I muscoli sono elementi veramente importanti del nostro organismo, da soli corrispondono a circa metà del peso corporeo.
Capire il loro funzionamento e gli eventuali disturbi che possono colpirli è necessario per prevenirne i danni e per riconoscere con anticipo i sintomi.
In questo articolo scopriremo i vari tipi di muscoli, il loro funzionamento e le malattie che possono colpirli.
Anatomia Nel nostro organismo esistono tre tipi di muscoli:
i muscoli legati all’apparato scheletrico (volontari)
i muscoli lisci (involontari)
i muscoli cardiaci (involontari)
In quest’articolo vi aiuteremo a capire come funzionano i muscoli volontari legati all’apparato scheletrico.
I muscoli involontari sono responsabili delle funzioni inconsce, ad esempio spingono il cibo all’interno dell’apparato digerente, permettono l’accomodazione degli occhi e il controllo del diametro delle arterie.
Anche i muscoli cardiaci sono involontari, ma hanno una struttura e una funzione speciali e sono caratteristici del cuore.
Tutti i muscoli:
sono eccitati dagli stimoli nervosi,
si contraggono a seguito di uno stimolo,
si rilassano dopo la contrazione.
I muscoli scheletrici
I muscoli scheletrici sono circa 605 e da soli contribuiscono circa a metà del peso corporeo; lavorano in sinergia con l’apparato scheletrico e con il sistema nervoso.
Il muscolo scheletrico tipico si estende tra due ossa ed è connesso a un tendine.
I muscoli sono attaccati alle ossa tramite i tendini, speciali tessuti costituiti da fibre connettive. Anche i legamenti collegano le ossa e sono costituiti da tessuto connettivo. Il cervello invia messaggi ai muscoli, comunicando loro di muoversi: l’impulso nervoso percorre il midollo spinale e i nervi e infine raggiunge il muscolo.
Una volta raggiunto dall’impulso nervoso, di natura elettrica, il muscolo si contrae.
Ogni muscolo è costituito da migliaia di fibre specializzate che, quando vengono stimolate, iniziano a scorrere una sull’altra e causano la contrazione.
Quando il muscolo si contrae avvicina le due ossa a cui è collegato.
Molti muscoli, però, sono collegati a più di due ossa.
I muscoli di norma lavorano in coppia, con funzioni opposte: ad esempio il movimento del tricipite è l’opposto di quello del bicipite:
il bicipite ci permette di piegare il gomito,
mentre il tricipite ci consente di estenderlo.
I muscoli scheletrici hanno forme diverse e la loro forza varia. I muscoli che circondano la colonna vertebrale sono quelli più forti, perché sono i responsabili della nostra postura.
Quelli delle spalle ci permettono di muovere le braccia, ad esempio grazie al deltoide possiamo allontanare il braccio dal tronco.
I muscoli dell’avambraccio anteriore ci consentono di chiudere le dita a pugno e di piegare le dita, mentre quelli dell’avambraccio posteriore hanno il compito opposto: ci consentono di aprire la mano e di estendere le dita.
Il quadricipite, il muscolo massiccio che si trova nella parte anteriore della coscia, è responsabile dell’estensione del ginocchio, mentre il flessore ci fa piegare il ginocchio.
I muscoli tibiali ci permettono di piegare la caviglia verso l’alto, mentre il muscolo del polpaccio ci permette di piegarla verso il basso.
Il sistema muscolare, nel suo insieme, ci consente di camminare, correre, scrivere e giocare! I muscoli del volto ci fanno aprire e chiudere gli occhi e la bocca, rendendo possibili le espressioni facciali, come il sorriso e le sopracciglia aggrottate.
I muscoli della lingua e delle guance ci permettono di masticare e mangiare, quelli della gola di deglutire e respirare.
Gli altri muscoli sono comunque molto importanti, ma per la maggior parte del tempo non ci accorgiamo nemmeno di averli: tra di essi ricordiamo i muscoli del collo e della schiena, quelli del torace e gli addominali.
