CONTATORE PERSONE

28/04/12

Riabilitazione pelvica

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Mancato rilassamento (contrattura) del pavimento pelvico


Il pavimento pelvico è un complesso insieme di muscoli pelvici che hanno la funzione di sostenere gli organi pelvici quali vagina, utero, vescica, ano, retto, evitandone il prolasso, e la funzione di contrastare le pressioni addominali che agiscono su questi organi, per esempio in caso di sternuti, tosse, sollevamento di borse della spesa, ecc. Ogni colpo di tosse per esempio, aumenta la pressione addominale, che spinge contro la vescica Se non ci fosse l'opposizione muscolare del pavimento pelvico, la vescica così schiacciata farebbe fuoriuscire l'urina involontariamente. Essi sono i muscoli che intervengono quando cerchi di trattenere l'urina o le feci (soprattutto se liquide).Inoltre questi muscoli svolgono un ruolo decisivo nel momento espulsivo del parto.

 
Il muscolo del pavimento pelvico per noi più importante è il muscolo elevatore dell'ano, il quale a sua volta è costituito da 3 parti di cui quella che ci interessa è il muscolo pubococcigeo (PC). Esso circonda uretra, vagina ed ano, influenzando anche il detrusore vescicale. E' come se questa fascia muscolare fosse bucata da questi organi che la attraversano.

 
Il PC è' quindi responsabile della buona funzionalità urinaria, sessuale e defecatoria.

 
Spesso non siamo coscienti dell'esistenza di questa muscolatura e non siamo quindi in grado di governarla contraendola o rilassandola in base al bisogno che abbiamo. Senza allenamento e senza controllo, il pavimento pelvico può quindi sviluppare in autonomia un atteggiamento costantemente contratto o eccessivamente rilassato.

 
La stessa postura femminile dettata dall'esigenza estetica di avere una pancia piatta, ci fa contrarre la muscolatura pelvica ed addominale in maniera ormai automatica e quasi inconscia per nascondere la normalissima “ciccia” che un atteggiamento rilassato farebbe inevitabilmente traboccare.

 
Se l'elevatore dell'ano perde la sua capacità di contrarsi (a causa per esempio del parto, o per degenerazione dovuta all'avanzare dell'età, o per indebolimento da mancato allenamento) può dare luogo a incontinenza di urina, di feci e di gas e al prolasso (discesa verso il basso) degli organi da esso sostenuti.

Se al contrario sarà costantemente contratto provocherà sintomi diversi a seconda dell'organo interessato dalla contrattura:

  • sintomi urinari: perdita involontaria di urina, urgenza minzionale, pollachiuria senza infezione, sensazione di mancato svuotamento vescicale, peso vescicale, stenosi da contrattura (seguita da ristagno urinario ed infezioni)
  • sintomi vaginali: dispareunia (dolori ai rappoti sessuali), vulvodinia (dolore in zona vulvare), vaginismo (penetrazione sessuale difficile), anorgasmia (assenza di orgasmo), dolore pelvico
  • sintomi anali e rettali: difficoltà all'evacuazione, incoordinazione delle spinte defecatorie, senso di peso anale, dolore anale (anodinia) e perineale, stipsi.

Come si spiegano questi sintomi?
 
 
Il dolore: la contrazione comprime anche le arteriole che portano sangue ricco di ossigeno ai tessuti; di conseguenza l'ossigeno a disposizione sarà insufficiente. La mancanza di ossigeno provoca la liberazione di sostanze dolorifiche. Quindi avremo: vulvodinia, anodinia, dispareunia, stranguria. L'insieme di questi dolori muscolari viene chiamato mialgia. Il dolore a sua volta è causa di contrazione come meccanismo di difesa verso il dolore stesso. Ciò porterà ad un circolo vizioso di dolore- contrattura- dolore- contrattura. Il dolore provocato dalla cistite è causa stessa di contrattura e la ricorrenza della cistite è conseguenza della contrattura.

La stipsi: il muscolo contratto tenderà a restringere lo sfintere anale, le feci verranno espulse con più difficoltà, stazioneranno più a lungo nell'ampolla rettale e più resteranno lì, più i batteri al loro interno aumenteranno rendendo più probabile la colonizzazione vaginale, uretrale e quindi vescicale. Il dolore conseguente alla difficile espulsione contribuirà ad incrementare la contrattura.

Vaginismo e vulvodinia: il restringimento dell'entrata vaginale può rendere il rapporto così doloroso che la sola penetrazione diventa impossibile. Il forte attrito contro le pareti vulvari e vaginali durante l'atto sessuale, infatti creano infiammazione dolorosa di questi tessuti impedendone i successivi tentativi. Un tessuto infiammato è più facilmente preda degli attacchi batterici di un tessuto normale in quanto perde le sue normali difese. Di conseguenza la vulva e la vagina diventano ottimo ricettacolo di batteri. Più ce ne saranno in questi organi e maggiore sarà la probabilità che risalgano dall'uretra in vescica. La paura del dolore inoltre toglie alla donna eccitazione e ciò si traduce in mancata congestione (afflusso di sangue) in zona genitale. In situazioni normali questo abbondante afflusso di sangue forma attorno alla vagina come una specie cuscinetto, che protegge la vescica ammortizzando gli urti contro la vescica provocati dal rapporto. In mancanza di eccitazione viene meno questa funzione di ammortizzatore dei vasi sanguigni pieni di sangue e la vescica è sottoposta a trauma meccanico da rapporto. L'infiammazione vescicale conseguente sarà ovviamente dolorosa, ma non presenterà batteri.

 
Urgenza minzionale: La contrazione pelvica si riflette anche sul detrusore (il muscolo) vescicale, che si contrae a sua volta diminuendo la sua capienza e non riuscendo più a mandare gli input corretti al cervello. Ciò provocherà la necessità di urinare spesso, poco e urgentemente.

 
Come puoi notare il pavimento pelvico ha notevole influenza diretta ed indiretta sulla cistite ricorrente. Il rilassamento di tale muscolatura è l'obiettivo principale a cui ogni donna sofferente di IVU dovrebbe puntare.

 
La riabilitazione del pavimento pelvico sviluppa la consapevolezza della tua muscolatura pelvica insegnandoti a contrarla e a rilassarla volontariamente attraverso la fisiochinesiterapia pelvi-perineale, gli esercizi di Kegel ed il biofeedback. La riabilitazione inoltre rilassa in modo passivo la muscolatura e diminuisce il dolore attraverso la stimolazione elettrica funzionale (tens), l'educazione alla respirazione diaframmatica e la manipolazione.

Alla diagnosi di contrattura del pavimento pelvico si arriva principalmente attraverso l'esame urodinamico ( che valuta anche la contrazione della muscolatura pelvica durante la minzione) ed escludendo altre cause ostruttive (calcoli, stenosi, tumori, ecc).



RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

Un ruolo fondamentale per il rilassamento del pavimento pelvico è rivestito dalla respirazione. La vita moderna con i suoi ritmi e lo stress a cui ci sottopone, ci porta a respirare utilizzando solo la parte più alta dei nostri polmoni (respirazione toracica/clavicolare).

 
Il tentativo sopra citato di nascondere l'adiposità addominale incrementa questo tipo di respirazione in quanto contraendo la parte inferiore dell'addome si ostacola l'introduzione di aria nella zona polmonare inferiore, che non ha più spazio per espandersi. Le conseguenze sono: contrazione della muscolatura pelvica, insufficiente apporto di ossigeno, problemi respiratori , cattiva digestione, stitichezza, problematiche ginecologiche (per la connessione diaframma/perineo), ecc.

La respirazione corretta pertanto è quella diaframmatica, cioè la respirazione “bassa”, che utilizza appunto questo muscolo addominale (il diaframma), che separa la zona toracica da quella addominale. Tale respirazione permetterà al polmone di espandersi completamente e ciò produrrà una serie di effetti benefici:

  • i polmoni riceveranno maggiori quantità di aria e quindi di ossigeno, migliorando la circolazione sanguigna e la disponibilità di ossigeno per tutti gli organi
  • il diaframma con il suo innalzamento ed abbassamento continui attuerà una sorta di massaggio intestinale che agevolerà il passaggio intestinale delle feci e la loro espulsione
  • le strette connessioni tra diaframma e perineo faranno sì che il movimento dell'uno si ripercuota su quello dell'altro e ciò aumenterà la tonicità del pavimento pelvico e lo scioglimento delle contratture grazie a questo costante stimolo e massaggio.
 
Per valutare il tipo di respirazione che utilizzi posizionati davanti allo specchio, fai un respiro profondo e osserva ciò che avviene quando inspiri. Se si sollevano le spalle e si gonfia la parte superiore del torace, la tua respirazione è alta. Se le spalle restano ferme e ciò che si gonfia è la pancia, allora stai utilizzando correttamente il diaframma.

 
Un esercizio utile da fare quotidianamente per allenarsi alla respirazione diaframmatica è quello di sdraiarti supina poggiando una mano sul petto ed una sulla pancia, inspira col naso cercando di far sollevare solo la mano poggiata sulla pancia (l'altra ti serve per controllare che il torace non si muova), poi espira con la bocca aperta sgonfiando l'addome.

 
E' possibile che le prime volte avvertirai giramenti di testa. Ciò avviene a causa dell'iperventilazione, cioè arriva troppo ossigeno improvvisamente ed il tuo corpo non è abituato. In questo caso sospendi fino alla scomparsa del sintomo e ricomincia senza forzare troppo la respirazione. Pochi minuti al giorno sono sufficienti, ma sforzati durante la giornata di utilizzare questa respirazione sia che tu sia in piedi, sia che sia seduta o stia correndo. All'inizio dovrai sforzarti e faticherai anche solo a ricordarti di farlo, ma col tempo diventerà automatico respirare col diaframma.

E soprattutto fregatene degli stupidi canoni estetici del ventre piatto! Meglio Venere di Botticelli, che martire di urologo!


