, cioè i vasi che portano il sangue dal cuore ai tessuti e agli altri organi del corpo.
Le vene costituiscono il sistema circolatorio che va dalla periferia verso il centro, dai tessuti e dagli organi ai polmoni (per essere ossigenato).
Le vene più importanti sono quelle interne (che sono situate vicino ai vasi arteriosi).
Le vene profonde possono essere interessate da trombosi o infiammazione (flebite).
Le vene più superficiali hanno il compito di diminuire l’eccesso di calore corporeo. Quelle degli arti inferiori possono degenerare in varici, principalmente a causa della insufficienza del sistema valvolare che aiuta il sangue a vincere la forza di gravità e a spingere il sangue verso l’alto.
Aneurisma o dilatazione (soprattutto dell’aorta addominale, ma anche aorta toracica o altre arterie degli arti); l’aneurisma è molto pericoloso perché anche se non provoca dolore, può rompersi all’improvviso, determinando un’emorragia anche mortale.
Arteriopatie Obliteranti (restringimento) delle arterie degli arti (acute e croniche); tale restringimento delle arterie provoca una diminuzione della quantità di sangue che arriva alle estremità, soprattutto durante il cammino, e quindi dolore (claudicatio).

Stenosi (restringimento) od occlusione delle carotidi, importanti vasi del collo che portano il sangue al cervello; il diminuito apporto di sangue al cervello può essere causa di ictus alcune volte anche fatale.
  

Insufficienza venosa determina un rallentamento del flusso sanguigno determinato dall’indebolimento delle pareti venose e dall’incontinenza delle valvole presenti all’interno delle vene che permettono il passaggio del sangue solo verso il cuore (verso l’alto) e impediscono il reflusso, cioè che il sangue torni indietro. Quando per varie cause, le valvole non funzionano più bene, avremo un reflusso e una dilatazione delle vene e col passare del tempo e l'aggravarsi della malattia, potremo avere varie complicanze, tromboflebiti, ulcere varicose, ecc.
L’insufficienza venosa è un disturbo piuttosto comune diffuso soprattutto tra le donne Le cause di questo fastidioso disturbo possono essere:
  • ereditarietà (una debolezza congenita della parete venosa)
  • pillola anticoncezionale
  • stile di vita
  • alcuni tipi di farmaci
  • infortuni ortopedici
  • fumo e alcool
  • stipsi.
È importante riuscire a individuare i piccoli segnali che l’organismo manda allo stadio iniziale della malattia. I sintomi più frequenti sono:
  • gambe stanche o pesanti e gonfie
  • dolori o bruciori al polpaccio
  • crampi notturni agli arti inferiori
  • dolori che aumentano vicino a fonti di calore
  • sintomi che regrediscono col movimento.
Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare 
               Direttore: Sante Ucchino
 



15/07/13

il farmaco Sativex®

Lo scorso 7 maggio 2013 l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l’utilizzo del farmaco Sativex® per il trattamento della spasticità da moderata a grave in persone con sclerosi multipla che non hanno risposto adeguatamente al trattamento con altri farmaci anti-spastici. In data 8 luglio l’azienda Almirall ha annunciato ufficialmente che il farmaco è disponibile sul territorio italiano.

Il trattamento è stato inserito dall’AIFA in classe H (ospedaliera), è disponibile presso le farmacie ospedaliere/farmacie delle ASL territoriali in seguito alla prescrizione da parte dei Neurologi dei Centri di Sclerosi Multipla. Con l’obiettivo di monitorare correttezza ed appropriatezza terapeutica, è stato istituito un Registro nazionale a cui verranno iscritti i pazienti in cura con Sativex®.





12/07/13

La pillola anticoncezionale



La pillola è composta da un’associazione di estrogeni e progestinici, in formamonofasica, dove i 21 confetti contengono la stessa quantità di questi ormoni, o trifasica, i cui confetti hanno tre colori diversi, a seconda della quantità di estrogeni e progestinici.


L’efficacia della pillola è molto alta per quattro motivi:
  1. blocca l’ovulazione
  2. altera l’endometrio, rendendolo inadatto all’annidamento di un uovo eventualmente fecondato
  3. altera il muco cervicale, rendendolo più viscoso e meno penetrabile da parte degli spermatozoi
  4. altera la motilità tubarica
Questo contraccettivo può essere assunto continuativamente, anche per alcuni anni, e non sono necessarie sospensioni periodiche, se non in caso di disturbi o complicazioni. Terminata una confezione, si sospende la pillola per 7 giorni, durante i quali arriverà una “falsa mestruazione”; dopo questo periodo di tempo si riprende l’assunzione quotidiana.

I benefici della pillola

Numerosi studi e ricerche hanno dimostrato che la pillola ha molti effetti positivi nella donna:
  • si riducono o scompaiono le cisti ovariche
  • diminuiscono i dolori mestruali
  • si riduce il rischio di cancro alle ovaie e all’endometrio
  • il ciclo si regolarizza.