Ci aiutano a mantenere una postura corretta e a muovere la colonna vertebrale, inoltre proteggono gli organi del torace e dell’addome.
L’esercizio fisico regolare ci aiuta a mantenere in forma i muscoli. Lesioni muscolari Le lesioni muscolari sono più frequenti delle malattie muscolari.
Le lesioni ai muscoli ed ai tendini di solito sono causate da uno sforzo eccessivo, oppure da uno strappo o da una torsione improvvisi: quando danneggiati i muscoli sono in grado di rigenerarsi.
Si parla di distorsione quando si verifica un danno alle fibre muscolari. All’interno del muscolo c’è un piccolo sanguinamento che causa dolore e gonfiore. La distorsione è accompagnata spesso da dolore e da lividi visibili.
Le distorsioni di norma si verificano quando si ripete molte volte un certo movimento, soprattutto se non lo si esegue in modo corretto.
Di solito sono curati con una breve immobilizzazione, con la fisioterapia e con farmaci antinfiammatori.
Si parla invece di strappo quando il danno coinvolge molte fibre muscolari nello stesso tempo. Gli strappi provocano gonfiore e dolore intensi.
L’emorragia grave che li accompagna può portare alla formazione di trombi.
Per rimediare allo strappo, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. La tendinite, cioè l’infiammazione del tendine, si può verificare quando la torsione o un movimento ripetuto provocano gonfiore al tendine. Le attività come la corsa e il calcio possono causare l’infiammazione dei tendini del piede, causando dolore, gonfiore e difficoltà di movimento. Quando un tendine si strappa, il danno è talmente grave che il tendine si stacca dall’osso.
Lo strappo del tendine può verificarsi ad esempio quando si tenta di sollevare un peso eccessivo.
Gli strappi meno gravi vengono curati immobilizzando la zona e ricorrendo alla fisioterapia, mentre per quelli più gravi a volte è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Malattie muscolari
Molti disturbi che sembrano di natura muscolare in realtà sono disturbi a carico dei nervi collegati ai muscoli.
Il muscolo si indebolisce e si atrofizza, cioè perde funzionalità, e quindi può iniziare a contrarsi involontariamente: queste contrazioni muscolari involontarie, o spasmi, sono chiamate fascicolazione.
Tra le malattie che colpiscono i nervi e quindi i muscoli ad essi collegati ricordiamo: Lesioni al midollo spinale,
sciatica e compressione dei nervi del collo o della schiena,
poliomelite,
malattia di Charcot-Marie-Tooth,
sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Nella maggior parte dei casi i crampi sono causati dal malfunzionamento dei nervi.
Durante il crampo il muscolo si contrae perché riceve segnali nervosi anomali.
I crampi possono essere molto dolorosi e si possono verificare soprattutto dopo l’esercizio fisico o di notte. Fare stretching può essere utile per alleviare il dolore.
Tra le malattie che colpiscono direttamente i muscoli, e non i nervi ad essi collegati, ricordiamo:
distrofia muscolare,
miopatia,
miosite.
Le malattie muscolari possono essere ereditarie, conseguenza di un’infezione, oppure ancora effetto collaterale di farmaci assunti per altre malattie.
I muscoli colpiti di solito si indeboliscono e in alcuni casi sono doloranti
I muscoli possono anche essere colpiti indirettamente da altri disturbi, come il lupus, i problemi alla tiroide e le carenze vitaminiche.
Crampi notturni I crampi notturni sono contrazioni involontarie, improvvise e dolorose dei muscoli delle gambe: nella maggior parte dei casi i crampi notturni colpiscono i muscoli del polpaccio, ma anche quelli dei piedi e delle cosce possono iniziare a far male.
Quasi sempre i crampi notturni non hanno alcuna causa identificabile e non sono pericolosi, tuttavia, in rari casi, possono essere causati da altri disturbi, ad esempio il diabete o l’arteriopatia periferica.