FISIOCHINESITERAPIA

 
Lo scopo principale è quello di renderti cosciente dell'esistenza della muscolatura del pavimento pelvico e farti scoprire che si può rilassare e contrarre volontariamente. Successivamente alla presa di coscienza si inizia l'allenamento con l' esecuzione di esercizi di contrazione e rilassamento escludendo l'interferenza dei muscoli accessori quali quelli glutei, addominali, il diaframma e gli adduttori (all'interno della coscia). Più il muscolo è allenato a questi esercizi e più riuscirai a controllarlo rilassandolo quando lo senti contratto e contraendolo solo quando è necessario. La ripresa dell'attività del muscolo e la liberazione dalla contrazione consentiranno un miglior afflusso di sangue e di ossigeno sia allo stesso muscolo, che agli organi da esso circondati (ano, vagina, uretra).

 
Gli esercizi proposti riprendono a grandi linee quelli ideati da Kegel, descritti nel capitolo successivo.

 
Le sedute durano circa un'ora ed un ciclo è composto da 12/14 sedute 2 volte la settimana. Si può proseguire con un nuovo ciclo se i risultati ottenuti nel precedente non sono stati sufficienti. Durante la seduta di chinesiterapia vengono effettuate, se ritenute necessarie, la elettrostimolazione ed il biofeedback.

Perchè la riabilitazione sia efficace, sono fondamentali l'impegno, la collaborazione e la costanza di chi vi è sottoposto. A domicilio infatti dovrai ripetere gli esercizi insegnati durante le sedute ed una volta terminata la terapia dovrai continuare a tenerti “allenata” con gli esercizi imparati, per consentire il mantenimento del rilassamento ottenuto.



ESERCIZI DI KEGEL

 
Il Dr. Kegel, ginecologo americano ideò una serie di esercizi atti a rinforzare il muscolo pubo-coccigeo e di conseguenza a rilassarlo. I suoi esercizi sono famosissimi ed effettuati a domicilio da tantissime donne. Essi rispecchiano parte di ciò che viene effettuato in una seduta di chinesiterapia. La corretta e costante effettuazione migliora la funzionalità del pavimento pelvico, i problemi di contrattura muscolare, i disturbi di incontinenza, di stipsi ed aumenta il piacere sessuale sia proprio che del partner.

Ecco alcuni esempi di esercizi di kegel:

  • contrai il PC per 10 secondi e rilassalo per 30. Ripeti più volte.
  • Contrai lentamente come se il muscolo si stesse gradualmente chiudendo verso l'interno e poi sempre lentamente rilascia come se il muscolo si stesse protendendo verso l'esterno.
  • Alterna velocemente e ritmicamente contrazioni a rilassamenti
 
Ovviamente per poter effettuare questi esercizi dovrai avere coscienza di quale sia il muscolo da contrarre, altrimenti la contrazione di muscoli sbagliati (addominali, glutei, diaframmatici e adduttori) peggiorerà ulteriormente la situazione. 2 donne su 3 hanno difficoltà a capire cosa contrarre.

 
Un metodo per capirlo è quello di interrompere il flusso urinario durante la minzione. Per farlo è necessario contrarre proprio il muscolo PC. In questo modo riuscirai a capire quale parte dovrai usare per effettuare gli esercizi di Kegel. Questa manovra va effettuata esclusivamente per individuare qual'è il muscolo coinvolto. Se riesci ad individuarlo semplicemente simulando l'interruzione della minzione è ancora meglio.

 
Un altro metodo è quello di inserire un dito in vagina e contrarre la muscolatura attorno a questo dito. Se senti la pressione aumentare attorno al tuo dito, avrai individuato il PC.

 
Ancora ti puoi guardare allo specchio, posizionandolo di fronte all'ingresso vaginale. Contraendo il PC dovresti vederne il movimento: la vulva si sposta in su e in giù.

 
Con una mano una volta sull'addome, una volta sui glutei ed una volta sull'interno coscia, assicurati che i muscoli qui presenti non si contraggano mentre contrai il PC.

Gli esercizi di Kegel vanno ripetuti almeno 20 minuti al giorno, ma non c'è un limite superiore. Più ci si esercita e maggiori saranno i benefici. Puoi farli ovunque ed in qualsiasi momento della giornata (nessuno si accorgerà di questa tua attività!): in autobus, mentre fai la spesa, dal parrucchiere, mentre guardi la tv, mentre guidi, durante il rapporto sessuale (con maggior soddisfazione per entrambi!). Già dopo 3 settimane di esercitazione costante noterai i primi cambiamenti.



BIOFEEDBACK

 
In caso non riuscissi a localizzare il muscolo da contrarre, ti potrà venire in aiuto il biofeedback trans vaginale.

 
Il biofeed back fa parte delle attività svolte durante le sedute di chinesiterapia.

Ecco come si svolge.

Verrà introdotta in vagina una sonda di dimensione variabile in base alle difficoltà di introduzione. Questa sonda rileva la pressione esercitata dai muscoli pelvici e trasforma questa informazione in immagine lineare visibile su un monitor. Questa linea, che viene visualizzata si alza quando la muscolatura si contrae e si abbassa quando invece si rilassa. Inizialmente comincerai a prendere confidenza con l'apparecchiatura e con la tua capacità di contrarre e di rilassare osservando sul monitor come il cursore va su e giù in corrispondenza alle tue azioni muscolari. Poi comincerai a ripetere delle linee precise che appariranno sul monitor. Questi alcuni esempi:

________________________________(linea base corrispondente al totale rilassamento)

________/\______/\_______/\_______(innervazione graduale e graduale rilassamento)

_____|\_______|\_______|\______(innervazione totale e immediata e grad. rilass.)

_____|-|_____|------|_____|---|___(innervaz. totale mantenuta per più secondi e

rilassam. totale e immediato).

 
All'inizio sembrerà molto difficile anche solo mantenere la linea orizzontale corrispondente al totale rilassamento e da questo capirai quanto è forte la tua tendenza alla contrazione muscolare.

Poi imparerai a mantenere piatta questa linea rilassando muscoli che neanche pensavi di avere. Infine riuscirai a mantenere i muscoli rilassati anche senza il controllo visivo del monitor. La linea più difficile da seguire per me era quella mista in cui si alternavano torri merlate a triangoli equilateri e retti. Ma alla fine delle sedute ero così cosciente di tutti i più piccoli muscoli pelvici, così allenata a contrarli e rilassarli quando, quanto e quali volevo, che sarei stata in grado di  disegnare sul monitor persino la mia firma!!



STIMOLAZIONE ELETTRICA FUNZIONALE

 
Laddove non si riesca ad avere la percezione del muscolo PC e quindi non si riesca ad esercitarlo volontariamente, interviene l'elettrostimolazione passiva. Essa può essere comunque di supporto alla chinesiterapia e può avere effetti antalgici (calma il dolore).

 
Viene effettuata applicando una serie di elettrodi a livello del clitoride, delle piccole labbra, della vagina o dell'ano (in base ai disturbi accusati). Questi elettrodi stimolano la contrazione della muscolatura pelvica e contemporaneamente stimolano il nervo pudendo (il nervo che manda a questi muscoli il segnale di contrarsi e di rilassarsi).

 
Arriverà in queste zone l'impulso elettrico che puoi percepire come una leggerissima scossa o come dolore puntorio. Dovrai aumentare il voltaggio fino a che senti bene questa scossa, ma senza che ti dia dolore. In seguito aumenti la potenza man mano che ti abitui a quel voltaggio e questo fa sì che la tua soglia del dolore aumenti gradualmente e con essa la capacità contrattile del muscolo. I voltaggi raggiunti ed i risultati ottenuti vanno riportati in un apposito diario quotidiano.

Io dovevo fare questi esercizi 20 minuti al mattino e 20 alla sera per 2 settimane. All'ospedale mi avevano dato l'apparecchio per poterli effettuare a casa.



MANIPOLAZIONE

 
E' una delle tecniche utilizzate in osteopatia. Questa disciplina in estrema sintesi cerca di riportare l'equilibrio psico-fisico-sociale agendo sull'apparato muscolo-scheletrico, sede dei blocchi che provocano la malattia. Questi blocchi a livello di ossa e di muscoli impediscono il normale afflusso di sangue ed ossigeno, il normale movimento dell' organo, il normale scorrere dei fluidi che in esso passano.

 
Attraverso l'uso di varie tecniche e prendendo in considerazione anche l'influenza dell'ambiente esterno e l'aspetto psicologico del Paziente, l'osteopata cerca di riportare l'organo compromesso in uno stato di equilibrio non solo con se stesso, ma con l'intero corpo.

Con la manipolazione l'osteopata agisce sui muscoli e sui visceri , nel nostro caso la vescica, l'uretra, l'utero, la vagina, utilizzando le sue mani. Avverte col tatto le tensioni, che limitano il libero movimento di questi organi pelvici, scioglie la contrattura rilevata, rinforza la muscolatura contrapposta a quella contratta, riduce gli spasmi dovuti al trauma infiammatorio o dolorifico subìto, riporta nella sede originaria gli eventuali spostamenti (di solito abbassamenti) della vescica o di organi adiacenti, libera i vasi sanguigni compressi dalla muscolatura contratta o dall'organo fuori sede permettendo un miglior afflusso di sangue ed ossigeno, libera i nervi compressi diminuendo il dolore che questo schiacciamento comporta, separa le aderenze dovute alle cicatrici, che alterano la funzionalità dell'organo.

Sclerosi Multipla, il mercato dei farmaci raggiungerà i 502 milioni di euro

Terapie combinata e farmaci orali spingono l’acceleratore
Il mercato dei farmaci per la Sclerosi Multipla ha raggiunto cifre esorbitanti. Lo ha evidenziato la recente analisi di Frost&Sullivan intitolata 'Analysis of the European Multiple Sclerosis Market' secondo cui in Italia il mercato ha prodotto entrate per circa 277 milioni di euro nel 2010 e stima che questa cifra raggiungerà quota 501,8 milioni di euro nel  2017, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) dell'8,9 per cento  tra il 2010 e il 2017.
La sclerosi multipla colpisce oltre 2,5 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 550 mila in Europa. La ricerca scientifica sulle terapie farmacologiche si concentra attualmente su immunosoppressori, immunomodulatori e corticosteroidei.

“L'incremento del numero di persone affette da sclerosi multipla fa aumentare la domanda di terapie - osserva Deepika Pramod Chopda, analista di Frost&Sullivan - questo fatto, unito a un solido programma di sviluppo, sta spingendo la crescita del mercato”.