Quando evitare la pillola

Non tutte le donne possono assumere questo contraccettivo, esistono alcune controindicazioni se la donna:
  • ha gravi disturbi cardiocircolatori
  • ha gravi malattie del fegato
  • se c’è la presenza o il sospetto di tumori
  • se ci sono perdite di sangue al di fuori del ciclo mestruale, di cui non si conosce la causa


False credenze

Sull’uso della pillola sono state costruite false credenze, quali il fatto che la pillola potesse provocare il cancro, le vene varicose e riducesse la fertilità o causasse parti gemellari. Tutte idee senza un fondamento scientifico.
http://www.amando.it/sesso/contraccezione/la-pillola-anticoncezionale.html
osa fare se si vuole assumere la pillola
La pillola va presa sotto controllo medico; è importante quindi recarsi da un ginecologo che effettua una visita, raccoglie la storia clinica personale e famigliare, misura la pressione e richiede un approfondimento con esami del sangue. Se tutto va bene prescriverà questo contraccettivo, con la richiesta di effettuare controlli annuali.
Bisogna prestare attenzione all’assunzione della pillola, quando contemporaneamente si prendono farmaci quali, antibiotici, tranquillanti, antiepilettici, carbone vegetale e purganti. Queste sostanze possono compromettere l’efficacia della pillola, e per evitare gravidanze indesiderate sarebbe meglio per quel mese, usare anche un altro metodo anticoncezionale.
La minipillola
Dopo una gravidanza, per evitarne una successiva, è possibile assumere la minipillola, soprattutto se si è scelto di allattare il neonato. Queste compresse sono costituite da basse dosi di progestinico, che quindi non influenzano la quantità e la qualità del latte materno.
La minipillola va assunta senza interruzione e la sua efficacia è molto buona, perché:
  • altera l’endometrio
  • altera la motilità tubarica
  • altera il muco cervicale
  • riduce la secrezione tubarica
Le controindicazioni della minipillola (rare e non accertate da tutti) sono rappresentate da alterazioni del ciclo mestruale, quali mancanza del ciclo, perdite ematiche intramestruali, emorragie uterine. In rarissimi casi provoca una riduzione del desiderio sessuale, astenia e tendenza alla depressione.

INFO DA web

ATTENZIONE...ci sono farmaci che VANNO IN CONTRASTO CON LA PILLOLA..... LEGGETE I BUGIARDINI..... MI RACCOMANDO.

10/07/13

GRAZIE A TUTTI

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SATIVEX www.dropbox.com/s/gi8yg5z49x74it2/Sativex1.pdf

 www.dropbox.com/s/gi8yg5z49x74it2/Sativex1.pdf  


La classifi cazione ai fi ni della fornitura del medicinale SATIVEX
è la seguente:
 Medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibile al pubblico su prescrizione di centri
ospedalieri o di specialisti – neurologo (RNRL).
 Stampati
 Le confezioni della specialità medicinale devono essere poste in
commercio con etichette e fogli illustrativi conformi al testo allegato
alla presente determinazione.
 È approvato il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto allegato
alla presente determinazione.
 Decorrenza di effi cacia della determinazione: dal giorno successivo alla sua pubblicazione nella  Gazzetta Uffi ciale della Repubblica
italiana.
 13A03504
 Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale
per uso umano «Tolterodina Pfi zer».
 Estratto determinazione n. 388 del 9 aprile 2013
 Medicinale TOLTERODINA PFIZER.
 Titolare AIC:
 Pfi zer Italia S.r.l.
 Via Isonzo, 71
 04100 Latina
 Italia

 www.dropbox.com/s/gi8yg5z49x74it2/Sativex1.pdf  

Cannabis terapeutica per i malati di sclerosi multipla

CANNABIS PRESCRITTA? http://www.cesda.net/?p=5463
Pubblicato il 6 marzo 2013 da redazione
Con il decreto del Ministero della Salute del 23 gennaio 2013 i “medicinali di origine vegetale a base di cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture)” sono stati introdotti nella tabella II sez. b del testo unico sulle droghe – la legge Fini Giovanardi – che contiene le sostanze che hanno attivita’ farmacologica e sono pertanto usate in terapia.
Con tale azione si riconosce il valore terapetutico di questo tipo di sostanze e la minore pericolosità e rischio d’abuso della cannabis rispetto a sostanze più dure, come ad esempio gli ansiolitici ed i sonniferi.
In un futuro - al momento non si sa quanto prossimo – i preparati di cannabis saranno quindi prescrivibili e reperibili in farmacia.

..................

Gazzetta n. 33 del 8 febbraio 2013
MINISTERO DELLA SALUTE
 www.gazzettaufficiale.biz/atti/2013/20130033/13A00942.htm

https://www.dropbox.com/s/gi8yg5z49x74it2/Sativex1.pdf