Il rischio di soffrire di crampi notturni aumenta con l’età; anche le donne incinte hanno maggiori probabilità di soffrire di crampi notturni.
Cause Nella maggior parte dei casi i crampi notturni non hanno alcuna causa evidente, tuttavia a volte potrebbero essere collegati con:
morbo di Addison,
alcolismo,
uso di farmaci per il controllo della pressione alta,
cirrosi,
diabete di tipo 2,
diarrea,
uso di diuretici,
squilibrio elettrolitico,
piedi piatti,
intervento di bypass gastrico,
ipotiroidismo (tiroide poco attiva),
insufficienza renale cronica,
affaticamento muscolare,
uso di contraccettivi orali,
morbo di Parkinson,
secondo trimestre di gravidanza,
arteriopatia periferica.
Quando andare dal medico
Se i crampi sono poco frequenti, i pazienti per lo più li considerano soltanto un fastidio, per via dei risvegli improvvisi da essi provocati. In alcuni casi però può essere necessario andare dal medico.
Andate immediatamente al pronto soccorso se:
I crampi sono molto forti e continui,
Iniziate a soffrire di crampi notturni dopo l’esposizione a una tossina, ad esempio al piombo.
Fissate una visita dal medico se:
Il sonno è così discontinuo da impedirvi di svolgere al meglio le normali attività quotidiane,
Soffrite anche di debolezza e atrofia muscolare.
Rimedi per i crampi
Per prevenire i crampi notturni è consigliabile:
Bere molto per evitare la disidratazione, meglio se bevande con sali minerali (magnesio e potassio in particolare),
Indossare calzature con plantari su misura,
Fare alcuni minuti di stretching alle gambe o di cyclette prima di andare a dormire, Quando si va a letto non coprire le gambe con le coperte. Tra le attività utili per alleviare i crampi notturni ricordiamo:
Flettere il piede verso il ginocchio,
Massaggiare il muscolo dolorante con la mano o con la borsa del ghiaccio,
Camminare o muovere leggermente la gamba,
Fare una doccia calda o un bagno tiepido.
Diagnosi Per diagnosticare una malattia muscolare sono fondamentali un’anamnesi famigliare e personale approfondite.
Anche la visita è d’obbligo, per capire la gravità del disturbo ed escludere la presenza di atrofia e fascicolite.
Inoltre possono essere utili gli esami del sangue e delle urine, oppure la risonanza magnetica della zona della colonna vertebrale o del cervello ritenuta responsabile del problema.
L’elettromiografia (EMG) e l’elettroneurografia (esame della velocità della conduzione nervosa) sono i due esami che possono essere eseguiti per capire se il disturbo colpisce direttamente i muscoli oppure è dovuto a una lesione nervosa.
Nella biopsia muscolare viene prelevato un campione di muscolo, che poi viene esaminato in laboratorio.
Il campione è prelevato usando una siringa o un bisturi.
Cura e terapia
Gli strappi ai muscoli o ai tendini di solito sono curati immobilizzando la parte colpita e ricorrendo alla fisioterapia.
In entrambi i casi la terapia è la stessa, ma può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico per riparare lo strappo.
La terapia delle malattie muscolari dipende dalla loro causa:
se il disturbo è causato da una carenza vitaminica potrebbe essere sufficiente un integratore per risolvere il problema.
La debolezza dovuta a carenze ormonali può essere risolta ricorrendo alla terapia ormonale sostitutiva. Per alcune forme di distrofia muscolare non esistono terapie efficaci: la maggior parte delle terapie per le malattie muscolari gravi comprende sempre la fisioterapia, che aiuta a rafforzare i muscoli.
A volte è necessario ricorrere a rimedi alternativi se la debolezza muscolare persiste:
il paziente deve imparare alcuni accorgimenti che lo aiutino a svolgere le normali attività ad esempio, per appendere i vestiti nella parte alta dell’armadio, il paziente deve imparare a usare l’apposita bacchetta.