Il rapporto rende noto che sono attualmente in corso ricerche significative volte a trattare efficacemente la sclerosi multipla. Diversi trattamenti terapeutici innovativi, tra cui farmaci biologici e farmaci per via orale, che favoriscono le prospettive del mercato. “La messa a punto di nuove tecnologie e modalità per la somministrazione dei farmaci (per via orale o per iniezione) e diversi altri fattori - conclude l'analista - incoraggeranno i pazienti a utilizzare i farmaci contro la sclerosi multipla. Le nuove opzioni terapeutiche promuoveranno inoltre il concetto di terapia combinata, accelerando così lo sviluppo del mercato”.

http://www.osservatoriomalattierare.it/sclerosi-multipla/1927-sclerosi-multipla-il-mercato-dei-farmaci-raggiungera-i-502-milioni-di-euro

Canada: selezionato il gruppo di ricercatori per la sperimentazione interventistica sulla CCSVI

 canada institute of research

Ottawa (18 aprile 2012) - L'onorevole Leona Aglukkaq, Ministro della Sanità, ha annunciato oggi che un team di ricercatori è stato selezionato attraverso un rigoroso processo di peer review per avviare una sperimentazione clinica interventistica di fase I / II per l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) in persone con sclerosi multipla.
Questo annuncio è stato dato a seguito dell’invito per applicazioni di ricerca lanciato dal Canadian Institutes of Health Research (CIHR) nel novembre 2011.
"Il nostro governo è impegnato nel far progredire la ricerca sulla MS con l'obiettivo di migliorare la salute di chi vive con questa condizione," ha detto il ministro Aglukkaq. "Questo studio clinico dovrebbe fornire un quadro più chiaro sulla sicurezza e l'efficacia della procedura proposta dal Dr. Zamboni".
L'obiettivo principale della sperimentazione sulla CCSVI, che deve essere co-finanziato dalla MS Society of Canada, è quello di determinare la sicurezza di angioplastica venosa e di ottenere una migliore evidenza sugli esiti nei pazienti.
I ricercatori dovranno ricevere l'approvazione etica dai pertinenti comitati istituzionali di etica della ricerca (REB), prima di condurre la sperimentazione. I fondi saranno sbloccati e lo studio inizierà se e quando sarà garantita l'approvazione etica.
Per garantire l'indipendenza del REB, i nomi dei membri del team di ricerca e le istituzioni coinvolte sarà celato fino all'approvazione del REB.
"Il CIHR e la MS Society continueranno a collaborare con i partner provinciali e territoriali per garantire l'attuazione della sperimentazione clinica se il team di ricercatori soddisferà i criteri dei comitati etici per la ricerca", ha detto il Presidente  del CIHR, Dr. Alain Beaudet. "Nel frattempo, il gruppo di lavoro degli esperti scientifici del CIHR continua a rivedere e analizzare le nuove evidenze della ricerca sulla CCSVI."
Il Canadian Institutes of Health Research (CIHR) è l’agenzia degli investimenti di ricerca nel settore sanitario del Governo del Canada. La missione del CIHR è  creare nuova conoscenza scientifica e consentire la sua traduzione in miglioramento della salute, servizi sanitari e prodotti più efficaci, e un rafforzato sistema sanitario canadese. Composto da 13 Istituti, il CIHR fornisce guida e supporto a più di 14.100 ricercatori sanitari e tirocinanti in tutto il Canada

27/04/12

Ogni malato è un mondo a sé e il medico non può ignorarlo


Ogni malato è un mondo a sé e il medico non può ignorarlo...
DEVE PARLARGLI ...
SAPER ASCOLTARLO....
PROPRORGLI NUOVE TERAPIE..
MA NN DEVE SPAVENTARLO.....
DEVE SAPER GESTIRE LA SITUAZIONE, PERCHE' UNA PERSONA QUANDO SI SENTE DIRE CHE HA UNA CERTA MALATTIA <IMPORTANTE>...
DEVE FARGLI CAPIRE CHE NULLA E' FINITO..
MA INIZIA UNA NUOVA VITA CON TUTTE LE DIFFICOLTA' POSSIBILI....
E LA VITA VA AFFRONTATA OGNI GIORNO ..AL MEGLIO

MI CHIEDO...QUANTE DIFFICOLTA'  OGNI GIORNO AFFRONTIAMO E NN CE NE ACCORGIAMO..???

TANTE..TANTE

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Diritto a una corretta informazione
Il paziente ha diritto ad una corretta informazione su  accertamenti diagnostici invasivi, interventi chirurgici o altre terapie specialistiche, nonché a decidere in autonomia se sottoporvisi o meno. Tali diritti sono stati ribaditi in varie sentenze della Cassazione. Tra le più significative, la sentenza della Cassazione pen. Sez.IV 11-07-2001, n. 1572: “…il consenso afferisce alla libertà morale del soggetto ed alla sua autodeterminazione, nonché alla sua libertà fisica intesa come diritto al rispetto delle proprie integrità corporee, le quali sono tutte profili della libertà personale proclamata inviolabile dall'art. 13 Cost.”. Al medico non si può, di conseguenza, attribuire “…un generale ‘diritto di curare’, a fronte del quale non avrebbe alcun rilievo la volontà dell'ammalato che si troverebbe in una posizione di ‘soggezione’ su cui il medico potrebbe ‘ad libitum’ intervenire, con il solo limite della propria coscienza”. E inoltre: “…la mancanza del consenso (opportunamente "informato") del malato o la sua invalidità per altre ragioni determina l'arbitrarietà del trattamento medico chirurgico e, la sua rilevanza penale, in quanto posto in violazione della sfera personale del soggetto e del suo diritto di decidere se permettere interventi estranei sul proprio corpo.”. Nel giugno del 2007 il Tribunale di Novara ha condannato per lesioni personali il chirurgo che aveva sottoposto una paziente ad un intervento chirurgico ‘diverso o ulteriore’ rispetto a quello per cui era stato firmato il consenso informato.

Oggetto dell’informazione
L’informazione deve illustrare anche le eventuali alternative all’intervento chirurgico; i rischi; le possibili complicazioni e le terapie che queste comportano; il tipo di anestesia ed i controlli clinici a cui il paziente si dovrà sottoporre dopo l’intervento. Il rapporto esplicativo alla Convenzione di Oviedo (Consiglio D’Europa “Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina”, recepita con Legge 28 marzo 2001, n. 145) stabilisce che il linguaggio usato dal medico per informare il paziente deve essere alla portata di quest’ultimo, per metterlo in condizione di comprendere i motivi e le modalità dell’intervento ed il Comitato di Bioetica nel suo documento su Informazione e Consenso Informato, stabilisce che le informazioni valide sono quelle effettivamente comprese.
L’informazione non deve limitarsi all’intervento del medico o del chirurgo, ma anche alla struttura in cui verrà condotto perché il paziente deve essere messo in condizione di sceglierne eventualmente un’altra.

Consenso scritto
In Italia è previsto un consenso scritto per donazione di sangue e organitrapianto di organi, sperimentazione clinica di farmaci. Al di fuori di questi casi c’è libertà nella forma di manifestazione del consenso, che può essere implicito o esplicito e può sempre essere revocato, ovviamente se l’arresto della terapia non è di pregiudizio al paziente.
In caso di mancata richiesta il medico è sempre responsabile, anche se l’intervento chirurgico ha esiti positivi,  ma “l'onere della prova del mancato assolvimento del dovere di informazione da parte del medico  incombe sul paziente, che agisca in giudizio per ottenere l'affermazione di responsabilità del chirurgo” (Tribunale di Napoli 12-10-2001). 
Il consenso è sempre relativo ad un determinato intervento e non utilizzabile per disposizioni di carattere generale e spesso viene espresso con la compilazione di un modulo. Il paziente può integrarlo con l’aggiunta di una clausola, per esempio per richiedere - nel caso si venga a trovare in condizione irreversibile, senza poter esprimere la propria volontà - di non venire sottoposto ad accanimento terapeutico, compresa l’alimentazione e l’idratazione forzata. 
Una persona diversa dal paziente può dare o non dare il consenso solo se è stata chiaramente delegata dal paziente. Nel caso di minori va sempre tenuta presente la volontà del paziente e se si considera che – tranne in casi eccezionali di particolare maturità - un minore di 14 anni non è in grado di comprendere sino in fondo i problemi relativi ad un intervento, da questa età in poi le decisioni del paziente diventano preponderanti. 
Oltre al caso dei minori, l’obbligo del consenso informato è escluso per i pazienti con malattie mentali e per le terapie di pronto soccorso. Nel primo caso si deve, comunque, tentare di ottenere un consenso prima di arrivare ad un intervento coercitivo. Nell’emergenza il medico può intervenire con la terapia che ritiene adeguata, senza neppure l’autorizzazione di eventuali parenti.
L’informazione al paziente e la sua scelta autonoma e consapevole sono regolati anche dal Codice Deontologico dei Medici Italiani (Capo IV – Informazione e consenso – art. da 30 a 35). 


<SAM>

per voi amici...........MAI MOLLARE


STEFANIA AJO' MELIS
A tutti coloro che vedono questo bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto..
e usano il tempo per essere ciò che autenticamente sono;
a chi si è perso percorrendo una strada che non è la sua, e si sente libero se,
malgrado la paura, trova il coraggio di scegliere.
A chi si sente speciale nel vedere ciò che ha, e non quello che gli manca.
A tutti coloro che vedono la loro unicità come un bicchiere mezzo pieno.
Ama chi sei e nessuno sarà mai come Te!
per voi amici...........MAI MOLLARE
S.A.M

E’ fondamentale essere se stessi ma per esserlo occorre che ce lo consentano e ciò accade solo se noi lo consentiamo agli altri.

La vita è una scelta.

Ogni giorno, sul sentiero che si sta percorrendo, ci sono migliaia di sfide, ci sono migliaia di bivi, migliaia di scelte.

A volte prendiamo decisioni in modo inconsapevole, ma, comunque, ci troviamo di fronte a delle alternative e mettiamo il piede in una scarpa piuttosto che in un’altra.Ogni giorno quando mi trovo a porre delle regole a mia/o figlia/o mi trovo anche ad affrontare un disagio.
Vorrei insegnarle che è meravigliosa, che deve avere carattere (il suo),
che deve cercare di essere se stessa/o al 100% eppure devo anche porre dei limiti e darle delle regole. Perché?

