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27/04/12

Marijuana: la Toscana dice sì all'uso terapeutico

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cannabis-flosÈ inevitabile, quando di mezzo ci sono le "droghe", le discussioni non mancano mai. Eppure, questo 2012 stupisce per le iniziative pro-cannabis. Lontani dalla concessione terriera del Consiglio comunale di Rasquera, paese spagnolo di 900 anime, che vede la marijuana come uno "scaccia-crisi", anche il nostro Paese, sembra pronto a voltare pagina.
La Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Marco Remaschi (Pd), ha dato il "consenso" a una proposta di legge sull'uso terapeutico della marijuana. Il testo è passato a maggioranza nonostante i voti contrari di Pdl e Udc. Lo scopo dichiarato del provvedimento è di garantire ai cittadini residenti in Toscana l'accesso ai farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e anche in altri tipi di terapie.
A sostegno della legge ha parlato il Presidente della Federazione cure palliative Luca Moroni. Ruggiero Corcella del Corriere, ha riportato le parole del medico: «Sui cannabinoidi non posso esprimermi – premette -, però sull'uso degli oppiodi ribadiamo che l'Italia è in forte ritardo rispetto al resto d'Europa e nonostante si stia recuperando non riusciremo a metterci in pari in breve tempo. Rispetto all'uso di oppioidi e quindi alla terapia del dolore, le risposte in Italia sono decisamente insoddisfacenti quindi questo vuole dire che esiste una barriera culturale decisamente forte. Noi stiamo cercando di colmarla, attraverso un'attività di informazione dei cittadini rispetto al superamento di alcuni pregiudizi a partire da quello della morfina. La nostre esperienza come federazione cure palliative è che i cittadini sono molto ricettivi rispetto a questo tipo di stimolo, perché una volta informati le barriere di tipo culturale sono molto facilmente superabili. Lo sono meno nella nostra esperienza, da parte dei professionisti».
In effetti, nel nostro Paese questa barriera culturale sembra essere tutt'altro che facilmente superabile e chi crede davvero in questo progetto senza nessun tipo di secondo fine, dovrà aspettare la seduta del Consiglio regionale del 2 maggio, per l'approvazione finale.
Stefano Mugnai (Pdl) ha spiegato che sarebbe opportuno chiedere al ministero della Sanità di valutare se tali farmaci siano o meno da inserire nel tabellario farmaceutico e ha dichiarato che «siamo di fronte ad una legge bandiera». Anche Marco Carraresi (Udc) afferma più o meno le solite cose: «è una legge manifesto con risultati pratici pari allo zero e dove l'aspetto scientifico è pressoché ignorato».
Secondo Remaschi invece la proposta è «un segnale importante di apertura e civiltà». Dello stesso avviso è Paolo Notaro, responsabile della Struttura di Terapia del Dolore del Niguarda: «Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di spostare l'attenzione sulla cannabis non dal punto di vista dell'uso delinquenziale, ma di quello terapeutico. Questo purtroppo – afferma Notaro – è un argomento che si presta ai soliti schieramenti da guelfi e ghibellini. In realtà, con le droghe non c'entra nulla. La gente si informa, va su internet, e finisce magari per andare a comprare il farmaco derivato dai cannabinoidi di cui ha bisogno, in Svizzera. Sono farmaci, vanno usati sotto controllo di medici competenti e visto che in Italia a torto o a ragione c'è questa problematica sull'uso per altri fini, ben venga un controllo maggiore, a garanzia di tutti: dei professionisti che magari la prescrivono ma anche dei pazienti che sono controllati. Insomma lo stato dell'arte è che esistono già molecole sintetiche dei cannabinoidi. Perciò vorrei rassicurare che sono prodotti farmacologici e che vengono utilizzati a scopo terapeutico e non delinquenziale. La loro azione è abbastanza conosciuta e descritta».
La nuova legge regionale porterà probabilmente il nome di Alessia Ballini, consigliere regionale in Toscana uccisa dal cancro di recente, assidua sostenitrice dell'importanza dei farmaci cannabinoidi per combattere il dolore e prima di sottoporsi a chemioterapia.
Per avere informazioni ancor più dettagliate, vi rimandiamo ad un dossier firmato Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) dal titolo Cannabis e sclerosi multipla.

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