Capire il loro funzionamento e gli eventuali disturbi che possono colpirli è necessario per prevenirne i danni e per riconoscere con anticipo i sintomi.
In questo articolo scopriremo i vari tipi di muscoli, il loro funzionamento e le malattie che possono colpirli.
Anatomia Nel nostro organismo esistono tre tipi di muscoli:
i muscoli legati all’apparato scheletrico (volontari)
i muscoli lisci (involontari)
i muscoli cardiaci (involontari)
In quest’articolo vi aiuteremo a capire come funzionano i muscoli volontari legati all’apparato scheletrico.
I muscoli involontari sono responsabili delle funzioni inconsce, ad esempio spingono il cibo all’interno dell’apparato digerente, permettono l’accomodazione degli occhi e il controllo del diametro delle arterie.
Anche i muscoli cardiaci sono involontari, ma hanno una struttura e una funzione speciali e sono caratteristici del cuore.
Tutti i muscoli:
sono eccitati dagli stimoli nervosi,
si contraggono a seguito di uno stimolo,
si rilassano dopo la contrazione.
I muscoli scheletrici
I muscoli scheletrici sono circa 605 e da soli contribuiscono circa a metà del peso corporeo; lavorano in sinergia con l’apparato scheletrico e con il sistema nervoso.
Il muscolo scheletrico tipico si estende tra due ossa ed è connesso a un tendine.
I muscoli sono attaccati alle ossa tramite i tendini, speciali tessuti costituiti da fibre connettive. Anche i legamenti collegano le ossa e sono costituiti da tessuto connettivo. Il cervello invia messaggi ai muscoli, comunicando loro di muoversi: l’impulso nervoso percorre il midollo spinale e i nervi e infine raggiunge il muscolo.
Una volta raggiunto dall’impulso nervoso, di natura elettrica, il muscolo si contrae.
Ogni muscolo è costituito da migliaia di fibre specializzate che, quando vengono stimolate, iniziano a scorrere una sull’altra e causano la contrazione.
Quando il muscolo si contrae avvicina le due ossa a cui è collegato.
Molti muscoli, però, sono collegati a più di due ossa.
I muscoli di norma lavorano in coppia, con funzioni opposte: ad esempio il movimento del tricipite è l’opposto di quello del bicipite:
il bicipite ci permette di piegare il gomito,
mentre il tricipite ci consente di estenderlo.
I muscoli scheletrici hanno forme diverse e la loro forza varia. I muscoli che circondano la colonna vertebrale sono quelli più forti, perché sono i responsabili della nostra postura.
Quelli delle spalle ci permettono di muovere le braccia, ad esempio grazie al deltoide possiamo allontanare il braccio dal tronco.
I muscoli dell’avambraccio anteriore ci consentono di chiudere le dita a pugno e di piegare le dita, mentre quelli dell’avambraccio posteriore hanno il compito opposto: ci consentono di aprire la mano e di estendere le dita.
Il quadricipite, il muscolo massiccio che si trova nella parte anteriore della coscia, è responsabile dell’estensione del ginocchio, mentre il flessore ci fa piegare il ginocchio.
I muscoli tibiali ci permettono di piegare la caviglia verso l’alto, mentre il muscolo del polpaccio ci permette di piegarla verso il basso.
Il sistema muscolare, nel suo insieme, ci consente di camminare, correre, scrivere e giocare! I muscoli del volto ci fanno aprire e chiudere gli occhi e la bocca, rendendo possibili le espressioni facciali, come il sorriso e le sopracciglia aggrottate.
I muscoli della lingua e delle guance ci permettono di masticare e mangiare, quelli della gola di deglutire e respirare.
Gli altri muscoli sono comunque molto importanti, ma per la maggior parte del tempo non ci accorgiamo nemmeno di averli: tra di essi ricordiamo i muscoli del collo e della schiena, quelli del torace e gli addominali.