Perché non le posso dire “puoi fare quello che vuoi” e “fai quello che vuoi”?
Perché non è sol/oa, è un essere umano, un animale sociale ed ha bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno,  esattamente come lei, di “fare quello che vogliono”, ma se non ci fossero delle regole andremmo a cozzare uno con l’altro in modo anche bizzarro.
Avete presente gli autoscontri?
La vita sarebbe un autoscontro continuo e non avremmo neanche più il tempo per essere noi stessi.
 ********quindi:

E’ fondamentale essere se stessi
ma per esserlo occorre che ce lo consentano
e ciò accade solo se noi lo consentiamo agli altri.

Per ciò occorre RISPETTO. Se io rispetto te e tu rispetti me allora siamo liberi di essere noi stessi.



il rispetto è libertà

Noni (Morinda citrifolia)



Noni (Morinda citrifolia)
Terapie complementari, erbe, e di altri agenti OTC
Da Guest Editor Barrie Cassileth, PhD1 | 25 ottobre 2010
1 Sedia Laurance S. Rockefeller e Chief, Medicina Integrativa, Memorial Cancer Center Sloan-Kettering, New York, New York


Noni è una pianta sempreverde diffusa nel Sudest asiatico, Australia e le isole della Polinesia. E 'utilizzato nella medicina tradizionale per la guarigione delle ferite, infezioni, malattie della pelle, diarrea, e come tonico. Prodotti Noni hanno guadagnato popolarità in tutto il mondo nel corso degli ultimi due decenni, e sono commercializzati in modo aggressivo per immunostimolazione e per il trattamento della sindrome da stanchezza cronica e il cancro.
I dati preliminari di studi in vitro e sugli animali suggeriscono proprietà immunomodulatorie, antiossidante e antitumorale. Tuttavia, epatotossicità e iperkaliemia sono stati segnalati anche con l'uso noni.

Conosciuto anche come: Lada, gelso indiano, Nono, pianta och, frutta formaggio, mela maiale, Mora de la India, pino selvatico.

SOMMARIO: Noni, una pianta sempreverde, è originario del Sud-Est asiatico, Australia, Hawaii e le altre isole della Polinesia. La pianta produce frutti carnosi bianco-giallastro che viene usato nella medicina tradizionale per la guarigione della ferita, per il trattamento delle infezioni, diarrea e malattie della pelle e come tonico. Morinda citrifolia non deve essere confuso con Morinda officinalis, nota anche come ba ji tian, che è comunemente usato nella medicina cinese.

Fresco o fermentato succo di Noni è una bevanda popolare; capsule, pillole, polveri e sono venduti come integratori alimentari. Negli ultimi 2 decenni, i prodotti Noni sono stati pesantemente promossi per immunostimolazione e per il trattamento della sindrome da fatica cronica, l'ipertensione e il cancro.

Anche se affermazioni sugli effetti benefici del Noni abbondano, molti sono prive di fondamento.

Alcuni studi in vitro e sugli animali indicano che gli estratti vegetali hanno antifungini, [1] antitumorale, immunomodulante e [2,3] proprietà. Noni inibisce anche l'ossidazione a bassa densità, lipoproteine e può aiutare a prevenire l'arteriosclerosi [4]. Glucosidi e altri costituenti isolati dai frutti e le foglie hanno dimostrato le proprietà antiossidanti. [5] Inoltre, il succo di Noni altamente concentrato (superiore al 5%) si è dimostrato di avere proprietà anti-angiogenici [6].

Il consumo di succo di noni può ridurre il rischio di cancro nei fumatori. [7] A National Institutes of Health (NIH) in fase di studio finanziata I noni in malati di cancro è stato recentemente completato presso l'Università delle Hawaii Cancer Research Center, ma i dati sono ancora da pubblicare [8].
 REAZIONI AVVERSE, CONTROINDICAZIONI: uno studio sponsorizzati dalla società hanno dimostrato che gli effetti avversi dose-correlati di prodotti Noni sono stati minimi, [9], ma altre relazioni hanno indicato diversamente. In tre casi, il consumo di succo di noni provocato epatotossicità, probabilmente a causa del suo contenuto dell'antrachinone. [10,11] Il consumo di grandi quantità di succhi di frutta contenenti noni ha causato iperkaliemia [12] e può essere dannosa nei pazienti con funzione renale compromessa . Inoltre, il succo di noni può diminuire l'attività di alcuni agenti chemioterapici [13].
http://www.cancernetwork.com/integrative-oncology/content/article/10165/1703327

Utilizzato come:
  • Trattamento di cefalee, turbe dell’umore e del comportamento.
  • Indicato nel trattamento di depressioni di varia origine, convalescenze, turbe del sonno,
  • Immunostimolante. Agisce positivamente nella regolazione dei ritmi del sonno.
  • Antivirale e antimicrobico.
  • Atiradicalico grazie alle Vitamine C e A e al Selenio.
  • Stimolatore del metabolismo.
  • Rafforzatore delle proteine e, conseguentemente, del ruolo nella formazione muscolare.
  • Stimolante delle difese immunitarie.
  • Allevia i dolori artritici.
  • Diminuisce la fatica ed incrementa l'energia del corpo.
  • Aiuta i processi di guarigione dei muscoli e delle ossa.
  • Aiuta il sistema immunitario a combattere i batteri.
  • Aiuta a diminuire lo stress e gli stati depressivi.
  • Regola i disordini digestivi.
  • Alla cicatrizzazione delle ferite per arrivare fino ai tumori.  
http://www.freewebs.com/dottnoni/profsolomon.htm

L'Associazione Medica Italiana Kousmine

AMIKonlus
L'Associazione Medica Italiana Kousmine nasce ufficialmente nel 1998 a seguito della costituzione in Italia di un gruppo di pionieri della medicina Kousminiana che inizia a utilizzare questa metodica nelle patologie neurologiche ed autoimmuni. A partire da quell'anno si tiene un corso di formazione base per medici ogni anno. Sino al 2000 i corsi sono tenuti dai colleghi dell'Associazione Internazionale, successivamente il corpo docenti é interamente formato da colleghi dell'Associazione Italiana a cui si aggiunge il Dr. Giorgio Perotti, biochimico e nutrizionista, tra i primi in Italia a parlare di Acidi Polinsaturi. A partire dall'anno successivo i corsi base diventano di sei giorni.

A questi si uniscono due giornate di aggiornamento annuo ove vengono trattate, anche da relatori esterni all'Associazione, le tematiche più varie ed attuali che possano riguardare una sempre miglior applicazione del Metodo. Sempre nello stesso anno il corpo docenti si arricchisce della collaborazione del Dr. Mauro Carratelli pioniere in Italia dello studio dei Radicali Liberi. Nel 2004 ai docenti già esistenti si aggiunge il Dr. Eugenio Luigi Iorio titolare della cattedra di Biochimica Clinica presso l'Università Federico II di Napoli. A lui si affianca nello stesso anno il Dr. Josep Vich, immunologo di Barcellona che tratta le tematiche più aggiornate degli antirecettori di membrana. Dal 2004 l'Associazione si trasforma in Organizzazione Non Lucrativa di carattere Sociale.

Nel suo Statuto é possibile prendere atto degli scopi, finalità e obiettivi che ci si é posti, nonché degli organi statutari.

L'Associazione aderisce alla Charte de la Fondation Catherine Kousmine e alla Association Medicale Kousmine Internationale ed é l'unica legalmente riconosciuta in Italia ad utilizzare il titolo Kousmine, tenere corsi di formazione ed attribuire il titolo di Medico Kousmine.

Il Consiglio Direttivo AMIK è composto da:
Dr. De Gasperis Fabrizio Presidente
Dr.ssa Granatieri Clara  Vice Presidente
Dr.ssa Scordamaglia Graziella Segretaria
Dr. Iorio Eugenio Luigi               Consigliere
Dr. Toninato Giuseppe               Consigliere
Dr.ssa Mengoni Marilù Consigliere
Sig.ra Oberbacher Gertrud        Consigliere
Dott. Bedani Attilio             Consigliere
Responsabile eventi AMIK Onlus
Rasi Cristina
http://www.amik.it/home.aspx


I Medici
I colleghi che si avvicinano alla metodica della Dr.ssa Kousmine hanno fatto un lungo percorso nei meandri della medicina classica e sono giunti alla conclusione che é ancora possibile ottenere dei risultati, su basi scientifiche, che abitualmente non é possibile apprendere nei corsi universitari classici. Le nozioni che vengono apprese nei nostri corsi si basano sui più attuali studi scientifici di immunologia (ad esempio il mimetismo molecolare), farmacologia, neurologia, PNEI, nutrizione e quant'altro concorra a garantire un costante e corretto aggiornamento del Metodo.
A livello statutario, insieme ai Medici possono far parte dell'Associazione anche Biologi, Odontoiatri, Farmacisti e Psicologi. L'AMIK è l'unica Associazione legalmente riconosciuta in Italia a poter formare queste figure professionali al Metodo Kousmine.


Sono ormai molti i medici che hanno frequentato i nostri corsi e che praticano attivamente i concetti Kousminiani sui pazienti che si orientano a questa medicina. La possibilità di farsi seguire da un medico kousminiano é a disposizione di tutti coloro che lo desiderino. Non altrettanto facile é per i medici praticare la disciplina, solo dopo un corso di formazione base e stages con medici esperti é possibile occuparsi dei pazienti (corsi).

La filosofia dell'essere Medico Kousmine é quella della riscoperta del tanto abusato termine "rapporto medico-paziente" improntata già in prima visita (che dura almeno due ore) nello sviscerare ogni problematica della persona che abbiamo di fronte. Ogni Medico formato dall'AMIK deve entrare il più possibile in rapporto empatico con il suo Paziente, toccando gli aspetti psicologici, clinici e terapeutici di questa Persona. Questi sono i dettami della nostra ispiratrice Catherine Kousmine, ufficialmente adottati dalla Fondazione Internazionale e dall'Associazione Italiana e che differenzia sostanzialmente un Medico Associato da uno autoformatosi.