Ci aiutano a mantenere una postura corretta e a muovere la colonna vertebrale, inoltre proteggono gli organi del torace e dell’addome.
L’esercizio fisico regolare ci aiuta a mantenere in forma i muscoli. Lesioni muscolari Le lesioni muscolari sono più frequenti delle malattie muscolari.
Le lesioni ai muscoli ed ai tendini di solito sono causate da uno sforzo eccessivo, oppure da uno strappo o da una torsione improvvisi: quando danneggiati i muscoli sono in grado di rigenerarsi.
Si parla di distorsione quando si verifica un danno alle fibre muscolari. All’interno del muscolo c’è un piccolo sanguinamento che causa dolore e gonfiore. La distorsione è accompagnata spesso da dolore e da lividi visibili.
Le distorsioni di norma si verificano quando si ripete molte volte un certo movimento, soprattutto se non lo si esegue in modo corretto.
Di solito sono curati con una breve immobilizzazione, con la fisioterapia e con farmaci antinfiammatori.
Si parla invece di strappo quando il danno coinvolge molte fibre muscolari nello stesso tempo. Gli strappi provocano gonfiore e dolore intensi.
L’emorragia grave che li accompagna può portare alla formazione di trombi.
Per rimediare allo strappo, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. La tendinite, cioè l’infiammazione del tendine, si può verificare quando la torsione o un movimento ripetuto provocano gonfiore al tendine. Le attività come la corsa e il calcio possono causare l’infiammazione dei tendini del piede, causando dolore, gonfiore e difficoltà di movimento. Quando un tendine si strappa, il danno è talmente grave che il tendine si stacca dall’osso.
Lo strappo del tendine può verificarsi ad esempio quando si tenta di sollevare un peso eccessivo.
Gli strappi meno gravi vengono curati immobilizzando la zona e ricorrendo alla fisioterapia, mentre per quelli più gravi a volte è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Malattie muscolari
Molti disturbi che sembrano di natura muscolare in realtà sono disturbi a carico dei nervi collegati ai muscoli.
Il muscolo si indebolisce e si atrofizza, cioè perde funzionalità, e quindi può iniziare a contrarsi involontariamente: queste contrazioni muscolari involontarie, o spasmi, sono chiamate fascicolazione.
Tra le malattie che colpiscono i nervi e quindi i muscoli ad essi collegati ricordiamo: Lesioni al midollo spinale,
sciatica e compressione dei nervi del collo o della schiena,
poliomelite,
malattia di Charcot-Marie-Tooth,
sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Nella maggior parte dei casi i crampi sono causati dal malfunzionamento dei nervi.
Durante il crampo il muscolo si contrae perché riceve segnali nervosi anomali.
I crampi possono essere molto dolorosi e si possono verificare soprattutto dopo l’esercizio fisico o di notte. Fare stretching può essere utile per alleviare il dolore.
Tra le malattie che colpiscono direttamente i muscoli, e non i nervi ad essi collegati, ricordiamo:
distrofia muscolare,
miopatia,
miosite.
Le malattie muscolari possono essere ereditarie, conseguenza di un’infezione, oppure ancora effetto collaterale di farmaci assunti per altre malattie.
I muscoli colpiti di solito si indeboliscono e in alcuni casi sono doloranti
I muscoli possono anche essere colpiti indirettamente da altri disturbi, come il lupus, i problemi alla tiroide e le carenze vitaminiche.
Crampi notturni I crampi notturni sono contrazioni involontarie, improvvise e dolorose dei muscoli delle gambe: nella maggior parte dei casi i crampi notturni colpiscono i muscoli del polpaccio, ma anche quelli dei piedi e delle cosce possono iniziare a far male.
Quasi sempre i crampi notturni non hanno alcuna causa identificabile e non sono pericolosi, tuttavia, in rari casi, possono essere causati da altri disturbi, ad esempio il diabete o l’arteriopatia periferica.