Il metodo Kousmine non è solo un regime alimentare: è una terapia complessa che comporta un piano differenziato di interventi. Pur essendo un metodo medico/scientifico (la dott. Kousmine è stata un'accurata ricercatrice ed ha esercitato la professione di medico per tutta la vita) si differenzia profondamente dalla mentalità che oggi presiede alla pratica della medicina nel mondo occidentale. Normalmente la medicina convenzionale affronta la malattia come un evento a sé stante, indipendentemente dalla personalità, dallo stile di vita, dalle abitudini alimentari del malato. Conseguentemente la cura è sempre rivolta contro le cause specifiche immediate della malattia, spesso semplificate in agenti virali o batterici. Quasi mai si cerca di aumentare le difese naturali contro gli agenti patogeni; raramente si opera per consolidare lo stato di salute, il benessere psico-fisico della persona. Malgrado ciò ha avuto un successo storico nettamente inferiore della nostra medicina nella cura delle malattie più gravi.

Il merito della Dott. Kousmine è stato quello di privilegiare l'aspetto preventivo e il rispetto della totalità della realtà umana, integrandolo però con la scientificità e le scoperte terapeutiche della medicina moderna. Ha ottenuto così di non perdere nulla delle conquiste scientifiche recenti, ma anche di scendere in profondità nelle cause delle malattie, con risultati più efficaci e duraturi. In particolare ha focalizzato la sua attenzione e i suoi interventi terapeutici sulla relazione tra alimentazione e salute intuendo il rapporto profondo, spesso determinante, che c'é tra il modo di nutrirsi e lo stato di salute generale dell'organismo. Già prima del secondo conflitto mondiale questo Medico geniale correlò tra loro le cose che oggi appaiono scontate a buona parte dei medici: stile di vita e non solo dieta, attività fisica quotidiana e non saltuaria per avere il maggior benessere, oggi possiamo calcolare in modo accuratissimo stress ossidativo o metabolismo basale mentre la dottoressa Kousmine preconizzò l'esistenza dei radicali liberi ancor prima che si parlasse di DNA!

CORSI DI AGGIORNAMENTO

 Perchè la formazione
L' Associazione Medica Italiana Kousmine ha posto come prioritario l' aggiornamento continuo, per statuto, di ogni medico, che DEVE obbligatoriamente (per evitare l'espulsione dall 'Associazione) partecipare ad almeno un Corso di Aggiornamento all'anno, che il Consiglio Direttivo delibera annualmente tramite il Piano di Formazione, sentite le esigenze di tutti i soci.
Anche questo per l'AMIK è un motivo di grande orgoglio poichè solo l'aggiornamento continuo e costante è garanzia per il paziente di essere trattato da un Medico che sappia veramente come comportarsi di fronte a patologie sempre più complesse.
Gli argomenti dei corsi vengono scelti tra quelli più aderenti al curriculum richiesto per ogni medico Kousminiano. Negli ultimi anni si è privilegiato l'aspetto prettamente immunologico alla base delle patologie con cui entriamo quotidanamente in contatto.

LE BASI SCIENTIFICHE

Supporti Scientifiche
Il "Metodo Kousmine", nato negli anni 30 del secolo scorso dalle osservazioni della Dr.ssa C. Kousmine, ha trovato negli anni solide basi scientifiche che negli anni sono state sempre più supportate dai dati internazionali.

Le Linee Guida Per una Sana Alimentazione Italiana, pubblicate dall'INRAN, rappresentano la migliore immagine scientifica dei principi esposti molti anni fa. Come tutti i pionieri la dottoressa Kousmine fu a lungo osteggiata dai colleghi dell'epoca ( e da molti ancora oggi ) ma le sue intuizioni prima e le sue ricerche dopo, sono state confermate giorno dopo giorno dalle più prestigiose ricerche scientifiche. Basti pensare che vent'anni fa quasi nessuno osava sostenere la interconnessione tra cancro ed alimentazione mentre oggi i lavori scientifici più moderni danno ragione a quanto la dottoressa sosteneva già prima della seconda guerra mondiale.
Gli ultimi studi sull'influenza dei grassi polinsaturi o sullo Stress Ossidativo ben si applicano allo schema alimentare che suggeriamo ai pazienti.

Da alcuni anni stiamo applicando i principi del mimetismo molecolare ai nostri pazienti con risulati sintomatologici molto buoni. Dal 2006 é previsto l'avvio di uno studio multicentrico internazionale che valuterà tra i vari parametri anche l'andamento del titolo anticorpale dei principali agenti infettivi coinvolti nella SM dopo trattamenti con anti CD.
L'ultima dimostrazione scientifica di quanto affermato dalla dottoressa Kousmine è avvenuta il giorno 21 luglio 2007 a Milano, quando la prof.ssa C. Ferreri del CNR di Bologna ha enunciato i principi ispiratori del Fat Profile, esame che ora ci consente di avere un quadro completo ed esaustivo di tutti gli acidi grassi del nostro organismo e di porre rimedio con una terapia sempre più mirata al singolo paziente ed ancor di più al preciso momento della sua vita in cui si effettua l'esame. Senza ombra di dubbio una bella risposta a quanti hanno affermato che il Metodo Kousmine non è valido poichè non supportato da basi scientifiche!

Sclerosi Multipla: uno studio danese sul Metodo Zamboni By Alessandro Rasman

Secondo alcuni ricercatori, coordinati dal Dr. M. Blinkenberg del Centro Sclerosi Multipla Danese di Copenaghen, la visione tradizionale che la sclerosi multipla (SM) sia una malattia autoimmune è stata recentemente messa in dubbio dal postulato che la SM sia causata dall’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI). Anche se diversi studi avrebbero messo in dubbio questa teoria vascolare, la controversia sulla CCSVI è ancora in corso. Il loro obiettivo era quello di valutare con l’ecografia la prevalenza della CCSVI nei pazienti danesi con SM e di confrontare questi risultati con le misure di risonanza magnetica del flusso e della morfologia venosa.
http://mediterranews.org/2012/04/sclerosi-multipla-uno-studio-danese-sul-metodo-zamboni/

Nuova Pubblicazione del Prof. Zamboni su Pletismografia applicata alla CCSVI

La pletismografia cervicale è una nuova tecnica diagnostica per la CCSVI che fu presentata, in versione prototipale, dal Prof. Zamboni al primo congresso dell'International Society for NeuroVascular Disease (ISNVD) tenutosi a Bologna nel 2011.
Questa tecnica consiste in un collare messo al collo del paziente in grado di registrare le variazioni di flusso venoso in funzione delle modifiche posturali a cui è sottoposto il paziente. La pletismografia cervicale presenterebbe alcuni sostanziali vantaggi rispetto alla tecnica doppler TCCS-ECD: tempi di esecuzione più rapidi, basso costo, ridotta variabilità interoperatore nel risultato.
Riportiamo di seguito la traduzione dell'abstract dell'ultima pubblicazione del Prof. Zamboni, pubblicata il 23 aprile 2012 sul Journal of Vascular Surgery, che testimonia appunto la validità della pletismografia cervicale come strumento di screening diagnostico per la CCSVI.


Valutazione del ritorno venoso cerebrale con il nuovo metodo della pletismografia

Paolo Zamboni, Erica Menegatti, Paolo Conforti, Simon Shepherd, Mirko Tessari,Clive Beggs
Introduzione:
Le tecniche di scansione risonanza magnetica e eco color Doppler (ECD) non valutano con precisione il ritorno venoso cerebrale. Ciò ha generato notevoli controversie scientifiche collegate alla diagnosi di una sindrome vascolare nota come insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) caratterizzata dal limitato deflusso venoso dal cervello. Lo scopo di questo studio è stato valutare il ritorno venoso cerebrale in relazione alla variazione di posizione mediante un nuovo metodo, la pletismografia cervicale.
Metodo:
Questo è  uno studio caso-controllo in cieco, su  un singolo centro, cross-sectional condotto presso il Centro Malattie Vascolari dell'Università di Ferrara, Italia. Lo studio ha coinvolto 40 soggetti sani di controllo (HC, 18 donne e 22 uomini) con un'età media di 41,5 ± 14,4 anni, e 44 pazienti con sclerosi multipla (SM, 25 donne e 19 uomini) con un'età media di 41,0 ± 12,1 anni. Tutti i partecipanti sono stati in precedenza sottoposti a scansione utilizzando l’ecografia  ECD, e quindi suddivisi nei gruppi HC (CCSVI negativi all’ECD) e CCSVI. I soggetti sono stati sottoposti alla pletismografia cervicale in cieco, inclinandoli dalla  posizione verticale (90 °) alla posizione supina (0 °) in una sedia. Una volta stabilizzato il volume di sangue, sono stati riportati alla posizione verticale, lasciando che il sangue drenasse dal collo. Abbiamo misurato il volume venoso (VV), il tempo di riempimento (FT), il gradiente di riempimento (FG) richiesto per raggiungere il 90% di VV, il volume residuo (RV), il tempo di svuotamento (ET), il gradiente di svuotamento (EG) richiesto per raggiungere il 90% del volume di svuotamento (EV) dove EV = VV-RV, anche analizzando i parametri considerati tramite le curve caratteristiche del ricevitore operativo (ROC) e l'analisi matematica del principale componente.
Risultati:
La velocità con cui il sangue venoso è stato scaricato in posizione verticale (EG) è risultata significativamente più veloce nei controlli (2,73 mL / secondo ± 1,63) rispetto ai pazienti con CCSVI (1,73 mL / secondo ± 0,94, p = 0,001). Inoltre, rispettivamente, nei controlli e nei pazienti con CCSVI, i seguenti parametri sono risultati differenti in modo altamente significativo: FT 5,81 ± 1,99 secondi  vs 4,45 ± 2,16 secondi (P = 0,003); FG 0,92 ± 0,45 ml /secondi  vs 1,50 ± 0,85 mL /secondi (P <.001); RV 0,54 ± 1,31 vs 1,37 mL ± 1,34 mL (P = 0,005); ET 1,84 ± 0,54 secondi vs 2,66 ± 0,95 secondi (P <.001). L’analisi matematica ha dimostrato una maggiore variabilità del processo dinamico del ritorno venoso cerebrale nei CCSVI. Infine, l'analisi ROC ha dimostrato una buona sensibilità del test proposto con un 83,8 per cento concordante, 16,0 discordante, 0.2 legato(C = 0,839).
Conclusioni:
Le caratteristiche del ritorno venoso cerebrale dei pazienti con CCSVI sono risultate nettamente diverse da quelle dei controlli. Inoltre, i nostri risultati suggeriscono che la pletismografia cervicale ha un grande potenziale come strumento di screening poco costoso e come strumento di monitoraggio post-operatorio.
LEGGI L'ABSTRACT IN LINGUA ORIGINALE

27 aprile 2012
da: ccsvi-sm.org

La respirazione.

COSE CHE NESSUNO DICE ...MA CHE TUTTI SAPPIAMO..MA CHE NESSUNO METTE IN ATTO
  • la respirazione
Processo mediante il quale gli organismi si procurano ossigeno ed eliminano anidride carbonica.Questi gas vengono veicolati dal sangue ad appositi organi respiratori, a livello dei quali avviene uno scambio di gas con l'ambiente esterno. La funzione della respirazione è quella di apportare alle cellule l'ossigeno che, attraverso le reazioni della respirazione cellulare (processo che avviene nelle cellule in presenza di ossigeno (aerobiosi), attraverso il quale le sostanze nutritive derivanti dalla digestione vengono ossidate allo scopo di produrre l'energia necessaria al metabolismo.
 In particolare, la principale molecola che agisce da substrato per la respirazione cellulare è il glucosio; l'energia che si ottiene viene immagazzinata nei legami ad alta energia contenuti nella molecola adenosina trifosfato, ATP), permette la produzione di energia; mediante tale processo, l'organismo si libera di anidride carbonica che deriva dalla respirazione cellulare.L'aria viene inspirata attraverso il naso (o la bocca), le laringi, la trachea e bronchi prima di raggiungere gli alveoli polmonari.É in queste numerose cavità microscopiche (la superficie totale rappresenta circa 80 mq!) che si effettua l'ematosi, ovvero lo scambio di gas tra aria e sangue: l'ossigeno viene diffuso nell'aria verso i capillari sanguigni e l'anidride carbonica fa l'inverso prima di essere eliminata attraverso l'espirazione.Attraverso la contrazione del muscolo del diaframma che genera una depressione nel torace, si provoca l'afflusso d'aria.
Si tratta dunque di un fenomeno attivo.
Quando la contrazione del diaframma cessa, il torace si sgonfia passivamente, e l'aria é espirata. 


la respirazione L'IMPORTANZA:

La respirazione é la funzione che assicura al sangue ed a tutti i tessuti dell'organismo, l'apporto di ossigeno che é di vitale importanza per il loro metabolismo
Una buona respirazione

distende i nervi,

stimola l'appetito, rende più completa la digestione e reca infine un sonno sano e ristoratore

acquieta il sistema nervoso conferendoci il governo di emozioni come il timore, la collera, la timidezza, la paura

ci aiuta a sentirci più sicuri di noi stessi, con l'effetto di aumentare l'auto fiducia
aumenta la nostra resistenza nei confronti della malattia conserva la vitalità e la giovinezza più a lungo; di conseguenza la pelle e i tessuti invecchiano più lentamente conferisce una maggiore calma interiore dischiudendoci le vie della coscienza.
COME?
E? evidente il collegamento che sussiste tra mente, sistema nervoso e respiro.
Le tensioni, preoccupazioni, ansie e paure sono purtroppo in grado di influire sul suo ritmo.
Si può partire dal respiro per aggiustare molte cose.
La respirazione può essere addominale, toracica, clavicolare.
Alla respirazione di tipo addominale corrisponde la salute della parte bassa del corpo e della relativa vita istintuale, a quella toracica la salute della parte media e della attinente costituzione emotiva, infine a quella clavicolare la parte alta del corpo e l’aspetto intellettivo.
La donna, per sua propria natura, ha una buona respirazione di tipo toracico-alta mentre è normalmente carente di quella bassa o addominale.
L’uomo, al contrario, nasce con una buona predisposizione per la respirazione addominale ma è carente nelle altre.
I problemi della donna infatti sono soprattutto nella parte bassa del corpo, dove lei è facilmente attaccabile dai malanni (vene varicose, flebiti, intestino pigro, infiammazioni alle ovaie, mestruazioni dolorose ecc.) mentre i problemi cardiaci sono sempre stati una prerogativa dell’uomo (è sempre stato l’uomo a morire d’infarto almeno fino a prima di questo cambiamento di ruoli nella società).
Si ha ragione di ritenere che una respirazione perfetta, attiva cioè su tutti i livelli dell’apparato respiratorio, crei i presupposti per una ottima salute e renda meno attaccabili dal male.
Ecco due semplici esercizi: il respiro totale, per abituarsi a respirare profondamente, il respiro da scavatore, che si può adottare e ripetere ogni volta che abbiamo bisogno di "ossigenarci" per riprendere al meglio il nostro lavoro è il seguente.     


 Il respiro totale
  1. Inspiriamo lentamente dal naso, pensando di portare l'aria fino sotto l'ombelico. In questo modo riempiamo di aria la parte inferiore dei polmoni e contemporaneamente lo stomaco comincerà ad elevarsi come un palloncino
  2. Senza interrompere il respiro, continuiamo ad elevare lo stomaco ed espandiamo la cassa toracica riempiendola d'altra aria
  3. Infine, facciamo in modo che il respiro riempia anche la parte superiore dei polmoni, sollevando ancora la gabbia toracica. Tutto questo va fatto senza esagerare né forzare, in cinque secondi circa
  4. Ora tratteniamo per qualche secondo l'aria, per dare ai polmoni il tempo di assorbire tutto l'ossigeno contenuto nell'aria che abbiamo appena respirato. Con il tempo potremo prolungare questo tempo

  1. Cominciamo a mandare fuori l'aria seguendo il percorso inverso. Iniziamo con il contrarre dolcemente la parte inferiore dello stomaco per spingere fuori l'aria che trascinerà con sé tutta la rimanente.Mentre la parte inferiore dei polmoni si svuota, la cassa toracica si sgonfia lentamente. Tutto deve avvenire con molta lentezza e pazienza
  2. Ora possiamo fare una piccola pausa, prima di iniziare una nuova respirazione
  3. Con il tempo diventeremo esperti e riusciremo nell'esercizio con facilità
 
  Il respiro da scavatore
  1. Mettiamoci in piedi con le gambe divaricate senza esagerare

  1. Mentre cominciamo la respirazione totale, solleviamo lentamente le braccia verso l'alto
  2. Ora tratteniamo il respiro, sempre tenendo le braccia in alto, ci allunghiamo leggermente all'indietro, per allungare la colonna vertebrale

  1. Ci flettiamo in avanti, portando la testa all'altezza delle ginocchia e cominciamo a mandare fuori l'aria a piccoli soffi, a ogni soffio le braccia scendono un po' di più fra le gambe
  2. Quando abbiamo svuotato tutta l'aria iniziamo a inspirare risalendo piani piano e ripetiamo il tutto dall'inizio
    Quando sentite irresistibile la voglia di correre, di cantare, di respirare a pieni polmoni, ciò significa che state bene.>>>

Dolori muscolari (mialgia)

Dolori muscolari (mialgia)
I dolori muscolari sono comuni e possono riguardare più di un muscolo. Un dolore muscolare può coinvolgere anche i legamenti, tendini, fasci di muscoli e tessuti molli che collegano i muscoli, ossa e organi. Un dolore muscolare è più spesso legato alla tensione eccessiva o a lesioni del muscolo causate da un esercizio fisico o un lavoro fisicamente impegnativo. In queste situazioni, il dolore tende a coinvolgere muscoli specifici e inizia durante o subito dopo l’attività. Il dolore muscolare può essere anche un segno di condizioni che interessano tutto il tuo corpo, come alcune infezioni (tra cui l’influenza) e dei disturbi che colpiscono i tessuti connettivi in tutto il corpo (come il lupus). Una comune causa di dolori muscolari è la fibromialgia, una condizione che include mollezza nei muscoli e nei tessuti molli, difficoltà del sonno, stanchezza e mal di testa.
CAUSE: Le cause più comuni sono:
  • Lesioni, traumi e distorsioni;
  • Eccessivo utilizzo di un muscolo in intensità, frequenza o a freddo;
  • Tensione e stress.
Il dolore muscolare può anche essere dovuto a:
  • Alcuni farmaci, tra cui quelli per abbassare la pressione sanguigna, o statine per abbassare il colesterolo;
  • Cocaina;
  • Dermatomiositi;
  • Squilibri elettrolitici come l’avere troppo poco potassio o calcio;
  • Fibromialgia;
  • Infezioni, tra cui influenza, malattia di Lyme o la malaria;
  • Ascesso ad un muscolo;
  • Polio;
  • Trichinosi;
  • Lupus;
  • Polimialgia reumatica;
  • Polimiosite;
  • Rabdomiolisi.
TERAPIA: Per il dolore muscolare dovuto a lesioni da uso eccessivo, basta prendere acetaminofene o ibuprofene. Applicare del ghiaccio per le prime 24-72 ore per ridurre il dolore e l’infiammazione. I dolori muscolari dovuti alla fibromialgia spesso rispondono bene al massaggio. Esercizi dolci di stretching, dopo un lungo periodo di riposo sono anche utili. L’esercizio fisico regolare può aiutare a ripristinare il corretto tono muscolare. Passeggiate, ciclismo e nuoto sono buone attività aerobiche. Un terapista fisico può insegnare lo stretching, tonificazione e esercizi aerobici per sentirsi meglio ed evitare il dolore. Iniziare lentamente e gradualmente un’attività fisica. Evitare il forte impatto dell’attività aerobica e pesi, soprattutto quando si è feriti o si accusa un dolore. Assicurarsi di avere abbondanza di sonno e cercare di ridurre lo stress. Lo yoga e la meditazione sono ottimi modi per aiutare il sonno ed il relax. Se le misure fai da te non funzionano, rivolgersi al medico, che prenderà in considerazione la prescrizione di farmaci, terapia fisica o il rinvio ad una clinica specializzata. Se i dolori muscolari sono dovuti ad una specifica malattia, seguire le istruzioni del medico per curare la malattia primaria.
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Contattare un medico se:
  • Il dolore muscolare persiste al di là dei 3 giorni;
  • Si ha un grave ed inspiegabile dolore;
  • Si hanno i segni di un’infezione, come l’arrossamento o il gonfiore muscolare;
  • Si ha una cattiva circolazione nella zona in cui si hanno dolori ai muscoli;
  • Si è subìto un morso o c’è uno sfogo cutaneo;
  • Il dolore muscolare è associato con l’utilizzo di qualche farmaco;
  • Si ha un improvviso aumento di peso o ritenzione idrica;
  • Si è a corto di fiato o si ha difficoltà a deglutire;
  • Si ha debolezza muscolare o non si riesce a muovere una parte del corpo;
  • Si ha vomito, torcicollo o febbre alta.
DIAGNOSI: Il medico eseguirà un esame fisico e porrà domande sul dolore muscolare, sulle circostanze in cui esso è nato e sui farmaci presi di recente. Test che possono essere effettuati includono:
  • Esame del sangue;
  • Altri esami specifici che riguardano gli enzimi muscolari (creatina chinasi) ed eventualmente un esame per la malattia di Lyme o una malattia del tessuto connettivo.
PREVENZIONE: Per evitare i dolori muscolari, seguire questi consigli:
  • Riscaldarsi prima di effettuare un esercizio fisico e raffreddarsi alla fine gradualmente;
  • Fare dello stretching prima e dopo l’esercizio;
  • Bere molti liquidi prima, durante e dopo l’esercizio;
  • Se si lavora nella stessa posizione la maggior parte del giorno (come stare seduti ad un computer), alzarsi e fare dei movimenti almeno una volta ogni ora.
Fonti: [Dannecker EA. Self-care i comportamenti di dolore muscolare. J Pain. 2004; http://health.nytimes.com/health/; Goldenberg DL, Burckhardt C, L. Crofford gestione della sindrome di fibromialgia. JAMA. 2004]
Per ulteriori informazioni rivolgersi al proprio medico