Il rischio di soffrire di crampi notturni aumenta con l’età; anche le donne incinte hanno maggiori probabilità di soffrire di crampi notturni.
Cause Nella maggior parte dei casi i crampi notturni non hanno alcuna causa evidente, tuttavia a volte potrebbero essere collegati con:
morbo di Addison,
alcolismo,
uso di farmaci per il controllo della pressione alta,
cirrosi,
diabete di tipo 2,
diarrea,
uso di diuretici,
squilibrio elettrolitico,
piedi piatti,
intervento di bypass gastrico,
ipotiroidismo (tiroide poco attiva),
insufficienza renale cronica,
affaticamento muscolare,
uso di contraccettivi orali,
morbo di Parkinson,
secondo trimestre di gravidanza,
arteriopatia periferica.
Quando andare dal medico
Se i crampi sono poco frequenti, i pazienti per lo più li considerano soltanto un fastidio, per via dei risvegli improvvisi da essi provocati. In alcuni casi però può essere necessario andare dal medico.
Andate immediatamente al pronto soccorso se:
I crampi sono molto forti e continui,
Iniziate a soffrire di crampi notturni dopo l’esposizione a una tossina, ad esempio al piombo.
Fissate una visita dal medico se:
Il sonno è così discontinuo da impedirvi di svolgere al meglio le normali attività quotidiane,
Soffrite anche di debolezza e atrofia muscolare.
Rimedi per i crampi
Per prevenire i crampi notturni è consigliabile:
Bere molto per evitare la disidratazione, meglio se bevande con sali minerali (magnesio e potassio in particolare),
Indossare calzature con plantari su misura,
Fare alcuni minuti di stretching alle gambe o di cyclette prima di andare a dormire, Quando si va a letto non coprire le gambe con le coperte. Tra le attività utili per alleviare i crampi notturni ricordiamo:
Flettere il piede verso il ginocchio,
Massaggiare il muscolo dolorante con la mano o con la borsa del ghiaccio,
Camminare o muovere leggermente la gamba,
Fare una doccia calda o un bagno tiepido.
Diagnosi Per diagnosticare una malattia muscolare sono fondamentali un’anamnesi famigliare e personale approfondite.
Anche la visita è d’obbligo, per capire la gravità del disturbo ed escludere la presenza di atrofia e fascicolite.
Inoltre possono essere utili gli esami del sangue e delle urine, oppure la risonanza magnetica della zona della colonna vertebrale o del cervello ritenuta responsabile del problema.
L’elettromiografia (EMG) e l’elettroneurografia (esame della velocità della conduzione nervosa) sono i due esami che possono essere eseguiti per capire se il disturbo colpisce direttamente i muscoli oppure è dovuto a una lesione nervosa.
Nella biopsia muscolare viene prelevato un campione di muscolo, che poi viene esaminato in laboratorio.
Il campione è prelevato usando una siringa o un bisturi.
Cura e terapia
Gli strappi ai muscoli o ai tendini di solito sono curati immobilizzando la parte colpita e ricorrendo alla fisioterapia.
In entrambi i casi la terapia è la stessa, ma può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico per riparare lo strappo.
La terapia delle malattie muscolari dipende dalla loro causa:
se il disturbo è causato da una carenza vitaminica potrebbe essere sufficiente un integratore per risolvere il problema.
La debolezza dovuta a carenze ormonali può essere risolta ricorrendo alla terapia ormonale sostitutiva. Per alcune forme di distrofia muscolare non esistono terapie efficaci: la maggior parte delle terapie per le malattie muscolari gravi comprende sempre la fisioterapia, che aiuta a rafforzare i muscoli.
A volte è necessario ricorrere a rimedi alternativi se la debolezza muscolare persiste:
il paziente deve imparare alcuni accorgimenti che lo aiutino a svolgere le normali attività ad esempio, per appendere i vestiti nella parte alta dell’armadio, il paziente deve imparare a usare l’apposita bacchetta.