La spasticità

La spasticità si ha quando sono presenti uno o più muscoli esageratamente rigiti e riflessi tendinei profondi. La condizione può interferire con il camminare, il movimento, o il parlare.
CAUSE: La spasticità generalmente risulta da danni alla parte del cervello che controlla il movimento volontario. Essa può verificarsi anche quando si hanno danni ai nervi del cervello che si ripercuotono verso il basso al midollo spinale. Altre cause possono essere:
  • Paralisi cerebrale;
  • Danni cerebrali causati dalla mancanza di ossigeno, come può accadere nel corso di un annegamento o soffocamento;
  • Trauma cerebrale;
  • Grave trauma cranico;
  • Lesioni del midollo spinale;
  • Ictus;
  • Adrenoleucodistrofia;
  • Fenilchetonuria (alti tassi di fenilalanina nel sangue o urine);
  • Malattie neurodegenerative;
  • Sclerosi multipla
Altre condizioni meno comuni potrebbero non essere comprese in questo elenco.
SINTOMI: I sintomi della spasticità comprendono:
  • Esagerato riflesso tendineo;
  • Incrocio delle gambe troppo stretto;
  • Ripetuti scatti muscolari;
  • Postura inusuale;
  • Movimenti della spalla, braccio, polso e dita con un angolo anormale.
La spasticità può anche interferire con il parlare. In casi gravi e a lungo termine, la spasticità può portare a contrattura dei muscoli delle articolazioni provocando una posizione piegata fissa.
DIAGNOSI: Il medico eseguirà un esame fisico e porrà domande sui sintomi e la durata. Il medico può rimandare il paziente ad un terapista fisico. Contattare un medico se:
  • La spasticità peggiora;
  • La deformità delle contratture sembra doversi aggravare;
  • La condizione peggiora.
TERAPIA: Gli esercizi che comprendono lo stiramento muscolare possono contribuire a rendere meno gravi i sintomi. La terapia fisica è costituita da una varietà di esercizi, compresi quelli muscolari, di stretching e rafforzamento. I medicinali per la spasticità comprendono baclofene, Tizanidine, Cyclobenzaprine, e benzodiazepine. In rari casi, una pompa può essere inserita nel liquido spinale per iniettare la medicina direttamente nel sistema nervoso.
Iniezioni di Botox possono aiutare ad alleviare la spasticità in alcuni pazienti. A volte, una persona può avere bisogno di un intervento chirurgico per liberare il tendine o per tagliare il nervo muscolare.
Fonti: [Goetz, CG. Textbook of Clinical Neurology. 2a ed. St. Louis, Mo: WB Saunders, 2003; http://health.nytimes.com/health/; Goldman L, Ausiello D. Cecil Textbook of Medicine. 22a ed. Philadelphia, PA: WB Saunders; 2004]
Per ulteriori informazioni rivolgersi al proprio medico.

Le vertigini

Le vertigini sono una sensazione di stordimento, debolezza, instabilità o perdita di equilibrio (sensazione che la stanza sia in movimento). La maggior parte delle cause delle vertigini non sono gravi e si possono risolvere rapidamente.
CAUSE: Lo stordimento succede quando non arriva abbastanza sangue al cervello. Ciò può avvenire se vi è un calo improvviso nella pressione sanguigna o se si è disidratati a causa del vomito, diarrea, febbre, o altre cause. Molte persone, soprattutto anziane, soffrono di vertigini se si alzano troppo rapidamente da una posizione sdraiata o seduta. Spesso la sensazione accompagna l’influenza, ipoglicemia, raffreddore, o allergie.
Le condizioni più gravi che possono portare alle vertigini possono includere problemi cardiaci (come il ritmo cardiaco anormale o attacco cardiaco), ictus, e grave caduta della pressione arteriosa (shock). Se uno qualsiasi di questi gravi disturbi è presente, di solito si hanno ulteriori sintomi come dolore al petto, batticuore, incapacità di parlare, cambiamenti nella vista o altri sintomi. Le cause più comuni di vertigini sono benigne come la labirintite che si nota quando si cambia la posizione della testa. Alla labirintite di solito segue un raffreddore o influenza causata da una infezione virale del orecchio interno. La sindrome di Meniere è un altra causa comune di problemi all’orecchio. Essa provoca vertigini, perdita di equilibrio, e ronzio nelle orecchie. Molto meno comunemente, le vertigini sono un segno di ictus, sclerosi multipla, convulsioni, un tumore cerebrale, o una emorragia nel cervello. In tali condizioni, altri sintomi di solito accompagnano le vertigini o lo squilibrio.
DIAGNOSI: Il medico dovrà eseguire un esame fisico, concentrandosi sul cuore, testa, orecchie, sistema nervoso, e farà domande sui sintomi e sulla storia medica del paziente. Test diagnostici che possono essere svolti comprendono:
  • Misurazioni e analisi della pressione arteriosa;
  • Elettrocardiogramma;
  • Analisi dell’udito;
  • Analisi neurologiche;
  • Risonanza magnetica.
TERAPIA: Se il problema si ha quando ci si alza, evitare bruschi cambiamenti di postura. Bere liquidi e, se non si è in grado di mantenere i fluidi a causa di nausea o vomito, potrebbe essere necessaria una flebo in ospedale. La maggior parte delle volte, le vertigini posizionali benigne e la labirintite se ne vanno da sole nel giro di qualche settimana. Durante gli attacchi, provare a riposarsi, evitare improvvisi cambiamenti della posizione, essere cauti alla guida o nell’uso delle macchine. Alcune vertigini possono essere ridotte con un lavoro fisico con un terapeuta. Alcuni farmaci possono aiutare a sentirsi meglio. Tali farmaci comprendono antistaminici, sedativi o pillole per la nausea. Per la sindrome di Meniere, la chirurgia può essere necessaria.
Contattare un medico se, oltre al capogiro, si hanno anche:
  • Un trauma cranico;
  • Febbre superiore ai 40 gradi, o un forte torcicollo;
  • Convulsioni o vomito;
  • Dolore toracico;
  • Palpitazioni;
  • Mancanza di respiro;
  • Debolezza;
  • Incapacità nello spostare un braccio o una gamba;
  • Cambiamento nella vista;
  • Svenimento e perdita di coscienza per più di pochi minuti.
Chiamate un medico anche se:
  • Nonsi hanno mai avuto prima vertigini;
  • I sintomi passati erano diversi;
  • Si sospetta che la causa sia qualche medicinale;
  • Perdita di udito.
PREVENZIONE: Trattare prontamente le infezioni, raffreddori, influenza, congestione sinusale e altre infezioni respiratorie. Se si dispone di un raffreddore, l’influenza, o altre malattie virali, bere molti liquidi per evitare di rimanere disidratati.

Marijuana: la Toscana dice sì all'uso terapeutico

www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1271%3Amarijuana-la-toscana-dice-s%C3%AC-alluso-terapeutico&Itemid=62
cannabis-flosÈ inevitabile, quando di mezzo ci sono le "droghe", le discussioni non mancano mai. Eppure, questo 2012 stupisce per le iniziative pro-cannabis. Lontani dalla concessione terriera del Consiglio comunale di Rasquera, paese spagnolo di 900 anime, che vede la marijuana come uno "scaccia-crisi", anche il nostro Paese, sembra pronto a voltare pagina.
La Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Marco Remaschi (Pd), ha dato il "consenso" a una proposta di legge sull'uso terapeutico della marijuana. Il testo è passato a maggioranza nonostante i voti contrari di Pdl e Udc. Lo scopo dichiarato del provvedimento è di garantire ai cittadini residenti in Toscana l'accesso ai farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e anche in altri tipi di terapie.
A sostegno della legge ha parlato il Presidente della Federazione cure palliative Luca Moroni. Ruggiero Corcella del Corriere, ha riportato le parole del medico: «Sui cannabinoidi non posso esprimermi – premette -, però sull'uso degli oppiodi ribadiamo che l'Italia è in forte ritardo rispetto al resto d'Europa e nonostante si stia recuperando non riusciremo a metterci in pari in breve tempo. Rispetto all'uso di oppioidi e quindi alla terapia del dolore, le risposte in Italia sono decisamente insoddisfacenti quindi questo vuole dire che esiste una barriera culturale decisamente forte. Noi stiamo cercando di colmarla, attraverso un'attività di informazione dei cittadini rispetto al superamento di alcuni pregiudizi a partire da quello della morfina. La nostre esperienza come federazione cure palliative è che i cittadini sono molto ricettivi rispetto a questo tipo di stimolo, perché una volta informati le barriere di tipo culturale sono molto facilmente superabili. Lo sono meno nella nostra esperienza, da parte dei professionisti».
In effetti, nel nostro Paese questa barriera culturale sembra essere tutt'altro che facilmente superabile e chi crede davvero in questo progetto senza nessun tipo di secondo fine, dovrà aspettare la seduta del Consiglio regionale del 2 maggio, per l'approvazione finale.
Stefano Mugnai (Pdl) ha spiegato che sarebbe opportuno chiedere al ministero della Sanità di valutare se tali farmaci siano o meno da inserire nel tabellario farmaceutico e ha dichiarato che «siamo di fronte ad una legge bandiera». Anche Marco Carraresi (Udc) afferma più o meno le solite cose: «è una legge manifesto con risultati pratici pari allo zero e dove l'aspetto scientifico è pressoché ignorato».
Secondo Remaschi invece la proposta è «un segnale importante di apertura e civiltà». Dello stesso avviso è Paolo Notaro, responsabile della Struttura di Terapia del Dolore del Niguarda: «Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di spostare l'attenzione sulla cannabis non dal punto di vista dell'uso delinquenziale, ma di quello terapeutico. Questo purtroppo – afferma Notaro – è un argomento che si presta ai soliti schieramenti da guelfi e ghibellini. In realtà, con le droghe non c'entra nulla. La gente si informa, va su internet, e finisce magari per andare a comprare il farmaco derivato dai cannabinoidi di cui ha bisogno, in Svizzera. Sono farmaci, vanno usati sotto controllo di medici competenti e visto che in Italia a torto o a ragione c'è questa problematica sull'uso per altri fini, ben venga un controllo maggiore, a garanzia di tutti: dei professionisti che magari la prescrivono ma anche dei pazienti che sono controllati. Insomma lo stato dell'arte è che esistono già molecole sintetiche dei cannabinoidi. Perciò vorrei rassicurare che sono prodotti farmacologici e che vengono utilizzati a scopo terapeutico e non delinquenziale. La loro azione è abbastanza conosciuta e descritta».
La nuova legge regionale porterà probabilmente il nome di Alessia Ballini, consigliere regionale in Toscana uccisa dal cancro di recente, assidua sostenitrice dell'importanza dei farmaci cannabinoidi per combattere il dolore e prima di sottoporsi a chemioterapia.
Per avere informazioni ancor più dettagliate, vi rimandiamo ad un dossier firmato Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) dal titolo Cannabis e sclerosi multipla.

22/04/12

LA SINCOPE

Cos’è una sincope?
La sincope è una perdita di coscienza transitoria, semplificando possiamo
dire uno “svenimento”, con comparsa rapida, di breve durata, che si
risolve spontaneamente e completamente.
E’ dovuta ad una transitoria e breve riduzione della quantità o della
pressione del sangue che arriva al cervello.
Si tratta di un evento frequente, anche nella popolazione normale.
Cosa deve fare una persona che ha avuto una sincope?
I pazienti con sincope ci vengono spesso indirizzati dal Pronto Soccorso
e li valutiamo innanzitutto con la visita cardiologica e con
l’elettrocardiogramma. Informazioni importanti vengono ottenute con
l’ecocardiografia.
E’ pericolosa?
Lo scopo della prima valutazione cardiologica è di verificare se, nel paziente che viene alla nostra
osservazione, la sincope sia spia di una condizione rischiosa oppure no.
In generale se il paziente non ha una cardiopatia di rilievo, ossia non ha una storia personale o
familiare di rischio, l’esame fisico e l’elettrocardiogramma sono normali e l’ecografia non mostra
cardiopatie strutturali, ci troviamo di fronte ad una condizione benigna. Si tratta della grande
maggioranza dei casi.
Queste sincopi non pericolose a cosa possono essere dovute?
In genere si tratta delle sincopi “neuromediate” ossia dovute ad una temporanea disfunzione del
sistema nervoso autonomo (parte del sistema nervoso che, fra le varie funzioni, regola la pressione
e il numero di battiti del cuore). A seguito di un riflesso nervoso si ha un’inappropriata e brusca
riduzione della pressione arteriosa e/o della frequenza cardiaca, che causa la perdita di coscienza
del paziente.
Fra di esse c’è la sincope vasovagale (il comune svenimento), dovuta all’azione del nervo vago,
che riduce pressione e frequenza cardiaca, che è spesso preceduta da sintomi quali vertigine, offuscamento
della vista, sudorazione, pallore, nausea, sintomatologia gastrointestinale, dolore.
Vi sono le sincopi situazionali, che compaiono, ad esempio, con lo sforzo di defecare, urinare,
talvolta con la tosse, deglutizione, pasti pesanti, puntura venosa.
Vi è inoltre l’intolleranza all’ortostatismo, ossia la tendenza al calo pressorio e perdita di coscienza
innescate dal restare a lungo in piedi, spesso in pazienti anziani con malattie quali diabete
mellito, m. di Parkinson e terapie farmacologiche multiple per ipertensione arteriosa, ischemia
miocardica ed altro.
In alcuni casi proporremo al paziente il tilt test, esame col quale il paziente viene alzato a 60° su
lettino reclinabile e viene somministrato un farmaco, allo scopo di studiare più in dettaglio il meccanismo
della sincope.
Altrimenti quali possono essere le cause?
Essenzialmente possono essere o disturbi del ritmo cardiaco (bradicardie, blocchi, varie forme di
tachicardie) o per patologie cardiache (ad esempio la stenosi aortica severa, la cardiopatia ischemica, la cardiomiopatia
ipertrofica, la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro, tutte le cardiopatie con severa depressione della funzione di
pompa) o del circolo polmonare (la tromboembolia polmonare).
In alcuni di questi pazienti la sincope segnala la presenza del rischio di morire. E’ quindi una spia d’allarme importante che
merita una valutazione cardiologica.
In questi casi cosa viene fatto?
Senza voler esaurire in questa sede tutte le possibili cause, da valutare paziente per paziente, in caso di bradicardie o blocchi,
se la diagnosi è già immediatamente evidente all’elettrocardiogramma e non vi sono cause transitorie, la soluzione è
l’impianto di un pace-maker.
Allo stesso modo per le aritmie rischiose per la vita o in presenza di rischio alto per depressione grave della funzione di
pompa non corretta dai farmaci, vi è l’indicazione all’impianto di un defibrillatore impiantabile (ICD).
Se si sospetta un disturbo del ritmo e questo non è già subito evidente potremo proporre al paziente un ecg dinamico Holter
(l’elettrocardiogramma delle 24 ore) e poi eventualmente uno studio elettrofisiologico (esame che valuta le caratteristiche
elettrofisiologiche del cuore mediante elettrocateteri all’interno delle cavità cardiache) e l’impianto di un loop recorder,
che è un mini registratorino, grande circa 6 cm x 2, che si impianta sottocute, registra l’elettrocardiogramma fino a due
anni ed è interrogabile con un apparecchio di programmazione.
Le cardiopatie strutturali verranno indagate e, ad esempio, in caso di stenosi aortica grave la soluzione potrà essere cardochirurgica
o in caso di cardiopatia ischemica potranno essere presi in considerazione gli esami appropriati, fino alla coronarografia.
In conclusione?
Chi non ha cardiopatie né altre malattie serie, e ha ecg, ecografia e visita normali oltre a non avere riportato traumi può
stare tranquillo: è una condizione benigna e frequente, circa un terzo delle persone hanno una sincope nel corso della vita..
Negli altri casi non è detto che si tratti di qualcosa di importante ma non è escluso, quindi è necessaria una valutazione
medica e cardiologica.www.amicidelcuorevenezia.org/notiziari/Notiziario26.pdf

LE DIVERSE AREE DEL CERVELLO


Diverse sono le aree del cervello e i circuiti che esse formano implicati nella regolazione affettiva. Tra questi abbiamo:
- Corteccia Prefrontale (area ventro-mediale, orbito-laterale, dorso-laterale)
- Corteccia Cingolata anteriore
- Nucleo Striato Ventrale
- Amigdala
- Ippocampo


Si è potuto notare confrontando i diversi studi effettuati su pazienti con depressione maggiore e soggetti normali che i pazienti con depressione presentavano delle alterazioni in queste aree.
Quindi, tutte le patologie caratterizzate da una significativa alterazione dell'umore come depressione, disturi distimici, ipomaniacalità ecc...sono associate ad una disfunzione del circuito di regolazione dell'umore.
http://www.igeacps.it/neuropsicologia/articoli/660.html#.TzwsQLS_jGQ.facebook
Infatti studi basati sull'analisi del flusso ematico regionale hanno evidenziato in soggetti affetti da depressione maggiore, diverse alterazioni delle attività di questo circuito che sarebbero responsabili della manifestazione dei sintomi a tale disturbo associati. Ad esempio, una iperattività della corteccia prefrontale ventro-mediale ed orbito-laterale porta ad un aumento della sensibilità al dolore, ansia, remunerazioni depressive e tensione; al contrario ad un'ipoattività della corteccia prefrontale dorso-laterale consegue un ritardo psicomotorio, apatia, deficit attentivi e della memoria di lavoro.

Studi di neuroimmagine funzionale sulla connetività hanno suggerito un decremento nella comunicazione tra amigdala e le regioni della corteccia cingolata anteriore. Di conseguenza il fallimento della corteccia cingolata anteriore ad assolvere suo ruolo inibitore nella regolazione delle emozioni, porta inevitabilmente ad un'alterazione dell'affettività e della motivazione.

L'ippocampo poi, può essere particolarmente colpito nella depressione, infatti alcuni studi hanno evidenziato una significativa riduzione bilaterale del volume ippocampale nei soggetti affetti da depressione maggiore. Ulteriori studi hanno poi mostrato che la riduzione dell'ippocampo è direttamente proporzionale al numero e alla durata degli episodi depressiovi (senza trattamento).
Quali le cause?
Un consistente dato osservato in soggetti affetti da depressione riguarda gli alti livelli ematici di cortisolo, l'ormone implicato nella risposta allo stress. Quest'ultimo infatti genera un rilascio di cortisolo. Nella depressione, l'interruzione della trasmissione serotoninergica, noradrenergica e dopaminergica compromette il circuito di feedback regolatorio che permette di interrompere la risposta allo stress. Da un punto di vista sintomatologico, ciò si rifletterebbe nella percezione di fatica, inappetenza, perdita della libido, e ipersensibilità al dolore.